ConSa_Il Genio di Schumann - `Giuseppe Martucci` Salerno

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Comunicato stampa
Redazione Cultura e Spettacoli
Il Conservatorio statale di Musica “G.Martucci” di Salerno
Dipartimento di Musica d’Insieme
In collaborazione con
L’Associazione Bottega San Lazzaro
Presenta
festival di Musica da Camera
Sant’Apollonia
III Edizione
Salerno 1-12 giugno 2016
ChiesadiSantaApolloniaore20
INGRESSOLIBEROinfo:ConservatorioMartucci089/237713–[email protected]
089/231330-3289079642
IlgenioinquietodiRobertSchumann
Mercoledì1giugnoverràinauguratanellaChiesadiSanta
Apolloniaalleore20,laIIIedizionedelFestivaldiMusicada
Camera,promossodalConservatorioStatalediMusica
“G.Martucci”edallaBottegaSanLazzaro
Mercoledì 1 giugno, alle ore 20, verrà inaugurata la III edizione del Festival di
Musica da Camera Sant’Apollonia. Un evento, nato dalla sinergia del
Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno, con un progetto del Dipartimento
di Musica d’Insieme, presieduto da Francesca Taviani, da un’idea di Anna
Bellagamba e unitamente al professore Giuseppe Natella e della sua Bottega San
Lazzaro che offrì di organizzare la rassegna. La serata inaugurale si aprirà, infatti,
con un omaggio all’indimenticato Peppe Natella, in un ideale passaggio di consegne
alla figlia Chiara la quale, sulle tracce profonde del padre, continuerà ad ospitare i
concerti nella cornice della Chiesa di Santa Apollonia. Questa prima serata sarà
dedicata interamente a Robert Schumann. S’inizierà con un florilegio di Lieder
proposti dai soprani Friederike Kuhl e Valentina Ginestous con Laura Cozzolino
al pianoforte. Landliches Lied op.29 n°1, un vero racconto interamente in plein air,
ricco di colore, di effetti plastici, di immagini evocative, uno Schumann che, per una
volta, ha messo a tacere non solo Florestano ed Eusebio, ma anche la classica
compostezza di Maestro Raro, per comporre musica timbricamente nuova ed
emotivamente disimpegnata. Seguiranno il Mailied e Das Gluck dall’op.79, prima
di chiudere la prima parte della serata con Botschaft op.74 n°8. Un piccolo assaggio
dell’universo liederistico schumanniano che riflette il percorso stilistico dell’autore,
in cui conferma la sua poetica romantica, il suo anelito alla trascendenza, la sua
visione dell’esistenza come dolore. La seconda parte del programma saluterà
l’esecuzione del Quartetto in Mi bemolle maggiore op.47, proposto dalla pianista
Laura Cozzolino con Giacomo Mirra al violino, Pasquale Colabene alla viola e
Matteo Parisi al cello. E’ nel 1840 che, quasi improvvisamente, appare nella
produzione schumanniana, una fioritura di lieder veramente sorprendente che, l’anno
successivo porta alla composizione di questa opera in soli cinque giorni.
L’introduzione lenta all’“Allegro ma non troppo” è contrappuntata dal pianoforte con
ottave delicate, come se fosse il ricordo di un pensiero lontano. Altrettanto originale è
quella sorta di lungo levare che precede il tema dell’“Andante cantabile”, più simile a
un improvviso risveglio che a un’introduzione. Le sorprese come al solito sono
numerose, a cominciare dalla forma della sonata iniziale. Lo sviluppo infatti
comincia ancora dentro la parte dell’esposizione e la ripresa presenta una versione
assai trasformata del materiale iniziale. Schumann trasfigurava, come nelle Sonate
per pianoforte e nelle Sinfonie, la forma classica per piegarla al flusso della
coscienza, di uno sguardo interiore sul mondo. Anche lo “Scherzo” riflette, nella sua
forma articolata con i due trii, questo più ampio senso di continuità nella
trasformazione permanente. L’“Andante cantabile” è una delle espressioni più liriche
e struggenti della musica di Schumann. Il suono contribuisce in maniera essenziale a
conferire a questo episodio il potere di fermare lo scorrere del tempo, specie
nell’incantata coda finale del movimento. L’autore indica al violoncello di abbassare
di un tono l’intonazione della corda più bassa, passando dal do al si bemolle, per
ottenere un lungo bordone risonante. Questa parentesi lirica serve a tenere viva la
tensione prima del “Finale”, che rappresenta una versione variata del materiale
tematico del primo movimento. Il Quartetto dunque si chiude nel nome di Bach, dopo
aver manifestato nel trattamento del primo movimento i debiti con il Quartetto op.
127 di Beethoven.
Giovedì 2 giugno, alle ore 20, seconda serata della III edizione del Festival di
Musica da Camera Sant’Apollonia. La serata sarà dedicata alle “Voci dalla
Spagna”, con musiche di Enrique Granados, Joaquìn Turina, Federico Garcia
Lorca e Manuel De Falla, eseguite dal tenore Daniele Lettieri, dal soprano
Francesca Manzo e dal mezzosoprano Luana Grieco, in duo con la chitarrista
Virginia Leone, e le pianiste Lidia Fittipaldi ed Enza D’Auria.
L’ ufficio stampa Olga Chieffi
Cell.:347/8814172
Resp.le musicale Studio Apollonia
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