La nascita degli Stati Uniti Origini Scoppia alla fine del Settecento, ma ha delle radici anteriori. Storicamente riveste un ruolo fondamentale in quanto gli Stati Uniti sono politicamente molto importanti ai giorni nostri. Colombo e i primi conquistadores colonizzarono inizialmente l'America centrale, il Messico e le isole. Successivamente l’America del Sud fu spartita tra Portogallo e Spagna. Inizialmente l’America del Nord viene poco considerati in quanto più fredda, meno ricca e inoltre era patria dei nativi americani. I primi colonizzatori dell’America del Nord furono gli olandesi, a cui si deve la fondazione di New Amsterdam. Successivamente arrivarono anche i francesi, che però ebbero un controllo solo nominale di molte terre. Gli Inglesi invece dal Seicento iniziano la loro forte espansione verso l’Asia e il Nord America. All’Inghilterra si deve inoltre l’enorme aumento dei corsari al servizio dei sovrani. Episodio particolarmente significativo risulta la conquista del territorio del “Virginia”, dedicato alla Regina Elisabetta, che diverrà il primo vero territorio inglese. Le tredici colonie Agli inizi del Seicento avviene un cambiamento. Nel 1620 infatti la Mayflower parte dall’Inghilterra con i “padri pellegrini” diretta in America. Si trattava di un gruppo di puritani, estremisti protestanti, che cercavano un nuovo posto per fondare una nuova comunità. Presto fondarono 13 colonie, con il nome di “New England”. Le colonie, a seconda della loro posizione, svilupparono stili di vita ed economie piuttosto diverse tra loro. Le colonie del Nord, che comprendevano Massachusetts, Rhode Island, New Hampshire e il Connecticut erano composte da una popolazione piuttosto omogenea. Si trattava prevalentemente di piccoli artigiani e commercianti in una situazione egualitaria. Vi era un'unica grande città: Boston. Le colonie del Sud, come il Nord e il Sud Carolina assomigliavano all’Inghilterra, e comprendevano un gran numero di piantagioni. Inizialmente le coltivazioni comprendevano tabacco, riso e indaco, ma successivamente si concentrano quasi totalmente sul cotone. Vi è una forte presenza di grandi proprietari terrieri, che dall’inizio del Settecento introdurranno la schiavitù dei neri. La religione prevalente è l’anglicanesimo. Cause di lungo periodo Differenze con la madrepatria Vi era una grande differenza tra i cittadini delle colonie americane e i cittadini inglesi. Nelle colonie: 1) Vi è un forte aumento demografico, causato anche dall’introduzione di molti delinquenti e prostitute. Gli abitanti avevano famiglie numerose, e porteranno ad una popolazione complessiva di 1,5 milioni di abitanti nel 1750. 2) I cittadini avevano un carattere pragmatico, con una tendenza a risolvere le questioni pratiche 3) La popolazione era culturalmente più colta: molti sapevano già leggere e scrivere. Da subito compaiono fondazioni culturali come l’Università di Harvard. Vi è una forte diffusione della cultura illuminista. 4) Dal punto di vista amministrativo vigeva una struttura gerarchica; Vi erano governatori per ogni colonia. Si istituiscono presto anche assemblee e consigli, che venivano votati da un gran numero di cittadini. Circa il 60/70 % dei cittadini maschi avevano infatti diritto al voto, cosa molto diversa dal 10% medio dei paesi europei. 5) Vi era più equilibrio dal punto di vista economico. Ed era proprio questo che dava diritto al voto ad un più gran numero di persone. In questo modo la popolazione è, nel suo complesso, più interessata e coinvolta nelle scelte politiche. Nel 1730, a causa del “Religious Spiritual Walking” molte sette religiose poco accettate in Europa, si trasferiscono in America, dove vi era una più grande libertà religiosa. Motivi a favore dell’Inghilterra Fino alla metà del Settecento non vi era la necessità di indipendenza in quanto: - Il commercio con l’Inghilterra conferiva sicurezza economica a entrambe le parti; - Le colonie venivano difese da un esercito inglese, protette così dai principali nemici, gli spagnoli e i francesi. - L’America poteva usufruire di una grande abbondanza di prodotti, e siccome l’Inghilterra era protezionista, riusciva a giovare nella sua economia attraverso il commercio degli schiavi. Quindi la Gran Bretagna e l’America era necessari l’un l’altro, e insieme formavano un mercato sicuro. Motivi di malcontento L’America aveva però il divieto di costruire una propria industria, in particolare quella siderurgica, che veniva monopolizzata così dall’Inghilterra. L’unica industria che si sviluppò fu quella cantieristica, alimentata dalla grande abbondanza del legname. L’Inghilterra aveva inoltre dato una limitazione alle tredici colonie, imponendo il solo consumo di prodotti inglesi. Gli stati dell’America centrale e le isole producevano grandi quantità di Zucchero, Rum e melassa, che venivano acquistate da navi Inglesi e poi rivenduti alle città americane. Questo passaggio intermedio provocava un aumento dei prezzi, e per questo motivo nacque un contrabbando, poco controllato, tra i paesi dell’America Latina e l’America del Nord. I controlli in realtà esistevano, ma venivano fatti in modo molto blando, con periodiche condanne pubbliche che venivano realizzate più come avvertimento che come vero provvedimento. Motivi di breve periodo L’Inghilterra, sotto la forte e preoccupante crescita demografica ed economica delle tredici colonie, decide di controllare la situazione con diversi provvedimenti: - Nel 1733 viene emanato il Molasses Act, che obbliga il totale acquisto dei prodotti dalla Gran Bretagna. - Nel 1759 viene emanato l’Iron Act, che impone il limite all’industria degli Stati uniti Al termine della guerra dei sette anni tra la Francia e la Gran Bretagna, i territori al di là degli Appalachi, nominalmente della Francia, passano in mano all’Inghilterra. Il territorio viene chiamato Louisiana. Siccome non ci sono più i francesi in America diminuisce la pressione verso le Tredici colone e quindi la necessità di protezione attraverso l’esercito inglese. Le terre della Louisiana erano abitate da nativi americani quindi Re Giorgio non voleva per le troppe eventuali spese per gli eserciti. I cittadini americani invece erano molto numerosi e per questo volevano coltivare quelle terre. - Nel 1763 viene emanato il Sugar Act, che inasprisce le pene per il contrabbando tra le piantagioni dell’America Centrale e le città Nordamericane - Nel 1763 viene dichiarato l’obbligo di ospitare e mantenere un corpo di spedizione di diecimila uomini. - Nel 1764 viene dichiarato il divieto di colonizzare le terre al di là degli Appalachi; Viene inoltre dichiarata la proibizione di emettere carta moneta propria alle città delle Tredici colonie. - Nel 1765 viene emanata la Legge sul bollo, che obbligava al pagamento di un tributo su ogni tipo di pubblicazione nei territori americani. La reazione Gli americani dopo questa tassa usano il principio “No taxation without rappresentation”, utilizzato una volta in Inghilterra. Attraverso questo principio si chiedeva una rappresentanza in parlamento. L’Inghilterra ritira la tassa, ma conferma il suo diritto arbitrario di fare le leggi per tutti i territori delle sue colonie. Boston Tea Party Nel 1765 la compagnia delle Indie Orientali, famosa compagnia commerciale inglese, entra in crisi. Si trattava di una compagnia molto importante, che possedeva il controllo sulle colonie. La maggior parte degli azionisti di questa compagnia erano nobili e reali. Per questo motivo il re concede il monopolio del commercio del tè nelle colonie del Nord America a tassi ancora più alti. Dal 1765 iniziano a formarsi dei comitati a seguito delle proteste per i vari provvedimenti e per i tassi del commercio in America. Uno dei più famosi comitati erano il “Sons of Liberty”, i quali membri si travestono da indiani d’America e prendono possesso di un mercantile inglese. Dopodiché, come segno di protesta buttarono in mare tutto il carico di tè. Questo gesto fece infuriare l’Inghilterra, che decise di attuare diversi provvedimenti e l’emanazione delle cosiddette “leggi intollerabili” o anche “leggi coercitive”: - La chiusura del porto di Boston - La riduzione delle autonomie del Massachusetts - La condanna a morte di tutto il comitato dei “Sons of Liberty”, che erano stati riconosciuti e processati. Alcuni tra i più ricchi commercianti del Paese si offrirono di rifondere il danno per ottenere la riapertura del porto di Boston, ma l’Inghilterra non cambiò decisione. Il primo congresso continentale Nel 1774 a Philadelphia si svolge il primo congresso continentale, al quale partecipano tutti i delegati delle colonie, esclusa la Georgia. Il congresso votò all’Unanimità il boicottaggio di tutte le merci provenienti dalla madrepatria. Questa manovra viene messa in pratica efficacemente. Questo segna l’inizio della spaccatura tra America e Gran Bretagna. Infatti, dopo il congresso, la situazione deteriora sempre di più, fino ad arrivare ad un secondo congresso, ancora più importante. Nei due anni successivi avverrà inoltre la formazione di un esercito di indipendenza americano guidato da George Washington, che allora era solamente un coltivatore. Il secondo congresso continentale Durante il secondo congresso continentale, il 4 luglio del 1776, viene scritta la Dichiarazione d’Indipendenza. Si tratta di un documento decisivo, che dichiara lo staccamento degli Stati Uniti d’America dall’Inghilterra. In questo testo vi sono contenuti diversi riferimenti a punti fondamentali della cultura illuminista e un elenco delle violazioni compiute dal Sovrano inglese. Principi illuministi In questo documento si può notare la forte influenza di uno dei più grandi intellettuali del tempo, l’americano Thomas Jefferson. Egli era un illuminista ed aveva viaggiato molto in Europa, stipulando accordi con la Francia. All’interno della Dichiarazione d’Indipendenza sono contenuti riferimenti a: - Le leggi della natura, e quindi la Scienza - Un Dio della Natura, e quindi il deismo. - Il diritto alla felicità pubblica - L’uguaglianza delle potenza, e quindi il cosmopolitismo - Il contrattualismo di Lock La dichiarazione di indipendenza va però, dichiarando l’uguaglianza tra gli uomini, contro la concezione schiavista molto utilizzata negli stati del sud a quel tempo. Sono presenti inoltre riferimenti al giusnaturalismo, in cui Dio dà diritti inalienabili a tutti gli uomini, come la vita e la felicità pubblica. Sono presenti inoltre molti concetti appartenenti al Bill of Rights. Appare chiaro inoltre l’instaurarsi di un governo che fa rispettare i diritti e i doveri ai cittadini; i cittadini inoltre danno potere al governo ma possono anche abolire quello esistente per cercare una forma di Stato che possa garantire quei diritti che quello precedente non garantiva. La guerra di indipendenza Dalla Dichiarazione di Indipendenza scoppia una guerra, tra Inglesi e Americani, chiamata guerra di Indipendenza. Inizialmente la guerra è a favore degli Inglesi, che hanno un esercito di circa 35.000 uomini contro 8.000. Viene infatti conquistata New York facilmente, mentre l’esercito di George Washington evita la battaglia campale, in favore della guerriglia. Riesce quindi a resistere grazie alla buona conoscenza del territorio. Successivamente gli Americani riescono ad ottenere l’appoggio dei soldati spagnoli e francesi, che erano nemici dell’Inghilterra e cercavano, attraverso questo aiuto, di indebolirla. Gli Stati Uniti erano inoltre appoggiati dall’opinione pubblica europea, che vedevano in questa rivoluzione la piena realizzazione dei principi illuministi. La prima vittoria americana è a Saladoga, mentre quella decisiva sarà a Yorktown, dove gli Inglesi si arrenderanno a George Washington. Due anni dopo viene firmata la pace di Parigi, che sancisce la cessione di alcuni territori a Francia e Spagna e riconosce l’Indipendenza degli Stati Uniti d’America. Dalla confederazione alla federazione La prima fase degli stati uniti però non fu proprio rosea in quanto si formò una confederazione delle colonie, che durò 7-8 anni. Sorsero ben presto problemi economici, dovuti soprattutto alle differenti politiche degli stati. Inoltre, la politica monetaria iniziale fu caotica e provocò l’inflazione e una crescita enorme dei prezzi. Si decise quindi di passare successivamente dalla confederazione alla federazione. I diversi stati degli USA avevano quindi una parziale autonomia ma la politica della Difesa, la politica estera e la politica monetaria erano centralizzate. Vengono così a crearsi i vari organi statali federali, tra i quali ricordiamo l’FBI (federal bureau of investigation), che gestisce i reati più importanti. Viene inoltre costituita una capitale, Washington D.C., dove si trovano le sedi degli organi più importanti e dove c’è la Casa Bianca, la residenza del Presidente degli Stati Uniti. Costituzione Americana Il passaggio dalla confederazione alla Federazione viene sancito dalla costituzione americana, approvata la prima volta nel 1987.La costituzione è considerata, in termini giuridici, la legge di primo grado, ed è la raccolta di tutti i principi fondamentali che regolano lo Stato. Il documento del 1987 deriva dalla dichiarazione dei diritti e dell’indipendenza del 1776. Introduce i principi di uguaglianza di tutti i cittadini e la sovranità popolare. La costituzione non fa però una “fotografia” della situazione esistente, bensì propone un traguardo da raggiungere. In America infatti in quel periodo non vi era l’uguaglianza dei diritti delle persone, tanto che nelle colonie del Sud esisteva ancora lo schiavismo. Per cercare quindi di raggiungere questi obbiettivi vengono creati degli organi, come quello che oggi in Italia viene chiamata corte Costituzionale e che negli Stati Uniti prende il nome di Corte Suprema. Quest’ultima in particolare ha il compito di valutare se una data legge sia anticostituzionale, ovvero se va effettivamente contro la Costituzione del Paese. Un esempio è la segregazione razziale che veniva operata in America e che è stata dichiarata incostituzionale a seguito di evidente proteste come quelle di Martin Luther King. I poteri Situazione politica e giudiziaria Il sistema penale degli Stati Uniti varia a seconda dello stato. Esiste però una corte suprema federale composta da 9 giudici a vita scelti direttamente dal presidente. Ogni organo inoltre permette di controllare gli altri e le elezioni del congresso vengono fatte solamente ogni due anni per evitare l’eccesso di potere in mano di una sola entità. Il popolo quindi, direttamente, può dirsi contrario alla politica del Presidente del momento. Esistono solamente due partiti: - Il partito Repubblicano, solitamente più di centro-destra; - Il partito Democratico, solitamente più di centro-sinistra. La rivoluzione Francese La rivoluzione francese è quel fenomeno che porta al passaggio, in ambito politico ed economico, dall’Ancient regìme ad un nuovo regime. Si tratta di un fenomeno molto articolato e che avrà un grandissima influenza nell’epoca successiva. Le cause Divisione in classi Nonostante la Francia sia, in quel periodo, paese di residenza di molti importanti illuministi il paese non era stato influenzato dal fenomeno dell’assolutismo illuminato. Era rimasto invece un ancient regìme, contraddistinto da una visione politica ed economica vicina al feudalesimo medievale. La società era divisa in tre ordini: - La nobiltà (bellatores): aveva grandi privilegi fiscali e avevano l’accesso alle cariche più alte. Per esempio, per diventare ufficiali dell’esercito bisognava avere quattro quarti di nobiltà (quindi tutti 4 i nonni nobili). Erano coloro che avevano ricevuto il feudo dal re. - Il clero (oratores): godevano anche loro di grandi diritti, anche se leggermente meno della nobiltà. - I lavoratori (laboratores): veniva chimato anche “terzo stato”, e comprendeva la borghesia, i proletari, i braccianti e tutti gli altri cittadini. Erano esclusi da privilegi e diritti. Tasse In Francia in quel periodo vi erano altissime tasse, come la taglia, le imposte, le corvée, la decima. Erano imposte dai nobili, dal clero o dal re, e riguardavano quasi esclusivamente il terzo stato. La nobiltà e il clero erano esclusi dal pagamento delle tasse. Risultavano però molto importanti a livello economico per lo Stato: metà delle entrate erano date infatti dalle imposte indirette. Rappresentanza Classi Composizione Clero 0,5 % Nobiltà 1,5 % Terzo stato 98,0 % 26.000.000 Indebitamento Monarchia Francese 22% 1683 86% 1715 50% 1722 Morte Colbert Morte Luigi XIV 36% 1739 Rappresentanza 25,6 % 23,7 % 50, 7 % 62% 1763 Fine guerra 7 anni 67% 1774 100% 1789 Indipendenza USA Nel 1789, come si vede dalla tabella, la Francia spendeva il doppio degli incassi. Nel 1783, mentre la situazione si stava già aggravando, il primo ministro decise di pubblicare il bilancio imbrogliando e mostrando una situazione di pareggio. Decise infatti di chiedere prestiti alle banche ma lasciò fuori dal bilancio i debiti accumulati con le stesse, dando così un rapporto falso. Nonostante l’imbroglio, il bilancio pubblicato risulta indicativo in quanto indica comunque chiaramente che la maggior parte dei soldi dello stato andavano alla Nobiltà e al Clero, che erano già agevolati. Questa pubblicazione, anche se inizialmente aveva lo scopo di tranquillizzare l’opinione pubblica, sfociò in un ampio malcontento proprio per gli aspetti rivelati. Inizio della Rivoluzione Lo stato assoluto in Francia si era affermato moltiplicando a ogni livello dell’amministrazione statale prebende, benefici, privilegi, uffici, cariche per far sì di legare al potere regio burocrazia e nobiltà sia “di toga” che “di spada”. Per risolvere i problemi economici in cui si trovava lo stato Francese i provvedimenti da attuare sarebbero stati quelli di diminuire le spese e i benefici e far pagare più tasse a tutti (tutti e 3 gli stati). Nel 1788 ci fu un primo tentativo di imporre le tasse a tutti. Per fare questo si capì che vi era la necessità di convocare gli Stati Generali, quell’organo che risultava più simile ad un Parlamento. Si trattava di un evento eccezionale in quanto non venivano convocati da oltre un secolo. Il re, per l’occasione, chiese a tutti i cittadini di mandare dei “quaderni delle lamentele”, per cercare di migliorare la situazione. Il malcontento era così forte che in moltissimi mandarono i “quaderni”, spesso con aspre critiche che provocarono polemiche, per le quali il re poi si pentì del suo gesto. Proprio dalla discussione dei “quaderni” nascono numerosi “club”, associazioni di cittadini che discutono della situazione. Daranno poi vita ai partiti. Tra i più importanti ci sono: - Giacomini: “amici della costituzione” - Cordiglieri: repubblicani - Foglianti: monarchico-borghesi. Dagli stati Generali al ritorno del re a Parigi 5 maggio 1789: si riuniscono gli Stati Generali Negli Stati Generali vengono aumentati i rappresentanti del terzo stato, in quanto viene valutato che non erano abbastanza per la popolazione rappresentata. In questo modo, teoricamente, il terzo stato ha la maggioranza, ma in realtà il voto all’interno degli Stati Generali è un voto “per ordine”: all’interno di ogni ordine veniva votato per un “sì” o per un “no”. In questo modo, dopo il saluto del sovrano, quando ogni ordine si separava e votava per sé, il risultato sarebbe stato sicuramente 2 a 1. In questo modo la maggioranza numerica non contava. 17 giugno 1789: proclamazione dell’Assemblea Nazionale L’impostazione degli Stati Generali però non venne tollerata dal terzo stato che decise di convocare un Assemblea nazionale, composta dal terzo stato più una parte del clero e della nobiltà. L’Assemblea era basata sul voto “per testa”, in modo quindi che si potesse esprimere la maggioranza del Terzo Stato. Siccome il re aveva intuito che potesse formarsi un Assemblea simile, decise di far sorvegliare l’edificio degli Stati generali, e per questo i membri che poi fondarono questa si riunirono nella sala della Pallacorda (uno sport). 20 giugno 1789: giuramento della Pallacorda Il Giuramento della Pallacorda, sottoscritto da ogni membro dell’Assemblea, enunciava la promessa che l’Assemblea non sarebbe stata sciolta prima si aver approvato una costituzione per la Francia. 7 luglio 1789: costituzione di un Comitato perl l’elaborazione della Costituzione. 9 luglio 1789: convocazione di un esercito mercenario. Il re convoca un esercito mercenario di guardie svizzere alle porte di Parigi. Preferì un esercito straniero perché un esercito mercenario avrebbe potuto avere difficoltà ad aprire il fuoco contro i propri concittadini. 14 luglio 1789: presa della Bastiglia Vengono conquistate dal popolo le armerie parigine e la Bastiglia. La Bastiglia era una sorta di castello adibito a prigione ed era il simbolo dell’Ancient regime. Il popolo liberò i prigionieri e si impossessarono della polvere da sparo. È lo scoppio della rivoluzione “popolare”. Un aneddoto dice che il re non sapeva che c’era la rivoluzione, e il 14 luglio andò a caccia, senza successo. Sul diario che teneva infatti scrisse “niente”. 4-5 agosto 1789: Fine del Feudalesimo A partire da Parigi scoppia la “Grande Paura”, ovvero il timore degli eserciti. Nelle campagne scoppiò una violenta rivoluzione spontanea contro i castelli, i municipi e gli uffici del Regno di Francia, con il fine di bruciare tutti i documenti e le carte del feudalesimo e delle corvée. 26 agosto 1789: Diritti dell’Uomo e del cittadino Viene emanata la carta dei Diritti dell’Uomo e del cittadino, basta su forti ideali dell’Illuminismo. SI tratta di un documento molto importante in quanto influenzerà altre costituzioni successive e decreta la fine dell’Ancient Regime. 5 ottobre 1789: Regnanti obbligati a tornare a Parigi Il popolo di Parigi, con una grande percentuale femminile, invade Versailles. I Regnanti vengono obbligati a forza a tornare a Parigi, insediandosi nel palazzo Tuileries. Questo simboleggia che il popolo è ritornato ad essere protagonista della scena, e che vi è poca fiducia nel conto del sovrano. Biennio liberale Il primo periodo, compreso tra maggio 1789, data dell’inizio della rivoluzione francese, e l’autunno 1791, data di emanazione della costituzione da parte dell’Assemblea Nazionale, è definito biennio liberale. Gli ideali dell’assemblea sono prevalentemente ideali liberali; L Vengono compiute diverse riforme, in tre particolari ambiti: Apparato amministrativo Prima della riforma la Francia era divisa in “pays d'election” e “pays d'etat”. Ogni pays aveva leggi proprie, parlamenti propri, pesi e misure proprie e aveva il privilegio di contrattare le tasse con la corona. Con la riforma amministrativa si decide di rendere tutta la Francia omogenea, con uguali diritti ovunque. Lo stato veniva diviso in 84 dipartimenti di dimensioni simili tra loro, divisi a loro volta in distretti, cantoni e comuni. Apparato giudiziario Le cariche dei giudici prima venivano comprate. Con la riforma: - Cancellata vendita della carica - Giudici eletti (nei tribunali ordinari-1°grado) - Istituzione di un tribunale d’appello per ogni dipartimento (2°grado) - Istituzione della corte di cassazione (che può cancellare il processo e controllano se è stato regolare-3°grado) - Introduzione della giuria popolare nei processi più gravi. Clero e vendita dei beni della Chiesa Prende il nome di “costituzione civile del clero”. Prima vengono dimessi tutti i vescovi in carica; successivamente la carica del vescovo diventa una carica pubblica, che viene stipendiata e deve essere eletta. I vescovi vengono inoltre obbligati, per esercitare le loro funzioni, a firmare la fedeltà alla costituzione. In seguito a questa riforma il clero si divide in due parti: quella a favore dello stato, detti preti costituzionali, e quella contro, detti preti refrattari. Biennio giacobino La costituzione, anche se formalmente rimarrà in vigore fino al 1795, in realtà rimarrà in vigore solo per due anni, a causa della guerra. Si fonda su poteri simili a quelli stabiliti dalla Costituzione Americana. L’Assemblea inoltre voleva formare una monarchia costituzionale basata su tre organi: Il Re (potere esecutivo), che aveva il compito di scegliere il governo (potere legislativo), e l'Alta corte e la cassazione (potere giudiziario), che veniva eletta dai cittadini. Non vi era ancora un suffragio universale, anche se era abbastanza ampio. Come negli Stati Uniti i cittadini votano prima i “Grandi Elettori”. A loro volta, questi votavano l'Assemblea. L'assemblea legislativa era costituita da tre parti politiche. Quella che possiamo definire la Sinistra era costituita dai Giacobini, la destra dai Foglianti, al centro dai deputati costituzionali. Fuga del sovrano Nel giugno del 1791 il sovrano tentò la fuga da Parigi; Questo fu un atto che pesò moltissimo. Egli era contrario alla rivoluzione, e non voleva diventare un re costituzionale. Il suo piano era convincere sovrani stranieri di entrare in guerra contro la Francia per schiacciare la rivoluzione. Lo stesso intento era quello di molti nobili che avevano perso il potere. Decise quindi di organizzare una fuga, che però risultò ridicola, in quanto viene subito rimandato indietro. Tornato a Parigi i parigini lo accolsero esprimendo il dissenso attraverso il silenzio. Il re quindi pensò di convincere il Parlamento di entrare in guerra. Anche alcuni giacobini volevano la guerra per riuscire a compattare il paese e salvare la rivoluzione. Si realizzò quindi una strana alleanza tra queste due parti, che riuscirono infine a scatenare la guerra, convincendo il Parlamento. Nell'Agosto del 1792 molti cittadini protestarono per la situazione economica che si stava aggravando. La rivolta fu repressa nella Strage dei campi di Marte, per ordine del re. Inoltre, la guerra inizialmente non diede buoni risultati. La situazione peggiorò ancora e i cittadini il 10 Agosto 1792 assaltarono il palazzo Tuileries. Il re si nascose nell'Assemblea. Nel palazzo vengono però trovati documenti compromettenti che portano alla caduta della Monarchia. La convenzione L'assemblea cambia nome e diventa la Convenzione, e viene rieletta a suffragio universale maschile. I giacobini cambiano nome e si dividono in girondini e montagnardi (più radicali). La rivoluzione ha avuto effetto quindi di radicalizzare la situazione. È proprio in seno alla convenzione che è nata la denominazione “destra” e “sinistra”, per la posizione che avevano nella Stanza della Convenzione. Caduta la Monarchia la Francia, il 21 settembre 1792, diventa una repubblica. Nasce però il problema do cosa fare del re. I Montagnardi imposero che il re venisse processato dalla Convenzione stessa. I montagnardi vollero la condanna a morte, mentre i Girondini cercarono di opporsi. Il re venne colpevolizzato della strage dei campi di Marte. Venne ucciso il 21 gennaio 1793. La guerra Venne poi deciso di attuare una serie di riforme in campo militare. Venne istituita la leva militare obbligatoria (300.000 uomini). Si formò la coalizione, fatta di Austria, Prussia, Spagna, Inghilterra e principi italiani e tedeschi, che andava però contro la Francia. A causa della guerra aumentò anche molto l'inflazione. Si formò però un movimento, detto Vandea, capeggiato da preti refrattari e nobili che volevano andare contro la rivoluzione. Si manifestano anche in altre aree, come Lione e Bordeaux, movimenti federalisti che erano di posizione più moderate e che chiedevano più autonomie rispetto a Parigi. Vennero fatte una serie di provvedimenti eccezionali nella primavera del 1793, ancora più radicali, per contrastare questi movimenti e per risolvere il problema: 11 Marzo: istituzione di un tribunale rivoluzionario per giudicare i “sospetti” e di “comitati di sorveglianza” in tutte le municipalità. 6 Aprile: creazione di un Comitato di Salute pubblica (9 membri – potere esecutivo) 4 Maggio: introduzione del calmiere (“maximum”) dei grani e delle farine fissato dipartimento per dipartimento dalle amministrazioni locali (il pane costava il doppio che nell'estate nel 1889). 25 giugno 1793 viene approvata una nuova Costituzione Giugno e Luglio: abolizione senza indennizzo di tutti