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FERRATA SANT’ANTONE
MONTE PISANO DI BUTI – PI Descrizione ferrata :La Via Ferrata Sant’Antone percorre un gruppo di rocce affioranti del
Monte Serra (m 917) che fa parte del gruppo dei Monti Pisani. Si trova nel territorio del
comune di Buti in provincia di Pisa. Il percorso si sviluppa in senso longitudinale da Sud-Est
a Nord-Ovest ad una quota relativamente bassa e con un dislivello totale di 126 metri (410
m s.l.m. l’attacco) (536 m s.l.m. l’uscita).
Non tragga in inganno la modesta quota, nei fatti è una ferrata impegnativa con passaggi
tecnici, particolarmente esposta e con diversi tratti da percorre in aderenza tanto da mettere
a dura prova l’escursionista anche esperto. Deve essere affrontata con un buon
allenamento sia mentale che fisico.
La prima cosa che “colpisce” e la numerazione di ogni chiodo infisso nella roccia. Questo e
stato fatto per permettere la segnalazione di eventuali interventi di manutenzione ove
necessari ma anche di rendersi conto della progressione in ferrata; alla fine ne conteremo
178.
All’uscita ci troveremo in un piazzale panoramico adiacente alla strada provinciale del Monte
Serra denominato “ Il Ghiaccetto “.
Il ritorno al punto di partenza, circa 20 minuti, avviene mediante un sentiero segnalato che,
inizia sulla Dx del piazzale, in uscita dalla ferrata. In alternativa percorrendo circa due
chilometri, la strada in discesa.
Accesso stradale : dall’abitato di Buti percorreremo in auto, per circa 4 chilometri, la Via
Provinciale del Monte Serra lasciando le auto in un parcheggio sulla destra della strada.
Una fontana di fianco al parcheggio ed una Casa Cantoniera sulla sinistra della strada
aiutano a localizzare il punto di sosta.
Accesso alla ferrata : Si percorrono a piedi circa 200 metri di strada in salita e sulla destra
troveremo un cartello indicatore ed un omino in pietre che indica l’inizio del percorso per
l’attacco. Il sentiero si inerpica per un breve tratto ed è segnalato con targhette
rosso/bianche. In 10 minuti siamo all’attacco.
Descrizione percorso della ferrata : dopo un breve tratto orizzontale, tanto per permettere
l’ambientamento, affronteremo un tratto verticale, tecnicamente impegnativo, aiutato da
alcune staffe infisse nella roccia; è il benvenuto alla ferrata. L’attacco alla scaletta non è dei
più semplici e dà il senso della ferrata che risulterà particolarmente impegnativa.
Finita la scaletta un passaggio orizzontale ben esposto e poco appoggiato conferma le
difficoltà.
La roccia fornisce buona aderenza ma, anche per questo, chiede rispetto ed attenzione. I
tanti spigoli e le numerose micro sporgenze potrebbero creare qualche problema. Le rocce
sopra di noi ed il verde bosco di pini e la selve di castagni, che cambia colore a secondo
della stagione, sotto di noi sono un’ottima cornice.
Alcuni passaggi verticali, la Madonnina della Ferrata, un piccolo passaggio verticale in
discesa che non consente di vedere l’appoggio ed un passaggio obliquo in aderenza
determinano ulteriore sforzo fisico e mentale.
Alcuni chiodi in ascesa verticale portano all’uscita del primo tratto.( Qui è possibile, per chi
non vuole andare oltre, mediante sentiero segnalato raggiungere la sommità dell’intero
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percorso ). Siamo al chiodo n. 64. Un breve passaggio nel bosco richiede attenzione a non
sporcare più di tanto gli scarponi, specialmente se è piovuto recentemente, per non perdere
poi aderenza sui tratti di ferrata. Al chiodo 100 un tronchetto di albero ci consente un
appoggio per procedere. Al chiodo 105 finisce il 2° tratto. Le uscite tra un tratto e l’altro sono
brevissime. Ci attende ora un bel pezzo in verticale: sono solo 10 chiodi ma impegnano
l’escursionista. Il 3° tratto (con alcune brevi interruzioni) è quello finale. Presenta alcuni
passaggi impegnativi in verticale. Al chiodo 165 la ferrata presenta un bivio: andando a
sinistra si affronta un mini ponte tibetano che ci porta da un lato all’altro di un “camino” dal
quale usciremo in verticale e con difficoltà dalla ferrata. Se invece, al bivio sopraddetto,
saliremo in verticale verso destra usciremo dalla ferrata senza grandi difficoltà.
All’uscita “il libro di vetta” posizionato in un contenitore in ferro fermato sulla roccia,
raccoglierà le nostre impressioni.
Tempo di percorrenza : viene stimato in ore 1,45 ( ore una e quarantacinque minuti ) per
gli escursionisti esperti che vogliono anche ammirare un po’ di panorama.
Difficoltà : Alta . Se pur bene attrezzata e su roccia conglomerato stabile, il percorso
presenta tratti verticali ed orizzontali esposti, con passaggi dove occorre avere una buona
preparazione psico/fisica e forza di braccia.
Impegno psico/fisico : Alto
Attrezzatura obbligatoria omologata : Imbraco. Casco. Kit da ferrata. Scarponi.
Un elogio :
La via ferrata è stata voluta da tutti i Soci del Club Alpino Italiano della Sezione di
Pontedera, che hanno contribuito con determinazione alla sua realizzazione. Un elogio
particolare al Socio Cesare Spigai che ne è stato l’originale ideatore e principale
realizzatore.
Il Presidente
Attilio Toni
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