L’OIDIO: LA LOTTA In genere nei nostri climi il rischio di diffusione di Oidio è alto tra fine giugno e la fine di luglio. Gli acini neoformati non sono mai stati protetti e sono completamente esposti agli attacchi di Oidio, la pressione del patogeno in estate è generalmente alta, quindi si deve fare molta attenzione alla lotta antioidica. Pratiche agronomiche Spesso l'oidio compare sugli stessi ceppi di vite all'inizio di ogni stagione vegetativa. Questi ceppi costituiscono il centro di origine e diffusione della malattia (l'oidio sverna nelle gemme sotto forma di micelio, e sulle foglie cadute a terra o nella corteccia dei ceppi sotto forma di cleistotecio). Quindi è importante individuare e sopprimere queste piante, portatrici della malattia. Di solito, una volta che la malattia è comparsa, risulta difficile eliminarla del tutto. Quindi è importante la prevenzione. Pratiche colturali idonee aiutano a prevenire gli attacchi di oidio. La densità d'impianto ha influenza sullo sviluppo dei patogeni;le potature e la forma di allevamento possono facilitare l'aerazione e rendere più agevoli i trattamenti. Inoltre, una potatura equilibrata evita di creare le condizioni microclimatiche favorevoli al fungo, quali la mancanza di luce ed elevata umidità. Lotta biologica preventiva L’antioidico per eccellenza di sicura efficacia è lo zolfo che può essere utilizzato in tutte le fasi fenologiche, anche se è da tenere presente che risulta poco efficace con temperature inferiori ai 1516°C e fitotossico a temperature superiori ai 32°C; in quest’ultimo caso è consigliabile effettuare i trattamenti al mattino o nel tardo pomeriggio. Nei vigneti molto sensibili all’oidio e in presenza di forte inoculo, proveniente da infezioni tardive sfuggite ai trattamenti dell’anno precedente, è sempre consigliabile un primo intervento alla fase di 23 cm di germoglio. Si può intervenire a scopo preventivo in febbraio con permanganato di potassio (ha un’azione bloccante ed è un forte ossidante) al 3%. Il permanganato può essere utilizzato per bloccare un attacco di oidio, facendo seguire entro 24 ore un trattamento con zolfo in polvere o bagnabile. In alternativa, si suggerisce di abbinare nelle prime fasi vegetative zolfo bagnabile ai trattamenti antiperonosporici a base di rame nelle dosi di 4-6 kg/ha di zolfo micronizzato o 2-3 kg/ha di zolfo colloidale (con alcuni zolfi micronizzati si può arrivare anche 8-10 Kg/Ha). Intervenire con zolfo in polvere alla dose di 30-40 kg/ha per 3 volte alla distanza di 6 giorni in tutte le zone a rischio prima della chiusura del grappolo. Somministrare sempre lo zolfo nelle ore più fresche della giornata, altrimenti può avere effetti tossici per la pianta. Nelle zone a rischio i momenti fondamentali quindi per il trattamento sono: • germoglio di 5-8 cm; • inizio fioritura; • allegagione avvenuta; • inizio chiusura grappoli; • inizio invaiatura. In zone meno a rischio si possono evitare i primi 2-3 trattamenti. Nei periodi a basso rischio, si può intervenire con zolfo bagnabile, unito ai trattamenti antiperonosporici, nei periodi ad alto rischio è opportuno intervenire con zolfo in polvere, di maggiore efficacia. Anche dopo la chiusura del grappolo è consigliabile usare lo zolfo in polvere perché riesce maggiormente a diffondersi nel grappolo. Per diminuire la fitotossicità si possono addizionare allo zolfo il litotamnio o la bentonite agronomica. Per scongiurare i problemi legati alla presenza di residui di zolfo sulle uve in vinificazione, si consiglia, negli ultimi trattamenti prima della raccolta, di sostituire lo zolfo con il fungo antagonista Ampelomyces quisqualis. Lotta chimica Nelle zone ad alto rischio intervenire fino alla prefioritura con antioidici di copertura e poi fino all’invaiatura alternando prodotti sistemici e di copertura. - Quando si interviene contro la peronospora abbinare Metrafenone oppure Spiroxamina. Questi ultimi prodotti sono suggeriti in caso di abbinamento a antiperonosporici con durata maggiore di 8 giorni, se l’acino è già presente. - In alternativa, abbinare Zolfo bagnabile alla dose di 4-5 Kg/ha al trattamento antiperonosporico se la fioritura è finita. Si può abbinare Zolfo bagnabile anche ad antiperonosporici penetranti, se il vigneto è a basso rischio oidico, avendo ora l’accortezza di aumentare la dose di Zolfo fino a 5-6 Kg, in modo da aumentarne la persistenza. - Si può utilizzare anche Quinoxifen, purché in vigneti senza presenza di oidio. - Penconazolo, Tetraconazolo, Esaconazolo, Propiconazolo: preferire prodotti non abbinati a Zolfo. Tenere presente che questi prodotti riducono anche pesantemente la proliferazione degli acari utili, e non assicurano protezione con Oidio presente, quindi non vanno utilizzati più di 1-2 volte/anno. Fare attenzione alla classe tossicologica. - Sono ammessi anche: Trifloxystrobin, Pyraclostrobin,+ Metiram, Boscalid, altri IBE, Quinoxifen, Bupirimate, Meptidinocap. Aggiornamento: Dicembre 2009 Accedi al sito web dedicato al FEASR: Agricoltura e Sviluppo rurale - Politica di sviluppo rurale 2007-2013 Torna all’indice