15/03/2006 10,30-12,30 PATOLOGIA E FISIOPATOLOGIA UMANA Prof. Cittadini CUORE E CIRCOLO Questo è un argomento importante poiché le malattie dell’apparato circolatorio rappresentano la prima causa di morte seguite dai tumori. Le alterazioni possono essere locali e riguardare quindi singoli distretti oppure generali e riguardare l’apparato circolatorio nella sua generalità. Alterazioni del CIRCOLO: locali: 1. emorragia 2. iperemia 3. ischemia: -trombosi -embolie -infarto generali : 1. shock (sindrome complessa) LESIONI LOCALI DEL CIRCOLO Iperemia ( si verifica durante processi infiammatori) L’iperemia è un aumento della massa di sangue circolante in un determinato distretto e può essere di due tipi: attiva: consiste in un aumento del flusso ematico in entrata in un organo e provoca rossore cutaneo dovuto all’ingresso nell’organo iperemico di sangue ossigenato (color rosso acceso); può essere fisiologica, dovuta al lavoro muscolare e a fenomeni vasomotori, o patologica, dovuta a flogosi; passiva: dovuta a stasi, cioè a diminuzione del sangue in uscita da un organo a causa di processi flogistici o a causa di compressione del vaso venoso; in tal caso il sangue è desossigenato e pertanto il tessuto del distretto iperemico assume un colore violetto, quindi diventa cianotico con dolore associato per ripercussione a carico dell’ossigenazione. L’iperemia passiva provoca anche un aumento della pressione transmurale con imbibizione del tessuto e formazione di edema. Durante un’infiammazione si ha l’apertura degli sfinteri precapillari quindi una vasodilatazione arteriosa ed un aumento del flusso di sangue in entrata in quel distretto; si ha poi anche vasodilatazione delle venule, quindi un rallentamento del flusso in uscita per un aumento della sezione della via di deflusso: avremo perciò stasi del sangue in quel distretto circolatorio. Emorragia L’emorragia rappresenta la fuoriuscita di sangue dai vasi e dal cuore, è sempre patologica ad eccezione di alcune emorragie che sono fisiologiche ed inevitabili, quali le mestruazioni (per sfaldamento della mucosa uterina e l’apertura delle arteriole spiraliformi) e il parto (per il distacco della placenta con traumatizzazione della mucosa uterina e perdita di sangue). I meccanismi patogenetici dell’emorragia sono: la ressi, la diabresi, la diapedesi (ex vacuo). Un vaso può essere rotto per trauma (ressi) a seguito di taglio di tessuto, ferite, etc.,o per diabresi, cioè per alterazione intrinseca della parete del vaso che non tiene più ( processo patologico, con erosione della parete del vaso oppure viene lesa la resistenza della parete del vaso a causa di una massa tumorale). L’emorragia più accademica e artificiale è quella per diapedesi: se sottopongo un distretto dell’organismo a depressione allora si può verificare iperemia da depressione perché quel compartimento distrettuale oppone meno resistenza e a causa della depressione forte la parete capillare subisce delle modificazioni (tra cui allentamento delle tight junctions tra le cellule endoteliali) per far fuoriuscire i globuli rossi (microemorragia ex vacuo). Se succhio la cute si ha un arrossamento dunque un ecchimosi: emorragia interstiziale ex vacuo: lividura. La diapedesi è un processo di migrazione attivo da parte dei soli leucociti, che attraversano la parete del vaso utilizzando pseudopodi. I globuli rossi, invece, non sono in grado di compiere questo processo di migrazione e quindi passano attraverso la parete capillare solo se trovano una situazione idonea: allentamento delle tight junctions interendoteliali per aumento della pressione sanguigna. L’origine dell’emorragia può essere a carico di arterie, vene, capillari, cuore e può essere causata da traumi, alterazione della coagulazione, alterazioni piastriniche, alterazioni ed anomalie vasali. L’emorragia a carico delle grosse arterie è copiosa, rapida e spesso irrisolvibile ed è dovuta a rottura del vaso per trauma o per patologie più specifiche tra cui: arteriosclerosi, aterosclerosi (con formazione di ateroma), invecchiamento della parete arteriosa, irrigidimento,sclerosi (rende meno elastica la parete), aneurisma ( dilatazione sacciforme della parete arteriosa di natura congenita o acquisita a causa dell’irrigidimento della parete arteriosa), infiltrazioni tumorali ( aggrediscono le pareti dei grossi vasi arteriosi). Il CUORE ha delle grossi pareti muscolari difficilmente attraversabili dal sangue, che se fuoriesce finisce nel pericardio causando il cosiddetto tamponamento cardiaco e quindi il cuore non batte più fisiologicamente. Questa fuoriuscita di sangue dal cuore è dovuta o a rottura traumatica delle pareti o a seguito di processi patologici, quali ischemia e quindi infarto del miocardio. Nonostante nelle vene sistemiche abbiamo un flusso a bassa pressione esse possono essere origine di emorragia. Le vene sono più anastomizzate, quindi è più difficile che vi sia emorragia perché il sangue viene convogliato in altri distretti anastomizzati e non danneggiati. Solitamente per infiltrazione tumorale sia dall’interno che dall’esterno del vaso venoso, si hanno delle invasioni venose, che sono dei processi lenti, che quindi causano trombosi ed arresto del circolo piuttosto che emorragia. Le varici sono l’analogo dell’aneurisma per le vene e sono delle dilatazioni sacculose della parete venosa, che possono essere singole o multiple. Sono un’alterazione della struttura delle pareti venose che si verificano soprattutto quando aumenta la stasi, con aumento della pressione del flusso, che solitamente ha un valore inferiore. Le varici possono riguardare vene superficiali, soprattutto dell’arto inferiore, oppure riguardano vene profonde o degli organi interni e queste ultime sono visibili all’esame autoptico. Le varici possono essere congenite (c’è una predisposizione familiare alle varici, che sono più frequenti nelle donne e sono collegate a fenomeni ginecologici:durante la gravidanza si ha ingombro maggiore da parte dell’utero ingrandito e compressione delle vene della cavità pelvica e addominale) o da invecchiamento della parete venosa o da aumento della pressione del flusso ematico o da flogosi della parete delle vene (flebiti: bisognerebbe stabilire la causa della flebite, la natura del processo flogistico e poi bisogna considerare il processo riparativo). Un’ alterazione della parete delle vene può portare ad alterazione delle valvole a nido di rondine delle vene, che non tengono più e quindi c’è stasi e aumento della pressione e imbibizione del tessuto. La stasi a livello delle vene dell’arto inferiore può derivare anche dalla compressione delle vene iliache da parte di strutture presenti nell’addome. A proposito delle emorragie capillari diciamo che un capillare è più facile che si rompa. L’emorragia può essere traumatica e dunque porta al livido( ematoma: raccolta di sangue fuoriuscito dai capillari), emorragia vera e propria in cui non si ha la formazione di ematoma,ma le emorragie assumono l’aspetto cutaneo di petecchie: quando un piccolo capillare fa fuoriuscire pochi globuli rossi e quindi sulla superficie cutanea si ha la formazione di un puntino rosso, sintomatico di una piccola formazione emorragica al limite del microscopico. Se queste formazioni emorragiche si espandono nel tessuto cutaneo circostante allora riguardando aree più vaste e vengono dette porpore. Le cause delle emorragie capillari sono da ricondurre ad alterazioni della parete del capillare ed anche ad alterazioni del sangue. Il sangue infatti defluisce in un compartimento chiuso dal quale può fuoriuscire per alterazione della parete, per piccoli traumi, per alterazione del sangue: ad esempio l’emostasi del sangue è un processo che si oppone all’emorragia. Le componenti dell’emostasi sono soprattutto le piastrine e i fattori della coagulazione; se abbiamo quindi trombocitopenia, allora è più facile provocare emorragia oppure abbiamo petecchie e porpore spontanee, perché si è rotto l’equilibrio tra la tendenza all’emorragia (anche a causa della pressione alta del sangue) e protezione dall’emorragia (processi emostatici fisiologici). Se diminuisce il fattore VIII della coagulazione allora si ha una situazione che è più seria della trombocitopenia, l’emofilia A ed in tal caso anche microtraumi possono produrre alterazioni importanti e anche il traumatismo articolare del camminare dovuto a sfregamento delle articolazioni può portare a emorragia. EMORRAGIE ESTERNE Si hanno a livello di cute e mucose: 1. rinorragia ( emorragia dal naso) 2. emottisi (fuoriuscita di sangue dall’apparato respiratorio anche a seguito di colpi di tosse) 3. enoftae (striatura di sangue sul muco bronchiale) 4. ematemesi ( fuoriuscita di sangue col vomito a causa ad esempio di varici esofagee o di ulcere gastriche) 5. melena (eliminazione di sangue occulto con le feci: il sangue che proviene da un’emorragia delle parti alte del tratto g.i., attraversa l’intestino ed è come se venisse digerito; l’Hb subisce delle modificazioni di colore e il sangue vira da un colore rosso al colore nero caffeano; nel caso di emorragie copiose del tratto alto g.i. allora si hanno grandi perdite di sangue che ritroviamo di colore rosso nelle feci, in quanto non ha avuto il tempo di essere digerito) 6. enterorragia (emorragia franca dell’apparato enterico inferiore (colon), che può essere dovuta a polipi o emorroidi ed il sangue che ritroviamo nelle feci è rosso) 7. menorragia (mestruazioni abbondanti) 8. metrorragia ( perdita di sangue nella fase intermestruale) Il sangue occulto nelle feci può essere dovuto o a sangue ingerito oppure è utile per effettuare una diagnosi precoce di polipo al colon. EMORRAGIE INTERNE Sono di due tipi: 1. intracavitarie : emotorace, emopericardio,emoperitoneo (sangue in addome a causa di tumore che protrude verso la faccia interna del peritoneo), emocele ( versamento di sangue nel testicolo), emoartro ( riguarda le sierose sinoviali delle articolazioni); 2. interstiziale : il sangue si accumula nella compagine interstiziale dei tessuti: ecchimosi: fuoriuscita di sangue nell’interstizio sottocutaneo che traspare all’esterno ( all’inizio la cute è rossa, poi diventa cianotica per desossigenazione del sangue, quindi si forma il livido; in seguito il sangue viene degradato dai macrofagi e l’ecchimosi da violetta diventa verde per la formazione della biliverdina, poi gialla per la formazione della bilirubina ed infine scompare); ematoma: il sangue si “sacca” e non è disperso nel tessuto ( piccola massa che può essere cutanea, pertinente ad organi interni o muscolare ed in quest’ultimo caso è dovuta ad un grosso trauma e si forma una massa di liquido sanguigno racchiusa in un sacco che può indurre una forma di riparazione per seconda intenzione. Essendoci una cavità con una sostanza si ha una riparazione ed una cicatrizzazione con formazione di cisti stabile ( è preferibile svuotare l’ematoma appena formato per evitare esiti simili). Se la volemia a causa di una copiosa emorragia si riduce al di sotto di determinati valori allora il circolo non funziona più bene; le risposte che il nostro organismo offre all’emorragia comportano emostasi, shock (ipovolemico, conseguenza dell’emorragia) e la risposta allo shock comporta anche un meccanismo di compenso nei confronti dell’emorragia con una risposta finale che si espleta solo quando la quantità di sangue, componente liquida e corpuscolata, viene ricostituita: la componente liquida è recuperata rapidamente mediante introduzione di acqua dall’esterno o riduzione della filtrazione renale, il recupero della parte corpuscolata è più lento e richiede giorni o settimane per intervento delle cellule ematopoietiche del midollo osseo. Ischemia L’ischemia è un’anemia locale (anche se questa non è perfetta come definizione) per insufficiente apporto di sangue arterioso (ricco di ossigeno e metabolici) in un distretto. Le cause possono essere intra o extravascolari e non sono dovute ad alterazioni del sangue ( se viene a mancare molto sangue si ha un’anemia sistemica e non locale). L’ischemia può essere: cerebrale: -lipotinia (svenimento: piccola e transitoria perdita di coscienza) -sincope (caduta a terra a causa anche di ictus) -coma (perdita di coscienza duratura con gradazioni diverse fino alla morte cerebrale, che è un completo non funzionamento cerebrale) ; cardiaca: portano ad angina pectoris, dolore del petto dovuto ad infarto del miocardio (il termine “angina” significa dolore, si usa anche per il mal di gola e può essere anche un dolore transitorio); intestinale: -colica (diffusa, con aspetto severo o insignificante):mal di pancia per ischemia transitoria; si ha un’ischemia intestinale se dopo mangiato si pratica sport, poiché vi è una discrepanza tra il sangue diretto al muscolo e quello diretto al circolo splancnico;se dopo mangiato faccio un bagno freddo allora il sangue si distribuirà al distretto splancnico, a quello muscolare e cutaneo ed il cervello me rimane privo. periferica: -“bradicatio intermittens”: il paziente zoppica ad intermittenza, si ferma poiché non riesce a camminare in quanto accusa dolore agli arti (“malattia delle vetrine”): è dovuta ad insufficienza di sangue all’arto inferiore e siccome man mano che il muscolo lavora necessita di ossigeno, essendo insufficiente l’apporto di sangue, esso va in anossia (con aumento della pressione parziale di anidride carbonica, ac.lattico, mancanza di un compenso adeguato e veloce, per cui il paziente accusa dolore e deve fermarsi per un recupero). L’ischemia periferica è un’insufficienza temporanea compensabile. La necrosi ischemica dell’arto intero è detta gangrena: si verifica a carico dell’organo tributario di un’arteria non sufficiente e vi sono delle lesioni ischemiche che diventano permanenti (non più transitorie e portano alla necrosi dell’arto). Anche il diabete può comportare delle perturbazioni a carico delle arterie, anche il fumo del tabacco è deleterio per l’azione vasocostrittrice della nicotina. CAUSE DELLE ISCHEMIE INTRINSECHE ALLA PARETE ARTERIOSA: 1. massa che occlude e ostruisce l’arteria in parte o totalmente:trombo(perché esso si formi passa del tempo, quindi la trombogenesi è un processo lento e le implicazioni sono diverse); 2. embolo:corpo estraneo che circola nel sangue; può essere un trombo , un pezzo staccatosi da un trombo, che si ferma in un punto in cui la sezione del vaso ha un diametro inferiore al suo ed in tal caso l’arresto del flusso è rapido; 3. spasma funzionale delle arterie muscolari o degli sfinteri delle arteriose:causano una diminuzione del flusso; 4. ateroma. CAUSE DELLE ISCHEMIE ESTRINSECHE ALLA PARETE DEL VASO: 1. tumore che comprime dall’esterno o un’anomalia organica congenita (arteriosa che decorre in un posto sbagliato o un mezzo esterno o una frattura ossea); 2. arterite da tumefazione della parete dunque edema della parete con allargamento della parete e restringimento del calibro con diminuzione del flusso; 3. usurpazione del flusso:alcuni vasi di un determinato compartimento a causa di restringimenti hanno minore flusso di sangue: per attivazione di un meccanismo compensatorio gli altri vasi del compartimento si allargano e quindi allargandosi rubano anche la piccola quantità di sangue che passava attraverso il vaso ristretto, che rimane senza sangue; 4. coagulazione intravasale disseminata: soprattutto per i vasi piccoli terminali. IDA ed IRMA…