Gli allievi della bottega Stabile

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Rossella Villani
T
ra gli allievi dei fratelli Stabile ricordiamo in particolare Iacobotta da Spinazzola, autore di opere soprattutto pugliesi e Domizio Persio, figlio dello scultore materano
Altobello.
Iacobotta da Spinazzola, precedentemente noto come Iacobetta1, firma in Basilicata una sola
opera, la tela con lo Sposalizio di S. Caterina, datata 1595, ora nell’Episcopio di Acerenza mentre lascia in Puglia diverse testimonianze, tra le quali la Madonna con Bambino tra le SS.
Maddalena e Lucia, datata 1586, nel Santuario della Madonna del Sabato a Minervino Murge,
la Vergine presenta devoti a S. Francesco, datata 1589, nella chiesa della Trinità a Buonabitacolo,
l’Annunciazione nella chiesa dell’Annunziata di Spinazzola e la Madonna del Bosco pure
nell’Annunziata di Spinazzola.
Il materano Domizio Persio è l’autore della
Madonna con Bambino fra i SS. Ilario e
Giovanni da Matera, eseguita nel 1592 per
la chiesa della “Palomba” a Matera e attualmente nella cattedrale. A lui andrebbero
inoltre ascritte, per la Grelle2, altre opere,
precedentemente assegnate ad un anonimo
Maestro, allievo di Antonio Stabile. Si tratta della Madonna con Bambino in Gloria,
nella chiesa di S. Rocco a Pomarico che
presenta numerose affinità con la Madonna
fra i SS. Ilario e Giovanni da Matera e della
Deposizione nella Parrocchiale di
Miglionico che richiama un’altra tela oramai convincentemente assegnata a
Domizio, la Sacra Famiglia per la chiesa di
S. Domenico a Matera, copia dell’opera
omonima di Raffaello, forse desunta da
stampe, attualmente nel Museo del Prado.
Più problematici sembrano essere altri lavori pure attribuiti all’artista materano: la Acerenza (Pz). Episcopio, Iacobetta. Sposalizio di S.
Caterina, 1595.
Trinità e la Deposizione nella chiesa di S.
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Gli allievi della bottega Stabile
CULTURA
a cura di
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Francesco a Matera. A
voler ben guardare essi
presentano un accentuato grafismo nelle
pieghe longilinee e paralleli delle vesti e si avvicinano, quanto a stile,
alla predella del polittico smembrato presente
in S. Pietro Caveoso
che non è di mano del
pittore. Inoltre essi trovano posto nella cappella della Confraternita della SS. Trinità
fondata nel 1575, per
cui se furono eseguiti
per la cappella a ridosso
di tale data è da escludere l’attività di Domizio Persio già a quella data.
L’unica tela lucana assegnata a Iacobotta da
Spinazzola, lo Sposalizio
di S. Caterina da Siena,
a t t u a l m e n t e
Matera. Cattedrale, Domizio Persio. Madonna col Bambino tra i SS. nell’Episcopio
di
Ilario e Giovanni da Matera.1592. Acerenza, presenta al
centro della composizione le figure di S. Caterina da Siena, di Maria con il Bambino, di S. Anna e San Giuseppe, mentre in basso a destra, con le mani congiunte in preghiera, la coppia committente.
Gli attori del dipinto, sapientemente ritratti, si stagliano sullo sfondo di un paesaggio boschivo e sono intenti ad osservare il Bambino nell’atto di infilare l’anello nuziale all’anulare di S.
Caterina che, con la mano destra, regge la ruota del martirio. In alto una grande nuvola racchiude tre cherubini danzanti.
Ogni personaggio racchiude in sé il proprio mondo, la propria personalità. L’allievo di Stabile,
infatti, recupera la valenza espressiva delle singole figure, dotate di evidenza corporea e leggiadria al tempo stesso, caratterizzate ognuna da un gesto, uno sguardo, un atto più eloquenti della parola stessa.
L’intento ritrattista dell’autore accarezza anche le figurette a mezzo busto dei due committen-
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ti, i Simonelli di Acerenza, i cui sguardi penetranti e i nasi aquilini lasciano trapelare
molto del loro carattere.
Su schemi più tradizionali si attesta invece il
materano Domizio Persio, le cui immagini
congelate, l’allungamento delle figure, la
convenzionalità delle pose riprendono letteralmente il linguaggio di Antonio Stabile.
La staticità della composizione e la rigidità
delle figure è perfettamente evidente nella
cona che Domizio esegue per la chiesa della
Palomba a Matera con Madonna con
Bambino tra i SS. Ilario e Giovanni da
Matera.
Al centro della tela la Madonna, seduta su
un trono privo di evidenza prospettica, è ritratta nell’atto di allattare il Bambino, compostamente seduto sulle sue ginocchia. Ai
due lati i Santi, ritratti in magnifiche vesti
vescovili, congiungono le mani in atteggiaMiglionico (Mt). Parrocchiale, Discesa dalla Croce.
mento di preghiera, sotto lo sguardo di uno
Sec. XVI-XVII.
stereotipato Eterno Padre, accerchiato in alto
da un giro di nubi.
Con questa tela Domizio dimostra di aver pienamente assimilato la cultura figurativa dei fratelli Stabile, vuoi per la convenzionalità delle pose dei personaggi ivi raffigurati, vuoi per la
prosaicità del messaggio veicolato, scevro da qualsiasi tipo di finalità estetica. Con l’arcaicità
del segno, la vincolante simmetria e l’assenza di espressività, Domizio Persio manifesta chiaramente la volontà di continuare il discorso iniziato dai fratelli Stabile, divenendo a sua volta
interprete della Controriforma che null’altro chiedeva se non l’utilizzo di schemi fissi e di formule collaudate e tradizionali.
La Deposizione di Miglionico segna un momento di svolta nell’arte di Domizio, attento ora al
movimento, alla resa espressiva e all’impostazione prospettica.
Le figure sono manieristicamente distribuite su tutta la tela, si muovono, si contorcono, si sovrappongono e si confondono, alla maniera di Marco Pino; i volti sono atteggiati in maniera
quasi caricaturale a sentimenti di pietà, devozione o disperazione.
NOTE
1
Il nome del pittore, introdotto dalla Grelle nell’81 come Iacobetta (A. GRELLE, Arte in
Basilicata. Catalogo della Mostra, 1981, p. 103), è stato precisato da C. Gelao come Orazio
Iacobotta (C. Gelao, Confraternite, arte e devozione in Puglia. Catalogo della mostra di Bari,
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2
Napoli 1994, p. 116).
A. GRELLE, Arte in Basilicata. Catalogo della Mostra, Aggiornamenti all’edizione del 1981,
2001, p. 300, nota 103/4.
BIBLIOGRAFIA
A. GRELLE IUSCO, Arte in Basilicata. Catalogo della mostra, Milano, 1981, pp. 94-103;
N. BARBONE PUGLIESE, Contributo alla conoscenza degli Stabile, in “Boll. Della
Biblioteca Provinciale di Matera”, V, 8, 1984, p. 73;
A. MIRAGLIA, Antonio Stabile, Un pittore lucano nell’età della Controriforma, Potenza,
1992;
C. GELAO, Confraternite, arte e devozione in Puglia. Catalogo della mostra di Bari, Napoli
1994, p. 116;
A. GRELLE IUSCO, Arte in Basilicata. Catalogo della mostra. Aggiornamenti all’edizione
del 1981. Ristampa anastatica, 2001, pp. 233-387.
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