Fauna Guida Sicura - Provincia di Pisa

FAUNA GUIDA SICURA
FAUNA SELVATICA E
SICUREZZA STRADALE
A cura di:
Luca Masciarelli
Provincia di Pisa
Assessorato alla Difesa Fauna
Presentazione
Convivere con gli animali selvatici patrimonio collettivo
In Italia la fauna è – per postulato giuridico - patrimonio dello Stato e
quindi patrimonio di tutti noi. Così come l’ambiente che ospita la fauna,
specie quella a rischio, viene obbligatoriamente preservato per il bene
collettivo.
Di chi è, quindi, la colpa di un incidente con un selvatico? Ma,
soprattutto, come è possibile prevenirlo? La tesi che spesso si ritrova
nelle richieste di risarcimento imputa la colpa, per “omessa custodia” e
“malgoverno di animali”, a chi rappresenta lo Stato e gestisce per esso
la fauna selvatica. Ma si può realmente “custodire” un animale
selvatico? In che modo? È pensabile installare reti anti-attraversamento
ai lati di tutte le strade percorse da autoveicoli? Ha senso porre in atto
sistemi artificiali di allontanamento molto costosi e che poi non sempre
funzionano?
Forse dovremmo cominciare a riflettere sul fatto che l’esigenza sempre
maggiore di spostamento e in tempi sempre più brevi ha portato a
trasformazioni ambientali connesse allo sviluppo della rete viaria. Allo
stesso tempo, presi come siamo dalla frenesia, spesso non ci
accorgiamo delle variazioni che avvengono fuori dalla carreggiata: la
nostra Toscana è stata riconquistata dai boschi; molte specie animali
selvatiche, solo qualche decennio fa ridotte sull’orlo dell’estinzione, si
sono riappropriate delle nostre campagne e vivono in mezzo a noi, anzi
vivono (e muoiono) tra le nostre strade. Gli animali si spostano senza
riconoscere le strisce pedonali ed i semafori; senza guardare a destra e
sinistra prima di oltrepassare il nastro d’asfalto. I rischi degli attraversamenti sono elevatissimi sia per l’animale, sia per il conducente che lo
incontra all’improvviso. Dobbiamo pertanto intensificare gli sforzi tesi
ad evitare che le strade fungano da barriere ecologiche per gli animali
che naturalmente si spostano e contemporaneamente informare che
0
conviviamo con gli animali selvatici e che bisogna moderare la velocità
in certi tratti stradali ed in certe ore quando il rischio di attraversamento è più alto.
Per queste ragioni, sulla base di tante esperienze italiane e straniere, la
Provincia di Pisa ha scelto di avviare una campagna di sensibilizzazione
della cittadinanza sul rispetto di comportamenti corretti alla guida,
prestando particolare attenzione in presenza di cartelli stradali di
pericolo attraversamento animali selvatici.
Giacomo Sanavio
Assessore alla Difesa Fauna
della Provincia di Pisa
1
Purtroppo gli animali superiori
hanno una capacità e una tendenza
a combinar disastri direttamente
proporzionale alla loro intelligenza.
Konrad Lorenz
2
0
Introduzione
Il fenomeno degli incidenti stradali con coinvolgimento della fauna
selvatica è purtroppo di grande attualità e mostra un andamento in
crescita. Difficile una valutazione esatta delle reali dimensioni di questa
problematica e dei suoi effetti negativi sulla società umana e sulle
specie animali. Le perdite umane a livello europeo sono numerose, si
contano centinaia di morti, migliaia sono i feriti e i danni materiali si
calcolano in milioni di euro. Ma ogni anno in Europa scompaiono, a
causa degli incidenti stradali, anche milioni di uccelli e mammiferi e un
numero imprecisato, ma sicuramente molto elevato, di anfibi e rettili.
Gravi sono i danni per il patrimonio naturalistico in generale e per la
tutela della biodiversità1 in particolare.
I casi di collisione in Italia tra veicoli e fauna selvatica, secondo alcune
stime, costituiscono circa il 2% degli incidenti totali.
Gli interventi di mitigazione possono essere condotti a vari livelli:
adeguamento della rete stradale con strutture di attraversamento per
la fauna, distogliere gli animali dall’attraversare le strade (almeno
quando vi sono veicoli in transito) oppure informare e formare i
conducenti dei veicoli affinché abbiano una condotta di guida
compatibile con la probabile presenza della fauna. Quest’ultimo criterio
di intervento appare, sulla base anche di esperienze pregresse, il miglior
sistema in termini di riduzione del numero di incidenti e dei danni
conseguenti oltre che il più sostenibile sotto il profilo economico.
Questo libretto vuole essere un utile vademecum per tutti coloro che
alla guida di un veicolo possono trovarsi “improvvisamente”2 ad
incontrare un animale selvatico.
1 Tutte le forme animali o vegetali, geneticamente dissimili, presenti sulla Terra e
gli ecosistemi ad esse correlati.
2 La parola “improvvisamente” è la più ricorrente nelle denunce relative agli
incidenti con la fauna selvatica.
1
Strade e fauna selvatica
La rete stradale in Italia si sviluppa per 800.000 km circa, 35.000 dei
quali in Toscana. Il parco veicolare a motore circolante nel nostro Paese
totalizza oltre 45 milioni di unità; la provincia di Pisa conta, escludendo i
ciclomotori, circa 350.00 veicoli (ACI - ISTAT, 2009).
D’altra parte negli ultimi decenni in Italia si è assistito ad un aumento in
termini numerici delle presenze faunistiche, soprattutto di Ungulati3
selvatici, per vari motivi: diminuzione delle attività agricole, aumento
delle superfici forestali, minore grado di antropizzazione di alcune zone
ecc. Alcune specie stanno divenendo così numerose da raggiungere
densità superiori rispetto alle capacità portanti del territorio che
occupano. Gli Ungulati in Toscana sono stimati in 150.000 cinghiali,
130.000 caprioli, 7.000 daini e 4.000 cervi (anno 2008).
Tali premesse consentono di inquadrare la problematica ed evocano
inevitabilmente situazioni di conflitto tra la circolazione veicolare e gli
spostamenti della fauna.
Le implicazioni di questo fenomeno per i conducenti, i passeggeri e i
veicoli sono facilmente intuibili mentre l’influenza sugli animali è più
complessa. Ai danni diretti, quali il ferimento o la morte dovuti alle
collisioni con i veicoli in transito si sommano anche quelli indiretti:
l’effetto trappola, causato da pozzetti e cunette laterali con sponde
ripide, su specie di piccola taglia, gli impatti degli uccelli con strutture
quali le pareti fonoassorbenti trasparenti, ecc. Inoltre la frammentazione del territorio determinata dalla rete stradale comporta: la
diminuzione degli spazi vitali, effetti barriera che riducono le possibilità
di movimento degli animali, l’isolamento delle popolazioni e la
diminuzione della diversità biologica. Infine, ma non ultima per
importanza, l’alterazione delle caratteristiche fisiche ed ecologiche
degli habitat attraversati dalle strade (inquinamento atmosferico,
acustico, luminoso).
Gli effetti descritti possono determinare anche estinzioni locali a livello
di popolazione.
3 Gli Ungulati sono mammiferi che hanno la punta delle dita rivestite da unghie
trasformate in zoccoli. Le specie ungulate in Toscana sono: cinghiale, capriolo,
cervo, daino e muflone.
2
Inquadramento della casistica sugli incidenti stradali in Italia
La casistica generale relativa agli incidenti stradali nel nostro Paese
riporta per l’anno 2009: 215.405 sinistri con 307.258 feriti e 4.237 morti
(ISTAT, 2009). Le prime tre cause di incidente, che costituiscono quasi il
45% dei casi, sono il mancato rispetto delle regole di precedenza, la
guida distratta e la velocità troppo elevata. Gli episodi più gravi si sono
verificati sulle strade extraurbane secondarie. Gli orari degli incidenti
stradali mostrano tre picchi: il primo si riscontra tra le 8.00 e le 9.00 del
mattino, il secondo si osserva tra le 12.00 e le 13.00, mentre la punta
massima di incidentalità si registra intorno alle ore 18.00, quando agli
effetti dell’aumento della circolazione si aggiungono la stanchezza e la
difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale
non ancora sostituita da quella artificiale.
Il grafico seguente confronta gli orari degli incidenti stradali in Italia nel
2009 con quelli che hanno visto coinvolta la fauna selvatica in Toscana
nel periodo 2001-2008. Gli incidenti con gli animali selvatici mostrano il
picco massimo tra le 19.00 e le 20.00.
20.000
incidenti anno 2009, Italia
incidenti 2001-2008, Toscana
15.000
250
200
150
10.000
100
5.000
50
0
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
Andamento orario degli incidenti in Italia nel 2009 (ISTAT) e degli incidenti con
la fauna nella regione Toscana nel periodo 2001-2008 (Regione Toscana).
3
Luca Masciarelli
Luca Masciarelli
Animali sulle strade?
Gli animali selvatici frequentano le strade durante i normali spostamenti
quotidiani o durante le migrazioni stagionali. Spesso però la sede
stradale e le fasce di rispetto ad esse adiacenti (includendo quindi
anche la vegetazione, la segnaletica, l’illuminazione pubblica, le
recinzioni e i pali) rappresentano una opportunità alimentare (resti di
animali investiti, specie vegetali ai margini della carreggiata, maggiore
facilità di individuare prede, rifiuti commestibili), luoghi con condizioni
microclimatiche favorevoli (soprattutto per i rettili), ambienti in cui
trovare rifugio e poter nidificare e una condizione favorevole per
spostarsi più agevolmente.
Femmina di cervo, a sinistra, e ibrido tra cinghiale e maiale, a destra, sulla
banchina.
Le caratteristiche strutturali e le condizioni della strada insieme al
volume di traffico incidono in maniera determinante sulla frequenza
degli incidenti. In generale le strade caratterizzate da elevate velocità di
percorrenza e da traffico intenso e continuo, come i lunghi rettilinei,
sono quelle su cui si verifica il maggior numero di sinistri.
Alcuni studi ci dicono che per gli Ungulati un basso numero di veicoli in
transito implica un modesto effetto barriera ed una limitata estensione
dell’area di disturbo lungo i margini della carreggiata. In questi casi
molti animali frequentano le zone contigue alla sede stradale e il rischio
di incidenti è elevato. Altresì condizioni di traffico intenso determinano
un elevato effetto barriera e un’area di disturbo, nei pressi della sede
stradale, molto ampia. In tali condizioni solo gli animali probabilmente
4
fortemente motivati proveranno ad attraversare ed il rischio di impatti
sarà quindi minore.
La situazione nella regione Toscana
In Toscana nel periodo 2001-2008 sono stati denunciati oltre 2.800
incidenti4 e il fenomeno su base regionale appare in crescita (da 200
denunce nel 2001 si è passati a 480 nel 2008).
Le strade provinciali, che rappresentano il tipo di viabilità più diffuso sul
territorio toscano, risultano in termini numerici quelle con il più alto
numero di incidenti mentre le strade statali, regionali e comunali
presentano un numero di sinistri minore. Le strade regionali hanno però
una incidentalità (numero di incidenti per 100 km) quasi doppia rispetto
alle strade provinciali.
Le analisi statistiche sul fenomeno degli incidenti stradali con la fauna si
basano in gran parte sulle denunce degli utenti della strada che hanno
subito un danno. Gli archivi così costituiti non risultano rappresentativi
dell’effettiva dimensione del fenomeno. Le registrazioni comprendono
quasi esclusivamente mammiferi di taglia medio - grande, in grado di
produrre danni di una certa entità, mentre sono quasi completamente
assenti i piccoli mammiferi, gli anfibi, i rettili e gli uccelli5. Tuttavia i dati
disponibili possono fornire alcune utili informazioni per la descrizione e
lo studio del fenomeno, soprattutto sotto il profilo della sicurezza
stradale.
La situazione in provincia di Pisa
La Provincia di Pisa ha registrato circa 450 denunce di incidente, come
risulta dagli archivi dell’Amministrazione, relativi al periodo compreso
tra il 1 gennaio 1999 e il 21 ottobre 2010. Il dato colloca Pisa in una
posizione intermedia a livello regionale rispetto alle altre province.
L’andamento delle denunce degli ultimi anni appare in crescita con
l’anno 2009 che ha fatto registrare il triplo delle denunce rispetto al
1999.
4 Le specie maggiormente coinvolte risultano: cinghiale (1.179 denunce),
capriolo (1.034), daino (206), istrice (56), volpe (32), cervo (18) e tasso (18).
5 In Toscana, nel periodo 2001-2008, si sono registrati soltanto 25 incidenti con
uccelli e nessuno con rettili o anfibi.
5
70
60
50
40
30
20
10
0
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Numero di incidenti con animali selvatici nella provincia di Pisa (dati Provincia
di Pisa, 1999-2009).
I comuni della provincia di Pisa con più denunce sono: Volterra, Lajatico,
Lari e Montecatini val di Cecina; mentre quelli col più alto livello di
incidentalità6 sono: Lajatico, Ponsacco, Lari e Guardistallo.
La zona costiera della provincia presenta denunce relative ad incidenti
con daini in corrispondenza del Parco Regionale Migliarino - San
Rossore - Massaciuccoli per la parte ricadente nel territorio provinciale
pisano.
Le specie cinghiale e capriolo costituiscono la gran parte delle denunce
riguardanti il territorio provinciale (rispettivamente il 58% e il 28%),
seguono il daino (6%), le altre specie (4%)7 e gli animali non identificati
(4%).
La tabella seguente elenca le strade della provincia che hanno fatto
registrare il maggior numero di incidenti nel periodo 1999-2010. Si
evidenzia come i sinistri, per i quali risulta una localizzazione ab-
6 L’incidentalità, numero di incidenti per 100 km di strada, consente di fare
comparazioni tra strade di lunghezze diverse.
7 Cervo, fagiano, volpe, istrice, tasso, lepre e puzzola.
6
bastanza precisa del punto in cui si sono verificati (si vedano anche le
tavole I e II, fuori testo), siano ascrivibili ad alcuni tratti (fasce
chilometriche) che spesso ricomprendono la totalità degli eventi noti.
Strada8
(lunghezza
in km)
SP 11 (27)
Numero di incidenti
Fasce chilometriche
(incidenti per fascia)
11
Km 1-4 (3); km 13-19 (3)
SP 13 (52)
16
(dati riferibili all’intero tratto)
SP 14 (25)
5
Km 1-5 (3)
SP 15 (13)
5
Km 1-4 (3)
SP 18 (18)
4
Km 9-11 (2)
SP 26 (10)
4
Km 7-9 (3)
SP 28 (15)
5
Km 10-13 (3)
SP 33 (8)
5
Km 2-5 (2)
SP 36 (19)
4
Km 8-9 (2)
SP 42 (9)
4
(dati riferibili all’intero tratto)
SP 45 (16)
4
Km 5-6 (2)
SP 46 (9)
5
(dati riferibili all’intero tratto)
SP 329 (29)
4
SR 68 (51)
38
SR 439 (85)
82
(dati riferibili all’intero tratto)
Km 1-2 (2); km 12-18 (3); km 22-26
(5); km 33-42 (4); km 46-50 (7).
Km 0-8 (15); km 48 (2); km 66-95
(18); km 100-109 (10)
Elenco delle strade con maggior numero di incidenti con la fauna selvatica nella
provincia di Pisa e relative fasce chilometriche (dati Provincia di Pisa, 19992010).
8 SP 11 Colline per Legoli, SP 13 Commercio, SP 14 Miemo, SP 15 Volterrana, SP 18
dei 4 Comuni, SP 26 S. Pietro Belvedere, SP 28 dei 3 Comuni, SP 33 Castellina
Marittima – Le Badie, SP 36 Palaiese, SP 42 Terricciola, SP 45 Lajatico, SP 46
Perignano Lari, SP 329 del Passo di Bocca di Valle, SR 68 Val Cecina, SR 439
Sarzanese Valdera.
7
Non è possibile prevedere con certezza i luoghi
esatti di attraversamento della fauna selvatica, ma
dagli elementi disponibili, come si è visto, si
possono individuare i tratti stradali a maggior
rischio di incontro con la fauna. L’identificazione di
questi punti “caldi” è utile per i conducenti dei
veicoli ma anche per gli Enti proprietari e/o gestori delle strade al fine di
poter mettere in atto efficaci interventi di mitigazione. Vista la grande
importanza di una corretta raccolta dei dati, la Provincia, dal 2007, ha
predisposto una adeguata modulistica relativa alle denunce di sinistri in
cui sia stata coinvolta la fauna selvatica. Il modulo di denuncia,
scaricabile dal sito internet della Provincia (www.provincia.pisa.it),
prevede dei campi da riempire relativi al luogo preciso del sinistro, alla
specie coinvolta, all’orario e ad altre informazioni. La corretta
indicazione di tali informazioni è condizione indispensabile, tra l’altro,
per adire ad eventuali richieste di indennizzo.
I riferimenti ottenibili dalla segnaletica stradale per descrivere con
buona approssimazione un punto lungo una strada sono: la sigla di
identificazione (SS, SR, SP, SC, A), il numero e le
progressive chilometriche ed ettometriche. La figura a
destra identifica il chilometro 24 della strada provinciale
n° 37. É possibile una maggiore precisione segnalando la
progressiva ettometrica. La figura a sinistra
indica il chilometro 24+800 metri. Nelle
strade costituite da più carreggiate, quindi in
presenza di spartitraffico, è bene anche indicare la carreggiata facendo
riferimento al senso di direzione rispetto ai punti cardinali o al
capostrada.
È fondamentale anche annotare l’ora dell’incidente, la specie coinvolta
e le sue condizioni (illeso, ferito, deceduto); mentre sarebbero molto
utili alcune fotografie del luogo esatto dell’incidente e dell’ambiente
circostante.
Il territorio provinciale pisano, secondo una ripartizione per zone
altimetriche, è costituito per il 25% da pianure mentre la restante parte è
8
Luca Masciarelli
costituita da rilievi collinari9 e montani; il 65% della popolazione vive in
pianura (ISTAT, 2007).
Il 50% del territorio provinciale è caratterizzato da colture agrarie di
vario tipo, il 40% da formazioni boschive (soprattutto querceti e boschi
misti) e meno del 4% da aree urbanizzate.
Buona parte del territorio pisano si rivela così con caratteristiche di
idoneità medio - alte rispetto allo sviluppo di numerose e diverse
popolazioni di fauna selvatica.
Tratto della SR 439 Sarzanese Valdera (PI) al Km 93 con evidente chiazza
conseguente ad un incidente con un animale.
Le tavole seguenti mostrano per le specie cinghiale e capriolo le mappe
di idoneità ambientale10, ovvero la stima di questo parametro, per il
territorio della provincia di Pisa. Tali mappe consentono di avere
elementi utili per fare delle predizioni sulla possibile presenza o assenza
di una determinata specie in una certa zona.
9 La collina è un rilievo compreso tra 200 e 600 metri.
10 Una mappa di idoneità ambientale rappresenta le zone di un territorio con
caratteristiche ecologiche più o meno adatte ad una specie.
9
Mappa di idoneità ambientale per la specie capriolo in provincia di Pisa (da
LIPU, 2009, modificato).
10
Mappa di idoneità ambientale per la specie cinghiale in provincia di Pisa (da
LIPU, 2009, modificato).
11
La suddivisione nei diversi mesi dell’anno degli incidenti relativi agli
Ungulati sulle strade mostra che la primavera, per il capriolo, e
l’autunno, per il cinghiale, sono le due stagioni in cui si verificano la
maggior parte dei sinistri.
45
40
cinghiale
35
capriolo
30
25
20
15
10
5
0
G
F
M
A
M
G
L
A
S
O
N
D
Distribuzione degli incidenti per mese in provincia di Pisa (dati Provincia di Pisa,
1999-2010).
La distribuzione degli incidenti con la fauna nella provincia nei diversi
giorni della settimana appare complessivamente abbastanza omogenea
anche se a livello regionale è stato evidenziato un certo incremento nei
giorni di sabato e domenica.
La ripartizione dei sinistri, relativi a tutte le specie, in fasce orarie di
un’ora ciascuna indica un notevole incremento del fenomeno nel
periodo tra le 19.00 e le 24.00, valori minimi nella tarda mattinata, nel
pomeriggio e nel cuore della notte, situazione intermedia nel resto della
notte e nelle prime ore del mattino.
L’ISTAT, rispetto alla casistica generale sul territorio nazionale, ci dice
che la notte sulle strade extraurbane avvengono meno incidenti stradali
ma più pericolosi; l’indice di mortalità assume i valori più elevati tra le
ore 22.00 e le 6.00.
12
Dopo le 18.00 iniziano a diminuire statisticamente gli incidenti legati agli
altri motivi ma aumentano quelli con la fauna. La diminuzione del
traffico veicolare tipica delle ore notturne coincide con: l’aumento delle
velocità di percorrenza, la minore visibilità, la maggiore presenza di
fauna in attraversamento, la più numerosa presenza, nei fine settimana,
di conducenti giovani e inesperti, la più alta probabilità che i conducenti
abbiano assunto quantità di alcool incompatibili con la guida, la
stanchezza che porta ad allungare i tempi di reazione ecc.
L’analisi dei dati relativi agli orari dei sinistri per singole specie è stata
possibile solo per cinghiale e capriolo. L’andamento orario della
sinistrosità col cinghiale è nettissimo mostrando un massimo tra le
19.00 e le 24.00. Gli incidenti con il capriolo si distribuiscono
prevalentemente la mattina presto e la sera tra le 19.00 e le 20.00.
18
16
capriolo
14
cinghiale
12
10
8
6
4
2
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23
Distribuzione degli incidenti per fasce orarie e per specie (dati Provincia di Pisa,
1999-2010).
Il grafico seguente mostra la ripartizione percentuale degli incidenti per
le specie capriolo e cinghiale tra “giorno” e “notte” (intesi come
13
presenza/assenza di luce naturale sufficiente per la guida11). Le
differenze tra le due specie appaiono evidenti: il capriolo fa registrare il
67% degli incidenti durante il giorno (come si è detto, la mattina e la sera
più che nelle ore centrali della giornata), mentre il 74% dei casi con il
cinghiale sono ascrivibili alla notte.
80
70
60
capriolo
cinghiale
74
67
50
40
30
20
33
26
10
0
% incidenti di giorno
% incidenti di notte
Distribuzione percentuale degli incidenti tra giorno e notte per le specie
capriolo e cinghiale (dati Provincia di Pisa, 1999-2010).
Notizie dal mondo animale!
Si descrivono di seguito alcune note sulla biologia della fauna più
coinvolta nei sinistri stradali. Le informazioni sulle dimensioni, sulle
masse, sui comportamenti (alimentari, sociali, riproduttivi) e sulle
capacità dinamiche di alcune delle specie coinvolte possono risultare
utili per una adeguata condotta di guida e per una migliore
identificazione delle specie.
11 La durata giorno/notte è stata calcolata togliendo e aggiungendo 30 minuti
rispettivamente all’ora dell’alba e del tramonto per il giorno 15 di ogni mese
dell’anno. Il Codice della Strada, infatti, individua la necessità di azionare i
dispositivi di illuminazione dei veicoli a partire da mezz’ora dopo il tramonto del
sole fino a mezz’ora prima del suo sorgere.
14
Mammiferi
I mammiferi, e tra questi gli Ungulati, arrecano i danni più importanti a
cose e persone. La dinamica d’urto tra i veicoli e la fauna dipende dal
punto in cui questo si verifica ma anche dalle dimensioni, dalle masse e
dalla velocità degli animali e dei veicoli 12; inoltre un cervo, con la sua
altezza, produce un danno diverso rispetto ad un cinghiale. Le specie in
grado di spiccare balzi notevoli possono poi impattare praticamente
con tutte le parti di un veicolo (tetto compreso).
Cinghiale (Sus scrofa)
Il cinghiale è caratterizzato da forme
massicce e pesanti con corpo robusto, collo
e zampe corti. I maschi adulti presentano
zanne prominenti molto sviluppate. Il
mantello è di colore bruno nerastro; i piccoli
hanno caratteristiche strisce longitudinali.
Lunghezza fino a 150 cm, altezza alla spalla
fino a 100 cm, peso fino a 180 kg.
Frequenta zone boscose (il querceto ricco di
sottobosco è, come ben noto, il suo habitat
preferito) soprattutto se confinanti con zone aperte a prato-pascolo o
coltivate e presenza di corsi d’acqua, stagni o sorgenti.
Attivo al crepuscolo, di notte e all’alba; si cura poco del traffico stradale
mentre cerca il cibo. Durante le ore diurne si nasconde nel fitto
sottobosco ed è per questo che gli incidenti avvengono difficilmente di
giorno. Le femmine vivono in branchi con i piccoli e i giovani; i subadulti13 formano gruppi spesso numerosi mentre i maschi adulti
conducono in genere vita solitaria. È in grado di compiere spostamenti,
se necessario, anche di notevole entità.
12 Una autovettura che procede alla velocità di 100 km/h necessita per l’arresto
di uno spazio di circa 80 metri; nel caso un cervo le attraversi la strada ad una
distanza di 60 metri l’impatto sarà inevitabile, avverrà alla velocità residua di 60
km/h e sarà come urtare contro un ostacolo di 5 tonnellate.
13 Si definiscono sub-adulti i soggetti di età compresa tra 1 e 3 anni.
15
Periodo riproduttivo tra novembre e gennaio; nascite tra marzo e
maggio con un numero di piccoli per femmina da 3 fino a 10.
Difficile accertare l’effettiva consistenza numerica di questa specie; si
ipotizza la presenza di circa 150.000 capi in Toscana (anno 2008).
Capacità dinamiche: velocità massima 45/50 km/h, salto in lungo 2,5 m e
salto in alto 1,2 m. Per il cinghiale il periodo più a rischio di incidenti
stradali è tra ottobre e gennaio per fattori legati alla riproduzione, alla
alimentazione, alla dispersione giovanile e all’attività venatoria.
Cervidi
Le collisioni con i Cervidi (capriolo, cervo e daino) si verificano
principalmente tra aprile e agosto e tra ottobre e novembre. La
primavera è a rischio per i movimenti dei giovani, nati l’anno
precedente, verso nuovi territori. Il periodo degli amori, estate o
autunno a seconda delle specie, è caratterizzato da un aumento delle
attività, da fasi territoriali e da maggiore mobilità.
In inverno si possono avere migrazioni, verso minori altitudini, per il
raggiungimento dei pascoli di fondovalle con spostamenti anche di
notevole entità ed avvicinamenti alle strade per procurarsi il sale14,
ricercato dai Cervidi poiché fondamentale nella loro dieta.
I Cervidi all’alba e al tramonto si spostano verso ambienti aperti alla
ricerca del cibo, durante il giorno si appartano generalmente in
ambiente forestale.
Caratteristica importante per il riconoscimento delle specie è il
posteriore, detto specchio anale, che sarà perciò di seguito descritto. I
palchi15 sono presenti solo nei maschi.
Capriolo (Capreolus capreolus)
Il capriolo è un piccolo Cervide dalle forme slanciate privo di coda.
Mantello estivo color ruggine acceso e marrone grigiastro d’inverno
con parti inferiori più chiare ed evidente posteriore bianco, i piccoli
sono maculati.
14 Il sale, generalmente cloruro di sodio, viene sparso per evitare la formazione
di ghiaccio sulle strade.
15 I palchi, costituiti da tessuto osseo e rinnovati annualmente, sono appendici
ramificate che si trovano sul capo dei maschi dei Cervidi.
16
Lunghezza del corpo fino a 130 cm,
altezza alla spalla fino a 75 cm, peso
fino a 32 kg. Vive in zone boscose di
bassa e media altitudine ma anche in
zone antropizzate, purché ricche di
vegetazione al suolo, di radure erbose e
cespuglieti. È attivo sia di giorno sia di
notte. In primavera i maschi sono
prevalentemente solitari mentre le
femmine costituiscono piccoli gruppi; in
inverno si possono formare gruppi
numerosi di femmine con piccoli e
alcuni maschi adulti. L’area vitale di un
individuo raggiunge anche i 200 ettari.
Periodo riproduttivo luglio-agosto; nascite tra maggio e giugno;
numero di piccoli per femmina 1-2.
Consistenza minima accertata in Toscana 130.000 capi (anno 2008).
Capacità dinamiche: velocità massima 50/60 km/h,
salto in lungo 5-6 m e salto in alto 2 m.
Lo specchio anale del capriolo si presenta chiaro,
quasi bianco in inverno, a forma di cuore nella
femmina e di fagiolo nel maschio; si nota l’assenza
della coda che seppur presente nell’animale non
risulta
visibile
(le
femmine presentano
quella che viene definita falsa coda).
Cervo (Cervus elaphus)
Il cervo è il più grosso tra i Cervidi
presenti in Italia. Lunghezza fino a 230
cm, altezza alla spalla non superiore a
130 cm, peso fino a 250 kg. Il mantello
estivo è rossiccio con le parti inferiori
biancastre, in inverno di colore bruno
grigiastro.
Il cervo ha abitudini crepuscolari e
17
notturne. Frequenta ambienti boschivi ricchi di sottobosco con
presenza di radure, colture, prati e acqua.
Le femmine formano branchi con i piccoli e i giovani; i maschi possono
costituire anche gruppi numerosi, in particolare a fine inverno. Lo
spazio vitale raggiunge gli 800 ettari in ambiente
forestale con migrazioni stagionali dell’ordine di una
ventina di chilometri. I parti, normalmente con un solo
piccolo per femmina, si verificano tra maggio e giugno.
Consistenza minima accertata in Toscana 4.000 capi
(anno 2008).
Capacità dinamiche: velocità massima 50/60 km/h,
salto in lungo 5-6 m e salto in alto 1,8 m.
Lo specchio anale dei cervi è di colore giallo marrone e presenta una
coda di media lunghezza.
Daino (Dama dama)
Il daino ha dimensioni intermedie tra
quelle del capriolo e del cervo. La
lunghezza arriva fino a 160 cm,
l’altezza alla spalla intorno agli 80 cm
e il peso fino a 110 kg. Il mantello può
avere
un’ampia
gamma
di
colorazioni ma la forma più
frequente è quella rossiccia con
pomellatura16 nel periodo estivo e
grigio
brunastra
nel
periodo
invernale; le parti ventrali sono più
chiare.
Caratteristico risulta lo specchio anale con un disegno scuro a forma di
“m” sul posteriore e con coda più lunga di quella del cervo.
Preferisce le zone di pianura e di collina. Si tratta di una specie sociale
che tende a formare gruppi di individui dello stesso sesso. Il periodo
16 Si definisce pomellatura la presenza sul mantello di macchie bianche
caratteristica anche dei piccoli di capriolo e cervo.
18
degli amori cade in ottobre-novembre mentre le nascite
avvengono tra maggio e giugno, solitamente con un
solo piccolo per parto.
Consistenza minima accertata in Toscana 7.000 capi
(anno 2007).
Capacità dinamiche: velocità massima 50/60 km/h, salto
in lungo 4-5 m e salto in alto 1,8 m.
Bovidi
In Toscana gli unici rappresentanti di questa famiglia sono i mufloni. La
consistenza stimata di questa specie nella nostra regione nel 2007 è
stata di circa 550 esemplari di cui circa un terzo nella provincia di Pisa.
Muflone (Ovis [orientalis] musimon)
Il muflone ha un aspetto che ricorda
quello di una pecora. Il maschio
presenta corna spiralate, con la tipica
forma ad ariete, ben sviluppate
mentre nella femmina, quando
presenti, sono più sottili. La
corporatura è vigorosa e robusta. La
lunghezza dell’animale è di 100-130
cm; il peso raggiunge i 50 kg. Il
mantello è fulvo nella stagione estiva
mentre durante l’inverno ha tonalità più scure e di colore bruno; in
questo periodo i maschi adulti presentano una criniera molto scura sul
collo e sul petto. La parte superiore della coda è nera e contrasta col
posteriore bianco. Il muso, la parte interna delle orecchie, l’anello
perioculare, il ventre, il posteriore e la parte distale delle zampe sono
bianchi. Il maschio a partire da due anni e mezzo può presentare una
macchia bianca a forma di sella, più visibile col mantello invernale. Il
muflone è un animale con abitudini diurne e crepuscolari, è un abile
scalatore e corridore (raggiunge la velocità di 60 km/h) predilige le zone
rocciose ma è in grado di vivere in ambienti diversi anche perché non ha
particolari preferenze alimentari. Specie gregaria, vive in branchi
19
unisessuali o misti. Il periodo degli amori si concentra nei mesi di
ottobre e novembre. I piccoli sono di norma uno, eccezionalmente due.
Mustelidi
I Mustelidi (tasso, puzzola, faina, martora, donnola ecc.) svolgono un
ruolo insostituibile soprattutto per tenere sotto controllo numerico le
popolazioni di roditori. Purtroppo cadono spesso vittime di incidenti
stradali.
Filippo Ceccolini
Tasso (Meles meles)
Il tasso è un animale dal corpo robusto con forme tozze e delle
dimensioni di un cane di media taglia: lunghezza intorno agli 80 cm e
peso fino a 20 kg. Riconoscibile per le strisce longitudinali nere sulla
testa bianca, il dorso grigio e il ventre e le zampe nere. Di abitudini
notturne, si divide tra zone boschive, con
fitto sottobosco, e aperte in ambienti di
collina e pianura. Molto attivo in estate,
passa buona parte dell’inverno nella tana.
Tasso vittima di un investimento.
P. van Roojen
Puzzola (Mustela putorius)
La puzzola ha la forma del corpo cilindrica e le
zampe corte e tozze. Il pelo (giarra) è di colore
bruno tendente al nero sul ventre, sulle zampe e
sulla coda; il sottopelo (borra) giallastro risulta
ben visibile sui fianchi. Caratteristica la
mascherina chiara sulla testa. Lunghezza fino a 60
cm e peso inferiore ai due chilogrammi. Occupa una notevole varietà di
ambienti - planiziari, collinari e montani - preferendo comunque le zone
20
umide. Ha abitudini crepuscolari e notturne; se necessario è in grado di
compiere spostamenti di alcune decine di chilometri. Purtroppo il
numero di questo mustelide mostra un decremento a livello europeo
negli ultimi 50 anni.
Faina (Martes foina)
La faina è di colore marrone chiaro, con le zampe più scure, ed ha una
macchia bianca su gola e petto. Raggiunge i 70 cm di lunghezza e i due
chilogrammi di peso. Vive nei
boschi ma anche in aree
collinari aperte e rocciose fin
oltre i 2.000 m di quota;
frequenta volentieri le zone
antropizzate
agricole
e
urbane. Animale solitario dalle
abitudini
crepuscolari
e
notturne, effettua escursioni
di diversi chilometri perlustrando ampie porzioni del
Faina vittima di un investimento.
proprio territorio.
21
Filippo Ceccolini
Luca Masciarelli
P. van Roojen
Donnola (Mustela nivalis)
La donnola ha corpo snello, zampe corte; è
lunga circa 30 cm e raggiunge i 250 g di peso. Il
pelo è di colore fulvo sul dorso, sulla testa e
sulla coda mentre la parte
ventrale è biancastra. Animale
molto agile e coraggioso non
esita ad attaccare anche animali
più grandi. Specie comune in
tutta la penisola occupa
numerosi ambienti. Abitudini
prevalentemente notturne, si
muove su un territorio di caccia
di 6-7 ettari.
Donnola vittima di un investimento.
P. van Roojen
Istrice (Hystrix cristata)
L’istrice, noto roditore, ha una lunghezza media di
circa 85 cm e un peso che raggiunge quasi i 20 kg.
Pelo di colore nero, marroncino sulla testa.
Caratteristica la presenza sul dorso di aculei lunghi
fino a 35 cm; false le credenze che possano essere lanciati contro un
eventuale aggressore o che siano velenosi. Di abitudini notturne, è
presente in zone collinari con abbondante vegetazione, frequenta
volentieri i campi coltivati. Passa l’inverno nella propria tana. Le
principali cause di mortalità sono il traffico stradale e il bracconaggio
per scopi alimentari.
Luca Masciarelli
Luca Masciarelli
Riccio (Erinaceus europaeus)
Il riccio, noto a tutti per essere ricoperto di aculei, è un piccolo
Insettivoro di poco più di un chilogrammo di peso. Discreto camminatore dalle abitudini crepuscolari e notturne; può percorrere
addirittura diversi chilometri nei suoi spostamenti quotidiani ed è in
grado anche di correre velocemente.
Istrice, a sinistra, e riccio, a destra, vittime di incidenti stradali.
Frequenta una grande varietà di ambienti comprese le aree
antropizzate. Il suo territorio può estendersi fino a trenta ettari. Sulle
22
Scoiattolo (Sciurus vulgaris)
Lo scoiattolo è un roditore di taglia
medio-piccola (40 cm) di colore
rosso e col pelo del petto più chiaro.
La varietà rossa arriva fino alla
Toscana e all'Umbria mentre più a
sud viene sostituita dalla varietà
nera. Animale arboricolo e abile
saltatore è legato agli ambienti
silvani in cui trova il suo cibo
abituale: noci, ghiande, funghi e
Scoiattolo vittima
frutta. Capita spesso di vederlo anche a
di un investimento.
terra mentre attraversa velocemente la strada; spesso rimane vittima di
investimenti.
Luca Masciarelli
Volpe (Vulpes vulpes)
La volpe è un Canide di dimensioni medie, peso fino a 10 kg circa, e dalle
forme snelle. Il colore del mantello superiormente va dal bruno
rossiccio al grigio, ma più
spesso è tendente al rosso, il
ventre e la gola sono bianchi.
Animale capace di adattarsi a
moltissimi ambienti, comprese
le aree urbane, predilige
comunque i boschi contigui a
terreni coltivati. Di abitudini
notturne, ha un territorio di
caccia intorno ai 10 kmq che
gestisce in coppia o in piccoli
Volpe vittima di un investimento.
23
Luca Masciarelli
strade europee ogni anno trovano la morte alcuni milioni di ricci sia
nell’attraversamento sia per la tendenza della specie ad utilizzare la
rete viaria come percorso per gli spostamenti. I picchi di mortalità si
verificano in primavera (elevata mobilità, ricerca del partner) e in
autunno (ricerca di un rifugio invernale). Gli ambienti a maggior rischio
sono quelli suburbani ricchi di giardini, orti e siepi.
gruppi familiari. È in grado di raggiungere una velocità massima
prossima ai 50 km/h.
P. van Roojen
Lupo appenninico (Canis lupus italicus)
Il lupo appenninico, sottospecie del lupo, è un Canide che popola le
foreste e i boschi della dorsale appenninica. Il peso può raggiungere i 35
Kg, il pelo è di colore grigio-marrone ma in Toscana ed Emilia Romagna
sono stati avvistati esemplari dal colore nero; il corpo è slanciato con il
muso allungato e le orecchie triangolari. Un tempo in Italia lo si trovava
in tutti gli habitat, oggi solo in ambienti con estesa copertura vegetale.
Vive in branchi (ma può essere anche solitario) di dimensioni variabili
nel tempo, mediamente costituiti da 6-7 individui. Il territorio di caccia
ha una estensione di 100 kmq. È in grado di raggiungere una velocità
massima prossima ai 60 km/h.
Il periodo degli amori cade in inverno mentre le nascite si verificano in
primavera; i cuccioli, da 2 a 8 a seconda dell'età della madre, non sono
in grado di seguire i genitori prima di due mesi.
La consistenza stimata nel nostro Paese è di circa 1.000 esemplari
distribuiti sull’intera catena degli Appennini, Toscana compresa. Nella
provincia di Pisa si segnalano almeno 3 nuclei riproduttivi stabili.
Anfibi
Le specie maggiormente interessate a livello
nazionale sono la rana esculenta (Rana kl.
esculenta), la rana agile (Rana dalmatina), la
raganella (Hyla intermedia), il rospo comune
(Bufo bufo) e il tritone crestato (Triturus
carnifex).
Le migrazioni riproduttive degli anfibi si verificano nel periodo
primaverile-estivo e si svolgono al crepuscolo e nelle prime ore
notturne. In tali occasioni gli animali, anche in gran numero,
attraversano e/o percorrono le strade che si trovano sul loro cammino,
spesso in punti ormai noti perché ricorrenti. Il maggior danno si ha
quando ad essere investiti sono gli adulti riproduttori che si dirigono
verso i luoghi di deposizione.
Le piccole dimensioni, la scarsa velocità di spostamento, la tendenza
all’immobilità in caso di pericolo e la limitata visibilità caratterizzante la
24
Luca Masciarelli
guida nelle ore notturne comportano talora la perdita di intere
popolazioni di anfibi.
I pericoli sono praticamente nulli per gli autoveicoli ma possono essere
anche elevati per gli utenti di ciclomotori e motocicli, soprattutto nel
caso di attraversamento simultaneo di
un cospicuo numero di individui.
Per la tutela degli anfibi e della fauna
minore sono nate iniziative in varie
regioni italiane, Toscana compresa,
che prevedono il salvataggio diretto
degli animali sulle strade grazie
all’opera di volontari.
Rospo vittima di un investimento notturno.
Luca Masciarelli
Luca Masciarelli
Rettili
I rettili svolgono attività diurne e frequentano aree aperte e assolate. Si
trovano sulle strade, attratti dal calore, soprattutto nelle prime ore
della giornata. Le vittime più frequenti sono le lucertole (lucertola
muraiola, lucertola campestre e il ramarro) e i serpenti (biacco e
saettone comune). Purtroppo ancora oggi l’ignoranza e la superstizione
fanno sì che molti conducenti investano di proposito i serpenti. La
convinzione è di eliminare animali nocivi per l’uomo, viceversa queste
specie svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrio biologico degli
ecosistemi.
Lucertola, a sinistra, e biacco, a destra, vittime di investimenti.
25
Luca Masciarelli
Filippo Ceccolini
Uccelli
Gli uccelli sono vittime di numerosi impatti, con i
veicoli in transito sulle strade, nelle ore diurne ma
anche al crepuscolo e perfino durante la notte. Le
cause sono numerose:
abitudini di volo a bassa quota;
utilizzo delle strade come zone di caccia;
necrofagia;
movimenti di pedina17 sia in senso trasversale
che longitudinale;
attività di volo crepuscolare e notturna a bassa
Barbagianni
quota.
Le strade urbane vedono un gran numero di vittime tra i merli (Turdus
merula) e i passerotti (Passer italiae). La civetta (Athene noctua) e il
barbagianni (Tyto alba) sono le specie più coinvolte tra i rapaci notturni.
La stagione riproduttiva è il periodo in cui si registrano più impatti con
gli uccelli: la frenetica attività degli adulti e l’inesperienza dei nuovi nati
giocano un ruolo fondamentale nell’aumento del rischio di
investimento.
Uccelli vittime di incidenti stradali: a sinistra picchio verde (Picus viridis), a
destra merlo (Turdus merula).
17 Si definisce pedina il procedere camminando di alcuni uccelli quali ad esempio
i Fasianidi e i Rallidi.
26
In presenza di uccelli sulla carreggiata è necessario rallentare e
all’occorrenza fermarsi per facilitarne l’allontanamento dalla sede
stradale, infatti, alcune specie risultano impacciate al momento del
decollo o preferiscono muoversi di pedina.
Luca Masciarelli
Luca Masciarelli
Segni di “presenza” degli animali
I conducenti dei veicoli possono interpretare correttamente il tratto
stradale che si trovano a percorrere leggendo i segni di presenza della
fauna: le impronte ai lati della carreggiata, particolarmente evidenti sui
terreni umidi o innevati, gli escrementi, i sentieri prodotti dai ripetuti
passaggi (spesso gli animali tendono ad utilizzare i medesimi punti di
attraversamento). Altresì la presenza delle spoglie e le relative chiazze
di liquidi corporei, ben visibili sull’asfalto anche dopo la rimozione degli
animali morti, possono fornire utili indicazioni all’utente della strada.
Impronte e scivolate sulla neve lasciate da due caprioli in attraversamento (a
sinistra); sentiero prodotto dal ripetuto passaggi di cinghiali (a destra).
E se gli animali attraversano?
Nel caso in cui la fauna selvatica si trovi ad attraversare la carreggiata
occorre rallentare e se necessario fermarsi soprattutto se gli animali
tardano a scansarsi o danno segni di spavento (art. 141 C.d.S. comma 4).
L’uso dell’avvisatore acustico, inducendo la fauna a comportamenti
suggeriti dalla paura, oltre che inefficace può rivelarsi pericoloso.
L’impiego delle luci abbaglianti, sulle strade extraurbane durante la
notte, è esplicitamente prescritto dal Codice della Strada per cui non è
materia opinabile; semmai una volta individuata la presenza di uno o più
animali e dopo essersi fermati è possibile commutare sulle luci
27
anabbaglianti per non indurre abbagliamenti o disorientamenti sulla
fauna.
Gli animali possono attraversare da soli, in coppia o a gruppi, dipende
dalle caratteristiche della specie ma anche da fattori quali il periodo
dell’anno. In provincia di Pisa si sono registrati una decina di casi con
attraversamenti di cinghiali in gruppi (anche di 15 animali).
Un branco può attraversare in massa o in fila indiana; i piccoli possono
seguire con un certo ritardo. I gruppi, anche molto numerosi, tendono a
rimanere compatti e ciò induce i ritardatari a forzare il passaggio,
nonostante la presenza di veicoli in transito, per non perdere il contatto
con i compagni.
L’attraversamento può avvenire di corsa o lentamente; la circolazione
veicolare può innescare reazioni di paura, con risposte che vanno dalla
fuga all’immobilità o al ritorno sui propri passi, ma a volte anche di
curiosità. Spesso gli animali tergiversano, indecisi sul da farsi, ai margini
della carreggiata cercando di capire se è il momento opportuno per
attraversare.
Le direzioni di provenienza che portano la fauna ad intersecare le
carreggiate possono essere evidentemente le più diverse e incidono
sulla dinamica d’urto e il tipo di danno. I tratti di strada in trincea18 o le
strade, se costruite parallelamente al pendio, che presentano a monte
una scarpata artificiale, soprattutto se molto ripida, possono indurre
specie buone saltatrici, come ad esempio i Cervidi, a compiere balzi con
atterraggi su parabrezza e tetti dei veicoli in transito.
I tratti viari rialzati rispetto al piano di
campagna (argini, ponti e viadotti)
intersecano più facilmente le
traiettorie di volo degli uccelli.
Profilo stradale con scarpata.
Quali sono i luoghi a maggiore rischio di incontro con la fauna?
Il conducente di un veicolo deve prestare maggiore attenzione e
moderare la velocità ogni volta che può ragionevolmente ipotizzare la
presenza di animali nei pressi della carreggiata. Le ipotesi di tipo
18 La strada è definita in trincea quando si trova ad un livello più basso rispetto al
piano di campagna.
28
Luca Masciarelli
Luca Masciarelli
probabilistico non escludono ovviamente la possibilità di incappare
nell’evento meno frequente. È importante imparare ad interpretare il
territorio che stiamo attraversando in modo corretto. La presenza di
spoglie o di chiazze dovute ad incidenti con animali ci ricorda che su
quella strada la probabilità è maggiore che in altri luoghi. Gli itinerari
che attraversano boschi, in particolare se con sottobosco fitto sino al
limite della sede stradale, determinano attraversamenti improvvisi. I
tratti stradali che attraversano coltivazioni (frutteti, prati-pascoli o
cereali) o con presenza di corsi d’acqua nelle vicinanze sono a rischio
più elevato. Le situazioni ambientali devono essere poi rapportate agli
orari, alle stagioni dell’anno, alle condizioni di visibilità e di aderenza
come anche alle condizioni psicofisiche del conducente.
La contemporanea presenza di più elementi di rischio deve indurre alla
massima prudenza.
Tratti della SP 33 (PI), a sinistra, e della SP 36 (PI), a destra, caratterizzati dalla
presenza di corsi d’acqua nei pressi della carreggiata.
Guida su due ruote
La guida di un ciclomotore o un
motociclo deve indurre a maggiore
prudenza per le più gravi possibili
conseguenze derivanti dall’impatto con
animali anche di modeste dimensioni.
Oltretutto le manovre di evitamento di
un ostacolo su due ruote sono più
impegnative e rischiose.
29
Il conducente
La mancanza di sufficienti conoscenze teorico-pratiche di guida sicura e
di guida difensiva19, lo scarso senso civico e le condizioni psicofisiche
non ottimali (sonnolenza, stanchezza, alterazioni della sfera
emozionale, malattia, uso di farmaci, stato di ebbrezza da alcool20 o
stupefacenti) possono incidere molto negativamente sulle capacità di
guida del conducente.
Il tasso alcolico o alcolemia può essere ricavato applicando la formula di
Widmark:
Tasso alcolico (g/l) = g di alcool assunto x 1,055 / peso in kg x fW
Un litro di alcool pesa 800 grammi; fW (fattore di Widmark) è pari a
0,66 nelle donne e 0,73 negli uomini21.
Posizione di guida
La corretta posizione del conducente è alla base di una guida sicura. È
opportuno avere sedile e schienale regolati in modo da raggiungere
facilmente i comandi principali, tenere il piede sinistro sul passaruota,
impugnare il volante nella posizione delle lancette dell’orologio alle ore
9.15 e indossare sempre le cinture di sicurezza (anche i passeggeri).
I sistemi integrati di sicurezza reagiscono prontamente (pochi millesimi
di secondo) facendo intervenire in modo ottimale tutti i sistemi
rilevanti: airbag, limitatori di ritenzione e pretensionatori delle cinture di
sicurezza, poggiatesta attivi, dispositivi anti-submarining22.
19 La guida sicura si occupa del controllo del veicolo soprattutto nelle situazioni
d’emergenza, la guida difensiva della prevenzione delle situazioni di pericolo.
20 Il Codice della Strada, con le modifiche del luglio 2010, ha stabilito per i
conducenti neo-patentati e professionali un tasso alcolemico pari a zero, mentre
per gli altri conducenti il tasso alcolico è di 0,5 g/l di sangue.
21 Ad esempio un litro di birra con gradazione pari al 4% contiene 40 ml di alcool;
la proporzione 1.000 (ml) : 800 (g) = 40 (ml) : x ci restituisce il valore di 32 che è
la quantità di alcool in grammi. Applicando la formula otterremo per un uomo di
circa 70 kg una alcolemia intorno a 0,6 g/l, mentre per una donna di circa 40 kg
avremo un tasso di 1,3 g/l.
22 L’anti-submarining è un dispositivo che impedisce in caso di urto lo
scivolamento del corpo sotto la cintura di sicurezza addominale; può essere una
30
“Animali selvatici vaganti”
Il segnale di pericolo “Animali selvatici vaganti” è impiegato per
informare dell’approssimarsi (150 metri) di un tratto di strada con
probabile attraversamento di animali; può essere integrato da un
pannello recante una lunghezza, espressa in metri o chilometri, tra due
frecce (estesa) che precisa la lunghezza del tratto di strada pericoloso.
Animali selvatici vaganti
Estesa
I conducenti tendono, in genere, a dare poco credito alla presenza del
suddetto segnale, ritenendo abbastanza improbabile l’attraversamento
delle strade da parte della fauna selvatica.
La velocità dei veicoli
La velocità elevata dei veicoli rende più difficili le manovre di
emergenza e comporta, in caso di impatto, danni maggiori.
La velocità deve essere regolata tenendo conto delle caratteristiche del
veicolo, della strada, del traffico e di ogni altra circostanza di qualsiasi
natura al fine di evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone,
degli animali e delle cose. La manovra di arresto si deve poter compiere
entro i limiti del campo di visibilità23 e dinanzi a qualsiasi ostacolo
prevedibile. La velocità deve essere ridotta nelle curve, sui dossi, nelle
ore notturne, in caso di foschia, nebbia, pioggia intensa e in tutti gli altri
casi di diminuzione della visibilità.
Lo spazio necessario per arrestare un veicolo segue la nota relazione
data dalla somma dello spazio di reazione e di frenatura:
semplice superficie inclinata verso l’alto nella direzione di marcia o una sorta di
airbag contenuto nel sedile.
23 La distanza massima alla quale il conducente riesce ad avere una buona
immagine.
31
spazio di arresto = V / 3,6 + V² / 254 x f 24
Archivio Provincia di Firenze
Archivio Provincia di Firenze
per cui ad esempio al raddoppiare della velocità lo spazio di frenatura
diviene il quadruplo.
Veicoli danneggiati in seguito ad incidenti con animali selvatici.
La vista
La vista è il sistema sensoriale più importante nella guida e la corretta
positura nell’osservazione ne assicura la funzione anticipatrice.
Il conducente all’aumentare della velocità sposta in avanti il centro
dell’attenzione e conseguentemente incorre in un restringimento del
campo visivo25; alternare lo sguardo ai due lati della carreggiata attenua
tale fenomeno.
La percezione visiva di uno stimolo ambientale durante la guida non
può essere considerata una mera fotografia della realtà bensì un complesso insieme di processi interpretativi e attributivi che portano ad
acquisire l’informazione esterna integrandola con il nostro personale
sistema di conoscenze. I fattori che influiscono sullo stile percettivo
sono cognitivi (colore, forma) ed emozionali. La percezione è un
processo dinamico in continua evoluzione e trasformazione che
dipende anche dal grado di conoscenza; maggiore è l’esperienza di un
evento migliore sarà la qualità degli elementi formali percepiti.
24 f (coefficiente di aderenza; 0<f<1) varia a seconda delle condizioni del fondo
stradale; nelle migliori condizioni di asfalto assume un valore di 0,6.
25 Il risultato è una visione laterale di circa 40° a destra e a sinistra contro un
orizzonte normale di 70° a destra e 70° a sinistra.
32
Luca Masciarelli
Luca Masciarelli
Guida notturna
La guida notturna comporta una notevole riduzione della visibilità.
Alcuni parametri visivi come la grandezza apparente degli oggetti fermi o in movimento - e i riferimenti ambientali sono più difficili da
apprezzare come anche la stima di distanze e velocità di spostamento
degli oggetti (acutezza visiva dinamica).
Il Codice della Strada prescrive che i conducenti dei veicoli facciano uso
dei proiettori a luce abbagliante (fari di profondità) durante la guida
notturna fuori dei centri abitati e con illuminazione discontinua o
assente. Questi dispositivi, oltre ad aumentare la distanza di visibilità,
mettono in allarme molte specie di animali predisponendole alla fuga.
Tutavia i proiettori a luce abbagliante sono utilizzati sporadicamente dai
conducenti.
Due “scatti” dello stesso tratto stradale (camera car): uso delle luci
anabbaglianti a sinistra e degli abbaglianti a destra.
I moderni sistemi di illuminazione delle auto sono in grado di
compensare la scarsità di luce dovuta alle condizioni meteorologiche o
al buio.
Durante la guida notturna, la vista è sottoposta ad una grande tensione.
Recenti studi hanno sottolineato come la guida notturna prolungata e
senza riposi comporti errori alla guida simili a quelli commessi dai
conducenti sotto l’effetto di sostanze alcoliche (anche se comunque
equiparabili a valori entro i limiti legali).
33
La guida durante la notte rappresenta una
situazione critica anche a causa della perdita di
acutezza visiva (fino a 2/10) per il fenomeno
denominato “miopizzazione notturna” (la
pupilla dilatandosi modifica la curvatura
dell'occhio rendendolo leggermente miope) e
per la presenza di fattori quali l’abbagliamento
ed i riflessi derivanti.
La guida con il fisico particolarmente stanco e in orari notturni
comporta un generale rallentamento dei tempi di reazione del nostro
organismo ed anche del riflesso pupillare.
I bastoncelli (fotorecettori per la visione notturna presenti nella retina)
sono provvisti di una proteina (rodopsina) la cui reazione chimica,
quando colpita dalla luce, trasduce il segnale luminoso in uno stimolo
elettrico inviato al cervello. Se vi è un brusco cambiamento di
luminosità (come nel caso di incrocio tra veicoli di notte e su strada non
illuminata) la rodopsina disponibile si “consuma” completamente
determinando un invio di impulsi più deboli al cervello e di conseguenza
un abbagliamento transitorio della durata anche di 3-4 secondi26.
Il disturbo può essere ridotto distogliendo lo sguardo dal veicolo
incrociante e usando il margine destro della carreggiata come punto di
riferimento.
Il futuro è già presente
La sicurezza attiva e passiva dei veicoli può essere migliorata grazie ad
alcuni dispositivi tecnologicamente avanzati.
I sistemi di visione notturna rientrano in questo ambito; infatti, grazie
alla tecnologia a infrarossi è possibile percepire la presenza di pedoni o
animali in situazioni di visibilità critiche. Il sistema poi può essere
abbinato agli abbaglianti automatici.
Il sistema FIR (infrarossi a distanza) consta di una videocamera termica
capace di coprire una zona di circa 300 metri davanti alla autovettura.
26 Un veicolo lanciato alla velocità di 90 km/h percorre in un tempo di 4 secondi
uno spazio pari a 100 metri.
34
Le immagini, rese sul monitor posto nel cruscotto, evidenziano in modo
particolare le persone e gli animali che risultano più chiari.
Tra i dispositivi di illuminazione si vanno affermando i fari allo xeno27;
questi si basano su fanali che utilizzano in luogo delle normali lampade
alogene il gas da cui prendono il nome. La potenza illuminante è
maggiore sia in profondità sia in larghezza; l’alta temperatura di colore,
da 4300 K a 12.000 K, molto vicina alla luce solare, contribuisce ad una
migliore visibilità e alla riduzione della stanchezza degli occhi durante la
guida notturna.
Vi sono poi sistemi di illuminazione che si adattano al percorso stradale
seguendone l’andamento e migliorando la visibilità, ad esempio, nella
percorrenza della curve.
Infine si vanno affermando, per il momento sui mezzi pesanti, anche
sistemi radar28 abbinati a sistemi automatici di frenatura.
I progressi tecnologici, grazie soprattutto all’elettronica (una soluzione
in cerca di problemi), contribuiscono all’aumento della sicurezza sulle
strade senza deresponsabilizzare il conducente che rimane l’elemento
fondamentale nella conduzione del veicolo.
Come evitare gli animali durante la guida!
Nel caso si debba evitare un ostacolo improvviso è bene non cambiare
direzione bruscamente, per non perdere il controllo del veicolo, e
rivolgere lo sguardo alla ricerca di possibili vie di fuga. In ogni caso
meglio investire un animale che urtare contro un albero, un veicolo
proveniente dal senso opposto o finire in un dirupo.
Per fermare nel più breve spazio possibile il veicolo
dobbiamo spingere a fondo il pedale del freno
senza però superare il limite di aderenza degli
pneumatici. In caso di frenata eccessiva interviene
27 I fari allo xeno non possono essere installati sui veicoli che non siano
omologati fin dall’origine per tali dispositivi.
28 La Commissione delle Comunità Europee ha regolamentato con apposite
Direttive l’omologazione di veicoli muniti di apparecchiatura radar a corto raggio
rendendo disponibile una banda di frequenza speciale che copre il territorio
dell’Unione Europea.
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l’ABS (la cui azione è avvertibile dalle pulsazioni del pedale del freno)
che evita il bloccaggio, assicurando spazi di frenatura corretti, e il
mantenimento della direzionalità.
Comportamento in caso di incidente
In caso di scontro con uno o più animali occorre:
indossare il giubbotto o le bretelle rifrangenti (obbligatorio sulle
strade extraurbane);
spostare il veicolo fuori della carreggiata o almeno lungo il suo
margine destro;
segnalare e proteggere il luogo dell’incidente con il triangolo e la
segnalazione luminosa d’emergenza (uso simultaneo degli
indicatori di direzione), soprattutto se vi
sono persone o animali feriti che non si
possono spostare;
avvertire le autorità e richiedere, se
necessario, l’intervento di soccorsi;
porre molta attenzione nell’avvicinare
eventuali animali feriti, potrebbero avere
reazioni pericolose.
Cosa fare quando un animale selvatico è in difficoltà?
Prima di mettere in atto un qualsiasi intervento nei confronti di un
animale è necessario essere certi che sia effettivamente in difficoltà, nel
dubbio chiedere agli esperti (vedasi numeri utili).
Ricordare che gli animali sono selvatici e quindi in grado di mordere,
graffiare, artigliare, beccare e incornare per cui è necessario
l’intervento di personale specializzato.
Il Codice della Strada (art. 189) prescrive che l'utente della strada, in
caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui
derivi danno ad uno o più animali d'affezione, da reddito o protetti, ha
l'obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare
un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il
danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo
precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di
una somma da euro 389 ad euro 1.559. Le persone coinvolte in un
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incidente con danno ad uno o più animali d'affezione, da reddito o
protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un
tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera all'obbligo
di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del
pagamento di una somma da euro 78,00 ad euro 311,00.
Nel caso in cui l’animale ferito si sia allontanato dalla sede stradale è
possibile ritrovarlo impiegando i cani da traccia.
La detenzione di fauna selvatica, viva o morta, è vietata dalla legge; le
sanzioni previste, a seconda dei casi, vanno da una pena pecuniaria fino
all’arresto. Nel caso si rinvenga un animale selvatico bisognoso di aiuto
occorre informare la Provincia o il Comune competenti per territorio,
entro 24 ore, e consegnare l’animale ad un Centro di Recupero della
Fauna Selvatica.
Può essere utile procurarsi un documento che certifichi l’investimento
richiedendo copia del verbale di constatazione compilato dalle Autorità
intervenute sul luogo dell’incidente.
Numeri telefonici utili
Polizia Provinciale di Pisa
(mammiferi di grossa taglia)
Ospedale Veterinario Didattico Università
di Pisa - S. Piero a Grado
(mammiferi di grossa taglia)
W.W.F. Pisa
segnalazioni della massima urgenza
( uccelli o mammiferi di piccola taglia)
Corpo Forestale dello Stato
050 929220
050 2210100
348 1747416
050 580999
348 2742373
1515
Riferimenti internet
Modulo per la denuncia di sinistri con fauna selvatica:
http://www.provincia.pisa.it/interno.php?id=30525&lang=it
Recupero della fauna selvatica in difficoltà:
http://www.provincia.pisa.it/interno.php?id=6340&lang=it
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TAVOLE FUORI TESTO
Tavola I
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Localizzazione esatta (strada e chilometro) di 77
incidenti con Ungulati nel periodo 1999-2008 in
provincia di Pisa: cinghiale (41), capriolo (31), daino (4)
e cervo (1) (da LIPU, 2009, modificato).
Tavola II
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