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PROGETTO CATTEDRA UNESCO
Antropologia della salute – Biosfera e sistemi di cura
Il progetto Cattedra Unesco nasce da una esigenza culturale e da una realtà patrimoniale.
L'esigenza culturale tiene conto delle tendenze contemporanee nella ricerca scientifica, volte
a riconoscere un nesso tra i concetti di salute, di ambiente e di cura. Questo approccio
supera la tradizionale separazione tra campi della conoscenza - scienza, cultura, natura verso un sistema nuovo e integrato. Il concetto di salute e i metodi di cura non hanno valore
universale: universale é invece la qualità scientifica dell'indagine.
La realtà patrimoniale è il Museo di Etnomedicina di proprietà dell'Università di Genova. Il
Museo in Antonio Scarpa, alimentato in 40 anni di ricerche in 5 continenti, raccoglie oltre
1400 pezzi e rappresenta oggi il più completo patrimonio mondiale di questo genere. Un
numero di ricercatori di differenti discipline ha formato un gruppo di ricerca attorno al tema dei
luoghi, delle forme e delle modalità di salute, cura e guarigione.
Soggetto ospitante è l’Università degli Studi di Genova attraverso la Scuola di Scienze
Sociali, il Dipartimento Scienze della Formazione, Antropologia Medica ed Etnomedicina. Il
progetto è coordinato dal prof. Antonio Guerci, biologo, ordinario di antropologia, direttore del
Museo di Etnomedicina A. Scarpa.
La Cattedra “Antropologia della salute – Biosfera e sistemi di cura” persegue queste finalità:
1. Conoscere, promuovere e proteggere i luoghi naturali e i sistemi culturali che
consentono alle società tradizionali di perpetuarsi e di curare.
2. Proteggere la biosfera e l’etnosfera come laboratorio naturale dei rimedi e nozioni
mediche dei popoli indigeni; preservare i luoghi, gli spazi, le architetture e i paesaggi
della guarigione intesi come ripristino armonico tra le comunità umane nell'ambiente
di insediamento.
3. Fornire un luogo di incontro tra i saperi di culture tradizionali e le conoscenze
scientifiche della medicina occidentale contemporanea, in un contesto di pari dignità
e scientificamente documentabile.
4. Aprire una nuova modalità cognitiva al concetto di salute e di cura e al suo
immaginario; ricercare le condizioni e i criteri necessari al mantenimento della salute,
considerando etnomedicina, pianificazione spaziale e territoriale come aspetti della
medesima attività.
5. Aprire la ricerca scientifica verso altre concezioni della realtà e dell’immaginario,
riconoscendone identità e valore, generando un sapere multi disciplinare, culturale e
cognitivo, ma unico nel linguaggio.
6. Mettere in rete i Musei etnomedici ed etnografici esistenti, i Musei di Scienze Naturali
e i Giardini Botanici.
7. Perseguire l'attività didattica con lauree, dottorati, scambi tra terapeuti e tra docenti e
studenti di altre Università nonché insegnamenti post-laurea, borse di studio, sviluppo
delle istituzioni locali, divulgazione, rafforzamento delle capacità, trasferimento delle
conoscenze e sostenibilità.
8. Agire in accordo con le altre Cattedre Unesco condividendo obiettivi e finalità
all’interno della rete UNITWIN.
La Cattedra prende in esame il vasto contesto in cui si sviluppano le ricerche medicoantropologiche nell'area della salute e del benessere. Nelle finalità viene espressa la volontà
di rafforzare i legami tra le Università, gli Istituti di ricerca e di istruzione superiore per favorire
le capacità di trasferimento delle conoscenze in un ambito unitario.
Il progetto articola attorno a un museo di Etnomedicina e a più ricerche su campo queste
aree d’indagine, dirette da specialisti disciplinari:
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Antropologia: sistemi di cura, immaginario della salute, luoghi sacri, etnomusicologia
Architettura: centri cerimoniali e spazi di guarigione
Botanica: policulture e linguaggi delle piante
Ecologia: equilibrio dinamico della rete biotica, biosfera ed etnosfera
Etnomedicina: documentazione e indagine sul funzionamento di rimedi e cure
Geofisica: geomorfologia, idrologia e struttura del paesaggio
Medicina: determinanti e promozione della salute
Pianficazione territoriale: topos di armonia ambientale e paesaggi oracolari
La Cattedra mette a punto un modo di acquisire conoscenza che parte da differenti origini,
tradizioni, discipline e culture e apprende a normare in modo scientifico nozioni etnomediche
e indigene non ancora decodificate. La Cattedra ha come base di indagine l'ipotesi che la
conoscenza sia unitaria, ma con molteplici origini, metodi ed espressioni. Tale differenza è
essenziale per preservare un sistema culturale non solo a partire dalle informazioni che
contiene, ma soprattutto nel modo in cui le acquisisce nel proprio territorio. Rafforzare un
legame tra questa dimensione culturale e il trasferimento di conoscenze in istituti universitari
o di educazione superiore è una necessità primaria per il buon funzionamento della Cattedra.
L’obiettivo a lungo termine è formare una generazione di ricercatori multidisciplinari,
occidentali e non, capaci di tradurre secondo metodi scientifici insiemi integrati di conoscenza
del mondo etnomedico, capace di raggiungere una medesima conoscenza in modi differenti.
Questo approccio considera lo sviluppo economico e sociale a partire dai punti di forza delle
economie comunitarie tradizionali.
Gli obiettivi specifici considerano:
• Attivazione di una rete UNITWIN
• Attivazione di un museo multidisciplinare di Etnomedicina a Genova
• Studio multidisciplinare su campo di un centro di cura in Amazzonia
• Formazione e la diffusione dei risultati e della metodologia
• Pubblicazione periodica dei risultati
• Promozione dell’incontro tra differenti interpreti di tradizioni e culture della cura,
della salute e della guarigione
La compresenza di più domini garantisce il dialogo necessario tra saperi diversi per
preservare integralmente i patrimoni materiali ed immateriali non classificabili in una sola
unità disciplinare
I criteri e le finalità di istituzione corrispondono ed integrano le priorità dell'Unesco per il III°
millennio (Unesco Mid Term Strategy 2008-13 e 2014-2021) e agli obiettivi del millennio ONU
(milleniumgoals). La Cattedra e il network hanno la doppia funzione di “think-tank” e di ponte
tra il mondo accademico, la società occidentale, le comunità indigene, la ricerca scientifica e
le istituzioni.