Laidentie dalle issa la scoperta che i resti sono quelli di

Lai denti e dalle issa
la scoperta che i resti
sono quelli di Ilaria
Ecco come gli studiosi sono arrivati all'identificazione
Ora e possibile l'esame del dna su un discendente
di Paola Taddeucci
1 LUCCA
I denti e le ossa, prima di tutto,
da cui si può risalire alla provenienza geografica e alle abitudini alimentari. E poi il confronto
con altre sepolture, l'anali si delle suppellettili, i riscontri storici: insomma un'indagine accurata, con gli strumenti dell'antropologia forense.
C'è questo grande lavoro di
ricerca- che prosegue tuttoradietro all'attribuzione dei resti
a Ilaria del Carretto. Le ossa che
gli esperti sostengono essere
della seconda moglie di Paolo
Guinigi, morta di parto nel
1405 e resa immortale dal monumento funebre di Jacopo
della Quercia, sono state trovate nella Cappella Guinigi, alcuni mesi fa, durante gli scavi preliminari ai lavori di ristrutturazione del complesso monumentale di San Francesco, cui
la Cappella è annessa.
Nell'occasione vennero alla
luce tre tombe femminili, in terra, oltre ad una serie di sepolture di circa 50 individui, tutti appartenenti alla famiglia Guinigi
che nella Cappella seppellì i
suoi morti dal 1300 inoltrato fino alla prima metà del XVII secolo. Il direttore degli scavi,
Giulio Ciampoltrini della Soprintendenza archeologica, capì immediatamente che doveva trattarsi di qualcosa di straordinario e che le tre tombe potevano essere quelle di tre delle
quattro mogli di Paolo Guinigi.
Ma occorreva una ricerca mirata.
«Occorreva mettere in atto dice Ciampoltrini - gli strumenti della moderna antropologia
forense, con raffinate metodiche di ricerca che avrebbero
potuto portare a identificare,
seppure sempre con il necessario margine di probabilità, le
tre defunte». E qui e entrato in
azione il professor Gino Fornaciari con la sua equipe di antro-
pologi e paleopatologi dell'università di Pisa, già autori di ricerche simili relative ai Granduchi dei Medici di Firenze, ai
Della Rovere di Urbino e ai sovrani aragonesi di Napoli. Studiando i denti, che permettono
di ricostruire la provenienza geografica, e le ossa, da cui si possono capire le abitudini alimentari, è arrivato a decifrare l'identità delle tre donne, fornendo
anche molti particolari su di loro. Ilaria, collocata nella prima
tomba, era gracile, alta circa
158 centimetri, affetta da scoliosi e da una sublussazione
dell'anca destra «che - sottolinea Fornaciari- l'avrebbe sicuramente fatta soffrire da vecchia».
Inoltre aveva la clavicola destra fratturata «forse - puntualizza il professore - in seguito al
parto». Il suo profilo paleonutrizionale indica un'alimentazione diversa da quella dei Guini-
gi, così come l'analisi dei denti
suggerisce un origine non lucchese (infatti era di Zuccarello,
in provincia di Savona). La seconda donna è Caterina Antelminelli, la prima moglie di Paolo Guinigi, morta di peste nel
1400 a 12 anni: alta per l'età e
per l'epoca - 167 centimetri sicuramente lucchese. Infine
c'è Jacopa Trinci, la quarta consorte, deceduta nel 1422: decisamente alta (167 centimetri),
anche per lei origini straniere
(era di Foligno), aveva tra le dita un anello nuziale e una bolla
papale di Martino V, regnante
dal 1417 al 143 1.
Secondo il professore - che
ha presentato gli esiti della ricerca nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio, proprietaria del San Francesco e finanziatrice di tutti gli scavi e dello
stessa ricerca - l'attribuzione
delle ossa a Ilaria è quasi sicura.
La certezza matematica potreb-
be arrivare dall'esame del Dna
di un discendente: il nipote Paolo di Campofregoso, figlio di
Ilaria minor, la secondogenita
per cui Ilaria morì. Doge di Genova e cardinale, Campofregoso è sepolto nella basilica dei
SS. Apostoli a Roma.
Per l'esumazione sarebbe necessaria l'autorizzazione vaticana e il professor Fornaciari sa
che non è facile. Vede più fattibili, invece, ulteriori accertamenti che, peraltro, costituiscono un approfondimento di
quanto ha già sperimentato finora. Si tratta di esami più specifici sui denti e sulle ossa, con
campionature nelle acque di
Zuccarello per scoprire la concentrazione di valori e confrontarli poi con quelli contenuti
nello smalto dei denti.
Altro servizio a pagina 21
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I lavori di scavo alla Cappella Guinigi nel complesso di San Francesco