LA PARETE CELLULARE In tutte le cellule vegetali esiste esternamente alla membrana plasmatica un robusto rivestimento detto parete cellulare. Tale struttura presenta diverse funzioni: - funzione protettiva; - controbilancia fisicamente la pressione osmotica del succo cellulare e assicura conveniente solidità; - è interessata per diversi aspetti al movimento di acqua e soluti nella pianta; il flusso interno ed esterno di acqua e ioni passa attraverso di essa, e quando l’acqua viene eliminata dalla pianta attraverso l’evapotraspirazione, essa evapora direttamente dalla parete della cellula. •Distingue le cellule vegetali da quelle animali ed è responsabile di molte caratteristiche degli organismi vegetali. •È rigida, limita perciò le dimensioni della cellula e impedisce la sua rottura quando aumenta di volume, in seguito all’assorbimento di acqua da parte del vacuolo (pressione di parete). •Determina le dimensioni e la forma della cellula, la trama del tessuto e la struttura degli organi. •Difende la cellula da batteri e funghi patogeni con la produzione di fitoalessine, antibiotici tossici per i patogeni o con la sintesi e la deposizione della lignina che agisce da barriera contro l’invasione. •Una volta veniva considerata come una struttura inattiva, mentre oggi è dimostrato che svolge funzioni specifiche ed essenziali. Può contenere una grande varietà di enzimi e svolgere un ruolo importante nell’assorbimento, nel trasporto, nella secrezione di sostanze e nel riconoscimento di segnali esterni (presenta recettori). La parete cellulare presenta una struttura complessa: dall’esterno lamella mediana, parete primaria e parete secondaria. La sua costruzione intorno al protoplasto è progressiva e può essere scandita in diverse fasi. A - cellule meristematiche: successivamente alla divisione di una cellula meristematica si formano due cellule figlie, e questo avviene mediante la formazione di un setto detto setto di separazione. La porzione centrale del setto di separazione costituisce la lamella mediana. B - Fase giovanile di accrescimento: in questa fase la cellula costituisce a ridosso della lamella mediana con le sue forze una sottile parete pectocellulosica alla quale si da il nome di parete primaria. In questa fase poi la cellula subisce normalmente notevoli modificazioni: si accresce per distensione. Qui la parete primaria aumenta proporzionalmente la sua superficie, mantenendo costante il suo spessore. C - Inizio della fase adulta: una volta terminato l’accrescimento per distensione la cellula provvede ad irrobustire la sua parete esterna; si forma così uno strato interno alla parete primaria che va a costituire la parete secondaria. da: “Biologia” (N.A. Campbell, J.B. Reece) Le pareti delle cellule vegetali hanno spessore variabile a seconda della funzione e dell’età. I primi strati costituiscono la parete primaria sottile ed elastica (1-3 μm), a cui si aggiungono verso l’interno altri strati che costituiscono la parete secondaria, più rigida e spessa (5-10 μm). La lamella mediana è lo strato ricco di pectine che cementa le pareti primarie di cellule adiacenti. Come abbiamo già accennato e come vedremo, la parete cellulare presenta uno spessore ed una qualità differenti a seconda dei tessuti di cui la cellula farà parte. Nelle cellule che presentano il maggior ispessimento (che si concentra maggiormente nella parete secondaria) a volte si viene a formare anche una parete terziaria. Lamella mediana Non supera mai 1/10 di micron, ed è sempre interposta tra le pareti primarie di due cellule adiacenti. Essa si forma all’atto della separazione di due cellule figlie, nei tessuti meristematici primari e secondari. Successivamente alla formazione del fuso mitotico, la cellula vegetale presenta alcuni caratteri nel meccanismo di divisione che la differenzia dalla cellula animale. Qui il primo atto della citodieresi è rappresentato dalla formazione del fragmoplasto, l’apparato con cui prende avvio la formazione del setto di separazione e quindi della parete cellulare. Tale formazione si rende visibile solo alla fine dell’anafase (profase, metafase, anafase e telofase). Il fragmoplasto compare come una zona più densa di citoplasma ricca di fibrille (microtubuli). Mano a mano che si forma il setto, (che procede dal centro verso le zone periferiche, il fragmoplasto scompare. In realtà il fragmoplasto sembra essere l’edificio di orientamento per la formazione del setto di separazione, in quanto alla formazione reale di esso interviene tutta la cellula con il suo metabolismo interno (Apparato del Golgi e reticolo endoplasmatico). I dittiosomi dell’Apparato del Golgi producono infatti un’enorme quantità di vescicole che si portano nella zona dove si formerà il setto. Qui il loro contenuto (proteine e polisaccaridi non cellulosici) si fondono a costituire l’impalcature del setto di separazione. Il setto di separazione sin dai primi stadi della sua formazione si rivela birifrangente: sono infatti visibili esternamente due strati brillanti, separati al centro da uno strato isotropo. Tale zona centrale costituisce la lamella mediana, mentre i due strati esterni rappresentano le zone che in seguito si completeranno come le pareti primarie delle due cellule figlie. La lamella mediana ha la funzione di saldare assieme due cellule figlie: essa è infatti costituita da sostanze pectiche, a forte azione cementante. Si usano infatti particolari enzimi per poter separare due cellule (pectinasi) Il setto oltre a separare due cellule deve anche provvedere ad una continuità citoplasmatica, in modo da permettere degli scambi di metabolici. Ciò avviene attraverso la formazione di cordoni o canali di connessione detti plasmodesmi. Numerose sono le teorie rispetto alla formazione dei plasmodesmi. Si pensa ad esempio a frammenti del reticolo endoplasmatico che rimangono intrappolati nella costituenda parete cellulare. Sono internamente rivestiti da una membrana lipoproteica in continuità con quella plasmatica delle due cellule fra loro connesse. Nella sua parte centrale è presente un microtubulo, molto simile a quelli citoplasmatici detto desmotubulo. Su 100 micron quadri, si possono trovare da 100 a 5000 plasmodesmi. Quando la cellula effettua l’accrescimento per distensione essi non aumentano di numero, e quindi diminuisce la loro densità. Oltre alle pectine (che sono macromolecole derivate dalla polimerizzazione dell’acido galatturonico, sovente indicate come acido peptico), la lamella mediana è costituita da sostanze proteiche: proteine strutturali ed enzimatiche e quindi si hanno in essa attività metaboliche. E’ assente la cellulosa. Formano anche la lamella mediana, lo strato di materiale intercellulare che tiene unite le pareti di cellule vegetali adiacenti. Le pectine sono polisaccaridi molto idrofili e grazie all’acqua che essi introducono, conferiscono alla parete plasticità e flessibilità, condizione necessaria per la sua distensione. Parete Primaria Si forma a ridosso della lamella mediana, e raramente è più spessa di 1 micron. Come abbiamo visto la prima rudimentale impalcatura della parete primaria si forma contemporaneamente alla costruzione del setto di separazione (natura tri-stratificata). Possiamo dire che la lamella mediana e la parete primaria iniziano contemporaneamente la loro formazione, solo che la parete primaria completa più tardi la sua architettura, sotto la direzione del protoplasto delle due cellule figlie, mentre la mediana si può ritenere tutta costruita dall’attività del protoplasto della cellula madre. La parete primaria è formata da una sostanza fondamentale o matrice, e da una sostanza fibrillare in essa disperso. La matrice è costituita da acqua, emicellulose, sotanze pectiche, proteine e lipidi. La matrice è la parte più abbondante e l’acqua rappresenta il suo 60%, con abbondante presenza di emicellulose (polisaccaridi a catena ramificata di xilosio o arabinosio, dei pentosi, e di glucosio ed altri esosi). Sono quindi polisaccaridi complessi non molto simili alla cellulosa. Le proteine presenti sono per lo più proteine strutturali (come glicoproteine), ovvero strettamente connesse con la crescita per distensione della cellula (estensina). Oltre a ciò sono anche presenti proteine enzimatiche (ATPasi, proteasi, galtturonidasi). Il sistema fibrillare è dato dalla cellulosa, legami idrogeno beta 1-4. Nei funghi si ha la chitina, un polisaccaride contente azoto, mentre nei lieviti torva posto il poliglucano, che differisce in parte dalla cellulosa. La cellulosa è la molecola organica più abbondante sulla Terra),biologica costituita da monomeri di β-glucosio uniti da più abbondante nella legami 1,4, le cui lunghe molecole sono unite in microfibrille del diametro di 10-25dei nm biosfera, costituendo il 50% grazie alla formazione di legami idrogeno tra i gruppi –OH (C3-C6) di molecole composti organici naturali. parallele. Ogni microfibrilla è costituita da un centinaio di catene di cellulosa. Il componente principale della parete è un polisaccaride, la cellulosa (la molecola parallele. Ogni microfibrilla è costituita da un centinaio di catene di cellulosa. Il grado di polimerizzazione della cellulosa varia da 2000-6000 unità di β-glucosio nella parete primaria a >13000 unità di β-glucosio nella parete secondaria. Le microfibrille si uniscono avvolgendosi tra di loro per formare le macrofibrille del diametro 0,5 μm. Questa particolare struttura conferisce alla parete una resistenza pari ad una lamina di acciaio dello stesso spessore. Alcune regioni delle microfibrille, le micelle, presentano proprietà cristalline per la disposizione ordinata delle molecole di cellulosa. La cellulosa forma un’impalcatura compenetrata da una matrice costituita da emicellulose, pectine, proteine strutturali (glicoproteine) ed enzimi, che si legano ad essa trasversalmente. Le pareti cellulari sono state paragonate a cemento armato; in esso sono immersi dei tondini di acciaio, (le microfibrille di cellulosa), che servono a rinforzare il cemento (la matrice). xiloglucani Le emicellulose sono polisaccaridi eterogenei (es. xiloglucani nelle Dicotiledoni e xilani nelle Monocotiledoni) che sono legati alle microfibrille di cellulosa tramite legami idrogeno (stabilizzano la parete cellulare limitandone l’estensibilità e l’aumento di dimensioni della cellula). Nella parete primaria la cellulosa raggiunge soltanto il 10-15% del peso fresco della parete e di conseguenza le microfibrille hanno molta occasione di disporsi a caso nell’abbondante matrice, e quindi all’inizio della formazione della parete primaria (prima dell’accrescimento per distensione), si parla di due tipologie di tessitura dispersa: - Fogliata: quando le microfibrille non solo sono sovrapposte ma anche intrecciate tra loro; lo si riscontra in cellule isodiametriche che rimangono tali anche dopo la fase di accrescimento per distensione. - Tubolare: qui le microfibrille sono disperse orientate però più o meno perpendicolarmente il futuro asse della cellula; si riscontra in cellule che accrescendosi assumono forma cilindrica. Nelle pareti primarie che hanno già subito l’accrescimento per distensione si riscontra una tessitura di tipo: - Fibroide: la disposizione delle fibrille segue la direzione dell’asse principale della cellula; si forma nelle pareti primarie che hanno già subito l’allungamento per distensione. Parete secondaria Si appone a ridosso internamente alla parete primaria. Si forma dopo che la cellula ha completato l’accrescimento per distensione. Costituisce la maggior parte di tutta la parete cellulare e può raggiungere uno spessore di 3-5 micron. Essa si accresce centripetamente, per la deposizione di strati concentrici; a volte il suo ispessimento è tale che il lume della cellula è notevolmente ridotto. Anch’essa è costituita da una matrice e da un sistema fibrillare formato da cellulosa. Qui la porzione di matrice però è molto scarsa, mentre prevalente è il contributo del sistema fibrillare. In alcune cellule come le fibre in genere o i pappi ed i peli del cotone la porzione di cellulosa può arrivare al 95%. Considerando una tale abbondanza di microfibrille, esse debbono essere ben serrate tra loro e disposte parallelamente in quanto solo così possono sostenere una così elevata concentrazione di cellulosa. La deposizione delle fibrille segue una organizzazione a strati. L’orientamento rispetto all’asse longitudinale della cellula è piuttosto vario, ma il più delle volte obliquo. La tessitura parallela all’asse maggiore è piuttosto rara ed è presente solo su cellule fibrose, e la tessitura stessa è detta fibrosa. Più comunemente la disposizione delle fibre è obliqua rispetto all’asse; essa è tipica delle cellule meccaniche e delle tracheiti, ed è detta tessitura spirale. In alcuni casi, come nelle tracheiti a ispessimento anulato, la disposizione delle fibrille è perpendicolare alla direzione dell’asse principale della cellula, la tessitura è detta anulare. La parete secondaria, che nei vasi e nelle cellule meccaniche è piuttosto spessa, mostra sempre una struttura stratificata. Ciascun strato è costituito da più lamelle, e nelle tracheidi delle conifere e nelle fibre extraxilari si possono evidenziare tre strati: S1, S2, S3. Lo strato S3 è quello più interno e delimita il lume cellulare. Lo strato S2 è il più spesso della parete e da solo condiziona quasi la totalità dello spessore. Nelle sue lamelle le fibrille sono orientate in modo da formare un piccolo angolo rispetto all’asse longitudinale, e l’orientamento dell’angolo varia alternativamente nelle successive lamelle. Tale tipologia di struttura irrobustisce meccanicamente la cellula. Lo strato S3 è di scarsa rilevanza e la disposizione delle fibrille è tale da creare un grosso angolo rispetto all’asse principale della cellula Lo strato S3 comunque non sempre esiste (nelle fibre xilari delle Angiosperme infatti non è presente). Prima di morire il protoplasto depone un leggero strato verrucoso sulla superficie interna di S3. Nel legno di reazione, spesso nella porzione interna del lume cellulare si appone uno strato gelatinoso (sulla superficie interna dell’S3). Da quanto detto è facile distinguere la parete primaria da quella secondaria? Non sempre: - infatti il tipo di tessitura a volte può essere piuttosto simile (anche nella primaria si possono sviluppare bande a tessitura parallela); - a volte non è possibile distinguerle nemmeno considerando le due diverse fasi: prima e dopo l’accrescimento; infatti vi sono casi (cellule del collenchima, fibre sclerenchimatiche, ecc.) in cui le pareti si accrescono in superficie anche dopo la deposizione di diversi strati di ispessimento. La più significativa differenza tra le due pareti sta nel diverso comportamento delle fibrille durante le fasi di accrescimento: nella parete primaria le fibrille vengono spostate individualmente le une rispetto alle altre mentre nella parete secondaria le lamelle fibrillari subiscono delle lacerazioni ma le fibrille all’interno delle lamelle mantengono sempre il loro orientamento parallelo. Incrostazioni della parete Per la presenza di un complicato sistema di interstizi, la parete cellulare si presta ad essere stabilizzata, una volta terminato il suo accrescimento, attraverso delle incrostazioni di lignina. Questo è uno dei processi più importanti nella vita degli organismi vegetali superiori. La lignina si va depositare sulle maglie del reticolo cellulosico. La lignina è facilmente colorabile e quindi sono ben evidenziabili anche le pareti di tutte le cellule lignificate (rosso). La lignificazione è una modificazione secondaria della parete cellulare, ed il suo significato funzionale è quello di aumentare la resistenza meccanica delle cellule. In particolare la lignina aumenta la resistenza alla compressione delle cellule. La lignina inoltre rende tutti i complessi di polisaccaridi meno attaccabili dagli agenti patogeni (funghi, e muffe). Mai lignificate sono invece le pareti delle cellule dei meristemi primari. LIGNINA ¾Svolge una funzione prevalentemente meccanica o di sostegno, conferisce rigidità e resistenza alla compressione, ed è idrofoba all’acqua (si sostituisce all’H2O nella parete). ¾Rende impermeabile la parete cellulare facilitando il trasporto dell’acqua verso l’alto nelle cellule conduttrici dello xilema e permettendo a queste di resistere alla tensione generata dalla corrente di acqua che viene aspirata fino alle foglie. ¾La “lignina da ferita” che si deposita in risposta agli attacchi da parte di funghi o alla comparsa di ferite, protegge la pianta dall’attacco fungino, aumentando la resistenza delle pareti alla penetrazione del fungo e proteggendole dall’attività degli enzimi secreti dal fungo. precursori fenilpropanoidici da: “Biologia vegetale” (A. Bruni, M. Nicoletti) La lignina non viene prodotta all’interno della cellula come tale ma suoi precursori sintetizzati nel citoplasma, migrano nella parete ove polimerizzano. Chimicamente la lignina è un polimero di fenilpropanoidi (C6-C3), con alcuni residui zuccherini, che può differire in composizione a seconda della specie considerata. La lignificazione non è omogenea in tutte le porzioni ed i comparti della parete: a volte è più abbondante nella lamella mediana e nella parete primaria, in altri casi negli ispessimenti della secondaria. In generale, siccome la parete primaria è povera di cellulosa e ricca di matrice, ne deriva che in essa la lignina può depositarsi in quantità molto elevata. Altre sostanze impregnanti possono essere fenoli e tannini (pigmentazione), sostanze minerali (mineralizzazione), La cutina si appone sulle pareti delle cellule epidermiche (cutinizzazione) e la suberina in quelle del sughero. Cutina, suberina e cere sono sostanze grasse che si trovano nelle pareti delle cellule dei tessuti esterni di protezione della pianta (foglie, fusti, frutti ecc.) dove formano vere e proprie barriere capaci di impedire la perdita di acqua dalla superficie della pianta oppure fungere da protezione contro agenti patogeni e agenti atmosferici. la cutina si trova nelle pareti (lato esterno) dell’epidermide delle foglie e dei fusti giovani dove insieme alle cere forma la cuticola. da: “Biologia delle piante” (P.H. Raven et alii) la suberina si trova insieme delle cellule del sughero, un protezione (periderma), nell’esoderma. da: “Biologia delle piante” (P.H. Raven et alii) alle cere nelle pareti tessuto secondario di nell’endoderma e GOMME E MUCILLAGINI Le pareti cellulari possono gelificare a seguito della costituzione di cellule specializzate oppure per reazione a ferite. L’elevato contenuto in sostanze pectiche di alcune pareti cellulari viene utilizzato per fare marmellate o per estrarre pectina di impiego alimentare. Alcune pareti cellulari possono essere convertite in gomme e mucillagini con un processo indotto da stress (es. incisione del fusto con un coltello); le gomme mucillaginose che fuoriescono vengono raccolte ed utilizzate in farmacia. Punteggiature Per mantenere gli scambi tra le cellule a livello plasmatico, la parete cellulare è provvista di perforazioni dette punteggiature, nelle quali si insinuano più plasmodesmi. Le punteggiature quando si è formata soltanto la parete primaria assumono la forma di piccoli affossamenti sulla parete. Quando poi si viene a formare la parete secondaria essa non si va ad apporre sopra le punteggiature, anzi, forma quelli che noi chiamiamo i porocanali. Le punteggiature si suddividono poi in semplici ed areolate. Crescita della parete cellulare Durante la fase di differenziazione, con l’aumento in volume della cellula, anche la parete è costretta ad accrescersi. Inizialmente, seguendo lo sviluppo della cellula, la parete si accresce per distensione, poi successivamente in spessore. Tali forme di accrescimento variano molto nei diversi tipi di cellule. Alcune non cambiano moltissimo rispetto alla dimensione delle cellule meristematiche, mentre altre si accrescono anche di 150 volte (vasi). Nelle cellule parenchimatiche l’accrescimento in spessore è solitamente modesto, mentre molto più consistente è nelle cellule meccaniche e vascolari. La crescita per distensione avviene normalmente a carico soltanto della parete primaria, che come sappiamo presenta una tessitura dispersa, di tipo tubolare. Durante la crescita per distensione l’orientamento delle fibre viene modificato, e da una distribuzione intrecciata più o meno obliqua rispetto all’asse principale essa diventa sempre più parallela all’asse, e quindi di tipo fibroide. Teoria della multi net growth Durante la crescita la parete primaria tende a creare anche nuovi strati interni. Questi inizialmente avranno un tessitura tubolare, poi per l’effetto della distensione della cellula l’orientamento tenderà a divenire più di tipo fibroide. Terminata la distensione la parete cellulare aumenta in spessore apponendo al suo interno la parete secondaria, a tessitura parallela. Quando inizia questa fase solitamente la parete primaria cessa il suo accrescimento in superficie. La crescita e lo sviluppo della parete cellulare coinvolge ovviamente tutto il protoplasto. Infatti nel citoplasma vi è la sintesi di tutti i materiali necessari. Pectine, emicellulose, cellulose e proteine. L’apparato del Golgi è l’organello più coinvolto in questa fase di costruzione della parete: - glicoproteine sono sintetizzate dai ribosomi del reticolo endoplasmatico; - nel reticolo endoplasmatico la catena polipeptidica è modificata attraverso la idrossilazione dei residui prolinici presenti (in idrossiprolina); - tale proteina è poi trasferita all’Apparato del Golgi dove i residui idrossiprolinici vengono glicosilati con l’arabinosio; - le proteine così fatte vengono immesse nelle vescicole del Golgi ed inviate verso l’esterno, dove arrivano a saldarsi con il plasmalemma, in modo tale che i materiali in esse contenuti possono essere immessi nella parete cellulare. Oltre alle glicoproteine vengono trasportati polisaccaridi non cellulosici e molte proteine enzimatiche. da: “Biologia delle piante” (P.H. Raven et alii) FORMAZIONE DELLA PARETE CELLULARE Le microfibrille di cellulosa sono sintetizzate da complessi enzimatici a rosetta detti cellulosa sintasi, localizzati nella membrana plasmatica e inseriti mediante vescicole di secrezione provenienti dal reticolo trans del Golgi, il cui movimento è guidato dai microtubuli corticali. da: “Biologia vegetale” (A. Bruni, M. Nicoletti) Ciascuna subunità della rosetta sintetizza 6 catene di glucano (polimero di β-glucosio) che si assemblano automaticamente a quelle di altre subunità, per formare una unità microfibrillare. Nelle microfibrille le catene glucaniche vengono ordinate grazie a legami idrogeno intra- e intermolecolari tra gli ossidrili dei residui glucosidici, in modo da formare aggregati parzialmente cristallini. da: “Biologia delle piante” (P.H. Raven et alii) I microtubuli corticali giocano un ruolo fondamentale nell’allineamento delle microfibrille di cellulosa neoformate nella parete cellulare. Essi corrono paralleli alle microfibrille depositate al di sopra della membrana plasmatica. da: “Biologia” (W.K. Purves et alii) La trama delle microfibrille nella parete rispecchia l’orientamento dei microtubuli dello strato corticale della cellula. I microtubuli fanno in modo che lo scorrimento dei cellulosa-sintasi avvenga solo lungo una specifica direzione attraverso la membrana.