Il problema semantico Introduzione Per problema semantico si intende la ricerca di frasi logicamente equivalenti o logicamente contrarie ad una frase data. Già Aristotele ed i suo seguaci si sono occupati di questa problematica, fino a giungere ad una trattazione complessa, quasi esaustiva e sinceramente estenuante per lo studioso che volesse verificare l’équivalenza o meno delle proposizioni con una “griglia” di soli 250 sillogismi!... A differenza della logica classica e medioevale dei quattro esempi fatti a pag.4 (corrispondenti alle affermative, negative, universali o particolari di Aristotele nel De Interpretatione), la logica moderna e contemporanea tenta un’analisi del linguaggio divisa in due: il calcolo proposizionale ed il calcolo dei predicati. Ovverosia: il calcolo delle proposizioni, prese per intero, con valore vero o falso, oppure l’analisi del rapporto soggettopredicato, cioè della proposizione “al suo interno” (considerando solo le frasi con il verbo “essere”!). Appare quindi evidente che il calcolo proposizionale porta a dei risultati completi, mentre il calcolo dei predicati solo ad un’analisi parziale. D’altra parte appare ben difficile studiare il rapporto soggetto-predicato e le sue interpretazioni possibili senza scadere nell’opinabile o nel creare “griglie” infinite, come hanno fatto nel medioevo gli aristotelici… Il problema semantico nel calcolo proposizionale Abbiamo già visto che due proposizioni A e B possono formarne altre: AB, AB, AB. Certamente l’implicazione è quella di maggiore interesse: vogliamo studiare le frasi equivalenti e contrarie ad un’argomentazione basata sul principio di causa-effetto o ipotesitesi, ossia del tipo AB. Di particolare interesse è, in tal senso, il ragionamento per assurdo: si nega la tesi (B) e quindi si mostra che da ciò consegue la negazione persino dell’ipotesi (A) e questo è assurdo. In altre parole: AB è equivalente a BA (e viceversa) Ciò si può verificare con le tabelle di verità: risulterà sempre vera la proposizione (AB)(BA) (e il relativo viceversa…) anche perché le tabelle di verità di AB e BA sono identiche!. Va da sé che qualunque altra tautologia assuma il significato di ripetizione di frasi equivalenti e costituisca una regola per costruire o/e verificare equivalenze. Appare perciò evidente che pretendere di determinare tutte le regole equivale a determinare tutte le tautologie: ciò è semplicemente folle! D’altra parte credo sia utile fornire la seguente DEFINIZIONE due frasi F1 e F2 costituite da k proposizioni A1, A2, ..., Ak sono equivalenti (cioè generano una tautologia F1F2) se le rispettive tabelle di verità sono identiche [Viceversa sono contrarie se tutti i valori di verità sono opposti] Il problema semantico nel calcolo dei predicati La ricerca di frasi logicamente equivalenti o logicamente contrarie ad una singola proposizione del linguaggio comune è certamente un problema più complesso. Proviamo ad 6 esemplificarlo con un esempio figurato. Ignazio dice: Tutte le rose sono rosse! Secondo il lettore: qual è la situazione (e quindi la frase) contraria? A, B, C o D? Aldo dice: Nessuna rosa è rossa! Beatrice dice: Tutte le rose non sono rosse! Carlo invece afferma: Qualche rosa non è rossa! Daniela dice: Non tutte le rose sono rosse! Note: A=Aldo, B=Beatrice, C=Carlo, D=Daniela. I=Ignazio Nelle copie in B/N le rose rosse sono alte e snelle, mentre le altre sono basse e tracagnotte 7 PRIMA OSSERVAZIONE Non ha alcun senso parlare di frasi contrarie alla frase iniziale I di Ignazio, dal momento che vi sono almeno quattro candidate ad essere tali! SECONDA OSSERVAZIONE Esistono due equivalenze A=B e C=D per il semplice fatto che tali frasi descrivono rispettivamente le medesime situazioni reali! A questo punto non rimane altro che effettuare l’opera di sintesi analitica, tipica del metalinguaggio logico-matematico. “Traduciamo” i quantificatori relativi al soggetto con le assegnazioni seguenti: =“esiste”, “qualche”; = “tutti“, “per ogni” Le negazioni saranno: = “nessuno”, non esiste”; = ”non tutti”, “non per ogni”. Traduciamo il predicato come la proprietà R della rosa r di “essere rossa” con R(r) e la sua negazione con R(r). Perciò si ha: A=B: Nessuna rosa è rossa! = Tutte le rose non sono rosse! r R(r)= r R(r) C=D: Qualche rosa non è rossa! = Non tutte le rose sono rosse! r R(r) = r R(r) … È estremamente più facile verificare nel metalinguaggio piuttosto che nel linguaggio corrente che PRIMA PROPRIETÀ negare un quantificatore, affermando un predicato [ r R(r)] è come affermare l’altro quantificatore, negando il predicato [ r R(r)] Sarebbe interessante che il lettore verificasse con un esempio anche la SECONDA PROPRIETÀ negare un quantificatore, negando un predicato [ cioè, per esempio r R(r) ] è come affermare l’altro quantificatore, affermando il predicato [ cioè, per esempio r R(r) ] Cioè Non ……… rosa non rossa = ……… le rose ……… rosse (completare la frase per esercizio) 8