I guerra mondiale Quale fu il vero inizio della Grande Guerra? 28 giugno 1914 - Attentato di Sarajevo nel giorno di San Vito noto anche come Vidovdan, giorno di solenni celebrazioni e festa nazionale serba, l'Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia Chotek (slava di nascita) furono colpiti a morte da alcuni colpi di pistola sparati dal diciannovenne Gavrilo Princip. Nel 1908 l'Impero Austro-Ungarico aveva definitivamente annesso la Bosnia Erzegovina tra le proteste di Russia e Serbia, e provocando il diffondersi di gruppi ultranazionalisti che miravano all'unificazione di tutti gli jugoslavi (Slavi del sud), come quello della “Giovane Bosnia”, di cui Princip era membro. Francesco Ferdinando, uomo di vedute progressiste, era un sostenitore del trialismo, in base al quale l'Austria-Ungheria sarebbe stata riorganizzata riunendo le terre slave dell'Impero sotto una terza corona. Un regno slavo avrebbe potuto fungere da baluardo contro l'irredentismo serbo e Francesco Ferdinando venne quindi percepito come una minaccia da questi stessi irredentisti. Princip dichiarò alla corte che impedire le progettate riforme di Francesco Ferdinando fu una delle sue motivazioni. 28 GIUGNO: assassinio a Sarajevo dell’arciduca Francesco Ferdinando 28 LUGLIO: l’Austria- Ungheria dichiara guerra alla Serbia 1 AGOSTO: la Germania dichiara guerra alla Russia 2 Agosto l'Italia dichiara la neutralità 4 AGOSTO: l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania 3 AGOSTO: la Germania dichiara guerra alla Francia e invade il Belgio 5 AGOSTO: l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Russia, il Montenegro all’AustriaUngheria 6 AGOSTO: la Serbia dichiara guerra alla Germania 12 AGOSTO: l’Inghilterra e la Francia dichiarano guerra all’impero Austro-Ungarico 23 AGOSTO: il Giappone entra in guerra al fianco dell’Intesa 2-3 NOVEMBRE: le forze dell’Intesa dichiarano guerra alla Turchia, 29 OTTOBRE: gli ottomani, legati agli imperi centrali, attaccano la Russia Complesso di accerchiamento della Germania L’Inghilterrra, nemica di ogni supremazia continentale, diffidava dell’imperialismo di Guglielmo II (colonialismo in Africa e Nuova Guinea, creazione di una forte flotta). In Francia era acuto lo spirito di revanche. Tra 1892 e 1894 Francia e Russia stringono un accordo di cooperazione militare ed economica, legato a massicci investimenti industriali francesi in Russia. Nel 1904 si stipula un accordo tra Parigi e Londra per il reciproco riconoscimento di sfere d’influenza coloniale (Entente cordiale). Nel 1907 si attiva un’intesa anglo-russa per delimitare le rispettive zone di influenza nell’altopiano iranico. Gli ambienti della grande industria e della finanza tedesca, ostacolati nei loro progetti espansivi in Oriente dagli interessi economici dell’Intesa, avrebero visto il superamento della crisi soltanto in una “sortita dall’accerchiamento”, ossia in una guerra. Il mattino del 30 luglio 1914, Guglielmo ricevette la notizia della mobilitazione (seppure parziale) russa e scrisse a margine del messaggio: «Dunque, anch'io devo mobilitare». Alla richiesta della Germania alla Russia di revocare la mobilitazione, la Russia rispose che sarebbe stato impossibile. A questo punto Guglielmo, nell'eccitazione del momento, diede sfogo ai suoi sentimenti nelle annotazioni scritte a margine della risposta russa: «[...] Io non ho più alcun dubbio che Inghilterra, Russia e Francia si siano messe d'accordo [...] per servirsi del conflitto austro-serbo come pretesto per intraprendere una guerra di annientamento contro di noi. [...] La stupidità e l'inettitudine del nostro alleato [austriaco] sono serviti da trappola. Ecco che il famoso accerchiamento della Germania è finalmente divenuto un fatto compiuto, nonostante tutti gli sforzi dei nostri uomini politici per impedirlo. [...] Il nostro dilemma di tener fede al vecchio venerando imperatore [austriaco] è stato sfruttato per creare una situazione che offre all'Inghilterra il pretesto che ha sempre cercato per annientarci con fittizia apparenza di giustizia, con la scusa di aiutare la Francia [...]». I piani militari tedeschi, senza dubbio aggressivi, prevedevano che alla mobilitazione seguisse immediatamente lo sconfinamento verso i potenziali nemici e quindi lo stato di guerra. Di fronte al rifiuto della Russia di revocare la mobilitazione, Bethmann (cancelliere tesesco) sottopose a Guglielmo l'ordine per la mobilitazione generale; ordine che venne firmato dall'imperatore alle cinque pomeridiane del 1º agosto 1914. Poco dopo, l'ambasciatore tedesco a San Pietroburgo consegnava la dichiarazione di guerra, attivando, così l'alleanza franco-russa. Poteva essere evitata la guerra? le cause Le cause strutturali 1. Fine dell’ordine europeo 2. Nazionalismi imperialismi 3. Militarismo tedesco 4. Peso degli statimaggiori militari nella politica interna 5. Bellicismo di massa • • • • Minaccia tedesca all’egemonia britannica revanchismo francese irredentismo italiano questione balcanica Le guerre del passato • • • • • gli eserciti prima dell’introduzione della coscrizione obbligatoria costituiscono una frazione marginale della popolazione Francia su 29 milioni – 1789 156.000 – 1793 983.000 battaglie relativamente rare comunque non tali da apparire come catastrofi nazionali per numero di morti diverse invece: – Borodino 28.000 su 120.000 – Waterloo • 27.000 su 72.000 Napoleone • 15.000 su 68.000 Wellington La guerra totale (da Hobsbawm, Il secolo breve) Prima del ventesimo secolo, era un caso eccezionale che la guerra coinvolgesse tutta la società. Il mostro novecentesco della guerra totale non nacque d'improvviso. Tuttavia, dal 1914 in poi, le guerre furono indubbiamente guerre di massa. Nella prima guerra mondiale la Gran Bretagna mobilitò il 12,5 % della popolazione maschile, la Germania il 15,4 %, la Francia quasi il 17% 1914: il I anno di guerra • L’idea germanica era di realizzare un Blitzkrieg una guerra lampo, di movimento, di durata brevissima • Perciò la Germania occupò velocemente i territori neutrali di Olanda e Belgio cercando di penetrare in territorio francese • L’obiettivo era di chiudere in fretta il fronte occidentale prima che la Russia riuscisse ad aprire quello orientale La reazione francese • Le truppe tedesche arrivarono a 40Km. da Parigi • La Francia reagì con forza e con atti di valore • Respinse le truppe tedesche sul fiume Marna dove si combatté una battaglia sanguinosissima durata una settimana • Da questo momento lo scontro si trasforma in guerra di posizione 1914: il fronte orientale • Intanto, con truppe ridotte, si apriva anche il fronte orientale • Con la vittoria ai laghi Masuri gli austrotedeschi occupano la Polonia • Nella regione della Galizia, tra le truppe austriache, combattono anche molti ampezzani • Il fronte prosegue a sud per molti Km. ma è fermo La guerra di posizione • Sarà la caratteristica dell’intera guerra • Era facilitata da più fattori: Ottime armi difensive come mitra, cannoni e gas tossici Eserciti numerosi Trincee e fortificazioni Inizio e prosecuzione del massacro • • • • • • Battaglia delle frontiere (20-23 agosto 1914): 40.000 morti fra i francesi. Prima battaglia della Marna (5-9 settembre 1914): combatterono 2 milioni di uomini. Perdite francesi: 250.000, 80.000 morti. Perdite inglesi: 13.000, 1700 morti. Perdite tedesche: 220.000. Battaglia di Tannenberg (17 agosto – 2 settembre 1914): Perdite tedesche: 20.000. Perdite russe: 30.000, 95.000 prigionieri. Prima battaglia dei laghi Masuri (7 – 14 settembre 1914): : Perdite tedesche: meno di 40.000. Perdite russe: 125.000 battaglia di Verdun (21 febbraio – dicembre 1916, dieci mesi): morirono: 362.000 francesi e 336.000 tedeschi offensiva sulla Somme (1 luglio – 18 novembre 1916): 1.000.000 di perdite di cui 420.000 inglesi, (solo il 1 luglio 57.470, 19.240 morti, la giornata più sanguinosa nella storia dell’esercito inglese), 204.253 francesi, da 465.000 a 600.000 tedeschi. Francesi e Inglesi penetrarono per circa otto chilometri. Dividendo il numero di vittime per il numero di centimetri conquistati si ottiene circa 1,5, ovvero 150 soldati per conquistare un metro di terreno. In pratica per conquistare meno di un centimetro di terreno era necessaria la morte di un soldato. 1914-18: più di 10.000.000 di morti 1.600.000 francesi 800.000 inglesi 1.800.000 tedeschi 600.000 italiani Verdun 1915: entra in guerra l’Italia • • • • • La carneficina continua anche per tutto il secondo anno di guerra L’unica novità è l’ingresso in guerra dell’Italia L’Italia allo scoppio della guerra si era infatti dichiarata neutrale La Triplice Alleanza prevedeva infatti l’ingresso in guerra degli alleati solo se una delle 3 nazioni fosse stata aggredita In realtà l’Italia se l’era presa con l’Austria per via dell’Albania e voleva continuare a fare affari con la GB (Carbon Coke) L’Italia tra neutralità e interventismo Una complessa situazione economica e finanziaria: Luigi Einaudi aveva dimostrato già negli anni ‘20 che per l’Italia del primo Novecento era impossibile sopravvivere senza l’afflusso di materie prime dai paesi dell’Impero britannico. La Banca Commerciale Italiana, fondata nel 1894 a Milano per iniziativa di banche tedesche, austriache e svizzere, esercitava controllo su buona parte del mondo finanziario e industriale italiano. Dalla fondazione, sostenne la nuova struttura industriale del paese con la raccolta di capitale di rischio per i principali settori (siderurgico-meccanico, elettrico, chimico, trasporti, tessile). Nel 1914 i due amministratori delegati erano Otto Joel e Federico Weil, cittadini tedeschi. La Banca Italiana di Sconto (BIS) fu un istituto di credito nato nel 1914 in parte grazie all’apporto di capitali francesi, in aperta opposizione a Banca Commerciale Italiana e Credito Italiano, che per i nazionalisti avevano troppi collegamenti internazionali, anche con banche tedesche e austriache, alla vigilia della guerra considerati inopportuni da chi patrocinava l'intervento a fianco della Francia. Negli anni della guerra la Banca Italiana di Sconto fu il principale finanziatore dell’Ansaldo, che aumentò di moltissimo la propria capacità e integrazione produttiva; questo finì per legare a doppio filo Ansaldo e BIS, che andò incontro ad una altrettanto rapida crescita (grazie all’assorbimento di varie banche minori) e ad un forte aumento di immobilizzazioni. L’Ansaldo finì per diventare il maggior azionista oltre che maggior debitore della banca. Dopo la guerra l’Ansaldo si ritrovò con un eccesso di capacità produttiva e la BIS fu gradualmente travolta dalla crisi finanziaria di quello che era di gran lunga il suo principale creditore. Il trattato di Londra • Patto segreto rivelato solo nel ‘17 anche al Parlamento. Con questo patto l’Italia si impegnava ad entrare in guerra entro 30gg. • In cambio avrebbe ottenuto: • Territori di lingua italiana (TN, TS, GO) • Territori di lingua straniera (Tirolo fino al Brennero, Istria, Dalmazia, Albania, Dodecanneso) • Parte del bottino di guerra • Compensi coloniali (parte delle colonie tedesche) • Concessione di crediti dall’Inghilterra Trattato (o Patto) di Londra, 26 aprile 1915 Il patto restò segreto sino alla sua inattesa pubblicazione, alla fine del 1917, da parte dei bolscevichi, appena giunti al potere in seguito alla Rivoluzione russa. Il governo rivoluzionario, infatti, diede immediata e massima pubblicità ai patti diplomatici segreti rinvenuti negli archivi zaristi, e tra essi il "Patto di Londra". Articolo 1 Si dovrà immediatamente concludere una convenzione militare tra lo Stato Maggiore di Francia, Gran Bretagna, Italia e Russia. Questa convenzione stabilirà il numero minimo di forze militari che dovranno essere usate dalla Russia contro l’Austria - Ungheria al fine di impedire a tale Potenza di concentrare tutta la propria forza contro l’Italia, qualora la Russia decidesse di dirigere la maggior parte del proprio sforzo contro la Germania. Questa convenzione militare deciderà riguardo ad armistizi che necessariamente sono compito dei Comandanti in Capo degli eserciti. Articolo 2 Da parte sua, l’Italia si impegna ad utilizzare tutte le proprie risorse allo scopo di iniziare la guerra assieme alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Russia contro tutti i loro nemici Articoli 3-4-5 Confini italiani in Trentino, Sud-Titolo fino al Brennero, Venezia Giulia, Istria e Dalmazia Articoli 6-7 Riassetto dell’Albania Articoli 8-10, 12 Isole del Dodecanneso, Libia Articolo 13 “Ricompense” coloniali Articolo 15 La Francia, la Gran Bretagna e la Russia sosterranno qualsiasi opposizione l’Italia farà a qualsiasi proposta diretta a far partecipare un rappresentante della Santa Sede in qualsiasi negoziato di pace o negoziato volto a risolvere le questioni derivanti dall’attuale guerra. Interventisti I nazionalisti e i Futuristi Neutralisti Giolittiani (dapprima contro la Francia) L’industria pesante La media industria Alcuni socialisti (Bissolati) che volevano il crollo degli Imperi centrali Gli irredentisti La gran parte dei socialisti Mussolini (dapprima neutrale) I cattolici (specie se si Salandra e Sonnino (liberali di La maggioranza del Parlamento destra) e il Re Il Corriere della Sera (mentre i PS europei erano interventisti) I contadini combatteva contro l’Austria) Motivazioni Interventisti Neutralisti Volontà di espandersi nei Balcani Espansione coloniale Impreparazione dell’esercito Isolare politicamente Giolitti Crisi economica Stemperare nella guerra le tensioni sociali Difendere l’onore della Patria Orientamento pacifista delle masse popolari Favorisce i commerci Verso la guerra • Come riuscì la minoranza del paese a decidere per l’ingresso in guerra dell’Italia? • Per le manifestazioni di piazza di dannunziani, nazionalisti e futuristi (radiose giornate di maggio) • Per la scarsa opposizione di Giolitti che non voleva andare contro il volere del re • Per le molte concessioni fatte all’Italia dalla Francia nel trattato di Londra (26 aprile 1915) L’Italia in guerra Perché? Interessi economici Colonialismo Opposizione al giolittismo L’ingresso in guerra • • • • • In Parlamento il governo fece capire che il re era favorevole alla guerra Giolitti non volle opporsi al re e non fece opposizione Il Parlamento era all’oscuro del lavoro diplomatico del governo culminato nel Patto segreto di Londra. Il Parlamento votò a maggioranza l’ingresso in guerra dell’Italia il 20 maggio 1915 Il Governo aveva vinto anche senza avere una maggioranza parlamentare Il Forte Verena Alle ore 4 del 24 maggio 1915 dal forte Verena (m. 2015, armato con quattro cannoni da 149) partì il primo colpo di cannone da parte italiana della Grande Guerra, diretto contro il forte Verle (m. 1908, altopiano di Vezzena, allora Impero austriaco). I cannoni del forte Verle erano di calibro 100 mm e nulla potevano contro il forte Verena, che per loro era fuori tiro. Le granate che tempestano lo "Spitz" di Vezzena che non colpiscono la cima, cadono a Levico e a Caldonazzo costringendo gli abitanti alla fuga. Contemporaneamente l'Austria abbandonò il confine in Valsugana (attuale confine tra Veneto e Trentino, poco oltre Primolano), raddrizzando la linea del fronte tra Borgo Valsugana e Levico, raccordando il sistema di fortificazioni dell'altopiano con le linee sulla catena dei Lagorai. In quattro giorni di bombardamenti ininterrotti il forte Verle fu colpito da oltre 5.000 granate, vennero sparati quasi 20.000 colpi. Il 30 maggio la fanteria italiana tenta l'assalto ma finisce miseramente intrappolata nel groviglio di campi reticolati posti a protezione della linea del fronte, e martoriata dalle cannonate del Luserna e dello Spitz. Il forte venne pesantemente colpito il 12 giugno 1915 dalle artiglierie austriache fatte giungere tempestivamente (obice Škoda 305 mm), che penetrarono i paramenti in calcestruzzo. Rimasero uccisi il comandante e una quarantina di uomini. Il Regio Esercito avviò un’inchiesta; non mancarono accuse di frode e giudizi negativi sulla tecnica edilizia militare italiana. Le opere italiane non erano in grado di resistere alle artiglierie di assedio avversari. Il fronte italiano • Le truppe vennero immediatamente spostate al nord e venne definito un confine militare che correva lungo gli spartiacque • Per 2 anni e mezzo ci fu una lunga guerra di posizione con minime conquiste territoriali • Il piano di guerra italiano era ambiziosissimo e irrealizzabile Fronte italiano - 1915 Il comando delle forze armate italiane fu affidato al generale Luigi Cadorna. Il nuovo fronte aperto dall'Italia ebbe come teatro l'arco alpino dallo Stelvio al mare Adriatico e lo sforzo principale tendente allo sfondamento del fronte fu attuato nella regione della valli isontine, in direzione di Lubiana. Anche qui, dopo un'iniziale avanzata italiana, gli austro-ungarici ricevettero l'ordine di trincerarsi e resistere. Si arrivò così a una guerra di trincea simile a quella che si stava svolgendo sul fronte occidentale: l'unica differenza consisteva nel fatto che, mentre sul fronte occidentale le trincee erano scavate nel fango, sul fronte italiano erano scavate nelle rocce e nei ghiacciai delle Alpi, fino e oltre i 3.000 metri di altitudine. 23 giugno – 7 luglio: Prima battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 15.000 circa, 2.000 morti. Austriaci 10.500 circa, 1.000 morti) 18 luglio – tre agosto: Seconda battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 30.000 circa, 8.000 morti. Austriaci 47.000 circa) 18 ottobre – 4 novembre: Terza battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 67.000 circa, 11.000 morti. Austriaci 40.500 circa, 9.000 morti) 10 novembre – 5 dicembre: Quarta battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 49.500 circa, 7.500 morti. Austriaci 32.100 circa, 4.000 morti) 7 giugno attacco austriaco, inizio dei combattimenti di Monte Piana. giugno – ottobre: attacchi italiani sul massiccio dell’Adamello, tutti respinti. Fronte italiano - 1916 9 – 15 marzo: Quinta battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 1882. Austriaci 1985) 17 aprile: mina italiana fa esplodere il Col di Lana. 15 maggio – 27 giugno: Battaglia degli Altipiani (Strafexpedition) (Perdite: Italiani 147.730, 15.453 morti. Austriaci 82.815, 10.203 morti) Dimissioni di Salandra (18 giugno). Formazione di un governo presieduto da Paolo Boselli. 4 - 17 agosto: Sesta battaglia dell'Isonzo (battaglia di Gorizia) (Perdite: Italiani 51.000 circa, 21.000 morti. Austriaci 40.000 circa, 9.000 morti) 14 – 18 settembre: Settima battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 21.144. Austriaci 15.000-20.000) 23 settembre: mina austriaca fa esplodere il Monte Cimone. 10 – 12 ottobre: : Ottava battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 23.802 soldati e 782 ufficiali. Austriaci 39.800 soldati e 813 ufficiali) 31 ottobre – 4 novembre: Nona battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 39.000 circa. Austriaci 33.000 circa) L'attacco con il gas del 29 giugno 1916 sul Monte San Michele Sebbene si tratti di un attacco minore dal punto di vista delle forze impegnate, rimane nelle cronache come il primo con l'ausilio di gas effettuato sul fronte italiano. Alle 5 e 15 del mattino del 29 giugno 1916 vennero aperte le 6000 bombole contenenti una miscela di cloro e fosgene, già distribuite alcuni giorni prima. I gas calarono sulle trincee della prima linea dell'XI Corpo d'Armata, occupate da battaglioni della 21ª e 22ª divisione, trovando i soldati italiani completamente impreparati e uccidendone a migliaia. Gli occupanti della seconda linea inizialmente fuggirono terrorizzati davanti alle nuvole di gas e i veterani ungheresi dei battaglioni delle divisioni 17a e 20a Honved non ebbero difficoltà ad occupare le trincee. Più tardi però i battaglioni italiani si riorganizzarono, anche approfittando della distribuzione ineguale del gas, e offrirono una resistenza rabbiosa e inaspettata. Anche grazie al bombardamento mirato sulla retroguardia italiana, che ostacolò l'arrivo dei rinforzi, e malgrado un cambio del vento che causò la morte di centinaia di attaccanti, i battaglioni ungheresi consolidarono le posizioni occupate e l'attacco fu considerato dagli AU un successo, con la perdita di meno di 2000 uomini a fronte di perdite italiane immediate di quasi 7000 uomini. L'utilizzo del gas e delle mazze ferrate per finire gli ustionati fornì ai reparti italiani una motivazione particolare negli scontri successivi. Malgrado le perdite di migliaia di uomini da ambo le parti, la seconda metà di giugno fu definita da entrambi i comandi «giornate tranquille» 1916: il terzo anno di guerra • Le battaglie + sanguinose furono però ancora sul fronte occidentale • A Verdun, nel nord della Francia, i tedeschi tentano un’avanzata • Vengono respinti a fatica e a costo di 600 mila morti • Altra battaglia sanguinosissima fu lungo il fiume Somme: oltre 1 milione di morti Battaglia della Somme Nazionalità Morti Inghilterra 360.000 Canada 25.000 Australia 23.000 N.Zelanda 7.408 Sud Africa 3.000 Terranova 2.000 Francia 204.253 Tot. Alleati 623.907 Germania 500-600.000 Il fronte interno • • • • Tutte queste morti erano assolutamente inaspettate e crearono molte resistenze alla guerra insieme ai grossi disagi per la popolazione civile La Germania subiva il blocco economico da parte della GB e la sua industria si trovò in crisi Dal fronte tornavano tanti feriti e amputati e molti disertori che raccontavano le atrocità della guerra di trincea Si ricorreva al lavoro femminile, alla “fame organizzata”, ma il malcontento saliva Le donne alla produzione di armi Prima cucina ambulante a Berlino nel 1916 Fare la fila per la razione quotidiana di alimenti 1917 Attività sportive degli invalidi nel 1917 L’umore della popolazione • Le fasce non privilegiate erano costrette a rubare carbone e andare in campagna per cercare cibo dai contadini • Lo stato subì un’enorme perdita di credibilità da parte della popolazione perché questa capì ben presto che nonostante le promesse gli alimenti non bastavano per sfamare tutti. • L’amministrazione dell’alimentazione dava dei consigli assurdi agli affamati come ad esempio suddividere una razione in 30 morsi per un totale di 2500 masticazioni da effettuarsi in 30 minuti per sfruttare meglio il cibo e così saziarsi con meno. La popolazione reagì con disprezzo a questi consigli. La situazione al fronte • I soldati venivano informati della situazione a casa solo attraverso le lettere della propria famiglia. • Anche al fronte si combatteva contro la fame, la distribuzione del cibo non si svolgeva in maniera equa e i generali mantenevano il meglio per se stessi. • I soldati furono impegnati in battaglie senza fine, morendo in gran numero e combattendo per pochi m. • Molti soldati si auto-mutilavano solo per poter tornare a casa e quando rientravano non erano visti come eroi ma a volte ritenuti responsabili per le sofferenze della guerra • In I. ci furono 400.000 denunce per reati militari e 500.000 per renitenza alla leva Il pacifismo • Tutto questo portò alla nascita di movimenti pacifisti specie fra i partiti socialisti europei • Vennero organizzate delle conferenze internazionali a Zimmerwald e a Kienthal • Si chiedeva la fine della guerra senza perdite e annessioni 1917: quarto anno di guerra • 2 fatti storici di grande importanza: – La Rivoluzione Russa che porta alla fine il regime zarista e all’uscita della Russia dalla guerra – La guerra sommergibilistica dei tedeschi si intensifica e viene affondato il Lusitania. La conseguenza sarà l’ingresso in guerra degli USA Conseguenze • Ci furono 2 conseguenze una a breve e una a medio termine: A breve Le truppe tedesche impegnate sul fronte russo vengono dislocate su quello italiano e danno inizio all’attacco di Caporetto. A medio L’intervento degli USA, anche se militarmente non troppo significativo, fu fondamentale per l’apporto industriale che forniva agli alleati. Fronte italiano - 1917 12 maggio – 5 giugno: Decima battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 160.000 circa, 36.000 morti. Austriaci 125.000 circa, 17.000 morti) 10 – 25 giugno: Battaglia del Monte Ortigara (Perdite: Italiani 21.000, 2.800 morti. Austriaci: 9.000, 1.000 morti) 17 -31 agosto: Undicesima battaglia dell'Isonzo (Perdite: Italiani 160.000 circa, 30.000 morti. Austriaci 120.000 circa, 20.000 morti) 24 ottobre – 8 novembre: Battaglia di Caporetto (Dodocesima battaglia dell'Isonzo) (Perdite: Italiani dai 10.000 ai 13.000 morti, 30.000 feriti, 265.000 prigionieri, 4.882 cannoni, 300.000 sbandati, 50.000 disertori. Austriaci e Tedeschi 50.000 morti e feriti) Dimissioni di Boselli (30 ottobre). Formazione di un governo presieduto da Vittorio Emanuele Orlando. Comando dell’esercito a Armando Diaz Solo nel novembre 1917, le truppe francesi e britanniche cominciarono ad affluire sul fronte italiano in maniera consistente L'esercito italiano si attesta su un nuovo fronte del Grappa-Piave, più breve e saldato con le posizioni sull’Altopiano Dopo anni di immobilismo il fronte italiano cede improvvisamente a Caporetto (XII battaglia dell’Isonzo). Il fronte cede sotto la spinta dei battaglioni tedeschi anche a causa di gravi carenze da parte dei generali italiani: Badoglio comunica per sbaglio in chiaro le posizioni dell’artiglieria italiana che furono intercettate dai nemici Per mancanza di maschere anti gas 3000 italiani morirono asfissiati in una grotta Le posizioni della prima linea e delle riserve erano sbagliate Vari errori tattici degli ufficiali al fronte. Mancato uso dell’artiglieria. Mancanza di comunicazioni Scarsa attitudine alla guerra difensiva, le 11 battaglie precedenti erano sempre stati attacchi italiani Nuova tattica di infiltrazione e aggiramento usata dagli AU e dai rinforzi tedeschi Fronte italiano - 1918 13 marzo 1918: mina austriaca distrugge la sommità del Monte Pasubio 15 – 25 giugno: offensiva austro-ungarica (Battaglia del Solstizio) (Perdite: Italiani 90.000 circa. Austriaci 150.000 circa) 9 agosto: volo su Vienna 24 ottobre - 3 novembre: Battaglia di Vittorio Veneto ) (Perdite: Italiani 26.000 feriti, 5.800 morti. Austriaci 100.000 feriti 300.000 prigionieri 35.000 morti) 1918: l’ultimo anno di guerra • • • • • • l’esercito austriaco sfonda le linee italiane e arriva fino al Piave Cade il governo Boselli> Orlando Tolto il generale Cadorna > Diaz Prima metà 1918 : gli imperi Centrali restano forti militarmente e respingono gli ultimi attacchi tedeschi Luglio 1918 : col sostegno USA la guerra gira a sfavore degli Imperi centrali, definitivamente 4 Novembre 1918 vittoria italiana decisiva a Vittorio Veneto La Pace • In realtà l’esercito tedesco non aveva subito sconfitte decisive ma era crollato il fronte interno • Il Kaiser Guglielmo II abdica e si rifugia in Olanda • In D. si fa una Repubblica che, insieme all’Austria, firma l’armistizio il 4 e l’11 novembre 1918 e consegna le armi pesanti I firmatari dell’armistizio di Rethondes posano davanti al celebre vagone I risultati della guerra Nazione Uomini mobilitati Caduti Feriti Prigionieri Totale Percentuale Russia 12.000.000 1.700.000 4.950.000 2.500.000 9.150.000 76,3 Francia 8.410.000 1.357.800 4.266.000 537.000 6.160.800 73,3 Impero britannico 8.904.467 908.371 2.090.212 191.652 3.190.235 35,8 Italia 5.615.000 650.000 947.000 600.000 2.197.000 39,1 Stati Uniti 4.355.000 126.000 234.300 4500 350.300 8 Giappone 800.000 300 907 3 1210 0,2 Romania 750.000 335.706 120.000 80.000 535.706 71,4 Serbia 707.343 45.000 133.148 152.958 331.106 46,8 Belgio 267.000 13.716 44.686 34.659 93.061 34,9 Grecia 230.000 5000 21.000 1000 27.000 11,7 Portogallo 100.000 7222 13.751 12.318 33.291 33,3 50.000 3000 10.000 7000 20.000 40 Totale Intesa 42.188.810 5.152.115 12.831.004 4.121.090 22.089.709 52,3 Germania 11.000.000 1.773.700 4.216.058 1.152.800 7.142.558 64,9 Austria- Ungheria 7.800.000 1.200.000 3.620.000 2.200.000 7.020.000 90 Turchia 2.850.000 325.000 400.000 250.000 975.000 34,2 Bulgaria 1.200.000 87.500 152.390 27.029 266.919 22,2 Totale Imperi centrali 22.850.000 3.386.200 8.388.448 3.629.829 15.404.477 67,4 Totale complessivo 65.038.810 8.538.315 21.219.452 7.750.919 37.494.186 57,6 Montenegro Conseguenze del conflitto • Quantità di morti mai vista • Immensi danni economici • Cambia le geografia del mondo • Spariscono 4 imperi • Nascono nuovi stati • Inizia il declino dell’Europa I trattati di pace • Si tennero in diverse località intorno a Parigi • Vi parteciparono il Presidente USA Wilson, Clemenceau per la Francia, David Lloyd George per la GB, Vittorio Emanuele Orlando per l’Italia • Non furono invitati i paesi sconfitti Le 2 linee guida dei trattati • Posizione morbida nei confronti della Germania • Sostenuta da Wilson • Si voleva impedire che una Germania troppo debole fosse facile bersaglio per una futura Russia in espansione • I 14 punti • Posizione dura nei confronti della Germania • Sostenuta da F e GB • Doveva essere punita esemplarmente in quanto principale responsabile della guerra e per evitare altre iniziative future • Si doveva umiliare la Germania e impedirle in futuro altre iniziative belliche I 14 punti di Wilson Lloyd George, Giorgio Sidney Sonnino, ministro degli Esteri italiano, Georges Clemenceau, e il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson • Il disarmo • Il libero scambio • Soluzione equa delle colonie • Libertà di navigazione • Autodeterminazione dei popoli • Nascita della Società delle Nazioni a Ginevra Questa doveva garantire la pace mondiale, ma era molto debole e non vi entrarono nemmeno gli USA Risultanze di Versailles • Patto durissimo per la Germania che doveva: • dare alla Francia Alsazia e Lorena • Dare lo sbocco al mare alla Polonia (corridoio di Danzica) • Alcune regioni di confine a Danimarca e Belgio • Le colonie a F e GB, ma anche a Belgio, Giappone e Australia. No all’Italia • 132 miliardi di marchi per danni di guerra a F e GB • Divieto di armarsi • La regione mineraria della Saar sarebbe rimasta alla Francia per 15 anni Gli altri trattati • • • • • • Finì l’impero austro ungarico La Cecoslovacchia divenne indipendente, ma nei Sudeti rimasero 3 milioni di tedeschi La Galizia andò alla Polonia Nei Balcani si formò la Romania e la Jugoslavia Quest’ultima nazione non era prevista e creò problemi all’Italia che avrebbe dovuto ricevere la Dalmazia Finì anche l’Impero Ottomano e gli stretti furono internazionalizzati … e l’Italia? • Ottiene: il Trentino Alto Adige e Trieste • Ottiene l’istria • NON ottiene: colonie • La Dalmazia • e soprattutto Fiume che era di lingua italiana • Si cominciò a parlare di “Vittoria mutilata” Conclusioni • • • • • • • • Si può vincere una guerra e perdere una pace E’ quello che succede all’Italia, ma non solo Un trattato è buono quando crea le condizioni per una pace duratura Per questo Versailles fu un fallimento Creò malcontento in Germania e in Italia Non creò le condizioni economiche per risollevare le economie europee Generò inflazione e povertà Fece nascere infiniti conflitti marginali (Istria, Palestina, Medio Oriente…) ma pose soprattutto le condizioni per una II Guerra mondiale! Uno sguardo retrospettivo Vi è qualcuno che ricordi ancora l’Europa nei mesi prima del 1914? e che ricordi gli anni che precedettero questi anni di guerra? Pare che gran tempo sia trascorso, che si tratti di un’epoca lontana, tanto le condizioni della vita sono mutate e tanto è mutata la concezione della Vita. Forse trenta milioni di morti separano due età. Molti uomini ha ucciso la guerra, molti più ancora la malattia, ma assai più ha ucciso la fame. Sono i morti una grande barriera tra l’Europa di ieri e l’Europa di oggi. Abbiamo vissuto due epoche storiche, non due periodi differenti: l’Europa che era lieta e prospera, dopo l’immensa guerra, è minacciata da una decadenza e da un abrutimento, che fa ricordare la caduta dell’Impero romano. Noi stessi non ci rendiamo conto di ciò che avviene. Oltre due terzi dell’Europa sono in fermento e vi è in tutti un senso vago d’inquietudine...” F. S. Nitti, L’Europa senza pace, 1921, citato in Sasso Gennaro, Tramonto di un mito, L’idea di “progresso” fra Ottocento e Novecento, Il Mulino, Bologna, 1984, pag. 43