reportage 32 Popoli aprile 2011 identità - differenza Bagno sacro di primavera La festa che, tra marzo e aprile, gli hindu dedicano in Orissa a una incarnazione di Vishnu porta centinaia di migliaia di persone a immergersi nelle acque del golfo del Bengala. Un’esperienza di devozione di massa, in una delle quattro «dimore sacre» dell’India aprile 2011 Popoli 33 reportage Immersioni rituali sulle spiagge di Puri. In basso, il tempio di Jagannath. Testo: Nicola Pagano Foto: Angela Prati Puri (India) I n India il concetto di «devozione» raggiunge la sublimazione. Non vuole dire solo praticare una fede con serietà, dedicare lunghi periodi alla preghiera (yajña) e ai riti di venerazione (puja), agire e pensare con coerenza, seguire con assiduità i dogmi preposti. Devozione significa comprendere il divino nella propria esistenza al punto di vivere per esso. In India l’esistenza «nel divino» è lampante, ovunque. Ogni hindu devoto dovrebbe praticare almeno un yatra (pellegrinaggio) all’anno. Dal nord al sud del Paese masse di devoti si muovono e vivono per le proprie divinità, che cond i ziona no Con la luce profondamente dell’alba, la lunga scelte di vita, striscia di sabbia si mostra nella sua comportamenti, costumi e veste surreale. morale. Centinaia di Ci sono giorni migliaia di devoti in cui i devoti a Jagannath sono riuniti per cantare, intraprendono pregare e bagnarsi pel legr i naggi per raggiungein mare re località mitologiche dove - si crede - esistono le condizioni favorevoli per chiedere agli dèi di esaudire determinati desideri, per portare le ceneri di un 34 Popoli aprile 2011 parente defunto a un fiume sacro o Gange, Dwarka a ovest, Rameshwaper acquisire meriti spirituali. Uno di ram a sud e, appunto, Puri a oriente. questi giorni è il Govinda dwadashi Essi simboleggiano essenzialmente buda, il bagno rituale nel mare con l’unità della tradizione e dei valori la benedizione di Jagannath, signore spirituali dell’India. Ogni dham è dell’universo, che nel 2011 è caduto una cittadella costituita da luoghi e monumenti sacri che con il 17 marzo. Una circondano il tempio di queste località è la I devoti principale. spiaggia di Mohadadhi, a intraprendono Puri, una cittadina dello pellegrinaggi verso A Puri la vita religiosa Stato indiano dell’Orissa località mitologiche ruota attorno all’imponente tempio di Jaganche si affaccia sul golfo in cui - si crede nath Mandir e soprattutdel Bengala. Il momento esistono le to al suo famoso e sacro preciso per la celebra- condizioni Rath Yatra, il grande zione oscilla seguendo favorevoli per festival dei carri, che i capricci del calendario chiedere agli commemora il viaggio hindu, ma cade dodi- dèi di esaudire di Krishna da Gokul a ci giorni dopo la prima desideri Mathura e che si svolluna nuova dell’anno ge in giugno o luglio, (amabashya). Sebbene nel secondo giorno della la celebrazione si ripeta annualmente, esiste un giorno parti- metà luminosa del mese di asadha, colare che ricorre ogni 48 anni consi- come dicono gli astronomi. Il temderato estremamente importante da- pio di Jagannath era conosciuto fin gli astronomi hindu e dai devoti. Nel dall’antichità come la Pagoda bianca, 2009 si è celebrato l’ultimo di questi che serviva da punto di riferimento rari Govinda dwadashi buda che ha per chi navigava nel golfo del Benvisto più di due milioni di pellegrini gala in contrapposizione alla Pagoda nera, visibile a Konark, a una quabagnarsi nell’acqua dell’oceano. rantina di chilometri da Puri. Nel giorno che precede Govinda dwaLA PAGODA BIANCA Gli hindu ritengono Puri uno dei dashi buda, la via principale che luoghi di pellegrinaggio più sacri porta al tempio è in gran fermendell’India, uno dei quattro dham, to. Pellegrini devoti, giunti qui da le «dimore sacre» che si trovano ai tutto il Paese, affollano la strada, quattro punti cardinali del Paese: Ba- zigzagando tra bancarelle di oggetti drinath a nord, presso le sorgenti del sacri, mucche pigramente adagiate sull’asfalto, mendicanti che chiedono l’elemosina, sadhu che fumano con i chilum, le pipe in terracotta, motorini, venditori ambulanti e poliziotti. I sari dai colori sgargianti indossati dalle donne punteggiano la folla polverosa che entra nel grande tempio in cui fervono i preparativi per il bagno rituale di domani: il grande giorno. La spiaggia di Puri è ancora immersa nell’oscurità della notte. Il brulichio di migliaia di pellegrini che attendono l’alba è attenuato dal fragore delle onde dell’oceano. In lontananza un fascio di luce gialla permette di indovinare gli affollamenti di fedeli e le sagome di chi ha già cominciato a prostrarsi pregando e immergendosi nell’oceano. Questo è un raro esempio di celebrazione in cui l’acqua salata del mare diventa un elemento purificatore; quest’ultimo, normalmente, viene invece associato all’acqua dolce di laghi e fiumi, specialmente il sacro Gange. Il sorgere del sole darà inizio alla celebrazione. ALLA SPIAGGIA DELLA PURIFICAZIONE Con la luce dell’alba, la lunga striscia di sabbia che orla la cittadina si mostra nella sua veste surreale. Centinaia di migliaia di devoti di Jagannath sono riuniti per cantare, pregare e soprattutto per bagnarsi nelle correnti di questo mare inquieto e lattiginoso. Vecchi altoparlanti diffondono musiche e canti distorti lungo tutta la spiaggia e, come spesso accade in India, la celebrazione si svolge in un clima tra il sacro e il profano. Nella distesa di fedeli spiccano soprattutto i sadhu devoti a Shiva dai lunghi capelli nodosi e con le tuniche arancioni. Numerose famiglie fanno colazione con nan e chapati inzuppati in salsine piccanti. In acqua, le barche dei pescatori, utilizzate per eventuali salvataggi, solcano le onde possenti con le loro prue affusolate. Lungo la spiaggia si incontrano alcuni bagnini particolari che portano una camera d’aria a tracolla. C’è chi realizza sculture di sabbia e chi accende il fuoco, chi danza estasiato e chi dorme ancora profondamente. I bambini si rincorrono sulla battigia e scherzano con spruzzi d’acqua del mare. Quando il sole è ormai alto nel cielo, un’infinita processione di pellegrini ancora bagnati si dirige dalla spiaggia verso il maestoso tempio dove si completerà il rituale con offerte, preghiere e benedizioni elargite dai brahmini. Jagannath è il signore dell’universo, i nca r na zione Jagannath di Vishnu, una è il signore divinità molto dell’universo, venerata soincarnazione di prattutto nello Vishnu, una divinità Stato dell’Orismolto venerata sa. La sua rapsoprattutto presentazione è nello Stato ovunque: i suoi dell’Orissa. La sua occhi bianchi e rappresentazione rotondi si staè ovunque gliano sul nero e sembrano osservare, beffardi, la dura vita degli uomini. Jagannath (Vishnu) è sempre accompagnato dal fratello Balabhadra (Shiva) e dalla sorellina Subhadra e insieme risiedono nel sommo della gloria all’interno della jagamohan, come è chiamata la sala delle assemblee nei templi di questa regione. I fratelli sono privi aprile 2011 Popoli 35 reportage Un guardaspiaggia assiste i pellegrini. Sotto, una popolare raffigurazione di Jagannath e dei suoi fratelli. di mani e la più piccola, Subhadra, è anche senza braccia, secondo la simbologia hindu. La leggenda narra, infatti, che fu Vishwakarma, considerato il dio dell’architettura, a occuparsi della costruzione del tempio e degli idoli al suo interno. Nessuno sarebbe stato autorizzato a entrare nel tempio fino al completamento dell’opera. Sfortunatamente il re Chodagangadeva, spinto dall’impazienza della regina, decise di aprire le porte prima che Vishwakarma terminasse il suo lavoro. Il dio-architetto se ne andò infuriato e non fu più rivisto. Quando il re fu al cospetto degli idoli notò con stupore che erano incompleti, due senza mani e uno addirittura senza braccia. Così ancora oggi gli idoli mai terminati sono rappresentati e venerati. Nel corso della giornata i sacerdoti sistemano ghirlande di fiori sulle statue e le vestono più volte con stoffe coloratissime. Nel tempio di Jagannath lavorano oltre seimila persone che eseguono i complicati rituali previsti per rispettare le divinità e oltre ventimila fedeli si affidano ogni giorno a Jagannath per il loro sosten- I LUOGHI DELLA FESTA INDIA ORISSA Bhubaneshwar Puri 36 Popoli aprile 2011 tamento. La cucina vicina al tempio, più prepotentemente incontrando la con le sue centinaia di cuochi, è for- gente e l’architettura della capitale se la più grande del mondo. La folla, dell’Orissa, Bubaneshwar, situata a compatta e tumultuosa, viene ingo- soli 60 chilometri da Puri. Il suo profilo è un labirinto di iata dalla grande porta templi di ogni dimensiodei leoni che dà accesso Il fondamento ne ed epoca, in cui è piaal tempio. Due leoni di dell’induismo è cevole perdersi. All’inpietra e la colonna su cui la credenza nel terno dei giardini dei sorge il garuda, l’uccel- brahman che è templi, lungo le piscine lo mitologico cavalcato eterno, infinito sacre per le abluzioni, da Vishnu, sembrano e increato. Le severi guardiani, atten- migliaia di divinità tra i blocchi di arenaria che sagomano figure ti a impedire l’accesso del pantheon ai non hindu. L’intero induista altro non bizzarre si incontrano i devoti intenti a prostrarcomplesso che costitui- sono che la sua si, a fare sacrifici di cibo sce il tempio fu costru- manifestazione rituale, accendere ceri e ito intorno al 1200 ed è incensi o semplicemente circondato da due cinte a pregare. murarie. La sua guglia (sikhara) svetta a 58 metri d’altezza, Anche camminando lungo il Bindu sormontata da bandiere gialle e rosse Sagar, un bacino noto anche come «cisterna delle gocce dell’oceano», e dalla ruota di Vishnu. è facile imbattersi in devoti che, facendo le abluzioni con l’acqua BRAHMAN, PRINCIPIO UNICO Il fondamento dell’induismo è la cre- sacra, mondano i propri peccati. denza nel brahman che è eterno, in- Durante il festival di Ashokastami, finito e increato. Tutto ciò che esiste che quest’anno si svolge l’11 aprile, emana dal brahman e farà, infine, perfino l’idolo di Lingaraj viene ritorno a lui. Le migliaia di divinità portato lungo le strade su un carro che popolano il pantheon induista fino a Bindu Sagar per il bagno altro non sono che la manifestazione rituale e poi condotto al tempio di di questo principio trascendente. Gli Rameswaram dove viene esposto hindu credono, come i buddhisti, che per alcuni giorni. Si può rimanere la vita terrena sia ciclica: si rinasce disorientati dall’incredibile numero continuamente (samsara) e la qualità di divinità e di manifestazioni deldi ogni rinascita dipende dal karma, le stesse - il solo Shiva può avere la condotta e le sue conseguenze. È 1.008 nomi - ma ovunque, in queper questo che la vita devota degli sta regione ancora poco conosciuta hindu si intreccia così profondamen- dell’India, la devozione è palpabile, te con il divino. Ciò appare ancora ben visibile e contagiosa.