Text Mining di letteratura bio-medica

Text Mining : aspetti applicativi in campo bio-medico
Introduzione
Nel seguito approfondiremo l’apporto che tecniche di text mining possono dare all’analisi della
letteratura biomedica.
Le osservazioni che seguono hanno portato alla costruzione di un prototipo per un sistema di text
mining on-line, MedMole, disponibile su http://medmole.cineca.it/.
Analisi della letteratura biomedica
Esistono principalmente due tipi di approccio all’analisi dei testi: l’information extraction, che ha
come obiettivo quello di produrre una rappresentazione strutturata dell’informazione testuale, e il
text mining, che ha come obiettivo l’individuazione automatica di pattern di parole che consentano
la creazione di gruppi tematici.
Il primo richiede che entità e relazioni da ricercare nei testi siano predefinite (ad esempio le entità
possono essere proteine e farmaci e le relazioni attivazione, inibizione, …), il secondo non richiede
alcuna definizione a priori e consente di individuare nuovi concetti e nuove relazioni.
Il primo comprende tecniche che utilizzano sia l’analisi sintattica che l’analisi semantica, il secondo
opera solamente a livello sintattico.
Questi due approcci non sono completamente separati: l’information extraction genera databases
che possono essere analizzati utilizzando le tecniche di data mining, mentre il text mining può trarre
vantaggio dalla presenza di informazione specifica di dominio estratta con tecniche di I.E., come di
seguito sarà mostrato.
L’esempio di applicazione di text mining che segue percorre le fasi classiche di un processo di
estrazione di conoscenza.
La fonte da cui sono stati estratti i documenti è
Pubmed e la selezione è stata effettuata in modo
1) Individuazione delle diverse parti di ciascun documento
da
ottenere
l’insieme
completo
delle
(tagging) ed assegnazione di un numero identificativo
pubblicazioni che trattano di ciclo cellulare (cell
cycle OR cell proliferation OR cell death OR
Affiliation (AD)
TITLE (TI)
Date (EDAT)
oncogenes OR tumor suppressor OR apoptosis
TEXT (AB)
Journal (TA)
OR PARP OR caspase OR CDK OR PCNA OR
Publ.Type (PT)
Country (CY)
Fas ligand OR cytochrome C), per un totale di
circa 400 mila testi.
parte testuale
metainformazione
La preparazione dei documenti è stata effettuata
attraverso tre fasi. Innanzitutto l’individuazione
2) Analisi grammaticale (e lemmatizzazione)
3) Information Extraction
delle diverse parti del documento ha consentito
di separare l’informazione testuale dalla metainformazione (organismo di appartenenza, data e rivista di pubblicazione, tipo di pubblicazione,
paese, ecc…). Sulla parte testuale è stata quindi effettuata un'analisi grammaticale e sono
successivamente state applicate tecniche di information extraction.
Il processo di analisi
L’analisi grammaticale consente di individuare
Fase 2: analisi
grammaticale
la funzione di ciascun termine e di ricondurlo
alla propria radice, o forma canonica, o lemma.
Poiché, all’interno di un discorso, i sostantivi
sono generalmente i termini con maggiore
contenuto semantico, dalla lista dei termini
lemmatizzati che si ottiene, per ogni documento,
come risultato di questa fase, si selezionano tutti
i sostantivi. Questi vengono a costituire l’insieme
di parole chiave che caratterizza e descrive
ciascun documento. È sulla base di queste parole
chiave che verrà giudicato il grado di
somiglianza tra i documenti.
Tutte le altre parti del discorso (aggettivi, verbi e nomi propri) vengono mantenute come
informazioni aggiuntive, così come la meta-informazione che era stata estratta durante la prima
fase, di tagging.
Identificazione automatica di:
SOSTANTIVI
AGGETTIVI
VERBI
NOMI PROPRI
Poiché nell’ambito della ricerca biologica è
molto importante poter identificare i nomi dei
geni, e poiché l’analisi grammaticale li classifica,
genericamente, come nomi propri, è necessaria
un’ulteriore fase di analisi del testo per estrarre
questo tipo d’informazione.
Questa fase, cosiddetta di information
extraction, in quanto l’obiettivo è l’estrazione di
termini specifici (e predefiniti) dal testo, è stata
effettuata utilizzando un dizionario contenente
nomi ufficiali di geni ed alias (vedremo
successivamente più in dettaglio come è stato
ottenuto questo dizionario). Occorre precisare
che non si tratta di I.E. vera e propria, in quanto, al momento, nessuna analisi semantica opera sul
testo, per l’estrazione dei termini.
Al termine di questa fase, per ogni documento si è ottenuta della meta-informazione aggiuntiva,
data dalla lista dei nomi di geni (solo nomi ufficiali) che erano presenti nel testo (o come tali, o
sotto forma di alias).
Fase 3: information
extraction
Gene “Dictionary”:
gene name alias
CDKN1B
IFI27
P27
P27KIP1
P27
P27
20000219 gene CDKN1B
20000219 gene IFI27
20000219 gene P27
Il documento finale, al termine della fase di
preparazione, è formato da un elenco composto
da tre elementi: l’identificativo del documento, il
nome della variabile (nell’esempio NN indica
sostantivo, cioè parola chiave, JJ aggettivo, VV
verbo, NPRO nome proprio, AD “affiliation”,
PD data di pubblicazione, … GENE nome di
gene) e il valore, o contenuto, della variabile,
anche detto attributo del documento.
Questo formato consente di rappresentare
l’informazione in una matrice binaria che
contiene, sulle righe, ciascun documento, sulle
colonne, ciascun sostantivo, e all’interno i valori
1 o 0 ad indicare la presenza di una determinata parola chiave in un determinato documento oppure
la sua assenza (la metainformazione è rappresentata in maniera analoga).
Documento finale
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
NN
20000219 gene CDKN1B
20000219 gene IFI27
20000219 gene P27
astrocyte
brain
case
cell
control
disease
distribution
expression
frequency
glioma
grade
index
lesion
pattern
process
proliferation
rat
specimen
staining
subset
tumor
20000219 A D
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
20000219
PD
E DA T
TA
PT
NP RO
NP RO
NP RO
NP RO
NP RO
NP RO
NP RO
NP RO
NP RO
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
JJ
Departm ent of
Neuros urgery ,
S higa Univers ity of
M edic al S c ienc e,
O hts u,Japan
1999
1999
B rain Tum or P athol
Journal A rtic le
as troc y tic
as troc y tom as
im m unohis toc hem ic a
M IB -1
nonneoplas tic
p27
p27K ip
p27k ip1
p27-pos itive
anom alous
heterogeneous
high-grade
hum an
low
m alignant
norm al
reac tive
rec iproc al
s urgic al
uniform
Text Mining – aspetti applicativi in campo bio-medico
2
Siamo così giunti alla fase di data mining vera e
clustering
propria che si concretizza nell’applicazione di un
N =Σ x x
algoritmo di clustering. Poiché l’informazione
Doc i
N = Σ x (1-x )
disponibile è tutta di tipo qualitativo, si è scelto
Doc j
un algoritmo partitivo basato sull’analisi
N = Σ (1-x ) x
relazionale. Questo metodo consente di
N = Σ (1-x ) (1-x )
ƒ Indice di Somiglianza
confrontare tutte le coppie di documenti e di
aN
ƒ Condorcet a=b=1 c=1/2
s(i,j) =
b N + c (N +N )
calcolare, per ogni coppia, un indice di
ƒ Dice
a=b=1 c=1/4
ƒ Soglia di Somiglianza
somiglianza basato sul numero di co-occorrenze
α in [0,1]
se s(i,j) > α
Doc e Doc sono simili
delle parole chiave.
ƒ default: α = 0.5
ƒ Sistema di ponderazione
I cluster vengono formati in modo da
ƒw =1/x
N = Σ x x w (N =.. N =...)
ƒ w = log( N / x )
massimizzare la somiglianza complessiva dei
documenti raggruppati e minimizzare la
somiglianza dei documenti che vengono separati. Su questo processo si può intervenire agendo
attraverso alcuni parametri (la soglia di somiglianza ed il sistema di ponderazione).
m
W1
W2
...
Wm
1
1
1
1
0
1
1
0
1
0
1
0
1
0
0
1
1
1
0
1
0
0
0
1
11
k=1
ik
jk
m
10
k=1
ik
jk
m
01
k=1
ik
jk
m
00
k=1
ik
ik
11
11
10
01
i
j
m
11
k=1
ik
jk
k
10
01
k
k
.k
.k
Per consentire al ricercatore di effettuare analisi su una selezione di documenti di interesse (anziché
su tutti i 400 mila disponibili) e di utilizzare i parametri più opportuni, questa fase di data mining è
stata messa on-line.
Esempio di risultati
Supponiamo di essere interessati alle eventuali interazioni tra due geni, RET e BRCA1, e
selezioniamo tutti i documenti che contengono almeno uno di questi geni. Con la query “RET
<OR> BRCA1” otteniamo 1981 documenti (naturalmente è possibile selezionare i documenti anche
in base alla patologia, utilizzando le opportune parole chiave, es: “breast cancer”, o con altri criteri).
Poiché questi documenti sono già stati preparati secondo il procedimento precedentemente
descritto, può essere lanciata un’analisi di data mining, che, in tempo reale, confronta le parole
chiave dei documenti selezionati (in quanto questi sono gli attributi descrittivi che abbiamo deciso
di usare per il clustering) e li raggruppa secondo i pattern individuati.
I gruppi ottenuti vengono presentati in ordine di
dimensione e sono descritti dalle parole chiave
che maggiormente li caratterizzano. Questa
descrizione
automatica
non
sempre
è
sufficientemente chiara per capire il contenuto
del cluster. Bisogna, in questo caso, entrare nel
cluster (cliccando il simbolo sotto “docs”) per
visualizzare l’elenco dei titoli (ed eventualmente
il testo completo) dei documenti che contiene.
La “cluster map” fornisce una visione d’insieme
dei clusters e dei loro legami (nella partizione
finale dei documenti possono rimanere dei
residui di somiglianza tra documenti che sono
stati assegnati a gruppi diversi: questi residui sono rappresentati da linee). Anche da questa mappa è
possibile entrare in ciascun gruppo, seguendo in questo caso un percorso che è suggerito dai legami,
piuttosto che dalla dimensione.
Esempio risultati:
RET <OR> BRCA1
Text Mining – aspetti applicativi in campo bio-medico
3
In questo esempio, la mappa mette in evidenza un gruppo di clusters (nell’immagine si trova in alto
a sinistra, cerchiato di rosso) che sono collegati tra di loro, ma separati da tutti gli altri clusters. Se
andiamo a vedere il loro contenuto, ci accorgiamo che tutti questi gruppi condividono alcune parole
chiave quali “woman”, “history”, “age”, “test”, “risk”, … pur trattando di argomenti separati.
Se andiamo a vedere la metainformazione
(ciccando
il
simbolo sotto “report”), e, in
particolare, i nomi di geni estratti
da questi documenti, vedremo
che RET non è mai presente. Un
modo ancora più rapido per
visualizzare
la
metainformazione
è
dato
da
“histogram”.
In
questa
immagine,
ogni
barra
rappresenta un cluster (tranne la
prima che indica la distribuzione
dei geni su tutti i documenti
selezionati) e l’estensione di ciascun colore indica la percentuale di documenti che, all’interno del
gruppo, contiene un particolare nome di gene (indicato dalla legenda). Ovviamente questa
rappresentazione grafica ha dei limiti, per esempio solo i geni più frequenti vengono visualizzati.
Per avere l’informazione completa occorre esaminare i report.
Dall’immagine è comunque evidente che i documenti selezionati tendono a trattare dei due geni
separatamente, come era prevedibile, dato che un gene è implicato nel tumore al polmone e l’altro
nel tumore al seno e che le interrelazioni dovrebbero essere minime. Viceversa si può notare che,
quando compare BRCA1 (colore rosso), spesso compare anche BRCA2 (colore giallo), quindi tra
questi due geni deve esserci una interrelazione.
Tornando al gruppo di clusters individuato sulla mappa, possiamo notare che si tratta proprio di
quei clusters che fanno riferimento solamente a BRCA1 (il colore verde, che rappresenta RET, non
compare nemmeno in piccola percentuale).
I gruppi di documenti che, al contrario, trattano unicamente del gene RET (barre dove il colore
rosso è assente) sono anch’essi evidenziabili sulla mappa come un insieme riconoscibile (nella
mappa è stato cerchiato di verde) anche se non totalmente separato dagli altri. In questo caso sono le
parole chiave “man”, “thyroid”, “thyrosine”, … a comparire più frequentemente.
Gli altri due gruppi di clusters (cerchiati con tratteggio giallo, nella mappa), trattano
prevalentemente di BRCA1, ma anche di RET. Le parole chiave sono infatti più generiche: in un
gruppo troviamo “domain”, “protein”, “function”, “transcription”, “amino”, “acid”, …, nell’altro
troviamo “chromosome”, “loss”, “marker”, …
Esempio risultati: RET <OR> BRCA1
Di questi due gruppi, il primo contiene
documenti di pubblicazione più recente, come si
può vedere dall’istogramma che rappresenta la
variabile anno di pubblicazione. I clusters 11, 18
e 24 sono infatti quelli nei quali l’area occupata
dai colori del 2000-2001 è più estesa e tutti e tre
appartengono al su menzionato primo gruppo.
Questa analisi ha quindi individuato delle
sequenze di parole chiave che sono condivise da
più documenti e li ha raggruppati. Ogni cluster
Text Mining – aspetti applicativi in campo bio-medico
4
rappresenta un diverso argomento. I macro argomenti sono comunque stati individuati attraverso i
legami tra clusters. Così gli abstract che trattano del gene BRCA1, seppur da punti di vista diversi,
sono (quasi tutti) collegati tra loro.
Tutto ciò è stato ottenuto automaticamente. L’utente può però intervenire sul processo di clustering,
selezionando le “advanced options” che sono disponibili, assieme al tasto “cluster”, dopo la
selezione dei documenti.
Esempio risultati: RET <OR> BRCA1
Se, nell’esempio precedente, modifichiamo il
con “Nb cluster max” = 10
parametro # massimo di clusters portandolo a 10,
avremo una rappresentazione ancora più sintetica
dei nostri 1981 documenti. In questo caso tutti i
documenti che trattano solo di RET sono
raggruppati in un unico cluster separato da tutti
gli altri, mentre quelli che trattano
esclusivamente di BRCA1 sono raggruppati in
due clusters collegati tra loro.
Anche la modifica manuale dei pesi è spesso
utile: quando, per esempio, da una prima
elaborazione si evidenziano parole chiave di
scarso significato (come “cell”). Attribuire peso zero a queste parole chiave consente di avere
clusters più significativi. L’insieme delle parole con peso zero è anche detta lista di stop words.
Attualmente non è possibile selezionare gli attributi che devono avere ruolo attivo nella formazione
dei clusters e i patterns sono ricercati solo all’interno delle parole chiave, costituite, come si è visto
dall’insieme dei sostantivi presenti nel testo. Teoricamente è possibile utilizzare per il clustering
anche altre parti del discorso e/o la meta-informazione. Risultati interessanti si potrebbero infatti
ottenere raggruppando i documenti in base ai nomi di geni che contengono, oppure in base a
sostantivi e a nomi di geni, …
Il processo di riconoscimento dei nomi di geni
Il riconoscimento dei nomi di geni presenti all’interno degli abstract di Medline (terza ed ultima
fase di preparazione dei documenti) è stato fatto sulla base di un “dizionario”.
Questo processo è stato chiamato di information extraction in quanto con le tecniche di I.E.
condivide almeno l’obiettivo finale ed inoltre si prevede di integrare questa fase con l’esecuzione di
regole che attengono all’analisi semantica.
Il “dizionario” è stato derivato dalla banca dati Locus Link, in quanto risulta essere la fonte più
stabile e completa di informazioni sui geni finora individuati (le cui sequenze sono memorizzate
nella banca dati collegata RefSeq). Locus Link deriva da UniGene ed associa a ciascun gene un
numero identificativo univoco.
Attualmente il processo si compone di tre parti:
filtro, indicizzazione e generazione della metainformazione.
Il filtro consente di estrarre dai record di Locus
Link solo le informazioni di interesse e cioè
OFFICIAL_SYMBOL ed ALIAS_SYMBOL,
selezionare i termini di almeno tre caratteri e
Filtro
gene
alias
A1BG
A2M
A2MP
NAT1
NAT1
NAT2
NAT2
AACP
AACP
SERPINA3
SERPINA3
SERPINA3
AADAC
AADAC
AAMP
AANAT
AANAT
AANAT
AARS
AAVS1
AAVS1
ABAT
ABAT
A1BG
A2M
A2MP
NAT1
AAC1
NAT2
AAC2
AACP
NATP
SERPINA3
ACT
AACT
AADAC
DAC
AAMP
AANAT
SNAT
AA-NAT
AARS
AAVS1
AAV
ABAT
GABAT
Indice
A1BG 18650110 45822308 69800214
A2M 78121104 74300722 51024679
A2MP …
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Metainformazione
20000219 gene CDKN1B
20000219 gene IFI27
20000219 gene P27
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creare le coppie GENE/ALIAS per la successiva indicizzazione dei documenti.
L’indicizzazione viene fatta ricercando ciascun termine che compare nella colonna “alias” nel testo
dei documenti e registrando il termine ufficiale corrispondente (che compare nella colonna “gene”),
insieme al numero identificativo del documento che contiene l’alias.
Questo elenco viene successivamente pulito dalle ridondanze e viene ordinato per identificativo del
documento. Per ogni documento si ottiene così l’elenco dei nomi ufficiali di geni che vi compaiono,
sia come tali, sia come alias. Questo consente di generare la meta-informazione nel formato
precedentemente visto e di integrarla con le altre informazioni estratte dal documento originale.
Occorre notare che questo uso degli alias non sempre porta ad una sintesi nei nomi di geni, vi sono
infatti termini che risultano alias di più nomi ufficiali. È il caso del documento di esempio
precedentemente visto in cui i nomi di alias individuati nel testo erano due (P27 e P27KIP1) mentre
i nomi ufficiali assegnati al documento sono tre in quanto P27 è sia nome ufficiale, sia alias di
IFI27.
La ricerca all’interno dei testi è stata fatta cercando un match esatto con il termine della colonna
“alias”. Nei casi in cui questo termine ha anche un significato compiuto nella lingua inglese (es:
FAR, GAS, RED, …), per evitare di riconoscere come nomi di geni termini di tutt’altro significato,
si è inibita la ricerca oppure la si è vincolata alla presenza dei termini “gene” oppure “protein”
oppure “product” in un intorno di sei parole.
Approcci alternativi di information extraction e di
clustering
Per quanto riguarda il riconoscimento di nomi di geni negli abstract, il semplice uso di dizionari
può creare problemi dovuti sia alla presenza di termini di significato compiuto nella lingua inglese
(ambiguità), sia dovuti al grado di aggiornamento e di completezza del dizionario (che è comunque
un dizionario aperto, in continua espansione).
Gli approcci alternativi al problema sono
principalmente di due tipi: uno basato su regole
Test
Testinincampo
campobiologico
biologico
geni(DNA)
proteine
proteine
semantiche, sintattiche e morfologiche scritte ad
Codifica manuale della conoscenza* geni(DNA)
96,7
96,7
hoc per l’applicazione specifica e l’altro basato
Metodi di apprendimento
su metodi di apprendimento.
Maximum entropy * *
----------------Il primo richiede un grande sforzo in termini di
Hidden Markov models *
47,2
75,9
47,2
75,9
risorse umane per codificare la conoscenza in un
Decision trees * *
17,8
83,417,8--44,6
44,6
83,4-87,5
87,5
84,4
84,5
Naive Bayes *
determinato dominio ed ha lo svantaggio che il
84,4
84,5
Metodi “statistici”
risultato di questa attività è difficilmente
83,8
70,3
83,8
70,3
naive Bayes + “word lists”*
riutilizzabile in contesti diversi. Nel caso dei
Metodi ibridi * * *
nomi di geni, inoltre, è particolarmente arduo
----------------LTG (Language Technology Group)
individuare delle regole.
F-score
F-score==2*P*R/(P+R)
2*P*R/(P+R)
* training * uso dizionari * regole hand coded
Il secondo richiede di avere a disposizione un
certo numero di documenti (da studi precedenti si può affermare che 100 abstract non sono
sufficienti) già annotati, nei quali cioè i nomi di geni sono stati già individuati. Questo costituisce il
corpus di addestramento che consente l’apprendimento automatico di regole.
Lo schema riporta alcuni di questi metodi con a fianco, ove disponibile, un indicatore di successo
nel riconoscimento di termini biologici (proteine o geni). Tale indicatore, l’F-score, è calcolato
come sintesi di due ben noti indicatori nell’ambito dell’information retrieval: il grado di precision
(quanti tra i termini individuati sono effettivamente nomi di geni) e il grado di recall (quanti, tra i
nomi di geni presenti negli abstract, sono stati effettivamente individuati).
riconoscimento termini - approcci
Text Mining – aspetti applicativi in campo bio-medico
6
Queste informazioni sono state tratte da alcuni articoli scientifici (si veda, a questo proposito, la
bibliografia allegata).
Per quanto riguarda il clustering, alternative al metodo presentato si possono cercare nell’ambito
della rappresentazione vettoriale che del documento viene fatta, nell’ambito della metrica scelta per
misurare il grado di “prossimità” dei documenti, ed infine, nell’ambito dell’algoritmo.
La rappresentazione del documento riguarda sia la scelta degli elementi descrittivi (nel nostro caso
sostantivi, ma come abbiamo visto, anche altre scelte sono possibili) sia la modalità di
rappresentazione vera e propria. Questa può essere binaria (come nel metodo che è stato presentato,
dove l’attributo è presente oppure assente) ma può anche essere quantitativa (per esempio la
frequenza con cui ogni sostantivo appare nel testo).
La metrica dipende in parte dalla rappresentazione. Oltre all’indice di somiglianza, altre metriche
molto utilizzate nell’analisi testuale sono la distanza Euclidea e il coseno dell’angolo compreso tra i
vettori (entrambe utilizzabili solo nel caso di informazioni quantitative).
L’algoritmo può essere principalmente di due tipi: gerarchico o partitivo. Di quest’ultimo tipo,
oltre a quello visto, esistono anche le K-medie, le Self Organizing Maps, Autoclass, …
Il metodo utilizzato costituisce, a nostro avviso un buon punto di partenza per la sperimentazione
delle tecniche di text mining in ambito biologico. L’obiettivo è quello di creare uno strumento di
effettiva utilità per il ricercatore, in questo senso l’unico indicatore di successo può essere quanto
tempo fa risparmiare e/o quante nuove “scoperte” consente di fare.
Bibliografia
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8