Salve ragazze e ragazzi! Passiamo ora a vedere i dati ed i concetti fondamentali per quanto riguarda l’Universo. Abbiamo poco spazio e anche troppo poco tempo per entrare nei dettagli che sarebbe importante riportare e quindi quella che faremo è una esposizione molto serrata. Con questo speriamo di poterti dare i mezzi, se ti piacerà l’argomento, per approfondire questa parte dell’Astronomia che tratta dell’Universo come un tutt’uno: la Cosmologia. Attenzione però a non confondere le cose, quando diciamo “una teoria” non parliamo di una “opinione” come un'altra. Ricordiamoci quanto abbiamo detto più volte nelle pagine precedenti, non per essere noiosi ma perché è un dato fondamentale della ricerca scientifica: prima si osserva il segnale che ci arriva dai corpi celesti, dopo averlo raccolto lo si analizza e misura, per procurarsi dei dati ed infine, ragionando sui dati, si costruisce una teoria che li interpreti e, possibilmente, preveda anche altri fenomeni oltre a quelli da cui siamo partiti. Lo ribadiamo perché nel seguito dobbiamo dare molte affermazioni “per scontate”, per ragioni di spazio.Lo faremo il meno possibile, ma non vogliamo che questo ti generi l’idea che gli scienziati costruiscono le loro ipotesi come semplici opinioni. Spesso ci facciamo delle domande, che forse dipendono molto, troppo, da “categorie” che abbiamo nella nostra vita comune di tutti i giorni, ma che hanno poco senso riportate allo studio dell’Universo. Ci chiediamo quindi se e quando l’Universo ha avuto un inizio, parliamo della sua “storia” , usiamo parole come nascita, vita, morte, prima, dopo, sotto, sopra, che derivano dalla nostra esperienza sensoriale e umana. Dobbiamo fare attenzione perché queste parole generano automaticamente, o per meglio dire inconsciamente, nella nostra mente delle esperienze che nulla hanno a che fare con l’Universo o la Fisica. Ovviamente l’Universo non nasce né muore né è giovane o vecchio. Chiarito tutto questo partiamo per vedere quale è lo stato attuale della conoscenza sull’Universo, ovvero quale sia la Cosmologia attuale. Oggi la teoria cosmologica predominante, anche se non unica, è quella del Big Bang. L'idea fondamentale deriva dall’osservazione che le galassie appaiono tutte allontanarsi le une dalle altre, in un Universo che quindi si starebbe espandendo. La teoria del Big Bang ci dice poi, in forza del “principio cosmologico” che ne sta alla base come l’Universo abbia “un’età” finita, che dalle misure attuali piazziamo fra i 13 e i 14 miliardi di anni. Sappiamo già da tempo che la velocità della luce è elevatissima, ricordiamolo 300.000 chilometri al secondo circa, ma comunque finita, e quindi possiamo pensare di osservare l’Universo “a ritroso” nel tempo, fino al momento, se esiste, in cui l’espansione è iniziata. Più lontano guardiamo, ovvero più gli oggetti che osserviamo sono lontani da noi, più andiamo a ritroso anche nel tempo, anche se, per non fare confusione, sarebbe meglio dire indietro nelle varie fasi di evoluzione dell’Universo stesso. Se lo facciamo, e riusciamo a farlo, troviamo che l'Universo diventa sempre più caldo e denso, abbastanza da impedire alla luce, ma anche ad ogni altro segnale elettromagnetico, di propagarsi nello spazio. Aumenta cioè la sua opacità, che è il contrario della trasparenza. Andando fino all’inizio dell’espansione arriviamo, nel senso che la teoria prevede questo, ad uno stato di “singolarità”, ad un Universo in cui le distanze diventano nulle e temperatura e pressione infinite. Questo ci dice che questa teoria, e le leggi fisiche che utilizziamo per costruirla, hanno superato il limite della loro validità ed applicabilità. Ogni teoria, infatti ha dei limiti di applicazione entro i quali è definita. Pensiamo comunque,sulla base delle osservazioni che abbiamo fatto, che l’espansione abbia avuto origine oltre 13 miliardi di anni fa, partendo da uno stato che non sappiamo ancora descrivere. Da questo stato l’Universo “emerge” completamente pieno delle prime particelle elementari e di radiazione elettromagnetica. E’ però ancora opaco e perché divenga “trasparente” per i segnali elettromagnetici, e quindi noi si possa riceverli, occorre far trascorrere 2-300.000 anni. Se ci basiamo sulla osservazione della radiazione elettromagnetica, luce visibile, onde radio, radiazione X, la teoria ci dice dunque che comunque non riusciamo ad andare oltre a questo limite dei 2-300.000 anni, “prima”, verso le origini, l’Universo era completamente opaco. Se vogliamo andare oltre occorre cambiare completamente metodo, dobbiamo cercare e osservare ma nel modo giusto. La teoria prevede che oltre quel limite si possa andare osservando altri “messaggeri di informazione” diversi dalle radiazioni, ed esattamente i neutrini e le onde gravitazionali, entrambi presenti nell’Universo anche molto prima dei 300.000 anni dal Big Bang. Anche di quei momenti, lontanissimi nel tempo da noi ma vicinissimi al Big Bang, pensiamo sia possibile ottenere delle immagini, anche se ben diverse da quelle che siamo abituati a vedere, a patto di cercare nel modo giusto e con i rivelatori giusti capaci di farci “vedere” le onde gravitazionali ed i neutrini . Per essere chiari non ci siamo ancora riusciti, ma pensiamo di essere abbastanza prossimi al risultato.. Potrebbero essere quindi neutrini e le onde gravitazionali, o meglio i loro effetti, a farci capire cosa stava succedendo in quei primi istanti dell’Universo. Se la teoria del Big Bang è giusta infatti, nei primi momenti, fino a 200-300.000 anni dopo il Big Bang, comunque vennero ad esempio prodotti neutrini. Questi sono “inafferrabili” particelle elementari nel senso che viaggiano nello spazio praticamente indisturbati poiché molto difficilmente interagiscono con la materia stessa. Proprio per questa loro capacità di non interagire col resto della materia, e quindi anche con gli strumenti di misura, la loro rilevazione è di estrema difficoltà. Per rivelare una radiazione o una particella è indispensabile infatti che essa interagisca con la materia, basta banalmente pensare alla pellicola fotografica ed a cosa succede quando scattiamo una fotografia: le particelle di luce interagiscono con le sostanze della emulsione della pellicola (composti di alogenuro di argento) e vanno a formare l’immagine complessiva. In quel periodo iniziale dell’Universo debbono poi, secondo la teoria, essere state prodotte delle onde gravitazionali, che interagiscono anch’esse in modo estremamente debole con la materia. Se riuscissimo quindi a osservare gli effetti provocati dai neutrini e dalle onde gravitazionali provenienti dalle epoche a ridosso del Big Bang avremmo dei dati sicuri per poter studiare quello che accadde alle origini dell’evoluzione. Alcuni neutrini li conosciamo perché li abbiamo osservati nel nostro Sole e sicuramente vengono prodotti, con energie però molto diverse da quelli che sarebbero stati prodotti subito dopo il Big Bang, in fenomeni come le Supernovae, eventi in cui le stelle di grande massa, almeno 10 volte quella del Sole, terminano la loro evoluzione “esplodendo” e rilasciando in pochi attimi milioni e milioni di volte l’energia emanata dal Sole in tutta la sua esistenza. Andando avanti nell’Evoluzione dell’Universo possiamo chiederci quando allora si siano formati i primi oggetti celesti, le prime protostelle e protogalassie? Questo è un interrogativo ancora abbastanza aperto, anche se oggi pensiamo di essere molto vicini alla soluzione grazie a mappe come quella qui sotto, prodotta dal satellite WMAP, che ci fa vedere il “fondo cosmico” alla lunghezza d’onda delle microonde. Come abbiamo detto la teoria del Big Bang prevede che l’Universo all’inizio fosse estremamente caldo ed in espansione. Man mano che questa procedeva il gas esistente divenne sempre più freddo e l’Universo si riempì di radiazione, che per certi versi possiamo considerare essere l’impronta del calore iniziale del Big Bang. Questo è quel chiamiamo “fondo cosmico”, invisibile ovviamente ad occhio nudo poiché, nello stato di evoluzione in cui ci troviamo oggi, corrisponde ad una radiazione emessa nella banda elettromagnetica delle microonde, ovvero ad una temperatura di 2.725 gradi sopra lo zero assoluto, oltre 270 gradi centigradi sotto zero. Il “calore” del Big Bang è quindi ancora dappertutto nell’Universo, ma corrisponde a temperature “freddissime”! Quella ottenuta dal satellite WMAP è quindi l’immagine della prima “luce”, ovvero radiazione di un qualche tipo, che sia comparsa nell’Universo ed anche,per il discorso dell’opacità che abbiamo fatto prima, quella più vicina al Big Bang che potremo mai ottenere. I diversi toni di grigio che vedi nell’immagini danno le differenze di temperatura nelle varie zone del cielo con la precisione di circa dieci milionesimi di grado! Ci “dicono” che in quello stadio evolutivo nell’Universo erano presenti delle leggerissime disomogeneità della materia. E’ proprio da queste, che si sono in seguito evolute, che si sono formati i primi oggetti celesti, come se queste leggerissime disomogeneità della radiazione di fondo fossero dei “semi” da cui si è evoluta, nel corso di miliardi di anni, la struttura del cosmo che osserviamo oggi. Possiamo quindi dell’espansione, dire che nel gas che andava raffreddandosi rapidamente per via si sono create delle piccolissime differenze di temperatura, qualche milionesimo di grado, che hanno provocato delle disomogeneità nella materia. Da queste ha avuto inizio la formazione prima e la aggregazione poi dei corpi celesti a partire dalle particelle del gas. Se poniamo quindi la domanda “quando ha iniziato ad aggregarsi la materia” non troveremo, per il momento, una risposta precisa, ma in questi ultimissimi anni sono stati fatti passi da gigante sia nella teoria che nell’osservazione, grazie ai nuovi strumenti montati a bordo di satelliti o sui telescopi a Terra. Se guardiamo quest’immagine possiamo farci un’idea di quanto di meglio si riesce a produrre oggi. Per ottenerla lo Hubble Space Telescope è stato utilizzato per ben quattro mesi, alla fine del 2003 e, successivamente, c’e’ voluto il lavoro di diecine di astronomi e specialisti nell’elaborazione dei dati. Quella che vedi è l’immagine più “profonda” di una zona di cielo mai ottenuta osservando nella radiazione visibile. Accumulando ora dopo ora i segnali provenienti dalle galassie si è potuto registrare anche quelli, debolissimi, delle più lontane e mai viste prima. Più lontano significa anche più distante nel tempo come sappiamo ed infatti le galassie più distanti riprese in quest’immagine, stanno a miliardi e miliardi di anni luce e sono, probabilmente, fra le prime comparse nell’Universo, fra 0.5 ed 1 miliardo di anni dopo il Big Bang. E’ ovviamente un risultato superlativo, una vera pietra miliare per l’umanità, ma per capire meglio questo passaggio fondamentale dell’evoluzione dell’Universo e’ necessario fare di più, e lo si farà, nel prossimo decennio con la prossima generazione di telescopi e satelliti astronomici. Oggi pensiamo che le galassie si siano formate con un processo continuo e gerarchico di fusione, in cui quelle più piccole si sono formate per prime e sono andate ingrandendosi via via fondendosi le une con le altre, in un processo governato dall’attrazione gravitazionale. Dato che la gravità è proporzionale alla massa, è semplice capire come la formazione delle galassie sia governata dalla materia oscura, così chiamata semplicemente perché non emette alcun segnale, che pensiamo rappresenti almeno il 23 % del contenuto di massa ed energia dell’Universo, contro un piccolo 4% della materia “normale”. Il rimanente 73% di questo rapporto fra massa ed energia sarebbe rappresentato dall’energia “oscura”. Attenzione a non fare confusione o equivocare con il termine “oscura”, che evoca un po’ la fantscienza. L’energia oscura è chiamata così semplicemente perchè pensiamo che ci sia anche se non sappiamo di che cosa si tratti, ma capiamo che contrasta l’attrazione gravitazionale su scale di distanza molto grandi, riuscendo ad accelerare l’espansione dell’Universo. Si tratta insomma di uno dei problemi attuali, irrisolti, dellaricerca astronomica, su cui moltissimi scienziati stannolavorando. Già perché se non ci hai pensato finora avresti dovuto chiederti “Come mai l’Universo continua ad espandersi?” La materia dovrebbe attrarsi proprio per mutua attrazione gravitazionale, per cui, esaurita una eventuale “spinta iniziale”, l’Universo dovrebbe contrarsi dopouna fase di rallentamento, un po’ come quandosi lancia una palla attaccata ad un elastico. Ed invece osserviamo una continua espansione. Qualcosa deve essere “responsabile” di questo, ed è quello che chiamiamo “energia oscura” che è al centro, oggi di moltissime ipotesi e ricerche. Tutto quello che vediamo, e che abbiamo studiato nel corso di secoli, sarebbe quindi solo il 4% di quanto realmente esista sotto forma di massa o energia. L’esistenza dell’energia oscura era peraltro già stata ipotizzata da Albert Einstein, che la chiamava con il nome di “costante cosmologica”. Una volta che le galassie si sono formate esse procedono nella loro evoluzione ingrandendosi per successive fusioni. Il processo di formazione è continuo, avviene anche oggi, e la classe più numerosa di galassie che si formano è rappresentata da quelle di piccola massa. Le grandi galassie che vediamo attorno a noi, compresa la nostra Via Lattea, sarebbero quindi il risultato finale di vari processi di fusione avvenuti nei miliardi di anni che ci separano dalla formazione delle singole galassie componenti. Ma le galassie come sono “oggi” le conosci già! E con questo abbiamo chiuso il cerchio dell’avventura Alla scoperta del Cielo e ci congediamo da te.