SALUFRANGOL ® Adatto per vegetariani Adatto per vegani Senza glutine Non contiene lievito Non contiene lattosio Non contiene alcool Disponibile il campione gratuito Integratore alimentare a base di estratti vegetali indicati per favorire delicatamente la regolarità intestinale, coadiuvando le funzioni digestive. SCHEDA TECNICA A cura di: dott. Rita Pecorari consulente tecnico-scientifico consigliere SIFIT (Società Italiana di Fitoterapia) INTRODUZIONE A base di estratto di fico e vegetali tradizionalmente noti per i loro effetti benefici a carico del tratto gastroenterico, Salufrangol è indicato in tutti quei casi in cui una dieta equilibrata e ricca in fibre non sia sufficiente a garantire un buon transito intestinale. Dolcificato con solo succo di pera concentrato, completamente naturale, senza aromi, conservanti o coloranti, il prodotto combina in modo bilanciato le proprietà specifiche di ciascun componente per ottenere un’azione delicata ma efficace sulla motilità intestinale, attenuando nello stesso tempo il gonfiore e le tensioni addominali e favorendo i processi digestivi. INGREDIENTI Estratto di Fichi (Ficus carica), succo di Pera (Pyrus communis) concentrato, estratto acquoso di: Senna (Cassia senna) frutti, Millefoglio (Achillea millefolium) parti aeree, Rabarbaro (Rheum officinale) radice, Gramigna (Agropyron repens) rizoma, Anice (Pimpinella anisum) frutti, Cumino (Carum carvi) frutti, Finocchio (Foeniculum vulgare) frutti, Coriandolo (Coriandrum sativum) frutti, essenza di vino rosso, purea di Tamarindo (Tamarindus indica) frutto. INFORMAZIONI NUTRIZIONALI: 2 Valori medi per: 100 ml 10 ml 20 ml Valore energetico 561 kJ 135 kcal <1g 33 g <1g 56 kJ 13,5 kcal < 0,1 g 3,3 g < 0,1 g 112 kJ 27 kcal <1g 6,5 g <1g 69,5 g 15,5 g 1,4 g 1,4 g 0,8 g 0,7 g 0,3 g 0,3 g 0,3 g 6,95 g 1,55 g 0,14 g 0,14 g 0,08 g 0,07 g 0,03 g 0,03 g 0,03 g 13,9 g 3,1 g 0,28 g 0,28 g 0,16 g 0,14 g 0,06 g 0,06 g 0,06 g Proteine Carboidrati Grassi Estratto di fichi Estratto di senna Estratto di rabarbaro Estratto di millefoglio Estratto di gramigna Estratto di anice Estratto di cumino Estratto di finocchio Estratto di coriandolo RACCOMANDAZIONI PER L’USO: si consigliano 10-20 ml (1-2 misurini) al giorno , da assumere preferibilmente alla sera prima di coricarsi. Il quantitativo può essere aumentato o diminuito secondo le necessità individuali. Agitare la bottiglia prima dell’uso; una volta aperta, conservarla in frigorifero e consumare entro 4 settimane. SOSTANZE ATTIVE ESTRATTO DI FICHI corroborante, favorisce il transito e il benessere intestinale ESTRATTO indicato in caso di stitichezza DI SENNA ESTRATTO DI RABARBARO digestivo e blandamente lassativo ESTRATTO DI riequilibrante intestinale e carminativo MILLEFOGLIO ESTRATTO DI GRAMIGNA favorisce le funzioni depurative dell’organismo ESTRATTI DI indicati per dispepsia, inappetenza, gonfiore addominale ANICE, CUMINO E CORIANDOLO PUREA DI TAMARINDO ammorbidisce le feci favorendo il transito intestinale ESTRATTO DI FICO Nome botanico: Ficus carica L. Famiglia: Moraceae Parti utilizzate: Frutto Caratteristiche generali Il fico comune (Ficus carica L.) é una pianta xerofila dei climi subtropicali temperati, appartenente alla famiglia delle Moraceae, rappresenta la specie più nordica del genere Ficus e produce il frutto detto comunemente fico. L’epiteto specifico carica fa riferimento alle sue origini che vengono fatte risalire alla Caria, regione dell’Asia minore e testimonianze della sua coltivazione si hanno già nelle prime civiltà agricole di Mesopotamia, Palestina ed Egitto, da cui si diffuse successivamente in tutto il bacino del Mare Mediterraneo. E’ un albero dal tronco corto e ramoso, che può raggiungere altezze variabili tra 6 e 10 m; la corteccia é finemente rugosa e di colore grigio-cenerino; i rami sono ricchi di midollo, con gemme terminali acuminate, coperte da due squame verdi, o brunastre. 3 SOSTANZE ATTIVE Le foglie sono grandi, scabre, oblunghe, grossolanamente lobate a 3-5 lobi, di colore verde scuro sulla parte superiore, più chiare e ricoperte da una lieve peluria su quella inferiore. Quello che comunemente viene ritenuto il frutto del fico é in realtà una grossa infiorescenza carnosa, piriforme, detta siconio, che al raggiungimento della maturazione é ricca di zuccheri, di colore variabile dal verde al nero-violaceo, cava, all’interno della quale sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l’entrata degli imenotteri pronubi; i veri frutti, che si sviluppano all’interno dell’infiorescenza (che diventa, perciò, un’infruttescenza), sono numerosissimi piccoli acheni. La polpa che circonda i piccoli acheni é succulenta e dolce, e costituisce la parte commestibile. La specie ha due forme botaniche che semplicisticamente possono essere definite come piante maschio e piante femmina, dato che la prima (pianta maschio, o caprifico) costituisce l’individuo che produce il polline con frutti non commestibili, mentre la seconda (pianta femmina o fico vero, che produce frutti commestibili) produce i semi contenuti nei frutti. Il fico vero, o fico commestibile, riceve quindi il polline e matura i semi, botanicamente definiti acheni, che contengono una piccola noce, e sono, nei fatti, quei piccoli granellini che si trovano all’interno del frutto. Il “frutto” contiene zuccheri, minerali ed oligoelementi (fosforo, ferro, sodio, potassio, calcio, zolfo, iodio, manganese e bromo), vitamine (A , B1, B2, PP e C), enzimi digestivi (ficina, proteasi, lipasi e diastasi), acido ascorbico, mucillagini e zuccheri. Le foglie, contengono furocumarine (bergaptene, psoralene), cumarine e lattice, che presenta un’ottima azione nelle turbe dispeptiche, nella gastroduodenite, nell’ulcera gastroduodenale e nelle forme distoniche neurovegetative. 4 Indicazioni salutistiche Il fico é un buon energetico, mineralizzante, tonificante vitaminico, raccomandato ad anziani, bambini, convalescenti, donne in stato di gravidanza; utile nella crescita, nelle astenie fisiche e nervose, nelle forme da colon irritabile, nella stitichezza, negli stati febbrili, nelle infiammazioni intestinali, nelle forme bronchiali, nelle tracheiti, nelle forme da raffreddamento, nonché nelle forme flogistiche del cavo orale. Contribuisce a regolarizzare la motilità e la secrezione gastroduodenale, trovando impiego anche nel trattamento di disturbi digestivi di natura psico-somatica. Precauzioni d’uso Le furocumarine presenti nelle foglie, qualora un loro estratto venga utilizzato per uso esterno, possono presentare un’azione foto sensibilizzante in caso di lunga esposizione al sole, mentre il lattice può rivelarsi irritante a contatto con la cute e le mucose. ESTRATTO DI SENNA Nome Botanico: Cassia angustifolia Vahl Famiglia: Leguminosae Parti utilizzate: Foglie e Frutti Caratteristiche generali La Senna é un arbusto alto da 60 a 120 cm, originario dell’Africa Orientale, dell’Arabia e dell’India, presenta foglie, composte da 4 - 7 paia di foglioline opposte e ovali e baccelli, come frutti. La Senna é stata introdotta nella medicina Europea dagli Arabi: ad essa venivano attribuite molte virtù terapeutiche, ma non erano ancora note le sue virtù lassative che vennero segnalate, solo molti secoli dopo, da Paracelso e dal Mattioli. La Cassia é anche nota con il nome di Senna; i nomi hanno etimologie differenti: Cassia proviene dall’ebraico e significa “tutto sbucciato” (per la facilità nel rimuovere la buccia dei baccelli), Senna invece deriva dall’arabo, sena, e significa sabbia. Le foglie e i frutti contengono eterosidi idrossiantracenici (senosidi B) (25%), che nei frutti sono concentrati a livello del pericarpo, mucillagini (10%), flavonoidi, polioli (pinnitolo), polisaccaridi, acidi, sostanze minerali SOSTANZE ATTIVE (10-12%), glicosidi naftalenici e monomerici. I derivati 1,8-diidrossiantracenici (da cui il nome di purgante antrachinonico) hanno un effetto lassativo dovuto ai senosidi ed il loro metabolita attivo nell’intestino crasso é il reina-antrone. Indicazioni salutistiche La polpa dei baccelli della specie Cassia angustifolia (e di specie affini, p. es. Cassia acutifolia e Cassia fistula), comunemente e in modo generico indicata col nome di senna, possiede proprietà lassative già note da secoli. La pianta possiede un tropismo elettivo verso l’intestino crasso, sul quale provoca un’attivazione della peristalsi, capace di accelerare l’avanzamento del contenuto intestinale, con un conseguente effetto lassativo e purgativo. Come per altre piante ad azione lassativa, come, ad esempio, l’aloe del Capo, l’azione purgativa é determinata dai derivati antracenici e in particolare da quelli antrachinonici, combinati sotto forma di glicosidi e, ad adiuvare l’azione purgativa, si aggiunge quella rinfrescante e lassativa, dovuta al contenuto in glucosio e, soprattutto, di fruttosio, di mucillagine e di flavonoidi. Il metabolismo avviene a livello del colon, dopo che il glicoside antrachinonico, assunto per via orale, transita immodificato nello stomaco e nell’intestino tenue. Nel colon si esplica l’azione peristaltogena dovuta ai glicosidi a legame ß glicosidico (pro farmaci) che vengono catabolizzati in reina-antrone, ad opera della flora batterica intestinale presente nel’intestino crasso, che ne favorisce l’idrolisi; sempre nell’intestino crasso avviene la rimozione dello zucchero (D-glucosio o L-ramnosio) ed il reina-antrone svolge la sua azione lassativa. Precauzioni d’uso E’ sconsigliato l’uso della pianta durante il periodo della gravidanza, come pure durante l’allattamento e nel bambino al di sotto dei 12 anni di età; nonché in presenza di diverticolosi intestinale e in soggetti con occlusione o sub-occlusione intestinale ed in soggetti affetti da emorroidi e/o da fistole perianali. Inoltre il consumo di senna é sconsigliato in caso di ileo atonia e in presenza di disturbi infiammatori acuti dell’intestino (morbo di Crohn, colite ulcerosa, appendicite), dolori addominali anche di origine sconosciuta e stati di severa disidratazione gastrointestinale. ESTRATTO DI RABARBARO Nome Botanico: Rheum officinale Baillon Famiglia: Polygonaceae Parti utilizzate: Rizomi Caratteristiche generali Il rabarbaro é conosciuto ed apprezzato sin dall’antichità, descritto da Dioscoride e da Galeno, come pianta preziosa e rara per le virtù digestive e lassative; Plinio lo chiama “rapontico”, cioè che viene da lontano, per sottolineare l’origine esotica di questa radice. Nel XVII secolo, con difficoltà e dopo innumerevoli tentativi, la coltivazione venne introdotta in Europa e si iniziò un utilizzo più diffuso e importante, anche se la definizione botanica precisa si ebbe solo nell’Ottocento, ad opera del botanico francese Baillon. Le varietà coltivate in Europa risultano avere un’attività inferiore a quelle asiatiche, anche se ne mantengono le qualità, di piante digestive e lassative. Indicazioni salutistiche Secondo la fitoterapia, il rabarbaro possiede una duplice azione per la presenza di tannini in esso contenuti: a piccole dosi é un tonico, stomachico,astringente, in grado di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, l’escrezione di bile dal fegato e la normale peristalsi intestinale e, secondo gli orientali, anche “depurativa” del sangue, poiché “purifica il calore” nel sangue; mentre, ad una posologia più massiccia, può avere un effetto purgativo e, come tutte le droghe antrachinoniche, la sua azione si situa a livello dell’intestino crasso, ove determina una inibizione del riassorbimento di acqua e di elettroliti, favorendo la secrezione di 5 SOSTANZE ATTIVE liquido intra-luminale a livello del colon ed aumentando il tono della muscolatura liscia longitudinale con conseguente aumento della peristalsi. I derivati antrachinonici sono considerati dei pro farmaci, in quanto, solo a livello del colon, vengono liberate le genine antrachinoniche, con effetto lassativo da parte dei batteri intestinali, pertanto la loro azione si esplica solo dopo 6-10 ore. Fra le piante medicinali contenenti glucosidi antranoidi, il rabarbaro é quella meglio tollerata, grazie alla contemporanea presenza dei polifenoli. In Medicina Tradizionale Cinese il rabarbaro é considerato tra i rimedi dalla natura fredda e dal sapore amaro, drenando verso il basso ed eliminando il calore e gli accumuli; sempre secondo La M. T. C., l’azione “energetica” del rabarbaro é quella di muovere le feci, aumentando la peristalsi intestinale nei casi di stipsi con addome teso e dolente, rimuovendo inoltre il ristagno di fegato e stomaco, agendo sulla digestione lenta, sul meteorismo e sul gonfiore addominale. Possiamo dire che il rabarbaro é iscritto in tutte le farmacopee occidentali ed orientali ed esistono in commercio diverse preparazioni farmaceutiche, sia per uso interno (stimolanti intestinali) che per uso esterno (gengiviti e stomatiti), venendo utilizzato nel trattamento di vari tipi di emorragie, quali quelle secondarie come emorroidi ed epistassi. Precauzioni d’uso E’sconsigliato l’uso della pianta durante il periodo della gravidanza a causa dei rischi di genotossicità di alcuni antrachinoni (aloe-emodina), soprattutto nel primo trimestre, nonché durante il periodo dell’allattamento, dato che alcuni derivati antrachinonici possono passare nel latte materno, causando diarrea nei lattanti. Si consiglia di usare con moderazione nei bambini di età inferiore ai 12 anni. 6 ESTRATTO DI GRAMIGNA Nome Botanico: Agropyron repens L. Famiglia: Poaceae Parti utilizzate: Rizoma Caratteristiche generali Il termine agropiro deriva dal greco agrios, selvatico e pyros, frumento; diffusissima nei luoghi erbosi incolti, campi, prati, bordi di strade, é la regina delle cosiddette erbe infestanti, ma anche se la sua tendenza é quella di invadere il territorio altrui, la gramigna possiede insospettate qualità terapeutiche; é, infatti, nota per le sue eccellenti proprietà diuretiche, emollienti e depurative, ed é raccomandata, tradizionalmente, in tutti i casi di forme infiammatorie del fegato, della milza, delle vie urinarie, nonché nella gotta, nelle forme artritiche e nelle forme eczematose. La droga é costituita principalmente dai rizomi e dalle radici, che contengono buone quantità di zuccheri e polisaccaridi a diverso grado di polimerizzazione, tra cui la triticina (3 - 8%), un polifruttosano affine all’inulina, al fruttosio, al mannosio e alle mucillagini; sono presenti poi poliacoli: quali inositolo e mannitolo (2 - 3%), una piccola percentuale di un olio essenziale ricco in carvone (terpenoide tipico degli oli essenziali di aneto e carvi), sali di ferro e di potassio, acido silicico, vitamina A e vitamine del gruppo B. Indicazioni salutistiche La Commissione E della Farmacopea tedesca la raccomanda per contrastare le infezioni dell’apparato genito-urinario e del tubo digerente; l’azione antimicrobica sarebbe legata alla presenza dell’olio essenziale, ma anche ad un effetto di prevenzione dell’adesione di uropatogeni alla mucosa vescicale, mentre l’azione acqueretica, insieme ad un’azione antiflogistica e demulcente, é da riferire ai carboidrati ed alle mucillagini presenti. Secondo alcuni autori, la sua azione sedativa risulterebbe particolarmente efficace nei casi di coliche renali e in presenza di cistiti. Le sue proprietà antinfiammatorie ed emollienti sono tradizionalmente sfruttate anche per le affezioni alle vie respiratorie; grazie alla sua ricchezza in sali ed acido silicico, infine, é da considerarsi anche un utile SOSTANZE ATTIVE remineralizzante. La medicina popolare riconosce alla pianta proprietà antidiscrasiche e depurative, che ne rendono prezioso l’impiego nel trattamento di diverse affezioni reumatiche, epatiche e cutanee. ESTRATTO DI ANICE VERDE Nome Botanico: Pimpinella Anisum L. Famiglia: Apiaceae Parti utilizzate: Frutti (Impropriamente detti semi) Caratteristiche generali Già nota ai tempi dei greci e degli egizi, quale spezia e pianta medicinale, trova impiego ancora oggi nel campo delle affezioni delle alte vie respiratorie, nei disturbi gastro-intestinali, come dispepsia, meteorismo e gonfiore addominale. Il profilo fitochimico dell’Anice verde é variegato e particolarmente interessante, infatti annovera: un olio essenziale ricco in anetolo (70 - 90%), estragolo, acido anisico e la sua aldeide, carvone, safrolo, terpeni e sesquiterpeni (responsabili delle sue proprietà aromatiche, carminative, eupeptiche, spasmolitiche, espettoranti e balsamiche); dei derivati cumarinici quali bergaptene ed umbelliferone; bioflavonoidi, quali rutina, isovitexina e glucosidi della quercetina; elementi proteici, lipidici e glucidici. Indicazioni salutistiche Grazie ai principi attivi contenuti nell’olio essenziale, a livello tracheo-bronchiale l’anice esplica un’azione balsamica, mucolitica ed espettorante, riducendo moderatamente anche l’infiammazione delle vie respiratorie e, secondo Leclerc, possono essere impiegati con buoni risultati nelle forme pertussoidi ed asmatiformi. L’anetolo ha un ruolo molto importante nell’attivare la peristalsi, nei casi di atonia intestinale, e la contemporanea azione antispastica ne giustifica l’impiego in presenza di forme dispeptiche, riducendo gli spasmi della muscolatura liscia, nonché la formazione di “bolle” di gas, aumentando la secrezione dei succhi digestivi. A livello gastrointestinale, l’anice verde, quindi, contribuisce ad inibire il formarsi di processi fermentativi (aerofagia e flatulenza) e, con il miglioramento delle funzioni digestive (aumentando la secrezione salivare e gastrica), unito all’azione antispastica, si ottiene uno stato di benessere generale, con assenza di sonnolenza post-prandiale e migliorata assimilazione dei principi nutritivi. Infine, per effetto estrogeno-simile di alcuni componenti, quali il di-anetolo, l’anice verde é indicato come galattagogo, stimolando la portata lattea, senza dimenticare che é ottimo per combattere l’astenia e l’affaticamento cerebrale, in associazione ad altre piante con effetti sinergici. ESTRATTO DI CUMINO Nome Botanico: Carum Carvi L. Famiglia: Apiaceae Parti utilizzate: semi Caratteristiche generali Il Cumino (Cuminum cyminum L.), anche noto come Cumino romano, é una pianta erbacea annuale originaria del bacino del Mediterraneo, ora diffusa anche nel continente americano. Presenta un fusto sottile e ramificato alto 20 - 30 cm, le foglie sono lunghe 5 – 10 cm, disposte a pettine. I fiori sono piccoli, bianchi o rosa, e disposti a ombrella, il frutto é un achenio laterale ovoidale-fusiforme, lungo 4 – 5 mm, contenente un singolo seme; i semi del cumino sono simili a quelli del finocchio e dell’anice, ma sono più piccoli e di colore scuro, da non confondere con il carvi che presenta frutti simili ma con un aroma 7 SOSTANZE ATTIVE completamente differente. La parola “cumino” deriva dall’arabo Kamun e la spezia é originaria della Siria, dove il cumino cresce in terreni caldi e aridi, i suoi semi sono stati rinvenuti in alcuni antichi siti archeologici siriani e la conoscenza del cumino, probabilmente, attraversò la Turchia e la Grecia, ancora prima della dominazione araba in Spagna nel quindicesimo secolo. Originariamente coltivato nell’Iran e nelle regioni mediterranee, il cumino é menzionato nella Bibbia, sia nell’Antico Testamento (Isaia 28:27), che nel Nuovo Testamento (Matteo 23:23), era conosciuto anche nell’antica Grecia e nell’antica Roma; i greci tenevano il cumino a tavola, in un contenitore (più o meno come si usa con il pepe oggi), e questa usanza é mantenuta ancor oggi in Marocco. L’uso del cumino divenne sempre meno frequente in Europa (con l’eccezione di Spagna e Malta) a partire dal Medioevo, mentre fu introdotto nel continente americano grazie ai coloni spagnoli. Contiene un olio essenziale composto prevalentemente da aldeidi (fino al 60%), tra le quali aldeide cuminica; idrocarburi monoterpenici (fino al 52%), tra i quali pineni, terpineni, cimene, fellandrene, mircene e limonene. 8 Indicazioni salutistiche Il frutto del cumino, simile per attività all’Anice verde, é aromatico, carminativo e, pure, antimicrobico; il suo consumo favorisce la digestione e combatte l’atonia intestinale, svolgendo azione sedativa sulla motilità dello stomaco contrastando in modo particolare l’aerofagia. Nella tradizione, viene consigliato di assumere una tazza di infuso di cumino dopo i pasti, soprattutto successivamente al consumo di un pasto molto abbondante, al fine di combattere la flatulenza, la formazione anomala di gas a livello intestinale e, di conseguenza, le manifestazioni di tipo colitico e i disturbi digestivi anche dei neonati. Anche se in modo non accentuato, si rilevano proprietà utili in presenza di spasmi del tratto gastrointestinale e, in particolare, delle vie biliari; infatti, il cumino é uno dei carminativi più affidabili e potenti e, per la positiva azione sullo stomaco, lo si definisce come stomachico, aromatico o, in breve, come “tonico per lo stomaco”. ESTRATTO DI ACHILLEA (MILLEFOGLIO) Nome Botanico: Achillea millefolium L. Famiglia: Asteraceae Parti utilizzate: Sommità fiorite Caratteristiche generali L’achillea millefolium é una pianta erbacea rustica della famiglia delle Asteraceae, perenne, che cresce spontanea in tutte le regioni italiane, soprattutto nei prati. Il nome achillea deriva dal nome di Achille che, secondo la leggenda, ne avrebbe appreso l’uso per curarsi le ferite dopo le battaglie; é nota, in effetti, anche con i nomi popolari di erba dei tagli e sanguinella, che ben rimandano alle sue azioni prevalenti. Dell’Achillea millefolium si utilizzano le foglie e le sommità fiorite fresche o essiccate, raccolte al tempo della fioritura; la droga contiene oli essenziali, flavonoidi, tannini, terpen-lattoni, sali minerali, resine, cumarine, zuccheri, alcaloidi, aminoacidi, acidi ed una sostanza amara, l’achilleina. Indicazioni salutistiche E’ molto conosciuta e apprezzata per le numerosissime proprietà, che spaziano da quelle stimolanti, stomachiche e digestive a quelle astringenti, sudorifere, antipiretiche, cicatrizzanti ed emostatiche. Nella terapeutica moderna, é utilizzata per il suo contenuto in olio volatile, ricco in azulene: i medicamenti ottenuti da questa pianta presentano un’azione antiflogistica e proprietà spasmolitiche. L’azulene dell’Achillea millefolium L. é stato identificato con il camazulene della camomilla, di cui condivide diverse proprietà; gli azuleni, hanno dimostrato ampiamente il potere di ripristinare in tempi rapidi il normale grado di permeabilità dei tessuti, riassorbendo i focolai di infezione, grazie all’azione batteriostatica, e favorendo, in caso di trauma, la continuità biologica tra la zona colpita e il resto dell’organismo. Inoltre si manifesta un’azione antiflogistica dell’azulene, a carico della mucosa gastrica infiammata, determinando una regressione delle alterazioni morfologiche e una normalizzazione della secrezione di acido cloridrico. Da quanto esposto, si evince SOSTANZE ATTIVE la validità delle indicazioni salutistiche attribuite alla pianta, l’achillea, infatti, agisce come amaro-tonico, antispasmodico del tratto gastrointestinale (nei disturbi gastrici, nella nausea e nella disappetenza), risultando un tonico efficace delle vie digestive, attivando le funzioni secreto-motrici. Per le proprietà spasmolitiche (apigenina e luteolina) viene utilizzata anche come emmenagogo nelle mestruazioni dolorose. ESTRATTO DI FINOCCHIO Nome Botanico: Foeniculum vulgare Miller Famiglia: Apiaceae Parti utilizzate: Frutti Caratteristiche generali Originario delle regioni mediterranee, il finocchio ama i luoghi sassosi ed erbosi aridi, dal livello del mare alle zone montane; é una pianta perenne, alta fino a 1,5 m, munita di un fusto cilindrico, eretto, con ramificazioni alterne; il frutto é un achenio, glabro, di forma ovata, lungo 4 - 7 mm, ornato da sottili coste. Tutte le sue parti sono assai ricche in olio essenziale (fino all’8%), in cui abbonda il trans-anetolo, componente che determina il sapore dolciastro dell’estratto, accompagnato, tra gli altri, da fencone, estragolo, limonene, alfa-pinene; flavonoidi (essenzialmente rutina, quercetina e glicosidi del kampferolo), cumarine, infine, steroli, oli grassi, acido oleico e linoleico, zuccheri, sostanze pectiche e resinose, vitamine e minerali, quali calcio e potassio. Indicazioni salutistiche Il finocchio era usato già dagli antichi Egizi, per migliorare la cattiva digestione e nel corso del tempo ha acquisito numerosi utilizzi terapeutici; i semi di finocchio vengono da sempre impiegati, non solo nei soggetti adulti, ma anche in pediatria, in presenza di disturbi dispeptici, nelle situazioni con meteorismo e negli spasmi del tratto gastrointestinale. Grazie alle proprietà stimolanti-aromatiche, manifesta un beneficio a livello gastroenterico, migliorando il tono degli apparati, incrementando la secrezione salivare, quella gastrica e la coleresi. Il finocchio trova impiego anche nel campo delle affezioni delle alte vie respiratorie, grazie ai principi attivi contenuti nell’olio essenziale, che svolgono un’attività secretolitica, infatti, a livello tracheo-bronchiale, esplica un’azione balsamica, mucolitica, antinfettiva ed espettorante, riducendo moderatamente anche l’infiammazione. Infine, per effetto estrogeno-simile di alcuni componenti, quali il D-anetolo, viene anche indicato come galattagogo. ESTRATTO DI CORIANDOLO Nome Botanico: Coriandrum sativum L. Famiglia: Apiaceae Parti utilizzate: Frutti Caratteristiche generali Oltre a molte caratteristiche botaniche, il coriandolo condivide con l’anice svariate proprietà medicamentose; ampiamente usato in cucina come spezia e come ingrediente di amari digestivi ed aperitivi, per le sue proprietà aromatizzanti, come pianta officinale trova impiego come carminativo e stomachico e antidiarroico, inoltre da studi sperimentali sembra anche possedere un effetto ipoglicemizzante, che ne confermerebbe l’uso tradizionale nel trattamento di stati diabetici. Come l’anice, il coriandolo é caratterizzato dalla presenza di un olio essenziale ricco di molecole attive, ma di diversa composizione; vi si trovano infatti geraniolo, limonene, p-cimene, alfa-pinene, linalolo, borneolo, tutti derivati terpenici spesso presenti nelle essenze di piante medicinali. Oltre all’olio essenziale, la droga contiene acidi grassi, quali l’oleico e il linolenico, acidi organici tipicamente antiossidanti quali il clorogenico e il caffeico, derivati cumarinici (umbelliferone), e vitamina C. 9 SOSTANZE ATTIVE Indicazioni salutistiche Il coriandolo trova impiego come coadiuvante nel trattamento di disturbi di natura dispeptica, quali senso di pienezza, flatulenze e leggeri spasmi gastrointestinali. E’ molto importante inserire questa pianta nei preparati che vanno ad agire sulla motilità intestinale, poiché ne riduce gli spasmi. Le proprietà della droga sono da collegare alla presenza dell’olio essenziale che possiede, inoltre, azione battericida e fungicida. Il frutto é molto usato come spezia per le gradevoli caratteristiche aromatiche e digestive: utilizzato in cucina, facilita i processi digestivi, contribuisce ad aumentare la secrezione gastrica e, grazie alle proprietà antisettiche, svolge un’azione antifermentativa a livello intestinale. PUREA DI TAMARINDO Nome botanico: Tamarindus indica L. Famiglia: Leguminosae Parti utilizzate: Frutti 10 Caratteristiche generali Il tamarindo (Tamarindus indica) é una pianta arborea sempreverde piuttosto longeva appartenente alla famiglia delle Leguminose, originaria dell’Africa orientale (Madagascar) e poi diffusasi anche in aree tropicali dell’Asia (India, Thailandia e Indonesia). Può raggiungere i 30 metri di altezza e più di 7 metri di circonferenza; le foglie sono pennato-composte, lunghe fino a 15 cm e costituite, appunto, da numerose foglioline verde chiaro, che, come avviene per molte specie di leguminose, si richiudono durante la notte; i fiori sono riuniti a grappolo e di colore giallo con striature rosse o arancioni. I frutti sono baccelli penduli dalla forma leggermente incurvata; sono lunghi dai 10 ai 15 cm ed hanno una colorazione marrone; i semi, da 4 a 12 per ogni baccello, sono inseriti in una polpa giallastra o bruna dal sapore leggermente aspro ma gradevole. E’ presente sul mercato tutto l’anno e, in cucina, la polpa del tamarindo viene usata come spezia (e’ un importante ingrediente della salsa “Worcestershire”); in India, quella dei frutti più acerbi, essendo più aspra, viene utilizzata come ingrediente acidificante per preparare il “Sambhar” (una zuppa di lenticchie speziata con molte verdure) ed il riso “Pulihora”; quella dei frutti più maturi (che invece é più dolce) viene usata per preparare dessert (seccata e candita) e bevande (in Italia e’ famoso lo sciroppo di Tamarindo che veniva utilizzato anche per preparare bibite “rinfrescanti”). Indicazioni salutistiche Per quanto riguarda le virtù’ nutrizionali, il tamarindo é ricco di zuccheri, vitamine, minerali (in particolare ferro, potassio e calcio), pectine ed acidi organici (citrico, tartarico e malico); é un vero toccasana per coloro che presentano problemi gastrici o digestivi ed é un ottimo regolatore intestinale; le proprietà blandamente lassative vengono attribuite proprio alla gran quantità di acidi organici presenti nella sua polpa; in commercio si trova la marmellata di tamarindo, che può svolgere attività lassativa, indicato soprattutto per i bambini, poiché non provoca coliche dolorose. BIBLIOGRAFIA AA VV, PDR for Herbal Medicines. Thomson Medical Economics, Montvale NJ (USA), 2004. Benigni R, Capra C, Cattorini P E, Piante medicinali: chimica, farmacologia e terapia. Inverni & Della Beffa, Milano, 1964. Billi F P, Manuale di fitoterapia. Edizioni Junior S.r.l., Azzano San Paolo, 2004. Brigo B, L’uomo la fitoterapia, la gemmoterapia. 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