Corso di: DINAMICA DEGLI INQUINANTI Atmosfera Parte 2 (08) Università di Roma “Tor Vergata” Anno Accademico 2009-2010 ing. Simona Berardi 1 1. ATMOSFERA ARGOMENTI TRATTATI: • Estensione e struttura dell’atmosfera • Composizione dell’aria • Principali parametri fisici (temperatura, pressione, umidità, radiazione solare) • Principali inquinanti e sorgenti di inquinamento • Scale spaziali e temporali dei processi atmosferici • Definizione di Strato Limite Atmosferico (SLA) • La stabilità atmosferica e le classi di stabilità • Le inversioni termiche: andamento giorno-notte 2 1. ATMOSFERA ESTENSIONE E STRUTTURA DELL’ATMOSFERA La stratificazione termica dell'atmosfera fino a 110 km 110 100 90 80 Stratosfera: (10 – 40 km) l’aumento di temperatura è dovuto alla presenza della maggior parte di ozono, che assorbe le radiazioni ultraviolette, la cui energia si trasforma in energia termica. TERMOSFERA (ETEROSFERA) mesopausa Altezza (Km) 70 60 MESOSFERA 50 40 stratopausa OZONOSFERA 30 STRATOSFERA 20 tropopausa M. Everest 10 TROPOSFERA 0 -10 -90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 -100 0 Temperatura (°C) Troposfera: (0 – 10 km) con la quota diminuisce la temperatura, la pressione e la densità. 10 20 30 Mesosfera: (40 – 80 km) la temperatura diminuisce nuovamente fino a raggiungere valori prossimi a –100°C. Termosfera: (80 - 500 km) la temperatura aumenta in conseguenza dell’assorbimento, da parte degli atomi di ossigeno e azoto, di radiazioni solari. La temperatura può superare i 1000°C. 3 1. ATMOSFERA COMPOSIZIONE DELL’ARIA La composizione chimica dell’aria caratterizza invece 2 zone: • l’omosfera o turbosfera che si estende sino a 100 km dove la composizione (in volume ca. 78% azoto, 21% ossigeno, 0,03 % anidride carbonica, altri gas in piccolissime percentuali quali l’ozono che tuttavia passa da 0,05 parti per milione al suolo a 5 parti per milione nella stratosfera) si mantiene costante grazie al rimescolamento per turbolenza. • l’eterosfera oltre i 100 km di quota, ove la composizione cambia con la quota, predominando via via gli elementi più leggeri a causa della diffusione molecolare che prevale sulla turbolenza. 4 1. ATMOSFERA COMPOSIZIONE DELL’ARIA Composizione dell’aria secca, pulita Componente % in volume Azoto (N2) 78.08 Ossigeno (O2) 20.95 Argon (Ar) 0.93 Biossido di carbonio (CO2) 0.03 Neon (Ne), Elio (He), Metano (CH4), Cripto (Kr), Idrogeno (H2), Xeno (Xe), Ozono (O3), Ammoniaca (NH3), Biossido di zolfo (SO2) tracce La concentrazione dei gas è pressoché costante, ma l’atmosfera è un sistema dinamico in continua evoluzione grazie alle interazioni con la vegetazione, gli oceani, gli organismi viventi L’aria viene definita contaminata quando contiene composti di origine naturale e/o antropica che, per le loro caratteristiche o per la quantità in cui sono presenti , possono essere in grado di produrre danni anche gravi agli esseri viventi, alla vegetazione e ai manufatti esposti alla sua azione. 5 1. ATMOSFERA COMPOSIZIONE DELL’ARIA L’aria presente nell’atmosfera non è mai secca, ma vi si trova sciolta una frazione variabile talvolta anche ragguardevole, di vapor d'acqua in genere notevolmente surriscaldato (aria umida), in relazione al sito e alle circostanze meteorologiche. L’aria per semplicità viene trattata come un gas perfetto Quando non vi sono cambiamenti di stato, anche il vapor d’acqua può essere trattato come una gas perfetto. Maggiori problemi si hanno quando il vapor d’acqua è vicino alla saturazione. Un gas perfetto è un gas ideale le cui molecole hanno volume trascurabile e non interagiscono tra di loro se non con urti elastici. Per un gas perfetto vale la semplice ‘equazione di stato dei gas perfetti’: PV = nRuT che lega le variabili di stato: pressione P, temperatura T [Kelvin], volume V Ru e’ la “costante universale dei gas perfetti” che vale 8.31 J K-1 moli-1 n è il numero di moli (1 mole contiene lo stesso numero di molecole per ogni gas: 6,02 1023 detto numero di Avogadro); n=m/M dove m è la massa del gas e M la massa di una mole, caratteristica di ogni gas. 6 Per l’aria secca Ma=28,965 g/mole Per il vapore d’acqua Mv=18 g/mole 1. ATMOSFERA ARIA: Definizione di gas perfetto ed equazione di stato Poiché la “costante dei gas specifica ( R )” è data dalla seguente relazione: R=Ru/Ma =287,05 J kg-1 K-1 per aria secca e condizioni standard (T = 15°C, P = 1 atm). Si ha: Da cui: P= nRuT m Ru = ⋅ ⋅ T = ρRT V V Ma P = ρRT 7 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI TEMPERATURA (1/2) L’atmosfera, oltre a variare la sua temperatura con la quota, non ha in tutti i suoi punti, ad un determinato istante, una temperatura nota e costante nel tempo, perché soggetta a riscaldamento differenziato da parte del sole dall’alto e a riscaldamento o raffreddamento dal basso operato dalla superficie terrestre. Si definisce ESCURSIONE TERMICA la differenza tra la temperatura massima e la temperatura minima misurate in una data località in un certo intervallo di tempo. Così potremo parlare di andamento o escursione termica annuale, mensile, giornaliera. Le scale termometriche 8 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI TEMPERATURA (2/2) Le diverse temperature della superficie terrestre provocano un diverso riscaldamento dell'aria sovrastante, che fa nascere i moti convettivi dell'aria. La convezione è la forma di propagazione del calore caratteristica dei liquidi e dei gas. L'aria calda (scaldata dal terreno) essendo meno densa di quella più fredda tenderà a salire per il principio di Archimede. Salendo quest'aria, lascia il posto a quella più fredda che le sta intorno, la quale viene così richiamata verso il terreno, ove a sua volta si scalda e sale. 9 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • PRESSIONE (1/6): La pressione atmosferica, su una data superficie, è data alla forza esercitata per unità di area su quella superficie dall’atmosfera sovrastante, a causa del suo peso. Perciò la pressione è uguale al peso di una colonna d’aria verticale ( che si estende fino ai limiti dell’atmosfera), sull’unità di superficie. L'esistenza della pressione atmosferica fu ipotizzata e poi misurata, solo circa 300 anni fa da Evangelista Torricelli mediante il suo famoso esperimento dal quale è nato il primo barometro della storia: il barometro a mercurio ancora oggi largamente utilizzato. Dall'esperimento si ricava che la pressione esistente al livello del mare è mediamente pari a quella esercitata da una colonna di mercurio (Hg) alta 76 centimetri, e dato che 76 centimetri cubi di mercurio pesano 1,033 chilogrammi, si è chiamata atmosfera appunto la pressione di 1,033 Kg/cm. LE UNITA’ DI MISURA L’unità di misura nel Sistema Internazionale della pressione è il Pascal 1 Atm = 760 mmHg = 1013 bar = 101300 Pa 10 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • PRESSIONE (2/6) Le superfici isobariche Se i parametri dell'atmosfera corrispondessero ai valori di quella standard, sulla superficie del mare ci sarebbe sempre una pressione di 1.013 hpa. Salendo in quota di 8 metri, si incontrerebbe la superficie isobarica di 1.012 hpa, esattamente parallela alla superficie del mare, e quindi anche alla superficie isobarica a 1.013 hpa. Il rapporto fra la differenza di pressione esistente fra due superfici isobariche e la distanza verticale fra di esse, si chiama GRADIENTE BARICO VERTICALE. In atmosfera standard, il gradiente barico verticale ha un valore di 1 hpa ogni 8 metri di quota. Poiché sulla superficie terrestre si verificano differenze di pressione atmosferica, causate principalmente da un riscaldamento diseguale dell’aria nei diversi punti, tagliando il "pacco" delle superfici isobariche con un piano orizzontale, esse lasciano delle tracce che rappresentano il luogo dei punti di uguale pressione. Queste linee sono appunto chiamate ISOBARE, e vengono riportate sulle carte del tempo in superficie con intervalli in genere di 4 millibar l'una dall'altra. 11 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • PRESSIONE (3/6) Le formazioni isobariche L'insieme di più isobare costituisce una CONFORMAZIONE BARICA. GRADIENTE BARICO ORIZZONTALE: Rapporto fra la differenza di pressione esistente tra due isobare e la loro distanza misurata in linea retta. Esso è tanto maggiore quanto minore è la distanza fra le due isobare. A B Quando una serie di isobare chiuse su se stesse hanno al centro l'alta pressione (A), esse formano un anticiclone; quando invece hanno al centro la bassa pressione (B), esse formano un ciclone. Il gradiente barico orizzontale è un parametro importantissimo, in quanto è la causa degli spostamenti delle masse d'aria da un punto all'altro della Terra, e quindi è l'origine dei venti. Quanto più vicine sono le isobare tanto più veloce è il vento. 12 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • • PRESSIONE (4/6) Variazione della pressione e della densità atmosferica con la quota L’aria per semplicità viene trattata come un gas perfetto Quando non vi sono cambiamenti di stato, anche il vapor d’acqua può essere trattato come una gas perfetto. Nell’ambito della troposfera vale la seguente legge, denominata Legge di Stevino: dp = − ρ gdz (1) la riduzione della pressione con la quota risulta proporzionale all’accelerazione di gravità g e alla densità ρ Equazione di stato di un gas perfetto: P = ρ RT (2) ove R è la costante specifica dell’aria secca, T è la temperatura. 13 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • • PRESSIONE (5/6) Variazione della pressione e della densità atmosferica con la quota Ricavando la densità dall'equazione (2), sostituendola nella equazione (1) e integrando, si ottiene: P = P0 e g −z RT ρ = ρ0e g −z RT Quindi, in prima approssimazione, la pressione e la densità della componente gassosa dell'atmosfera decresce in modo esponenziale con l'altezza. 14 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • • PRESSIONE (6/6) Variazione della pressione e della densità atmosferica con la quota PRESSIONE (N/m2) Densità assoluta PRESSIONE (mb) Densità relativa 15 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI Andamento schematizzato della temperatura media e della pressione nell’atmosfera sino a 100 km 16 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI Variazione tipica con l’altitudine della pressione p, densità ρ, temperatura T e massa molecolare M della atmosfera media nei primi 300 km 17 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • • UMIDITA’ ATMOSFERICA (1/1) L’umidità atmosferica rappresenta il contenuto nell'atmosfera; può essere indicata in termini di: di vapor acqueo • Umidità assoluta, cioè come quantità di vapore acqueo presente in un'unità di volume, espressa in Kg/dm3. • Umidità specifica, cioè la quantità di vapore, espressa in grammi, contenuta in un chilogrammo di aria, espressa in g/kg. • Umidità relativa, cioè come rapporto tra il contenuto di vapore acqueo nell’aria e quello che l’aria conterrebbe alla stessa temperatura e pressione se fosse satura. L’umidità relativa è dunque uguale a 1 ( 100%) in condizioni di saturazione. U% = 100 x massa vapore esistente / massa saturante a T ambiente. 18 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI ATMOSFERA TIPO O STANDARD (ICAO) . Altitudine (m) Temperatura (°C) Pressione (hPa) Differenza per 1000 metri hPa Densità (Kg massa/m3) 0 15.0 1013.2 114.5 1.225 1000 8.5 898.7 103.8 1.112 2000 2.0 794.9 93.8 1.006 3000 -4.5 701.1 84.7 0.909 4000 -11.0 616.4 76.2 0.819 5000 -17.5 540.2 68.4 0.736 6000 -24.0 471.8 61.2 0.660 7000 -30.5 410.6 54.6 0.589 8000 -37.0 356.0 48.6 0.525 9000 -43.5 307.4 43.1 0.466 10000 -50.0 264.3 38.0 0.413 11000 -56.5 229.3 33.0 0.364 12000 -56.5 193.3 0.311 19 1. ATMOSFERA PRINCIPALI PARAMETRI FISICI • RADIAZIONE SOLARE . Ogni corpo emette radiazione elettromagnetica che si propaga nello spazio sotto forma di onda. La lunghezza d’onda (λ) del picco di intensità della radiazione emessa da un corpo e la temperatura (T) del corpo sono inversamente proporzionali: cos t. λ= T υ= c λ ν : frequenza c : velocità della luce nel vuoto Di conseguenza: Un corpo a T elevata emette radiazione a lunghezza d’onda minore (e quindi frequenza maggiore) rispetto ad un corpo a bassa T, che quindi emette radiazione a lunghezza d’onda maggiore (e frequenza minore) La radiazione solare è prevalentemente onda corta (visibile), mentre la radiazione terrestre è onda lunga (IR = Infrarosso). Questo fenomeno è la causa dell’effetto serra: serra l’atmosfera è praticamente trasparente alla radiazione solare (onda corta) ma assorbe parte della radiazione infrarossa emessa dalla terra e dall’atmosfera stessa (onda lunga); un aumento della concentrazione dei gas che assorbono la radiazione infrarossa emessa dalla terra, come la CO2, causa un aumento della temperatura al suolo. 20 1. ATMOSFERA Principali inquinanti atmosferici Gli inquinanti, quale che sia la loro origine, vengono divisi in: • primari (immessi nell’ambiente direttamente a seguito del processo che li ha originati, naturale e antropico). • secondari (sostanze che si formano a seguito di modificazioni di varia natura, per reazioni chimico-fisiche tra gli inquinanti primari stessi o con l’atmosfera, possono essere attivati dall’energia solare e coinvolgono spesso l’ossigeno atmosferico). Gli inquinanti primari possono essere di tipo gassoso o particellare. Tra i gas si segnalano in particolare (Zannetti, 1990): · composti dello zolfo (SO2, SO3); · composti dell’azoto (NO); · composti del carbonio (idrocarburi, CO); Il particolato (PTS) si classifica in ragione del diametro delle particelle: si considerano grossolane quelle con diametro maggiore di 2.5 µm e fini quelle con diametro minore di 2.5 µm. Si distinguono, inoltre, come inalabili le particelle con diametro minore di 10 µm (PM10). 21 1. ATMOSFERA Principali inquinanti atmosferici I principali inquinanti secondari di tipo gassoso sono: · NO2 formato da NO primario; · O3 formato per via fotochimica. Entrambi questi gas intervengono nei complessi meccanismi di reazione che costituiscono il cosiddetto ‘smog fotochimico’. Il particolato secondario può derivare da reazioni chimiche e chimico-fisiche che coinvolgono inquinanti gassosi sia primari che secondari. I più noti processi sono: · la trasformazione di SO2 in solfati, SO4=; · la trasformazione di NO2 in nitrati, NO3-; ·la trasformazione di composti organici in particelle organiche. 22 1. ATMOSFERA Principali inquinanti atmosferici Le unità di misura delle concentrazioni di inquinanti atmosferici sono generalmente espresse in: • ppm (parti per milione) o ppb (parti per miliardo), considerando per essi il rapporto in volumi tra la frazione inquinante e il resto di gas contenuto nell'aria. I volumi di inquinante e aria sono determinati alla temperatura e pressione standard di 15°C e 760 torr (pressione atm osferica al livello del mare) • µg/m3 (microgrammi al metro cubo), considerando il rapporto tra la massa di inquinante (espresso in milionesimi grammo) e il volume d'aria che lo contiene (espresso in m3). In zone fortemente inquinate, sono usati i milligrammi (10-3 grammi) al metro cubo 23 1. ATMOSFERA Principali sorgenti di inquinamento Principali sorgenti di origine naturale • Gli incendi e le eruzioni vulcaniche (biossido di zolfo, monossido di carbonio, particelle sospese) • Le erosioni eoliche dei terreni senza vegetazione (particolato) • I processi degradativi di tipo biologico della sostanza organica (metano ed ossidi d’azoto) Principali sorgenti di origine antropica • SORGENTI FISSE: 8Attività produttive di tipo industriale, agricolo, artigianale o di servizio; 8Processi di combustione per la produzione di calore (impianti termici industriali e domestici); 8Attività domestica (es. clorofluorocarburi propellenti nelle bombolette spray ) • SORGENTI MOBILI: 8 Traffico veicolare. 24 1. ATMOSFERA Principali sorgenti di inquinamento La geometria di una sorgente è così schematizzabile: • Puntiforme continua (es. pennacchio ciminiera) • Lineare continua (es. autostrada) • Areale continua (es. città) • Volume confinato (es. nube o puff) 25 1. ATMOSFERA Principali sorgenti di inquinamento EMISSIONI DELLA “CO” NEGLI USA (da National Air Quality, Monitoring and Emission Trends Report, 1977, EPA-450/2-78-0.52,1978) EMISSIONI SORGENTE ANTROPICA % DEL TOTALE (106 T/ANNO) Trasporti 59.6 91.4 Impianti Termoelettrici 0.56 0.76 Processi industriali 1.8 2.76 Riscaldamento residenziale e commerciale 1.8 2.76 Trattamento rifiuti solidi 1.3 1.99 Altre 0.2 0.42 TOTALE 65.2 100 EMISSIONI DEGLI IDROCARBURI NEGLI USA (da National Air Quality, Monitoring and Emission Trends Report, 1977, EPA-450/2-78-0.52,1978) SORGENTE ANTROPICA EMISSIONI % DEL TOTALE 6 (10 T/ANNO) Trasporti 9.7 64.2 Impianti Termoelettrici 0.1 0.66 Processi industriali 3.7 24.5 Riscaldamento residenziale e commerciale 0.5 3.31 Trattamento rifiuti solidi 1 6.62 Altre 0.1 0.66 TOTALE 15.1 100 26 1. ATMOSFERA Principali sorgenti di inquinamento STIMA DELLE EMISSIONI DI OSSIDI DI ZOLFO NEGLI USA (1974) Da “Le riviste di combustibili”, Vol XXXVI, 7, 1982 SORGENTE ANTROPICA Trasporti Impianti Termoelettrici Combustine in altri impianti Processi industriali Rifiuti solidi Altre TOTALE EMISSIONI (106 T/ANNO) 0.7 19.1 5.2 5.7 0.1 0.1 30.9 % DEL TOTALE 2.3 61.8 16.8 18.5 0.3 0.3 100 STIMA DELLE EMISSIONI DI PARTICOLATO SOLIDO NEGLI USA (1974) Da “Le riviste di combustibili”, Vol XXXVI, 7, 1982 SORGENTE ANTROPICA Trasporti Impianti Termoelettrici Combustine in altri impianti Processi industriali Rifiuti solidi Altre TOTALE EMISSIONI (106 T/ANNO) 1.2 3.1 3.3 9.6 0.5 0.7 18.4 % DEL TOTALE 6.5 16.8 17.9 52.2 2.8 3.8 100 27 1. ATMOSFERA Scale spaziali e temporali dei processi atmosferici Nell’atmosfera i composti sono introdotti, rimossi ed evolvono su scale spaziali e temporali molto diverse. SCALE SPAZIALI ⇒ Si possono distinguere le seguenti categorie: • La microscala (100 m – 1 km) riguarda fenomeni che hanno una azione limitata a poche centinaia di metri; • La scala urbana o locale (10 km – 50 km) interessa aree metropolitane e/o industriali con un raggio di 10-50 km; • La mesoscala o scala regionale (10 km – 100 km) riguarda fenomeni che interessano aree da alcune decine a alcune centinaia di chilometri; • La scala sinottica (100 km – 5000 km) descrive le dinamiche caratteristiche di scale che vanno dalle centinaia alle migliaia di chilometri; • La scala globale (> 5 000 km) comprende scale oltre i 5000 km. 28 1. ATMOSFERA Scale spaziali e temporali dei processi atmosferici SCALE TEMPORALI ⇒ Si definisce tempo di vita di una specie l’intervallo medio nel quale una molecola di quella specie rimane in atmosfera prima che sia rimossa attraverso processi fisici e/o chimici. Le molecole con vita media molto breve subiscono processi di trasporto a scala spaziale limitata, mentre le specie più stabili sono coinvolte in fenomeni a scala globale. Inquinanti atmosferici: sorgenti, tempi di persistenza. INQUINANTE SO2 NOX • • NH3 • CO2 • SORG. ANTROPICA Combustione Combustione ad alta temperatura Trattamento rifiuti Combustione CO • Combustione • • • • • • • • • SORGENTE NATURALE Vulcani Azione batterica nel suolo Decomposizione biologica Respirazione Decomposizione Oceani Incendi di foreste Vulcani Oceani % EMISSIONE ANTROPICA ∼ 100 0.5 TEMPO DI PERSISTENZA 4 giorni 5 giorni 0.3 7 giorni 1.4 2-4 giorni 79 < 3 anni 29 1. ATMOSFERA Pressoché la atmosferico dell’atmosfera (Strato Limite o PBL. STRATO LIMITE ATMOSFERICO totalità dei fenomeni di inquinamento avviene nella porzione più bassa chiamata “Planetary Boundary Layer” Planetario - SLP o Atmosferico - SLA), Il PBL comprende la parte di troposfera nella quale la struttura del campo anemologico risente dell’influenza della superficie terrestre e può estendersi fino a oltre 1 Km di altezza. Lo spessore del PBL è variabile nello spazio e nel tempo. 30 1. ATMOSFERA STRATO LIMITE ATMOSFERICO All’interno del PBL, la struttura del campo di moto del fluido atmosferico presenta una notevole variabilità spazio-temporale. Generalmente, il moto del fluido si schematizza attraverso: • una componente di trasporto, che tiene conto delle caratteristiche medie del campo di moto, • un termine di dispersione turbolenta, che tiene conto delle oscillazioni attorno al valore medio. L’effetto di trasporto, che influenza soprattutto i moti orizzontali, viene quantificato attraverso la conoscenza della struttura del campo di vento medio (in termini di modulo e direzione della velocità). La dispersione turbolenta influenza principalmente le caratteristiche dei moti verticali del fluido atmosferico ed è generata: • dal riscaldamento della superficie terreste (turbolenza di tipo convettivo) •dalla presenza di rilievi e rugosità (turbolenza meccanica). 31 1. ATMOSFERA STRATO LIMITE ATMOSFERICO All’interno del PBL, i più importanti fattori meteorologici che interessano i fenomeni di inquinamento atmosferico sono (Zannetti, 1990): la stabilità atmosferica, che è un indicatore della turbolenza atmosferica alla quale sidevono i rimescolamenti dell’aria e quindi il processo di diluizione degli inquinanti; le inversioni termiche che determinano l’altezza del PBL; il vento orizzontale (velocità e direzione), generato dalla componente geostrofica e modificato dal contributo delle forze d’attrito del terreno e da effetti meteorologici locali, come brezze marine, di monte e di valle, circolazioni urbano-rurali, ecc.; la quota sul livello del mare; i movimenti atmosferici verticali dovuti a sistemi baroclini od orografici. 32 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA Consideriamo una particella elementare di aria che si muove verticalmente in modo adiabatico. (ES. Particella immessa nell’atmosfera da camino) Se si sposta verso l’alto, la pressione diminuisce, quindi questa si raffredda e si espande adiabaticamente. Analogamente accade se si sposta verso il basso. Il gradiente di temperatura di tale particella è pari a circa 1°C ogni 100 m: ∂T gradiente _ termico = − ≅ 0 .0098 [ °C / m ] ∂z Tale ritmo di raffreddamento e di riscaldamento, che vale unicamente per l’aria non satura, può essere rappresentato da una retta (adiabatica secca). secca 33 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA Stabilità atmosferica 150 altezza (m) Possiamo individuare cinque distinte situazioni: caso 1: Retta di inversione termica caso 2: Retta superadiabatica 100 caso 3: Retta subadiabatica 50 caso 4: Retta di inversione termica caso 5: ADIABATICA SECCA 0 0 1 2 temperatura (°C) ATMOSFERA NEUTRA – stabilità indifferente (caso 5): Gradiente della adiabatica secca = Gradiente termico effettivo dell’atmosfera. atmosfera (∂T/∂z)adiabatica secca = (∂T/∂z)atmosfera La particella elementare di aria, se spinta verso l’alto o verso il basso, è sempre in equilibrio, poiché la sua temperatura interna coincide con quella esterna. La dispersione verticale è determinata solo dalla turbolenza meccanica. 34 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA ATMOSFERA INSTABILE (caso 2): Gradiente della adiabatica secca > Gradiente termico effettivo dell’atmosfera. (∂T/∂z)adiabatica secca > (∂T/∂z)atmosfera La particella elementare di aria, se spinta verso l’alto tende a salire (Tparticella > Tatmosfera) , mentre se spinta verso il basso tende a scendere. z EQUILIBRIO INSTABILE Caso 2 Tatm Tp °C Questa condizione è determinata dai moti convettivi innescati dal riscaldamento del terreno nel periodo diurno ( e soprattutto in estate). In tale caso il rimescolamento dell’aria è favorito e gli inquinanti vengono dispersi in volumi di aria molto grandi (1-2 km in verticale). Questa situazione è accompagnata da venti di debole intensità, per cui gli inquinanti tendono a disperdersi lungo la verticale, ma vicino alla sorgente. Si ha quindi una forte diluizione verticale e una scarsa dispersione laterale. 35 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA ATMOSFERA STABILE (caso 3): Gradiente della adiabatica secca < Gradiente termico effettivo dell’atmosfera. (∂T/∂z)adiabatica secca < (∂T/∂z)atmosfera La particella elementare di aria, se spinta verso l’alto tende a scendere (Tparticella < Tatmosfera), mentre se spinta verso il basso tende a salire. La dispersione verticale degli inquinanti è bassa. z Caso 3 Caso 1 Tp Tatm(Caso 3) Tatm(Caso 1) °C INVERSIONE TERMICA (caso 1,4): La temperatura non varia o aumenta con la quota. Si ha una forte stabilità verticale. E’ una situazione generata dal raffreddamento notturno della terra che cede calore all’atmosfera per irraggiamento. L’altezza di questo strato è generalmente limitato a 100-200 m dal p.c., ma possono verificarsi anche casi di inversione in quota. 36 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA z EQUILIBRIO INSTABILE z EQUILIBRIO STABILE Caso 2 Caso 3 z2 z2 z1 z1 °C T2(atm) T1(atm) T2(atm) T1(atm) T2(p) T1(p) Z2 – Z1 > 0 T2(p) T2(atm) – T1(atm) < 0 T2(p) – T1(p) < 0 T2(atm) – T1(atm) < T2(p) – T1(p) Z2 – Z1 > 0 °C T1(p) T2(atm) – T1(atm) < 0 T2(p) – T1(p) < 0 T2(atm) – T1(atm) > T2(p) – T1(p) (∂ ∂T/∂ ∂z)atm < (∂ ∂T/∂ ∂z)p │T2(atm) – T1(atm) │ > │ T2(p) – T1(p) │ │(∂ ∂T/∂ ∂z)atm │ > │(∂ ∂T/∂ ∂z)p │ (∂ ∂T/∂ ∂z)atm > (∂ ∂T/∂ ∂z)p │T2(atm) – T1(atm) │ < │ T2(p) – T1(p) │ 37 │(∂ ∂T/∂ ∂z)atm │ < │(∂ ∂T/∂ ∂z)p │ 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA Effetti della struttura termica dell’atmosfera sulla dispersione verticale di una sorgente in quota. z ATMOSFERA INSTABILE: è favorita la dispersione verticale T z ATMOSFERA NEUTRA: la dispersione è prevalentemente orizzontale T z ATMOSFERA STABILE: la dispersione è solo orizzontale T 38 1. ATMOSFERA STABILITA’ ATMOSFERICA Effetti della struttura termica dell’atmosfera sulla dispersione verticale di una sorgente in quota. INVERSIONE AL SUOLO: gli inquinanti tendono a risalire. z Si verifica, in genere, durante la notte e le prime ore del giorno, poiché l’aria in prossimità del suolo si raffredda. Con il sorgere del sole l’inversione termica scompare. T INVERSIONE IN QUOTA: gli inquinanti tendono a scendere. z T T Si verifica quando si hanno fenomeni di subsidenza: l’aria scende a quota più bassa e si comprime aumentando di temperatura. In prossimità della superficie, una certa turbolenza, impedisce il fenomeno di subsidenza nella parte inferiore dell’atmosfera. 39 1. ATMOSFERA CLASSI DI STABILITA’ ATMOSFERICA La stabilità è un indicatore della turbolenza atmosferica e quindi della capacità di un contaminante di disperdersi nel mezzo. Questa dipende principalmente dalla velocità del vento, dalla turbolenza meccanica e convettiva (termica). Per stimare la stabilità atmosferica è possibile utilizzare il criterio di classificazione di Pasquill-Gifford, Gifford che esprime la classe di stabilità in funzione della velocità del vento, della radiazione solare totale e della copertura nuvolosa. In particolare, distingue la stabilità atmosferica in sette classi di stabilità (A,B,C,D,E,F,G). La classe A è la più instabile, mentre la classe G è la più stabile. Tali classi sono ricavate in base a cinque classi di vento in corrispondenza della superficie, tre classi di insolazione e due classi di nuvolosità durante le ore notturne. Velocità del vento a 10 m dal p.c. (m/s) calma <2 2–3 3–5 5–6 >6 Radiazione solare Incidente (GIORNO) Copertura nuvolosa (NOTTE) Forte Moderata Debole ≥ 50 % < 50% -A A–B B C C -A–B B B–C C–D D -B C C D D -E E D D D G F F E D D 40 1. ATMOSFERA CLASSI DI STABILITA’ ATMOSFERICA L’applicazione dello schema sopra riportato nelle ore notturne richiede la conoscenza della nuvolosità, non facilmente ottenibile nelle comuni stazioni di monitoraggio. In alternativa, si può quindi individuare la classe di stabilità atmosferica in funzione del gradiente verticale della temperatura. Grado di stabilità Categoria di Pasquill Gradiente termico verticale (°C/100m) Instabilità forte A < -1.9 Instabilità moderata B Da –1.9 a –1.7 Instabilità debole C Da –1.7 a –1.5 Neutralità D Da –1.5 a –0.5 Stabilità debole E Da –0.5 a +1.5 Stabilità moderata F Da +1.5 a +4 Stabilità forte G > +4 41 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Nello studio della dinamica atmosferica degli inquinanti il fenomeno delle inversioni termiche nei bassi strati atmosferici acquista una particolare importanza. Questo perché gli strati di inversione possono diventare un ostacolo alla diluizione degli agenti inquinanti. Lo spessore dello SLA non è costante, ma è variabile nel tempo e nello spazio e presenta un caratteristico andamento giorno-notte. Durante la notte, come nel corso della stagione fredda, lo SLP tende ad assottigliarsi, mentre durante il giorno, come nella stagione calda, esso tende ad ispessirsi. Al sorgere del sole il suolo, inizialmente freddo, viene riscaldato dalla radiazione solare causando così il formarsi dei flussi di calore che riscaldano l’aria circostante. Dopo il tramonto il terreno incomincia a raffreddarsi a causa dell’assenza di irraggiamento, cedendo calore verso l’alto, raffreddando così anche i primi metri di aria. 42 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte L’andamento tipico giorno-notte genera lo strato limite rappresentato nella figura seguente. 2 1 Ore 12 1 3 Ore 18 (tramonto) Ore 24 Ore 6 (alba) Ore 12 Figura: l’evoluzione temporale del ciclo diurno a partire da mezzogiorno per 24 ore;da Stull (1988). Si possono distinguere 3 tipi di condizioni: 1. strato convettivo (diurno) instabile (zona in grigio scuro), 2. strato residuale neutro (zona in grigio chiaro) 3. strato stabile notturno (zona in nero), anche se l’atmosfera diurna può anche essere neutra o stabile. 43 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Lo Strato Convettivo (1/2) Le condizioni convettive cominciano ad interessare l’atmosfera circa mezz’ora dopo il sorgere del sole, e l’altezza del PBL continua poi ad aumentare sino a raggiungere il suo valore massimo nel tardo pomeriggio. Non appena i raggi solari cominciano a scaldare la superficie terrestre e, indirettamente, l’aria a contatto con essa (inizialmente fredda), si formano dei flussi di calore che riscaldano l’aria circostante, si sviluppa così uno strato convettivo turbolento, dovuto al moto ascensionale di pennacchi d’aria calda soggetti a una forza di galleggiamento positiva, compensato dal moto discendente di colonne d’aria più fredda. L’evoluzione dello strato rimescolato è dunque decisamente legata al riscaldamento del terreno da parte del sole. Lungo il corso della giornata, avviene l’accrescimento dello strato convettivo tramite la ‘cattura’ (entrainment) di aria dallo strato sovrastante meno turbolento (che può essere lo strato limite stabile o lo strato residuale), fino ad un massimo quando nel pomeriggio la temperatura superficiale del suolo perviene al suo valore più alto. 44 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Lo Strato Convettivo (2/2) In tali condizioni di rimescolamento dell’aria, gli inquinanti eventualmente presenti in atmosfera vengono dispersi in volumi d’aria molto grandi ed il pennacchio di inquinante mostra un caratteristico comportamento a “volute” chiamato looping , restando gli inquinanti intrappolati nello strato convettivo a causa dell’incapacità delle correnti termiche di penetrare la sovrastante atmosfera libera. Questo si verifica perché al limite superiore dello strato convettivo si ha un’inversione di temperatura, la quale sopprime quasi del tutto la turbolenza delimitando il passaggio all’atmosfera libera. 45 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Lo Strato Residuale neutro (1/2) Circa mezz’ora prima del tramonto le correnti convettive diminuiscono d’intensità e quindi la turbolenza comincia a decadere: lo strato convettivo si trasforma nello strato residuo. Si genera così uno strato dove, a parte la variazione della struttura della turbolenza e la modificazione del gradiente verticale della temperatura, che passa dalla precedente condizione di stratificazione instabile a quella neutra, l’andamento delle rimanenti variabili atmosferiche non subisce variazioni di rilievo rispetto a quello che presentavano nello strato convettivo precedente la formazione dello strato residuale. Essendo lo strato residuale caratterizzato da stratificazione neutra, con un gradiente termico adiabatico l’unico meccanismo che genera la turbolenza è quello meccanico, con caratteristiche praticamente uguali in tutte le direzioni (isotropia). 46 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Lo Strato Residuale neutro (2/2) Come risultato, la dispersione di inquinanti immessi è la stessa sia verticalmente che lateralmente, tendendo a diffondersi simmetricamente attorno al proprio asse (determinato dal trasporto, cioè dal vento medio) originando così un pennacchio dalla tipica forma conica (coning). Il profilo verticale della velocità del vento parte dal suolo con intensità nulla, ed aumenta notevolmente con l’altezza. Tutto questo determina, in seno alla massa d’aria, moti organizzati e regolari (piccoli vortici) e, come conseguenza di questo tipo di moto, il pennacchio uscente dal camino si mantiene piuttosto compatto e raggiunge il suolo ad una distanza maggiore del caso convettivo; inoltre lo “sbandieramento” (cioè repentino cambiamento di direzione) dell’effluente e' notevolmente ridotto. Figura: durante la notte, la stabilità statica decresce con la quota; rappresentazione schematica del comportamento dei pennacchi (Stull, 1988). 47 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Lo Strato Stabile (1/1) Con il tramonto del sole e l’avanzare della notte, la porzione inferiore dell’atmosfera viene trasformata in uno strato stabile a causa del raffreddamento della superficie terrestre, che cede calore all’atmosfera per irraggiamento. Si forma così lo Strato Stabile caratterizzato da una inversione di temperatura con base al suolo. Infatti lo strato limite stabile è a diretto contatto con il terreno. La sua formazione inizia già poco prima del tramonto e, con il progredire della notte, la sua profondità aumenta dal suolo verso l’alto, a spese dello strato residuale sovrastante, man mano che il processo di raffreddamento dello strato d’aria a più diretto contatto con il terreno progredisce. In queste condizioni si genera perciò uno strato d’inversione al suolo ed i moti verticali dell’aria tendono ad essere soppressi, poiché ogni eventuale moto iniziale di particelle d’aria viene attenuato, sia verso l’alto sia verso il basso. 48 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Nella situazione di atmosfera stabile dunque (come già nel caso di stratificazione neutra) si è visto che gli effluenti, soprattutto se emessi alla sommità dello strato stabile oppure direttamente nello strato residuale, a causa della scarsa intensità della turbolenza, si diffondono difficilmente verso il suolo: così essi possono essere trasportati, durante la notte, anche a centinaia di chilometri dalla sorgente. Nello strato residuale i pennacchi di fumo si possono diffondere verso il basso finché non incontrano la sommità dello strato stabile a far loro da sbarramento: questa configurazione è detta lofting, perché l’effluente scorre lungo la parte superiore dello strato di inversione senza abbattersi al suolo, appunto perché incontra uno strato d’aria a forte stabilità che fa da scudo al suolo sottostante. Figura: Rappresentazione schematica del lofting; da Stull, 1988. 49 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte Dopo l’alba, inizia a svilupparsi lo strato convettivo che erode via via lo strato stabile; quando la sua sommità raggiunge la quota alla quale la discesa degli effluenti, durante la notte, era stata bloccata dall’inversione, ha luogo l’entrainment degli inquinanti nello strato convettivo e la loro rapida diffusione verso il terreno. Questo processo è detto fumigazione (fumigation). La fumigazione può essere un processo critico dal punto di vista ambientale perché, in condizioni particolarmente sfavorevoli, può produrre concentrazioni al suolo molto rilevanti. Figura: Rappresentazione schematica della fumigation; da Stull, 1988 . 50 1. ATMOSFERA Inversioni termiche: Andamento giorno-notte È evidente che il ciclo diurno raramente si presenta in modo così schematico, e semplificato, poiché la nuvolosità e il vento ne influenzano l'evoluzione. La presenza delle nuvole riduce infatti, sia il riscaldamento diurno, sia il raffreddamento notturno. Ad esempio, subito dopo il tramonto e nel successivo corso della notte, la presenza di nuvole, riflettendo parzialmente la radiazione infrarossa emessa dalla Terra, rappresentano una barriera che ne impedisce il loro percorso verso l'alto. Il vento, contribuisce al rimescolamento dell'atmosfera influenzando il gradiente di temperatura in modo tale da determinare uno stato di equilibrio indifferente (profilo adiabatico). 51 FINE 52