IASMA Notizie 1 Stampato su carta certificata Ecolabel prodotta dalla cartiera Mondi EU Ecolabel: AT/11/001 PICCOLI FRUTTI e ortaggi Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige 17 aprile 2013 n. 3 IASMA Notizie n. 8 - Anno XII - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Litotipografia Alcione, Lavis (TN) Oidio della fragola in coltura protetta e patogeni fungini del mirtillo Oidio della fragola (mal bianco) in coltura protetta L’oidio è il principale problema fungino della fragola in coltura protetta e nelle ultime annate ha avuto una notevole pressione. È causato da Sphaerotheca macularis sp. Fragariae che può colpire tutte le parti della pianta e, essendo un parassita obbligato, necessita della pianta di fragola per sopravvivere. Sintomi Nella fase iniziale l’oidio forma delle piccole aree bianche polverose, difficilmente individuabili per le ridotte dimensioni (0,5-1mm di diametro circa), che si allargano in pochi giorni fino a ricoprire di una polvere biancastra l’intera lamina fogliare (foto 1), che spesso si piega a doccia. Lo sviluppo Foto 1. Oidio su foglie successivo di tali infezioni provoca la comparsa di numerose macchie rossastre (foto 2). Le foglie infette più vecchie tendono poi a diventare color porpora o rosse, più facilmente riscontrabili in autunno a seguito di forti attacchi estivi. Su fiori e frutti può comparire la tipica “muffa bianca” che può determinare l’aborto dei fiori o la malformazione dei frutti (foto 3, 4 e 5). Le piante giovani e la vegetazione nuova sono maggiormente sensibili poiché la pianta è caratterizzata da un rapido sviluppo vegetativo, perciò è necessario prestare molta attenzione soprattutto nelle fasi fenologiche di formazione degli stoloni (foto 6) e prima e durante la fioritura. Foto 2. Macchie rosso porpora dovute a forte infestazione da oidio Foto 3. Oidio su fragola 2 IASMA Notizie 17 aprile 2013 Foto 4 e 5. Frutto deforme a causa di infezione da oidio (da Pertot et al., L’oidio della fragola, Iasma Safecrop, 2006) Condizioni predisponenti Per la germinazione e lo sviluppo del fungo sono necessarie alcune ore a temperature tra 10 e 25 °C e con tassi elevati di umidità relativa (tra 70 e 85%). La diffusione dei conidi è inoltre favorita dal vento, da schizzi d’acqua e dalla vicinanza di piante infette del primo ciclo con le piante dei trapianti successivi. Al contrario, l’acqua piovana e le irrigazioni sovrachioma hanno la capacità di asportare i conidi dell’oidio dalle foglie per azione del dilavamento, rallentando l’infezione. Ugualmente, una elevata intensità della luce (UV) rallenta lo sviluppo e l’incidenza dell’oidio, per cui la presenza della copertura e il conseguente ombreggiamento, può favorire l’oidio. Consigli per la difesa È bene ricordare che un’ottima prevenzione consiste nel ridurre l’inoculo già dai mesi tardo-autunnali. Spesso inoltre squilibri nella concimazione azotata possono indurre nelle piante una maggior sensibilità all’oidio. La germinazione dei conidi non avviene se le foglie, e con esse il micelio, vengono direttamente bagnate da piogge frequenti o irrigazioni soprachioma. Questa pratica ha il vantaggio di “dilavare” il micelio dell’oidio dalle foglie ma può causare problemi di botrite e/o di antracosi, se la vegetazione e i frutti rimangono bagnati troppo a lungo senza asciugare. Al verificarsi delle condizioni climatiche favorevoli Foto 6. Oidio su stoloni sopra indicate si consiglia di iniziare la difesa tenendo conto della diversità delle zone e della loro sensibilità al fungo, distinguendo fra zone collinari ben esposte e zone asciutte di pianura, dove maggiore è la sensibilità all’oidio, da quelle di fondovalle dove la sensibilità è generalmente minore. L’intervallo tra i trattamenti deve essere valutato in relazione a pressione della malattia, accrescimento vegetativo, andamento climatico e sensibilità varietale. La difesa si attua attraverso: • prevenzione agronomica (apporti azotati adeguati, asportazione stoloni e irrigazione soprachioma) • lotta chimica che è prevalentemente preventiva • agenti di biocontrollo (funghi antagonisti). A fine raccolta, sulle piante che verranno utilizzate per un’altra produzione, è consigliabile continuare la difesa antioidica, allo scopo di ridurre l’inoculo svernante. Gli interventi avranno una cadenza fino alla fioritura di 7-12 giorni, dalla fioritura alla preraccolta è necessario intensificare il ritmo degli interventi adeguandoli alla velocità di accrescimento della pianta, intervenendo anche ogni 4 o 5 giorni per ritornare poi ad una cadenza di 7 giorni in pre-raccolta. Per evitare fenomeni di resistenza è fondamentale alternare i principi attivi registrati. È inoltre molto importante una giusta taratura delle attrezzature ed una accurata manualità nella distribuzione della miscela. IASMA Notizie PRODOTTI ANTIOIDICI A DISPOSIZIONE ZOLFO Lo zolfo viene impiegato in forma bagnabile o polverulenta. Lo zolfo ventilato garantisce una rapida azione frenante ma poco persistente; per una maggiore efficacia, va distribuito al mattino, quando le foglie sono bagnate di rugiada. Agendo per sublimazione può essere impiegato efficacemente anche sotto il traliccio. Lo zolfo bagnabile va preferibilmente impiegato di sera, con temperature miti, per evitare fenomeni di fitotossicità. Il tempo di carenza dello zolfo è di 5 giorni. Ripetuto per 3-4 volte al trapianto può provocare alterazione del pH nel substrato, con ripercussioni negative sullo sviluppo dell’apparato radicale. Non è consigliabile il suo impiego a dosi alte in pre-raccolta per l’imbrattamento della frutta. Può essere impiegato spesso come partner in miscela con gli altri antioidici; non va miscelato con Boscalid + Piraclostrobin (Signum) e Azoxystrobin (Ortiv, Ortiva top), in quanto può determinare fitotossicità. STROBILURINE Azoxystrobin (ad es. Ortiva) è un principio attivo ad azione preventiva, è selettivo per api, bombi ed artropodi utili. La sua efficacia non risulta influenzata da basse o alte temperature. Il tempo di carenza è di 3 giorni. Non va miscelato con zolfo o antibotritici per evitare fenomeni di fitotossicità su foglie (forte accartocciamento fogliare). Non è possibile ripeterlo più di due volte per ciclo compreso Boscalid + Pyraclostrobin (Signum) per evitare fenomeni di resistenza. TRIAZOLI (“Inibitori della Biosintesi dell’Ergosterolo = IBE”) Famiglia di principi attivi endoterapici ad azione soprattutto preventiva. Tra questi solo Miclobutanil (ad es. Thiocur forte, Systhane 12 E, ecc.), con 3 giorni di tempo di carenza, e Penconazolo (ad es. Topas 10 EC, ecc.) con 14 giorni di carenza, sono autorizzati su fragola. In particolare Topas 10 EC va impiegato una sola volta a stagione per evitare pericolosi effetti cumulativi sul residuo massimo ammesso. Difenconazolo (ad es: Ortiva top) è una molecola con movimento translaminare dotata di lunga per- 17 aprile 2013 3 sistenza e attività prevalentemente preventiva, ma anche curativa. Il tempo di carenza è di 7 giorni. La velocità di assorbimento è influenzata soprattutto dalla temperatura: tra 10 e 25°C è garantito un adeguato assorbimento del principio attivo entro 2-6 ore dal trattamento. ANILIDE + STROBILURINE Boscalid + Pyraclostrobin (ad es. Signum) è un fungicida translaminare con effetto collaterale antioidico. Il tempo di carenza è di 3 giorni. Attenzione: il suo impiego è possibile per un massimo di due volte all’anno compreso Azoxystrobin (ad es. Ortiva). FENOSSIQUINOLINE Quinoxifen (ad es. Arius, Slash) è un principio attivo ad azione preventiva con buona persistenza (inibisce la germinazione delle spore fungine). Il tempo di carenza è di 3 giorni. L’impiego è consigliabile da solo con bassissima pressione della malattia, altrimenti è bene farlo precedere da altri antioidici. Può essere associato ad un’altra molecola nello stesso trattamento. IDROSSIPIRIMIDINE Bupirimate (ad es. Nimrod) è un principio attivo citotropico e translaminare, che ha un’azione preventiva e curativa. Il tempo di carenza è di 3 giorni. DINITROFENOLI Meptyldinocap (ad es. Karathane star, Warthane) è un principio attivo preventivo e curativo anche a basse temperature. Il tempo di carenza è pari a 3 giorni. FUNGHI ANTAGONISTI: AQ10-Ampelomyces quisqualis Fungo iperparassita, si sviluppa in condizioni che non favoriscono l’oidio. Il suo impiego si giustifica in autunno, sufficientemente lontano da interventi fungicidi chimici (15 gg anche dallo zolfo e dal rame), con presenza di infestazione. Va impiegato associato ad antitraspiranti (ad es. olio minerale estivo). Per tutti i principi attivi utilizzati vanno rispettate le limitazioni dei vari prodotti fitosanitari, come il numero massimo di interventi all’anno, anche per evitare i fenomeni di resistenza da parte del patogeno. 4 IASMA Notizie 17 aprile 2013 PRINCIPALI INTERVENTI CON PRODOTTI ANTIOIDICI SUL SECONDO CICLO (DOPO SVERNAMENTO) Fase Post-svernamento Germogliamento ingrossamento Pre-fioritura Inizio fioritura Piena fioritura Fine fioritura Post-fioritura Ingrossamento frutti Pre-raccolta Raccolta P.a. ed esempi prodotti fitosanitari/interventi PENCONAZOLO (+ Zolfo) DIFENCONAZOLO + AZOXYSROBIN ZOLFO BUPIRIMATE (+ Zolfo) BOSCALID + PYRACLOSTROBIN* ZOLFO MEPTYLDINOCAP** (+ Zolfo) QUINOXYFEN (+ Zolfo) MICLOBUTANIL BUPIRIMATE** ELIMINAZIONE STOLONI *Prodotto con azione collaterale antioidica. **Effettuare questi trattamenti solo in caso di forte pressione della malattia. PRINCIPALI INTERVENTI ANTIOIDICI SUL CICLO PROGRAMMATO Fase Post-trapianto Germogliamento ingrossamento Pre-fioritura Inizio fioritura Piena fioritura Fine fioritura Post-fioritura Ingrossamento frutti Pre-raccolta Raccolta Post-raccolta P.a. ed esempi prodotti fitosanitari/interventi PENCONAZOLO (+ Zolfo) ZOLFO BUPIRIMATE (+ Zolfo) BOSCALID + PYRACLOSTROBIN QUINOXYFEN (+ Zolfo) ZOLFO MEPTYLDINOCAP** (+ Zolfo) MICLOBUTANIL BUPIRIMATE** ELIMINAZIONE STOLONI AMPELOMYCES QUISQUALIS *Prodotti con azione collaterale antioidica. **Effettuare questi trattamenti solo in caso di forte pressione della malattia. IASMA Notizie 17 aprile 2013 5 Patogeni fungini dei frutti di mirtillo gigante americano (Botrite, monilia, alternaria e antracnosi) Il mirtillo gigante americano può essere interessato da varie patologie fungine alcune delle quali colpiscono direttamente anche le bacche. Negli impianti della nostra provincia si osserva prevalentemente sintomi riconducibili alla botrite, ma saltuariamente si vedono anche altre sintomatologie riconducibili in parte ad altri funghi. Per meglio permettere il riconoscimento si riporta una descrizione delle principali patologie fungine. Botrite (Botritis cinerea) La botrite è una malattia fungina che in alcune annate può causare gravi danni. Le perdite economiche sono per lo più dovute all’infezione sui fiori e marciume della frutta, soprattutto se si verificano piogge persistenti, elevata umidità relativa e temperature moderate (15-20°C) durante la fioritura. Queste condizioni in Trentino si presentano spesso durante la primavera nel momento della fioritura ed allegagione. I sintomi si possono manifestare su tutta la parte aerea della pianta: i fiori anneriscono e vengono ricoperti da una muffa grigia, le foglie assumono spesso un aspetto deformato per la presenza di aree necrotizzate di colore marrone sulla lamina, i nuovi germogli necrotizzano anch’essi assumendo una colorazione marrone a volte tendente al grigio; sui frutti il sintomo, nella maggioranza dei casi, rimane latente fino alla raccolta, ma compare sottoforma di una muffa grigia lanuginosa successivamente alla raccolta. Foto 7. Botrite su fiori di mirtillo* Foto 8. Botrite su foglie di mirtillo* Il fungo sverna sottoforma di masse nere miceliari (sclerozi). In primavera, numerose le spore rilasciate nell’aria si sviluppano sui vari organi della pianta, soprattutto le parti più tenere (germogli verdi, fiori, foglie e frutti) penetrando da ferite dovute a potature, a danni meteorici (ad es. la grandine) e alla caduta dei petali a fine fioritura. Il mezzo preventivo migliore per contenere questo patogeno è la copertura antipioggia (da predisporre già da inizio fioritura) e l’applicazione di fungicidi efficaci durante le fasi di fioritura e maturazione dei frutti. È inoltre consigliabile di contenere l’uso di fertilizzanti azotati in primavera e di raccogliere al giusto grado di maturazione le bacche integre e asciutte. Monilia (Monilina vaccinii-corymbosi) La monilia è una patologia poco diffusa in Trentino i cui sintomi consistono nell’appassimento delle gemme e della foglia lungo le nervature principali e nel ripiegamento a pastorale dell’apice dei nuovi germogli. Alla base della foglia si può presentare un leggero strato di polvere grigia mentre la sintomatologia sui frutti si manifesta raramente. Le bacche ancora verdi sembrano sane ma all’interno si può notare una patina biancastra in prossimità dei semi, mentre dall’invaiatura appaiono rosa-beige e leggermente scanalati e di consistenza gommosa. Infine le bacche diventano colore pallido sbiadito, avvizziscono (mummificano) e cadono a terra. Il fungo sverna nel frutto mummificato sul terreno quindi la sanitation (raccolta e distruzione dei frutti rimasti in pianta e a terra) sarebbe una pratica utile. All’inizio della primavera si sviluppano gli organi riproduttivi del fungo che si propaga sulle infiorescenze a corimbo con l’aiuto del vento, della pioggia e degli insetti. La temperatura ottimale per l’infezione è compresa tra 10 e 14 °C e sono necessarie almeno 12 ore di bagnatura. Come prevenzione, oltre alla scelta di terreni senza ristagni, sono di valido aiuto la rimozione o distruzione delle mummie, l’adozione di copertura antipioggia precoce (da inizio fioritura) e il corretto impiego dei fungicidi nella fase di ingrossamento gemme e a caduta petali. 6 IASMA Notizie 17 aprile 2013 Foto 9. Frutti mummificati da monilia* Foto 10. Frutti con monilia* Foto 11. Sezione con monilia* Il frutto maturo presenta delle zone infossate in prossimità del calice ricoperte da una muffa verde scuro e dall’aspetto vellutato e a stadi avanzati della patologia diventano molli o avvizziti. Il fungo sverna su rami vecchi e anche su frammenti vegetali al suolo. Le infezioni sulla foglia si verificano in primavera durante i periodi di freddo e pioggia e si sviluppa sulle bacche alla loro maturazione per lo più con temperature di circa 20°C. È indispensabile raccogliere ed eliminare frutta infetta nell’appezzamento, ridurre l’umidità negli impianti, applicare fungicidi fin dalla primavera. Foto 12 e 13. Sintomi di monilia su foglie* Alternaria (Alternaria tenuissima) Questo fungo non provoca grossi problemi in generale in Trentino, d’altra parte non è raro vedere alcuni sintomi riconducibili all’alternaria in particolare sulle foglie, sulle quali si formano delle aree necrotizzate. Queste aree hanno colorazione marronegialla o grigia, sono circolari o con bordo irregolare bruno-rossastro, e hanno un diametro di 1-5 mm. Nella maggior parte dei casi solo foglie più vecchie manifestano questo sintomo, ma una grave infezione può defogliare la pianta. Foto 14. Sintomi alternaria su foglie* Foto 15. Sintomi alternaria su frutti* Antracnosi (Colletotricum spp.) Questa patologia del mirtillo, poco frequente in Trentino, si sviluppa con clima caldo-umido e può causare problemi di marciumi delle bacche pre- e post-raccolta (conservazione). Le bacche diventano molli e si ricoprono di un essudato di colore rosasalmone (composto dalle spore di riproduzione del fungo). Su branche giovani le lesioni sono marrone scuro con corpi fruttiferi in cerchi concentrici, mentre sui brindilli, gemme e foglie (lesioni bruno-rossastre con bordi evidenti) i sintomi sono rari, anche se infetti. Il fungo sverna in rami infetti, all’interno delle gemme dissecate. In primavera ed estate, le spore prodotte sui tessuti infetti vengono disperse dalla pioggia e causano nuove infezioni. L’umidità prolungata (12 ore o più) e le temperature di 20-25°C favoriscono lo sviluppo del patogeno. Le pratiche agronomico-preventive per il controllo di questo fungo consistono nell’asportazione immediata della frutta colpita, del legno vecchio o infetto tramite le potature invernali, e dei rametti con gemme disseccate. È inoltre importante evitare ristagni di umidità e prevenire con i corretti trattamenti fungicidi. IASMA Notizie 17 aprile 2013 7 Foto 16, 17 e 18. Sintomi di antracosi su frutti* Foto 19 e 20. Sintomi di alternaria su rami* Prevenzione e cura delle patologie fungine Le patologie fungine appena illustrate possono creare, in generale, marciumi alle bacche del mirtillo gigante americano che spesso si manifestano in post-raccolta durante la conservazione, se non sono state adottate le opportune precauzioni preventive in campagna. È quindi importante applicare tutte le pratiche agronomiche preventive sopra indicate e abbinare trattamenti con prodotti rameici in primavera e autunno e con Signum in fioritura, eventualmente ripetuto a fine fioritura in presenza di forte umidità e/o di un periodo particolarmente piovoso. Signum ha ottenuto l’estensione in etichetta contro la botrite anche per altra piccola frutta a bacche e piante arbustive tra cui è incluso il mirtillo gigante americano, sul quale è impiegabile al massimo 2 volte all’anno ed ha un tempo di carenza pari a 3 giorni. Questo prodotto fitosanitario è formato da due molecole (Boscalid e Pyraclostrobin) che esplicano la loro attività con meccanismi d’azione diversi. Boscalid inoltre penetra nel tessuto fogliare e si muove verso i margini dell’apice della foglia; la combinazione di questo movimento acropeto e la sua translaminarietà esplica una protezione anche dei tessuti limitrofi che non sono in diretto contatto con la sospensione fungicida. Questo prodotto applicato per botrite ha una certa efficacia anche nei confronti di monilia, alternaria e, in misura minore, antracosi, che possono talvolta insidiare il mirtillo. La sua azione è preventiva impedendo la germinazione delle spore e la crescita del tubulo germinativo del fungo; per questo motivo il momento più indicato per l’intervento è piena-fine fioritura. Nel caso si sia applicato Signum una sola volta in piena-fine fioritura è possibile posizionare il secondo trattamento in pre-raccolta nel caso di piogge persistenti (che innalzano l’umidità relativa anche sotto copertura antipioggia). Si raccomanda inoltre di non superare un intervento nella fase di preraccolta per non incorrere nel rischio di superare il limite massimo dei residui ammesso a livello comunitario. Dalle prove svolte dai tecnici FEM sembra emergere questo rischio, in quanto Boscalid sembra degradare lentamente con la possibilità di un possibile effetto di accumulo. * Foto 7-20 © Michigan State University 8 IASMA Notizie 17 aprile 2013 Attenzione: NUOVA SOSTANZA ATTIVA REGISTATA PER LA DIFESA DEL CILIEGIO (aggiunta al Disciplinare di Produzione Integrata) Con decreto dirigenziale del 8/01/2013 è stato registrata su ciliegio la sostanza attiva Tiofanate metile contro l’avversità fungina della moniliosi, con 14 giorni di carenza, da applicare tra pre-fioritura e pre-raccolta. I formulati commerciali registrati sono: Faro, Faro WG, Katius, Enovit metil-DF, Enovit metil-FLO, Enovit metilFL. Le rispettive concentrazioni di principio attivo sono diverse ed è quindi necessario attenersi alle dosi a ettolitro e ad ettaro riportate in etichetta.