Morellona del Cassero (varietà) Relazione tecnica CENNI STORICI ED ORIGINE: il ciliegio è ubicato in prossimità di Poggibonsi, ove sorge un'imponente corona muraria. Si tratta del perimetro esterno della Fortezza medicea costruita agli inizi del millecinquecento per volontà di Lorenzo il Magnifico. Il progetto non fu portato a pieno compimento e pertanto non venne realizzato il nucleo urbano previsto al suo interno. Venne invece edificato il Cassero, a pianta pentagonale, che oggi, restaurato, domina i colli circostanti. Il ciliegio si trova all’interno del parco del Cassero che fino ad oltre metà del 1900 era adibito ad orti. La fortezza prima che fosse acquisita/gestita dal Comune di Poggibonsi era destinata a civile abitazione. Pertanto, grazie alla testimonianza di alcuni abitanti del luogo, è possibile ricondurre la presenza della pianta di ciliegio almeno al 1950, ovvero messa a dimora con buona probabilità dagli stessi abitanti del Cassero. ZONA DI DIFFUSIONE: il ciliegio è da sempre presente nei pomari o custodito negli hortus di proprietà degli agricoltori della zona. Molto diffuso ai lati dei campi coltivati o lungo la viabilità campestre come segno tangibile della civiltà contadina. GENERALITA’ SULL’AREALE SENESE: la Provincia di Siena si estende dal Comune di San Gimignano, estremità posta a nord-ovest, fino all’estremita di sud-est coincidente con il territorio di San Casciano Bagni. Le precipitazioni medie annue di lungo periodo variano da 600 a 1500 mm/anno, con aree a minore precipitazione localizzate in alta Val d’Elsa e in Val d’Orcia. Le temperature medie dell’aria variano da 8 a 15,5° C e quelle del suolo variano tra i 13 e 17° C. Secondo la Soil Taxonomy, i suoli presenti nella Provincia di Siena appartengono a 6 ordini, 15 sottordini, 26 grandi gruppi, e 64 sottogruppi. Tali ordini sono: Alfisuoli, Andisuoli, Entisuoli, Inceptisuoli, Mollisuoli, Vertisuoli. Per quanto concerne la profondità utile, cioè la profondità interessata dalla presenza di radici, i suoli agrari del territorio provinciale presentano un valore medio di 94 cm. I suoli sono caratterizzati da una pietrosità superficiale media del 3,2%. Lo scheletro, cioè la quantità di frammenti litoidi con diametro maggiore di 2 mm, rappresenta il 15,6% in volume (suoli a scheletro frequente). Per quanto concerne il drenaggio si hanno valori classificabili come suoli da moderatamente ben drenati a suoli ben drenati. I terreni hanno in media una disponibilità idrica da moderata ad elevata. Si tratta quindi di suoli che nella maggior parte dei casi non presentano carenze idriche. L’azoto totale è presente in scarsa quantità, mentre si hanno alti contenuti in calcare. L’altimetria media è di circa 350 m s.l.m., con l’80% dei suoli agrari compreso fra 200 e 500 m di altitudine. Il 50% di tali suoli insiste su versanti con pendenza maggiore dell’8%. CONSISTENZA: con il progressivo benessere delle popolazioni e il conseguente allontanamento delle campagne si è assistito, negli ultimi decenni, all’abbandono di questa tipica varietà. Sono infatti progressivamente in minor numero coloro che riproducono per via agamica le vecchie varietà da frutto. Questo principalmente è riconducibile sia alla perdita di maestranze locali sia alla scomparsa del vecchio podere di campagna che al suo interno doveva contenere tutto il necessario per il sostentamento della “famiglia allargata”. Soprattutto nelle aree dove l’attività agricola è principalmente legata al settore vitivinicolo si è assistito progressivamente alla scomparsa delle vecchie varietà. I vecchi poderi oggi sono diventati cantine o agriturismi che ben poco hanno in comune con le caratteristiche del passato. Ecco che i quattro ciliegi nel parco della Fortezza di Poggio Imperiale a Poggibonsi divengono una risorsa importante per la conservazione della varietà. Il parco fino agli anni ‘60-70 era coltivato ad orto dalle famiglie contadine che abitavano nella fortezza e alle quali è riconducibile la presenza dei ciliegi. VALUTAZIONE: il ciliegio denominato “Morellona del Cassero” è una varietà tipica dell’areale della Provincia di Siena; difficilmente sarà possibile riscontrare tale varietà in altre zone o Regioni d’Italia. VALUTAZIONE DEL RISCHIO: si tratta di un germoplasma a RISCHIO di erosione genetica, la cui numerosità sicuramente risulta INFERIORE ai 100. All’interno del territorio provinciale si stimano presenti circa 50-60 piante. AZIENDE COLTIVATRICI: il numero di aziende in cui è presente la suddetta varietà è esiguo. Si ritiene infatti che l’albicocco abbia un età superiore ad 50-60 anni e che non vi siano stati motivi per la diffusione in altre zone. LUOGO DI CONSERVAZIONE E/O DI RIPRODUZIONE: - Provincia: Siena - Comune: Poggibonsi - Localizzazione: all’interno della corona muraria del Cassero - Posizione GPS della pianta: 190 mslm N 43°27.365' EO 11°09.211' COMPORTAMENTO AGRONOMICO: è una pianta alta circa 7 m, con diametro del fusto di 45 cm. Ha portamento pendulo e una vigoria elevata. Fruttifica entro la prima decade di giugno. Le esigenze agronomiche della varietà non differenziano da quelle relative alla coltivazione del ciliegio. CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE ED ORGANOLETTICHE DEL PRODOTTO: è utilizzata per il consumo fresco. Descrizione Morfologica Foglie: di forma ellittica, sono mediamente lunghe 124 mm e larghe 47 mm. Il margine è dentato, l’apice acuto e la base stretta. Sono presenti generalmente 2 ghiandole reniformi al picciolo; questo è lungo in media 36 mm, spesso 1-1,5 mm. La pagina superiore ha un colore verde medio. Frutti: i frutti hanno peso medio di 10,05 g, una forma longitudinale tronco-conica mentre trasversalmente sono oblati. In media il frutto misura 24 mm in altezza, 27 mm in larghezza e 23,5 mm in spessore. La cavità peduncolare è piccola. Il peduncolo di facile distaccamento è lungo in media 33 mm, spesso 1 mm. L’epidermide è di colore rosso scuro. La polpa è di tipologia tenerina, di color rosso scuro, semispicca, succosa, di buone qualità organolettiche (tenore zuccherino: 17 °Brix). Il nocciolo ha una forma arrotondata senza punta; il peso medio di 5 noccioli è 1,83 g circa. NOTE: il frutto è usato nella cucina tipica toscana soprattutto per marmellate, spesso usate come guarnizione di crostate. La raccolta delle ciliegie, nelle campagne toscane, costituiva un’usanza tipica, queste venivano, come si suol dire, “colte e mangiate” soprattutto dai bambini. BIBLIOGRAFIA AA.VV. (A.C. Costantini coord.), 2008. Zonazione viticola e olivicola della Provincia di Siena. Provincia di Siena. Ascani E., 2008. Piante Autoctone: storia e coltivazione delle piante da frutto nel territorio senese. Ed Nuova Immagine, Siena: 140 p.