Applicazioni dei sensori elettrochimici nell’analisi ambientale Ornella Abollino – Università di Torino Scuola Estiva Metodi Innovativi nell’Analisi Chimica Ambientale 7 – 12 settembre 2009 - Feltre SENSORI - INTRODUZIONE Definizioni • Trasduttore : dispositivo o elemento che converte un segnale in ingresso in un segnale in uscita di forma diversa. Esempi: microfono, altoparlante, barometro, cellula fotoelettrica, campanello, clacson (definizione del dizionario tecnico Zanichelli). • Trasduttore fisico (altra definizione): dispositivo che fornisce un segnale elettronico attraverso il quale si può monitorare variazioni di una proprietà nelle vicinanze del trasduttore stesso. • Esempio: misuratori di temperatura, di umidità, flussimetri, sensori di densità luminosa. SENSORI - INTRODUZIONE Sensore chimico • Dispositivo che fornisce all’utilizzatore informazioni sull’ambiente circostante il sensore stesso. • Costituito da un elemento sensibile, un trasduttore e un sistema di acquisizione dati. Elettronica • Può essere distinto da un trasduttore fisico perchè fornisce all’utilizzatore informazione sulla natura chimica dell’ambiente circostante il sensore stesso. Trasduttore Strato sensibile Campione con analita SENSORI - INTRODUZIONE P.A. Lieberzeit, F.L. Dickert,, Anal. Bioanal. Chem. 387 (2007) 237-247 • Le sue caratteristiche sono determinate da una membrana o strato selettivo sulla zona “sensibile”. La composizione dello strato determina l’efficacia del sensore, la sua sensibilità, durata, tempo di risposta. • La possibilità di riconoscere una sostanza chimica è legata spesso ad un componente dello strato (es. legante o gruppo funzionale) che produce il segnale ed è il vero e proprio sensore. • Il trasduttore converte l’informazione chimica in un segnale elettrico. SENSORI - INTRODUZIONE • Biosensore: dispositivo sensore che incorpora un’entità biologica (enzima, anticorpo, tessuto…) come componente fondamentale del processo di rilevamento. • Ricerca e sviluppo (R&D) sui sensori è cresciuta enormemente negli ultimi 20 anni. • Importanza commerciale (ambiente, industria automobilistica, alimenti, medicina…). • Ampio spazio per future applicazioni. • Molti sensori sono disponibili in commercio. Moltissimi sono stati sviluppati in laboratori di ricerca ma non sono disponibili in commercio. • Ci si immagina che un sensore sia piccolo, in grado di rilevare fluttuazioni dinamiche in tempo reale a scopo di monitoraggio o controllo di processo (non sempre è così). SENSORI - INTRODUZIONE Requisiti del sensore ideale: • segnale proporzionale alla concentrazione della specie • assenza di isteresi (ritorno alla linea di base dopo la risposta) • tempi rapidi di risposta • bassi costi • selettività Non esiste! • sensibilità. Requisiti per sensori utili in campo ambientale: • possibilità di monitoraggio in situ • piccole dimensioni • bassi costi • elevata selettività e sensibilità. Non tutti i sensori utilizzati in campo ambientale hanno queste caratteristiche! SENSORI - CLASSIFICAZIONE Classificazione dei sensori • Elettrochimici a) potenziometrici b) voltammetrici c) conduttimetrici • Ottici • Sensibili a variazione di massa • Termici. • Nei sensori elettrochimici, l’informazione analitica è ottenuta dal segnale elettrico risultante dall’interazione dell’analita con lo strato “sensibile” del sensore. SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE Principio di funzionamento (cenni) • Si misura il potenziale di un elettrodo indicatore (elettrodo ionoselettivo) che è legato (relazione logaritmica) all’attività dell’analita. • Sull’elettrodo è posizionata una membrana attraverso la quale si genera il potenziale che dipende dalla concentrazione della sostanza di interesse. • Il potenziale è misurato rispetto a quello di un elettrodo di riferimento in condizioni di corrente essenzialmente nulla. • Gli elettrodi indicatori più utilizzati sono gli elettrodi iono-selettivi (ISE). • Le variazioni di potenziale negli ISE non sono dovute a reazioni rredox, ma ad equilibri che coinvolgono specie ioniche. Tra i due lati della membrana si crea una differenza di potenziale che dipende dalla concentrazione di analita. SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE • Equazione generale per la risposta di un ISE: E = costante + β 0,0592/n log (ai + Σkijajzi/zj) β = costante (valore vicino a 1 per la maggior parte degli elettrodi) n = carica dello ione ai = attività dell’analita di interesse aj = attività di qualsiasi specie interferente kij = coefficiente di selettività SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE Tipologie degli ISE convenzionali • a membrana di vetro (per pH, Na+, NH4+); • cristallini; • a membrana liquida; • a membrana gas-permeabile; • a membrana biocatalitica. • (Gli elettrodi a membrana gas-permeabile e biocatalitica sono strutture che incorporano uno dei primi tre tipi di elettrodo). SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE - CONFIGURAZIONI Elettrodi a riempimento interno • Sono quelli con la configurazione tradizionale (membrana sensibile saldata al termine di un supporto cilindrico di vetro o plastica riempito con una soluzione che contiene l’analita a concentrazione nota ed un sistema di riferimento interno). • Questa configurazione viene chiamata configurazione simmetrica: entrambe le facce della membrana sono a contatto con una soluzione elettrolitica (quella esterna e quella misurata). • La cella viene completata immergendo nella soluzione di misura un elettrodo di riferimento. Elettrodi a contatto interno metallico • Vengono definiti a configurazione asimmetrica. • La membrana sensibile è a contatto con un conduttore metallico. SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE - CONFIGURAZIONI • Elettrodi “Coated Wire” o “Coated Disk” (preparabili in laboratorio): la membrana (soprattutto quelle liquide) viene depositata su un conduttore metallico (filo di Ag, Cu o Pt) o su un elettrodo a disco di platino o di grafite, mediante immersione nella soluzione in tetraidrofurano dei suoi componenti ed evaporazione. R.W. Cattrall, Chemical Sensors, Oxford Science Publications, Oxford • Gli elettrodi a contatto interno metallico sono in generale inferiori rispetto a stabilità e riproducibilità degli elettrodi convenzionali. • Vantaggio: possono essere fabbricati in qualunque configurazione per l’utilizzo in celle a flusso. SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE - CONFIGURAZIONI Altre strutture • ISE prodotti con tecnica screen printing; • ISFET (Ion Selective Field Effect Transistors. • C’è una tendenza generale a sviluppare sensori potenziometrici allo stato solido. • Ci sono ancora problemi. SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE SCREEN PRINTED Principio del metodo screen printing (thick film) • Uno schema di conduttori e isolanti è stampato sulla superficie di un substrato planare (plastico o ceramico). • Esistono materiali (“inchiostri”) conduttori o isolanti (es. argento, oro, carbonio). SENSORI POTENZIOMETRICI - ISE SCREEN PRINTED • Stadi: - viene disposta una “maschera” sul substrato; - si deposita l’inchiostro che viene “premuto” attraverso la maschera; - lo schema stampato è essiccato. • Vantaggi: - versatilità (diverse forme e dimensioni); - possibilità di produzione di massa; - bassi costi di strumentazione e fabbricazione - sistemi usa-e-getta. www.uwe.ac.uk/hls/ls/about/alternatefilms.shtml SENSORI POTENZIOMETRICI – ISE – APPLICAZIONI AMBIENTALI • Analiti determinabili con ISE commerciali: • pH • Cationi: Ag+, Cd2+, Cu2+, Pb2+, Ca2+, K+, NH4+; • Anioni: BF4-, NO3-, NO2-, ClO4-, +, Br-, Cl-, F-, I-, S2-, CN-, SCN-; tensioattivi; • Gas: NH3, CO2, NO; • Sostanze organiche: destrosio, saccarosio, lattosio, lattato, metanolo, etanolo, glutammato, glutammina, colina, tensioattivi. • Matrici: • Acque naturali, potabili, di scarico; • Estratti di suolo; • Estratti di fanghi e di scarti di lavorazione (es. di oli); • Si fanno anche misure in situ. SENSORI POTENZIOMETRICI – ISE – CARATTERISTICHE • Vantaggi degli ISE • Semplicità • Bassi costi • Compatibili con analisi in flusso • Possibilità di speciazione • Recentemente si stanno facendo molti studi per ridurre i limiti di rilevabilità degli ISE. SENSORI POTENZIOMETRICI CON ELETTROLITI SOLIDI • Principio: ad elevate temperature i solidi mostrano conducibilità dovuta alla presenza di ioni. Questo fenomeno può essere sfruttato per la costruzione di sensori per gas. Sensore per ossigeno per automobili • Materiale usato: ossido di zirconio drogato con CaO, MgO o Yb2O3 la cui struttura cristallina contiene vacanze cationiche. E’ in grado di trasportare lo ione O2-. L’anione si muove da una vacanza all’altra. R.W. Cattrall, Chemical Sensors, Oxford Science Publications, Oxford SENSORI POTENZIOMETRICI CON ELETTROLITI SOLIDI • Struttura della cella: O2 (p1)/Pt/ZrO2/CaO/Pt/O 2 (p2) p1 e p2 = pressioni parziali di O2 nei comparti 1 e 2 • La ceramica ZrO2 è coperta con elettrodi porosi in platino • All’elettrodo 2: 4e- + O2 (p2) → 2O 2- • All’elettrodo 1: 2O2- → O 2 + 4 e- • L’O2- generato all’elettrodo 2 è trasportato attraverso il materiale ceramico all’elettrodo 1 dove è scaricato come ossigeno. • Reazione globale: O2 (p2) → O 2 (p1) E = RT/F ln p2/p1 • Il lato di riferimento della cella (p2) è di solito ossigeno atmosferico e la misura del potenziale della cella permette di misurare la pressione parziale nei gas di scarico. SENSORI POTENZIOMETRICI CON ELETTROLITI SOLIDI • Applicazione: industria automobilistica. Gli elettrodi sono coperti da uno strato di materiale poroso (es. allumina) per proteggerli da avvelenamento da altri componenti del gas. Il sensore è inserito nel flusso di gas di scarico. • La sonda conosciuta come λ-probe è utilizzata per regolare il rapporto aria/combustibile nelle automobili catalizzate. λ= A / Finst A / Fstech. A = aria F = combustibile (fuel) SENSORI POTENZIOMETRICI CON ELETTROLITI SOLIDI • La sonda si basa sul fatto che per λ=1, per il quale è valido l’esatto rapporto stechiometrico tra aria e carburante, si verifica una forte variazione della pressione parziale di O2. • Zona a: miscela ricca (carenza di aria) • Zona b: miscela povera (eccesso di aria) www.delorenzogroup.com/dl/demo/DLsoft/Simul/S06_e/S0604e/S0604BFI.htm • L’erogazione di benzina è regolata, sulla base del segnale della sonda, in modo da operare in corrispondenza di λ=1. In queste condizioni il catalizzatore opera in condizioni ottimali. SENSORI VOLTAMMETRICI Principio di funzionamento (cenni) • Si applica un potenziale fisso o variabile al sensore (elettrodo di lavoro). • In realtà si applica una differenza di potenziale rispetto a un elettrodo di riferimento. • Si verifica la riduzione o l’ossidazione dell’analita o di una sostanza ad esso correlata. • La corrente generata in seguito alla relazione redox è proporzionale alla concentrazione dell’analita. Principali tipologie di sensori voltammetrici (in senso lato): • Microelettrodi • Elettrodi modificati • Elettrodi convenzionali e innovativi per voltammetria • Sensori per sostanze organiche • Sensori per gas • Queste classi spesso si sovrappongono (es. microelettrodi modificati). SENSORI VOLTAMMETRICI – MICROELETTRODI – DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE • Elettrodi convenzionali: area superficiale a livello di mm2 (1 ordine di grandezza maggiore dello spessore dello strato di diffusione). • Alcune definizioni di microelettrodi: • elettrodi con raggio inferiore a 10 µm; • elettrodi in cui almeno una delle dimensioni della superficie di lavoro è inferiore a 25 µm (detti anche ultramicroelettrodi); • elettrodi di dimensioni in genere inferiori a 20 µm. • Hanno proprietà voltammetriche diverse da quelle degli convenzionali: • La corrente non dipende dal tempo; • Bassa caduta ohmica di potenziale (iR); • Basse correnti capacitative; • Elevato rapporto S/N (elevata sensibilità). elettrodi Svantaggi • Richiedono strumentazioni sofisticate per misurare le piccole correnti. • Risentono del rumore di fondo dello strumento e della rete elettrica. SENSORI VOLTAMMETRICI - MICROELETTRODI • Per ovviare al rumore strumentale: array di microelettrodi (fino a 10000). • Elettrodi collegati in parallelo → i è la somma delle correnti dei singoli microelettrodi → misurabile con strumentazione convenzionale (µA invece di nA o pA). Materiali e preparazione • Principali materiali per microelettrodi: carbonio, platino, oro. • Principali metodi di preparazione • Manuale (per elettrodi a filamento) • Fotolitografia • Screen-printing. SENSORI VOLTAMMETRICI - MICROELETTRODI Strutture F.G. Thomas, G. Henze, Introduction to voltammetric analysis, CSIRO Publishing, Collingwood, Australia SENSORI VOLTAMMETRICI – MICROELETTRODI – APPLICAZIONI IN CAMPO AMBIENTALE Determinazione di metalli • Microelettrodi in platino o iridio ricoperti con un film di mercurio. Determinazione di Cu, Pb, Cd e Zn mediante voltammetria di stripping anodico. • Microelettrodi in oro. Determinazione di Hg e Au. • Esempio: analisi di acqua di mare in situ con sonda (commerciale) immersa nelle acque. Array di microelettrodi in Ir (microdischi interconnessi) su cui è depositato un film di mercurio. K.A. Howell, E.P. Achterberg, C.B. Braungardt, A.D. Tappin, P. J. Worsfold, D.R. Turner, Trends Anal. Chem 22 (2003) 828-835. SENSORI VOLTAMMETRICI – MICROELETTRODI – APPLICAZIONI IN CAMPO AMBIENTALE • Altra applicazione: determinazione interstiziali. • Matrici: • Acque di mare • Acque interne • Acque interstiziali di solfuri in acque • Molte applicazioni sono allo stadio sperimentale e non sono ancora metodi di routine. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI • La superficie dell’elettrodo è stata modificata chimicamente o trattata in modo da cambiare le sue proprietà elettrochimiche o migliorarne la selettività e sensibilità. • Un reagente (modificatore) immobilizzato sulla superficie. • Base: di solito carbonio. • Obiettivi della modificazione: • sostituire elettrodi a mercurio (problemi ambientali); • migliorare la selettività; • permettere arricchimento dell’analita; • elettrocatalisi. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI MODIFICATORI Principali tipologie di modificatori • Leganti organici (es. dimetilgliossima per Ni, ditizone per Au, eteri corona per Hg e Pb). • Scambiatori ionici liquidi o solidi (es. Nafion). • Estraenti in fase solida. • Sostanze di origine biologica (enzimi o microorganismi). • Esempi: glucosio ossidasi per la determinazione del glucosio, perossidasi di rafano per la determinazione di H2O2, alghe per la determinazione di Cu e Au. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI PRECONCENTRAZIONE Principio • Preconcentrazione dell’analita sulla superficie dell’elettrodo per complessazione, scambio ionico, precipitazione. Esempi • • polimeri funzionalizzati con gruppi leganti (es. ditiocarbamati); polimero (polivinil piridina, PVP) contenente 2-2’-bipiridile per la preconcentrazione di Fe(II), che viene poi ossidato all’elettrodo; • scambio ionico: si ha preconcentrazione quando l’affinità verso l’analita è maggiore che per il controione; • materiali biologici con capacità complessanti (alghe) D. Diamond Ed., Principles of chemical and biological sensors, John Wiley &Sons, New York SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI PRECONCENTRAZIONE Applicazioni ambientali • Determinazione di metalli • Nichel (dimetilgliossima) • Mercurio (etere a corona) • Alluminio (alizarina) • Cromo (scambiatore ionico) • Uranile scambiatore ionico) • Determinazione di anioni • Nitrito (scambiatore ionico) • Determinazione di sostanze organiche • Aldeidi aromatiche (modificatore: amine) SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI – PERMSELETTIVITA’ Principio • Membrane permselettive favoriscono la specie di interesse rispetto agli interferenti. • Si controlla il trasporto di massa attraverso il film in modo che solo l’analita sia in grado di permeare un film polimerico. • Spesso i film polimerici permselettivi sono elettroinattivi. • Meccanismi di discriminazione dimensioni, forma, polarità. degli interferenti: carica, • Esempi di ricopertura: acetato di cellulosa, Nafion. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI – PERMSELETTIVITA’ Vantaggi • Maggiore selettività. • Protezione della superficie elettrodica dall’adsorbimento di macromolecole. Applicazioni ambientali • Analisi diretta di acque naturali ricche di sostanze organiche o inquinate (si evita l’adsorbimento di macromolecole sulla superficie dell’elettrodo). • Determinazione di molecole di piccole dimensioni (es. perossido di idrogeno, idrazina) con maggiore selettività. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI ELETTROCATALISI Elettrocatalisi • Per far avvenire reazioni elettrodiche quasi sempre è richiesta l’applicazione di un sovrapotenziale rispetto al potenziale atteso sulla base di considerazioni termodinamche. • Si usano elettrodi modificati per ridurre il potenziale a cui avviene una reazione. • L’elettrocatalisi avviene con siti redox immobilizzati sulla superficie dell’elettrodo che trasportano elettroni da e verso i reagenti. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI ELETTROCATALISI • Schema del processo di mediazione: Analita A ridotto a Z M = centro redox legato al polimero M + e- → B (processo all’elettrodo) B+A → M+Z M = mediatore A = Analita Meccanismo: il mediatore si ossida all’elettrodo. La sua forma ossidata ossida l’analita J. Wang, Electrochemical sensors for environmental monitoring: a review of recent technology, Pubblicazione EPA SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI ELETTROCATALISI Mediatori • Materiali usati: complessi metallici (complessi di Os e Ru, ferrocene) o coppie redox organiche (es. metilviologen) immobilizzati in matrici polimeriche. D. Diamond Ed., Principles of chemical and biological sensors, John Wiley &Sons, New York Ferrocene SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI ELETTROCATALISI Applicazioni ambientali • Riduzione di Fe(III) su un elettrodo coperto con [Os(bpy)2(PVP)10Cl]C. Questo processo è “ill defined” su un elettrodo in carbone vetroso non modificato e richiede un potenziale elevato. Dopo la modifica avviene a potenziale più basso ed è ben definito e riproducibile. • Determinazione di nitriti su elettrodi in carbone vetroso rmodificati con un polimero funzionalizzato con Os. • Determinazione di nitrati su elettrodo in carbonio screen-printed modificato con Cu. • Determinazione di acido monoclorofenossiacetico (erbicida) su elettrodi in carbone vetroso modificati con manganese. • Determinazione di idrazine e nitrosamine su elettrodi ricoperti di film di rutenio. • Determinazione di aldeidi alifatiche su elettrodi carbon-paste modificati con palladio. SENSORI VOLTAMMETRICI - ELETTRODI MODIFICATI ELETTROCATALISI Applicazioni ambientali • Determinazione di perossidi organici su elettrodi carbon paste modificati con cobalto- ftalocianine. • Determinazione di perossido di idrogeno su elettrodo eptacianonitrsosil ferrato di rame. modificato con • Rivelazione cromatografica di tioli su elettrodi ricoperti con Co-ftalocianine. SENSORI VOLTAMMETRICI – ELETTRODI PER VOLTAMMETRIA • In campo ambientale le tecniche voltammetrtiche più utilizzate sono quelle di stripping (anodico, catodico, catodico adsorbitivo). Elettrodi “convenzionali” • Goccia di mercurio; • Film di mercurio; • Solidi (oro; carbone vetroso). Altri elettrodi • Elettrodo a film di bismuto; • Elettrodo a nanoparticelle d’oro per la determinazione di arsenico e mercurio. SENSORI VOLTAMMETRICI – ELETTRODI PER VOLTAMMETRIA Elettrodi “screen printed” • Elettrodi di lavoro . Principali materiali: carbonio, oro, argento • Elettrodi di riferimento AgAgCl • Sono disponibili in commercio (tal quali o rivestiti con enzimi) Vantaggi • Usa-e-getta • Utilizzo in campo con strumenti portatili • Grande versatilità M.Tudorache, C. Bala, Anal. Bioanal. Chem. 388 (2007) 565-578. • Costi contenuti • Preparabili con macchinari meno sofisticati di quelli richiesti per le tecniche fotolitografiche SENSORI VOLTAMMETRICI – ELETTRODI PER VOLTAMMETRIA Strumentazioni • Esistono strumenti portatili per misure in campo. • Si possono fare anche misure in situ con dispositivi immergibili. • Vantaggi: minori errori di campionamento, informazione in tempo reale. • Esistono potenziostati portatili, di piccole dimensioni, collegabili a moltissime tipologie di sensori e biosensori (utilizzabili in laboratorio e in campo). www.palmsens.com www.palmsens.com SENSORI VOLTAMMETRICI – ELETTRODI PER VOLTAMMETRIA Applicazioni in campo ambientale Analiti • Metalli • Sostanze organiche ossidabili o riducibili (es. pesticidi) • Alcuni anioni (es. solfuri, cloruri, ioduri). Matrici • Acque naturali e di scarico • Suoli • Particolato atmosferico • Campioni biologici (es. vegetali, pesci e molluschi come indicatori di inquinamento). BIOSENSORI VOLTAMMETRICI • Sensori in cui è presente un materiale biologico in combinazione con un trasduttore. • I biosensori elettrochimici combinano la capacità di riconoscimento selettivo di una analita in una matrice complessa da parte del biomateriale con la sensibilità di rivelazione delle tecniche elettrochimiche. Principio • Il materiale biologico genera (direttamente o indirettamente) un segnale elettrico che è legato alla concentrazione di un analita. Struttura • Un reagente biospecifico è immobilizzato su un elettrodo, che converte il segnale di riconoscimento biologico in una corrente. • Principali tipologie di biomateriali: enzimi, anticorpi, DNA, tessuti cellulari. Nota: esistono altre tipologie di biosensori in cui il segnale è potenziometrico, oppure non è elettrico ma di altro genere: ottico, termico… BIOSENSORI VOLTAMMETRICI BASATI SU ENZIMI • Sono basati sull’accoppiamento di uno strato di enzima con un opportuno elettrodo. • Sono efficienti e molto selettivi (con qualche eccezione). Principio • L’enzima immobilizzato catalizza una reazione che genera o consuma una specie rivelabile all’elettrodo enzima S + C → P + C’ S = substrato; C = coreagente (cofattore); P e C’ = prodotti • Il tipo di elettrodo dipende dal sistema enzimatico • elettrodi amperometrici (misura di corrente): molto adatti in presenza di enzimi di tipo ossidasi o deidrogenasi. Nota: esistono biosensori a enzima potenziometrici. Esempi: • elettrodi a vetro per il pH: quando la reazione genera una variazione di pH; • elettrodi potenziometrici per CO2 : con enzimi decarbossilasi. BIOSENSORI VOLTAMMETRICI - APPLICAZIONI AMBIENTALI Esempio • Sensori per composti fenolici • Enzima tirosinasi (polifenol-ossidasi) immobilizzato su elettrodi in carbonio o platino. • Rivelazione del chinone prodotto. • Utilizzo: acque naturali o di scarico. Disponibilità di biosensori • Esistono alcunii biosensori voltammetrici disponibili in commercio. • Altri sono allo stadio di prototipo. J. Wang, Electrochemical sensors for environmental monitoring: a review of recent technology, Pubblicazione EPA • Moltissimi sono stati sviluppati nei laboratori di ricerca. SENSORI VOLTAMMETRICI - SENSORI PER GAS • Operano a potenziale costante. • Struttura: 2 o tre elettrodi + potenziostato. • Il potenziale applicato è nella regione della corrente limite di ossidazione o riduzione dell’analita. • La corrente misurata è proporzionale alla concentrazione. • La risposta dipende anche dal trasporto dell’analita all’elettrodo → il movimento dell’analita deve essere controllato. • Membrana permeabile al gas separa elettrodo e soluzione. Fornisce una resistenza fissa e riproducibile alla diffusione dell'analita. • Prima della misura occorre un certo tempo perché si stabilisca un gradiente di diffusione e la corrente raggiunga un valore stabile (es. 25 s per una membrana spessa 25 µm). SENSORI VOLTAMMETRICI - SENSORI PER GAS Principali reazioni redox utilizzate • Ossidazione H2 2H+ + e- CO + H2O CO2 + 2H+ + 2 e- SO2 + 2H2O SO42- + 4H+ + 4 e- NO + 2H2O NO3- + 4H+ + 3 e- NO2 + H2O NO3- + 2H+ + e- • Riduzione O3 + 2H+ + 2e- O2+ H2O O2 + 4H+ + 4e- 2H2O NO2 + H+ + e- HNO2 • Sensori commerciali di interesse ambientale: per ossigeno, per NO. SENSORI VOLTAMMETRICI - SENSORI PER GAS Sensore per ossigeno disciolto (cella di Clark) • Struttura • Elettrodo di lavoro in platino, controlettrodo/elettrodo di riferimento in argento. • Elettrolita: KCl • Membrana permeabile all’ossigeno. • Funzionamento • l’ossigeno diffonde attraverso la membrana, raggiunge l’elettrodo ed è ridotto O2 + 4H+ + 4e 2H2O • La corrente generata è proporzionale alla concentrazione di ossigeno disciolto. SENSORI VOLTAMMETRICI - SENSORI PER GAS • Applicazioni • Il sensore per ossigeno è ampiamente applicato in sonde (commerciali) per misure in situ per solo ossigeno o in sonde multiparametriche (parametri più comuni: pH, temperatura, conducibilità, ossigeno disciolto, torbidità, clorofilla). • Le sonde possono essere manuali o per misure remote. www.farrwestenv.com/Horiba.htm SENSORI DI CONDUCIBILITA’ • Principio: si ha variazione di conducibilità di un materiale per interazione con l’analita. Sensori operanti ad alte temperature • Materiale sensibile: ossidi metallici (semiconduttori n) come SnO2, ZnO, TiO2, Fe2O3. • Gas donatori o accettori di elettroni si adsorbono sugli ossidi: una molecola di accettore estrarrà elettroni dal semiconduttore → la conducibilità diminuisce. Per il donatore è il contrario. • La reazione tra il gas e l’ossido dipende dalla temperatura, dal tipo di gas, dal tipo di ossido. • Questi sensori di solito non sono selettivi ma rispondono a molti analiti (CO, NO, H2, idrocarburi...). Si cerca di migliorare la selettività mediante drogaggio del semiconduttore con Pt, Pd, Au, Ir. SENSORI DI CONDUCIBILITA’ • Esempio di funzionamento di sensore a film di SnO2 • La struttura cristallina di un semiconduttore come SnO2 contiene un piccolo eccesso di elettroni e per esposizione all’aria si adsorbe O2: O2 + 2e- → 2 O• Questa reazione (sottrazione di e-) porta a una bassa conducibilità elettrica che si traduce in un’elevata resistenza. • In presenza di un gas G da rilevare: G + Oads → GOdes + e• Il gas viene ossidato. La reazione produce elettroni → aumenta la conducibilità → la resistenza diminuisce. SENSORI DI CONDUCIBILITA’ • Sono largamente usati in applicazioni industriali e domestiche per la rilevazione di gas (H2, PH3, NH3, SO2, CO, CH4, O2...) • Anche alcuni modelli di analizzatori per alcool sono basati su questo principio. Applicazioni ambientali • Determinazione di Organic Volatile Compounds (VOC) in atmosfera o (con membrana semipermeabile) nelle acque. • Determinazione di NO x • Esistono sistemi commerciali. SENSORI DI CONDUCIBILITA’ Sensori operanti a temperatura ambiente • Strato sensibile: sostanze organiche o polimeri. • Esempi: • polimeri conduttori (polianiline, polipirroli, politiofene) per il monitoraggio di molecole organiche polari come etanolo, metanolo e componenti degli aromi. • Arrays di sensori di questo genere sono utilizzati nei nasi elettronici (dispositivi per il riconoscimento dei vapori). • Applicazioni ambientali dei nasi elettronici: determinazione di VOC; rilevazione di sostanze pericolose in atmosfera BASELINE RESISTANCE All of the polymer films on a set of electrodes (sensors) start out at a measured resistance, their baseline resistance. If there has been no change in the composition of the air, the films stay at the baseline resistance and the percent change is zero e- e- e- e- e- e- THE ELECTRONIC NOSE SMELLS SOMETHING Each polymer changes its size, and therefore its resistance, by a different amount, making a pattern of the change e- e- e- e- e- e- If a different compound had caused the air to change, the pattern of the polymer films' change would have been different: e- ee- e- e- e- SVILUPPI FUTURI E TENDENZE • Nanotecnologie • DNA • Molecular Imprinted Polymers (MIPs) RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI • P.A. Lieberzeit, F.L. Dickert, Sensor technology and its application in environmental analysis, Anal. Bioanal. Chem. 387 (2007) 237-247. • K.A. Howell, E.P. Achterberg, C.B. Braungardt, A.D. Tappin, P. J. Worsfold, D.R. Turner, Voltammetric in situ measurements of trace metals in coastal waters, Trends Anal. Chem. 22 (2003) 828-835. • J. 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