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10 CAMPIONATO GIORNALISMO
Colonna Traiana
A lezione
di archeologia
sperimentale
LEZIONE di archeologia sperimentale alla scuola media di
Massenzatico, per commemorare
il genetliaco della colonna Traiana. La nostra città, lo sappiamo,
è stata fondata dal console romano Marco Emilio Lepido e un filrouge unisce le città di Roma e
Reggio.
Roma in questo periodo celebra
uno dei suoi momunemti più importanti, al Museo dei Fori Imperiali fino al 16 febbraio, con la
mostra intitolata ‘Columna Arte
Tracciati Transmedia’, per rendere omaggio ai 1900 anni della colonna Traiana.
A MASSENZATICO, in concomitanza con gli studi sui Romani e, anche per approfondire al
meglio l’argomento, abbiamo deciso di farci aiutare da un esperto
di storia romana: Lupus Maximus Apulia della Legio Prima
Italica. Un ospite davvero eccezzionale: Massimo Imbrogno, rievocatore storico dell’età imperiale, già noto nella nostra scuola
per essere intervenuto altre volte e
per aver preso parte, con la sua associazione, anche ad alcune manifestazioni cittadine tese a ricordare le origini romane della città
di Reggio.Una visita molto coinvolgente, dove in alcuni momenti
sembrava di essere catapultati al
tempo dei romani.
Le colonne onorarie, ha spiegato
Massimo Imbrogno, risalgono
all’età repubblicana, ed erano realizzate per celebrare le imprese di
conquista dei generali e tramandare le gesta degli imperatori.
La colonna Traiana, inaugurata
nel 113 d.C., con i suoi duecento
metri di fregio a bassorilievo, avvolto a spirale intorno al fusto,
racconta momento per momento
le vicende delle due campagne di
guerra per la conquista della Dacia, territorio corrispondente
all’odierna Romania.
In due ore siamo stati immersi in
una pluralità di proposte, dove
l’omaggio alla Colonna Traiana,
è diventato un pretesto per conoscere e approfondire fatti storici,
monumenti, tecniche militari, presentazione di armature, reperti e
avvenimenti e giungere così al significato, al contesto in cui hanno
tratto origine. Un percorso fisico e
mentale durato oltre due ore dove
la nostra curiosità è stata stimolata e soddisfatta al massimo.
Elisabetta Carollo e
Valentina Luisi I F,
Melissa Alberini
e Andrea Spaggiari I G
MARTEDÌ 21 GENNAIO 2014
ISTITUTO GALILEO GALILEI DI MASSENZATICO
Un albero anti-bullismo
L’incontro col vicequestore Cesare Capocasa
ALL’ISTITUTO Comprensivo
“Galileo Galilei” si e’ tenuta come
tutti gli anni la “giornata sul bullismo”, coordinata dal professor
Giorgio Cangiano, che ha suscitato nuovamente grande interesse
negli alunni, in particolar modo
in quelli delle classi terze, per l’atteso incontro sulla legalità col dottor Cesare Capocasa, vice questore vicario di Reggio.
In preparazione alla giornata è stato allestito, come negli anni scorsi, l’albero anti-bullismo: addobbato con palline e con alcuni pensieri scritti degli alunni, appesi ai
rami tramite delle mollette da bucato che richiamavano lo slogan
della giornata “stendiamo il bullismo”.
Durante le ore di Arte e Immagine noi ragazzi abbiamo realizzato
dei disegni a tema da attaccare alle pareti e una locandina da affiggere alle porte delle aule, per simboleggiare il nostro fermo “no” al
fenomeno del bullismo.
ALLE ORE 11.30 è arrivato al nostro istituto il vicequestore Capocasa, inizialmente accolto dagli
alunni di prima media, che hanno preparato per lui un puzzle gigante costituito da sei pezzi che,
qualora uniti, rappresentavano
un segnale di divieto, al cui interno era presente un bullo che si
preparava per dare un pugno. Il
momento in cui le parti del puzzle sono state unite ha voluto rappresentare la necessità di lavorare
tutti insieme per sconfiggere il bullismo,
non solo la scuola, ma
anche la famiglia, le
forze dell’ordine, tutti!
Capocasa ha poi incontrato noi alunni
delle classi terze per
un confronto sul tema del bullismo. Questo perchè alle scuole
superiori saremo noi i
più piccoli, quindi
eventualmente più
esposti a queste situazioni.
A questo incontro hanno presenziato anche la preside Ave Margini e l’assessore Iuna Sassi, che ha
portato alcuni esempi di bullismo, ricordando quando lei stessa
era studentessa prima e insegnante poi.
Il prof Giorgio Cangiano (a sin.) col vicequestore Cesare Capocasa
Il dottor Capocasa ha cominciato
la conversazione chiarendo il significato della parola bullismo.
Ovvero: violenza fisica o psicologica, sistematica, svolta con
intenzionalità verso un soggetto
debole.
Il fenomeno del bullismo è un disagio sempre più frequente e nelle
scuole italiane si manifesta con
percentuali molto alte.
IL DOTTOR Capocasa ci ha
spiegato anche che è importante
parlare di questi fenomeni per
prevenire spiacevoli conseguenze, che possono essere disagio fisico (anche anoressia e bulimia) o
psicologico (la vittima può sentirsi talmente maltrattata o umiliata
da cadere in forme di depressione, che in alcuni casi estremi può
arrivare al suicidio).
Negli ultimi anni si è via via diffuso anche il cyber-bullismo, una
forma di prevaricazione che viene
praticata tramite le tecnologie
avanzate e i social network.
A differenza di quello fisico, il bullismo virtuale non lascia scampo
alla vittima nemmeno tra le mura
domestiche, “pedinandola” 24
ore su 24 con messaggi anonimi e
prese in giro continue.
Anche in questo caso è necessario
parlarne con i genitori e segnalarlo alle autorità. «Il bullo di oggi sostiene Capocasa - potrebbe essere lo stalker di domani, quindi va
fermato subito. L’unione fa la forza e insieme si deve lavorare per
stendere il bullismo, come state
cercando di fare nella vostra scuola».
Angelica Abatangelo
e Carlotta Foderaro III G
Riaccenderemo noi il Tricolore
SECONDO NOI ragazzi la bandiera
di qualsiasi Paese rappresenta l’importanza della Nazione stessa, ma lo scorso 7 gennaio - per la celebrazione del
217esimo anniversario dalla nascita
del Tricolore - siamo rimasti delusi.
Sarà colpa del difficile momento che
stiamo vivendo, sarà colpa della crisi,
ma... i reggiani in piazza erano davvero pochi rispetto agli anni precedenti.
La città era deserta. Poche le persone, ma soprattutto pochi i giovani
e poche le bandiere per
festeggiare. Puntuale come sempre, invece, il
gruppo di contestatori:
quest’anno anche provenienti da fuori città, appartenenti al cosiddetto
“Coordinamento 9 dicembre”.
«Il Tricolore — si legge
nel messaggio inviato alla città dal Capo dello
Stato, Giorgio Napolitano — che ha accompagnato le complesse e travagliate vicende della storia
del nostro Paese, ci ricorda come il popolo italiano ha saputo superare prove
drammatiche e ricorrenti tensioni.
Rappresenta un patrimonio comune e
un punto di riferimento essenziale per
far fronte con robuste radici e spirito
innovatore alle sfide attuali».
LA NOSTRA bandiera, simbolo
dell’unità nazionale è soprattutto per
noi giovani generazioni un simbolo,
un punto di riferimento importante
che unisce anche nella diversità culturale e ideologica. Quindi, con forza diciamo: “Giù le mani dal Tricolore”.
Nonostante le avversità del momento,
nonostante tutto, dobbiamo continuare a credere nella nostra bandiera e soprattutto nella nostra Nazione, perché
noi siamo il presente e il futuro di essa. Un messaggio chiaro, importante
che va trasmesso anche ai nostri figli!
È con questo spirito, che noi ragazzi
delle terze, accompagnati dai nostri
docenti, ci siamo recati al Museo del
Tricolore di Reggio.
Il Museo ricostruisce in modo dettagliato la storia del Tricolore italiano,
che venne adottato per la prima volta
proprio a Reggio Emilia, nella Sala del
Tricolore.
Arrivati al Museo siamo stati accolti
da una guida che ci ha diviso in tre
gruppi e a ognuno è stato consegnato
un libretto con alcuni esercizi da svolgere durante il percorso didattico.
La guida è entrata poi subito nel vivo,
spiegandoci la storia della nascita
dell’Italia, quando la Nazione era divi-
sa in tanti piccoli Stati e la nostra città
era sotto il Ducato di Modena e Reggio. La bandiera nazionale nacque proprio a Reggio: il 7 gennaio 1797, ispirata a quella francese, a quel tempo considerata simbolo di unità e di potenza.
E nacque prima che lo Stato si unificasse il 17 marzo 1861.
La guida ci ha poi parlato dei principali protagonisti, di coloro che con l’aiuto della Francia unificarono la nostra
Nazione, liberandola dal dominio
dell’Austria: Garibaldi, Cavour, Napoleone III, Otto von Bismarck e Vittorio Emanuele II.
Primo re dell’Italia unita fu Vittorio
Emanuele II, discendente della famiglia dei Savoia, che dominarono per
lungo tempo l’Italia.
Una curiosità: il colore della maglia
della nazionale italiana deriva dall’azzurro, il colore della cornice dello
stemma dei Savoia.
Una visita importante questa, essenziale, che tutti dovrebbero fare per comprendere le fasi salienti che hanno condotto alla nascita della bandiera e successivamente all’unificazione dello
Stato italiano.
Giulia Cocca,
Lorenzo Fabbricatore,
Alessandro Paolucci,
Antonio Brugnano III F