Lathyrus ochrus - CEA Bernalda e Metaponto

N. 110
Lathyrus ochrus
Fabaceae
Cicerchia pisellina
Descrizione:
Pianta erbacea annua, alta 20-60 cm, con fusto scandente o prostrato e di consistenza gracile con
ali di 2-5 mm.
Foglie ridotte all'asse appiattito ed alato, ossia trasformate in fillodi, larghe 1-2 cm; foglie
superiori con 1-2 segmenti irregolari con cirri ramosi; stipole mascherate dalle ali del fusto che si
saldano al fillodio e rilevabili dalla presenza di uno o due dentelli.
Fiori solitari o al massimo in coppia su peduncoli piú corti dei fillodi, ermafroditi, pentameri e
zigomorfi; calice con tubo campanulato di 4 mm con 5 dentelli acuminati; corolla papilionacea
gialla, composta da 5 petali; vessillo spatolato, eretto e ripiegato in alto); petali inferiori
concresciuti a forma di carena ottusa; 10 stami monadelfi, ovario supero e uniloculare, stilo
ricurvo, appiattito e pubescente sul lato interno con stimma apicale.
Frutto : legume glabro con 2 ali sul dorso e nervi reticolati..
Habitat: Incolti erbosi.
Antesi: Aprile - Giugno
Tassonomia
Regno:
Plantae
Divisione:
Magnoliophyta
Classe:
Magnoliopsida
Ordine:
Fabales
Famiglia:
Fabaceae
Genere:
Lathyrus
Specie:
ochrus
Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco "láthyros" e questo da "la" intensificativo e
"théro" io riscaldo, o da "létho" io sono nascosto. Nel primo caso si farebbe riferimento alle
presunte proprietà afrodisiache di alcune piante del genere.
Il nome specifico deriva dal greco "okhrós" giallo, giallastro.
Proprietà ed utilizzo:
Lathyrus ochrus (L.) DC. è una buona pianta foraggera.
Era usata a scopi alimentari dagli antichi Egizi e dai Greci. Era usata a scopo alimentare in
passato anche in Italia ed, in generale, in tutto il bacino mediterraneo. Va però ricordato che il
seme di queste piante può contenere un amminoacido tossico che in quantità rilevanti e
prolungate causa danni al sistema nervoso con paralisi degli arti inferiori (latirismo).
Oggi è commercializzata nell'area di Bodrum in Turchia e a Creta ne vengono utilizzate le foglie
e gli steli teneri in insalata.
E' infine una fonte importante di cibo in Etiopia, India, Pakistan e Bangladesh. Attraverso i
metodi di cottura circa il 90% della sostanza tossica può essere rimossa. Nonostante i numerosi
tentativi di dissuasione dall'uso di questa e delle altre specie eduli della famiglia Lathyrus,
L'utilizzo continua, soprattutto nei periodi di carestia.