RISCHIO ELETTRICO
NEI CANTIERI EDILI
P. Ind. Michele Luongo - C.P.T. LUCCA
CONTENUTI LEZIONE
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NORMATIVA VIGENTE
PRINCIPI DI SICUREZZA ELETTRICA
ORGANIZZAZIONE DI IMPIANTI DI CANTIERE
FONTI DI RISCHIO Situazioni Frequenti
LINEE ELETTRICHE AEREE
SCARICHE ATMOSFERICHE Alcuni cenni
1
INTRODUZIONE
I cantieri edili sono per loro natura ambienti a maggior rischio elettrico.
Realizzare un impianto elettrico di cantiere a regola d’arte e mantenerlo tale
durante la sua vita, è un compito arduo.
LA MAGGIOR PARTE DEGLI INFORTUNI SONO CAUSATI DA:
Impianti di bassa tensione non conformi alla regola dell’arte.
Da una scarsa manutenzione delle apparecchiature o dell’impianto stesso.
Da un cattivo utilizzo delle apparecchiature o dell’impianto;
Da un comportamento umano a volte sbagliato.
Altri infortuni avvengono per il mancato rispetto della distanza di sicurezza
durante le fasi di lavoro in prossimità di linee elettriche aeree interferenti.
I mezzi di contatto più frequenti sono le gru, le autogru, le autobetoniere, le aste
metalliche.
LA LEGISLAZIONE
D.M. 22 Gennaio 2008 n° 37
• Sostituisce la L. 46/90 (abrogata dalla L. n. 17 del 26 febbraio 2007 ad
eccezione degli artt. 8, 14 e 16 relativi alle sanzioni) e si applica ai vari impianti
tecnologici, compresi gli impianti elettrici a partire dal punto di consegna
dell’energia fornita dall’ente distributore per gli immobili adibiti ad uso civile,
ad attività produttive, al commercio, al terziario e ad altri usi e quindi,
praticamente, per tutti gli impianti di proprietà dell’utente.
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LA LEGISLAZIONE
E’ esclusivo compito dell’installatore rilasciare la dichiarazione di conformità,
come richiesto dall’art.7 del DM 37/08.
L’impresa installatrice deve dichiarare che l’impianto è conforme alla regola
dell’arte e che ha utilizzato componenti a dell’arte ed adatti all’ambiente.
CONSIDERAZIONI:
La dichiarazione di conformità deve essere rilasciata “al termine dei lavori”
mentre l’impianto elettrico di cantiere è in continua evoluzione e non sembra mai
terminato. Possono pertanto sorgere delle perplessità su quando rilasciare la
dichiarazione di conformità:nel dubbio qualcuno potrebbe approfittarne per
rinviare fino alla chiusura lavori.
SEMBRA RAGIONEVOLE CONSIDERARE TERMINATO L’IMPIANTO
CON L’INSTALLAZIONEDEI QUADRI DI DISTRIBUZIONE
GENERALE E SECONDARI.
LA LEGISLAZIONE
D.P.R. 22 Ottobre 2001 n° 462
• Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di
installazione e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di
dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi.
• Capo II
• La messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di
protezione contro le scariche atmosferiche non può essere effettuata prima della
verifica eseguita dall’installatore che rilascia la dichiarazione di conformità ai
sensi della normativa vigente.
• LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ EQUIVALE A TUTTI GLI
EFFETTI AD OMOLOGAZIONE DELL’IMPIANTO
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LA LEGISLAZIONE
D.P.R. 22 Ottobre 2001 n° 462
• In base al DPR 462/01, il datore di lavoro dell’impresa EDILE deve inviare la
dichiarazione di conformità all’INAIL e all’ASL/ARPA entro trenta giorni dalla
messa in esercizio dell’impianto.
Alla dichiarazione di conformità devono essere allegati obbligatoriamente
seguenti documenti:
RELAZIONE TECNICA DELL’IMPIANTO
TIPOLOGIA DEI MATERIALI UTILIZZATI
SCHEMA DELL’IMPIANTO REALIZZATO
COPIA DEL CERTIFICATO DI RICONOSCIMENTO DEI REQUISITI TECNICO
PROFESSIONALI
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LA LEGISLAZIONE
D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
Art.80
•
•
•
•
1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori
siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura elettrica connessi
all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli impianti elettrici
messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da:
a) contatti elettrici diretti;
b) contatti elettrici indiretti;
c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature
pericolose, archi elettrici e radiazioni;
d) innesco di esplosioni;
e) fulminazione diretta ed indiretta;
f) sovratensioni;
•
(arresto da tre a sei mesi o ammenda da 2.500 a 6.400 euro il datore di lavoro)
•
•
•
LA LEGISLAZIONE
D.Lgs n° 81 - D.l. n° 106
Art.81
1.Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonchè le installazioni e gli
impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a
regola d'arte
2. I materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli impianti si
considerano costruiti a regola d'arte se sono realizzati secondo le pertinenti norme
tecniche
Si considerano norme di buona tecnica le specifiche tecniche emanate dai
seguenti organismi nazionali e internazionali:
UNI (Ente Nazionale di Unificazione);
CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano); CEI 64/8 - CEI 17/13 – CEI 81/1
CEN (Comitato Europeo di normalizzazione);
CENELEC (Comitato Europeo per la
Elettrotecnica);
IEC (Commissione Internazionale
);
ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione).
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GRANDEZZE ELETTRICHE
Lo studio di un circuito elettrico, ovvero delle proprietà relative
alla corrente elettrica che vi fluisce ed ai componenti che
costituiscono il circuito (conduttori, resistenze, interruttori,
generatori etc.) può essere paragonato, con le dovute differenze,
allo studio di un circuito idraulico, ovvero al flusso di un liquido
che attraversa una conduttura.
GRANDEZZE ELETTRICHE
•
Consideriamo due serbatoi (Figura A) contenenti un liquido (es. acqua),
collegati tramite un tubo. Per fare scorrere l'acqua nel tubo occorre che il
liquido si trovi a livelli diversi nei serbatoi, in modo che un volume d'acqua
posto ai due livelli abbia una differenza di energia potenziale.
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GRANDEZZE ELETTRICHE
CORRENTE ELETTRICA:
Si può paragonare la corrente elettrica, generata dal movimento di portatori di
carica elettrica (elettroni) in materiali conduttori, al flusso di un liquido
attraverso un tubo.
DIFFERENZA DI POTENZIALE
La differenza di livello esistente fra due serbatoi (Figura 1) genera una flusso
del liquido nel momento in cui li colleghiamo tramite una conduttura.
RESISTENZA ELETTRICA :
La resistenza “idraulica” indica la difficoltà che incontra il liquido al suo
passaggio nella tubazione, ad esempio dovuta ad una strozzatura. Più in
generale, la resistenza idraulica può dipendere da differenti fattori: viscosità
del liquido, curve nelle tubazioni, filtri, materiale poroso che interagisce per
attrito e rallenta il flusso del liquido, altri ostacoli presenti nelle condutture.
GRANDEZZE ELETTRICHE
CIRCUITO ELETTRICO:
Il circuito elettrico è un percorso chiuso nel quale si muovono gli elettroni.
In un circuito possiamo avere un utilizzatore che ha la funzione di assorbire e
quindi utilizzare l'elettricità. Sono utilizzatori ad es. le lampade, gli
elettrodomestici, ecc.
Possiamo fare un'analogia tra il circuito elettrico e quello idraulico. La corrente
elettrica, dovuta allo spostamento di elettroni nei conduttori, si muove in modo
analogo all'acqua nella tubazione del circuito idrico. I fili conduttori
corrispondono ai tubi nei quali scorre il liquido, l’interruttore elettrico funziona
in modo analogo ad un rubinetto, al generatore corrisponde la pompa, alla
lampada il serbatoio.
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GRANDEZZE ELETTRICHE
ANALOGIA CIRCUITO IDRICO – ELETTRICO
GRANDEZZE ELETTRICHE
TENSIONE: V= R X I [VOLT] V
•In relazione alla loro tensione nominale i sistemi elettrici si dividono in:
•sistemi di Categoria 0 (zero), quelli a tensione nominale minore o uguale a 50 V se
a corrente alternata o a 120 V se a corrente continua (BASSA TENSIONE DI
SICUREZZA)
•sistemi di Categoria I (prima), quelli a tensione nominale minore da oltre 50 V fino
a 1000 V se in corrente alternata o da oltre a 120 V fino a 1500 V compreso se in
corrente continua (BASSA TENSIONE)
•sistemi di categoria II (seconda), quelli a tensione nominale oltre 1000 V se in
corrente alternata od oltre1500 V se in corrente continua fino a 30000 compreso
(MEDIA TENSIONE)
•sistemi di categoria III (terza), quelli a tensione nominale maggiore di 30000 V
(ALTA TENSIONE)
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GRANDEZZE ELETTRICHE
RESISTENZA ELETTRICA : R= V / I [Ohm] Ω
La resistività elettrica è l'attitudine di un materiale a opporre resistenza al
passaggio delle cariche elettriche.
CORRENTE ELETTRICA: I= Q/ ∆T [Ampere] A
Movimento ordinato di cariche elettriche( elettroni liberi) attraverso materiali
conduttori in un tempo ∆T.
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
Il corpo umano è molto sensibile a qualsiasi corrente elettrica. Le contrazioni delle
fibre muscolari sono determinate da particolari impulsi elettrici che si trasmettono
lungo il nostro corpo tramite delle fibre nervose che potrebbero essere paragonate
a dei fasci di conduttori.
IL CERVELLO GUIDA LA DISTRIBUZIONE E IL DOSAGGIO DEGLI
IMPULSI.
Se a queste correnti fisiologiche interne si sommano delle correnti elettriche
esterne si ha nel corpo umano un’alterazione delle funzioni vitali.
ELETTROCUZIONE: Contatto del nostro corpo con
sorgenti di energia elettrica.
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L’ELETTROCUZIONE PUO’ AVVENIRE PER:
Contatto diretto: Si ha quando si toccano direttamente due parti attive nude,
prive di isolamento principale, di diverso potenziale ad
esempio fase e neutro.
Contatto indiretto: Si ha quando si toccano parti che normalmente non
sono in tensione, come ad esempio il contatto della
carcassa di una lavatrice o di una betoniera, che a causa
di un guasto dell’isolamento dei conduttori ha assunto
un potenziale diverso da quello di terra o per scarica
elettrica quando non avendo toccato una parte in
tensione si verifica una scarica es. linee elettriche nude.
EFFETTI PRODOTTI DALLA CORRENTE
ELETTRICA
I principali effetti prodotti dalla corrente elettrica
sul corpo umano sono:
•
•
•
•
1) Tetanizzazione
2) Arresto della respirazione
3) Fibrillazione ventricolare
4) Ustioni
10
TETANIZZAZIONE
•Se uno stimolo elettrico è applicato ad una muscolo, esso si contrae, per
poi ritornare allo stato di riposo.
La “tetanizzazione dei muscoli” è la contrazione involontaria dei muscoli
interessati al passaggio della corrente.
E’ per questo motivo che l’infortunato, se attraversato da corrente
alternata, può rimanere attaccato alla parte in tensione.
Il più elevato valore di corrente per cui il soggetto è ancora capace di
lasciare la presa della parte in tensione con la quale è in contatto è
denominata “corrente di rilascio”:
Donne: 10 mA (50Hz) - Uomini: 15 mA (50 Hz)
ARRESTO DELLA RESPIRAZIONE
•Correnti superiori ai limiti sopra indicati per la corrente di rilascio producono
nell’infortunato difficoltà di respirazione e segni di asfissia: il passaggio della
corrente determina una contrazione dei muscoli addetti alla respirazione e una
paralisi dei centri nervosi che sovrintendono alla funzione respiratoria; se la
corrente perdura, l’infortunato perde conoscenza e può morire soffocato.
•Circa il 6% delle morti per folgorazioni è dovuto ad asfissia. Di qui
l’importanza della respirazione artificiale (bocca a bocca), della tempestività
con la quale è applicata e della durata per cui è praticata. E’ necessario
intervenire al max. entro 3-4 min.
11
FIBRILLAZIONE CARDIACA
•La fibrillazione cardiaca consiste in una contrazione disordinata delle
fibre muscolari del cuore.
A causa delle contrazioni disordinate il cuore non è più in grado di
svolgere la sua normale funzione e la conseguenza è la morte
dell’infortunato.
Il ripristino della normale funzione cardiaca è possibile solo se si
interviene in tempi rapidi con opportune apparechiature mediche
(Defibrillatore).
•La fibrillazione ventricolare è responsabile di oltre il 90% delle morti
per folgorazione.
USTIONI
•
Le ustioni sono lesioni
caratteristiche degli
infortunati sottoposti ad
elevate intensità di corente
che non interessano parti
del corpo immediatamente
vitali.
•
Tali lesioni si manifestano
nei punti di entrata ed
uscita della corrente dove
la densità di corrente è
maggiore
12
DIAGRAMMA DELLA CORRENTE ELETTRICA
SUL CORPO UMANO
•
•
•
•
ZONA 1: Abitualmente nessuna
reazione
ZONA 2: Abitualmente nessun
effetto fisiologico pericoloso
ZONA 3: Abitualmente nessun
danno organico. Probabilità di
contrazioni muscolari, difficoltà
respiratoria; disturbi reversibili
nella formazione e conduzione di
impulsi nel cuore, inclusi
fibrillazione arresto cardiaco
provvisorio senza fibrillazione
ventricolare, che aumentano con
l’intensità della corrente e il
tempo.
ZONA 4: In aggiunta agli effetti
della zona 3, la probabilità della
fibrillazione ventricolare
aumenta fino a circa il 5% (curva
C2), al 50% (curva C3) oltre il
50 % al di là della curva C3.
Protezione contro i contatti diretti
Finalità
Impedire qualsiasi contatto con parti attive
Parti attive completamente ricoperte con un
isolamento che possa essere rimosso solo
mediante distruzione
Modalità
Le parti attive devono essere protette con
involucri o barriere tali da assicurare un
grado di protezione minimo IPXXB
(inaccessibilità al dito di prova)
ostacoli che impediscano
l’avvicinamento non intenzionale del
corpo a parti attive
13
14
SITUAZIONE MIGLIORATA
15
Protezione contro i contatti indiretti
Collegamento all’impianto di messa a terra delle
masse e masse estranee
Interruzione automatica del circuito (es. tramite
interruttore differenziale)
16
17
L'interruttore differenziale, se presente nel nostro quadro elettrico è facilmente
riconoscibile per la presenza di un pulsante, utile per la manutenzione,
contrassegnato dalla lettera T (può avere forma diversa da quello nella foto).
I cavi che conducono la corrente elettrica sono generalmente due: la fase e il
neutro. Poichè la corrente entra dalla fase, percorre i circuiti ed esce dal
neutro, in condizioni normali quella entrante deve essere uguale a quella
uscente. Se ciò non accade significa che una parte di essa sta percorrendo
strade diverse, come il corpo umano in caso di scossa elettrica (contatto
diretto) o per cedimento dell'isolante, ad esempio, di un elettrodomestico
collegato all'impianto di terra.
L'interruttore differenziale (conosciuto anche come salvavita) confronta
continuamente la corrente entrante con quella uscente e scatta quando
avverte una differenza.
Costruttivamente è costituito da un
trasformatore toroidale nel quale, in
condizioni di normale funzionamento,
il flusso risultante dovuto alle correnti
che percorrono il circuito, indotte dai
campi magnetici opposti generati
dalle spire 1 e 2, è uguale a zero.
Quando la differenza fra le due correnti
in ingresso ed in uscita dal circuito
(definita corrente differenziale) non è
più uguale a zero, il flusso magnetico
risultante, dovuto alle correnti che
percorrono le spire 1 e 2 del circuito,
non è più uguale a zero e, di
conseguenza, induce una corrente I
nella spira 3 che aziona lo sganciatore S.
18
PARTICOLARE INTERRUTTORE DIFFERENZIALE
Le prese a spina con correnti nominali fino a 32 A devono essere
protette a monte con un interruttore differenziale avente una Idn non
superiore a 30 mA
19
In un impianto realizzato correttamente
quando l'apparecchiatura elettrica va in
"dispersione", cioè l'involucro viene in
contatto con una parte interna in
tensione, il conduttore di terra "chiude" il
circuito elettrico verso terra e fa scattare
l'interruttore differenziale.
In queste condizioni all'insorgere del
guasto il circuito viene disalimentato,
l'incidente viene evitato e non vi è alcun
pericolo per le persone.
In un impianto ove non sia stato realizzato
il collegamento "a terra" quando l'involucro
viene in contatto con una parte interna in
tensione, il circuito non si chiude e quindi
non può scattare l'interruttore differenziale.
Quando però una persona tocca
accidentalmente l'involucro esterno
dell'apparecchiatura difettosa, il circuito si
chiude attraverso il suo corpo.
A questo punto interviene l'interruttore
differenziale che quindi impedisce
l'incidente grave (se è un salvavita da
0.03A) ma si ha comunque un passaggio
di corrente attraverso il corpo umano.
Questa situazione è potenzialmente
pericolosa, in quanto l'intervento della
protezione avviene durante l'incidente.
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QUALI SONO I COMPONENTI CHE COSTITUISCONO
UN IMPIANTO ELETTRICO DI CANTIERE?
UN IMPIANTO ELETTRICO NASCE DA UN PUNTO DI FORNITURA
ENEL ( Contatore di energia) O DA UN GRUPPO ELETTROGENO,
ED E’ COMPOSTO DA:
• QUADRI ELETTRICI PRINCIPALI E SECONDARI
• CAVI ELETTRICI
• PRESE A SPINA E AVVOLGICAVO
• UTILIZZATORI
• IMPIANTO DI TERRA
• IMPIANTO DI PROTEZIONE FULMINI (Quando previsto)
QUADRI ELETTRICI DI
CANTIERE
• Devono essere del tipo ASC CEI17-13/4 e certificati dal
costruttore, dichiarazione CE.
• ASC= Apparecchiatura sottoposta a prove di tipo per cantiere.
• Avere un grado minimo di protezione IP43.
21
GRADO DI PROTEZIONE
La protezione degli involucri delle apparecchiature
elettriche è determinata dall’indice di protezione IP
(International protection).
Esso si esprime attraverso la sigla IP seguita da due
numeri di cui il primo indica il grado di protezione contro la
penetrazione di corpi solidi e il secondo il grado grado di
protezione contro i liquidi.
GRADO DI PROTEZIONE
22
23
QUADRO ASC PRIMARIO
QUADRO DI CANTIERE
24
QUADRO DI CANTIERE
Presa Monofase 16A - 230V
Quadro ASC tipo
MODELLO PRESE SUI QUADRI
Presa trifase 16A - 380V
Presa trifase 32A - 380V
25
QUADRO ELETTRICO
26
DERIVAZIONE FAI DA TE
REALIZZAZIONI CORRETTE
27
REALIZZAZIONI CORRETTE
SCELTA DEI CAVI
• CAVI A POSA FISSA:Si intendono per posa fissa i cavi
destinati a non essere spostati durante la vita del cantiere, ad
esempio nel tratto che va dal contatore di energia elettrica al
quadro generale.
• CAVI A POSA MOBILE:I cavi a posa mobile sono invece
soggetti a spostamenti ad esempio il cavo che alimenta il
quadro prese a spina o un apparecchio trasportabile.
28
Gli infortuni per contatto diretto nei cantieri edili avvengono prevalentemente
sui cavi di alimentazione degli apparecchi.
POSA DEI CAVI NEI CANTIERI
29
• E’ opportuno ribadire che i cavi isolati in PVC, o con guaina in
PVC, non sono adatti per la posa mobile nei cantieri, perché il
PVC a bassa temperatura diventa rigido e se piegato o
raddrizzato si fessura.
• Ciò non si applica ai cavi che non sono mossi durante l’uso,
cioè installati in modo fisso . Questi devono essere però posati
a temperatura superiore a 5°C se isolati e/o rivestiti in PVC
30
CAVO ALIMENTAZIONE GRU
31
CAVI AMMESSI NEI CANTIERI
32
PROTEZIONE MECCANICA
33
34
I cavi a posa mobile devono essere possibilmente sollevati da terra e
seguire percorsi brevi; non devono essere lasciati sul terreno, arrotolati
in prossimità dell’apparecchio o sul posto di lavoro, con conseguente
pericolo di danneggiamenti meccanici
35
ERRATA POSA DEI CAVI
36
37
PRESE A SPINA E AVVOLGICAVO
Le prese a spina costituiscono, dal punto di vista della sicurezza elettrica uno
dei punti critici dell’impianto elettrico di cantiere.
Le cosiddette prese a spina volanti devono essere ad uso industriale, conformi
alla norma CEI 23-12/1.
Nella spina senza pressacavo, il conduttore di protezione sollecitato a trazione
si distacca dal morsetto e va a contatto con il conduttore di fase: la carcassa
dell’apparecchio, ad esempio la betoniera, non è più collegata a terra e assume
la tensione di fase.
SI
38
SITUAZIONE FREQUENTE
39
ESEMPIO DI AVVOLGICAVO ADATTO PER
CANTIERE
SITUAZIONE NON CONFORME
40
Le prese a spina fisse, che possono essere soggette a getti d’acqua, devono
avere un grado di protezione IP67
41
PRESE AD USO DOMESTICO
• Le prese a spina per uso domestico e similare non sono adatte
per essere utilizzate nei cantieri, perché non hanno il
necessario grado di protezione e non sono resistenti agli urti
42
ADATTATORI
Gli adattatori che permettono di inserire una spina ad uso domestico in una
presa ad uso industriale devono portare la scritta “Solo per uso temporaneo”.
Va da sé che tali adattatori sono vietati per alimentare quanto è
permanentemente utilizzato in cantiere, a meno che non siano ubicati in
posizione protetta contro l’acqua e le polveri, dove sono ammesse le prese a
spina ad uso domestico e similare.
ADATTATORE NON PIU’ A NORMA
43
POMPA SOMMERSA
SITUAZIONE NON CONFORME
44
PROLUNGA NON IDONEA
ALTRI POSSIBILI RISCHI
45
SEGA CIRCOLARE
SEGA CIRCOLARE
46
SEGA CIRCOLARE
MONTACARICHI
47
BETONIERA
FLESSIBILE
48
IMPIANTO DI TERRA
L’impianto di terra costituisce un mezzo che permette alla
corrente di guasto di disperdersi o di richiudersi, tramite una
resistenza di basso valore, attraverso il terreno.
•
•
Dispersore
Conduttore in contatto elettrico con
il terreno, o conduttore annegato
nel calcestruzzo a contatto con il
terreno con un’ampia superficie
(per esempio una fondazione)
•
•
Conduttore di terra
Conduttore che collega una parte
dell’impianto che deve essere
messo a terra ad un dispersore o
che collega tra loro più dispersori,
ubicato al di fuori del terreno od
interrato nel terreno e ad esso
isolato.
49
TIPOLOGIE DI MESSA A TERRA
•
Messa a terra di protezione:
•
Messa a terra di una parte conduttrice, non destinata ad essere attiva,
con lo scopo di proteggere le persone dallo shock elettrico.
•
Messa a terra di funzionamento:
•
Messa a terra di un punto del circuito attivo richiesta per il corretto
funzionamento degli impianti e dei suoi componenti elettrici.
•
Messa a terra per la protezione contro le fulminazioni (scariche
atmosferiche)
•
Messa a terra per la dissipazione di una corrente di fulmine
(scarica atmosferica) verso terra.
50
Il ponteggio va messo a terra?
Solo nel caso in cui il ponteggio è “massa estranea” ossia ha una resistenza
verso terra < di 200Ω
51
APPARECCHI DI CLASSE II
• Gli apparecchi con
isolamento doppio o
rinforzato portano in
targa il simbolo del
doppio isolamento.
• E’ proibito collegare a
terra gli apparecchi di
classe II
LUOGHI CONDUTTORI
RISTRETTI
52
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI
•
Per luogo conduttore si intende un luogo delimitato essenzialmente
da superfici metalliche o conduttrici ( scavo nel terreno); è ristretto
quando le dimensioni sono tali da limitare il movimento
dell’operatore e da provocare un probabile contatto con ampie parti
del corpo diverse da mani e piedi.
•
Sono luoghi conduttori ristretti, ad esempio, piccole cisterne
metalliche, cunicoli umidi, l’interno di tubazioni metalliche, scavi
ristretti nel terreno ecc..
LUOGHI CONDUTTORI RISTRETTI
•
Il concetto di luogo conduttore ristretto è applicabile non solo ai
luoghi ma anche a situazioni in cui l’operatore è a stretto contatto,
su larga parte del corpo, con superfici conduttrici, a causa del tipo di
operazione compiuta.
•
GLI APPARECCHI TRASPORTABILI UTILIZZATI NEI LUOGHI
RISTRETTI DEVONO ESSERE ALIMENTATI A BASSISSIMA
TENSIONE DI SICUREZZA OPPURE PROTETTI PER
SEPARAZIONE ELETTRICA: UN APPARECCHIO PER OGNI
TRASFORMATORE DI ISOLAMENTO
53
LINEE ELETTRICHE
INTERFERENTI
54
LA LEGISLAZIONE
D.Lgs n° 81 - D.Lgs. n° 106
TITOLO III – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI D.P.I.
Articolo 83 - Lavori in prossimità di parti attive
•
1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee
elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette,o che per
circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette,
e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell’
ALLEGATO IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e
procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.
•
2. Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni
contenute nelle pertinenti norme tecniche..
55
ALLEGATO IX
Valori delle tensioni nominali di esercizio delle macchine ed impianti elettrici
•
Tab. 1 Allegato IX – Distanze di
sicurezza da parti attive di linee
elettriche e di impianti elettrici non
protette o non sufficientemente
protette da osservarsi,
nell’esecuzione di lavori non
elettrici, al netto degli ingombri
derivanti dal tipo di lavoro, delle
attrezzature utilizzate e dei materiali
movimentati, nonché degli
sbandamenti laterali dei conduttori
dovuti all’azione del vento e degli
abbassamenti di quota dovuti alle
condizioni termiche.
Un (kV)
D (m)
≤1
3
1 < Un ≤ 30
3,5
30 < Un ≤ 132
5
> 132
7
Dove Un = tensione nominale.
LA LEGISLAZIONE
D.Lgs n° 81 - D.Lgs. n° 106
TITOLO IV – CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI
Articolo 117 - Lavori in prossimità di parti elettriche attive
• 1. Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 83, quando occorre
effettuare lavori in prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti
attive non protette o che per circostanze particolari si debbano ritenere non
sufficientemente protette, ferme restando le norme di buona tecnica, si deve
rispettare almeno una delle seguenti precauzioni:
• a) mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata dei
lavori;
• b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l’avvicinamento alle parti attive;
• c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di
sollevamento, ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza.
• 2. La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano avvenire contatti
diretti o scariche pericolose per le persone tenendo conto del tipo di lavoro,
delle attrezzature usate e delle tensioni presenti e comunque la distanza di
sicurezza non deve essere inferiore ai limiti di cui all’allegato IX o a quelli
risultanti dall’applicazione delle pertinenti norme tecniche.
•
(arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro il datore di lavoro e dirigente)
56
LINEA ELETTRICA INTERFERENTE
MESSA IN SICUREZZA
57
58
3
(<1 Kv)
59
MESSA IN SICUREZZA
60
61
LINEA ELETTRICA IN
FACCIATA
62
LINEA ELETTRICA IN
FACCIATA
CAVO IN FACCIATA
63
PROTEZIONE MECCANICA
RISCHIO ELETTRICO DOVUTO DA
AGENTI ATMOSFERICI
I FULMINI
64
SOVRATENSIONE DI ORIGINE
ESTERNA (FULMINE)
Un fulmine è una scarica elettrica, in aria, tra una nuvola temporalesca
ed il suolo. Durante questa scarica, una parte della scarica elettrica
accumulata nella nuvola viene drenata a terra, e dà origine ad una
corrente elettrica variabile nel tempo.
L’effetto termico e luminoso associato al passaggio della corrente di
fulmine illumina il canale discendente e le sue ramificazioni dando
luogo al lampo.
Il tuono è causato dal repentino riscaldamento e successivo
raffreddamento ( compressione/dilatazione) dell’aria.
PARAMETRI DELLA CORRENTE DI FULMINE
Parametro
Corrente
Energia I²t
Durata Totale
U.M.
Valore
Minimo
Valore
medio
Valore
massimo
kA
3
35
200
kA²s
6
60
10000
ms
30
180
1000
65
Protezione contro i fulmini
Ponteggio
Gru a torre
66
Protezione contro i fulmini
Ponteggio
Gru a torre
PONTEGGIO A TERRA
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GRAZIE PER
L’ATTENZIONE
BUON LAVORO A TUTTI VOI
P. Ind. Michele Luongo - C.P.T. LUCCA
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