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NOTE INFORMATIVE PER
IL POSIZIONAMENTO / RIMOZIONE DI PALLONE ENDOGASTRICO
L’obesità si associa ad una aumentata mortalità per malattie cardiovascolari. I meccanismi che inducono
un aumento del rischio cardiovascolare nei pazienti obesi sono l’ipertensione arteriosa, l’iperlipemia
(aumento del colesterolo nel sangue), il diabete mellito. Inoltre l'obesità è associata ad un aumento della
frequenza di calcolosi della colecisti, problemi respiratori (apnee notturne), lesioni ortopediche a carico
delle ginocchia, delle anche e della colonna vertebrale, tumori maligni.
L’obesità comporta frequentemente anche una riduzione della capacità lavorativa e della vita sociale.
L’indicazione all'intervento chirurgico per obesità viene posta dopo valutazione da parte degli specialisti di
un gruppo multidisciplinare (chirurgo, dietista, psicologo, endocrinologo).
In cosa consiste il posizionamento del pallone endogastrico? Il pallone intragastrico è un dispositivo di
forma sferica riempito con soluzione fisiologica (500 ml) che viene posizionato dentro lo stomaco dove si
muove liberamente riducendone la capacità di riempimento.
Il pallone intragastrico viene inserito per via endoscopica, durante gastroscopia, in sedazione locale. Il tempo
di degenza ospedaliera dopo l’inserimento del pallone è in genere di 3-11 giorni.
Il periodo massimo di permanenza del pallone endogastrico è di circa 6 mesi, oltre i quali la possibilità che si
verifichino complicanze cresce notevolmente. Pertanto dopo tale scadenza, il pallone deve essere
obbligatoriamente rimosso, sempre mediante gastroscopia, in sedazione locale.
La rimozione viene eseguita in regime di day-hospital o di MAC (macroattività ambulatoriale complessa).
Quali sono i benefici attesi? L’intervento ha lo scopo di ottenere un adeguato calo ponderale, con
miglioramento delle capacità lavorative e della vita di relazione, oltre ad un miglioramento di eventuali
malattie associate come ipertensione, diabete o insufficienza respiratoria, con riduzione o sospensione della
terapia medica. Altre malattie, come l’artrosi, non regrediscono ma traggono beneficio dall’avvenuto calo
ponderale.
Quali sono le probabilità di successo e insuccesso riguardo la procedura? Il meccanismo d’azione di tale
dispositivo è quello di indurre un precoce senso di sazietà dopo l’introduzione di piccole quantità di cibo.
Mediamente la perdita di peso si aggira intorno al 10-20% rispetto al peso iniziale.
La risposta fisiologica del paziente alla presenza del pallone endogastrico varia a seconda delle condizioni
generali, del tipo e dell’intensità delle attività svolte. Altri fattori che influenzano la risposta del paziente
sono l’assunzione di farmaci o integratori dietetici e in generale il regime alimentare seguito.
L’errato regime dietetico condiziona in senso negativo i risultati.
Quali sono i rischi connessi alla procedura? La mortalità immediata (nei primi 5 giorni dopo il
posizionamento) di questa procedura è dello 0,08% mentre quella tardiva (avvenuta nel periodo di
mantenimento del pallone) è pari allo 0,09%, non imputabile alla presenza del pallone, bensì a condizioni
morbose quali l’embolia polmonare e l’infarto miocardico.
Le complicazioni immediate del posizionamento di pallone endogastrico comprendono:
reazioni avverse a sedativi o anestetici locali
crampi addominali o disturbi causati dall’aria indotta per la distensione gastrica
dolore o irritazione della faringe conseguente alla procedura
aspirazione del contenuto gastrico nei polmoni
lesioni o perforazioni dell’apparato digerente dell’esofago e della giunzione esofago-gastrica.
Tra le possibili complicanze tardive derivanti dall’uso del pallone endogastrico vi sono le seguenti:
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Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia
ostruzione intestinale causata dal pallone. Un pallone non sufficientemente riempito, o che abbia
perso una quota considerevole di volume, può transitare dallo stomaco fino all’intestino tenue, per
poi procedere nel colon e venire eliminato con le feci. Tuttavia, eventuali restringimenti intestinali,
per esempio dovuti a interventi chirurgici pregressi o alla presenza di aderenze, possono ostacolare
il transito del pallone e causare una ostruzione intestinale
ostruzione esofagea. Una volta riempito all’interno dello stomaco, il pallone endogastrico può
retrocedere nell’esofago. In tal caso si procede alla rimozione per via chirurgica o endoscopica
disturbi a livello gastrico, sensazione di nausea e vomito dopo il posizionamento del pallone e
durante il periodo di adattamento del sistema digerente alla sua presenza
nausea e vomito persistenti. Le cause possono risiedere in una irritazione diretta della mucosa
gastrica o in un blocco dello svuotamento gastrico dovuto al pallone
senso di pesantezza addominale
dolori addominali o dorsali, sia permanenti che ciclici
reflusso gastroesofageo (bruciore e sensazione di acidità retrosternale, tosse)
maldigestione
blocco del transito alimentare nello stomaco
lesioni della mucosa dell’apparato digerente causate da contatto diretto con il pallone, da uso
improprio delle pinze da presa o da un aumento della secrezione gastrica. Ciò può portare alla
formazione di ulcere accompagnate da dolore ed emorragia o persino da perforazione gastrica.
Quali sono le possibili conseguenze e problemi di recupero? Il vomito ripetuto (4-5 volte/dì) dopo la
dimissione è spesso sintomo di intolleranza del paziente nei confronti del dispositivo e spesso determina la
rimozione endoscopica anticipata dello stesso. Fattori quali perdita del senso di sazietà, aumento
dell’appetito e/o aumento di peso, possono indicare uno svuotamento del pallone; in questi casi è pertanto
necessario effettuare un controllo mediante esame endoscopico o radiologico.
Per ottenere i maggiori vantaggi con il minor rischio di complicanze sono necessari periodici controlli
clinici e nutrizionali. Durante il periodo di dimagrimento, e anche oltre esso (anche per tutta la vita),
possono essere necessarie integrazioni vitaminiche e minerali. La scarsa collaborazione nel rispettare i
consigli dietetici e farmacologici, il fumo, e soprattutto l'abuso di alcool aumentano il rischio di
complicanze.
Quali sono le possibili alternative a quanto proposto? Il Pallone intragastrico deve essere considerato
solo come trattamento transitorio dell’obesità. Normalmente viene utilizzato, infatti, in preparazione ad
una tecnica chirurgica definitiva.
Raramente e solo in casi molto selezionati può costituire un procedimento definitivo la cui alternativa
consiste nel seguire una terapia medico-dietetica con il supporto di un dietista.
Quali sono le possibili conseguenze nel caso non venga eseguita la procedura? Persistenza di ridotte
capacità lavorative e della vita sociale. Inoltre, all'obesità si accompagna la comparsa e il peggioramento a
lungo termine di ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, lesioni alle ginocchia o alle anche,
calcolosi della colecisti, insufficienza respiratoria.
In che cosa consiste la rimozione del Pallone endogastrico o BIB? La rimozione del BIB viene effettuata
6 mesi dopo il suo posizionamento (o prima in caso di intolleranza da parte del Paziente) sempre in corso
di EGDS. Una volta che il gastroscopio ha raggiunto lo stomaco il palloncino viene forato mediante
catetere ad ago. Dopo la rimozione del mandrino presente nel catetere il pallone viene svuotato applicando
una aspirazione del catetere. Il liquido aspirato viene misurato in apposita sacca graduata in modo da
verificare l’aspirazione completa dei 500 ml a suo tempo iniettati. Una volta che il pallone è
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Via Francesco Nava, 31 – Milano
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R/122-14 – “Note informative per il posizionamento di pallone endogastrico” – Pag. 2/3
completamente vuoto il catetere ad ago viene rimosso ed il pallone viene afferrato con pinza a 2 branche
uncinate da corpo estraneo. Sotto visione endoscopica vengono simultaneamente retratti ed estratti sia il
gastroscopio che il pallone. La procedura è a questo punto conclusa.
Esistono rischi connessi alla procedurali rimozione? Si, oltre alle possibili complicanze della sola
gastroscopia e della sedazione endovenosa, la complicanza più temibile della rimozione del pallone
intragastrico è rappresentata dalle lesioni dell’esofago o del faringe prodotte dal palloncino durante la sua
estrazione. Tali complicanze si verificano se il pallone non è stato completamente svuotato e quindi
mantiene una dimensione tale da produrre erosioni o addirittura fissurazioni dell’esofago e del faringe. In
tali evenienze può essere necessario un intervento chirurgico.
Quali sono le possibili alternative? In pratica non esistono alternative alla rimozione endoscopica del
pallone endogastrico, dato che l’unica alternativa è rappresentata dalla sua estrazione per via chirurgica
addominale.
Quali sono le possibili conseguenze nel caso non venga eseguita la procedura di rimozione? Il pallone
endogastrico è costituito da un sacchetto sferico in materiale sintetico e da una valvola per la tenuta del
liquido al suo interno. Sia il pallone che la valvola restano a contatto con i succhi gastrici per tutto il
periodo di permanenza all’interno dello stomaco. L’acido cloridrico determina quindi un lento e
progressivo deterioramento del pallone e della valvola e per questo motivo il pallone deve essere rimosso
dopo 6 mesi dalla sua introduzione. Trascorso questo periodo il pallone non è più garantito strutturalmente
nè dalla casa costruttrice nè dai sistemi sanitari dei Paesi occidentali. Un pallone deteriorato può rompersi
e una valvola deteriorata può perdere il liquido contenuto nel pallone. A questo punto il pallone si svuota
più o meno velocemente e progredisce nell’intestino oltre lo stomaco. Durante la sua progressione il
pallone può incastrarsi in un tratto intestinale ristretto o semplicemente molto angolato, provocando così
una occlusione intestinale che richiede un intervento chirurgico.
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