Il piede osteopatico Dott. Paolo Bruniera Fisioterapista, Osteopata D.O. Denominazione della disfunzione osteopatica • La disfunzione viene definita nel senso della facilitazione del movimento ossia nel senso della maggior mobilità • La disfunzione viene definita dalla posizione di un segmento in riferimento ad un altro. Tecnica di esagerazione funzionale: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Portare il segmento in lesione nel verso della lesione stessa accumulando la tensione dei tessuti molli periarticolari Esagerare ulteriormente la lesione chiedendo al paziente una respirazione lenta e profonda fino al nuovo punto di accumulo delle tensioni Richiedere al paziente una apnea inspiratoria o espiratoria a seconda del parametro favorente la lesione Attendere il rilassamento delle tensioni Portare il segmento nel verso della correzione richiedendo una respirazione lenta e profonda fino all’accumulo delle tensioni dei tessuti molli periarticolari Richiedere al paziente di mantenere l’apnea contraria alla precedente mantenendo la posizione acquisita. Attendere il rilassamento delle tensioni riposizionando il segmento in posizione neutra Tecniche dirette: • Trust: tecnica eseguita nel verso della correzione con alta velocità e ridotta ampiezza di movimento. L’operatore fissa uno dei due segmenti in lesione e mobilizza l’altro portandolo verso la correzzione, dopo aver impilato al accumulato al massimo le tensioni dei tessuti molli periarticolari, in una fase di espirazione aggiunge una forza ulteriore provocando il trust. • Tecniche ad energie muscolare: L’operatore fissa uno dei due segmenti in lesione e mobilizza l’altro portandolo verso la correzione, raggiunta la barriera motrice si chiede una inspirazione forzata seguita da apnea inspiratoria durante la quale si chiede una contrazione contro resistenza dei muscoli che riportano il segmento verso la lesione. Senza perdere la posizione si chiede il rilassamento e l’espirazione, alla fine dell’espirazione si guadagna mobilità portando il segmento in correzione. Ogni tempo di questa sequenza durerà circa quattro secondi. Il piede: Il piede è un “sistema” dotato allo stesso tempo di resistenza e leggerezza, costituito da: • 26 ossa di dimensioni e strutture differenti • 31 articolazioni • 20 muscoli In oltre non si può non prendere in considerazione la caviglia perché i muscoli che la mettono in movimento hanno tutti un’azione a distanza sul piede. Morfologia della caviglia e del piede M.I. Caviglia M.E. T. A. M.E. M.I. Dorsale Margine E. M.I. Margine I. Tarso A. Meta. Frontale Tarso P. Laterale interno Morfologia della caviglia e del piede M.E. Muscoli pedidi Laterale esterno istmo Dispositivo osseo del piede TARSO ANT. TARSO POST. Cuboide Falangi Calcagno Astragalo Scafoide I – II – III Cuneiforme I – V Metatarso Dispositivo osseo del piede Sostegno Linea del calcagno Linea dell’ astragalo Propulsione I movimenti del piede sul piano sagittale F.D. 20° F.P. 40° I movimenti del piede sul piano frontale ASSE SAGITTALE ART. INTERESSATA: CHOPART SUPINAZ. ROT. INT. 50° 25° - 30° ROT. EST. PRONAZIONE I movimenti del piede inferiormente sul piano orizzontale in un soggetto in piedi ASSE VERTICALE CRURALE 5° - 10° ABD. 5° - 10° ADD. ART. INTERESSATA : SOTTO ASTRAG. PIANO ORIZZONTALE = PERPENDICOLARE ASSE TIBIALE I movimenti del piede inferiormente sul piano orizzontale in un soggetto in piedi ASSOCIAZIONE DEI 3 MOV. = MOVIMENTO COMBINATO ADD INVERS. SUP FLEX P. { ABD EVERSIONE PRON FLEX DORS. { La ripartizione del peso corporeo: Il peso corporeo, trasmesso alla cupola stragalica tramite la gamba viene ripartito a livello del piede nel seguente modo: - 3/6 a livello della tuberosità posteriore del calcagno - 2/6 a livello del primo metatarso seguendo l’arco longitudinale interno - 1/6 a livello del quinto metatarso seguendo l’arco esterno Le disfunzioni osteopatiche del piede: • Prenderemo in considerazione le singole articolazioni da quelle più distali a quelle più prossimali e ne definiremo la disfunzione e la tecnica di “normalizzazione” Disfunzione dei metatarsi: Si effettua un test di mobilià comparativo con il controlaterale fissando il segmento prossimale e mobilizzando quello distale testandone la capacità di scivolamento verso l’alto e verso il basso. Se la base del metatarso sale facilmente èd è limitata e rigida nella discesa si troverà in lesione di superiorità, se la base del metatarso scende facilmente èd è limitata e rigida nella risalita si troverà in lesione di inferiorità. Tecniche di correzione per metatarsi a base superiore: • Per i primi tre metatarsi il paziente (PZ) è supino e l’osteopata (O) si trova ai piedi del PZ. L’O intreccia le dita delle due mani sul dorso del piede del PZ sopra le basi dei metatarsi da trattare spingendole in correzione e da il contrappoggio con i pollici sulla pianta del piede a livello delle teste metatarsali corrispondenti (presa a braccialetto). Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il trust in un tempo di espirazione. Tecniche di correzione per metatarsi a base superiore: • Per gli ultimi due metatarsi il paziente (PZ) è supino e l’osteopata (O) si trova dal lato da trattare del PZ seduto, con il tricipite del PZ che appoggia sulla propria coscia. L’O con la mano craniale fissa il cuboide e con la mano caudale fissa la base dei due metatarsi spingendoli verso la correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il trust in un tempo di espirazione imprimendo una coppia di forze contrarie con entrambe le mani. Tecniche di correzione per metatarsi a base inferiore: Per i primi tre metatarsi il paziente (PZ) è prono e l’osteopata (O) si trova ai piedi del PZ. L’O solleva il piede del PZ dal lettino e intreccia le dita delle due mani sul dorso del piede del PZ sopra le basi dei metatarsi da trattare spingendole in correzione con il contrappoggio con i pollici sulla pianta del piede a livello delle teste metatarsali corrispondenti. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Tecniche di correzione per metatarsi a base inferiore: • Per gli ultimi due metatarsi il paziente (PZ) è supino e l’osteopata (O) si trova dal lato da trattare del PZ che flette il ginocchio e poggia il piede sul lettino. L’O posiziona il pisiforme della mano craniale sul dorso del piede del PZ sopra il cuboide e con la mano caudale fissa la base dei primi due metatarsi spingendoli verso la correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il trust in un tempo di espirazione imprimendo una coppia di forze contrarie con entrambe le mani. Lesioni delle falangi: • Le articolazioni metatarsofalangee possono andare incontro a disfunzioni in superiorità o inferiorità, in rotazione interna o rotazione esterna, in adduzione o in abduzione. Il paziente (PZ) è supino e l’osteopata (O) si trova dal lato da trattare del PZ seduto con il tricipite del PZ che appoggia sulla propria coscia. L’O fissa con la mano craniale il metatarso e con la mano caudale testa la mobilità della falange sui vari piani possibili di lesione. Per la valutazione delle interfalangee dalla medesima posizione l’O fissa con la mano craniale la falange prossimale e con la mano caudale testa la falange distale. Tecniche di correzione per le articolazioni metatarso-falangee: • Il paziente (PZ) è supino e l’osteopata (O) si trova dal lato da trattare del PZ seduto con il tricipite del PZ che appoggia sulla propria coscia. L’O fissa con la mano craniale il metatarso e con la mano caudale, dopo una leggera decoattazione, mobilizza la falange verso la correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Tecniche di correzione per le articolazioni interfalangee: • Il paziente (PZ) è supino e l’osteopata (O) si trova dal lato da trattare del PZ seduto con il tricipite del PZ che appoggia sulla propria coscia. L’O fissa con la mano craniale la falange prossimale e con la mano caudale, dopo una leggera decoattazione, mobilizza la falange distale verso la correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. IL PIEDE - TARSO ANTERIORE I CUNEIFORMI CARATTERISTICHE DIPENDENZA SCAFOIDEA (influenzano l’arco int. del piede) 3° CUNEIFORME (chiave di volta) INFLUENZA SUI META (ripartizione degli effetti dinamici) IL PIEDE - TARSO ANTERIORE I CUNEIFORMI – CONNESSIONI LEGAMENTOSE LATO DORSALE •CUNEO-META •CUNEO-CUNEIF. •CUNEO-CUBOIDEI IL PIEDE - TARSO ANTERIORE I CUNEIFORMI – CONNESSIONI LEGAMENTOSE LATO PLANTARE •CUNEO-METAT. •INTEROSSEI •CUNEO-SCAFO •INTERCUNEALI in particolare a)LEG. GLENOIDEO b)LEG. CALCA/CUB. -sup. B -prof. C IL PIEDE - TARSO ANTERIORE I CUNEIFORMI – CONNESSIONI MUSCOLARI 1° CUNEIFORME Inserzione del TIBIALE ANT. Espansione del TIB. POST. 2° CUNEIFORME Espansione del TIB. POST. Flessore BREVE ALLUCE 3° CUNEIFORME Espansione del TIB. POST. Flessore BREVE ALLUCE ½ ADD obl. del I dito IL PIEDE - TARSO ANTERIORE I CUNEIFORMI DISFUNZIONI INFOSSAMENTO INNALZAMENTO (leggeri movimenti dall’alto in basso e dal basso in alto, rispetto allo SCAFOIDE) IL PIEDE - TARSO ANTERIORE I CUNEIFORMI – LESIONI OSTEOPATICHE PALPAZIONE In rapporto allo SCAFOIDE LESIONE Abbassamento dei CUNEIFORMI + + + + (sensazione di gradino) -NO TRAUMATICO SPESSO ADATTATIVO (raro) (Rot. int. SCAF. - P.Piatto) CUNEIFORMI SUPERIORI + + -SPESSO TRAUMATICO RARO ADATTATIVO (urto diretto) (P. cavo) Lesione dei cuneiformi: • I cuneiformi sono direttamente influenzati dallo scafoide e rispetto ad esso possono trovarsi in lesione di superiorità o inferiorità (solitamente la lesione dei cuneiformi li coinvolge tutti). Per valutarli il PZ è supino e l’O è in piedi dal lato da testare, fissa con la mano craniale la coppia cuboide/scafoide e con la mano caudale prende contatto tra indice e pollice (presa a pinza) con i cuneiformi e ne testa la mobilità in superiorità ed in inferiorità. Tecnica di correzione per cuneiformi alti: • Essendo il terzo cuneiforme la chiave di volta dell’arco plantare si inizierà da esso con la normalizzazione per poi proseguire con il secondo ed il primo. Il PZ è supino e l’O è ai piedi del PZ, afferra con una presa a braccialetto il piede poggiando gli indici e i medi sovrapposti sulla faccia dorsale del piede in corrispondenza del terzo cuneiforme mentre i pollici danno la controspinta sulla pianta del piede a livello della base del metatarso corrispondente. Con questa presa spinge il cuneiforme verso il basso in correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Tecnica di correzione per cuneiformi bassi (1): • PZ è prono e l’O è ai piedi del PZ, afferra con una presa a braccialetto il piede poggiando gli indici e i medi sovrapposti sulla faccia dorsale del piede in corrispondenza dei relativi metatarsi mentre i pollici danno la controspinta sulla pianta del piede a livello dei cuneiformi corrispondenti. Con questa presa spinge il cuneiforme verso l’alto in correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione dando un “colpo di frusta”. Tecnica di correzione per cuneiformi bassi (2): • PZ è prono e l’O è al lato del PZ dalla parte della lesione, il ginocchio del PZ è flesso a 90° e l’O afferra il piede posizionando la mano craniale che impugna il tallone ed i pollice che spinge sulla pianta del piede in corrispondenza del cuneiforme, mentre la mano caudale afferra l’avampiede e lo porta in flessione. Con questa presa spinge il cuneiforme verso l’alto in correzione grazie alla spinta del pollice. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. IL PIEDE - TARSO ANTERIORE IL PIEDE - SCAFOIDE FACCIA POSTERIORE Con astr. LEG. SCAFO / CUB. DORS. LEG. SCAFO / CUB. PLANT. IL PIEDE - SCAFOIDE FACCIA ANTERIORE LEG. DORSALI e PLANTARI CON CUNEIF. LEG. ASTR. SCAFOIDEO DORSALE IL PIEDE - SCAFOIDE ESTREMITÀ ESTERNA IN RAPP. ALL’ASTR. = ROTAZ. INT. IN RAPP. AL CALCA = INVERS. LEG. Y (asse di mov. dell’ A.V.P.) IL PIEDE - TARSO ANTERIORE FACCIA DORSALE IL PIEDE - TARSO ANTERIORE FACCIA PLANTARE – INSERZIONI LEGAMENTOSE IL PIEDE - TARSO ANTERIORE FACCIA PLANTARE – INSERZIONI MUSCOLARI IL PIEDE - CUBOIDE CHIAVE DI VOLTA DELL’ARCO EXT. 5 FACCE - 1 BORDO CON CALCA LEG. CALCA/CUB LEG. CUB/META FACCIA DORSALE LPL doccia FACCIA PLANTARE IL PIEDE - CUBOIDE FACCIA ANTERIORE IN RAPPORTO ALLO SCAFOIDE: SOLO MOV. DI ROTAZ. ESTERNA ORIGINI MUSCOLARI FLESSORE BREVE ALLUCE ADD. ALLUCE (capo obl.) e ABD FLESSORE BREVE V OPPONENTE DEL V FACCIA INTERNA IL PIEDE - CUBOIDE MUSCOLI INTRINSECI MEZZI DI UNIONE ATTIVI Flessore breve V dito Flessore breve alluce O = CUB INS. = 1a FALA. O = CUB + 2°/3° CUNE INS. = 1a FALA. / Lato INT+EST IL PIEDE - CUBOIDE MUSCOLI INTRINSECI MEZZI DI UNIONE ATTIVI Opponente V dito O = CUB INS. = V META. FACCIA INT. IL PIEDE - CUBOIDE MUSCOLI INTRINSECI MEZZI DI UNIONE ATTIVI ADD Alluce / o ABD O = CUB (capo obl.) V-IV-III META FALA (capo trasv.) INS. = TENDINE COMUNE 1a FALA INTERNA AZIONE ADD = FALA SU META ABD = FALA SU ASSE “ALLUCE VALGO” IL PIEDE - CUBOIDE / SCAFOIDE MEZZI DI UNIONE PASSIVI (più importanti) SUPERIORMENTE MEDIALMENTE LEG. a Y di CHOPART. verticalmente su SCAF. orizzontalmente su CUB. -LEG. ASTR./SCAF. DORSALE -LEG. CALCA/CUB. DORSALE IL PIEDE - CUBOIDE / SCAFOIDE MEZZI DI UNIONE PASSIVI (più importanti) INFERIORMENTE INTERNAMENTE LEG. CALCA/CUB. INFERIORE 1° PIANO dal CALCA al CUB 2° PIANO FINO AI META. LEG. GLENOIDEO dal SUST. a SCAF. (amaca ASTRAG.) Lesioni dello scafoide o navicolare: • Lo scafoide si può trovare in rotazione interna (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito scafoide alto o scafoide con tubercolo basso, oppure si può trovare in rotazione esterna (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito scafoide basso o scafoide con tubercolo alto. Per testare lo scafoide PZ è prono e l’O è al lato del PZ dalla parte della lesione, il ginocchio del PZ è flesso a 90° e l’O afferra il piede posizionando la mano craniale che impugna e fissa la coppia calcagno/astragalo mentre la mano caudale afferra con una presa a pinza lo scafoide testandolo in rotazione. Tecnica di correzione per scafoide con tubercolo basso: • Manovra simile alla correzione dei cuneiformi alti con presa a braccialetto solo che l’appoggio delle dita sul dorso del piede avviene a livello della rima articolare tra cuboide e scafoide e i pollici danno la controspinta a livello dei cuneiformi. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Tecnica di correzione per scafoide con tubercolo alto: • Il PZ è supino e l’O è ai piedi del lettino e afferra il piede da trattare con la mano interna che fissa la coppia astragalo/calcagno e la mano esterna che fissa scafoide e primo metatarso appoggiandosi con l’eminenza ipotenar sul tubercolo dello scafoide portandolo in correzione. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione applicando una coppia di forze con entrambe le mani. Tecnica di correzione per scafoide con tubercolo alto (2): • PZ è prono e l’O è al lato del PZ dalla parte della lesione, il ginocchio del PZ è flesso a 90° e l’O afferra il piede posizionando la mano craniale che impugna il tallone ed i pollice che spinge sulla pianta del piede in corrispondenza del margine dello scafoide che si articola con il cuboide, mentre la mano caudale afferra l’avampiede (fino ai cuneiformi) e lo porta flessione plantare. Con questa presa spinge il margine mediale dello scafoide verso l’alto ed il tubercolo verso il basso in correzione grazie alla spinta del pollice. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Lesioni del cuboide: • Il cuboide, come lo scafoide, si può trovare in rotazione interna (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito cuboide alto, oppure si può trovare in rotazione esterna (rispetto all’asse mediale del corpo) e verrà definito cuboide basso. Per testare il cuboide il PZ è prono e l’O è al lato del PZ dalla parte della lesione, il ginocchio del PZ è flesso a 90° e l’O afferra il piede posizionando la mano craniale che impugna e fissa la coppia calcagno/astragalo mentre la mano caudale afferra con una presa a pinza il cuboide testandolo in rotazione. Tecnica di correzione per cuboide in rotazione interna: • PZ è prono e l’O è al lato del PZ dalla parte della lesione, il ginocchio del PZ è flesso a 90° e l’O afferra il piede posizionando la mano craniale che impugna il tallone ed i pollice che spinge sulla pianta del piede in corrispondenza del margine del cuboide che si articola con lo scafoide, mentre la mano caudale afferra l’avampiede (fino ai metatarsi) e lo porta in flessione plantare. Con questa presa spinge il margine mediale del cuboide verso l’alto in correzione grazie alla spinta del pollice. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Tecnica di correzione per cuboide in rotazione esterna: • Manovra simile alla correzione dei cuneiformi alti con presa a braccialetto solo che l’appoggio delle dita sul dorso del piede avviene a livello della rima articolare tra cuboide e scafoide e i pollici danno la controspinta a livello delle basi del quarto e quinto metatarso. Dopo aver raggiunto la barriera motrice compie il thrust in un tempo di espirazione. Piede / Art. tibio tarsica MODELLO MECCANICO B – Cilindro cavo (T / P inferiore) A – Cilindro pieno (puleggia astr.) X / Xı – Asse trasv. Piede / Art. tibio tarsica PULEGGIA ASTRAG. FACCIA SUPERIORE 1 Gola 2 Versante int. 3 Versante ext. FACCIA INT. a) Piana e Sagittale b) Contatto con Malleolo Tibiale FACCIA EST. a) Inclinata obliq. Avanti / Fuori b) Contatto con Malleolo Peroneale GOLA ASTRAGALICA = AVANTI / FUORI Z COLLO ASTRAGALICO = AVANTI / DENTRO T TROCLEA ASTRAGALICA + LARGA AV. - LARGA D.D. VOLUMINOSO MALLEOLO EST. + BASSO POSTERIORE PERONEO TIBIALE SUPERIORE B A C PERONEO TIBIALE INFERIORE LEG. INTEROSSEO LEG. ANT. LEG. POST. E D F INTERPOSIZIONE di TESSUTO ADIPOSO Piede / Leg. tibio tarsici L. L. E. FASCIO A. FASCIO M. FASCIO P. { PERONE ANT. basso-avanti ASTRAG. EST. { APICE MALLEOLO basso-dietro CALC. EST. { MALLEOLO POST. INT. orizz-dentro-dietro ASTRAG. POST. EST. Piede / Leg. tibio tarsici L. L. I. PIANO PROFONDO TIBIO-ASTR. ANT. Basso avanti su branca INT. TROCLEA 2 FASCI TIBIO-ASTR. POST. Basso dietro su fossetta INT. TROCLEA PIANO SUPERF. LEG. DELTOIDEO ORIGINE tibiale SCAF. / LEG.GLENOIDE o AP. CALCANEARE Piede / Leg. tibio tarsici L. POST. TIBIA - PERONE Tub. Post. Int. A. Piede / Leg. tibio tarsici L. ANT. TIBIA MARGINE ANT. Branca di biforcazione troclea LEG. ANULARE ANTERIORE del TARSO ESTENSORE COMUNE DELLE DITA TENDINE TIBIALE ANT. PERONIERO ANT. LEGAMENTO FRONDIFORME LAMINA SUPERIORE LAMINA INFERIORE ESTENSORE PROPRIO DELL’ALLUCE FACCIA PLANTARE del TARSO CALCAGNO TIBIALE POSTERIORE PERONIERO BREVE TUBERCOLO DELLO SCAFOIDE ESPANSIONI TERM. TENDINE TIB.POST. BASE I METATARSO TUBER. DEI PERONIERI PERONIERO LUNGO SESAMOIDE STILOIDE V METATARSO GUAINE TENDINEE COLLO DEL PIEDE DIETRO AL MALLEOLO ESTERNO PERONIERO LUNGO PERONIERO BREVE DOCCIA CUBOIDEA GUAINA OSTEOFIBROSA GUAINE OSTEOFIBROSE TUBERCOLO DEI PERONIERI BASE IV METATARSO STILOIDE V METATARSO GUAINE TENDINEE COLLO DEL PIEDE DIETRO AL MALLEOLO INTERNO FLEX. LUNGO DELL’ALLUCE TUBERCOLO DELLO SCAFOIDE TIBIALE POST. FLEX. COMUNE DELLE DITA TUBERCOLO POST. ASTRAG. BORDO INTERNO SUSTENTACULUM PORZIONE POST. PIEDE LATO DX DISPOSIZIONE DI TENDINI E GUAINEE + POSTERIORE (MALLEOLARE) + ANTERIORE (SUSTENTACULUM E TUB. PERONEI PIEDE : FLESSIONE DORSALE FISIOLOGIA DELLA FLESSIONE MALLEOLO EST. si allontana MALLEOLO EST. si alza MALLEOLO ruota internamente FRANGIA SINOVIALE RISALE PIEDE : FLESSIONE DORSALE DISTANZA BIMALLEOLARE = MASSIMA LEG. PER. TIB. ANT. = CERNIERA LEG. PER. TIB. POST. = SI TENDE PIEDE : FLESSIONE PLANTARE FISIOLOGIA DELLA FLESSIONE PLANTARE MALLEOLO EST. si avvicina MALLEOLO EST. si abbassa MALLEOLO EST. rot. est. FRANGIA SINOVIALE SCENDE PIEDE : FLESSIONE PLANTARE MOVIMENTO ATTIVO = CONTRAZIONE TIBIALE POSTERIORE Piede / Limitazione della FLESSO-EXT AMPIEZZA DEI MOVIMENTI FLESSIONE PLANTARE FLESSIONE DORSALE Piede / Limitazione della FLESSO-EXT FLESSIONE PLANTARE FATTORI OSSEI = Tub. Post. Astr. Superf. tib. post. FATTORI CAPSULO/LEG. = Parte A. capsula + fasci ant. tib. tar. FATTORI MUSCOLARI = Muscoli flessori Piede / Limitazione della FLESSO-EXT FLESSIONE DORSALE FATTORI OSSEI = collo astr. sup.tib.ant. FATTORI CAPSULO/LEG. = Fasci post. Leg. Tibio T. + parte p. capsula FATTORI MUSCOLARI = Tricipite BILANCIO DELLE AZIONI MUSCOLARI SULLA CAVIGLIA MUSCOLI ESTRINSICI DEL PIEDE ESTENSORE LUNGO DELLE DITA ESTENSORE PROPRIO DELL’ALLUCE PERONEO ANTERIORE TIBIALE ANTERIORE BILANCIO DELLE AZIONI MUSCOLARI SULLA CAVIGLIA MUSCOLI ESTRINSICI DEL PIEDE FLESSORE LUNGO DELL’ALLUCE TIBIALE POSTERIORE FLESSORE LUNGO DELLE DITA TRICIPITE SURALE PERONEO LUNGO PERONEO BREVE BILANCIO DELLE AZIONI MUSCOLARI SULLA CAVIGLIA MUSCOLI ESTRINSICI DEL PIEDE TIBIALE POSTERIORE FLESSORE LUNGO DELL’ALLUCE TIBIALE ANTERIORE ESTENSORE LUNGO DELL’ALLUCE FLESSORE LUNGO DELLE DITA BILANCIO DELLE AZIONI MUSCOLARI SULLA CAVIGLIA MUSCOLI ESTRINSICI DEL PIEDE PERONEO LUNGO E BREVE PERONEO ANTERIORE ESTENSORE LUNGO DELLE DITA (FASCI ESTERNI) Est. Lungo alluce Tibiale anteriore B Est. Comune dita F.D Peroneo anteriore A ADD ABD PRON SUP C Tibiale posteriore F.P Flex. lungo dita D Breve peroneo lat. Flex. prop. alluce Tricipite surale Lungo peroneo lat. TARSO POSTERIORE : L’ASTRAGALO DISPOSITIVO OSSEO MEZZI DI UNIONE ANATOMIA PALPATORIA LESIONI OSTEOPATICHE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO ROTULA MECCANICA : RIPARTISCE IL PESO DEL CORPO SULLA VOLTA PLANTARE 1/6 SU V META. 2/6 SU I META. 3/6 SU CALCANEO 6 FACCE 5 ARTICOLARI 1 NON ART. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO DIVISIONE IN TRE PARTI CORPO COLLO 110o TESTA IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASSE DELL’ASTRAGALO CON ANGOLO DI INCLINAZIONE 150o IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASSE DEL CALCAGNO CALCAGNO ASTRAGALO CUBOIDE SCAFOIDE CUNEIFORMI IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : FACCIA SUPERIORE GOLA GUANCIA ESTERNA CAPSULA T/T CAPSULA AS / SC. GUANCIA INT. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : FACCIA INFERIORE SUPERFICIE POSTERO/EST. ASSE MAGGIORE QUASI TRASV. LEGAMENTI INTEROSS. SUPERFICIE ANTERO/INT. ASSE MAGG. OBLIQUO AV/FUORI SENO DEL TARSO IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : FACCIA ESTERNA FOSSETTA LEGAMENTO PERONEO ASTR. POST. APOFISI ESTERNA SENO DEL TARSO LEGAMENTO PERONEO ASTR. ANTER. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : FACCIA INTERNA A VIRGOLA, ALTA DALL’EXT. – SI ARTICOLA CON IL MALLEOLO TIBIALE LEGAM. TIBIO ASTR. ANT. LEGAM. TIBIO ASTR. POST. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : FACCIA ANTERIORE TUTTA CONVESSA – SI ARTICOLA CON SCAFOIDE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : FACCIA POSTERIORE UNICA NON ARTICOLARE DIVISA IN 2 TUBEROSITÀ PER INSERZIONE DEI LEG. LEGAM. TIBIO ASTR. POST. OSSO TRIGONE LEGAM. PERON. ASTR. POST. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : MEZZI D’UNIONE PASSIVI CON IL PERONE F. ANT. F. POST. LEG. PERONEO-ASTR.POST. LEGAM. BESSEL HOGEN CON LO SCAF. ASTR. SCAF. S. ASTR. SCAF. I. LEG. PERONEO-ASTR.ANT. +++ DISTORS. LEG. P.-CALCAN. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE ASTRAGALO : MEZZI D’UNIONE PASSIVI LEG. TIBIO-ASTR. ANT. LEG. DELTOIDE (sezione) CON LA TIBIA F. ANT. F. POST. CON IL CALCAGNO LEG. INTEROSSEI LEG. TIBIO-ASTR. POSTERIORE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE FLEX. DORSALE (da 20° a 30°) LIMITAZIONE OSSEI Collo Astr. Pilone Tib. LEGAM. Capsula post. F. post. Leg. T / P MUSCOLARI Tendine d’Achille IL PIEDE - TARSO POSTERIORE FLEX. PLANTARE (da 30° a 50°) LIMITAZIONE OSSEI Trigone Tibia LEGAM. Capsula ant. F. ant. Leg. T / P MUSCOLARI Tib. Ant. Est. Pr. e Com. Per. Ant. ALTRI MOVIMENTI ABD 5° ADD IL PIEDE - ANATOMIA PALPATORIA a livello dell’ASTRAGALO PALPAZIONE DOLCE PALPAZIONE COMPARATIVA SUPERFICIALMENTE ANTERIORMENTE LATERALMENTE (dd. Mall. Est.) TIBIALE ANT. / EST. PR. ALL. PERONEO PERONEO LUNGO e PER. BREVE (sopra) MEDIALMENTE (dd. Mall. Int.) TIB. POST. / FLEX. COM. e PROPRIO IL PIEDE - ANATOMIA PALPATORIA a livello dell’ASTRAGALO PIANO PROFONDO (OSSEO) ANTERIORMENTE TESTA (e collo) ASTRAGALO: DEVIAZIONE INTERNA ANGOLO INCL. 150° LATERALMENTE AL TENDINE DEL TIB. ANTERIORE MEDIALMENTE EST. PROPRIO ALLUCE POSTERIORMENTE TUBEROSITÀ INT. E EST. FACCIA POSTERIORE ASTRAGALO (lateralmente al tendine d’Achille) IL PIEDE - TARSO POSTERIORE LESIONI OSTEOPATICHE GENERALITÀ LESIONE = PERDITA DI MOBILITÀ BLOCCO DI MOV. E NON RITORNO IN NEUTR. DIAGNOSI + PALPAZIONE * { LIBERO NELL’AGGRAVAMENTO IMPEDITO NELLA RIDUZIONE ++++ TEST DI MOBILITÀ * IL PIEDE - TARSO POSTERIORE LESIONI OSTEOPATICHE DELL’ASTRAGALO ASTRAGALO ANTERIORE MECC. PRODUTTORE DOLORE PALPAZIONE TEST DI MOBILITÀ MOVIMENTO FORZATO IN FLEX PLANT. FLEX. DORSALE TESTA E COLLO +++ PROMINENZA COMPARATIVO IL PIEDE - TARSO POSTERIORE LESIONI OSTEOPATICHE DELL’ASTRAGALO ASTRAGALO POSTERIORE MECC. PRODUTTORE DOLORE PALPAZIONE TEST DI MOBILITÀ MOVIMENTO FORZATO IN FLEX. DORS. FLEX. PLANTARE TESTA E COLLO - - - PROMINENZA COMPARATIVO IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO FACCIA SUPERIORE SI ARTICOLA CON L’ASTRAGALO (articolaz. sotto Astragalica) SUPERFICIE ANTERO/INT convessa SUST. SUPERFICIE POSTERO/EST concava In MEZZO : SINUS del TARSO M.PEDIDIO LEG. INTER. Y di CHOPART IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO FACCIA POSTERIORE SUSTENTACULUM PLANTARE GRACILE TENDINE D’ACHILLE IN RAPPORTO CON BORSA SIEROSA CHE LO SEPARA DAL TENDINE D’ACHILLE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO FACCIA INFERIORE TUBEROSITÀ POST. TUBEROSITÀ POST. LEG. CALC. CUB. SUP. QUADRATO PLANTARE QUADRATO PLANTARE LEG. CALC. CUB. PROFONDO IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO FACCIA ANTERIORE SURFACES (faccia sup.) SI ARTICOLA CON CUBOIDE (parte esterna art. Chopart) ROSTRE CAVITÀ CORONOIDIENNE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO FACCIA ESTERNA TALAMO LEG. LAT. EXT. SURFACE ANTERO-INTERNA SINUS DU TARSE PERONEO CORTO LATERALE PERONEO LUNGO LATERALE TUBERCOLO DEI PERONEI PALPABILE IL LLE FASCIO MEDIO e i PERONEI IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO FACCIA INTERNA LEG. LAT. INT. SUSTENTACULUM FLEX COMUNE TALAMO LEG. LAT. INT. FLEX PROPRIO FLEX COMUNE LLI FLEX COMUNE FLEX PROPRIO FLEX PR. DI I QUADRATO PLANTARE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO I MEZZI DI UNIONE PASSIVI CON LA TIBIA LEG. POSTERIORE LEG. DELTOIDEO CON SCAFOIDE LEG. TIBIO-ASTR. POST. LEG. Y (INT.) LEG. GLENOIDEO LEG. DELTOIDEO SOSTENTACULUM LEG. PERONEO-ASTR. POSTERIORE CON CUBOIDE CALCA/CUB. DORS. CALCA/CUB. PLANT. LEG. Y (EXT.) LEG. PERONEO-CALC. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO I MEZZI DI UNIONE PASSIVI CON IL PERONE LLE = FASCIO MEDIO LEG. PER./ASTR./CALC. POST. CON L’ASTRAGALO LEG. INTEROSSEI LEG. PERONEOASTR.-CALCAN. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE I LEGAMENTI DELL’ART. SOTTOASTRAGALICA LEG. ASTRAGALO-CALCANEALE POSTERIORE LEG. ASTRAGALO-CALCANEALE ESTERNO FASCIO POST. VISIONE ANTERO-ESTERNA FASCIO ANT. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE I LEGAMENTI DELL’ART. SOTTOASTRAGALICA LEG. ASTRAGALO-CALCANEALE POSTERIORE LEG. INTEROSSEO ASTRAGALOFASCIO POST. CALCANEALE FASCIO ANT. LEG. ASTRAGALO-CALCANEALE ESTERNO IL PIEDE - TARSO POSTERIORE I LEGAMENTI DELL’ART. SOTTOASTRAGALICA LEG. ASTRAGALO-CALCANEALE POSTERIORE FASCIO ANT. FASCIO POST. LEG. ASTRAGALO-CALCANEALE ESTERNO IL PIEDE - TARSO POSTERIORE I LEGAMENTI DELL’ART. SOTTOASTRAGALICA SCHEMATIZZAZIONE FASCIO ANT. FASCIO POST. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO I MEZZI DI UNIONE ATTIVI (intrinseci del piede) PEDIDIO O = C. SUP. / AV. INS. = TENDINI DEGLI ESTENSORI ESTRINSECI DELLE 4 DITA IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO I MEZZI DI UNIONE ATTIVI (intrinseci del piede) FLESSORE BREVE d. DITA O = C. TUB. INT. / EST. INS. = 2a FALANGE 4 DITA IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO I MEZZI DI UNIONE ATTIVI (intrinseci del piede) ABD del V DITO ABD dell’ALLUCE O = C. TUB. B. EST. INS. = 1a FALANGE EXT. O = CALC. TUB. INT. INS. = 1a FALANGE EXT. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE CALCAGNO I MEZZI DI UNIONE ATTIVI (intrinseci del piede) QUADRATO PLANTARE (accessorio del Flex. Lungo Dita) O = 2 fasci dal CALCAGNO INS. = NEI TENDINI DEL FLEX. LUNGO DITA IL PIEDE - ANATOMIA PALPATORIA a livello del CALCAGNO SUPERFICIALMENTE (piano muscolare) IN FUORI TENDINI dei PERONEI (Breve e Lungo) IN DIETRO IN DENTRO FLESSORE COMUNE (retromall. sopra SUS.) FLESSORE PROPRIO (retromall. base dal SUS.) TENDINE d’ACHILLE IL PIEDE - TARSO POSTERIORE LE LESIONI OSTEOPATICHE DEL CALCAGNO CALCAGNO IN EVERSIONE MECCANISMO PRODUTTORE MOV. FORZATO in FLEX e ABD DISTORSIONE dei L L I (CALC. Guarda verso l’ALTO) DOLORE SOTTOASTRAGALICA MOBILITÀ MOV. D’INVERSIONE PALPAZIONE + + + SUST. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE LE LESIONI OSTEOPATICHE DEL CALCAGNO CALCAGNO IN INVERSIONE MECCANISMO PRODUTTORE DOLORE MOBILITÀ PALPAZIONE MOV. FORZATO in FLEX PLANT e ADD. DISTORSIONE dei L L E (CALC. guarda DENTRO/BASSO) SOTTOASTRAGALICA e MALL. EST. MOV. DI EVERSIONE PARTE EST. + + + PROM. IL PIEDE - TARSO POSTERIORE LE LESIONI OSTEOPATICHE DEL CALCAGNO CALCAGNO ANTEVERSO si orizzontalizza PIEDE PIATTO TENSIONE APONEUROSI PLANTARE SUPERFICIALE CALCAGNO RETROVERSO si verticalizza PIEDE CAVO IMPOSSIBILE CAMMINARE SULLE PUNTE