Il ´700 e Napoleone

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Il settecento e Napoleone
Il ’700 è stato un secolo di grandi rivoluzioni in
ambito culturale
ambito economico
ambito politico
Rivoluzione: profondo e duraturo
cambiamento delle strutture politiche
ed economiche di uno Stato.
Illuminismo
Rivoluzione industriale inglese
Rivoluzione americana
Rivoluzione francese
Reazione: l’opposto della rivoluzione.
“Reazionari” sono tutti coloro che si
oppongono a una rivoluzione e
intendono tornare indietro, riportando
in vita leggi e istituzioni che la
rivoluzione ha cancellato.
Illuminismo
L’Illuminismo è un nuovo modo di pensare che fa affidamento sulla ragione umana (sui “lumi”
della ragione). Gli illuministi sostengono che non bisogna più credere per fede a quanto si è
affermato nel passato: tutto va riconsiderato e sottoposto al vaglio della ragione. Essi, quindi, si
allontanano dalla religione tradizionale ed esaltano il progresso umano, la tecnica e la scienza.
Per diffondere le loro idee discutono nei caffè, sui giornali, e pubblicano l’ Enciclopedia, grande
sintesi del sapere umano.
I principali illuministi e le loro idee
Voltaire vuole che il potere resti nelle mani dei sovrani assoluti, perché ritiene che le masse
popolari non sono capaci di governarsi da sole. Il monarca però deve governare cercando la
collaborazione dei nobili e degli intellettuali (dispotismo illuminato).
Montesquieu suggerisce la divisione dei poteri, in modo che in uno stato essi si bilancino e si
controllino a vicenda. Il re deve governare (potere esecutivo), il parlamento approva le leggi
(potere legislativo), i giudici vigilano perché le leggi siano rispettate (potere giudiziario).
Rousseau, il più rivoluzionario, propone invece la repubblica al posto della monarchia, e teorizza
la sovranità popolare (il popolo è l’unico sovrano di se stesso).
Beccaria nel trattato Dei delitti e delle pene dimostra l’assurdità della tortura e della pena di
morte.
Alcuni sovrani europei (soprattutto Federico II di Prussia, Maria Teresa d’Austria e suo figlio
Giuseppe II) ascoltano gli illuministi e nei loro Stati realizzano alcune riforme, ossia dei
cambiamenti (impongono tasse ai grandi proprietari terrieri, fondano scuole, eliminano la pena
di morte e la tortura).
La Rivoluzione industriale inglese
Nel ’700 l’Inghilterra è il paese più ricco e avanzato del mondo. È proprio qui infatti che inizia la
rivoluzione industriale, con la quale scompaiono le vecchie manifatture e si diffondono le
fabbriche. In esse il lavoro non è più svolto soltanto dall’uomo, ma anche da macchine
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Il settecento e Napoleone
alimentate dal vapore. Il primo settore in cui si applica questa nuova tecnologia è quello tessile,
in cui si producono stoffe e abiti per la popolazione in aumento. La macchina a vapore, inventata
da James Watt, fu poi applicata anche nel settore ferroviario. Nel 1814 si costruì infatti la prima
locomotiva a vapore.
Le nuove fabbriche sorgono in genere nelle periferie delle città. Qui si concentra una gran massa
di lavoratori, fatta anche di donne e bambini, che lavorano duramente per una paga misera e in
ambienti spesso malsani. Al vertice della nuova economia industriale ci sono i capitalisti, che
investono il proprio denaro nell’acquisto delle macchine e dirigono la produzione in fabbrica. I
capitalisti tendono a sfruttare i loro operai, li pagano molto poco e li costringono a lavorare in
condizioni quasi disumane.
La Rivoluzione americana
Nel ’700 l’America del nord è uno stato grande e poco popolato. Ci vive un milione circa di nativi
americani (gli “indiani”). Il territorio è stato colonizzato da francesi, spagnoli e inglesi. Le 13
colonie inglesi si affacciano a est, sulla costa dell’Atlantico, e sono ricche, abitate da circa due
milioni di coloni. L’Inghilterra cerca di mantenere il controllo su di esse e di aumentare le tasse.
I coloni allora protestano perché nessun loro
rappresentante siede nel parlamento inglese.
Il loro slogan: niente rappresentanza, niente
tasse! Nel 1773 si arriva ad un aperto
conflitto tra le colonie e l’Inghilterra.
Nel 1775 le colonie emanano a Filadelfia la
loro Dichiarazione d’indipendenza. La guerra
contro l’Inghilterra, condotta dal generale
Washington, si risolve a loro favore. La pace,
firmata a Parigi nel 1783, riconosce
l’indipendenza delle colonie, nascono così gli
Stati Uniti d’America. Gli Stati Uniti prendono
la forma di uno stato federale: gli Stati che lo
compongono formano uno stato unitario con
un solo presidente e un solo parlamento,
chiamato Congresso.
Le tredici colonie inglesi
La Rivoluzione francese
L’antico regime
Per “antico regime” (ancien régime) si intende un sistema sociale e politico, caratteristico dei
secoli XVII e XVIII, segnato dall’ingiustizia e da profonde disuguaglianze sociali. L’espressione fu
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Il settecento e Napoleone
Napoleon
utilizzata dai rivoluzionari francesi per indicare il mondo vecchio, superato e ingiusto che
volevano abbattere.
Al vertice dell’ “antico regime” vi era un monarca
assoluto,, che governava per “diritto divino” e
considerava ogni cosa (terre, uomini, beni) come
una sua proprietà personale.
La società era divisa in tre ordini o stati (oggi si
direbbe in ceti o classi sociali): l’aristocrazia, il
clero e e il terzo stato o popolo.
popolo Le prime due
classi erano privilegiate e sfruttavano la terza che
doveva mantenere l’intera società con il suo
lavoro e le sue tasse. Nella vignetta satirica a
fianco, si vede un rappresentante del terzo stato
che “sostiene” sulla sua schiena il clero e
l’aristocrazia. Pur sostenendo tutti, il terzo Stato
era escluso dal potere.
Al suo interno il terzo stato comprendeva la
borghesia (affaristi, commercianti, funzionari pubblici, ricchi artigiani) e il basso popolo,
prevalentemente formato da contadini.
Nella società di antico regime i nobili possedevano la maggior parte delle terre e conducevano
una vita elegante e inutile, fatta di feste a corte, passeggiate in carrozza, abiti sontuosi e lacchè
(servitori in livrea che precedevano a piedi la carrozza del padrone).. Spesso non avevano più un
effettivo potere: vivevano come raffinati parassiti, tenuti sotto controllo dal monarca assoluto.
La rivoluzione
In Francia nel ’700
700 la società era ferma all’ “antico regime”. La monarchia e il clero godevano di
molti privilegi e non pagavano le tasse. Il terzo Stato doveva perciò coprire tutte le spese, molte
delle quali inutili. Lo Stato era indebitato e la
l gente chiedeva riforme. Luigi XVI allora decise di
convocare un’antica assemblea, che non si riuniva più da quasi due secoli: gli Stati generali del
Regno,, nella quale i rappresentanti dei tre ordini avrebbero dovuto confrontarsi e trovare una
soluzione ai problemi della Francia.
Francia Gli Statii generali si riunirono a Versailles (sede della corte)
nel 1789. In essi l’uso era di votare per ordine: nobiltà e clero, votando assieme, sarebbero
perciò riuscite a bloccare tutte le riforme,
riforme perché avrebbero messo il terzo stato in minoranza. Il
terzo stato
tato chiese allora che si votasse per testa, e cioè che ogni deputato avesse un voto.
Aristocrazia e clero si opposero. Di fronte al loro atteggiamento i rappresentanti della
d
borghesia
si riunirono separatamente e si proclamarono Assemblea nazionale,, dichiararono cioè di
rappresentare tutta la nazione e si impegnarono
impegn
a scrivere una nuova costituzione.
costituzione Iniziava così
la Rivoluzione francese.
rancese. Il re cercò di opporsi ma il popolo di Parigi
arigi insorse ili 14 Luglio 1789 e
assaltò la Bastiglia, un carcere-fortez
fortezza simbolo dell’antico regime,, per liberarne i prigionieri e
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Il settecento e Napoleone
impossessarsi delle armi in essa custoditi. La rivolta si estese velocemente a tutta la Francia:
molti nobili furono uccisi. Poco dopo, l’Assemblea nazionale proclamò l’abolizione dei diritti
feudali, ossia la fine dell’antico regime, ed emanò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino. Nel 1791 l’assemblea nazionale approvò una costituzione basata sulla divisione dei
poteri (erano le idee di Montesquieu che diventavano realtà). Il re fu costretto ad accettarla: la
monarchia cessò così di essere assoluta e diventò costituzionale. La chiesa inoltre venne
spogliata dei suoi averi; i parroci ebbero l’ordine di giurare fedeltà alla Rivoluzione. Quelli che si
rifiutarono di farlo furono chiamati “refrattari”.
I rivoluzionari non formavano un gruppo compatto. Erano divisi in molti partiti e correnti. Man
mano prevalsero due di questi gruppi: i girondini, che volevano mantenersi nell’ambito della
legge, e i giacobini (appoggiati dai sanculotti, rivoluzionari molto radicali), che invece erano più
estremisti e volevano farla finita con il re.
Nel 1792 fu proclamata la repubblica e poco dopo Luigi XVI fu decapitato. I giacobini guidati da
Robespierre, ebbero tutto il potere nelle loro mani e imposero un regime di Terrore contro i
nemici della rivoluzione. Contro tale regime insorsero i contadini cattolici della Vandea, ma la
loro ribellione fu stroncata nel sangue. A causa delle troppe vittime causate dal Terrore
giacobino, Robespierre fu arrestato e ucciso (1794). Il potere fu così assunto da un Direttorio,
voluto da tutti quei borghesi stanchi di violenze e di eccessi.
Napoleone sulla scena
Da questa complicata situazione emerse la figura di Napoleone Bonaparte, che si era distinto
combattendo i nemici della rivoluzione. Molti Stati europei infatti si erano allarmati, timorosi
che la Rivoluzione uscisse dai confini francesi e travolgesse anche loro. La Francia li aveva
bruciati sul tempo e aveva dichiarato guerra ad Austria e Prussia. Il Direttorio incaricò
Napoleone di condurre una battaglia in Italia, per distrarre l’esercito austriaco. Napoleone
trasformò la campagna in una marcia trionfale, con la quale acquisì grande popolarità. I territori
italiani conquistati furono organizzati in “repubbliche sorelle” (sorelle rispetto alla Francia), al
governo delle quali andarono uomini vicini alle idee dei giacobini che abolirono i privilegi
dell’aristocrazia e confiscarono i beni della Chiesa. Le principali “repubbliche sorelle” furono la
Repubblica Cisalpina (a nord), la Repubblica Romana (che sostituì lo Stato della Chiesa), la
Repubblica Partenopea (a sud). Successivamente, con l’ aiuto di alcuni membri del Direttorio,
Napoleone ottenne i pieni poteri e la carica di Primo Console. Dopo aver attuato molte riforme,
tra cui la promulgazione del nuovo codice civile e un concordato per ristabilire buoni rapporti
con la Chiesa cattolica, nel 1804 si proclamò imperatore.
Napoleone diede inoltre inizio a una serie di conquiste che portarono la Francia a dominare
buona parte dell’Europa. Nemica imbattuta restò l’Inghilterra: Napoleone avrebbe voluto
invaderla ma la flotta francese fu distrutta dall’ammiraglio inglese Nelson. Nel 1812 Napoleone
invase anche la Russia, ma dovette ritirarsi con moltissime perdite senza aver sconfitto
l’avversario. Dopo una serie di alti e bassi, fu definitivamente battuto a Waterloo da inglesi e
prussiani. Morì nel 1821 in esilio nell’isoletta di Sant’Elena, nell’Oceano Atlantico.
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Il settecento e Napoleone
Eredità della rivoluzione francese.
La Rivoluzione francese ha posto fine all’antico regime e ha dato avvio ad un nuovo mondo,
fondato su una mentalità diversa e su altri valori: la libertà, l’uguaglianza davanti alla legge e la
fratellanza (liberté, egalité, fraternité). È inoltre dalla Rivoluzione francese che viene l’idea che
gli operai, i contadini e i borghesi, ossia tutti quelli che lavorano, producono e pagano le tasse,
sono più utili alla società di coloro che vivono di rendita, grazie ad antichi e ingiustificati
privilegi. La Rivoluzione francese fu piena di contraddizioni e attuò solo parte di questi valori, e
anzi spesso li tradì, come ad esempio nel periodo del Terrore. Tuttavia quei valori sono ancora
oggi alla base degli Stati democratici.
Eredità di Napoleone.
Napoleone diffuse in tutta Europa gli ideali della Rivoluzione francese; ovunque egli arrivò con le
sue conquiste, furono migliorate le condizioni dei contadini e cancellati o ridotti al minimo i
privilegi dei nobili. L’intera Europa fu messa sottosopra dalle guerre e dalle leggi di Napoleone.
Siccome si impose con la forza delle armi, Napoleone non fu amato dai popoli europei che
sottomise. Appoggiandosi sulla borghesia e sull’esercito, egli impose comunque un nuovo
sistema sociale. L’idea, propria del Codice Civile, che tutti gli uomini debbano avere uguali diritti
e doveri e non debbano essere discriminati a causa della loro nascita, è certamente il lascito più
importante di Napoleone.
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