Pad10 ova, isolato il s Zika nella saliva La scoperta dei ricercatori dell'Azienda ospedaliera. il professor Palùä «Nuovi scenari nel campo di diagnosi e cura» di silvia Fais PADOVA I ricercatori padovani hanno isolato per la prima volta il virus di Zika nella saliva di una persona contagiata. La scoperta fa capire che c'è la possibilità che l'infezione da Zika possa trasmettersi anche attraverso la saliva. La ricerca, pubblicata sulla rivista Furosurveillance, è ad opera del gruppo di virologi dell'Unità operativa di Microbiologia e Virologia dell'Azienda Ospedaliera di Padova diretta dal professor Giorgio Palù. Il campione proveniva da un paziente che presentava i tipici sintomi di febbre, mialgia, artralgia, congiuntivite e eritema cutaneo maculare, dopo un viaggio nella Repubblica Domenicana. Il soggetto, monitorato con tecniche di diagnostica molecolare per oltre un mese perla presenza del genoma virale nei fluidi organici, aveva concentrazioni di Rna di Zika virus molto più elevate nella saliva (3 milioni di copie/ml) che nelle urine (1 milione di copie/ml) e nel sangue (30 copie/ml) e una persistenza più lunga nel tempo del virus nella saliva (oltre 30 giorni). «I risultati aprono a nuovi scenari nel campo della prevenzione, diagnosi, terapia e monitoraggio dell'andamento della malattia» spiega Palù «sapere che il virus si trova nella saliva ad alte concentrazioni, fa comprendere che è necessario tenere sotto controllo i pazienti analizzando anche questo campione. Abbiamo addirittura trovato che il virus può scomparire nel sangue e rimanere nella saliva». L'infezione si contrae prevalentemente tramite punture delle zanzare del genere Aedes, pur essendo possibile un contagio diretto attraverso sangue o per via sessuale. È ancora presto per dire se il virus può essere diffuso attraverso la saliva perché sono necessarie osservazioni cliniche più approfondite tra i contatti dei pazienti con Zika e speri- mentazioni su modelli animali. «Il nostro laboratorio è centro di riferimento regionale per l'identificazione di virus di importazione» sottolinea Palù «abbiamo già iniziato lo studio clinico e stiamo monitorando le condizioni di tutti i pazienti e dei loro contatti. Sappiamo che Zika è stato identificato in un australiano che è andato in Africa ed è stato morso da una scimmia: significa che è già successo che un animale abbia contagiato un umano attraverso la saliva. Inoltre sappiamo che nel topo, in laboratorio, la saliva può essere usata per la trasmissione del virus». Grazie alla tecnica della coltura cellulare, si capisce se esiste possibilità di contagio: si posiziona in un vetrino un campione di liquido organico, lo si mette nelle condizioni ideali e alla fi ne si osserva come si è comportato il virus. Se si è moltiplicato significa che è potenzialmente contagioso. «La coltura cellulare è la prova che il virus è infettivo», specifica Palù, «ogni virus è diverso: l'Hiv è stato trovato nella saliva in concentrazioni così basse che da non rappresentare un rischio». Il team del professor Palù è coinvolto nella messa a punto del vaccino contro Zika. Recentemente il gruppo ha ottenuto finanziamenti da parte della Comunità europea per produrre un vaccino contro il West Nile, un virus "parente" diZika, che si è rivelato efficace nelle scimmie. «Zika, West Nile, Dengue, febbre gialla e non solo, fanno parte della famiglia dei flavivirus» dice «già da tempo abbiamo sviluppato una piattaforma tecnologica ad hoc per produrre il vaccino contro West Nile che sfrutteremo anche perZika». Il virologo «Useremo la nostra piattaforma tecnologica del West Nile per produrre il vaccino» PaJuca. iso .nn ìl vin s Ziha uella mtiva II professor Giorgio Palù e , a destra, una zanzara del genere Aedes , vettore dei virus Zika