Informazioni per gli utenti che richiedono test

Informazioni per gli utenti che richiedono test diagnostici per
l’infezione da virus della immunodeficienza acquisita (HIV)
Si prega di leggere con attenzione. Nel caso in cui fossero necessari ulteriori
chiarimenti, è possibile contattare la segreteria del Laboratorio (0461.220077)
chiedendo un colloquio con i Dirigenti preposti.
Lei ha richiesto un test diagnostico per conoscere il suo stato rispetto alla infezione
da HIV.
L’attuale normativa Nazionale e Provinciale garantisce l’accesso a tale diagnostica a
tutti i cittadini che ne facciano richiesta. Le indagini di laboratorio vengono eseguite
rispettando il diritto all’anonimato ed alla protezione dei propri dati personali
sensibili (diritto di privacy). Proprio per questo motivo il prelievo sarà identificato
solo con un codice numerico e potranno accedere ai suoi dati anagrafici solo gli
operatori autorizzati e vincolati da un rigoroso contratto di rispetto della privacy. In
ogni caso, qualora lo desideri, è anche possibile richiedere il test in completo
anonimato ovvero senza fornire i propri dati anagrafici, ma un nominativo di
comodo. Il test dell’HIV verrà stampato su un referto a parte e, qualora ne abbia
richiesto l’invio per posta elettronica, il file PDF verrà criptato e potrà essere letto
solo attraverso la password riportata in alto a sinistra sul tagliando che le viene
consegnato al momento del prelievo.
E’ bene sapere che allo stato attuale dell’arte nessun test di laboratorio da sé solo,
è tanto specifico da essere in grado di risultare negativo nel 100% dei casi negativi
o, viceversa, tanto sensibile da essere positivo nel 100% dei casi positivi.
Nel nostro laboratorio utilizziamo i migliori metodi attualmente disponibili che, ad
esempio, hanno una specificità del 99.9% (un falso positivo ogni 1.000); tuttavia
nella gestione di ogni singolo paziente devono essere utilizzati tutti i test allo scopo
di dare una risposta conclusiva.
In particolare l’iter diagnostico implica i seguenti test eseguiti nell’ordine:
1. ricerca combinata di anticorpi e antigene p24 con metodica
chemiluminescente di 4° generazione – HIV COMBI (1° test di screening);
2. ricerca differenziata di anticorpi e antigene p24 con altra metodica di 4°
generazione presso un altro Laboratorio – HIV DUO (2° test di screening);
3. ricerca Immunoblot (RIBA) di anticorpi rivolti verso specifici antigeni virali
(1° test di conferma);
4. ricerca con tecniche di amplificazione genica (biologia molecolare) dell’RNA
virale (test per la valutazione della presenza e della carica virale).
Il Laboratorio Adige, sia per ragioni tecniche, sia per il loro costo elevato, esegue
il test di screening (I e II step) e nel caso di positività, la ricerca RIBA (terzo
step). Quindi indirizza il paziente verso una struttura di riferimento per eseguire la
quarta ricerca.
Al termine di tale percorso diagnostico Lei riceverà una risposta i cui esiti potranno
essere:
1. Negativo/non reattivo. Questo risultato indica che Lei, nel momento del
prelievo è sieronegativo, vale a dire che non ha evidenza sierologia di infezione
da HIV. Tale risposta, in assenza di “comportamenti a rischio” precedenti il
prelievo può considerarsi conclusiva.
Attenzione però: se Lei nelle settimane precedenti ha avuto comportamenti a
rischio (rapporti sessuali occasionali non protetti, uso promiscuo di siringhe,
tatuaggi o piercing in ambienti non controllati e altri) può trovarsi nel così detto
“periodo finestra” (negatività temporanea dei test in presenza di infezione). In
Laboratori Adige Srl
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questo caso è consigliabile la ripetizione del test HIV entro 3-6 mesi osservando
in tale periodo accortezza e prudenza nelle relazioni (sessuali, familiari, altre)
come se fosse sieropositivo (vedi la voce “sieroconversione” nel dizionario a
fondo pagina).
2. Positivo/reattivo. Questo risultato, sempre che siano state svolte tutte le
indagini sopra descritte, indica che Lei è sieropositivo, vale a dire che ha
l’infezione da HIV ed è in condizione di trasmettere il virus ad altri soggetti. In
questo caso, le sarà proposto un colloquio con i Dirigenti di un centro di
riferimento che le forniranno le informazioni necessarie sul significato della sua
positività, sulle implicazioni comportamentali e quant’altro servirà alla
comprensione del suo nuovo stato; la indirizzeranno, inoltre, verso le strutture
idonee alla sua gestione clinica.
Di seguito, le forniamo un “dizionario cronologico” utile alla comprensione
di alcuni termini tecnici:
1. Comportamenti a rischio: relazioni non protette con soggetti sieropositivi o
dei quali non si conosca lo stato sierologico che comportino lo scambio o il
contatto con materiale (sangue, sperma, secrezioni vaginali, ad esempio) capaci
di trasmettere il virus HIV.
2. Trasmissione/Trasmissibilità: capacità/possibilità del soggetto sieropositivo
di “passare” il virus al soggetto sano.
3. Sieroconversione: passaggio dallo stato “negativo” a quello “positivo” dopo
l’esposizione al virus (infezione). La sieroconversione avviene dopo un periodo di
tempo variabile dopo l’esposizione ma, comunque, non inferiore a due-tre
settimane. Per questo motivo i test di laboratorio non devono essere eseguiti
subito dopo l’eventuale comportamento a rischio o nelle due-tre settimane
successive poiché risulteranno molto probabilmente negativi, portando il
soggetto alla falsa tranquillità di non essere infettato.
4. Periodo finestra: intervallo di tempo che intercorre tra il contatto con il virus e
la sieroconversione. In questo periodo, necessario per la produzione di anticorpi,
i test di laboratorio risultano negativi e possono dare la falsa tranquillità che un
comportamento a rischio non abbia causato infezione. Il periodo di finestra è
variabile da soggetto a soggetto ma non è mai inferiore a 2-3 settimane,
durante le quali è inutile fare i test di laboratorio ma è indispensabile osservare
comportamenti di prudenza “come se si fosse sieropositivo”.
5. Sieropositività/Sieropositivo: condizione in cui sono presenti nel sangue ed
in altri liquidi corporei anticorpi contro il virus HIV o il virus stesso. Questa
condizione può progredire verso la malattia conclamata (AIDS) ma, oggi, può
essere controllata e rallentata per molti anni nella sua progressione con l’uso di
terapie specifiche e tempestive.
6. Terapia antiretrovirale: terapia specificamente idonea a rallentare la crescita
(moltiplicazione) del virus HIV e la progressione della malattia. E’ generalmente
composta dalla associazione di più farmaci e la sua efficacia è in continua
crescita con la scoperta di nuovi farmaci. Un altro fattore (forse più importante)
di efficacia è rappresentato dalla tempestività di inizio e dalla continuità
dell’assunzione.
Trento 24 Agosto 2015
il Direttore Responsabile