Il Sole: Istruzioni per l'Uso Relazione di laboratorio della settimana di Stage Estivo presso il Laboratorio di Fisica Solare dell'Università agli studi di Roma Tor Vergata IIS Telesi@ - Telese Terme Elvia Colella Michele Grasso Prof. Mario Del Prete Licei Stefanini - Mestre Alberto Maniscalco Michele Sbardella Prof.Antonio Grandieri Liceo Scientifico Statale di Ceccano Monica Di Fabbio Emanuele Ferri Andrea Recine Prof. Maria Rosaria Di Salvatore Prof. Graziella Bartolini 18 giugno 2010 1 Indice Capitolo 1........................................................................................................................................................... 3 Introduzione ...................................................................................................................................................... 3 1.1 La Cromosfera.............................................................................................................................................. 3 1.2 Flare ............................................................................................................................................................. 4 1.3 Interazione Terra-Sole ................................................................................................................................. 5 Capitolo 2........................................................................................................................................................... 5 Il Telescopio ....................................................................................................................................................... 5 2.1 Telescopi Rifrattori e Riflettori .................................................................................................................... 6 2.2 Componenti di un Telescopio ...................................................................................................................... 7 2.3 Montatura e Puntamento............................................................................................................................ 8 Capitolo 3........................................................................................................................................................... 9 Trattamento delle Immagini .............................................................................................................................. 9 3.1 Ricerca Flare ................................................................................................................................................ 9 3.2 Grafici......................................................................................................................................................... 10 2 Capitolo 1 Introduzione Il Sole è una stella di dimensioni medio-piccole costituita essenzialmente da idrogeno (circa il 74% della sua massa, il 92% del suo volume) ed elio (circa il 24-25% della massa, il 7% del volume), cui si aggiungono altri elementi pi`u pesanti presenti in tracce. Spaccato della struttura del Sole: 1. Nucleo 2. Zona radiativa 3. Zona convettiva 4. Fotosfera 5. Cromosfera 6. Corona 7. Macchia solare 8. Granulazione fotosferica 9. Protuberanza ad arco. 1.1 La Cromosfera La cromosfera (letteralmente sfera di colore) è un sottile strato dell’atmosfera del Sole, che si trova subito sopra la fotosfera, ed `e sostanzialmente trasparente rispetto al resto dell’atmosfera solare. Per poterla osservare, a causa della fortissima luminosità della 3 fotosfera sottostante, occorrono particolari strumenti in luce filtrata oppure bisogna aspettare un’eclissi solare totale. Questa è la zona che ci interessa maggiormente e nella quale abbiamo effettuato osservazioni di flare con il telescopio nella riga H-alpha. In fisica e in astronomia, l’H-alpha (H) è una particolare riga di emissione (o di assorbimento) dell’idrogeno. Secondo il modello dell’atomo di Bohr, gli elettroni si trovano su livelli di energia quantizzati attorno al nucleo e possono passare dall’uno all’altro assorbendo o emettendo un fotone, il quale è visibile, nel caso dell’H-alpha, nella parte rossa dello spettro elettromagnetico. Un filtro H-alfa è costruito in modo da trasmettere una stretta banda di luce, generalmente centrata sulla lunghezza d’onda della riga. 1.2 Flare Un brillamento solare (o flare) è una violenta eruzione di materia che esplode dalla fotosfera di una stella, con un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche. I brillamenti creano delle spettacolari protuberanze solari ed emettono fasci di vento solare molto energetico. I brillamenti sono spesso associati alle macchie solari e sono probabilmente causati dal rilascio di energia in occasione del fenomeno delle riconnessioni delle linee di campo magnetico. I brillamenti sono classificati in ordine crescente come A, B, C, M o X a seconda della loro luminosit`a nei raggi X vicino alla Terra, misurata in W\m2. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente. 4 1.3 Interazione Terra-Sole La direzione del campo magnetico interplanetario, la velocità e la densità del vento solare, dipendono dall’attività del Sole. I disturbi della magnetosfera terrestre sono chiamati tempeste geomagnetiche; queste possono produrre cambiamenti improvvisi e causare disturbi alla rete di energia elettrica, influenzare il funzionamento delle radiocomunicazioni via satellite, guastare a volte apparecchi elettronici, causare blackout estesi. In particolare le radiazioni emesse interferiscono con le comunicazioni radio sulla Terra e possono rappresentare un pericolo per le navi spaziali e gli astronauti al di fuori della magnetosfera terrestre. Capitolo 2 Il Telescopio Il telescopio è un sistema ottico formato da due lenti, la lente-obiettivo che raccoglie la luce, e l’oculare, che la indirizza all’occhio dell’osservatore. La funzione principale di un telescopio è, infatti, proprio quella di allargare il la pupilla d’ingresso 5 dell’occhio umano, che ha un diametro massimo di soli 6 mm, rendendolo più sensibile alla luce. Osservando un oggetto al telescopio, noteremo innanzitutto l’ingrandimento dello stesso, in secondo luogo noteremo maggiori dettagli dovuti alla risoluzione angolare dello strumento, maggiore rispetto all’occhio umano e tanto migliore quanto è più grande il diametro del telescopio. 2.1 Telescopi Rifrattori e Riflettori Possiamo classificare i vari telescopi in due classi generiche: telescopi rifrattori, che utilizzano un sistema di lenti e sfruttano le leggi della rifrazione; telescopi riflettori, che adoperano gli specchi e si avvalgono delle leggi della riflessione. Dal punto di vista della fisica solare, i telescopi che hanno resa migliore sono i rifrattori: nell’osservazione del Sole, infatti la quantità di luce interessata è talmente grande che non abbiamo bisogno di una lente molto ampia. Le lenti dei rifrattori, in effetti, possono avere un diametro massimo di un metro: è impossibile costruire lenti di diametro maggiore perché esse 6 si deformerebbero sotto il loro peso. Se da una parte questo tipo di telescopi presenta numerosi vantaggi nell’osservazione solare, dall’altra riscontriamo delle problematiche connesse agli stessi che devono essere corrette per una qualità ottimale delle immagini ottenute. Tra le problematiche ricordiamo l’aberrazione cromatica, dovuta al fatto che le lenti scompongono la luce nelle varie frequenze provocando delle variazioni cromatiche nell’immagine. Essa può essere corretta mediante l’uso di doppietti acromatici, ovvero un sistema di lenti accoppiate che focalizzano due frequenze d’onda concentrandole nello stesso punto. A questo dobbiamo aggiungere che il vetro è opaco a certe lunghezze d’onda, una scelta dei materiali permette di avere un’adeguata finestra di trasparenza per alcune lunghezze d’onda. 2.2 Componenti di un Telescopio Le componenti fondamentali di un telescopio sono: le lenti; il tubo, che conserva il fascio di luce ed evita interferenze esterne; la montatura, fondamentale per il puntamento. Le lenti, da sole, non sono sufficienti. Essendo la luce solare estremamente intensa, utilizzando un telescopio che concentra la luce nella pupilla, guardando all’interno dell’oculare senza protezioni, essa accecherebbe l’occhio umano. Per questo motivo, è necessario inserire dei filtri che blocchino la maggior parte della luce entrante facendo passare solo i fotoni ad una determinata lunghezza d’onda. In generale, si inseriscono due filtri, uno sulla lente-obiettivo, l’altro 7 nella sezione angolare tra il tubo e l’oculare. I filtri, inoltre, sono utili nell’osservazione dei vari strati che costituiscono il Sole. Ad esempio, attraverso l’infrarosso, possiamo studiare la fotosfera solare. 2.3 Montatura e Puntamento Il tipo di montatura che si adatta meglio all’osservazione astronomica è quella equatoriale. La montatura equatoriale è caratterizzata dall’avere un asse parallelo all’asse terrestre e in linea con la stella polare, e un altro perpendicolare al primo. Il vantaggio di questa montatura è che segue l’oggetto in osservazione muovendo un solo asse ed evitando la rotazione del campo di vista. Essa sfrutta le coordinate equatoriali, che tengono in considerazione tre elementi: eclittica: piano in cui appare muoversi il Sole durante l’anno; meridiano celeste: proiezione del meridiano terrestre sul cielo; equatore celeste: proiezione dell’equatore terrestre sul cielo. Dati questi punti di riferimento, per definire le coordinate di una stella, utilizziamo: ascensione retta: misurata lungo l’equatore celeste, che è l’angolo in gradi fra il punto di intersezione dell’equatore con l’eclittica e il meridiano celeste che contiene l’oggetto; declinazione: misurata lungo il meridiano celeste, che è l’angolo in gradi fra l’equatore celeste e l’oggetto, lungo il meridiano celeste. Per puntare montatura un equatoriale telescopio ci con dobbiamo 8 munire per prima cosa di una bussola, grazie alla quale orientiamo il telescopio verso il Nord. Ricerchiamo la stella Polare e allineiamo l’asse polare con essa. A questo punto, cerchiamo il Sole centrandolo all’interno della prima lente sfruttando l’ombra minima che si ottiene quando il Sole è allineato con il telescopio. Si posiziona l’oculare in modo che l’immagine sia a fuoco e si procede con l’osservazione. E’ possibile anche sostituire l’oculare con una telecamera che proietta le immagini sullo schermo. Capitolo 3 Trattamento delle Immagini Le immagini utilizzate per l’analisi di un flare solare, sono state acquisite dall’osservatorio austriaco di Kanzelhohe non avendo a disposizione immagini con un flare a causa della bassa attività del Sole in questo periodo; l’idea è quella di reperire tale materiale tramite il telescopio descritto precedentemente. Con le seguenti istruzioni mostriamo i passaggi fondamentali per comprendere le caratteristiche del flare. 3.1 Ricerca Flare Inizialmente si utilizza un’istruzione per acquisire le immagini contenute in una cartella predefinita. Successivamente passiamo alla lettura dell’immagine,che potrebbe avere delle dimensioni superiori rispetto a quelle della finestra da noi aperta per osservarla. Ora è necessario adattare le immagini in modo che esse ci permettano di osservare interamente il sole, così da poter individuare la zona da noi ritenuta interessante. Utilizzando un comando che ci fornisce la luminosità dei pixel siamo in grado di individuare l’area del flare e il punto con maggiore luminosità. A partire da tale punto circoscriviamo la regione d’interesse. Una volta circoscritta la regione, ritagliamo una zona di 20 x 20 pixel. Per osservare la crescente luminosità del flare utilizziamo un ciclo che mostra in sequenza le immagini, dando origine ad un filmato. A seconda delle 9 necessità, possiamo usare un’istruzione per regolare l’intervallo di tempo che trascorre tra la visualizzazione di un’immagine e l’altra. Arrivati a questo punto possiamo proseguire in due modi differenti. 3.2 Grafici Nel primo caso, possiamo effettuare una media della luminosità della zona interessante, in modo da ottenere un grafico in cui sull’asse delle x abbiamo il numero delle immagini, mentre sull’asse delle y abbiamo la scala di luminosità, che date le caratteristiche della nostra camera si struttura in 255 livelli. Grafico 1: luminosità media nella finestra del flare 10 Nel secondo caso, prendiamo in considerazione la luminosità media del sole che impieghiamo come soglia per il nostro nuovo grafico, basato sull’uso di una maschera. Tale maschera considera il valore medio e, nell’immagine ritagliata, rende visibili solo i punti con luminosità maggiore alla soglia, oscurando completamente tutti gli altri punti. Così facendo, questo grafico, pur avendo le stesse coordinate del primo, risulta pi`u preciso in quanto si basa strettamente sulla zona interessata dal flare. Grafico della luminosità di un flare Grafico 2: luminosità media nella maschera del flare Una volta realizzati i due grafici, attraverso una funzione, interpoliamo i punti del grafico dal quale ricaviamo due rette: una ascendente, rappresentante la salita di luminosità del flare, e una discendente, rappresentante la graduale discesa della luminosità del flare. Nel secondo grafico, la retta che descrive la salita della luminosità ha un coefficiente angolare di 1,11 unità luminose/frame. L’unità di misura di tale valore indica l’aumento dell’intensità di ogni immagine sulla scala dei grigi al variare del numero dell’immagine. La retta che descrive la discesa della luminosità del flare ha invece un coefficiente angolare di -0,38 unità luminose/flare. In base alla definizione stessa di flare ci aspettavamo grafici simili a quelli ottenuti, in cui la pendenza della retta ascendente (fase impulsiva) è maggiore rispetto a quella della retta discendente. 11 Andiamo verso una fase in cui il Sole aumenta la propria attività, aumentiamo anche noi la nostra attenzione verso nuove conoscenze! 12