Tumori al cervello, 4.500 nuovi casi l`anno

QdS.it
Comunicazione
Quotidiano di Sicilia
Venerdì 29 Aprile 2016
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Le nuove tecnologie hanno consentito negli ultimi anni un trattamento microchirurgico più efficace e spesso risolutivo
Tumori al cervello, 4.500 nuovi casi l’anno
Cefalea, vomito, epilessia e deficit neurologici sono i disturbi che più spesso portano alla diagnosi
ROMA - Sono otto i nuovi casi diagnosticati di tumore cerebrale primitivo per ogni 100mila persone ogni
anno, per un totale di circa 4500 nuovi
tumori cerebrali diagnosticati ogni
anno in Italia. Il sesso maschile risulta
più colpito di quello femminile, sebbene vi siano alcune differenze in alcuni tipi istologici: i meningiomi, ad
esempio, sono più frequenti nelle
donne ed i glioblastomi (tumori primitivi del cervello) negli uomini. I tumori
cerebrali costituiscono il tipo più comune di neoplasie in pazienti pediatrici. In aumento i casi di tumore
cerebrale primitivo nell`anziano: ancora ignote le cause, oltre naturalmente
all`aumentata aspettativa di vita.
La tecnologia svolgerà un ruolo
Il sesso maschile
risulta
più colpito
di quello femminile
chiave sempre maggiore per sconfiggere questa malattia: gli enormi passi
in avanti, fatti soprattutto negli ultimi 5
anni, promettono importanti cambiamenti e tempi di intervento sempre più
veloci ed efficaci.
Il progresso ha così accelerato il processo di guarigione e di osservazione,
con strumenti meno invasivi e più innovativi.
Le nuove tecnologie hanno consentito negli ultimi anni un trattamento
microchirurgico più efficace e molto
spesso risolutivo di questi tumori, riducendo la morbilità, ossia la comparsa complicanze postoperatorie
Antimafia approva ripubblicazione
della Relazione di Pio La Torre
ROMA - La Commissione parlamentare Antimafia ha approvato all’unanimità la ripubblicazione della Relazione di Pio La Torre, “la prima sul rapporto tra mafia e politica”, l’ha definita la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi. La quale ha spiegato che la Relazione La Torre fu presentata come Relazione
di minoranza nel 1976 e a quarant’anni di distanza dal suo deposito e in vista delle celebrazioni a Palermo per il
34mo anniversario del suo assassinio avvenuto il 30 aprile 1982, “ritengo si possa rendere omaggio al coraggio
e alla lungimiranza delle sue proposte che non furono approvate in commissione Antimafia ma divennero legge
solo dopo l’uccisione di Pio La Torre e del Generale Dalla Chiesa e che possono trovare oggi in questo nostro
riconoscimento postumo una condivisione ideale”.
“Ripubblicare quella relazione, che poi è confluita insieme a quella di maggioranza nel volume ormai reperibile solo alla Camera e al Senato vuol dire mettere a disposizione delle nuove generazioni un documento fondamentale e significa anche riconoscere dopo molto tempo il valore della prima Relazione sul rapporto tra
mafia e politica”, ha concluso Bindi. Per il 34° anniversario dell’uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo
per mano mafiosa, le Presidenze della Commissione nazionale Antimafia e del Centro Studi Pio La Torre promuovono, sabato 30 aprile, una manifestazione al teatro Biondo di Palermo. La manifestazione sarà l’occasione
per riflettere sui 40 anni della Relazione di minoranza della Antimafia del 1976, cui Pio la Torre offrì il contributo decisivo; in questa occasione la presidente dell’Antimafia Bindi consegnerà la ristampa anastatica della
Relazione al Centro Pio La Torre. Al dibattito interverranno, oltre alla presidente Bindi, il procuratore capo di
Palermo Francesco Lo Voi e Vito Lo Monaco, presidente Centro Studi Pio La Torre.
Gli studenti reciteranno l’Atto unico di Vincenzo Consolo, “Pio La Torre. Orgoglio di Sicilia”, e presenteranno canti di loro produzione dedicati a Pio La Torre e alle vittime di mafia. Una delegazione renderà
omaggio alla lapide, assieme agli studenti delle scuole che l’hanno adottata, deponendo trentaquattro fiori.
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responsabili deficit temporanei o talvolta permanenti. Sono questi i presupposti scientifici della 7a edizione
del Corso internazionale di dissezione
“hands-on” rivolto agli specialisti in
Neurochirurgia su preparati anatomici,
riguardanti i vari approcci alle patologie neoplastiche e vascolari cerebrali.
“Negli ultimi 10 anni l’innovazione
tecnologica ha sovvertito il modo di intendere e fare chirurgia, in particolare
quella neurologica Il cambiamento
principale è stato riportato nel campo
cerebrale, con strumenti sempre all’avanguardia che permettono procedure più rapide e più efficaci. Da un
punto di vista produttivo l’Italia è sempre stata all’avanguardia rispetto ai
paesi di tutto il mondo. Le strutture italiane, infatti, riescono ad abbracciare
velocemente questo cambiamento,
rendendo i loro servizi sempre più efficaci ed efficienti”.
Come precisa Luciano Mastronardi,
Direttore Uoc Neurochirurgia dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma Asl Roma1 e Presidente della Associazione Italiana di Dissezione Anatomica
(Aida) - “qualsiasi aumento di volume
all’interno del cranio si traduce in un
aumento della pressione intracranica,
Un’altra importante
metodica
è rappresentata
dall’Awake Surgery
L’Italia è sempre
stata all’avanguardia
nell’ambito della
chirurgia cerebrale
in quanto la scatola cranica è inestensibile. Cefalea, vomito, epilessia e deficit neurologici sono i disturbi che più
spesso si portano alla diagnosi”.
“La Neuronavigazione - spiega Raffaelino Roperto, neurochirurgo del
Presidio Ospedaliero San Filippo Neri
di Roma - è un sistema di localizzazione stereotassico tecnologicamente
avanzato che permette di fornire una
localizzazione precisa (ed in tempo
reale) dell’anatomia del paziente integrando e mostrando un qualunque
punto del campo operatorio su una immagine Tac o Rmn dello stesso paziente selezionata preoperatoriamente.
Il Monitoraggio Neurofisiologico intraoperatorio, permette di eseguire interventi sempre più complessi,
riducendo in maniera significativa il rischio di deficit neurologici post-operatori.
Un’altra importante metodica è rappresentata dall’Awake Surgery, ossia
tutti quegli interventi craniotomici a
paziente sveglio e collaborante, con lo
scopo di rimuovere quanto più tumore
possibile senza provocare danni neurologici aggiuntivi e permanenti”.
Aiom: il 70% degli italiani
sconfigge il cancro
ROMA - Aumentano le guarigioni degli italiani colpiti dal cancro, oggi il 68% dei cittadini a cui vengono diagnosticati tumori frequenti sconfigge la malattia. Percentuali che raggiungono
il 91% nella prostata e l’87% nel seno, le due neoplasie più diffuse fra gli uomini e le donne.
L`impegno degli oncologi si muove su più fronti: da un lato migliorare la consapevolezza dei
cittadini sulle regole della prevenzione, perché il 40% dei casi di tumore può essere evitato con
uno stile di vita sano (no al fumo, dieta corretta e costante attività fisica), con evidenti risparmi per il sistema sanitario.
Dall`altro garantire a tutti le terapie più efficaci e l’assistenza migliore, un obiettivo da raggiungere con la creazione immediata di un Fondo Nazionale per l’Oncologia.
La proposta è avanzata alle Istituzioni dall`Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)
nel convegno nazionale sullo “Stato dell`Oncologia in Italia” organizzato dalla società scientifica oggi al Senato con la partecipazione del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “Nel
2015 sono stati stimati 363mila nuovi casi di cancro nel nostro Paese - spiega Carmine Pinto,
presidente nazionale AIOM -. Il Fondo può essere finanziato con le accise sul tabacco, 1 centesimo in più a sigaretta, per colpire una delle cause del tumore al polmone, tra le forme più
diffuse, con circa 41.000 nuove diagnosi registrate nel 2015. Terapie innovative sempre più efficaci consentono ai pazienti di vivere a lungo, in alcuni casi più di 5 anni con una buona qualità di vita, anche se colpiti da patologie particolarmente aggressive come il melanoma avanzato che fino a pochi anni fa era caratterizzato da una sopravvivenza di 6-9 mesi”.
Più di 3 milioni di cittadini (il 4,9% della popolazione) vivono con una diagnosi di tumore.
E circa due milioni persone possono affermare di avere sconfitto la malattia. “L`istituzione di
un Fondo non deve esimerci dall`obbligo dell`appropriatezza - sottolinea la dott.ssa Stefania
Gori, presidente eletto Aiom-.
Sono ancora troppi gli esami impropri, un problema che riguarda in particolare i marcatori
tumorali. Questi test sono utilizzati in oncologia da più di 40 anni, ma oggi il loro uso sta diventando eccessivo rispetto al numero dei pazienti oncologici.
Perché vengono impiegati a scopo diagnostico in persone non colpite dalla malattia. Nel 2012
sono stati eseguiti oltre 13 milioni di marcatori tumorali a fronte di 2 milioni e 300mila italiani che vivevano dopo la diagnosi (oggi sono più di 3 milioni). La soluzione è rappresentata dalla uniformazione a livello nazionale delle indicazioni per un loro uso appropriato, per questo l`AIOM entro il 2016 presenterà un documento condiviso con la SIBiOC (biochimici clinici) e altre società scientifiche”