13. La Grande Guerra e le sue conseguenze economiche • Le cause economiche della guerra • Rivendicazioni francesi sull’Alsazia-Lorena, zona ricca di miniere di ferro zinco e carbone • L’imperialismo economico-finanziario tedesco preoccupava le economie di alcuni paesi (ad esempio gli ambienti nazionalisti italiani) • Contrasti economici nei Balcani • Contrasti tra Germania e Russia sul protezionismo • I costi della guerra • 10 milioni di morti (+ 40 milioni per l’epidemia di Spagnola) • Le spese militari gravarono in modo importante sui sistemi economici dei paesi belligeranti, spesso costretti ad una conversione e ad un ampliamento degli apparati produttivi • La guerra venne finanziata con aumento delle imposte e aumento del circolante • Queste politiche economiche determinarono una crescente inflazione e l’uscita dal gold standard Effetti della prima guerra mondiale (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 165) Indici dei prezzi al consumo 1913-1924 (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 165) • Le conseguenze economiche della guerra: inflazione, necessità di riaggiustare i conti pubblici, ritorno al gold standard, reinserimento dei militari nel mondo del lavoro, riparazione dei danni materiali, riconversione industriale • Spesso tutte queste esigenze determinarono nei paesi che uscivano dalla guerra tensioni sociali e politiche • Le conseguenze economiche della pace di Parigi (1919) • La Germania privata del 13% del suo territorio; Alsazia-Lorena torna alla Francia • Inoltre confiscate colonie, marina militare, materiale bellico, navi superiori a 1.600 tonnellate, migliaia di locomotive e camion • Dallo smembramento dell’Impero asburgico nascono 10 nuovi Stati e 2 città libere (Fiume e Danzica) • Conseguenza di tutto questo è la nascita di nuove frontiere doganali, di nuove monete in circolazione, di nuove banche centrali Nuovi stati dopo la prima guerra mondiale (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 167) • I nuovi stati nati dalla pace di Parigi hanno la necessità di creare dal nulla nuove economie e si ritrovano ad affrontare una serie di problematiche: necessità di dar vita ad una riforma agraria, esigenza di avviare un processo di industrializzazione accelerato (ha successo solo in Cecoslovacchia), necessità di costruire nuove infrastrutture all’interno e nuove relazione commerciali all’esterno • Il Trattato di Versailles (1919) riconosceva la Germania responsabile della guerra (artt. 231 e 232) • Da ciò derivava l’imposizione del pagamento di «riparazioni» • Il problema delle riparazioni venne affidato ad una apposita Commissione, che nel 1921 fissò la cifra in 132 miliardi di marchi • Il circuito debiti/riparazioni J.M. Keynes (Le conseguenze economiche della pace, 1919) e «l’impossibile pace cartaginese» «Se noi miriamo deliberatamente all’impoverimento dell’Europa centrale, la vendetta, oso predire, non tarderà. Nulla potrà allora differire per molto tempo la guerra civile finale tra le forze della Reazione e le disperate convulsioni della Rivoluzione, di fronte alla quale gli orrori dell’ultima guerra tedesca saranno un nonnulla e che distruggerà, chiunque sia il vincitore, la civiltà e il progresso della nostra generazione» • La Germania dichiara di non poter pagare, la Francia reagisce con l’invasione della Ruhr (1923) • L’inflazione tedesca si trasforma in iperinflazione e determina il crollo del sistema monetario interno • Nel 1924 venne approvato il piano Dawes, che stabiliva una revisione dei calendari dei pagamenti delle riparazioni. Il piano prevedeva che la Germania avrebbe ripreso i pagamenti secondo rate annuali crescenti • Il piano veniva supportato dalla riforma della Banca nazionale tedesca e del sistema monetario (il Reichmark sostituiva il Rentenmark). • Il nodo chiave dell’accordo era rappresentato dall’emissione, da parte americana, di un prestito obbligazionario per un totale di 800 milioni di marchi oro dietro garanzia delle azioni delle ferrovie tedesche, che avrebbe dovuto garantire ai tedeschi le risorse attraverso le quali pagare le riparazioni. • Nel 1929 veniva approvato il piano Young • Stabiliva un nuovo calendario, con cui i pagamenti venivano ulteriormente rateizzati nei successivi 59 anni (fino al 1988); veniva inoltre lanciato un nuovo prestito di 300 milioni di dollari • Una delle novità del piano Young era il riconoscimento che il pagamento dei due terzi di ogni rata fosse legato al pagamento dei debiti interalleati; un chiaro riconoscimento del circuito debiti/riparazioni Debiti di guerra alla fine del conflitto (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 173) Stabilizzazioni monetarie postbelliche (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 175) Indicatori economici 1929 (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 177) Pagamento delle riparazioni tedesche (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 177) • Il dopoguerra in Gran Bretagna: disoccupazione (7-11%) obsolescenza degli impianti industriali e crisi delle esportazioni il debito con gli Stati Uniti (4,7 mld di dollari) inflazione 1925: ritorno al gold standard e rivalutazione della sterlina al livello prebellico (1 sterlina=4,86 dollari) sopravvalutazione e deflazione Disoccupazione nel settore industriale (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 179) • Il dopoguerra in Francia: recupero dell’Alsazia-Lorena ampliamento delle capacità produttive instabilità politica; Poincaré 1926: stabilizzazione del franco al valore corrente (1 dollaro=25,53 franchi, contro i 5,18 prebellici) esportazioni (+50%) e reddito pro-capite (+30%)