capitolo 4 – da target a leader 4. Da target a leader1 Per anni il tema immigrazione ha interessato solo psicologici sociali, sociologi e macro-economisti ma non i ricercatori e i manager di marketing che parevano ignorare (o snobbare?) il fenomeno. Infatti, solo nel 2003, venivano pubblicate in Italia le prime due ricerche aventi lo scopo di comprendere i bisogni, gli stili di consumo e di risparmio degli immigrati: “Immigrati e Mercato, oltre il cono d’ombra” promossa da Assirm2 e “Quelli che ne hanno fatta di strada…” promossa dall’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento di Scienza Politica e Sociologia/Swg. Nelle conclusioni di quest’ultima ricerca si poteva leggere: Non generalizzare mai alla ricerca disperata di “tipi” di immigrati... Queste persone hanno sensibilità e aspettative diverse per le proprie caratteristiche personali, per Paese e cultura di provenienza, per la particolare esperienza fatta in Italia, da tutti i punti di vista. Dobbiamo allora individuare soluzioni capaci, al contempo, di avere un valore generale e guardare ai singoli. … Non si tratta, infatti, di persone che hanno solo bisogno di assistenza, anzi: nella maggior parte dei casi, si tratta di donne e uomini con un reddito, peraltro dai più percepito come dignitoso, cui dare l’opportunità di migliorare le proprie condizioni di vita, nell’interesse loro e degli italiani. 1 È questo il titolo - volutamente provocatorio – della terza giornata di WelcomeBank 2006 che si è tenuta a Torino il 14 ottobre 2006 e che ha riunito i più importanti ricercatori italiani per discutere sul suolo futuro dei migranti nella società e nell’economia italiana. 2 Dati pubblicati all’inizio del 2004 in www.assirm.it e poi in www.etnica.biz e divulgati nel corso del road show “Comunicazione Interculturale” organizzato da Ferpi, Unicom ed Etnica nella primavera 2004. Dati altresì reperibili anche in Micro&Macro Marketing, 2/2004, Il Mulino, Agosto 2004. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 1 capitolo 4 – da target a leader Dopo due anni di silenzio assordante, nel 2005 l’Osservatorio sul credito al dettaglio (Assofin, Crif e Prometeia) ha accertato che, nel periodo 2000-2004, i finanziamenti agli immigrati erano quintuplicati. Dati che hanno evidenziato rilevanti diversità nell’approccio che gli immigrati pongono in essere con le banche; diversità dovute alle caratteristiche socio-culturali delle varie etnie, alla maggiore tradizione migratoria, al maggiore radicamento nella comunità italiana dei differenti gruppi e alla tipologia occupazionale prevalentemente caratterizzante i diversi gruppi nazionali. Le famiglie di origine africana, secondo tale ricerca, mostrano un accesso del credito elevato in rapporto alla loro presenza numerica, anche se il ricorso al credito, al consumo e/o a finanziamenti di solito avviene per importi di bassa entità. Al contrario, gli stranieri di provenienza americana, presentano sempre una penetrazione del credito considerevole, ma con volumi di credito più elevati. Infine, le famiglie asiatiche ed europee non appartenenti all'Unione Monetaria Europea si connotano per una minore propensione al ricorso al credito. L’Osservatorio ha individuato alcune macro-tendenze: • • • gli stranieri residenti nel nord-est del Paese denotano un maggior ricorso al credito, segnale di una migliore condizione socio-economica e di una maggiore entità e stabilità dei redditi posseduti; gli stranieri delle isole, probabilmente in conseguenza della natura più residenziale e meno legata a necessità lavorative della loro permanenza, ricorrono in buona misura a forme di finanziamento; fra gli immigrati delle aree centrali dell'Italia si evidenzia una minore richiesta di credito, forse in ragione del fatto che il loro soggiorno è connesso in misura più rilevante, rispetto alle altre aree italiane, a motivi di lavoro e familiari. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 2 capitolo 4 – da target a leader Altro dato interessante rilevato dall’Osservatorio è la differenziazione della domanda di credito in relazione alla provenienza geografica e al sesso: fra gli immigrati provenienti dai paesi più sviluppati si registra una scarsa diversità di comportamento (America: il 48,3% dei richiedenti credito sono maschi contro il 51,7% di donne); al contrario il divario fra uomini e donne richiedenti si amplia notevolmente passando ai paesi meno sviluppati o in via di sviluppo (Asia: il 64,1% maschi richiedenti credito contro il 35,9% delle richiedenti femmine; Africa: 77,5% degli uomini contro 22,5% delle donne). Nel commentare i risultati 2006 dell’Osservatorio Assofin, Stefano Cosma3, ha dichiarato “Alla fine degli anni ‘90 queste persone rappresentavano un problema serio per le banche e le finanziarie non erano in grado di valutare la loro capacità di ripagare i debiti. Ma la situazione oggi è cambiata molto”. Certo l'immigrato ricchissimo non c'è, non ha avuto ancora il tempo. Francesco Costa4 Nel marzo 2006 il Censis ha anticipato la ricerca Immigrati e cittadinanza economica - Consumi e accesso al credito nell’Italia multietnica, condotta per E-st@t Gruppo Delta nel novembre 2005 su un campione di 803 immigrati residenti. Una ricerca, presentata ufficialmente nel giugno 20065, che consente di disporre finalmente di uno stock minimo per definire il/i “target” (usiamo le virgolette in quanto parlare di migranti come target è sicuramente un modo parziale per affrontare il fenomeno). 3 Il nuovo mercato? Extracomunitario, “Il Sole 24 Ore”, 15 maggio 2006. Amministratore delegato della Angelo Costa srl intervistato nel corso della trasmissione I soldi degli Stranieri, La radio ne parla, Radio Uno, 26 maggio 2005. 5 E-st@t/Censis, Immigrati e Cittadinanza economia – stili di consumo e accesso al credito nell’Italia Multietnica, Franco Angeli, Milano, 2006. 4 Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 3 capitolo 4 – da target a leader Nella consapevolezza che, come ben descritto dal Censis, il mondo migrante non è identificabile come un univoco mercato del credito ma bensì come una costellazione di nicchie di mercato caratterizzate da una complessa soggettività economica, un melting pot di comportamenti economici. Nella presentazione della ricerca il Censis afferma che: sembrerebbe parzialmente superata la visione stereotipata di un immigrato povero, disagiato, marginale, che invia in patria i propri guadagni e vuole tornare il prima possibile nel proprio Paese, per essere soppiantata da una pluralità di figure distinte per progetti di vita, posizione professionale, situazione abitativa, classe reddituale. In sostanza, la maggioranza degli stranieri genera una consistente domanda di consumi sia di beni di prima necessità che di beni voluttuari, manifestando stili di spesa sempre più differenziati. Secondo il Censis non sarebbe retorica l’affermazione secondo cui i molti stranieri provenienti dai Paesi in via di sviluppo sono - e saranno nell’immediato futuro - portatori di nuova linfa e relazionalità, di bisogni e di servizi (non necessariamente a basso valore aggiunto) che il mercato dovrà soddisfare, di nuovi circuiti di consumo che si potranno innestare in quelli, attualmente asfittici, in cui sono “incanalate” le famiglie italiane” anche perché “Le differenze culturali” e le innegabili difficoltà economiche registrate da molti stranieri nascondono, in realtà, un universo molto vario, fatto di comportamenti di consumo altamente segmentati, di stili di vita in costante evoluzione, di comportamenti di risparmio differenziati, di voglia di fare impresa. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 4 capitolo 4 – da target a leader In merito all’offerta di prodotti bancari il Censis ha dichiarato inoltre che: La presenza degli stranieri in Italia sta rapidamente mutando e che con essa dovrà cambiare il sistema dell’offerta di credito, per cogliere opportunità di business nuove, proprie di un Paese moderno quale il nostro intende essere. E non sarà sufficiente individuare un generico prodotto di credito per le famiglie immigrate, ma occorrerà pensare a una gamma ampia di prodotti e servizi, tanti quanti sono le diverse necessità espresse dal mondo delle famiglie straniere, esattamente come oggi accade per quelle italiane. Competitivi saranno pertanto gli operatori del credito che sapranno fare cadere una visione strategica limitata al “recinto” di un mercato tutto italianocentrico, allargando viceversa la visuale su segmenti di mercato composti oltre che da famiglie di italiani anche da cittadini stranieri portatori di nuove opportunità e di una diversità che è patrimonio da salvaguardare. Secondo il Censis gli immigrati rappresentano una delle componenti del futuro mercato del credito anche se non compongono sicuramente l’unico nuovo segmento al quale gli operatori possono rivolgere la propria attenzione. I migranti si configurano come una componente da non sottovalutare, ma da monitorare in modo sempre più efficace e per i quali elaborare strategie di mercato articolate. E ciò per alcune ragioni: i migranti fanno ampio ricorso al credito e al consumo, utilizzano senza problema strumenti come il conto corrente e la carta bancomat e stipulano, con sempre maggiore frequenza, mutui ipotecari per sostenere l’acquisto immobiliare. II campione analizzato ha restituito ai ricercatori del Censis due macrocategorie utili a contestualizzare meglio l’universo dell’immigrazione: Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 5 capitolo 4 – da target a leader 1. la prima componente minoritaria è giunta in Italia tra la fine degli anni ’80 e alla metà degli anni ’90 e presenta una più spiccata tendenza alla stabilità. Tale gruppo è composto prevalentemente da africani e asiatici, residenti per lo più nelle regioni settentrionali e di età media superiore ai 30 anni che, avendo raggiunto una posizione lavorativa stabile e un reddito medio, presentano un apprezzabile livello di inclusione sociale e manifestano stili e comportamenti di consumo, per alcuni versi, abbastanza vicini a ciò che è riscontrabile tra la maggioranza delle famiglie italiane. 2. la seconda componente maggioritaria mostra caratteri più dinamici e in marcata evoluzione ma spesso con un progetto migratorio meno definito. Essa si compone prevalentemente di cittadini provenienti dai Paesi dell’Europa centro-orientale e dall’America latina. Spesso, si tratta di persone con un lavoro a tempo determinato, che percepisce un reddito piuttosto contenuto, con comportamenti di consumo meno articolati rispetto a ciò che si riscontra nel primo raggruppamento, ma con un accentuato dinamismo, espresso nel diffuso ottimismo con cui si guarda al futuro e nella voglia di migliorare rapidamente le condizioni economiche. Il Censis ha individuato tre diversi segmenti di mercato di proporzioni non molto dissimili l’uno dall’altro, capaci di comporre una struttura piramidale che si restringe al crescere delle disponibilità di reddito e della capacità di spesa delle famiglie, nonché all’aumentare del tempo di permanenza in Italia. Il basamento (37%) Secondo la ricerca, il basamento di questo sistema risulta composto da poco più del 37% degli immigrati adulti presenti in Italia. Si tratta principalmente di soggetti in giovane età, non oltre i 25/30 anni, giunti nel nostro Paese dopo il 2000. Il modello di consumo può definirsi basic, nel senso che esso è fortemente condizionato dalle scarse disponibilità di spesa. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 6 capitolo 4 – da target a leader Le scelte di acquisto, quindi, sono guidate esclusivamente dal fattore prezzo (nel senso che si scelgono i prodotti con i prezzi più contenuti), la qualità non è un criterio guida nelle scelte di consumo e i punti di vendita maggiormente frequentati sono gli hard discount e i mercati rionali. Questo segmento potrebbe, inoltre, definirsi a basso tenore di consumo: il livello di reddito, infatti, non consente di programmare delle spese per beni durevoli, se non in misura molto contenuta. Il possesso di alcuni beni come un mezzo privato di locomozione o piccoli elettrodomestici o, ancora, alcuni prodotti tecnologici, è ancora ampiamente fuori dalla portata di questo gruppo di immigrati. Un segmento che potremmo posizionare nelle fasi di insediamento iniziale e di regolarizzazione del progetto/processo immigratorio. Il corpo intermedio (32%) Il Censis individua un corpo intermedio nel quale si colloca all’incirca il 32% dei migranti, giunti in Italia tra la metà e la fine degli anni’90, anche se nella percentuale rientrano anche gli arrivi più recenti. Sono molti i trentenni e i quarantenni dotati di un buon livello di istruzione, e una élite composta anche da laureati. Molti dei soggetti inseriti in questo segmento intendono vivere permanentemente Italia, avviando un percorso di vita e professionale che li spinge a forme abbastanza solide di inclusione economica e di integrazione sociale. I livelli di reddito non sono tuttavia elevati o tali da indicare dei consumi elevati; si tende piuttosto a mediare molto tra qualità e prezzo, a risparmiare ove possibile. I comportamenti di spesa sono debolmente improntati alla selettività (dei prodotti), senza mai eccedere, mentre i luoghi di acquisto sono per lo più i grandi supermercati o i mercati rionali con rare concessioni ai piccoli negozi di quartiere per acquistare prodotti di qualità medio-alta. Gran parte di queste persone prevede, nell’immediato futuro, una crescita moderata dei propri redditi cui corrisponderà un pari incremento delle spese familiari, concentrate prevalentemente nell’acquisto di nuovi prodotti elettronici (nuovo televisore, PC), in articoli d’arredamento e in nuovi elettrodomestici, in una prospettiva di miglioramento della vita quotidiana. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 7 capitolo 4 – da target a leader Questo segmento della popolazione immigrata manifesta, dunque, stili di vita improntati alla moderazione e un diffuso senso di responsabilizzazione che si mostra nel desiderio di migliorare progressivamente lo status economico e sociale e nei tentativi di progressiva integrazione nel tessuto sociale italiano. Un segmento che potremmo posizionare nella fase insediamento definitivo della curva del progetto/processo immigratorio. L’elite (31%) Il terzo segmento individuato dal Censis rappresenta il 31% della vasta comunità di immigrati in Italia che si colloca al vertice del sistema piramidale cui si è fatto precedentemente riferimento. Si tratta delle famiglie dotate di redditi più elevati rispetto alla media complessiva del campione analizzato, anche se i casi di consistente benessere, paragonabile a quello raggiunto da gran parte delle famiglie italiane, sono piuttosto limitati. Presente in Italia dai primi anni ’90 questa categoria di immigrati registra un livello di inclusione sociale elevato: il lavoro a tempo indeterminato è molto diffuso, così come i ricongiungimenti familiari, ma soprattutto gran parte delle famiglie prevede di rimanere a lungo nel nostro Paese. Rispetto al resto dell’universo degli immigrati, questa particolare componente manifesta un modello di consumo evoluto, con comportamenti di spesa più selettivi rispetto a quanto accade nei gruppi ai quali si è accennato in precedenza. Il diffuso ricorso alle strutture della grande distribuzione organizzata (per l’acquisto di prodotti alimentari) avviene per comodità e, in subordine, per mediare tra qualità e prezzo di un prodotto, esattamente come accade nei processi di acquisto delle famiglie italiane. Risulta inoltre abbastanza diffuso il ricorso alla distribuzione tradizionale presso la quale si ricercano prodotti di qualità medio-alta. L’elevata dotazione di beni durevoli testimonia l’apprezzabile livello di benessere raggiunto, rispetto alla media generale del campione analizzato, così come la domanda futura di nuovi consumi appare ragguardevole. Si tratta di migranti che stanno percorrendo la fase finale del processo migratorio. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 8 capitolo 4 – da target a leader Lo studio del Censis espone un ulteriore processo di micro segmentazione del mercato in esame sulla base di due grafici costruiti con riferimento due coppie di assi: stili e livelli di consumo/ livello di bancarizzazione e propensione all’indebitamento, previsione del futuro/ livello di bancarizzazione e propensione all’indebitamento. Si sono così rilevate sei porzioni di mercato: > immigrati in erba (18,06%) Giovani appena arrivati in Italia, livello di inclusione contenuto o pressoché inesistente, livello istruzione medio basso, bassa disponibilità di spesa e ridotta bancarizzazione; > autarchici efficienti (14,69%) Trentenni e quarantenni, livello di inclusione apprezzabile, livello istruzione medio alto, disponibilità di spesa in aumento ed elevata bancarizzazione; > giovani free rider (19,18%) Under 30, livello istruzione medio, disponibilità di spesa in lieve aumento (anche attraverso l’indebitamento) e bancarizzazione medio-bassa; > radicamento sociale a inclusione lenta (15,19%) Trentenni e quarantenni in Italia da molti anni, livello di inclusione apprezzabile, disponibilità di spesa media in lieve aumento ed elevata bancarizzazione; > area del consumo selettivo e dell’indebitamento user friendly (17,31%) Gruppo vario per età e arrivo in Italia, progetto migratorio non ancora definito, media disponibilità di reddito, medio-alta bancarizzazione. > il piccolo invaso del ceto medio (15,57%) Over 35, da molto tempo in Italia, livello di istruzione medio-alto, reddito medio in aumento, bancarizzazione molto elevata. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 9 capitolo 4 – da target a leader Consumi moderatamente selettivi Bancarizzazione ++, indebitamento ++ Giovani autarchici effcienti 14,69% Bancarizzazione - -, indebitamento - - Piccolo invaso del ceto medio 15,57% Consumo selettivo e indebitamento friendly user 17,31% Radicamento a inclusione lenta 15,19% Immigrati in erba 18,06% Giovani free rider 19,18 Livelli di consumo contenuti Fondazione CENSIS Figura n.1. (fonte: presentazione di Francesco Estrafallaces, Da target a leader circuiti finanziari e accesso al credito nell’Italia degli immigrati, Censis, Welcomebank, Torino, 14 ottobre 2006) Nel maggio 2006 Eurisko ha pubblicato su “Il Sole 24 Ore”l’anteprima della ricerca I consumi degli immigrati. Nella presentazione disponibile nel sito web della società di ricerche (è la prima fondamentale ricerca sui consumi degli immigrati, in cui inserire anche verifiche di awareness di marca e di propensione/ credibilità) si poteva leggere: Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 10 capitolo 4 – da target a leader CHE COSA FANNO CHE COSA DESIDERANO. È necessario fare il punto sui comportamenti di acquisto e di consumo degli immigrati in Italia, cioè di quella popolazione di circa 3/4 milioni di individui che recentemente si è inserita nel tessuto sociale e produttivo del Paese: - introducendo comportamenti e desideri/bisogni che non fanno parte della nostra tradizione e cultura in più ambiti, che vanno dal comparto food and drink al territorio vasto dei prodotti per comunicare e apprendere: TLC, telefonia mobile e fissa, Internet, televisione generalista e satellitare, etc. La ricerca che si profila è a due stadi: una prima fase qualitativa (focus group “dedicati” alle differenti etnie – una decina) per capire come i recenti immigrati si pongono nei confronti del sistema dell’offerta di beni e servizi in Italia: con focus dedicati alle più importanti etnie di origine oggi presenti sul nostro territorio. considerando la condizione maschile e femminile, i single “per forza” e le famiglie con figli; affrontando temi che riguardano i consumi primari, non rinunciabili (food, drink, abbigliamento) gli atteggiamenti e i comportamenti nei confronti delle marche, della distribuzione, dei discount, dei negozi “dedicati” la capacità di adattamento agli stili di vita e alimentari italiani e il desiderio di ritrovare, in Italia, ciò che fa parte dei loro bisogni e tradizioni alimentari/culinarie/dietetiche (anche in relazione ai tabù religiosi), i modi di comunicare e di utilizzo delle interfaccia tecnologiche in Italia e verso l’estero; i giornali, la Tv, la pubblicità, i canali satellitari, l’uso della telefonia “scontata” ad hoc e del mobile con le condizioni di saving che possano rendere, secondo gli immigrati, più accessibile il servizio; il vissuto del denaro disponibile, dei prezzi, dell’equazione prezzo-qualità, in relazione alla scala di priorità e di bisogni specifici(che probabilmente sarà diversa da quella del pubblico dei consumatori italiani). I ricercatori di Eurisko hanno individuato due variabili – il radicamento materiale e l’accettazione del modello di consumo – dichiarando al Sole24Ore che: il tempo di permanenza in Italia è la risorsa fondamentale alla base della prima dimensione. Nel tempo, infatti, al crescere del radicamento, l’entusiasmo per l’orizzonte dei consumi di “riempie” di possibilità di spesa e l’immigrato entra progressivamente nel mondo dei consumi italiani. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 11 capitolo 4 – da target a leader Eurisko ha suddiviso i migranti in sette famiglie: > gli ultimi arrivi (16%) Sono appena arrivati in Italia (il 49% irregolarmente), sono giovani, solo il 27% di essi ha un lavoro regolare mentre gli altri vivono di espedienti; il 58% non abita in una vera casa e dispongono di un ridotto potere di acquisto. > le nuove forze lavoro (17%) Anch’essi sono appena arrivati in Italia (23% nell’ultimo anno) sono giovani (età media 30 anni), single (68%), condividono l’abitazione con altri immigrati (50%), hanno un lavoro nel commercio o nei servizi e intendono restare in Italia (49%). > le casalinghe per sempre (14%) Hanno raggiunto il coniuge in Italia (91%) dove hanno almeno un figlio 90%), hanno un’età media di 36 anni, in prevalenza si occupano della casa e della famiglia (solo il 34% ha un contratto di lavoro); sono in prevalenza marocchine, tunisine e albanesi. > le teleconquistate (13%) Sono arrivate in Italia tra i due e i cinque anni (42%), hanno un’età media di 46 anni, sono in prevalenza badanti e colf. Solo il 23% di esse ha figli in Italia. Molte hanno il marito in patria a cui inviano i risparmi e a cui sperano di ricongiungersi (solo il 43% vuole restare in Italia). Sono in prevalenza rumene, russe e albanesi. Sono tvoriented e affascinate dalla pubblicità, vorrebbero spendere ma risparmiano il più possibile e lo trasferiscono in patria. > gli etno-difensivi (16%) Sono da molti anni in Italia (13 anni in media) dove hanno deciso di restare (65%) e in cui hanno almeno un figlio (73%), ma si comportano come parte di comunità dalla forte identità e dalla ridotta volontà di dialogo con gli italiani e le altre comunità migranti. Consumano il minimo indispensabile privilegiando i prezzi più convenienti. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 12 capitolo 4 – da target a leader > i consumisti giovani (11%) Sono in Italia mediamente da otto anni, hanno un’età media inferiore ai 28 anni, sono in gran parte donne (62%), hanno un lavoro o un’attività in proprio (76%). Sono brand-oriented, consumano molto fuori casa e utilizzano molto i vettori tecnologici d’integrazione. Vogliono spendere e prediligono prodotti di marca e innovativi. > gli integrati (13%) Vivono in Italia in media da oltre dieci anni, sono istruiti (23% di laureati), guadagnano bene (reddito medio 1.168 euro), sono ben inseriti (38% con partner italiano), svolgono attività in proprio o lavoro dipendente stabile, hanno deciso di restare in Italia e di conquistare piena cittadinanza (81%). Tentando, per quanto possibile e con inevitabili forzature, di riconciliare le ricerche Censis ed Eurisko si può predisporre la seguente tabella, destinata ad essere aggiornata, che già ora conferma come ogni migrante può essere compreso solo iniziando dall’interpretazione del processo migratorio, delle sue difficoltà e delle sue prospettive. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 13 capitolo 4 – da target a leader Fasi del processo insediamento Iniziale Censis immigrati in erba giovani free rider regolarizzazione immigrati in erba giovani free rider area del consumo selettivo e dell’indebitamento user friendly autarchici efficienti giovani free rider area del consumo selettivo e dell’indebitamento user friendly area del consumo selettivo e dell’indebitamento user friendly autarchici efficienti radicamento sociale a inclusione lenta il piccolo invaso del ceto medio autarchici efficienti il piccolo invaso del ceto medio insediamento definitivo consolidamento radicalizzazione consolidamento assimilazione consolidamento integrazione Eurisko ultimi arrivi nuove forze lavoro casalinghe per sempre casalinghe per sempre teleconquistate consumatori giovani casalinghe per sempre teleconquistate consumisti giovani casalinghe per sempre etno-difensivi teleconquistate consumisti giovani Integrati consumisti giovani Integrati Secondo Etnocom6 gli stranieri in Italia possono essere definiti S1000 (Stranieri 1000 euro) e conquistano i centri commerciali dell’Auchan, frequentano l’Esselunga, bevono Heineken, si concedono un Lavazza, festeggiano la domenica in casa con un piatto di pasta Barilla, aprono conti correnti, accendono mutui per comprare una casa nell’hinterland delle grandi città raggiunto dalla rete ferroviaria, tutelano il loro futuro con piani pensioni da 50 euro al mese, guidano 1.400.000 veicoli, hanno tutti il cellulare, alla fine del mese mandano 200 euro a casa. Sono soddisfatti. Si sentono “arrivati”. Si sposano e fanno figli. 6 Roberto Fioretto, direttore della ricerca di Etnocom-Etnomarketing, lezione “Marketing the melting pot”, MMI Master in Management Interculturale, Biella, 9 giugno 2006 (fonte: Milward Brown Delfo 2006). Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 14 capitolo 4 – da target a leader Sempre secondo Etnocom, la banca ideale per i migranti offre prodotti che servono a gestire la ricchezza sia qui che al paese di origine (money transfer anche via internet, mutuo casa, prestito consumo - auto, mobili, elettronica – pensione) e in cui opera personale nativo della mia comunità d’appartenenza. E ancora, la banca ideale è quella che mi fa capire in modo semplice, che mi rispetta, che moltiplica la mia ricchezza, che intravede le mie potenzialità aiutandomi ad esprimerle, seria, formale, organizzata, di cui ci si può fidare. In una banca ideale è possibile un rapporto personalizzato sempre con la stessa persona. Il migrante non è più un target passivo e immobile, costretto al low cost, ma sempre più si avvicina e assomiglia al consumatore post moderno che pretende un marketing one to one, basato su un processo relazionale stabile e leale, su una conoscenza diretta e reciproca e sulla cogenerazione del valore7. È dunque opportuno evitare etichette, improbabili abbinamenti8 o modellini di facile impatto e a utilizzo immediato così come affidarsi alle esperienze maturate con altri target deboli e bisognosi. Gli istituti finanziari devono capire che oggi gli immigrati non sono come i nostri nonni che appartenevano al ceto basso. Molti hanno un titolo di studio, voglia di affermarsi ma hanno bisogno di vedere gestito il proprio risparmio. L'esclusione finanziaria è una delle cause dell' esclusione sociale. Stefano Zamagni9 7 Maria Teresa Cuomo, Il ruolo del marketing in un contesto interculturale. Verso la prospettiva “culture bound”, Micro&Macro Marketing, Il Mulino, Bologna, n.1, aprile 2006. 8 Jean-Paul Tréguer e Jean-Marc Segati, I nuovi marketing. Marketing generazionale. Marketing gay. Marketing etnico,”Il Sole 24 ore”, Milano, 2004. 9 Intervento in occasione del convegno, tenutosi a Bologna il 20 giugno 2006 di presentazione della ricerca e-st@at Censis (da www.stranieriinitalia.it 21.6.2006). Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 15 capitolo 4 – da target a leader Appare, invece, indispensabile porsi molti interrogativi a cui dare risposte mai definitive, non avere fretta, non generalizzare, pensare alle persone prima delle statistiche, ascoltare e comprendere. Prestando attenzione alle storie, ai progetti, ai sogni e al network di percorsi, alla “pluralità dei percorsi entro cui si sviluppa il processo di differenziazione-integrazione: i figli, la scuola, il lavoro, il divertimento e il tempo libero, la spesa e gli acquisti, la Tv e la stampa” che “danno vita ad una rete di percorsi entro cui si ricollocano le vite dei singoli e i gruppi degli immigrati10”. Non è mai bello pensare alle persone come target (bersagli …. di una caccia grossa?) e in particolare quando si tratta di persone che, appena giunte in Italia, vengono marchiate come pericolosi criminali. Ma quantomeno per segmentazione adatte: individuarli utilizziamo variabili di le motivazioni, gli obiettivi e le modalità della migrazione; la fase del processo o percorso migratorio; la generazione (G1, G2 o G3); la cultura di provenienza che è anche cultura economica, finanziaria e di marketing; la religione di appartenenza; la situazione familiare; il livello di istruzione; la situazione professionale, attuale e precedente. Sicuramente si tratta di un marketing che richiede impegno e pazienza per giungere, con gradualità, ad una sempre maggiore conoscenza dei pubblici migranti attraverso: 10 A. Claudio Bosio, Oltre la ricerca: considerazioni e prospettive per l’immigrazione in Italia, Micro&Macro Marketing, 2/2004, Il Mulino, Agosto 2004. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 16 capitolo 4 – da target a leader lo studio dell’evoluzione e delle caratteristiche dell’immigrazione; lo studio degli insediamenti territoriali delle comunità migranti (la geografia dell’immigrazione); il coinvolgimento delle comunità migranti e delle loro espressioni associative e imprenditoriali; le ricerche di mercato finalizzate alla definizione delle culture migranti (lingua, comunicazione non verbale, costumi, tempo, spazio, colori…), dei bisogni, delle motivazioni e dei comportamenti d’acquisto; lo studio della cultura e della prassi economica dei paesi di provenienza dove (a qualcuno potrà apparire poco credibile…) esistono modelli e sistemi economici, finanziari, comunicativi e distributivi. Ma, ancor più importante è cominciare a coltivare la curiosità, meglio se critica, verso le identità altre. Ma quanti sono i responsabili marketing delle imprese e delle banche italiane che sanno quando inizierà e terminerà il Ramadan nel 2006? Quanti conoscono la differenza tra i concetti islamici di halal, haram e makrough? Concetti fondamentali per chi vuole comprenderei fondamenti dell’economia islamica11 e costruire un’offerta dedicata al target islamico da molti considerato una nicchia nella nicchia. È dunque essenziale operare, come si dice negli Usa, in culture, cioè con la conoscenza e la sensibilità minima verso la cultura cui ci si vuole riferire. In tale ottica, risulta urgente che le imprese e le banche italiane inizino a investire risorse significative nel coinvolgimento delle comunità migranti, nell’alfabetizzazione interculturale del personale (tutto, a partire dai livelli dirigenziali), nell’attività di ricerca sul fenomeno e di sviluppo di prodotti d’accoglienza, nella selezione, assunzione e valorizzazione di personale migrante e, non ultimo, nel finanziamento della creatività altra. 11 Emilio Vadalà, op.cit. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 17 capitolo 4 – da target a leader Investire nel successo dei migranti, quindi nel successo dell’intero Sistema Italia. Investire un welcome capital, come ha ben fatto la Æmil Banca con Ghanacoop (caso sviluppato nel successivo capitolo 7) in grado di diventare moltiplicatore di innovazione sociale ed economica e di generare cash flow immediato e crescente nel tempo. Un approccio che ci pare di poter intravedere anche nelle prime dichiarazioni del Governo Prodi che, anche su questo tema, è chiamato a dare seguito alle promesse elettorali. Chi vive e lavora nel nostro Paese deve sapere che, se lo vuole, anche per lui ci sarà un posto di cittadino, nel completo rispetto dei diritti e dei doveri. L’acquisizione della cittadinanza italiana deve poter essere un traguardo certo, dopo un congruo numero di anni di permanenza, perché la cittadinanza è anche il più efficace strumento di integrazione di cui la democrazia dispone. Ed è anche un potente fattore di sicurezza. Chi sceglierà di investire il proprio futuro e quello dei propri figli nel nostro Paese, chi saprà che qui avrà ogni possibilità di integrarsi e realizzare le sue aspirazioni. Chi identificherà la sua convenienza nel successo della sua nuova patria, sarà sicuramente un cittadino fedele alle nostre istituzioni, rispettoso dei nostri ordinamenti, impegnato a tutelare la comune convivenza come condizione per realizzare il proprio percorso di vita e garantire un futuro ai figli. Romano Prodi12 La nostra impressione è che i migranti (per ora oggetto di studi volti a individuarne stili di vita e propensione all’indebitamento) stiano rapidamente entrando a far parte del ceto medio e, fra qualche anno, della classe dirigente. Una sensazione emersa con forza già durante la ricerca condotta nel 200513 commentando la quale Toni Muzi Falconi ha scritto di un cittadino ideale, maturo e consapevole. 12 Romano Prodi, Dichiarazioni Programmatiche del Presidente del Consiglio dei Ministri, 18 Maggio 2006, Senato della Repubblica. 13 Napolitano, Quaregna e Cavalleri, op.cit. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 18 capitolo 4 – da target a leader clandestino dimezzato >> cittadino ideale C’è anche chi si spinge più in là come il sociologo Ilvo Diamanti che è arrivato a scrivere14. – a proposito delle seconde generazioni – di italiani al 130%, di Extra-italiani: Extra: perché la loro personalità attinge da competenze ed esperienze attinte “oltre” confine. Extra: perché cumulano più elementi culturali, più conoscenze sociali e comunicative (parlano, quasi sempre, più lingue). Extra: perché proiettano la loro visione oltre i limiti del nostro mondo. Extraitaliani: italiani oltre e di più … possono aggiungere un po’ di colore. Giovinezza e caparbietà. Voglia di arrivare. Capacità di comunicare con il mondo. A noi italiani- indigeni. Demograficamente in declino. Grigi. Invecchiati e per questo più impauriti. Culturalmente pingui. Lenti. Ci conviene farci raffigurare insieme a loro. Il ritratto degli italiani che ne esce è sicuramente migliore. Esteticamente. Ma non solo. A sua volta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, ha recentemente dichiarato a Il Sole 24 Ore15 “si tratta di un fenomeno nuovo che testimonia la nascita di un nucleo di “borghesia immobiliare” anche tra gli immigrati”. Si propone, dunque, da più parti e con forza, il superamento dello stereotipo del vu cumprà 16 e conseguentemente il tema del futuro ruolo economico dei migranti ora oggetto di (utili e tanto attese) ricerche di mercato finalizzate a disegnare i contorni del loro essere consumatori, risparmiatori e utenti ma destinato, secondo noi, a diventare ben presto un soggetto attivo, trainante e protagonista di un’economia globale e per sua natura multietnica e multiculturale. 14 Ilvo Diamanti, Quelle persone speciali che ci faranno crescere, “La Repubblica”, 20 marzo 2005. 15 Andrea Gagliardi, Casa, 130mila nuovi acquisti, “Il Sole 24 Ore”, 23 ottobre 2006. 16 Banche e Immigrati, C’era una volta il vu cumprà, “Il Sole 24 Ore”, 24 ottobre 2006. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 19 capitolo 4 – da target a leader Un fenomeno ancor più chiaro se si prendono in considerazione i 500 mila giovani migranti - definiti seconde generazioni, minori immigrati, italiani con il trattino, figli dell’immigrazione, ecc…da tempo oggetto di studi complessi come l’universo che tentano di rappresentare e che comprende realtà tra loro molto diverse: minori nati in Italia, minori ricongiunti giunti in Italia in età prescolare, minori giunti in Italia dopo aver iniziato il percorso scolare nel paese di nascita, minori giunti soli (e presi in carico da progetti educativi realizzati in Italia), minori rifugiati, minori arrivati per adozione internazionale e figli di coppie miste17. Un fenomeno che, pur assumendo la definizione G2 come rappresentativa, risulta opportuno analizzare tenendo conto delle differenze esistenti all’interno della categoria e graduare la numerazione in G1,25 (i minori migrati in Italia tra i 13 e i 17 anni), G1,5 (i minori che hanno frequentato la scuola primaria nel paese di origine) e G1,75 (i minori che sono migrati in Italia prima dei 5 anni di età)18 e ricondurre in essa anche le terze generazioni o G3 che comunque vivono molte delle problematiche identitarie delle G2. Un universo da tempo oggetto dell’attenzione del Consiglio d’Europa19 che ha individuato i migranti della seconda generazione nei bambini che sono nati nel paese d’accoglienza di genitori stranieri immigrati, che ve li hanno accompagnati, oppure che li hanno raggiunti a titolo di ricongiungimento familiare e che vi hanno compiuto una parte della loro scolarizzazione o della loro formazione professionale. 17 Favaro, G., Bambini e ragazzi stranieri in oratorio. Riflessioni a partire da una ricerca, in AA.VV., Costruire spazi di incontro. Comunità cristiana e minori stranieri, Milano, Centro Ambrosiano, 2000, pp.63-9. 18 Rumbaut, R.G., Assimilation and its discontents: between rhetoric and reality, in “International Migration Review”, vol.XXXI, n.4 (Winter), 1997, 1997, pp.923960. Rumbaut, R.G., Ages, life stages, and generational cohorts: decomposing the immigrant first and second generations in the United States, in “International Migrations Review”, vol.38, n.3 (Fall), 2004, pp.1160-1205. 19 Conseil de l’Europe, L’appartenence de l’étranger à plusiers cultures et les tensions qui en résultent, Strasbourg, dattiloscritto, 1983. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 20 capitolo 4 – da target a leader Una definizione adottata dalle organizzazioni dei giovani migranti per autorappresentarsi. G2 - Generazioni Seconde è il nome che alcuni figli e figlie di immigrati, nati in Italia o arrivati da minorenni, hanno scelto per definirsi. (Chi siamo in www.secondegenerazioni.it) Noi vogliamo riunire quelle persone che sono, tanto per capirci, della “seconda generazione”, ossia coloro che sono nati o hanno vissuto prevalentemente in Italia e che, conseguentemente, sono molto più integrate rispetto ai loro padri. Cresce in noi, una coscienza politica sociale sempre più forte, coscienza che richiama la nostra voglia di integrarci e di non esser ingiustamente ostacolati in tale processo. (www.associna.it) Un tema, quello delle seconde generazioni, che inizia ad essere dibattuto con serietà anche a livello politico, come dimostrano le recenti dichiarazioni dell’ex Ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu20 ….La marginalizzazione scolastica ed economico-sociale ha condotto molti immigrati di seconda generazione a recuperare le radici culturali e religiose dei genitori per darsi un forte sostegno di natura identitaria. È per questa via che molti immigrati di terza generazione arrivano al radicalismo religioso e alla violenza…occorre intervenire tempestivamente e con la massima efficacia promuovendo un processo di integrazione interattivo e bidirezionale... dobbiamo accettare la differenza culturale e combinarla con l'integrazione economica e politica; dall' altro lato dobbiamo condurre l' immigrato a riconoscersi nella nuova patria, senza rinunziare alla sua identità. E uno dei principali ostacoli al successo di questo modello, ha sottolineato, è costituito dalla segregazione socioeconomica degli immigrati nei quartieri-ghetto. Questi, infatti, diventano i naturali contenitori di quella miscela 20 Pisanu (FI): "Intervenire sugli immigrati di seconda generazione" - "Problema nasce dalla segregazione socio-economica degli immigrati nei quartieri-ghetto", www.stranieriinitalia.it 29.09.2006. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 21 capitolo 4 – da target a leader esplosiva che nasce dall'accumulo di disoccupazione, fatalismo, assenza di mobilità sociale, disagio scolastico, disgregazione familiare, uso di stupefacenti, gravidanze precoci e criminalità diffusa. Occorre dunque vigilare con grande attenzione per prevenire la formazione di queste vere e proprie enclaves territoriali e sociali, che spesso nascono ad opera delle stesse reti etniche a base familiare ed amicale. Noi preferiamo parlare di G2 (non più solo G2) al fine di meglio rappresentare il potenziale creativo che i giovani, ricchi di due culture, sono in grado di sviluppare quando rifuggono dall’assimilazione o dalla radicalizzazione. Purtroppo le ricerche di mercato sinora svolte con riguardo ai migranti hanno affrontato solo marginalmente il tema dei giovani. Tra queste la più completa risulta, sul tema, quella promossa da Assirm, in cui si può leggere: …la presenza di giovani/ragazzi che, più degli adulti, sono in grado e avvertono il bisogno di omologarsi ai propri coetanei, assumendone comportamenti, atteggiamenti, linguaggio, consumi (segni). D’altronde sui figli nati/allevati in Italia l’assimilazione dei comportamenti e dei «segni» dei «locali» assume il senso buono di un processo «naturale» (che attiene alla natura delle cose/della vita), il valore di una integrazione intesa come premessa del migliore futuro possibile per le nuove generazioni. In molti di questi casi, dunque, l’assimilazione di codici e schemi comportamentali (anche estranei/ contraddittori rispetto alla cultura d’origine: es. abbigliamento di apparenza, non solo funzionale) è tollerata se non addirittura incoraggiata, dai genitori (pur se accanto ad una serie di azioni atte a mantenere in vita il legame con le radici: la lingua, i precetti religiosi, le ritualità sociali e alcune scelte alimentari in occasioni conviviali). Altro elemento che favorisce l’integrazione è l’area/cultura di provenienza e, conseguentemente, la maggiore o minore distanza dai valori e dai modelli sociali in vigore nel nostro Paese. 21 21 Mario Abis, Background e motivi della ricerca: fra integrazione e integrazioni, Micro&Macro Marketing, 2/2004, Il Mulino, Agosto 2004. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 22 capitolo 4 – da target a leader Le valenze simboliche ed emozionali della marca sembrano trovare un qualche spazio tra i giovani – nei consumi ad essi rivolti – e, più in generale, in quelle comunità già «esposte» fin nel loro paese di origine alla pressione e alla sensibilizzazione al simbolico operata dalla pubblicità (si segnalano a questo riguardo sia i filippini, sia gli albanesi, nonché alcune comunità di immigrati dell’Est europeo) … i giovani, al contrario, manifestano una marcata apertura verso più profonde forme di integrazione, in virtù della loro maggiore predisposizione alla socialità e della maggiore disponibilità e attrazione verso i nostri modelli culturali.22 Per affrontare questo complesso tema risulta utile leggere anche l’ultima fatica del premio Nobel 1998 per l’economia Amarthya Sen (Identità e violenza, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006) che mette in guardia dall’illusione solitarista - fondata sulla volontà di ricondurre ogni individuo a un’unica identità meglio se comunitaria per meglio gestirlo – ma anche dal conservatorismo culturale - molto diffuso tra le comunità di migranti, che vorrebbe imporre le tradizioni per evitare che i giovani «finiscano con l’emulare lo stile di vita più libero della comunità dominante». Un libro in cui il noto economista evidenzia come ogni individuo debba continuamente effettuare scelte tra le tante identità che simultaneamente lo caratterizzano che sono tra loro concorrenti e a volta contrastanti ma che diventano rilevanti in considerazione del momento e della situazione che si trova ad affrontare. Identità rilevanti a cui attribuire un peso relativo per gestire situazioni sempre mutevoli e complesse, il tutto nell’ambito del budget a disposizione. Un libro che pone con forza il tema della libertà delle seconde generazioni - oscillanti tra integrazione, assimilazione e conservatorismo – con parole che non si prestano a differenti interpretazioni: 22 Carlo Santucci, I percorsi e i nodi dell’integrazione, Micro&Macro Marketing, 2/2004, Il Mulino, Agosto 2004. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 23 capitolo 4 – da target a leader Nascere in una determinata cultura non è ovviamente una manifestazione di libertà culturale, e preservare ciò che ti è stato appiccicato addosso solo in virtù della nascita, difficilmente potrà essere, di per sé, un esercizio di libertà. Il premio Nobel nega così l’esistenza di un essere umano che agisce esclusivamente sulla base delle convenienze economiche l’agente razionale tanto caro agli economisti classici - e che fa riflettere sulla tematica, ancora acerba in Italia, della relazione tra identità ed economia23. Un libro che dovrebbe far riflettere sulla responsabilità (politica, sociale ed economica) dei professionisti e dei manager del marketing e della comunicazione quando si avvicinano a una realtà così complessa e delicata che richiede curiosità, conoscenza, ascolto, condivisione e che non può essere affrontata superficialmente puntando a ottimizzare il rapporto costo/risultati immediati. A nostro parere, per comprendere e servire le G2, così come le prime generazioni, è, inoltre, indispensabile tenere conto anche della fase del processo migratorio in cui il migrante si viene a trovare. Uno spunto condiviso anche da Luca Visconti nella sua analisi pubblicata nel precedente capitolo 2. Un processo che può essere semplificato e rappresentato con il seguente modello24. 23 Un libro che ci porta a (ri) pensare al marketing multiculturale (un marketing servo del monoculturalismo plurale descritto da Sen?), al marketing interculturale e al welcome marketing. 24 Adattato da quello inserito nel paper Enzo Mario Napolitano, Il Welcome Marketing, www.etnica.biz, 2005 e inizialmente Ispirato a Otto Bitjoka di Ethnoland (Convegno Welcomebank, Biella, 3 Ottobre 2003) e di Luisa Anderloni (I flussi migratori e i flussi finanziari. Il social banking, in AA.VV., Immigrazione e flussi finanziari, Egea, 2003). Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 24 capitolo 4 – da target a leader capacità di spesa, risparmio e investimento integrazione assimilazione G2 G3 radicalizzazione (auto) ghettizzazione new comers G1 G1,25 G1,50 G1,75 dream progettazione rinuncia rientro coatto insediamento iniziale tempo regolarizzazione insediamento consolidamento definitivo Figura 2. Il progetto/processo migratorio e il peso economico del migrante (adattata e aggiornata) Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 25 capitolo 4 – da target a leader Per comprendere le potenzialità del G2 marketing25 (per/da/tra seconde generazioni) e l’esigenza di coinvolgere le G2 , investendo su di esse, può risultare utile chiedersi chi è Amir, il giovane immigrato che gli organizzatori di Torino Spiritualità, con ammirevole coraggio, hanno chiamato a dibattere di seconde generazioni con lo scrittore Yunis Tawfik e con il sociologo Maurizio Ambrosini. Si chiama Amir Issa, ha 27 anni, è nato in Italia, da madre italiana e padre egiziano, abita nel quartiere romano di Torpignattara e i suoi piatti preferiti sono il kebab e il supplì. Si tratta di uno dei rapper italiani più noti. Il suo primo singolo Shimi è on air da mesi in molte radio e tv ed è appena uscito il suo primo cd Uomo di Prestigio. Un rapper che ha dichiarato alla stampa italiana (Andrea Laffranchi, Il «Rap per immigrati» di Amir, Il Corriere della Sera, 28 giugno 2006) di proporsi come il portavoce dei figli degli immigrati descritti come ragazzi come lui che sono nati in questo paese da genitori immigrati, sulla carta sono Italiani, ma si sentono "Stranieri nella loro Nazione" (www.amiristhis.it). G2 marketing è un progetto di ricerca avviato nel settembre 2006 da Etnica in collaborazione con IEGI Università Bocconi e diretto da Luca Massimiliano Visconti (IEGI) ed Enzo Mario Napolitano. 25 Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 26 capitolo 4 – da target a leader Una missione politica a cui ha dedicato la canzone intitolata Straniero nella mia nazione in cui si trovano questi versi: …in questa società fredda cerco aria più calda figlio dell’amore e del cuore di due persone un mix di sangue razze e religione so qui come portavoce scendo in missione contro la disperazione che affligge troppe persone seconda generazione… Amir è uno dei primi casi di G2 marketing (in questo caso di marketing tra G2) ma anche l’esempio, a oggi il più visibile, di come le G2 non siano assolutamente intenzionate a restare, al pari dei loro genitori, un target invisibile o a diventare consumisti giovani, immigrati in erba o giovani free rider. Le G2 appaiono invece intenzionate (come risulta anche delle loro prime dichiarazioni associative) a diventare attori politici, sociali ed economici a tutto tondo. Forse gli extra-italiani di cui ha parlato Ilvo Diamanti. Sicuramente soggetti protagonisti e liberi di (ri) orientare le proprie scelte di consumo e risparmio verso offerte monoculturali o comunitarie o interculturali. Nella piena libertà di ridefinire le priorità identitarie in relazione al momento e alla situazione che si trovano a vivere. Senza trovarsi prigionieri di eredità culturali, di scelte irreversibili o di categorie di marketing comode solo per marketer e comunicatori incapaci di mettersi in gioco. Al fine di tracciare la possibile evoluzione economica dell’immigrazione in Italia, e in particolare delle G2, potrebbe rivelarsi utile guardare a ciò che accade in Francia dove nel giugno 2006 è stato istituito l’Observatoire de la diversité dans la publicité per valorizzare l’immagine delle minoranze etniche ed evitare il perdurare di luoghi comuni26 come: On ne verra jamais un conseiller financier de couleur ou un assureur. 26 BVP/ Ipsos Public Affairs, La perception de la représentation des minorités ethniques dans la publicité, maggio 2006, www.ipsos.fr. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 27 capitolo 4 – da target a leader Altrettanto utile potrebbe rivelarsi esaminare come sono stati tratteggiati i target migranti da Sopi Communication, la prima agenzia multietnica francese fondata nel 2003 (www.sopi.fr). Les positive thinkers Non ignorano la realtà delle discriminazioni, hanno scelto di affidarsi alle loro qualità individuali per riuscire. Giovani specializzati d’origine africana, maghrebina o vietnamita, hanno fatto un po’ alla volta la loro apparizione ai vertici della società francese senza tentare di entrare nella super élite (il famoso “tetto di vetro”). Abitano nei quartieri chic delle grandi città e delle zone residenziali. Hanno tra i 25 e i 45 anni. I loro consumi sono analoghi a quelli dei loro colleghi di lavoro salvo che nel loro universo familiare. Aspirano ad avere l’ultimo prodotto alla moda (arredi, tecnologia, viaggi), percepiscono un forte bisogno di riconoscimento e di realizzazione Non sono per una comunicazione di massa ma cercano sempre di avere l’esclusività; sono degli adepti del marketing relazionale uno a uno. Sperano in una più giusta rappresentazione dei loro successi nei media e nella pubblicità. Les Et .. Et Nati delle classi medie, rivendicano altrettanto la cultura dei loro antenati così come del paese dove sono nati, sono afro-europei, franco-arabi, franco-asiatici. Alcuni meticci corrispondono a questa definizione. Frequentano prevalentemente amici della stessa comunità – sovente endogami27 – hanno anche amici di tutte le origini e le loro identità “etniche”, reali, devono essere apprese lentamente, il più sovente nella loro sfera intima. Sono i principali consumatori di media identitari; l’iniziativa di tali media è dovuta al fenomeno di individui appartenenti a questa categoria. Questa popolazione non “si acquista” con bei discorsi privi di senso, i programmi di fidelizzazione, per esempio, possono rispondere alle loro attese. 27 Osservanti della regola che impone il matrimonio all’interno del proprio gruppo di parentela o socioeconomico. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 28 capitolo 4 – da target a leader Les “sam’suffit” Appartenenti alle classi medie, se la cavano pressappoco e desiderano soprattutto non fare i vaghi. Vilipesi da alcuni della loro comunità (bountys per i neri, bananes per gli asiatici) si considerano ancora come degli invitati e si iscrivono nella logica dell’assimilazione. Abitano in quartieri dove non ci sono molti immigrati. Hanno sovente tra i 25 e i 40 anni. Non vorrebbero essere considerati come appartenenti a una minoranza etnica ma piuttosto come consumatori lambda. Quadri intermedi, impiegati e funzionari spesso antillesi o donne maghrebine e africane vivono sovente in coppie miste. Apprezzano trovare un minimo di prodotti etnici che comprano nella grande distribuzione e nelle grandi marche generaliste. È da notare che non si sono mai sottratti alla loro origine (le pelli nere hanno bisogno di prodotti specifici così come i capelli crespi). Les “revoltés identitaires” Guidati da una forte frustrazione di confronto con la società francese, sovente sono nati in Francia e si sentono senza pace richiamati dalla loro origine, brandiscono lo stendardo di identità etnica o religiosa. Si dividono tuttavia in due gruppi distinti. Il primo, diplomato, sovente disoccupato o sotto occupato, adotta spesso una logica simile a quella degli afro-americani negli anni 60 in ricerca di un’identità che si conosce talvolta male. Nascondono non solo i futuri leader politici e associativi ma anche gli imprenditori comunitari, convinti che solo questo tipo di organizzazione permetterà di ritrovare la dignità loro e di quelli come loro. Vogliano passare da una situazione subìta a una situazione scelta. L’altro gruppo, espressione della classe popolare prima generazione, è sovente il solo a rappresentare le minoranze visibili nei media: i giovani delle periferie, i delinquenti. Hanno ripreso dagli Usa una controcultura del ghetto urbano, possiedono circuiti di distribuzione e di informazione e servono spesso da modello per i giovani borghesi bianchi della stessa età. Questo segmento è costituito da giovani maschi e femmine dai 18 ai 25 Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 29 capitolo 4 – da target a leader anni ma con una predominanza maschile. Abitano nei quartieri di periferia nei distretti Hlm delle grandi città. In generale sono i bambini dei “come a casa nostra” ma sono molti differenti dai loro genitori. Questo gruppo di rottura, il più difficile da comprendere da parte delle istituzioni pubbliche e private, resta paradossalmente quello che rappresenta le più forti potenzialità per il marketing identitario (abbigliamento da passeggio, musica hip hop, prodotti culturali, alimenti halal…). Rivolgersi loro in termini specificamente etnici potrebbe essere considerato da essi come una discriminazione. Essi sono più per un marketing tribale che etnico (codice abbigliamento, codice linguaggio…): per tradurre il nome di una grande marca statunitense di abbigliamento da strada “par nous, pour nous!”. Les “comme au pays” Gli africani o i maghrebini occidentalizzati li chiamano les blèdards, sono sovente appena arrivati grazie al ricongiungimento familiare o all’immigrazione clandestina (molti cinesi corrispondono a questa definizione) e guardano essenzialmente al modo di vivere dei loro paesi d’origine. Si mischiano generalmente meno a persone di altre provenienze che alla loro. Anche se gli inserzionisti non li considerano “glamour”, essi consumano tutti i tipi di prodotti specializzati: alimentazione, abbigliamento ma anche carte telefoniche prepagate, trasferimento di fondi, viaggi verso i loro paesi d’origine. Il potere d’acquisto è certamente inferiore alla media ma la loro propensione al consumo è molto forte e in particolare nelle famiglie numerose. Sono uomini e donne di età superiore ai 45 anni ma anche i più giovani (25-35) immigrati nelle periferie parigine o nelle grandi città di provincia. Chiedono con forza offerte legate ad eventi (Ramadan, l’Aid el Kabir, viaggi su misura durante le vacanze estive per esempio) essi apprezzano che si parli loro nella lingua d’origine attraverso i media comunitari. Una sola difficoltà: si mischiano raramente con persone provenienti dalle regioni o province differenti dalla loro. Aggiornamento al 27.10.06 Si ringraziano Luca Visconti per i preziosi suggerimenti ed Erika Mosca per la revisione critica del testo. Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 30 capitolo 4 – da target a leader Enzo Mario Napolitano (a cura di), Il Welcome Banking, quaderni di welcome marketing– www.etnica.biz –2006 31