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Fortificazioni
Il termine indica tutte le misure tecnico-costruttive (ostacoli, postazioni armate, rifugi, opere minate
permanenti) volte a migliorare o protrarre la difesa militare di un determinato territorio. A dipendenza del tipo
di costruzione, si distingue fra fortificazioni permanenti (sistema costruttivo complesso, in muratura, anche in
calcestruzzo) e fortificazioni campali (costruzioni leggere, prevalentemente in terra e legno). Fino al XIX sec.
le singole signorie o i cant. conf. fortificarono spazi circoscritti, come le città o le vie di transito. In seguito le
fortificazioni sono divenute di competenza della Conf. e si è operata una distinzione fra quelle situate
all'interno del Paese e le fortificazioni di frontiera.
1 - Forme di fortificazioni dalla Preistoria alla fine del Medioevo
I più antichi luoghi d'insediamento fortificati risalgono all'età della Pietra. In quella del Ferro questi abitati
presentavano spesso la forma dell'Oppidum. I Romani costruirono fortificazioni soprattutto attorno agli
accampamenti delle loro legioni (Vindonissa) e lungo i confini dell'Impero (Limes), ma anche a protezione
delle città (Mura cittadine) e delle strade. Contro l'invasione degli Alemanni nella tarda antichità sorsero
numerosi ricetti (Castro, Rifugio fortificato). Tipiche fortificazioni del ME erano la fortezza - centro di una
signoria o impianto di protezione militare di una regione (Castelli e fortezze) -, le mura cittadine e le Letzi.
Autrice/Autore: Hans Stadler / sma
2 - Fortificazioni dell'età moderna
Prima del 1798, i singoli cant. costruivano le proprie fortificazioni. Soltanto le opere fortificate situate nei
baliaggi comuni, ad esempio a Bellinzona e a Baden, sottostavano a un'amministrazione collettiva. L'avvento
dell'artiglieria comportò un radicale mutamento delle fortificazioni. A partire dal XVI sec., le città iniziarono in
primo luogo a munire di bastioni le loro porte e gli angoli delle mura di cinta. Innovazioni pionieristiche furono
sviluppate soprattutto nei Paesi Bassi e in Francia (Vauban, 1633-1707). In Svizzera, le prime opere di tipo
moderno furono realizzate durante la guerra dei Trent'anni, quando le città iniziarono a sostituire le mura di
cinta con fortificazioni bastionate progettate da ingegneri. Le più imponenti fortificazioni cittadine sorsero a
Ginevra; a Soletta si sono conservati elementi dell'impianto di difesa risalente al periodo barocco, di notevole
impatto scenografico. Tra il 1622 e il 1631 le Tre Leghe, l'Austria e la Francia costruirono fortificazioni sul
Sankt Luzisteig, presso Fläsch, Mastrils e Landquart per sbarrare le vie di accesso al territorio grigionese e a
Coira. Queste opere, ampliate ulteriormente agli inizi del XVIII sec., furono attaccate dai Francesi e dagli
Austriaci nel 1799 durante la seconda guerra di coalizione e vennero quasi totalmente distrutte nel 1800. Per
proteggere il collegamento con l'Argovia, dopo la prima guerra di Villmergen (1656) Berna trasformò Aarburg
in una fortezza moderna (i lavori, iniziati già nel 1654, terminarono nel 1673) e gli otto cant. eressero bastioni
alla fortezza di Stein a Baden (1658-70). Per difendersi da Berna, nel 1710 Uri costruì la ridotta della
Meienschanze a Wassen e nella seconda guerra di Villmergen (1712) Zurigo fortificò i confini verso Svitto e
Zugo. Nel 1798, durante la Repubblica elvetica, i Francesi costruirono due linee di batterie tra Bellinzona e la
Mesolcina mentre nel 1799 gli eserciti stazionati attorno a Zurigo edificarono fortificazioni campali.
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3 - Le fortificazioni svizzere dal 1815 al 1921
Durante l'occupazione delle frontiere del 1815 si procedette allo sbarramento dell'asse ovest-est contro
Napoleone. Fortificazioni campali sorsero soprattutto nel Seeland bernese (testa di ponte di Bargen-Aarberg)
e venne fortificata anche la città di Basilea. Dopo il 1815 si sviluppò una gestione delle fortificazioni estesa
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all'insieme della Conf. Dal 1815 al 1829, il colonnello quartiermastro Hans Conrad Finsler pianificò in modo
sistematico gli interventi operativi dell'Esercito fed., tenendo conto delle necessarie fortificazioni. La
costruzione di queste opere ebbe però inizio solo sotto Guillaume-Henri Dufour, capo di Stato maggiore
generale dal 1831. In quello stesso anno, dopo la Rivoluzione di luglio in Francia, si procedette alla
realizzazione di un primo programma di lavori su scala nazionale: si approntarono la fortificazione della
strettoia di Saint-Maurice, integrata da interventi nella strada del Sempione presso Gondo, la ricostruzione del
Sankt Luzisteig, le opere di rafforzamento di Aarberg, della regione della Thielle e di Basilea. Nel corso del
servizio attivo decretato nel 1848 durante la guerra nell'Italia del nord, si ampliarono ulteriormente le
fortificazioni di Saint-Maurice e del Sankt Luzisteig e se ne edificarono altre a sud di Bellinzona, lungo il
torrente di Sementina e la valle Morobbia. I lavori proseguirono a Bellinzona e sul Sankt Luzisteig nel 1853-54,
quando la Lombardia, allora austriaca, era animata da forti tensioni. Nel 1856 in seguito all'affare di
Neuchâtel furono avviati lavori di fortificazione sulla frontiera del Reno e del lago di Costanza. Nel 1859, con
la guerra d'indipendenza it., l'asse del Sempione riacquisì una posizione di primo piano determinando un
ampliamento delle fortificazioni a Gondo e Saint-Maurice. Tutti questi impianti, per la maggior parte pianificati
da Dufour, miravano a consolidare le frontiere nei settori particolarmente minacciati. Non esisteva ancora un
sistema di fortificazioni globale e compatto.
L'aumento dei conflitti intern. e gli sviluppi tecnici delle armi, come ad esempio le canne rigate dell'artiglieria,
determinarono dopo il 1860 una fase di ripensamento della Difesa nazionale che vide i fautori di un cordone
lungo la frontiera opporsi ai sostenitori di una fortificazione centralizzata. Nel 1872 fu istituita una
commissione per le fortificazioni. L'apertura della linea ferroviaria del Gottardo (1882), l'irredentismo it. e la
Triplice alleanza formata da Germania, Austria e Italia (1882) contribuirono a far prevalere l'idea di una
fortificazione centralizzata. Nel 1886 prese avvio la realizzazione delle fortificazioni del Gottardo, secondo un
progetto del capo di Stato maggiore generale Max Alphons Pfyffer von Altishofen: nel corso di diverse fasi
costruttive, che si protrassero fino al 1920, furono fortificati i fronti sud, nord, est e ovest nei settori di Airolo e
Andermatt, dei passi dell'Oberalp, della Furka e del Grimsel. In tutte le fortificazioni furono apportate migliorie
agli accantonamenti e alle vie di accesso, e furono approntate postazioni d'artiglieria. Tra il 1892 e il 1920
sorsero le moderne fortificazioni di Saint-Maurice, con i forti di artiglieria di Savatan e Dailly, l'opera anticarro
di Evionnaz e una vasta rete di postazioni di fanteria, di strade e opere minate permanenti. Dopo il 1900 iniziò
un dibattito pubblico sull'efficacia e sul senso delle grandi fortificazioni. Dopo che il capo di Stato maggiore
generale Theophil Sprecher von Bernegg ebbe valutato le fortificazioni del Gottardo non come un'opera
centrale (Ridotto nazionale) ma come una testa di ponte sull'ostacolo strategico delle Alpi, divenne possibile,
dal 1912 e spec. durante la prima guerra mondiale, fortificare nel Ticino la linea Verzasca-Magadino-Monte
Ceneri-Cima di Medeglia-Camoghè-Gesero-Lumino. Dal 1914 al 1918, a nord si rafforzarono la linea che dal
canale della Thielle attraverso il Vully, Morat e Salvenach raggiunge la Sarina, una testa di ponte sulla riva
sinistra dell'Aar presso Olten e l'Hauenstein inferiore. Si trattava però per lo più di fortificazioni campali.
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4 - Gli anni dal 1921 al 1945
Dopo la prima guerra mondiale la maggior parte delle fortificazioni campali venne abbandonata e il personale
attivo nelle fortificazioni fu ridotto del 40% ca., divenendo insufficiente alla manutenzione degli impianti
permanenti. Solo dal 1930, dopo che la Francia ebbe avviato la costruzione della linea Maginot e l'Olanda e il
Belgio avevano seguito il suo esempio, la Svizzera intensificò nuovamente i propri sforzi nella costruzione di
opere fortificate a scopo dissuasivo e per creare posti lavoro in tempi di crisi economica. Nel 1934 iniziò la
fortificazione delle frontiere: dapprima con singole opere e posizioni sui principali potenziali assi di invasione,
e in seguito con la costruzione di linee fortificate correlate, completate da sbarramenti sul terreno e integrate
all'interno del Paese con una vasta rete di opere minate permanenti. Per proteggere la mobilitazione fu creata
un'org. di difesa delle frontiere dalla quale nel 1938 ebbero origine le brigate di frontiera. Alle fortificazioni di
frontiera fecero seguito quelle del Paese. La fortificazione di Sargans, costruita tra il 1939 al 1944,
rappresenta la moderna prosecuzione dell'impianto del Sankt Luzisteig; negli anni 1939-40 vennero
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approntate le postazioni dell'esercito lungo la linea Sargans-lago di Walenstadt-Linth-lago di Zurigo-Limmat.
Nel 1940 divenne operativo il ridotto nazionale, che si appoggiava alle tre grandi fortificazioni, costantemente
ampliate, del Gottardo, di Saint-Maurice e di Sargans. Gli accessi da nord al ridotto vennero rafforzati e a sud
vennero colmate le lacune dell'impianto di fortificazione. Dopo la svolta della guerra, nel 1943-44, venne
ampliata la posizione della Limmat e furono completate le fortificazioni di frontiera a ovest tra il Doubs, presso
Les Brenets, e il Creux du Van, sul passo di Le Mollendruz e lungo l'Aubonne.
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5 - Il dopoguerra
Dopo il 1945, le opere di fortificazione avviate nel periodo bellico vennero gradatamente portate a termine. La
concezione della difesa nazionale militare del 1966, elaborata dal Consiglio fed. tenendo conto della minaccia
delle armi di distruzione di massa, costituì il punto di partenza per altri interventi di rafforzamento del
territorio. I settori delle brigate di combattimento e poi dell'armata di campagna furono rafforzati con bunker
a cupola, rifugi antiatomici, posti di comando e lanciamine di fortezza da 12 cm. Furono inoltre costruiti
ulteriori sbarramenti nelle strette e la difesa anticarro fu migliorata con l'istallazione di torrette da 10,5 cm
prelevate da veicoli da combattimento fuori servizio. In tempi recenti, l'artiglieria di fortezza è stata
modernizzata con l'introduzione delle batterie Bison calibro 15,5 cm. Lo stoccaggio permanente dell'esplosivo
nel pezzo d'artiglieria ha consentito di accrescere la prontezza al fuoco. Gli accantonamenti sotterranei di
montagna servivano alla protezione delle truppe.
Nel quadro di Esercito 95 sono stati declassati ca. 13'000 tra forti dell'artiglieria, fortini della fanteria,
posizioni d'armi, rifugi, sbarramenti, barricate e opere minate, che di conseguenza non fanno più parte del
dispositivo operativo. Le fortificazioni erano integrate in una rete che copriva tutto il Paese, la cui
manutenzione era affidata alle truppe di fortezza; queste opere erano messe a disposizione degli
aggruppamenti di combattimento. Con Esercito XXI sono state soppresse le truppe di fortezza: agli artiglieri
compete l'utilizzo dei pezzi d'artiglieria nelle fortificazioni rimanenti, alle guardie di fortificazione la relativa
manutenzione. Alcune fortificazioni ormai desuete sono state trasformate in musei (Heldsberg, Reuenthal,
Pré-Giroud presso Vallorbe, Le Scex e Cindey a Saint-Maurice, e quelli, ripresi da ass. private, del Gran San
Bernardo); presso vecchi sbarramenti vengono sviluppate superfici di compensazione ecologica.
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6 - Il corpo della guardia delle fortificazioni
Per la sorveglianza e la manutenzione delle fortificazioni vennero costituite sul Gottardo (1892) e a SaintMaurice (1894) le guardie di sicurezza, denominate dal 1910 guardie dei forti. Il numero crescente degli
impianti permanenti rese necessaria nel 1936 la creazione di una protezione delle frontiere basata sul servizio
volontario; nel 1942 nacque il Corpo della guardia delle fortificazioni (CGF, ca. 1700 membri nel 1990),
subordinato all'ufficio fed. del genio e delle fortificazioni fino al 1995. Nell'ambito di Esercito 95 il CGF è stato
ridimensionato (ca. 1550 uomini nel 1997), sottoposto direttamente al capo delle forze terrestri e investito di
ulteriori compiti nell'ambito della sicurezza. La tendenza all'assunzione di nuove funzioni, ad esempio nel
campo del servizio d'appoggio, è stata confermata nelle direttive di Esercito XXI.
Autrice/Autore: Hans Stadler / sma
Riferimenti bibliografici
Bibliografia
– K. Werner, Die Anfänge der schweizerischen Landesbefestigung, 1815-1860, 1946
– J. Rebold, Baugeschichte der Eidgenössischen Befestigungswerke, 1982
– Il nostro corpo d'armata alpino, 1983
– 50 Jahre Festungswachkorps, 1992
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– M. Mittler (a cura di), Die Geschichte der schweizerischen Landesbefestigung, 1992 (con bibl.)
– W. Rutschmann, Gotthardbefestigung, 1992
– L. Pfiffner, Die Festung Sargans im Wandel der Zeit, 1994
– Abschied vom Réduit, 1995
– L. Dosch, M. Rischgasser, Festung St. Luzisteig, 1995
– W. Lüem, A. Steigmeier (a cura di), Die Limmatstellung im Zweiten Weltkrieg, 1997
– M. Lovisa, «Von Bunkern, Forts und Toblerone», in Archithese, n. 5, 1999, 34-39
– P. Geiger, M. Lovisa, «Das Artilleriewerk Mühlefluh in Vitznau 1940-1943», in Gfr., 153, 2000, 173-242
– M. Lovisa, «Bref survol de l'histoire de la construction des fortifications dans le canton de Neuchâtel
1936-1945», in RHN, 2001, 109-135
– J.-J. Rapin, L'esprit des fortifications, 2003
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