aspetti neurobiologici della risposta al trauma

Aspetti neurobiologici della risposta al trauma

Esperienze fortemente traumatiche possono portare ad
un blocco della memoria esplicita con un’inibizione
delle funzioni dell’ippocampo (Siegel, 1995a). In questi
casi alcuni elementi dell'esperienza vengono registrati a
livello implicito, ma non daranno luogo a ricordi di tipo
esplicito.

Si può verificare una dissociazione tra memoria
implicita ed esplicita con una compromissione della
memoria autobiografica nei confronti dell'evento
amnesia psicogena.

Il ricordo dell'evento è invece integro e può
comprendere elementi comportamentali come impulsi
alla fuga e reazioni emozionali, sensazioni corporee e
immagini correlate al trauma (Siegel, 1995a; 1996a).
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma

Gli individui in cui si verifica una dissociazione di questo tipo hanno
maggiore probabilità di sviluppare un disturdo post-traumatico da
stress (Koopman et al., 1994; Yehuda, McFarlane, 1995).

Uno stato di stress persistente può indurre alterazioni
anatomopatologiche a livello dell’ippocampo, con una riduzione del
suo volume (Bremner et al., 1995), che possono portare a una cronica
compromissione dei processi della memoria esplicita e
dell’apprendimento.

Il trauma psicologico che compromette le attività della memoria
esplicita ha effetti negativi anche sulla capacità dell'individuo di
consolidare il ricordo dell'esperienza.

Processi di dissociazione o la proibizione di parlare con altri
dell'evento traumatico come spesso si verifica nei casi di abuso,
possono determinare un blocco dei meccanismi di consolidamento
corticale.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma

Un disturbo della coscienza autonoetica dovuto ad un
trauma non risolto può portare alcuni individui ad
essere sommersi da ricordi impliciti estremamente
coinvolgenti, durante i quali perdono le forme di
controllo tipiche della memoria episodica, e si sentono
non come se stessero ricordando intensamente un
evento del passato ma come se lo stessero vivendo in
quel preciso momento (Siegel, 1995a);

Altri hanno una conoscenza di un avvenimento
traumatico che non si accompagna a un senso di sé:
hanno solo una consapevolezza noetica dell’esperienza.
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Asimmetria degli emisferi cerebrali nei processi di
registrazione e richiamo dei ricordi: la corteccia frontale
sinistra svolgerebbe un ruolo dominante nei processi di
registrazione dei ricordi episodici, mentre quella destra nel
richiamo (Tulving et al., 1994; Wheeler et al., 1997).

Studi su pazienti rilevano la presenza di una significativa
asimmetria nell’attività dei due emisferi, con una dominanza
eccessiva dell’emisfero destro. Un’anormale simmetria
cerebrale associata ad alterazioni nello sviluppo del corpo
calloso è riscontrata anche nei bambini traumatizzati (Teicher
et al., 1997).

Una cooperazione bilaterale dei due emisferi potrebbe essere
necessaria per i ricordi, e il mancato consolidamento delle
memorie che si riferiscono a eventi traumatici potrebbe avere
un ruolo cruciale nei traumi non risolti.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma
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Circuito dello stress comprende attivazione dell’asse
ipotalamo-ipofisi-corticosurrene (sistema neuroendocrino
di risposta allo stress) e aree cerebrali attivate nei
processi mnestici ippocampo, amigdala e corteccia
prefrontale.

Queste strutture cerebrali svolgono un ruolo nella
valutazione di una situazione con la conseguente selezione
di una risposta programmata (corteccia prefrontale), sia in
riferimento al contenuto emotivo (amigdala) che a quello
legato alle esperienze passate (ippocampo e corteccia
prefrontale) dell’evento.

Studi retrospettivi su soggetti adulti con storia di abusi e
maltrattamenti precoci, hanno dimostrato cambiamenti di
lungo termine sia nella funzionalità dell’asse HPA sia nella
morfologia ippocampale e nel funzionamento mnestico
legato all’area ippocampale (Bremner, Vermetten, 2001).
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma
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La risposta di stress avviene in termini fisiologici,
attraverso
tipiche
sequenze
di
modificazioni
neuroendocricne (HPA) manifestandosi come risposta
aspecifica (Selye, 1956);

Le emozioni svolgono una mediazione nella decodifica ed
elaborazione delle informazioni ambientali (Lazarus,
1966).
L’attivazione
fisiologica
diviene
reazione
psicofisiologica, dal momento che, accanto agli stimoli
ambientali, il processamento cognitivo delle emozioni ha
un ruolo determinante nell’adattamento determinato dalla
presenza dello stress.

Di conseguenza la risposta diventa specifica, traducendosi
nelle strategie di coping dell’individuo.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma


Lo stress psicologico ha un rapporto strettamente
dialettico tra le condizioni ambientali di stress (stressors)
e le caratteristiche del soggetto.
Tre caratteristiche degli stressors:

Natura: stimoli fisici o di natura interpersonale;

Timing: il periodo evolutivo nella storia dell’individuo in
cui agisce lo stressor. In età evolutiva è necessario
considerare questa caratteristica in relazione non solo alla
fase di sviluppo, ma anche al periodo critico che il
bambino attraversa.

Durata: la sporadicità (stress acuto) opposta alla
continuità (stress cronico) nel corso del tempo dell’azione
dello stressors. La risposta a stress acuti ha un valore
altamente adattivo consentendo all’individuo di affrontare
la minaccia, la cronicizzazione di queste risposte che si
osserva negli stress cronici tende a comportare
conseguenze negative a livello fisiologico.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma

PTSD: ASPETTI SINTOMATOLOGICI

La sperimentazione del trauma, attraverso ricordi, sogni
angoscianti, incubi notturni, flashback dal carattere
intrusivo e ricorrente, episodi dissociativi durante i quali la
persona sente e agisce, a livello percettivo e affettivo,
come se stesse vivendo l’evento;

L’evitamento di tutte le situazioni che rievocano il ricordo
traumatico,
fino
all’amnesia
dissociativa,
e
l’appiattimento delle risposte affettive, che comportano
un senso di distacco e di estraniamento, indifferenza,
ritiro sociale e riduzione degli interessi;

L’ipertattivazione, difficoltà a modulare il livello di
arousal anche di fronte a sollecitazioni ambientali di lieve
entità, con la presenza di irritabilità e scoppi di collera
improvvisi, ipervigilanza e risposte di allarme, alterazioni
del sonno, disturbi di concentrazione e memoria.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma in età
evolutiva

L’appiattimento
dell’affettività
può
comportare
nell’infanzia anche un arresto o distorsione del processo
evolutivo, attraverso l’isolamento sociale, una gamma
limitata di affetti, la riduzione della capacità di gioco e la
perdita temporanea di competenze già acquisite
(linguaggio, controllo sfinterico).

L’iperattività può manifestarsi attraverso terrori notturni
con risvegli, pianto inconsolabile e manifestazioni
neurovegetative, difficoltà ad andare a letto e del sonno,
difficoltà di attenzione e concentrazione, ipervigilanza e
risposte di allarme esagerate.

Altri sintomi: aggressività verso i pari, gli adulti o gli
animali, ansie di separazione, paura del buio o di andare
al bagno da soli, comportamenti autolesivi, sessuali o
aggressivi non adeguati all’età.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma in età
evolutiva

La fase di sviluppo è importante nel modulare il tipo di
risposta all’evento traumatico;

Studi hanno mostrato come nel periodo successivo al
trauma i bambini più piccoli (prescolari) mostrino una
maggiore vulnerabilità a sintomi depressivi, mentre quelli
più grandi appaiano caratterizzati da sintomatologia
prevalentemente di tipo esternalizzante (McDermott e
Palmer, 2002).

Le reazioni psichiche e neurofisiologiche alla traumaticità
degli eventi possono essere esacerbate o in parte
attenuate dalla presenza di fattori di rischio o protettivi
importanti nell’ambiente del bambino, primo tra tutti il
contesto relazionale di accudimento (Scheeringa et al.,
2004).
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma in età
evolutiva

Trauma complesso: bambini che hanno fatto esperienza di
eventi traumatici molteplici, cronici e prolungati,
soprattutto di natura interpersonale e a esordio precoce,
spesso nel loro sistema di accudimento primario (Cook,
Spinazzola, Ford et al.,2005).

Questa nuova diagnosi muove dall’assunto che esposizioni
molteplici a trauma interpersonale comportino chiari e
prevedibili conseguenze su diverse aree di funzionamento,
con effetti del trauma complesso su sette aree di
funzionamento del bambino: attaccamento, livello
biologico, regolazione dell’affetto, dissociazione, controllo
del comportamento, cognizione, senso del Sé.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma

La
corteccia
prefrontale
determina
l’inclusione
o
l’esclusione di informazione salienti ai fini dello stabilirsi
di comportamenti orientati allo scopo, del processamento
di informazioni ed eventi potenzialmente traumatici, è
coinvolta nei processi di recupero di informazioni, in
particolar modo nel richiamo della sequenza temporale e
della fonte dei ricordi.
Aspetti neurobiologici della risposta al trauma

L’amigdala
ha
un
profondo
coinvolgimento
nella
valutazione del significato emotivo degli eventi (in
particolare rabbia, aggressività e paura); ha connessioni
con la corteccia prefrontale che veicolano informazioni
circa il contenuto emotivo ed affettivo degli eventi;
interagisce con l’ippocampo, modulando affettivamente le
informazioni immagazzinate.

L’ippocampo è coinvolto nei processi di apprendimento e
memoria, specificatamente per la formazione e il recupero
delle memorie episodiche, ovvero la capacità umana di
ricordare il quando (componente temporale) e il dove
(componente spaziale) degli eventi (Tulving, 2002).
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