Rifrazione MPZ 1. Hai mai notato che un raggio di luce in certi casi viene riflesso dentro un vetro? a. Fa’ arrivare un raggio di luce sul bordo semicircolare del vetro, in direzione del centro, variando l’angolo d’incidenza (angolo fra raggio e normale alla superficie di separazione vetro-aria): normale Cosa osservi? Quando il raggio incidente forma con la normale un angolo maggiore dell’angolo limite αL si ha la riflessione totale normale raggio a angolo d’incidenza limite raggio totalmente riflesso zona di riflessione totale Avviene solo se il raggio di luce proviene da un mezzo più “denso” Quando il raggio incidente forma invece un angolo minore dell’angolo limite αL in parte viene riflesso e in parte rifratto (devia il suo cammino) normale La rifrazione si ha quando la luce attraversa mezzi di propagazione differenti, come aria e vetro La riflessione totale nel quotidiano La riflessione totale nelle fibre ottiche Una fibra ottica è costituita da un lungo cilindro interno trasparente - core- ricoperto esternamente da un rivestimento -cladding- di materiale di indice di rifrazione minore [vedi dopo]. Il tutto è in genere fasciato da una pellicola di plastica esterna -coating- per proteggere la fibra ottica. Per questa configurazione strutturale e per effetto della riflessione totale, la luce viene respinta dal rivestimento verso il core procedendo nella fibra, rimbalzando diagonalmente tra le sue pareti; ciò permette alla fibra stessa di condurre la luce anche in percorsi "tortuosi". Sono anche usate come canali di comunicazioni ad alta velocità, dell’ordine dei Gbit/s La rifrazione normale normale raggio incidente αi raggio riflesso αr raggio rifratto raggio incidente αi αr raggio riflesso raggio rifratto quando un raggio luminoso passa da un mezzo meno “denso” - aria a uno più “denso” - acqua, vetro - si avvicina alla normale; viceversa se passa da un mezzo più “denso” ad uno meno “denso” si allontana dalla normale b. Prova a fare delle misure: traccia una circonferenza di raggio a piacere centrata nel punto in cui il raggio incontra la superficie di separazione. La circonferenza interseca il raggio incidente in P e il rifratto in Q. Al variare di αi varia anche αr ma si verifica sperimentalmente che il rapporto: P H PH/QK si mantiene costante 1 n12 = PH/QK = sin αi / sin αr 2 K Q indice di rifrazione relativo del mezzo 2 rispetto l’1 legge di Snell n12 = PH/QK = sin αi / sin αr l’indice di rifrazione dipende dalla natura dei due materiali e misura di quanto devia il raggio rifratto PH > QK n12 > 1 il raggio si avvicina tanto più alla normale quanto più n12>1 P il secondo mezzo è otticamente più denso del primo H n12 = n2 / n1 K Q n2 / n1 = sin αi / sin αr con indici di rifrazione assoluti n2 / n1 = sin αi / sin αr sin αi /v1 = sin αr / v2 poiché: n =c/v dove c è la velocità della luce nel vuoto e v la velocità della luce nel mezzo tale legge vale per la rifrazione di un qualsiasi tipo di onda incidente sulla superficie che separa due mezzi Rifrazione di onde piane in un ondoscopio in corrispondenza di un ostacolo lineare in cui la velocità dell’onda cambia perché cambia la profondità dell’acqua. Sull’ostacolo si ha anche la riflessione. Principio del tempo minimo Anche nella rifrazione la luce segue il cammino che richiede il tempo più breve! Fermat, 1650 Esempio di Feynman [*]: immaginiamo che trovandoci in spiaggia nel punto A si debba salvare una bella ragazza caduta in acqua nel punto B. Qual è il percorso più rapido per compiere tale salvataggio? A• O •B [*] R.P.Feynman, R.B.Leighton e M.Sands "The Feynman Lectures on Physics“ - Addison Wesley, San Francisco, 1963 Principio del tempo minimo Non la semplice linea retta da A a B, dato che siamo in grado di correre più rapidamente sulla spiaggia di quanto possiamo nuotare in acqua: dal punto di vista teorico dovremmo calcolare il percorso migliore, che comunque sarà qualcosa di simile a quello indicato in figura come AOC. Ovviamente il percorso dipende dalla nostra differenza di velocità in acqua e sulla spiaggia. A• O •B Miraggio Quando in una giornata afosa sembra di vedere l'asfalto bagnato (quella che in realtà vediamo è la luce del cielo riflessa sulla strada), o quando nel deserto si vedono oggetti dove non sono: Miraggio Questo accade poiché l'aria subito sopra il suolo è molto calda, mentre in alto nell'atmosfera l'aria è più fredda e più densa, e di conseguenza la velocità della luce è più elevata nella zona calda. Ad un'alta temperatura corrisponde infatti una bassa densità e un ridotto indice di rifrazione dell'aria. La luce arriva al nostro occhio non lungo una linea retta, ma percorrendo più strada nella zona calda, dove va più veloce, e meno nella zona fredda in cui è più lenta, rispettando in tal modo il principio del tempo minimo. Il fenomeno Fata Morgana Certe volte si può assistere al fenomeno opposto, quando l'aria al terreno è più fredda di quella negli strati superiori. E' il fenomeno detto Fata Morgana, tipico ad esempio dello stretto di Messina, grazie a cui le navi sembrano sospese nel cielo. Rifrazione nel quotidiano: illusioni ottiche dovute alla rifrazione dei raggi luminosi Il diottro Sistema formato da una superficie di separazione a da un mezzo in cui avviene la rifrazione, in genere otticamente più denso. p n1 Esempi: nel diottro sferico convesso i raggi convergono in un punto: l’immagine è reale. q n2 Nel concavo l’immagine (virtuale) si forma prolungando tutti i raggi in un punto del mezzo d’incidenza. Legge del diottro sferico: n1/p + n2/q = (n2 - n1)/r r = raggio curvatura r>0 se centro di curvatura dal lato di trasmissione luce Immagine per rifrazione n1 sin α1 = n2 sin α2 tan α1 = y/p sin α ≈ tan α Legge di Snell tan α2 = - y’/q - perché y’ è negativo perché angoli piccoli n1 (y/p) = n1 (- y’/q) n1 n2 y α1 α2 y’ ingrandimento lineare trasversale: y’/y = - n1 q/ (n2 p) Profondità apparente Legge del diottro sferico: n1/p + n2/q = (n2 - n1)/r nel caso: r = raggio curvatura = infinito (superficie piana) n1/p + n2/q = 0 q = - (n2/ n1)p L’immagine si trova a una profondità minore di quella dell’oggetto. La profondità apparente q è uguale alla profondità reale p divisa per l’indice di rifrazione dell’acqua n1 = 4/3, dato che n2 (aria) =1: |q| = ¾ p n2=1 immagine • n1=3/4 ingrandimento lineare trasversale: y’/y = - n1 q/ (n2 p) = +1 (immagine dritta e con stessa altezza dell’oggetto) oggetto• Profondità apparente Il fondale ci sembra molto più vicino di quanto lo sia: ad esempio una distanza apparente di un metro, in realtà è di 1,33 m: |p| = 4/3 q La profondità apparente è minore della reale: la cannuccia sembra piegarsi 2. Una “magia”: Metti un piccolo oggetto (ad es. una moneta) in una ciotola non trasparente su un tavolo, fa’ sedere i tuoi amici in modo che non vedano l’oggetto P. Se versi dell’acqua nella ciotola, come per magia (in realtà per rifrazione), i tuoi amici vedranno la moneta! P’ P 3. Hai mai guardato dall’alto il fondo di un bicchiere spesso con dentro acqua, magari colorata!? Illusioni per bevitori (d’acqua!) Versa in un bicchiere di vetro spesso dell’acqua, possibilmente colorata. Ciò che si osserva è che il raggio apparente del cilindro interno rapp è molto maggiore di quello reale r, tanto che può verificarsi che: rapp = R, dove R è il raggio esterno del recipiente. rapp r R Infatti si ha che: rapp = n r con n: indice di rifrazione relativo (Tratto da La Fisica nella scuola, Quaderno 9, La cattedra e il bancone, Anno XXXIII N. 1) Illusioni per bevitori (d’acqua!) Dall’osservatore O si manda un raggio OA tangente al cilindro apparente. Questo interseca il cerchio maggiore in P. Da P si traccia la tangente al cilindro interno PI: IPO è la traccia seguita la raggio che parte da I. Sin i = sin (APC) = CA/R = rapp/R • R A i P O • Sin r = CI/CP = r/R I r C Sin i = n sin r r rapp rapp = n r e il bicchiere appare completamente pieno, anche se in realtà non è così. 4. Cosa fa una lente? Prova a guardare attraverso lenti diverse… q Proprietà del fuoco F di una lente Potere diottrico: D = 1/f [D] = m-1 = diottria Equazione degli ottici: f = distanza focale p = distanza dell’oggetto dal vertice V della lente p>0 se oggetto dal lato d’incidenza della lente q = distanza dell’immagine dal V della lente q>0 se immagine dal lato trasmissione lente 1/p + 1/q = 1/f f dipende dai raggi di curvatura delle due superfici e dall’indice di rifrazione del materiale di cui è fatta la lente: 1/f = (n-1)(1/r1 – 1/r2) Tipi di lente sottile: Lenti convergenti: • 2f • f • f q • 2f l’immagine è reale, capovolta, rimpicciolita Fotografia di Tommaso Bergero, della 2 Bs, presentata al 2° Concorso Fotografico “La Fisica nei Fenomeni Naturali” Lenti convergenti: • 2f • f • f • 2f l’immagine è virtuale, diritta, ingrandita Ingrandimento lineare trasversale: G = - q/p G > 0 immagine diritta Lenti convergenti: • 2f • 2f • f • f • f • f 2f • 2f l’immagine è reale, capovolta, stesse dimensioni l’immagine è all’infinito (non si forma immagine) Lente divergente: l’immagine è sempre virtuale, diritta, rimpicciolita • 2f • f • f 2f Piano focale esiste un fuoco per ogni direzione della sorgente rispetto l’asse ottico principale piano focale Aberrazione cromatica Con la luce (non monocromatica) si crea una dispersione dell' immagine sul piano focale. Si manifesta come un alone attorno all'oggetto osservato, rosso da una parte e blu dall'altra. rosso e blu sono ai due estremi dello spettro della luce visibile, e sono quindi i colori per i quali la differenza di rifrazione è maggiore. Per ridurla si utilizzando lenti multiple di materiali con diversa dispersione, Nel quotidiano: