Biblioteca Comunale P. P. Pasolini Novità Librarie venerdì 24 aprile 2015 Oscar Martinez La bestia Quello che si narra in questo libro non è un prodotto della fantasia e nemmeno una semplice indagine giornalistica. Oscar Martinez ha percorso da cima a fondo il tragitto dei migranti attraverso il Messico, per otto volte è salito sul tetto del treno, "la Bestia", insieme ai centroamericani che a migliaia viaggiano aggrappati lassù nella speranza di entrare negli Stati Uniti, dove sognano una vida mejor. Ha diviso con loro le notti all'addiaccio e le sigarette, le paure e le insidie del viaggio, nel corso del quale violenze, stupri e aggressioni sono pane quotidiano e la morte è in agguato a ogni tappa. Ha visitato le città governate dai narcos, dove si cammina a testa bassa, ha ascoltato i racconti delle giovani centroamericane costrette a prostituirsi in Chiapas e poi ha asciugato le loro lacrime. Ha incontrato poliziotti corrotti, banditi, preti coraggiosi, uomini e donne dal destino segnato. Nel raccontarci la sua esperienza in prima persona lungo il cammino dei migranti, Martinez ha popolato il suo reportage di un'umanità spesso oscura e ai margini, perfettamente autentica anche se sembra il frutto dell'abile penna di un romanziere. E il lettore si trova così catturato in questa odissea attraverso paesaggi desolati e ostili, battuti solo da avvoltoi, coyote, narcotrafficanti e migranti, per arrivare fino al "muro", l'ultima barriera che separa i centroamericani in fuga dal loro sogno americano. Pagina 1 di 5 Novità Librarie venerdì 24 aprile 2015 Dalla Chiesa Nando I fiori dell'oleandro Guardare l'Italia attraverso la metafora dell’oleandro. Della pianta che grazie a una minoranza dei suoi fiori colora un intero paesaggio e stabilisce la superiore bellezza di un luogo. I fiori dell’oleandro sono qui le tante donne sconosciute che si battono per una giustizia generosa verso i deboli e per chi ha visto calpestati i suoi diritti. Le donne che in veste di avvocato, giornalista o architetto, sindaco o militante deH'antimafia, creatrice di cooperative o barista o studentessa, scienziata o operaia, cantante o stagista, suora o professoressa o viaggiatrice misteriosa, comunicano a chi è sopraffatto dalle immagini di un paese indecente un’altra idea dell’Italia. Che regala serenità, un senso profondo di decoro morale, il piacere di scoprire che il paese descritto come privo di esempi ne è invece ricco dalla Lombardia alla Sicilia. Un libro che restituisce con naturalezza al lettore una realtà fatta di dignità, di impegno e di fiaba inconsapevole. Sermonti Giuseppe Misteri lunari Questo libro sostiene una tesi sorprendente e, pagina dopo pagina, la rende accettabile e infine inevitabile: le fiabe, in particolare quelle dei Grimm, sono ispirate al ciclo mensile della luna, ne narrano la vicenda, ne adottano il lessico. L'astro che illumina le notti, la luna crescente o calante, e soprattutto la luna cinerea dei noviluni, traspare attraverso i personaggi fiabeschi e dà senso alle loro curiose storie. Presenza costante nelle favole di tutti i popoli, la luna appare, sotto infiniti volti, nella mitologia greca; come annuncio di Resurrezione, porta la novella cristiana ("Ergo annuntiavit luna mysterium Christi", diceva sant'Ambrogio); e infine, le stesse "fiabe scientifiche" adottano il puntuale e circolare stile lunare. Sermonti rievoca "storie della luna" esquimesi, boscimani, ottentotte, russe e inglesi; analizza i miti lunari evocati nelle storie di Medea, Prometeo, Edipo, Romolo, Eva, Maria, i re Magi, tra le altre; svela i significati nascosti nelle "fiabe del novilunio", come Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pelle d'Asino, Cenerentola, Hänsel e Gretel. "La luna è una viva parte di noi, conclude Sermonti, situata nella lontananza [... ]. È una maniera del nostro pensiero, una forma della logica". Pagina 2 di 5 Novità Librarie venerdì 24 aprile 2015 Vittorio Gregotti Il possibile necessario Un grande architetto si interroga sul futuro degli uomini in relazione alla sua arte. Se la globalizzazione ha accentuato le classiche contraddizioni dell'architettura, fra tradizione e innovazione, valore artistico e utilità, come inserirsi in questa dialettica, messa in crisi dalla tendenza odierna a dimenticare la bellezza e le reali necessità umane? Come trovare un giusto mezzo fra caos e ordine? Solo l'idea di progetto potrà rivelarsi efficace, in un ponte steso fra il presente, il passato e le spinte verso un futuro sempre più rischioso. Non sarà l'enfasi di un brutto grattacielo a salvarci, ma la voglia di ritrovare sempre l'Uomo in ogni suo manufatto. Ecco il credo laico di Vittorio Gregotti, enunciato in questo libro con precisione geometrica e con una passione che viene da lontano e porterà lontano, verso quel "possibile necessario" che è il progetto stesso calato in una attualissima filosofia di lavoro e di vita. Pahor Boris Venuti a galla Una raccolta di pagine-saggi e interventi diversi, scritti da Pahor direttamente in italiano tra gli anni Sessanta e oggi - che testimoniano la tenace e intelligente attenzione di Boris Pahor alla questione dell'identità dei piccoli popoli, al valore della cultura delle comunità etnico-linguistiche anche minoritarie, alle prospettive poste dall'itinerario verso una federazione europea. Scritti che riguardano anche la cultura degli Sloveni, la letteratura slovena a Trieste, il dibattito sui rapporti tra cultura slovena e cultura italiana. Un discorso che si sviluppa pure attraverso note di polemica e riflessioni diverse e attraverso pagine narrative ricche di spunti autobiografici. Pagine che testimoniano la partecipazione civile di Boris Pahor a un dibattito complesso su una storia problematica, spesso oggetto di reticenze e di equivoci, con voce franca e pacata, ferma e rispettosa, tesa ai superamenti delle incomprensioni in nome del rispetto delle ragioni degli altri e dei propri diritti troppe volte conculcati. Un libro che illumina le ragioni che sottendono anche le pagine narrative di questo importante scrittore sloveno ed europeo. Pagina 3 di 5 Novità Librarie venerdì 24 aprile 2015 Augè Marc L'antropologo e il mondo globale In un mondo in trasformazione accelerata, un cambio di scala colpisce e riconfigura le nostre esistenze individuali e collettive. In questo nuovo ambiente, l'antropologia ha d'ora in avanti l'immenso compito di criticare l'insieme ancora proteiforme che chiamiamo il mondo globale. Marc Auge ritorna qui sulle categorie dello spazio e del tempo, in particolare attraverso la nozione di tempo morto nella sua relazione con quella di nonluogo, per interrogarsi sui rapporti tra senso sociale e libertà individuale nel mondo contemporaneo. L'antropologo contribuisce in tal modo allo sforzo di lucidità critica di cui l'umanità ha bisogno oggi più che mai, se davvero vuole un giorno potersi dichiarare non più globale ma totale, nel senso in cui la intende Mauss, vale a dire intelligente, lucida, ambiziosa e solidale. Marc Auge è directeur d'études presso l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Africanista di formazione, da anni si occupa di antropologia delle società complesse. Attraverso testi come "Un etnologo nel metrò" o "II metrò rivisitato", ma anche cimentandosi talvolta nell'etnofinzione ("Diario di un senza fissa dimora"), Marc Auge ha sviluppato un'originale antropologia del quotidiano in grado di esplorare il nostro stesso ambiente. Moltiplicando in tal modo i suoi "terreni", da quello vicino a quello lontano fino a quello immaginario, egli ha proposto un'antropologia che collega la vita quotidiana al mondo globale. Franz Kafka ; letto da Francesco de Gregori America Primo e meno noto romanzo di Kafka, "America" narra le tragicomiche vicende di un ragazzo praghese che, per una disavventura con una cameriera, viene spedito dalla famiglia oltreoceano. In questa terra sconfinata, il candido e disorientato Karl cercherà la sua strada incappando in sventure e tradimenti, benefattori o presunti tali, e situazioni oltremodo bizzarre. Kafka lasciò incompiuta questa sua opera dagli echi dickensiani. Pagina 4 di 5 Novità Librarie venerdì 24 aprile 2015 Sergio Romano L'arte in guerra Il libro ripercorre alcuni momenti e casi storici in cui l'arte ha dovuto "fare la guerra" ed è divenuta terreno di conquista: la Rivoluzione francese, l'era napoleonica, il Risorgimento italiano, i saccheggi coloniali, la politica artistica di Hitler, la Guerra civile spagnola, i vizi e le virtù del grande collezionismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, la politica delle restituzioni dopo la fine di un conflitto. Può forse servire a comprendere perché l'arte possa essere amata, concupita e spregiudicatamente conquistata, ma anche odiata, perseguitata e distrutta. Non è soltanto il più desiderabile ornamento della nostra vita, ma anche un attributo del potere; ed è quindi inevitabilmente destinata a diventare preda, bottino, simbolo di legittimità da trasmettere e da ereditare. Ma anche destinata, quando si identifica con il nemico, a fare la sua stessa fine Sjoberg Friedrick L'arte di collezionare mosche «Nessuna persona sensata si interessa alle mosche», e soprattutto, ahimè, non le ragazze. Ma sono questi screditati insetti ad aver cambiato la vita di Fredrik Sjöberg, o meglio, la curiosa famiglia dei sirfidi, che abbondano nell’idilliaca isoletta svedese dove si è trasferito e di cui è uno dei maggiori esperti e collezionisti. E sono loro il suo ironico punto di partenza per osservare la vita da un’altra ottica, l’alfabeto di una lingua nuova per leggere il paesaggio, e forse il mondo. La lentezza; la poesia dell’attesa; la sicurezza del vivere entro i confini ristretti di un’isola perché «si dorme meglio con la porta chiusa»; il collezionismo come bisogno di controllare il caos dell’esistenza; gli altri grandi irrequieti, Chatwin, Lawrence, Kundera, affascinati dalla catalogazione: attraverso divagazioni, storie, aneddoti si resta presi nella rete di un’incantata affabulazione, fino a scoprire che «tutti nell’intimo siamo collezionisti di mosche, anche se non ce ne siamo mai accorti». Un inclassificabile romanzo-conversazione in cui all’esperienza dell’autore fa da controcanto l’avventurosa vita di René Malaise, geniale inventore della trappola che ha permesso di scoprire migliaia di nuove specie: un don Chisciotte alla Balzac, esploratore in Kamcatka, nella Birmania dei tagliatori di teste, in luoghi selvaggi che erano allora chiazze bianche sulle carte geografiche, illustre scienziato e teorico visionario dell’esistenza di Atlantide. L’uomo degli eccessi che diventa per Sjöberg il suo inafferrabile alter ego. Sarà poi così vero, allora, che la felicità è a portata di mano, che basta contemplare il proprio giardino, che l'arte di porsi limiti è forse il suo segreto? Pagina 5 di 5