terza missione geos alla jungfraujoch

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MERIDIANA
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!figura di copertina :la nebulosa gassosa M42 in Orione fotografata dal prof. R.Roggero a
Locamo al fuoco diretto di un Celestron CI I (apertura 28 cm, focale 280 cm). Posa di 25 min., film
TP2415 ipersensibilizzato. Note dell'autore: la fotografia è stata ripresa da una zona abbastanza
scura, anche se in piena città (via R.Sirnen 3), circondata da alti alberi e case avvolte dal buio. Si è
approfittato del cosiddetto "effetto pozzo", rammentando che gli antichi greci, in Egitto, usavano
osservare le stelle in pieno giorno, riflesse dalJ'acqua dei profondissimi pozzi di Assuan e di
Alessandria d'Egitto (determinazione della circonferenza della Terra da parte di Eratostene ( 284- I92
a.C.) con l'osservazione del passaggio al meridiano di stelle brillanti). Bisogna anche dire che la
riuscita della foto è stata permessa anche dall'eccezionale trasparenza dell'aria di quei giorni.
L'immagine è da confrontare con quella della copertina del W70 di Meridiana, dove il film utilizzato
(Kodak Ektachrom 400) soffre di un forte effetto di reciprocità con conseguente sovraesposizione del
centro della nebulosa. Nella foto di Roggero sono invece ancora visibili le stelle del "Trapezio".
Responsabili dei Gruppi di studio della Società Astronomica Ti cinese
Gruppo Stelle Variabili
Gruppo Pianeti e Sole
Gruppo Meteore
Gruppo Astrofotografia
Gruppo Strumenti
Gruppo "Calina-Carona":
A. Manna , via R.Simen 77A, 6648 Minusio
S.Cortesi, Specola Solare Ticinese, 6605 Locamo 5
dott. A.Sassi , 6951 Cureglia
dott. A.Ossola, via Beltrarnina 3 , 6900 Lugano
E. Alge , via E.Ludwig 6 , 66 I2 Ascona
F.Delucchi , La Betulla , 6911 Vico Morcote
Si ricorda che queste persone sono a disposizione dei soci e dei lettori della rivista
per rispondere a quesiti inerenti all'attività e ai programmi dei rispettivi gruppi.
Opinioni, suggerimenti, consigli e interventi dei lettori in merito all'impostazione
tipografica e ai contenuti di MERIDIANA , così come richieste di informazioni su
problemi attinenti all'astronomia e scienze af fmi , sono da indirizzare alla Redazione,
presso : Specola Solare Ticinese , 6605 Locamo Monti.
Ricordiamo ai soci e ai lettori che la rivista è aperta alla collaborazione di tutti coloro
che ritengono di avere qualcosa di interessante da comunicare : esperienze di
osservatore, di astrofotografo, di costruttore di strumenti e accessori, di divulgatore o
di semplice curioso alle prese con problemi pratici o teorici concernenti tutti i rami
dell'astronomia . I lavori inviati saranno vagliati dalla redazione e pubblicati secondo
lo spazio a disposizione.
NOTIZIARIO TELEFONICO AUTOMATlCO : 093/31 44 45
Aggiornato all'inizio di ogni mese a cura della Specola Solare Ticinese di Locamo
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SOMMARIO
3a missione GEOS alla Jungfraujoch
La fotografia a largo campo
Le stelle cataclismiche (fine)
Fotografia planetaria
Le Persei d i 1990
Corso avanzato di astronomia
Assemblea ASST
Recensione l Programma Calina
Effemeridi
Cartina stellare l cometa Austin
pag.
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Il
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La responsabilità del contenuto degli articoli è esclusivamente degli autori
REDAZIONE
S.Cortesi , Locamo (capo redattore)
M.Bianda , Ascona
F.Jetzer. Bellinzona
S.Matemi • Bellinzona
A.Manna • Minusio
EDITRICE
Società Astronomica Ticinese, Specola Solare, 6605 Locamo 5
STAMPA
Tipografia Sonetti , Locarno
La composizione dei testi è stata interamente eseguita su personal computer Macintosh ll con
stampante Appie LaserWriter IISC
Importo minimo dell'abbonamento annuale (6 numeri) : Svizzera Fr.lO.- Estero Fr.l2.Conto corrente postale 65-7028-6 (Società Astronomica Ticinese)
ll presente numero di Meridiana è stampato in 700 esemplari
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MERIDIANA
TERZA MISSIONE GEOS A LLA
JUNGFRAUJOCH :
l'ennesimo spendido "tour de force"
Andrea Manna
IL
ancio da queste colonne una sfida a tutti gli
osservatori attivi. Provate a trascorrere, se
ne avrete l'occasione, otto notti cons~utive su
undici in una specola, ognuna di dodici ore senza
interruzione (dalle 18.30 alle 6.30 del mattino
seguente, tanto per intenderei), a quasi 4 mila
metri di quota e a una temperatura media di -10
gradi centigradi. Dopo di che, voglio vedere se
non c'è qualcuno che non confidi in una sola
notte, ripeto una sola, di brutto tempo per recuperare le forze. E questo il recondito desiderio
che ti coglie verso le quattro del mattino, cioè
nell'ora della crisi in cui non sai bene se stai
lavorando in modo cosçiente oppure per semplice inerzia metabolica Cè chi la crisi del sonno
l'ha un po' prima o un po' dopo, ma la speranza,
che quasi sempre si cerca di mantenere nascosta
per non apparire agli occhi dei colleghi una
"pappamolla", è che una coltre di cirri impedisca
di continuare le osservazioni fotometriche obbligando cosi a una onorevole ritirata generale
sotto le sospirate e calde coperte. Eppure al
mattino, se bai avuto la volontà di arrivarci,
conscio di aver fatto un ottimo lavoro, guardi
con soddisfazione gli sportelli della cupola che si
chiudono lentamente. E pensi: "Anche stanotte
ce l'ho làtta, anche stanotte ho vinto".
Proprio così cari lettori, l'astronomia intesa come raccolta di dati, è un misto di piacere e
fatica. la sfida si rinnova ogni notte, al calar del
sole. I nemici sono il freddo, il sonno e talora la
strumentazione che non funziona in modo corretto. Una sfida che diventa molto più difficile
quando sei in missione: ti aspettano poche notti
osservative, sai che hai fatto tanta strada per
conseguire dei risultati positivi estremamente
importanti per il lavoro, non puoi davvero sprecare quelle ore di buio. Sai allora che oltre al
L'osservatorio dello Sphynx
freddo e al sonno c'è un altro grosso nemico: la
meteorologia. Bastano poche nuvole sparse in
cielo per alcune notti e la tua missione è compromessa. A noi quattro astrofili del GEOS,
(Gruppo Europeo di Osservazione Stellare):
Roland Boninsegna, Claire Friedlingstein,
Stéphane I.ambert e il sottoscritto, la terza missione ufficiale alla Jungfraujoch nell'osservatorio dello Sphinx è andata magnificamente bene.
lo dico con parecchia soddisfazione. Perchè non
solo abbiamo avuto un tempo eccezionale, ma
anche perchè abbiamo resistito sino all'ultimo.
Ecco il bilancio di questa missione GEOS
alla Jungfraujoch, iniziata il 23 dicembre 1989 e
terminata la mattina del 3 gennaio 1990. Su 11
notti in ben 8 abbiamo potuto lavorare dalle
18.30 fmo alle 6.30 del mattino seguente. Di queste 8 notti, due erano perfette sotto l'aspetto fotometrico, sei da buone a medie; durante le altre tre
notti, si è potuto invece lavorare solo parzialmente. In programma avevamo, oltre alle stelle
standard, 23 variabili con magnitudini comprese
tra 1'8.5 e la 14.5. Abbiamo impiegato il telesco-
MERIDIANA
pio di 76 centimetri (Cassegrain) munito del
fotometro fotoelettrico di Ginevra, in 7 colori
(vedi foto qui sotto). Tirate le somme, abbiamo
eseguito 344 misure di variabiJi nei colori Be V,
vale a dire 344 misure in Be 344 in V. Inoltre
abbiamo fatto 130 misure di stelle standard pure
nei due colori. Un bilancio piu che positivo,
andato ben al di là delle nostre attese. Ripensandoci e guardando il lavoro svolto, ringrazio
Roland, il capo missione e vice presidente del
GEOS, che la notte spesso ci diceva: "Sa
ragazzi, dobbiamo resistere. Siamo qui per
questo, per cui bisogna assolvere jl nostro
compito in modo professionale. Del resto
abbiamo soltanto Il notti".
Non sto a descrivere nei dettagli la stazione scientifica e turistica della Jungfraujoch (che
grazie ai suoi 3457 metri è la piu alta in Europa
e la teaa o quarta al mondo) nè le caratteristiche
tecniche dell'Osservatorio dello Sphinx (quota
3577 metri), il cui edificio (vedi foto l) ospita
apparecchiature per la fotometria stellare, che
possono essere utilizzate da gruppi di ricercatori
ospiti, (anche non professionisti come noi), ed
inoltre strumenti per la rilevazione dei raggi
cosmici, la strumentazione per lo studio del Sole
e una stazione automatica di meteo-rologia. Una
descrizione di tutto ci6 la troverete sul numero 81
di Meridiana (pagine 4 e 5) in cui ho fatto il
resoconto delle precedente missione GEOS
(28.12. 1988 - 07.01.1989). Qui di seguito,
telegraficamente, la cronaca di quei giorni, ossia
di quello splendido "tour de force".
D fotometro fotoelettrico di Ginevra
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Partenza, arrivo ...a1lavoro
Parto dalla stazione FFS di Tenero sabato
mattina 23 dicembre. Mi aspettano più di otto ore
di treno per giungere alla meta. Cambio a Lucerna e poi via con la ferrovia del Briinig, direzione
Interlaken. Lì, con una borsa che pesa sui cinquanta chili e la fedele chitarra, salgo sul trenino
a cremagliera che mi conduce a Lauterbrunnen
dove scendo per salire su un altro, del tutto simile
al primo. Ultimo cambio, come in una sorta di
viaggio di iniziazione, alla Kleine Scheidegg.
Per fortuna molti turisti, che 365 giorni su 365 si
stipano all'inverosimile nelle carrozze, sono già
sc~i a Wengen, località turistica rinomata tanto
per le sue piste -quest'anno invero poco innevatequanto per la sua spiccata mondanità. Alla Petite
Scheidegg, secondo la versione francofona,
prendo un altro trenino, in tutto e per tutto identico ai precedenti, con ultima fermata alla Jungfraujoch. Per arrivare a destinazione, partendo
da lnterlaken, si impiegano più di due ore e
mezza. Giungo alla Jungfraujoch alle 16.30. Alla
stazione scientifica, dove possono alloggiare
soltanto i ricercatori, faccio la conoscenza della
nuova coppia di guardiani. I miei compagni sono
già arrivati in mattinata e stanno riposando.
Tempo di sistemare indumenti, libri e binocoli in camera e poi a cena. Con Oaire, Roland
e Stéphane parlo del più e del meno. Vestiti e attrezzati adeguatamente, saliamo in cupola verso
le 18.00. Fuori è già buio e Venere, oramai prossimo a scomparire dietro le vette più alte, sembra un faro. Portiamo con noi anche una cassetta
di viveri: frutta secca e fresca, bibite, pane, cioccolata e vari dolci. In dodici ore di lavoro a pieno
regime, bisogna assolutamente compensare le
calorie perse, pena il cedimento fisico. Per raggiungere l'ascensore, che in circa 72 secondi sale
per 112 metri all'interno della montagna, dobbiamo percorrere un tunnel scavato nella roccia
lungo una cinquantina di metri (vedi foto 3).
Correre sarebbe una pazzia. Non solo perchè
siamo vestiti come l'ornino della Michelin ma
anche perchè, appena giunti da quote molto
inferiori, l'organismo non si è ancora abituato
alla carenza di ossigeno. In cupola facciamo una
rapida ricapitolazione sul corretto impiego di
MERIDIANA
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telescopio, fotometro e regisuatore nella speranza che la bufera si plachi. Nell'attesa si mangia
qualcosa e si gioca a carte, ma il vento continua
a soffiare a notevole velocità. Anzi, in più c'è anche una tempesta di neve. Aspettiamo ancora un
po'. la notte comunque è ben }ungi dall'essere fotometrica. Verdetto: si scende. Dentro di noi, un
inconfessato respiro di sollievo, un po' alla volta
infatti la stanchezza del viaggio comincia a farsi
sentire. Meglio riposare, per recuperare le foae.
l3. galleria di entra m verso l'ascensore che
porta da quotB 3457 3577 dello Sphynx.
ai
Natale radiotrasmesso
E' la vigilia di Natale. I pensieri corrono
alla famiglia. A cena prima di mangiare, Claire,
giovane mamma simpaticissima e cuoca impareggiabile (per via forse del suo soggiorno anni
addietro a Firenze), fa un regalo a ognuno di noi.
Io ricevo il gioco di carte "Uno". Ma non è il solo,
la cena infatti è ottima. In sala con noi c'è pure
un'équipe della radio della Svizzera Romanda.
Fino a mezzanotte faranno un'emissione, nel
corso della quale intervisteranno un giovane
astronomo professionista di Ginevra, presente
per l'occasione alla stazione. Altre équipes trasmettono da diversi punti sparsi in vari paesi del
mondo. F un' emissione speciale, ci spiegano,
quale gesto di solidarietà nei riguardi dei due
ostaggi svizzeri della Croce Rossa rapiti in Libano. Finita la cena, saliamo in cupola. n cielo è
sgombro ma l'occhio fotometrico non si fa ingannare. Anche stanotte si farà ben poco. Un timore
che si rivelerà, col passare delle ore, tutt'altro che
infondato. Riusciamo comunque a seguire una
occultazione asteroidale. Esito: negativo. Non è
una novità. Poco prima di mezzanotte l'équipe
della radio viene a visitarci. Un'intervista collettiva e tanti auguri di buon Natale. Verso le tre
scendiamo anche noi.
la notte del 25 si inizia a far sul serio. La
partenza è comunque deludente: i segnali delle
stelle standard non sono per nulla stabili. Probabilmente dipende dalla temperatura all'interno
della cupola. Infatti occorre qualche ora prima
che questa scenda ai valori esterni. Del resto (già
nel pomeriggio abbiamo disinserito il riscaldamento dello specchio) sarebbe rischioso aprire la
cupola prima dell'inizio delle osservazioni. Può
benissimo capitare che si blocchi l'ascensore e
allora diventerebbe un problema raggiungere la
stessa. Sospendiamo le misure e passiamo al gioco con le carte. Dopo un po' riprendiamo e continuiamo fino alle 6.30 del mattino seguente. In
totale, siamo riusciti a fare 60 misure e a seguire
un'occultazione asteroidale (risultato: negativo).
Ognuno di noi si è specializzato a puntare due o
più stelle, oltre alle standard. Le "mie" variabili
sono la Vl776 Ori (binaria a eclisse tra la la 12.5
e la 13.5 magnitudine) ed EO Aur (altra variabile
a eclisse intorno all'ottava magnitudine). La
specializzazione di cui parlo è necessaria per
evitare i cosiddetti tempi morti tra una misura e
l'altra. Si lavora in questo modo: a turno due
stanno al registratore e agli orologi nel locale
sottostante mentre altri due "schizzano" al telescopio per puntarlo, il più velocemente possibile e per far girare, coi comandi elettronici, la
cupola . Nel nostro caso i tempi di puntamento di
rado superano i tre minuti.
n registratore a carta
MERIDIANA
Notte del 26. All'inizio stessi problemi.
Segnale cattivo e per questo siamo costretti a sospendere per qualche ora. Col passare del tempo,
il segnale però migliora. Ltvoriamo fino aUe
6.30. Bilancio: 59 misure. Durante la notte in
cupola ascoltiamo musica in continuazione:
Pink Floyd, Dire Straits, Weather Report, Jeff
Beck e Jan Hammer Groupe, canti del medioevo ....e Andrea Manna accompagnato daUa sua
chitarra. QueUa del 27 è la miglior notte da
quando siamo qui. n bilancio, .dopo 12 ore di
osservazione, è di 79 misure e di un'occultazione asteroidale dall'esito negativo (cioè.non avvenuta ). Chi scrive viene colto dalla classica crisi
delle 4.00. Ma basta una passeggiata sul terrazzo a -l O gradi perchè tutto si ristabilisca.
La notte del 28 sembra compromessa fin
dall'inizio. I cirri si stanno avvicinando. In principio si passa al gioco, sperando in un miglioramento delle condizioni, ma alle 22.30 c'è un
ulteriore peggioramento della situazione. Che
fare? Chiudiamo la cupola e andiamo a letto.
Un'aurora boreale.
n 29 c'è un Sole incredibile, il cielo è di un
azzurro mai visto. Ci alziamo verso mezzogiorno. Mangiamo qualche cosa e subito dopo la
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prima escursione. La Jungfraujoch è colma di
turisti, soprattutto giapponesi. In giro c'è anche
qualche graziosa fanciulla. Molte, quelle da copertina o da jet set. Per "cuccare" bisogna sapere
(e bene) l'inglese. Ma lassù, anche se ti va bene
è impossibile imboscarsi. Arriva la sera. La notte
del 29 sarà la migliore, dal profilo fotometrico, di
tutta la missione. Lavoriamo intensamente fino
aH'alba e il bilancio è ottimo: l 05 misure....e,
udite udite, un'aurora boreale. Proprio così. Intomo aUe 23.10, mentre osservo sulla terrazza
(col binocolo) il minimo di TV Cas, noto come
delle strane nubi luminose. Informo i miei colleghi, che mi raggiungono immediatamente. Lo
spettacolo ci lascia col fiato sospeso. L'aurora si
distende su una lunghezza di circa 70 gradi dall'orizzonte nord in direzione dello zenit. n fenomeno dura una quindicina di minuti. All'inizio, si
presenta sottoforma di nubi assolutamente rettilinee e bianche che salgono nel cielo nero. n loro
colore cambia nel giro di pochi attimi: dal bianco
al rosso, al rosa per sfumare, infine, in un rosa
pallido. Rientrati, annotiamo con entusiasmo il
tutto in uno dei quaderni della cupola.
La notte del 30 si svolge invece all'insegna dell'ordinaria amministrazione. AI termine, il bilancio è di 74 misure. Sorvegliamo anche una occultazione asteroidale. Esito ? Di nuovo negativo.
Il paesaggio delle Alpi verso nord, visto dallo Sphynx.
MERIDIANA
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Capodanno •.. fra stelle, canti
e champagne russo.
E' l'ultimo dell'anno. Un po' di nostalgia.
In cupola, con tanta musica, il buon umore non
manca davvero. Un po' prima di mezzanotte ven·
gono a trovarci i guardiani con biscotti, champagne russo, un'amica di famiglia e la loro giovane figlia. Simpatica e assai carina, Alice è anche
un'ottima cantante. Scendiamo al primo piano
della torre per brindare al 1990. Vino e champa·
gne per un'ota. Prendo la chitarra e comincio a
suonare qualche brano rock, possibilmente conosciuto dal resto della compagnia. Dal terrazzo
riusciamo a vedere i fuochi d'artificio di Interlaken e, con lo sguardo a sud, i bagliori del cielo
sopra Milano. All'una i guardiani rientrano alla
stazione, mentre noi saliamo in cupola. All'alba
tiriamo le somme: 70 misure, un'occultazione
asteroidale (risultato negativo) e tanto champagne nel corpo. Non restano che due notti. La
prima del1990 ha un programma di osservazioni impegnativo. Roland rimane per quattro ore
filate in cupola. Preferisce non scendere nel soltostante illuminato locale. Stiamo seguendo il
minimo di una variabile che scende oltre la
14.magnitudine. Roland vuole avere gli occhi
ben adattati all'oscurità per riuscire così a puntarla il più velocemente possibile • Il bilancio della
I magniD.ci quattro del GEOS
n telescopio Cassegrain da
76 cm
notte tra l' l e il 2 gennaio 1990 è di 40 misure,
più una telefonata da Varese di Francesco Fumagalli. Arriviamo così all'ultima sera, quella del 2
gennaio. E l'ultima notte della tena missione
GEOS alla Jungfraujoch. I soliti problemi di
partenza dowti all'instabilità del segnale. Andare a letto, per partire prima l'indomani, o continuare con la speranza che le condizioni del cielo
migliorino? Questo il verdetto: si resta. Stéphane
e io abbiamo fatto nel pomeriggio un'escursione
sul ghiacciaio. Un'impresa da Ercole. Eppure
non ci sentiamo stanchi, i nostri organismi sono
oramai abituati all'altezza e alla fatica. Ai primi
raggi di luce del mattino del 3 gennaio stiliamo
l'ultimo e definitivo bilancio. Soddisfatti del
lavoro svolto partiamo dalla Jungfraujoch col
treno delle 15.30 alla volta di Interlaken.
Mentre scendiamo, vediamo vieppiù rimpiccolirsi la cupola dello Sphynx. Lassù, quattro pazzi
per 11 notti hanno cercato di carpire i segreti di
oggetti celesti lontani anni luce. E per la tena
volta vi assicuriamo, cari lettori, che visto da
vicino il cielo offre lo spettacolo più bello e intellettualmente stimolante cui un essere umano
possa assistere. Le repliche, tempo permettendo,
si tengono ogni sera.
MERIDIANA
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LA FOTOGRAFIA A LARGO CAMPO
PER L'ASTROFILO
Gilberto Luvini
(('\\ ggi la fotografia "di diletto", ovvero quella
\W che selVe a tutti noi per immortalare im-
magini della nostra vita o di luoghi che evocano
piacere nel rivederle, è assai facile perchè i mezzi a disposizione sono tanti e i costi si sono abbassati in modo considerevole con la larga diffusione di questa magnifica scatoletta che è l'apparecchio fotografico. Alcune cose, almeno a mio
parere, sono andate fin troppo oltre, tanto da rendere la fotografia una cosa estranea a chi fotografa, delegando scelte di tempi, diaframma e
altro, a complessi e sofisticati sistemi elettronici
che sempre più gestiscono in modo automatico e
preciso queste nuove macchine.
Chi per la prima volta si avvicina alla
fotografia astronomica, si trova in un nuovo
mondo in cui molti dei parametri conosciuti sono
rivoltati, e pare di dover gettare tutto per ricominciare da capo. Qui si parla di fuoco diretto, di
ipersensibilizzazione, di camere di Schmidt, e
altre cose che, oltre al fatto di essere sconosciute ai più, non sono alla portata di tutti i
portafogli e sembrano, per chi inizia una nuova
attività nel tempo libero, un impegno troppo
grande, e molti si sentono di "mollare" ancora
prima di incominciare.
Passato attraverso esperienze diverse con
risultati alterni e poco soddisfacenti, pensai di
tornare da capo e cercare di utilizzare al meglio
ciò che già conoscevo sia nei mezzi che nella
tecnica. Quella che descriverò qui di seguito non
è una fotografia da prima pagina per riviste specializzate ma solo un risultato appagante, e
perchè no, a volte anche spettacolare, per notti
passate in compagnia di un cielo come il nostro
nella stagione fredda. Non vuole essere una
raccolta di consigli da seguire ma solo la
descrizione delle mie esperienze personali che
potranno seiVire più o meno ad altri astrofili che
non desiderano limitarsi all'osseiVazione visuale
al telescopio.
Cosa volevo fotografare
L'intenzione era di poter fissare definitivamente ciò che vedevo al telescopio, per poter
poi analizzare certi dettagli con maggiore comodità e in tempi differenti. Quasi da volermi costruire un piccolo atlante del cielo delle zone di
mio maggiore interesse.
Cosa usare come materiale.
L'apparecchio fotografico:
D telescopio Celestron CB con l'apparecchio
fotograBco reDex cd il teleobiettivo
Un semplice 24 x 36 refiex mio compagno
da molti anni. Per questo genere di fotografia la
cosa più importante dell'apparecchio è la
presenza della posa "B" che permette con un
flessibile di mantenere aperto l'otturatore per il
10
MERIDIANA
Una parte della costellazione di Orione con, al centro, la Jàmosa nebulosa M42, ripresa dall'autore al teleobiettivo da 135 mm ·
tempo preventivato delta posa che nella maggior
parte dei casi è superiore ai l O minuti.
buon obiettivo di prezzo medio.
La pellicola:
L'obiettivo:
Ho scelto un normale teleobiettivo da 135
mm f/2,5 perchè il suo campo di 18 gradi em
quello che meglio si adattava alle mie esigenze.
Qui la scelta mi ha lasciato stupito; ebbi la possibilità di disporre per alcune notti di tre obiettivi
di più o meno pari focale e differente fabbricante.
Con grande memviglia e soddisfazione potei costatare che i risultati migliori non venivano dati
dall'obiettivo più caro e più stimato dalle pubblicazioni di materiale fotografico, bensì da un
Anche in questo caso scelsi una pellicola
già conosciuta, di facile reperimento e che non
implica difficoltà di sviluppo, la T-MAX 400
bianco e nero della Kodak. La sensibilità di
questa pellicola è di 400 ASA, però anche se
questo dato può far sorgere alcune perplessità,
essa può essere calcolata comodamente fino a
800 ASA senza problemi. Altro vantaggio interessante di questa pellicola per i nostri usi è il
difetto di reciprocità che è molto contenuto
specialmente entro tempi sotto i 30 minuti.
(continua)
MERIDIANA
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LE STELLE CATACLISMICHE
(continuazione e fine)
Andrea Manna
Riportiamo qui la fme dell'articolo sulle stelle cataclismiche (v.Meridiana N°85), facente parte della serie sulle variabili iniziata nel nwnero 73 della nostra rivista.
SN - Supemovae. Sono stelle che aumentano la
loro luminosità di 20 o più magnitudini per poi
diminuire lentamente.Durante l'esplosione Io
spettro è caratterizzato dalla presenza di bande
d'emissione molto larghe. La loro larghezza permane per un tempo più lungo di quello delle bande luminose osservate nello spettro delle novae.
La velocità di espansione dell'inviluppo è dell'ordine di migliaia di chilometri al secondo. La
struttura della stella dopo l'esplosione è completamente alterata. Una nebulosa in espansione e
una (non sempre osservabile) pulsar è quanto
resta al posto della supemova.
In base alla forma della curva di luce e delle caratteristiche spettrali, le supemove sono suddivise nei tipi I e n.
SNI - Supernovae del tipo I. Nello spettro sono
presenti righe di assorbimento del Cali, Si, ecc,
ma non sono presenti righe dell'idrogeno. Pressochè mancanti gli inviluppi di idrogeno in
espansione. Durante 20-30 giorni dopo il massimo di luce, la luminosità diminuisce approssimativamente di 0.1 magnitudini al giorno, dopo
di che il tasso di diminuzione decresce e raggiunge un valore costante di 0.014 mag. al giorno.
SN D - Supemovae del tipo n. Nei loro spettri
appaiono righe dell'idrogeno e di altri elementi.
L'inviluppo in espansione consiste principalmente di idrogeno ed elio. La curva di luce mostra importanti diversità da quelle di tipo I.
Normalmente, dopo 40-100 giorni dal massimo
di luce, il tasso di diminuzione è di 0.1 magnitudini al giorno.
UG - Variabili del tipo U Geminorum, chiamate
sovente nove nane. Sono sistemi binari stretti
consistenti in una nana o una sottogigante dei tipi
spettrali K-M che ba riempito il suo volume
interno del lobo di Rocbe e da una nana bianca
circondata da un disco di accrescimento, dovuto
all'interscambio di materia. Le esplosioni avrebbero luogo allorquando insorgono variazioni nel
ritmo di trasferimento di tale materia. I periodi
orbitali variano da 0.05 a 0.5 giorni. Sono osser-
vate regolarmente piccole, in alcuni casi rapide,
fluttuazioni luminose. Ma di tanto in tanto la luminosità del sistema sale rapidamente di alcune
magnitudini e dopo un intervallo di alcuni giorni
o di alcune settimane ritorna allo stato originale.
L'aumento di luminosità può giungere fino a 5
magnitudini. Lo spettro del sistema è continuo al
minimo di luce, con larghe righe di emissione
dell'idrogeno e dell'elio. Al massimo esse quasi
scompaiono , oppure ritornano righe di emissione leggere. Alcuni di questi sistemi sono a eclisse, e si pensa che il minimo primario sia causato
dall'eclisse di una macchia calda originata nel
disco di accrescimento dovuto ai flussi di gas
dalla stella di tipo K-M.
In base alle variazioni di luce, le UG si suddividono nei tipi:
UGSS - variabili del tipo SS Cygni aumentano
di luminosità da 2 a 6 giorni e dopo alcuni giorni,
ritornano alla luminosità originale. Durata del
ciclo: da l O ad alcune migliaia di giorni.
UGSU - variabili del tipo SU Ursae Majoris, caratterizzate dalla presenza di due tipi di esplosione. I periodi orbitali sono più corti di 0.1 giorni
OOZ - stelle del tipo Z Camelopardalis. Mostrano esplosioni cicliche, ma differiscono dalle variabili UGSS per il fatto che qualche volta dopo
un'esplosione non ritornano alla luminosità originale, bensì durante alcuni cicli si stabilizzano
a una magnitudine tra il massimo e il minimo. I
cicli vanno da l O a 40 giorni, l'ampiezza luminosa oscilla tra 2 e 5 magnitudini (nel visuale)
ZAND - Variabili simbiotiche del tipo Z Andromedae. Sistemi binari stretti, consistenti in una
stella calda e una stella degli ultimi tipi spettrali
nonchè in un inviluppo esteso che avvolge entrambe, eccitato dalla radiazione della stella calda. Mostrano manifestazioni esplosive che danno origine a variazioni irregolari con un'ampiezza fino a 4 magnitudini. I fenomeni esplosivi, del
tipo delle novae ricorrenti, interesserebbero la
stella calda. Comunque, si tratta di un gruppo di
oggetti molto inomogeneo.
12
MERIDIANA
FOTOGRAFIA PLANETARIA
Alberto Ossola
ì7 g inquinamento luminoso sempre crescente
fu rende ormai difficile la fotografia di og!
getti astrononùci deboli a chi opera in vicinanza
dei centri urbani, per cui, volenti o nolenti,
bisogna "ripiegare" su oggetti lumjnosi, come
Luna, Sole o pianeti. Della fotografia del Sole ho
già scritto recententemente. Della Luna riparteremo. Oggi vorrei dire qualcosa sulla fotografia
planetaria, e in particolare di Giove, pianeta che
di questi tempi domina in cielo. Non vorrei
addentrarmi troppo in dettagli tecnici, rimandando per questo a testi di astrofotografia (ottimo per esempio "la fotografia astronomica" di
Walter Ferreri), limitandonù soprattutto a dare
qualche impressione personale.
Dirò subito che fotografare i pianeti è
difficile. Si tratta infatti di riprodurre sul
negativo una immagine ~i almeno 2,5 - 3 mm di
diametro per poter risolvere i principali dettagli.
Nel caso di Giove vuol dire lavorare con una
focale corrispondente di almeno 10 - 15 metri,
usando la tecnica di proiezione con oculare. Ciò
significa: strumento solido, ben allineato con il
polo, motore preciso, apertura sufficiente dell'obiettivo {per i rifrattori almeno 10 cm, per i
riflettori almeno 15 - 20 cm).
Giore i/16.190 ;D=30 cm ;1P2415 ;posa l s
7.190: stessi dati della foto precedente
Qualche consiglio pratico, ora.
Materiale sensibile:
Per il bianco e nero la scelta praticamente
obbligata è quella della TP 2415 della Kodak:
oltre alle sue note caratterisitiche di ottimo contrasto, grana fmissima e sensibilità media, può
facilmente essere trattata "in casa", disponendo
della relativamente semplice attrezzatura necessaria. Specialmente in fase di stampa si potranno così regolare i tempi di esposizione in
modo da sfruttare al meglio i negativi nùgliori.
Per il colore sconsiglio vivamente l'uso di materiale negativo: la stampa dei laboratori standard
è sempre gravemente insufficiente, le immagini
dei pianeti risultano grossolanamente sovraesposte, pur se ottenute da negativi decenti.
Buoni risultati si possono invece sperare usando
diapositive, per esempio di 200 ISO. Dal laboratorio bisognerebbe però far eseguire solo lo
sviluppo, effettuando poi personalmente il taglio
e la posa nei telaietti, pena il rischio di ritrovarsi,
come mi è già accaduto, con metà Giove su una
diapositiva e l'altra metà sulla prossima...
ll tempo di esposizione, per Giove, a una
luminosità di circa fi'60 (luminosità = focale
corrispondente diviso diametro obiettivo), con
pellicola di 125 ISO, è valutabile a circa l
secondo in caso di cielo limpido, 2 sec. in caso
MERIDIANA
14J.90 : stessi dati foto precedenti
di foschia. Alle stesse condizioni, Marte
richiederà 114 sec., Venere 1/30-1/15 ecc.
Saturno 5-l O secondi.
13
perchè eseguite nel momento sbagliato. Uno si
mette all'oculare, gli pare di vedere bene, fissa la
reflex, scatta, sviluppa, stampa: niente, tutto da
rifare. Perchè mai ? Chi ha una certa esperienza
di osseiVazione planetaria visuale sa che dalle
nostre parti una serata di seeing molto buono e
soprattutto costante è rara come una mosca bianca. A momenti di turbolenza succedono invece,
abbastanza spesso, momenti di relativa calma e,
qualche volta, anche di seeing ottimo, purtroppo
però di durata assai breve. Come fare, in pratica?
Se tira vento, lasciate perdere. In caso contrario,
osservate per alcuni minuti all'oculare: se la turbolenza è continua {dettagli sfumati e mossi)
rinunciate. Se invece ci sono momenti di buon
Messa a fuoco:
Può risultare difficile, specialmente se
eseguita direttamente sull'immagine del pianeta
nel mirino della reflex, in particolare per Saturno, assai debole. Si può ovviare centrando una
stella abbastanza luminosa, fuocheggiando con
precisione e ricentrando il pianeta, resistendo
ovviamente poi alla tentazione di armeggiare di
nuovo col focheggiatore.
Turbolenza atmosferica:
Si tratta indubbiamente del principale
nemico della fotografia planetaria. Sono convinto che molte fotografie, a cominicare da parecchie del sottoscritto, siano da gettare solo
16J.90: stessi dati delle foto precedenti
5.II.90 : stessi dati delle foto precedenti
seeing abbastanza frequenti e abbastanza lunghi
(almeno 5 secondi) allora val la pena di tentare.
Fissate la reflex coi relativi tubi di prolunga,
mettete a fuoco, centrate il pianeta. I bordi deJ
disco appariranno nitidi, (se la messa a fuoco è
precisa) nei momenti di calma, e sfumati nei
momenti di turbolenza. Cercate di scattare nel
momento migliore. Ancora meglio si può fare
disponendo di un telescopio di guida. Osservando l'immagine nell'oculare di questo telescopio, di solito un piccolo rifrattore, e sfuocando leggermente si riesce abbastanza bene a
riconoscere le ondate di turbolenza e a scegliere
perciò i momenti buoni per la foto, ammesso che
questi momenti ci siano.
A chi volesse tentare, non mi resta che
augurare buona fortuna.
14
MERIDIANA
L'OSSERVAZIONE FOTOGRAFICA
DELLE PERSEIDI 1989
Stefano Sposetti
11' e sfavorevoli condizioni meteorologiche
fu hanno accompagnato quest'anno i giorni
del massimo di attività dello sciame delle
Perseidi (metà agosto). Per la mia campagna di
osservazione ero localizzato a 1000 metri di
altitudine in Val Riviera e ho tralasciato l'osservazione visuale per concentrarmi su "quella fotografica. Per questo lavoro disponevo di una
montatura equatoriale speciale, con trascinamento elettrico, sulla quale erano state piazzate
6 camere fotografiche 24 x 36 che coprivano una
fascia di cielo centrata a circa 50 gradi sopra
l'orizzonte. L'apparecchiatura comprendeva pure un settore rotante, alimentato da un motore a
corrente continua da 12 volt, piazzato al centro
del sistema, che permetteva l'interruzione della
traccia meteorica alle 6 camere contemporaneamente (v. foto qui sotto). Inoltre tutte le macchine erano caricate con pellicola TMAX 400
(poi sviluppata a 1600 ASA). La soluzione
adottata del trascinamento elettrico dell'apparecchiatura mi permetteva una estrema precisio-
Parte della costellazione di Andromeda con
una traccia meteorica
ne nella determinazione delle coordinate iniziale e finale della meteora come pure non necessitava della continua sorveglianza atta a
stabilime l'istante di caduta (informazione che,
con camere fisse, è necessario conoscere). Una
volta approntate le macchine quindi, tutto il
lavoro notturno si limitava al caricamento
manuale delle stesse.
n risultato delle analisi dei 18 film esposti,
corrispondenti a 676 fotogrammi, pari a 25 ore e
40 minuti di monitoraggio del cielo (dal 2 al 16
di agosto), è di 51 meteore fotografate. Una
volta terminata la parte osservativa è iniziato il
lavoro in camera oscura. l negativi sono stati
analizzati sotto ingranditore ed è stata determinata la posizione di inizio e di fine traccia con una
precisione dell'ordine del minuto in ARe di 5
minuti in declinazione. Per la maggioranza delle
meteore è inoltre stata calcolata la distanza
angolare percorsa e la velocità angolare.
Purtroppo non è possibile ricavare alcunchè di
statisticamente valido dalle sole 51 meteore
osservate. Interessante, ai fini di una seria analisi,
è il lavorare su molti più dati. Per questo motivo
le osservazioni sono state spedite alla sezione di
fotografia meteorica dell'IMO (Intemational
Meteor Organization) che provvederà ad
utilizzarli in modo opportuno. Per ciò che
concerne le Perseidi, cui il titolo fa accenno e alle
quali mirava la campagna osservativa, ho
calcolato che meno del 20% delle tracce può
essere riconosciuto come appartenenente a questo sciame.
MERIDIANA
CORSO AVANZATO DI ASTRONOMIA
Francesco Fumagalli
(()) uest'anno, oltre ai consueti corsi a
~ Locamo e a Carona, il D.P.E. ne
organizza anche uno di vacanza in Sardegna.
Il corso si indirizza a persone con
buone nozioni base di astronomia, acquisite per esempio in uno dei nostri "Corsi
per adulti". Esso durerà 15 gioriù, dal14
al 30 maggio 1990 e si terrà presso la
località di Portixeddu, in provincia di
Cagliari, sulla costa sud-occidentale dell'isola(v.cartina). Durante le due settimane, le giornate verranno divise in un
momento teorico, dalle 17h00 alle 19h00,
e in un momento pratico e di osservazione, dalle 2lh00 alle 24h00.
Il luogo garantisce un cielo eccezionalmente buio e trasparente, permettendo
di approfondire temi come le stelle variabili, le comete e i pianeti, soprattutto in
funzione dell'osservazione sistematica
con tecniche e strumenti amatoriali. Ci si
occuperà di osservazione visuale, fotografica e fotoelettrica di stelle variabili,
pianeti, oggetti "deep sky", nonchè della
cometa Austin, che in quei giorni raggiungerà la terza magnitudine. Grazie a una
camera oscura, si potranno sviluppare e
stampare immediatamente le fotografie
sia a colori che in bianco e nero. Per la
riduzione delle osservazioni fotografiche
delle variabili sarà disponibile un densitometro fotoelettrico.
L'eccezionale passaggio della cometa di Austin ci ha inoltre suggerito di
invitare Adriano Gaspani, astronomo pro-
t
Nl
15
MERIDIANA
16
ASSEMBLEA A.S.S.T. A LOCARNO
Andrea Manna
~
arà una speciale pubblicazione a ri-
~
percorrere i dieci anni di vita dell'Associazione Specola Solare Ticinese
(ASST). Dovrebbe uscire entro la fine di
quest'anno a verrà distribuita agli oltre
cento membri, privati ed enti pubblici,
che con il loro contributo hanno permesso
dalla fme degli anni '70 (da quando cioè la
gestione della Specola Solare di Locamo
Monti è passata dal Politecnico di Zurigo
all'ASST, restando pure sempre di proprietà della Confederazione) la continuazione del lavoro di ricerca e di divulgazione. Il suggerimento per tale pubblicazione è emerso durante l'assemblea
ordinaria dell'ASST di venerdì 25
gennaio 1990.
Durante i lavori si è pure provveduto
al rinnovo del comitato per il 1990-91,
alla cui guida è stato riconfermato il suo
artefice, vale a dire l'ing Alessandro
Rima, confondatore, intorno ai primi anni
'60, anche della Società Astronomica Ticinese. Unico dimissionario per impegni
professionali, l'ing. Giovanni Lombardi:
al suo posto è subentrato il giovane astrofisico Michele Bianda, responsabile dei
lavori di ristrutturazione dell'Istituto di
ricerche solari di Orselina. Positiva la
situazione finanziara dell'ASST che, grazie soprattutto a un maggior sostegno
finanziario del Cantone e di alcuni
donatori, nonchè a un contenimento delle
spese, ha potuto assorbire il deficit di
circa 13 mila franchi registrato dai
consutivi '88; il conto di esercizio relativo all'anno scorso presenta infatti una
maggior entrata di quasi 2 mila franchi.
Di 83 500 franchi è invece il preventivo
'90, di cui 30 mila dovranno essere ricercati per andare in pareggio.
Il direttore della Specola, Sergio
Cortesi, ha poi fatto il punto sull'attività
svolta. Per quanto riguarda la ricerca,
anche l'anno scorso è proseguito lo studio
giornaliero, meteorologia permettendo,
del Sole. I dati,valutati ed elaborati, sono
stati trasmessi come al solito al "Solar
lndex Data Center" di Bruxelles, di cui la
stazione locarnese costituisce uno dei
principali ·punti di riferimento a livello
internazionale. Un altro settore di ricerca
in pieno sviluppo alla Specola è rappresentato dall'osservazione fotoelettrica di
stelle variabili, settore in cui c'è una partecipazione attiva a numerosi programmi
predisposti da organismi internazionali.
Sul fronte della divulgazione, Cortesi ha
ricordato i corsi di astronomia promossi
in collaborazione col DPE, le numerose
visite di scolaresche e gruppi di interessati, nonchè la pubblicazione della
nostra rivista, il notiziario telefonico
automatico, ecc.
.: Al presente numero della riVista è allegata una polizza di ..:
per }"abbonamento 1990
:
..: ...........•..versamento
........• ........................... •···· ................. ..
·····-········ ·~·~·················,························
. .
.
.
~.
MERIDIANA
OECENSIONE
... . 1
17
a cura di G.Luvini
Norel : ·Storia della materia e della vita" (Mursia, 1989 - Lire 30 000)
GLIY
to -volume di circa 250 pagine parte
Qlle~ capitolo che già ne definisce il
cofl .10 : ••J..a creazione delle particelle
se~1 11wri". Via via si snoda poi tra l'eefe#j00e dell'universo, la formazione
sJ'9f1Smateria fmo alla creazione del sistedella tare· Questi primi capitoli, racchiusi
~SO il titolo "Dall'energia alla matesot~? evidenziano con rigore tutta la gene(iP 'lla materia attraverso l'aspetto enersi depa1 quinto capitolo si parla di "preg~a· ,, iniziando dalle molecole organiche
v1ta ' ntari fino alle associazioni dei polieleO:: proseguendo in questo affascinantfle!l olversi con i capitoli che presentano
te eV caf11P8rsa della vita" e ''La cellula
''~ te"· Il capitolo più lungo è quello
11
vJVe. ••Evoluzione degli esseri pluricellustlll~, -rutta la materia esposta in questa
~
opera segue la via dell' interdisciplinarietà, senza preconcetti verso l'una o l'altra
delle scienze invocate.
Non è libro da leggere tutto d' un fiato
come un romanzo; per poter esporre tutte
queste materie in modo corretto, l'autore
fa sovente ricorso alla matematica e ritiene per scontato un minimo di conoscenze
della chimica, della biologia e della fisica.
E' comunque uno dei rari esempi di opera
tradotta nella nostra lingua che descrive in
modo comprensibile un gran numero di
discipline scientifiche, in modo da renderei consapevoli del nostro coinvolgimento quotidiano in questo lungo processo di mutazione che rende lo scorrere del
tempo una costante sfida tra il nostro
sapere di oggi e i dubbi di sempre.
OSSERVATORIO CALINA
6914 CARONA
PROGRAMMA 1990
società Astron~ica Ticinese ha fissato i
V .rt!Cflti appuntamenti :
sezr
maao*
batO 3
.
59 to 1 apnle*
59batte zohOO)
(t!B
19 maggio*
59bato 14 luglio*
batO
59 tte tSbOO)
(t!B
'-<>tO
5 maggio*
59..,..to 2 giugno*
59batle ztbOO)
(t!B
Se.rate di osservazione
al riflettore da 300 mm
(Luna, Giove, ecc.)
Osservazione della fotosfe.ra solare (macchie
e facole)
Serate di osservazione
al riflettore da 300 mm
(Luna, cometa Austin)
* in caso di cattivo tempo le riunioni non av.ranno
luogo. Con tempo incerto telefonare(dopo le 19)
al responsabile: Fausto Deluccbi (09V69 21 57)
Oltre alle riunioni indicate, a partire da matZo, il
primo venerdì di ogni mese, si terranno delle
serate di carattere informativo (con qualsiasi
tempo), con possibilità di presentare i propri
risultati e fare anche osservazioni ai telescopi.
Da lunedì 2 a venerdì 6luglio (dalle 19h30) si
terrà il corso per principianti : "Introduzione
teorica e pratica all'astronomia". Docente:
Francesco Fumagalli, Varese (per informazioni e iscrizioni : tel. 09&'.21 23 38)
18
MERIDIANA
Effemeridi per marzo e aprile
Visibilità dei pianeti :
MERCURIO :
in congiunzione col Sole il20 di marzo, rimarrà invisibile fmo
all'ultima settimana del mese; riapparirà poi di sera in aprile e
raggiungerà la massima elongazione orientale il giorno 13, rimanendo visibile di sera, verso l'orizzonte occidentale, dopo il tramonto del Sole.
VENERE
brillante astro del mattino, il 31 marzo si troverà alla sua massima
elongazione occidentale, a 46° dal Sole. Continuerà ad essere visibile prima del sorgere del Sole anche per tutto aprile.
MARTE
si mostra nelle luci dell'alba in marzo, in compagnia di Venere,
Saturno, Urano e Nettuno; se ne distanzia sempre più in seguito,
rimanendo però ancora visibile in aprile al mattino, nelle costellazioni del Capricorno e dell'Acquario.
GIOVE
. altissimo nel cielo, nella costellazione dei Gemelli, continua a
dominare per tutta la notte in marzo e nella prima parte della
notte in aprile.
SATURNO, URANO e NETTUNO si trovano sempre nella costellazione del Sagittario e si mostrano al mattino, poco prima del sorgere del Sole,
verso l'orizzonte sud-orientale.
FASI LUNARI :
Primo Quarto
Luna Piena
Ultimo Quarto
Luna Nuova
il 4 marzo
,
l' 11
,
il 19
,
il26
ed il 2 aprile
,
10
, ,
, ,
, ,
18
25
,
,
Stelle filanti
in questo bimestre non è annunciato nessun sciame importante,
ma le Virginidi presentano una certa attività durante marzo e aprile, con un massimo piatto il 3 aprile.
Orario estivo :
nella notte tra sabato 24 e domenica 25 mat7.0 vi sarà l'abituale
ritorno all'orario estivo : alle 2h00 si dovranno avanzare gli orologi di un'ora.
Inizio della primavera : il20 marzo alle 22hl9 TMEC il Sole si trova all'equinozio.
MERIDIANA
19
N
15 marzo 23h30 TMEC
15 aprile 21h30 TMEC
s
COMETA AUSTIN (1989C1)
D primo semestre dell990 vedrà il passaggio, nel nostro cielo, della cometa Austin, scoperta l'anno
scorso. Sarà questa la più luminosa cometa degli ultimi 15 anni perchè si prevede che subito dopo
il perielio (IO aprile) arriverà attorno alla seconda magnitudine (!).Riportiamo qui sotto le posizioni
di ascensione retta e declinazione(arrotondate al minuto), oltre alla magnitudine complessiva
probabile, dedotte dalla circolare IAUC W4941:
A.R.(l950) decl.
1990 febbraio 13
18
23
28
Ob52
Oh58
1h04
l h lO
-29°37'
-26°17'
-22°46'
-19°00'
mago.
7.0
6.7
6.3
5.9
A. R. (19 50) decl.
1990 marzo 5
IO
15
20
lh16
1h23
1h29
lb36
-14°58'
-10°37'
- 5°52'
- 0°40'
mago.
5.3
4 .8
4.2
3.5
La cometa Austin sarà ancora meglio visibile nel nostro cielo nel corso del mese di maggio, quando
sarà più vicina alla Terra, anche se più lontana dal Sole. Si calcola che allora sarà scesa attorno alla
terza magnitudine ma avrà sviluppato al massimo la sua coda.
•
CELE!iTRnn ~
ZEISS
BAUSCH & LDMB ~
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