LEZIONI DI FITOTERAPIA I° PARTE GENERALE

LEZIONI DI FITOTERAPIA
I° PARTE GENERALE
Docente: Prof. Rocco Carbone
1^ PARTE
INDICE
Fitoterapia
Introduzione e storia della Fitoterapia
Gli erbari
Origini della moderna Fitoterapia
Richiami di Botanica farmaceutica
Il metabolismo delle piante
Principali azioni dei costituenti delle piante medicinali
Le classi di principi attivi delle piante medicinali
Fitocomplesso
Forme farmaceutiche in Fitoterapia e Farmacopea
Aspetti tossicologici delle Piante Medicinali
Descrizione delle principali piante impiegate in Fitoterapia
Descrizione botanica, Parte utilizzata, Principi attivi, Avvertenze, Note
Riferimenti bibliografici dell’autore
1. Carbone R Compendio delle terapie naturali minori. Edizione ED srl, Roma, 2004.
2. Carbone R Fiori di Bach, Capire l’essenza delle emozioni per vivere meglio. Edizione ED srl,
Roma, 2006.
3. Carbone R Drenaggio e gemmoterapia: preparati e consigli del farmacista . Il Farmacista
2006. Tecniche nuove edizioni, Milano, 2006.
4. Carbone R. Perché non si toccano con le dita? Saggio di omeofarmacocinetica dei medicinali
omeopatici. Cahiers de Biotherapie.. Numero 2, anno XIV, p. 19-25. Roma, aprile/giugno,
2006.
5. Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia,
Dibuono edizioni srl, Villa d’Agri (PZ), 2006.
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Introduzione e storia della Fitoterapia
Le origini della fitoterapia risalgono a migliaia di anni fa e sono strettamente
legate alla nascita e alla sopravvivenza dell’uomo.
Tutti gli animali dipendono dal regno vegetale dal quale prendono i nutrienti
necessari e indispensabili per loro funzioni vitali. Questo stretto rapporto con la
natura ed il mondo vegetale, ha spinto l’uomo, da sempre, ad utilizzare
principalmente le piante come rimedio naturale per ovviare agli effetti
provocati da un'alterazione del suo stato di salute.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1980, nella riunione di TienTsin in Cina, definì le piante medicinali nel modo seguente: "È pianta
medicinale ogni vegetale che contiene, in uno o più dei suoi organi, sostanze
che possono essere utilizzate a fini terapeutici o preventivi, o che sono i
precursori di emisintesi chemiofarmaceutiche".
La fitoterapia moderna si basa, principalmente, sulle conoscenze provenienti
dalle tre grandi medicine: fitoterapia della medicina tradizionale cinese,
fitoterapia della medicina ayurvedica e la fitoterapia occidentale.
Gli erbari
Le più antiche testimonianze
di Fitoterapia sono egiziane,
risalenti ad oltre il quarto
millennio avanti Cristo, sono
note anche testimonianze
cinesi, tibetane e indiane. Il
testo di Fitoterapia più
antico risale ad un libro
erboristico cinese del terzo
millennio avanti Cristo (Pen
Tsao),
che
contemplava
circa mille piante e rimedi
naturali.
I primi documenti scritti
risalgono al papiro di Ebers
(1500 a. C.) e Assiria (650
a.C.), nei quali sono documentate e descritte decine di erbe.
Le terapie dell’antichità si basavano principalmente su rimedi a base di piante
medicinali, alcuni trattati medici greci ci hanno tramandato queste conoscenze:
“l’Erbario Greco” di Dioscoride, o la "Storia Naturale" di Plinio il Vecchio.
3
Il primo erbario di cui sono pervenute
notizie è del medico ateniese Diocle di
Caristo, vissuto intorno al 350 a. C.. Alla
sua scuola si formò Teofrasto di Ereso che
scrisse una serie di testi botanici tra cui
Historia Plantarum.
Altri due personaggi, di cui ci sono
pervenute notizie e che ebbero una notevole
importanza
nell’evoluzione
dell’erbario,
furono Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, e
il suo medico Crateva. Secondo Dioscoride,
Crateva fu il primo a compilare un erbario
corredato di immagini.
L'efficacia
delle
piante
a
scopi
medicamentosi era nota già a Dioscoride,
medico della Cilicia del I secolo d. C., autore
del famoso: De Materia Medica.
In questa opera sono illustrare le virtù
terapeutiche delle piante, e costituirà il
punto principale della conoscenza scientifica
in Occidente e in Oriente per tutto il
Medioevo, sino alla comparsa della farmacologia chimica.
L’opera è formata da cinque libri con la descrizione di circa seicento piante e le
relative indicazioni terapeutiche; nel primo libro, dopo il proemio, sono trattate
le "sostanze aromatiche" (ventisette piante e droghe medicinali, sedici oli,
venticinque unguenti, diciannove resine e catrami, trentasette tra alberi e
arbusti, trentadue frutti medicinali e commestibili).
Nel secondo libro si descrivono settantasette sostanze fornite dagli animali
(alimenti o farmaci) e cento piante alimentari.
Nel terzo e nel quarto libro si parla delle rimanenti sostanze medicamentose di
origine
vegetale
(rispettivamente
centosettanta
nel
terzo
e
centonovantaquattro nel quarto.
Nel quinto libro, infine, c’è una parte dedicata alla vite e ai vini (quarantadue
capitoli) e ai minerali (novantasette).
Successivamente l’erborista inglese John Parkinson,
pubblica il Theatrum Botanicum (1640), contenente la
descrizione di circa trentamila piante, classificate
secondo le loro proprietà terapeutiche; in Italia,
Durante Castore, pubblica a Venezia nel 1617 un
volume dal titolo "Herbario Novo"; sono riferimenti
ancora attuali come spunto di riflessione e di indagine
sulle virtù medicamentose di molte piante.
In tempi più recenti l’erbario di Otto Gessner (1974) e Schauenberg e Paris
(1977), contengono classificazioni di numerose piante medicinali e i riferimenti
ai principi attivi costituenti delle piante e la loro azione farmacologia.
Origini della moderna Fitoterapia
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La moderna Fitoterapia prende origini dal periodo rinascimentale con la nascita
delle prime scuole mediche laiche e delle prime Università.
La prima scuola medica laica è la Scuola Medica Salernitana sorta con ogni
probabilità tra il secolo VII e VIII, deve essere ritenuta la più antica e
importante istituzione per l’insegnamento e l’esercizio della medicina.
È la prima nel suo genere e diviene famosa in tutto il mondo, allora noto, per i
suoi maestri e per il suo orto botanico. Questa scuola era frequentata da allievi
di ogni nazionalità, e l’insegnamento era affidato a personaggi provenienti
dalle varie culture, con lo scopo di verificare e confrontare le varie conoscenze
mediche.
Nel IX secolo era famosa in tutta Europa ed era rappresentata nel sigillo di
Salerno col motto: Civitas Hippocratica. Fautore della scuola fu Costantino
L’Africano, dotto cartaginese giunto a Salerno e successivamente monaco a
Cassino, egli favorì la divulgazione della cultura araba
sull’uso delle piante medicinali e la traduzione dall’arabo
in latino “dell’Arte medica” di Galeno.
Contribuirono alla fama della Scuola Benvenuto Grafeo
e Ruggero di Fugardo, autore quest’ultimo del Trattato
di Chirurgia (XII sec.). L’opera che rese celebre la
Scuola fu “Flos Medicinae” o “Regimen Sanitatis
Salerni”, (XII sec.).
Con la Scuola Medica Salernitana si sviluppano altre
famose istituzioni come quella di Montpellier, Bologna e Padova.
In Francia, nel XII secolo sorge l’Università di Montpellier, considerata da molti
come l’erede della Scuola Salernitana, fautore e maestro più illustre fu lo
spagnolo Arnaldo da Villanova (1240-1312 d.C.), animato da uno spirito
indipendente di ricerca.
Egli si affida alla ragione, uscendo dagli schemi empirici e dogmatici; fu il
primo ad intuire le proprietà solventi dell’alcool, e il modello di estrazione dei
principi attivi delle piante per macerazione in soluzione idroalcoolica.
Il rinascimento, coincide col risveglio culturale della mente umana e con le
scoperte geografiche, in questo periodo l’uomo cerca di dare risposte razionali
e scientifiche alle conoscenze basate sull’empirismo.
In questo periodo, uno degli studiosi di rilievo fu Philiph
Theophrast Bombast von Hohenheim, detto Paracelso
(1493-1541 d.C.), nacque in una località vicina a Zurigo
medico alchimista, cercò di isolare dalle piante la loro
"quintessenza". Paracelso si può considerare il padre della
moderna Fitoterapia rinnovata, in cui l’azione delle piante
Medicinali è riferita al fitocomplesso e non al principio attivo.
Di Paracelso sono da ricordare aforismi di grande significato
ed attualità: "La natura causa e cura le malattie, ed è quindi
necessario che il medico conosca i processi della Natura,
l'uomo invisibile al pari dell'uomo visibile", da questo aforisma si evince la
visione olistica dell’uomo paracelsiana, e con il secondo aforisma “Sola dosis
facit venenum”, si rappresenta il canone fondamentale della Farmacognosia
5
(studio della chimica e della farmacologia dei principi attivi delle piante
medicinali), e della moderna Farmacologia.
È considerato il precursore della iatro-chimica, ossia, della chimica medica
basata essenzialmente sulla distillazione e l'analisi dei minerali dai quali
estraeva le sostanze che servivano a preparare i medicamenti.
Paracelso non fu solo medico e alchimista, egli fu un attento osservatore dei
fenomeni naturali: studia e raggruppa i vegetali in base alle loro caratteristiche
morfologiche. Individua la similitudine del colore, delle forme e della
morfologia delle piante in raffronto agli organi del corpo umano, definendo così
la "similitudine magica delle signature" e pubblica il “Trattato delle Segnature”.
Con questa classificazione tenta di dare un senso al secondo principio di
Ippocrate relativo alla legge delle similitudini: “Similia similibus curentur”,
anticipando di alcuni secoli Samuel Hahnemann (1755-1843) nella scoperta
dell’Omeopatia.
Nello stesso periodo anche Leonardo da Vinci (1452-1519 d.C.) si occupa dello
studio della botanica e della fisiologia vegetale, studiò il percorso della linfa, la
disposizione delle foglie nelle varie specie e cercò di isolare i principi attivi di
alcune piante.
Nacque il primo giardino orto botanico a Padova per opera di Anguillara,
Guillandini e Falloppio, seguito da quello di Pisa e di Bologna.
Determinante e fondamentale fu l’apporto, del botanico svedese Carlo Linneo
(1707-1778 d.C.), per lo studio sistematico delle piante. È merito della sua
ricerca la classificazione e l’identificazione delle piante descritta nella sua opera
"Systema Naturae", egli utilizza, come principio di distinzione e di
classificazione delle piante, la distribuzione dei sessi nei fiori e le caratteristiche
degli organi maschili. Inoltre, divide il regno vegetale in due grandi branche: le
Crittogame, con stami e pistilli invisibili a occhio nudo; le Fanerogame nelle
quali tali organi sono ben visibili. Queste ultime, a loro volta, saranno divise dal
naturalista svedese in 23 classi, in base alle loro differenze morfologiche.
La fitoterapia, fino al 1970, appannaggio della chimica, si basava sull’utilizzo
del principio attivo delle piante medicinali, identificando in esso sia il titolo
riportato in Farmacopea ufficiale sia l’azione terapeutica, seguendo i dettami
della chimica e della farmacognosia. In quest’anni, Claude Bergeret e Max
Tetau, rilevarono e diffusero il concetto che l’azione di una pianta medicinale
non era da identificare necessariamente solo nel principio attivo, bensì, al
sinergismo d’azione derivato dai vari componenti della pianta.
Quindi, ridefinirono il concetto di fitoterapia in fitoterapia rinnovata, in cui la
determinante principale non era più il principio attivo, bensì il fitocomplesso.
Essi affrontato lo studio della Fitoterapia dal punto di vista clinico e biologico,
introducono delle forme galeniche partendo da estratti derivanti dalla pianta
fresca e si orientano verso la definizione della risposta terapeutica da attribuire
al totum dei componenti dell’estratto, definito fitocomplesso. Le forme
farmaceutiche utilizzate sono: la Tintura madre e il Macerato glicerico 1DH, alla
prima diluizione decimale hahnemanniana.
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BOTANICA FARMACEUTICA E FARMACOGNOSIA
Richiami di Botanica farmaceutica
La botanica farmaceutica si occupa delle piante tenendo conto, non soltanto
delle caratteristiche morfologiche e funzionali, ma studiando in particolare le
piante ad indirizzo terapeutico.
Le piante, dal punto di vista della botanica, sono raggruppate in entità
tassonomiche1 o taxa (da cui deriva lo stesso termine “tassonomia”, metodo,
descrizione e classificazione degli organismi e
delle piante, botanica sistematica).
Le entità tassonomiche sono ordinate secondo
un criterio logico, che tiene conto del loro
valore crescente. Si parte così dall’unità
sistematica elementare, che è la specie; a
questa, sono subordinate alcune entità, come
la sottospecie, mentre altre entità sono
superiori (si tratta, in ordine crescente, di
genere, famiglia, ordine, classe e phylum o
divisio).
Tutto questo è di particolare rilevanza, perché,
gli individui di una determinata specie non
sono geneticamente omogenei, ma differiscono
proprio in base alla sottospecie, alla varietà e
ai tipi e questo comporta, non solo una diversa
morfologia, ma anche una diversità biochimica che si riflette in una differente
composizione quali-quantitativa.
Si parla, quindi, in tale caso di razze chimiche o chemiotipi: i chemiotipi sono
uguali nell’aspetto esterno, ma differiscono per i loro costituenti chimici.
Le sostanze chimiche presenti nella pianta, capaci di esplicare un’azione
farmacologia, sono definiti principi attivi e il vegetale (o la parte di questo)
che le contiene è detto droga.
Le sostanze farmacologicamente attive possono essere impiegate sia sotto
forma di droga così come essa è (si parla, in tale caso, di fitocomplesso),
oppure allo stato puro, dopo essere state estratte dalla droga stessa.
Può accadere che i principi attivi siano anche materiale di partenza per
ottenere composti semisintetici, come è avvenuto con la morfina, da cui è stata
ottenuta in seguito la nalorfina.
Potrebbe essere molto importante conoscere le reazioni di sintesi che portano
nelle droghe vegetali alla formazione dei vari principi attivi, infatti, ciò
consentirebbe di aumentare o migliorare, con opportuni “interventi” sui
suddetti processi biosintetici, la resa della droga in esame.
1
La classificazione tassonomica creata nel XVIII° secolo ad opera del naturalista svedese Carl
von Linné (italianizzato in Carlo Linneo). Nel 1735 egli propose un sistema di classificazione
scientifica delle piante (Systema naturae, siver tria regna naturae systematicae proposita per
classes, ordines, genera et species) basato sull'istituzione di raggruppamenti gerarchici che
classificava le piante in "Classi, Ordini, Generi, Specie e, Varietà"
7
Tali conoscenze però sono ancora incomplete, anche se si è riuscito a
comprendere che i principi attivi delle droghe vegetali sono suddivisi in
costituenti cellulari primari e costituenti cellulari secondari.
I costituenti cellulari primari
sono comuni e diffusi tra
tutte le piante e sono
polimeri
ad
alto
peso
molecolare (proteine, lipidi e
polisaccaridi) o metaboliti
intermedi (acidi organici).
Sembra che tali componenti
siano utili per la vita della
pianta.
I
costituenti
cellulari
secondari
sono,
invece,
presenti
solo in
alcune
piante oppure sono in grado
di accumularsi solo in alcune
specie
(saponine,
antrachinoni).
Si tratta dei principi attivi
più interessanti dal punto di
vista farmacologico, anche
se
spesso
s’ignora
la
funzione
all’interno
dell’organismo
produttore.
Inoltre, derivano dagli stessi
precursori dei costituenti
primari.
Infine,
è
interessante
ricordare che, nella raccolta
delle piante medicinali, occorre tener presente il tempo balsamico, cioè il
periodo in cui il contenuto in principi attivi raggiunge il suo massimo livello: è
appunto in tale momento che deve essere effettuata la raccolta.
Il tempo balsamico è influenzato dal ciclo vitale della pianta, dalla sua età e
perfino dall’ora del giorno.
È diverso per ogni pianta, anche se si può affermare in generale che i principi
attivi si formano in misura maggiore nel periodo d’accrescimento della pianta e
quindi il contenuto sarà massimo quando l’accrescimento sarà terminato.
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Il metabolismo delle piante
Ogni organismo vivente, comprese le piante, scambia continuamente con
l’ambiente esterno una grande quantità di energia. L’energia proviene dal Sole
ed è incamerata dalle piante grazie alla fotosintesi, che permette così di
ottenere energia chimica per produrre le molecole necessarie alla
sopravvivenza, mediante reazioni chimiche dette anaboliche.
L’energia può anche essere accumulata mediante molecole di riserva che
possiedono legami altamente energetici: quando queste molecole vengono
degradate a semplici prodotti finali, restituiscono l’energia immagazzinata,
tramite le reazioni cataboliche.
Le reazioni anaboliche sono dunque biosintetiche, mentre quelle cataboliche
sono degradative e sono catalizzate entrambe da enzimi.
Nell’anabolismo, si parte da precursori semplici per formare molecole più
complesse, come proteine o acidi nucleici, mediante le vie di biosintesi,
partendo da un piccolo numero di precursori, si arriva ad una grande varietà di
prodotti diversi.
Nelle reazioni cataboliche, invece, si parte dalle macromolecole con funzione di
9
riserva, come i carboidrati, per ottenere prodotti più semplici come l’anidride
carbonica e l’acido lattico.
Queste reazioni partono da molecole molto diverse tra loro, ma producono
sempre poche molecole finali; inoltre, si libera una notevole quantità di
energia, precedentemente immagazzinata.
Esistono dunque le reazioni del metabolismo
primario, che partono da grandi quantità di
sostanze di riserva e portano a grandi quantità di
prodotti.
Tuttavia, nelle piante, sono di grande importanza
le
vie
del
metabolismo
secondario,
caratterizzate da un flusso minore, che portano
alla produzione e all’accumulo di molecole molto
specializzate (oli essenziali, alcaloidi, ecc…), non
strettamente
necessarie
per
l’organismo
produttore.
Ancora oggi non si conosce la loro funzione nelle
piante, ma si pensa che possano essere utili per
richiamare alcuni insetti impollinatori o allontanare
delle possibili fonti di pericolo dalla pianta stessa.
Le molecole del metabolismo primario sono le
materie prime necessarie per il metabolismo
secondario. Infatti, la fotosintesi porta alla
formazione dei carboidrati, che sono la base per la formazione di tutte le altre
molecole.
Quando i carboidrati sono degradati, si ottengono tre molecole più semplici, che
sono i precursori dei principali principi attivi esistenti in natura.
Si tratta dell’acido scichimico, precursore dei composti aromatici; degli
aminoacidi, derivati del ciclo dell’acido citrico, che portano alla formazione degli
alcaloidi e dei peptidi; dell’acido acetico che, sotto forma di acetil coenzima A,
è il precursore di polifenoli e, sotto forma del suo derivato acido mevalonico,
dà origine a terpeni e steroidi. Il tutto è evidenziato nello schema seguente.
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Principali azioni dei costituenti delle piante medicinali
Dagli albori della medicina fino a pochissimi decenni fa, il legame con la
fitoterapia è stato strettissimo. Dell'uso terapeutico delle piante officinali c'è
già traccia nei geroglifici egiziani con la
descrizione di oli essenziali distillati da piante
aromatiche.
Già circa 4 secoli prima della nascita di Cristo,
Ippocrate il padre della medicina moderna
aveva individuato le proprietà antidolorifiche
della linfa estratta dalla corteccia di salice,
senza immaginare che questa azione era
dovuta all'acido salicilico, che ancora oggi è la
base del
principio attivo dell'aspirina.
Analogamente, le proprietà della digitale,
dell'aglio, della salvia e dell'assenzio erano
già conosciute presso Greci e Romani.
Anche al di fuori del mondo mediterraneo, le
civiltà dell'India, della Cina, del Tibet e
dell'Arabia conoscevano dai tempi più remoti
le proprietà curative delle erbe: un
manoscritto cinese di ben 4.700 anni fa, il
Pen-Tsao, già descriveva le
proprietà
terapeutiche del Ginseng e dell'Efedra.
Indubbiamente i preparati fitoterapici hanno rappresentato nei secoli il
principale strumento terapeutico per diverse medicine tradizionali quali
quella cinese, quella araba o ancora la scuola Salernitana di Medicina, che si
impose in Italia e in Europa come abbiamo visto intorno al 1200.
Con il trascorrere dei secoli si è accentuata maggiormente la dicotomia tra il
curante (medico) e il preparatore (botanico o farmacista) e ciò ha consentito,
grazie alla maggior specializzazione, di giungere a preparati officinali sempre
più puri ed efficaci. Si può infatti affermare che il lungo periodo compreso tra il
1500 e il 1800 ha visto crescere l'importanza della professione del
botanico/farmacista, unico depositario della preparazione dei fitoterapici.
Non dimentichiamo che ancora oggi importanti orti botanici inglesi non sono
altro che ex campi di coltivazioni delle piante officinali di importanti laboratori
farmaceutici del '700.
Successivamente, al principio del '900, il costante interesse per le piante
medicinali e le opportunità di una più moderna e sistematica ricerca di
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laboratorio, hanno dato vita alla farmacognosia, branca specializzata della
botanica e della farmacologia sperimentale. Così i chimici scoprirono la
complessità dei composti di origine vegetale e animale, cercando nel contempo
di comprendere la correlazione tra struttura chimica e attività farmacologica di
questi composti. Divenne quindi inevitabile tentare di isolare i principi "attivi"
delle piante da quelli "inerti" e di ricostruire per sintesi le molecole più potenti;
ciò consentì non solo di preparare in laboratorio sostanze identiche a quelle
naturali ma anche di modificare le loro strutture chimiche originali, per
potenziarne l'azione farmacologica o migliorarne la tollerabilità. E' evidente che
i grandi progressi compiuti dalla farmacologia nella comprensione del legame
tra struttura chimica e attività farmacologica e nella messa a punto di farmaci
di sintesi molto potenti se da un lato hanno permesso di valutare sempre
meglio anche i preparati fitoterapici e di migliorarne le attività di produzione,
dall'altro hanno segnato un po' il declino della fitoterapia.
Oggi, alle soglie del 2000 riconosciamo che il prolungamento della vita media
rappresenta una notevole vittoria ottenuta soprattutto grazie a farmaci di
sintesi monocostituenti molto efficaci (soprattutto antibiotici). Ciò nonostante
dagli anni ottanta in poi ha cominciato ad emergere un rinnovato interesse per
le sostanze naturali e per la farmacologia dei complessi vegetali. La moderna
fitoterapia si basa sul concetto della "attività terapeutica globale della pianta"
secondo cui nessun costituente della pianta può considerarsi "attivo" o "inerte".
La pianta medicinale è un organismo unitario nel quale ogni costituente ha una
propria ragione d'essere nell'economia fisiologica della pianta stessa, ed
esercita una determinata funzione. Tutti i costituenti, sia quelli
farmacologicamente attivi che quelli non farmacologicamente attivi ma che
modificano spesso l'assorbimento dei primi, concorrono a determinare l'attività
terapeutica globale della pianta medicinale.
In conclusione se con le conoscenze di oggi non possiamo che sorridere
davanti ad uno dei testi sacri della medicina di un tempo, il famoso "erbario"
xilografato del botanico tedesco Otto Brunfels (primi decenni del '500) o
davanti alle curiose locandine pubblicitarie in stile bella époque che illustrano
gli impieghi illimitati degli estratti di corteccia di china, non possiamo
trascurare l'importanza e l'attualità della fitoterapia.
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Le classi di principi attivi delle piante medicinali
Fin dall’antichità, l’uomo ha sempre tratto dal mondo naturale, e dalle piante in
particolare, i rimedi per ogni tipo di patologia, anche se questi erano utilizzati
esclusivamente su base empirica.
Attualmente, la disponibilità di metodiche
d’indagine più avanzate ci consentono di
effettuare ricerche e di stabilire standard
riproducibili degli effetti terapeutici delle
piante secondo le moderne tecniche di
laboratorio.
Ciò è di particolare rilievo, in quanto
proprio di recente si stanno rivalutando le
piante medicinali come importante presidio
farmacologico, dopo un lungo periodo di
abbandono a favore dell’utilizzo di principi
attivi sintetizzati in laboratorio.
I farmaci di sintesi, infatti, non hanno
tardato a mostrare i limiti del loro utilizzo
ed è stato necessario ampliare la
possibilità di scelta terapeutica con la
rivalutazione delle piante medicinali.
Per utilizzare al meglio le piante in terapia, è stato necessario focalizzare
l’attenzione sui loro principi attivi, studiandone non solo gli effetti, ma anche
considerando la loro struttura chimica e i processi metabolici in cui sono
coinvolti nell’organismo produttore.
È possibile, quindi, classificare le molecole di origine naturale secondo la
struttura chimica:
1) Eterosidi o Glucosidi
*salicilici
*iridoidi
*antrachinonici
*cardiotonici
*saponine
*solforati
*flavonici
*idrochinonici
2) Alcaloidi
3) Oli essenziali, resine, balsami
4) Tannini
5) Carboidrati
6) Lipidi
7) Vitamine
8) Sali minerali
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ETEROSIDI:
Salicilici (azione antinfiammatoria, antifebbrile antireumatica; principali
piante: Salix alba)
Iridoidi (azione antinfiammatoria; principali piante: Arpagofito)
Antrachinonici (azione lassativa o purgante; principali piante: Aloe,
Cascara, Rabarbaro)
Cardiotonici (azioni antiaritmiche, cardiotoniche; principali piante:
Digitale, Strofanto, Oleandro)
Saponine (azione antinfiammatoria e cicatrizzante
antiedemigene e vasculotrope (Ippocastano))
(Liquirizia)
o
Solforati (azione mucolitica e fluidificante; principali piante: le Crucifere
come Cavoli, Senape, Rafano)
Flavonici o flavonoidi (azione antinfiammatoria e diuretica (Sambuco,
Tiglio, Liquirizia) o riduzione della permeabilità capillare (Ruscus,
Centella) o antidepressiva (Iperico) o ansiolitica (Passiflora))
Antocianosidi
(azione
endotelio protettiva
ed
piastrinica; principali piante: Mirtillo, Lampone, Malva)
antiaggregante
Idrochinonici (azione disinfettante urinaria; principali piante: Uva
ursina, Corbezzolo)
ALCALOIDI: Sostanze azotate basiche attive a dosi anche molto basse.
Coniina (contenuta nella Cicuta), Chinina, Cocaina, Reserpina, Caffeina (attive
sul SNC). Atropina, Scopolamina, Pilocarpina, Ergotamina, Nicotina (attive sul
SNV). Colchicina (per l'artrite gottosa). Vincristina, Vinblastina (alcaloidi della
Vinca ad azione antileucemica) Alcaloidi ossindolici (azione antinfiammatoria
immunostimolante contenuti nell'Uncaria Tormentosa)
OLI ESSENZIALI
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Miscele di sostanze chimiche tra le quali (alcoli, fenoli, aldeidi, chetoni, eteri,
esteri, acidi e idrocarburi terpenici) a diversa azione: stimolazione funzioni
apparati digerente, antimicrobica, azioni sul SNC.
TANNINI
Azione antiflogistica, antiedemigena e vasocostrittrice; risultano irritanti per le
mucose ed epatotossici.
POLISACCARIDI
Sono prevalentemente rappresentati dalle mucillagini che a contatto con
l'acqua si rigonfiano e danno soluzioni colloidi con azione emolliente,
antinfiammatoria,
protettiva
delle
mucose
e
lassativa.
Polisaccaridi ad azione antinfiammatoria ed immunostimolante sono presenti
nell'Astragalo, nell'Echinacea, nel Ginseng, nell'Aloe vera e nell'Eleuterococco.
RESINE E BALSAMI
Le resine, sostanze complesse, vengono spontaneamente secrete dai vegetali.
I balsami sono costituiti da miscele di oli essenziali e resine, sono densi,
vischiosi ed aromatici ed hanno azione disinfettante ed espettorante (Balsamo
del Perù e Balsamo del Tolù usati nei prodotti antitosse ed espettoranti.)
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Fitocomplesso
Tra le terapie facenti capo alla medicina non convenzionale, la Fitoterapia
riveste un ruolo di grande importanza sia come terapia integrativa sia come
terapia sostitutiva della terapia medica; specie laddove, l’accesso alle terapie
farmacologiche rappresenta un problema di sopravvivenza economico.
È riconosciuto in ogni angolo del mondo, a livello etnico e scientifico la priorità
e la insostituibilità della fitoterapia.
Mentre nei paesi dell’area sud del mondo la scelta della fitoterapia è obbligata
da ragioni economiche, etniche e culturali, nei paesi più industrializzati, la
scelta della fitoterapia esprime una valenza orientata alla qualità della vita:
minore tossicità, più propensione verso l’autocura ed un'alternativa alla
standardizzazione e ricerca della propria individualità.
Non a caso, la Fitoterapia, come forma di cura, si riafferma negli anni settanta,
nei paesi europei occidentali; in particolare in Francia si sviluppa la moderna
Fitoterapia rinnovata, appannaggio quasi esclusivo della classe medica; mentre
in Germania l'utilizzo delle piante officinali legato all'Omeopatia, quali fonti di
estrazione.
La fitoterapia nella tradizione terapeutica erboristica ereditata da Ippocrate,
Paracelso o Mattioli, è concepita interamente come medicina allopatica, la cui
attività terapeutica è attribuita all'azione dei principiativi, quindi, un'azione in
base alla prima legge ippocratica dei contrari. Negli anni settanta con
l'introduzione della moderna Fitoterapia rinnovata, ad opera di Claude Bergeret
e Max Tetau.
Si focalizza la risposta terapeutica della pianta medicinale non solo ai principi
attivi, bensì al totum della pianta stessa e all'insieme di sostanze presenti nella
pianta che concorrono all'effetto benefico prodotto dalla stessa.
Il fitocomplesso rappresenta l'insieme di tutte le sostanze presenti nella droga,
alcune dotate di precipue proprietà medicamentose, altre meno importanti,
ma indispensabili nel fornire un supporto ed una consistenza d'insieme, per
garantire la completezza delle azioni caratteristiche della pianta.
Il concetto di fitocomplesso è diverso da quello che regola l'azione dei farmaci
di sintesi, anche se di derivazione vegetale, nei quali viene considerato il
singolo principio attivo come unico responsabile dell'azione farmacologica,
essendo gli altri suoi componenti rappresentati da eccipienti e supporti inerti.
Pertanto, ne deriva, che i vantaggi del fitocomplesso nei confronti del singolo
principio attivo sono:
1. Bassa tossicità con pochi effetti collaterali, importante soprattutto nelle
terapie croniche e nei soggetti particolarmente sensibili (per esempio
bambini, anziani, donne in gravidanza).
2. Modulazione dell'assorbimento e quindi dell'efficacia del fitocomplesso.
Per esempio non tutti i componenti della Propoli hanno capacità
medicamentose, ma alcuni di essi servono sia per favorirne l'assorbimento
sia per esaltarne l'efficacia.
16
3. Molteplicità d'azione, che consente di curare con un unico rimedio un
numero grande di problemi. Per esempio il Ginkgo biloba è soprattutto
indicato per trattare il decadimento cerebrale senile, ma è utile anche
contro l'ipertensione arteriosa, le allergie e per combattere i danni causati
dai radicali liberi. Un altro esempio ci viene fornito dall'aglio che è dotato di
azione ipocolesterolemizzante e antiaggregante piastrinica, ma, e anche
caratterizzato da azioni ipotensiva antibatterica.
Questa molteplicità di azioni ci dà la possibilità di affrontare con un unico
rimedio diversi problemi, che altrimenti richiederebbero l'assunzione di più
farmaci, di sintesi nella stessa giornata. È anche indispensabile che la pianta
venga raccolta nel cosiddetto tempo balsamico che è il periodo dell'anno,
variabile da pianta a pianta, nel quale il vegetale contiene la massima quantità
di principi attivi e la sua ottimale composizione qualitativa.
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Forme farmaceutiche in Fitoterapia e Farmacopea
La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana XI edizione 2002 insieme
alla Farmacopea Europea, rappresentano i testi ufficiali di raccolta di tutte le
preparazioni farmaceutiche.
Nell'edizione Italiana, è stato dato ampio risalto alle preparazioni vegetali, che
adesso tornano ad essere presenti in maniera cospicua, nonostante il continuo
sviluppo dei farmaci di sintesi.
Nell’attuale edizione è presente, come nell'edizione precedente, un capitolo di
descrizione dei Metodi Generali Usati in Farmacognosia, nel quale si definiscono
criteri, metodologie e controlli di qualità delle droghe vegetali e loro
preparazioni.
Inoltre, nell'edizione 2002 è aumentato il numero delle Monografie relative alle
piante medicinali, una parte di particolare interesse per la fitoterapia riguarda
le preparazioni generali a partire da materiale vegetale.
Vengono trascritte di seguito le definizioni riportate nelle monografie relative
alle preparazioni delle piante medicinali: Droghe Vegetali, Preparazioni a Base
di Droghe Vegetali, Tinture, Estratti, Infusi e Decotti, Oli Grassi Vegetali, Piante
per Tisane,
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LEZIONI DI FITOTERAPIA
II° PARTE
PARTE SISTEMATICA
Docente: Prof. Rocco Carbone
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Descrizione di alcune piante impiegate in Fitoterapia
Aglio
Allium sativum L.
Parte utilizzata: bulbo e bulbilli
Principi attivi: olio essenziale (minimo 0,25 %)
contenenti diversi solfuri di allile (da cui il caratteristico
odore) ed altre sostanze solforate derivate dal solfuro di
divinile (allina, che per la presenza di un enzima,
alliinasi, si trasforma in allicina), allisatina, glucosidi
solforati, vitamine del gruppo B.
Effetti
dimostrati:
antibatterico,
antivirale,
antielmintico (ascaridi ed ossiuri), anticoagulante,
antiaggregante piastrinico, ipotensivo, vasodilatatore
periferico, fibrinolitico ed antiipertensivo. Fluidificante
ed espettorante. Antidislipidemico ed antiaterogeno
Avvertenze: Non somministrare in gravidanza e
durante l’allattamento, può alterare il sapore del latte e
provocare
coliche gassose nel neonato. Iperacidità gastrica, intolleranza
individuale all’odore/sapore. Ipotensione.
Note: l'azione dell'aglio è stata valutata in studi clinici con estratti secchi
titolati e standardizzati in 6 mg/die di allicina 2-3 volte/die, in forma fresca 8
g di bulbilli al giorno.
Alga marina
Fucus vesiculosus L.
Parte utilizzata: tallo disseccato
Principi attivi: Acido alginico, Polisaccaridi, Polifenoli,
Bromo, Iodio, Potassio, Sodio
Effetti dimostrati: Dà volume alle feci favorendo lo
svuotamento intestinale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in
allattamento, non associare ad aspirina, lassativi,
medicinali per tosse e raffreddore, antiacidi, vitamine,
minerali, aminoacidi
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Note: l'azione del fucus valutata in studi clinici con estratti secco nebulizzato al
dosaggio di 1-1,5 g/die
Aloe
Aloe vera L.
Principi attivi: foglie da cui si estrae un gel
Sostanze chimiche contenute: Acemannano,
Beta-barbaloina (purgativo), Resina, Socaloina,
Tannino
Effetti dimostrati: Aiuta a ridurre l'infiammazione
e accelera la guarigione nelle ustioni di primo e
secondo grado. Agisce come catartico, ma se tale
effetto sia benefico o pericoloso dipende da molti
fattori. Cura le ustioni da raggi X o da altre
radiazioni. Interferisce nell'assorbimento del ferro e
degli altri minerali quando assunta per via orale
Avvertenze: Non assumere in caso di ulcera
gastrica o duodenale, in presenza di piccole
complicazioni all'intestino, come enteriti periferiche.
Non assumere in caso di colite ulcerosa,
diverticolosi o diverticoliti, proctiti o emorroidi
Note: l'azione dell'aloe vera è stata valutata in studi clinici con estratti titolati
e standardizzati in polisaccaridi (acemannano) al dosaggio di 400-800 mg 1-2
volte/die
Ananas (gambo)
Ananas sativus Sch.
Parte utilizzata: parte fibrosa del gambo
Principi attivi: Bromelina A e B
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria,
antiedemigena. Azione antiaggregante
piastrinica
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in
caso di ulcera gastrica
Note: l'azione dell'ananas è stata valutata in
studi clinici con estratti titolati e standardizzati
in bromelina al dosaggio di 80 mg 3 volte/die
(reperibile anche come specialità medicinale
registrata)
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Anice
Pimpinella anisum L.
Parte utilizzata: frutto secco
Principi attivi: oli essenziali (anetolo, metilcavicolo,
anisochetone), flavonodi.
Effetti dimostrati: Aiuta nell'espulsione dei gas
dall'apparato intestinale. Stimola la diuresi. Aumenta
la traspirazione. Diminuisce la densità e aumenta la
fluidità del muco dai polmoni e dai bronchi. Causa
allucinazioni
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nei
disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come
ulcera duodenale o gastrica, reflusso esofageo, coliti
ulcerose, coliti spastiche, diverticolite, diverticolosi
Note: l'azione dell'anice è stata valutata estratti
titolati e standardizzati in anetolo al 70-90% al
dosaggio 0,3 g di essenza
Arnica montana
Arnica montana L.
Parte utilizzata: fiore
Principi attivi: Acidi grassi, Acido angelico, Acido
formico, Arnidendiola (si trova anche nei fiori di
tarassaco), Colina, Timoidrochinone
Effetti dimostrati: Ha un effetto revulsivo se
applicata sulla pelle in un punto infiammato o
irritato. Agisce come sedativo del sistema nervoso
centrale. Irrita il tratto gastrointestinale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, nei
disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come ad
esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso
esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa,
colite spastica, diverticolosi, diverticolite
Note: si usa in infusi 2 g di droga per 100 ml di acqua; in tintura madre per
cataplasmi diluita in acqua 1:3-1:10; come colluttorio diluita in acqua 1:10 o
come pomata (solitamente in gel) contenente il 20-25% di tintura madre.
Frequenti reazioni allergiche cause di dermatiti
22
Artiglio del diavolo o Arpagofito
Harpagophytum procumbens De Candolle
Parte utilizzata: radici secondarie essiccate
Principi attivi: Arpagoside, Procumbite, Arpagide,
Acido cinnamico libero, Zuccheri, Aminoacidi,
Steroli, Grassi, Cere
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria ed
antireumatica, fibromiositi, tendinite, periartriti
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e in
soggetti con ulcere gastriche
Note: l'azione dell'artiglio del diavolo è stata
valutata in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in arpagoside all'80% al dosaggio di
350-700 mg 3-4 volte/die
Biancospino
Crategus oxyacantha L.
Parte utilizzata: fiori, foglie
Principi attivi: Acido crategolico, Flavina, Glicoside,
Proantocianidine, Purine, Saponine, Vitexina
Effetti dimostrati: Diminuisce la respirazione.
Diminuisce il battito cardiaco. Azione ipotensivante.
Causa irregolarità nel battito cardiaco. Causa
insufficienza cardiaca congestizia. Riduce le
contrazioni muscolari dell'utero e dell'intestino. È un
costrittore bronchiale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nelle
cardiopatie
Note: l'azione del biancospino è stata valutata con estratti titolati e
standardizzati in flavonoidi al 2% al dosaggio di 250-1000 mg/die (per
garantire un dosaggio di 5-20 mg di flavonoidi totali
23
Boswellia serrata o Pianta dell'incenso
Boswellia serrata Roxb.
Principi attivi: Acidi boswellici, Triterpeni
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria,
antireumatica (inibisce la 5 lipoossigenasi che stimola
la produzione di leucotrieni), riduce il dolore ed il
gonfiore articolare ed aiuta a ristabilire una buona
funzionalità articolare
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nelle
gastropatie quali gastriti ed ulcera gastro-duodenale
Note: l'azione della boswellia è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in ac.
boswellici al 75%-95% al dosaggio di 200-400 mg 2-3 volte/die
Camomilla comune
Matricaria recutita L.
Parte utilizzata: capolini disseccati
Principi attivi: Alcooli sesquiterpenici,
Alfabisabolo, Azulene, Furfurale, Paraffina,
Sesquiterpene, Tannini
Effetti dimostrati: Agisce come antinfiammatorio
e spasmolitica sulla mucosa gastrica e duodenale,
cicatrizzante, immunostimolante, antibatterico per
uso topico. Deprime le funzioni muscolari.
Interferisce nell'assorbimento del ferro e di altri
minerali
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e se si
hanno disturbi cronici del tratto gastro-intestinale,
quali ulcere duodenali o gastriche, reflusso
esofageo, coliti ulcerose, coliti spastiche,
diverticolite, diverticolosi
Note: l'azione della camomilla è stata valutata con estratti titolati e
standardizzati al dosaggio di 400 mg 4 volte/die.
La Farmacopea Ufficiale prevede l'estratto secco ad alto titolo di apigenina.
Infusi al 3-10% per cataplasmi e lavande, tisane con 3 gr. in 150 ml di acqua
24
Cannella corteccia
Cinnamonum verum J.S. Presl
Parte utilizzata: corteccia disseccata (olio
essenziale per uso topico)
Principi attivi: Aldeide cinnamica (70-80%),
Eugenolo (5-10%)
Effetti dimostrati: Proprietà antibatteriche e
micostatiche (specie nelle onicomicosi)
Avvertenze: Non utilizzare in gravidanza.
Frequenti reazioni allergiche cutanee e mucose
Carciofo
Cynara scolymus L.
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Flavonoidi, Tannini, Ac. clorogenico,
Cinarina, Poliacetileni, Fitosteroli (sitosterolo e
stigmasterolo), Cinaropicrina (principio amaro)
Effetti dimostrati: Azione coleretica (stimola la
secrezione di bile), epatoprotettiva ed
epatostimolante. Azione ipocolesterolemizzante.
Azione diuretica.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in
soggetti con calcolosi della colecisti
Note: l'azione del carciofo è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in ac. clorogenico tra 4,5%-6% al
dosaggio di 3-5 g 2 volte/die
Cascara sagrada
Rhamnus purshiana D.C.
Parte utilizzata: corteccia disseccata
Principi attivi: Antrachinone, Cascarosidi
Effetti dimostrati: Irrita l'apparato
gastrointestinale e può indurre diarrea.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e se si
hanno disturbi cronici del tratto gastro-intestinale,
quali ulcere duodenali o gastriche, reflusso
esofageo, coliti ulcerose, coliti spastiche,
diverticolite, diverticolosi
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Centella Asiatica
Centella asiatica L., Hydrocotile asiatica L.
Parte utilizzata: parti aeree disseccate
Principi attivi: Asiaticoside (saponina triterpenica), Ac. asiatico, Ac.
madecassico, Madecassicoside, Polifenoli, Fitosteroli, Sali minerali e vitamine
Effetti dimostrati: Cicatrizzanti, flebotropi e
flebotonici (v. varicose, emorroidi), blandamente
diuretici
Avvertenze: Cautela in gravidanza (contiene
fitosteroli) e nelle gastropatie quali gastriti ed ulcera
gastro-duodenale
Note: l'azione della centella è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati nella
frazione triterpenica al dosaggio di 60 mg/die,
(reperibile anche come specialità medicinale
registrata)
Chiodo di garofano
Eugenia caryophyllus C.
Parte utilizzata: boccioli dei fiori essiccati (olio
essenziale per uso topico)
Principi attivi: Eugenolo (90%)
Effetti dimostrati: Elevate proprietà antibatteriche e
antimicotiche (onicomicosi, tigne), antinfiammatorie
ed analgesiche locali (mal di denti)
Avvertenze: Non utilizzare in gravidanza. Frequenti
reazioni allergiche cutanee e mucose
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Cimicifuga
Cimicifuga racemosa L.
Parte utilizzata: radici, rizomi
Principi attivi: Acido isoferulico, Acido oleico, Acido
palmitico, Cimicifugina, Tannino
Effetti dimostrati: Attività estrogeniche ed inibizione
dell'LH, utile nei disturbi premestruali, dismenoree e
disturbi climaterici. Interferisce con l'assorbimento del
ferro e di altri minerali quando viene ingerito.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e se si
hanno disturbi cronici del tratto gastro-intestinale,
quali ulcere duodenali o gastriche, reflusso esofageo,
coliti ulcerose, coliti spastiche, diverticolite,
diverticolosi
Note: l'azione della cimicifuga è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in glicosidi triterpenici al 2,5% al
dosaggio di 40-80 mg/die
Echinacea
Echinacea angustifolia D.C.
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Acidi grassi, Betaina, Echinacina,
Echinoside, Inulina, Resina, Saccarosio
Effetti dimostrati: Agisce come insetticida, attivo
soprattutto sulle mosche. Stimola le difese immunitarie.
Probabile attività anti-tumorale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza.
Note: l'azione dell'echinacea è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in polisaccaridi
al 16% ed echinacoside al 4% al dosaggio di 200mg 2-3
volte/die
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Eleuterococco
Eleutherococcus senticosus Ruprecht
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Eleuteroside A (glucoside del betasitosterolo), B1 (glucoside cumarinico
dell'isofrassidina, C (eterogalattoside), B-D-E
(eterosidi del siringasterolo), I-K-L-M (derivati
dall'ac. oleanoico)
Effetti dimostrati: Stimola il sistema immunitario,
aumenta il numero di linfociti T e cellule natural
killer, aumenta la produzione di interferone, stimola
la risposta anticorpale (studi effettuati su soggetti
con malattie dell'apparato ORL, otiti, sinusiti)
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dell'eleuterococco è stata valutata in
studi clinici con estratti titolati e standardizzati in eleuterosidi al 3% e
polisaccaridi al dosaggio di 200-400 mg/die
Finocchio selvatico
Foeniculum vulgare Miller
Parte utilizzata: semi
Principi attivi: Trans-anetolo, Estragolo, Fencone,
Alfa-fellandrene
Effetti dimostrati: Attività antispastica e procinetica
(specie a livello intestinale), attività antimeteorica
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, ed in
soggetti asmatici con forte componente allergica
Note: i semi di finocchio possono essere utilizzati in
preparazioni per tisane spesso in associazione con
anice, timo, senna, ecc. Molto utile anche l'olio
essenziale F.U. che preparato in capsule ed assunto
dopo i pasti, è la forma che maggiormente esplica le proprietà sull'apparato
digerente
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Garcinia
Garcinia cambogia Desc
Parte utilizzata: scorza essiccata del frutto
Principi attivi: Acido idrossicitrico, Calcio,
Carboidrati, Pectine in tracce
Effetti dimostrati: Azione riducente
l'assorbimento di colesterolo e trigliceridi. Azione di
aumento del senso della sazietà
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della garcinia è stata valutata in
studi clinici con estratti titolati e standardizzati in
ac. idrossicitrico al 50% al dosaggio di 500-1000
mg mezz'ora prima dei pasti
Ginkgo
Ginkgo biloba L.
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Ginkgolidi A, B e C, Acidi ginkgolici,
Quercetina, Kempferolo
Effetti dimostrati: Agisce aumentando la tolleranza
all'ipossia, soprattutto nel tessuto cerebrale. Inibisce
lo sviluppo di edemi cerebrali di origine traumatica o
tossica. Riduce gli edemi della retina. Aumenta le
capacità della memoria. Azione antiossidante ed
antagonista nei confronti del PAF (fattore aggregante
piastrinico)
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, negli
epatopatici, in soggetti con turbe della coagulazione,
possibili interazioni in terapie con antiaggreganti piastrinici ed anticoagulanti.
Non associare a terapie con Aglio e Salice che hanno una spiccata azione
antiaggregante
Note: l'azione terapeutica di gingko biloba è stata valutata in diversi studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in flavonoidi 24%, ginkgolidi 6%
esenti da ac. ginkgolici, al dosaggio medio di 120-240 mg/die. La durata del
trattamento deve essere di almeno otto settimane
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Ginseng
Panax ginseng C.A. Meyer
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Ginsenosidi, Amido, Fitosteroli,
Vitamine B1-B2-B12, Biotina, Composti
poliacetilenici, Tannini, Peptidi, Colina
Effetti dimostrati: Tonico-adattogeno, azione sul
sistema neuroendocrino e neuromuscolare (aumento
serotonina, dopamina, noradrenalina, ACTH), attività
antidepressiva simile all'imipramina, azione
immunostimolante (polisaccaridi)
Avvertenze: Non assumere in gravidanza (possibile
androgenizzazione fetale), cautela negli ipertesi
(possibili eccessi ipertensivi e tachicardia), in soggetti
in terapia con anticoagulanti ed in donne in
menopausa (favorisce le metrorragie). Segnalati casi
di reazioni avverse quali insonnia, cefalea,
nervosismo, diarrea. In caso di abuso segnalati
reazioni quali edema, prurito, depressione, vertigini,
palpitazioni, iperpiressia, cefalea grave, turbe del
sistema immunitario
Note: l'azione terapeutica del ginseng è stata valutata in diversi studi clinici
con estratti titolati e standardizzati in ginsenosidi 10-15% al dosaggio medio di
80-100 mg 2-3 volte/die
Gugul o Guggul
Commiphora mukul
Parte utilizzata: resina purificata ottenuta per
incisione della corteccia dell'albero
Principi attivi: Polisaccaridi, Lipidi steroidi
(Gugulsterone E, Gugulsterone Z, Gugulsterone I,
Gugulsterone II, Gugulsterone III), Olio essenziale
Effetti dimostrati: Azione ipolipemizzante (riduce i
valori di colesterolo totale, trigliceridi e LDL, aumenta i
valori di HDL a causa della riduzione dell'assorbimento
intestinale dei lipidi alimentari, dell'attivazione degli
enzimi lipolitici nel siero e della riduzione della sintesi
epatica e dell'aumento della escrezione fecale di
colesterolo), azione antiaterogena (per attività
fibrinolitica e inibizione dell'aggregazione piastrinica, associato all'aspirina
30
migliora il decorso dell'ictus ischemico), azione stimolante nei confronti della
tiroide, azione anti-acne, azione antinfiammatoria
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, in soggetti in terapia con
anticoagulanti se non sotto stretto controllo della crasi ematica, in soggetti con
disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, quali ulcere duodenali o gastriche.
Il gugul può ridurre la concentrazione plasmatica di farmaci quali il propanololo
ed il diltiazem
Note: l'azione terapeutica del gugul è stata valutata in diversi studi clinici con
estratti titolati e standardizzati in gugulipide al 2% al dosaggio medio di 100150 mg/die da suddividere in 2-3 somministrazioni
Gymnema
Gymnema sylvestre R.
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Acido gymnemico (il cui sale di
potassio viene indicato come gymnemina)
Effetti dimostrati: Azione ipoglicemizzante
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in
soggetti diabetici in cura con antidiabetici orali
Note: l'azione della gymnema è stata valutata
in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in ac. gymnemico al 25-50% al
dosaggio di 200-300 mg 2-3 volte/die lontano
dai pasti
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Iperico o Erba di S. Giovanni
Hypericum perforatum L.
Parte utilizzata: sommità fiorite
Principi attivi: Ipericina, Olii volatili, Resina, Tannini,
Flavonoidi
Effetti dimostrati: Causa fotosensibilizzazione.
Interferisce con l'assorbimento di ferro e di altri
minerali quando viene ingerito. Agisce come I-MAO sul
sistema nervoso centrale, da cui l'uso come
antidepressivo. Usato esternamente è un antisettico.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza. Possibile
fotosensibilizzazione
Note: l'azione antidepressiva dell'iperico è stata
valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in flavonoidi al 50% e iperforina al 5%
al dosaggio di 300-900 mg/die (reperibile anche come specialità medicinale
registrata). Recenti studi hanno dimostrato che la fotosensibilizzazione è
prevalentemente legata all'ipericina mentre l'azione antidepressiva è legata ai
flavonoidi. L'ASA (American Society of Anesthesiologists) avverte che
l'assunzione di Iperico può prolungare l'effetto di anestetici o farmaci
narcotizzanti. Inoltre sono state segnalate reazioni avverse quali dermatiti,
irritazioni gastrointestinali, nausea, vomito, vertigini, neuropatie acute,
astenia, cefalea. Possibile interazione con la Sertralina (sindrome
serotoninergica), possibile interazione con la Teofillina (> della concentrazione
plasmatica della teofillina). Alcuni studi recenti hanno messo in evidenza che
l'iperico diminuisce notevolmente l'effetto terapeutico di anticoncezionali orali o
a farmaci per la cura dell'AIDS o antirigetto (per es. ciclosporina), se assunto
contemporaneamente ad essi
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Ippocastano
Aesculus hippocastanum L.
Parte utilizzata: semi
Principi attivi: Glicosidi triterpenici, Escina,
Tannini, Flavonoidi, Cumarina
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria, anti
edemigena, vasocostrittrice
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in
soggetti con disturbi gastro-intestinali
Note: l'azione dell'ippocastano è stata valutata in
studi clinici con estratti standardizzati titolati in
escina 10% (glucosidi triterpenici) al dosaggio di
250-350mg 2 volte/die
Kawa Kawa
Piper methysticum Forster
Parte utilizzata: radici
Sostanze chimiche contenute: Diidrokawina,
Diidrometisticina, Dimetossiyangonina, Flavorawina,
Kawaina, Metisticina, Yangonina
Effetti dimostrati: Sedativo del sistema nervoso
centrale. Causa pigmentazione della pelle
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione ansiolitica del kawa kawa è stata
valutata in diversi studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in kavalattoni al 30% al dosaggio di
200-300 mg 2-3 volte/die. L'effetto terapeutico
compare dopo 1 settimana circa, la pianta è
sottoposta a limitazione d’uso da parte del Ministero
della Salute.
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Liquirizia comune
Glycyrrhiza glabra L.
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Asparagina, Glicirrizina, Gomma,
Terpene pentaciclico, Saponine, Zuccheri
Effetti dimostrati: Diminuisce l'infiammazione.
Mostra un effetto ormonale di tipo estrogenico.
Diminuisce le contrazioni della muscolatura liscia.
Diminuisce la densità e aumenta la fluidità del muco
dei polmoni e dei bronchi. Un largo consumo di
liquirizia può essere causa di ipertensione. Effetti
benefici supposti non dimostrati: Promuove la
rigenerazione dei tessuti lesi. Ammorbidisce la pelle ed
è un lenitivo. Cura la tosse
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, in
presenza di una malattia cardiaca, insieme a diuretici
Note: l'azione della liquirizia è stata valutata in diversi studi clinici con estratti
titolati e standardizzati in glicirrizina al 20% al dosaggio di 250-500mg 2
volte/die
Menta piperita
Mentha piperita L.
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Mentolo, Acetato di mentile,
Mentone
Effetti dimostrati: Carminative, colagoghe,
antibatteriche. Per ingestione può irritare le mucose
ed interferire con l'assorbimento del ferro e di altri
minerali.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e nei
disturbi cronici del tratto gastrointestinale, come ad
esempio ulcere duodenali o gastriche, reflusso
esofageo (esofagite da reflusso), colite ulcerosa,
colite spastica, diverticolosi, diverticolite
Note: l'azione della menta piperita è stata valutata
in studi clinici con olio essenziale contenente
mentolo (35-55%) e mentone (10-35%) al dosaggio di 10 mg 2-3 volte/die
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Mirtillo nero
Vaccinium myrtillus L.
Parte utilizzata: frutto
Principi attivi: Acidi grassi, Acido loeanolico, Acido
ursolico, Idrochinone, Neomirtillina, Tannini
Effetti dimostrati: Azione astringente e
vasoprotrettrice (antocianosidi). Riduce la glicemia.
Stimola la diuresi. Interferisce con l'assorbimento del
ferro e di altri minerali quando viene ingerito. Azione
antiossidante
Avvertenze: Non assumere negli allergici al mirtillo
Note: l'azione del mirtillo è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in
antocianosidi al 25% al dosaggio di 300 mg 1-2
volte/die
Olivo
Olea europaea L.
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Composti triterpenici, Flavonoidi,
Glucosidi amari, Oleaceina, Oleuropeina
Effetti dimostrati: Azione spasmolitica,
broncodilatatrice, ipoglicemizzante, diuretica,
ipotensivante, ipocolesterolemizzante
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dell'olivo è stata valutata in studi clinici
con estratti titolati e standardizzati in oleaceina o
oleuropeina, i dosaggi non hanno ancora una
standardizzazione esatta
35
Papaia
Carica papaya L.
Parte utilizzata: frutto
Principi attivi: Caricina, Enzima amilolitico,
Mirosina, Papaina, Peptidasi, Vitamine C e E
Effetti dimostrati: Stimola le secrezioni
gastriche. Libera istamina dai tessuti. Agisce
come sedativo del sistema nervoso centrale.
Elimina alcuni parassiti intestinali
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della papaya è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in papaina al dosaggio di 1500 mg /die corrispondenti a 2520
unità FIP
Pompelmo (olio di semi di Pompelmo)
Citrus maxima L.
Parte utilizzata: semi, frutto (buccia)
Principi attivi: bioflavonoidi (esperidina,
neoesperidina, quercetina, apigenina rutoside,
canferolo), naringina, polifenoli, vitamina C,
aminoacidi, fibre, oli essenziali
Attività principali:
antiossidante, antibatterico, antivirale,
antimicotico, immunostimolante,
capillaroprotettore; buccia (disturbi circolatori
degli arti inferiori, alterazioni della funzionalità
del microcircolo, fragilità capillare, edemi e
ritenzione idrica, sindrome emorroidaria, stati
infiammatori; semi: infezioni delle vie urinarie,
infezioni del cavo orale, acne, gengiviti,
infezioni della pelle, delle unghie e micosi cutanee, infezioni del tratto
gastrointestinale
Note: l'azione della perilla è stata valutata in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati al 10% diesperidina mg 100 2-3 volte/die, ed in estratto secco
standardizzato dai semi 150-300 mg estratto standardizzato dai semi 2
volte/die dopo i pasti
36
Psillio
Plantago psyllium L.
Parte utilizzata: semi
Sostanze chimiche contenute: Glicoside,
Mucillagine
Effetti dimostrati: Produce forti movimenti intestinali
(1 grammo aumenta di volume per 8-14 volte se viene
posto nell'acqua). Rende più morbide le feci
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dello psillio è stata valutata con
dosaggio di 10-30 g/die di semi interi
Ribes
Ribes nigrum L.
Parte utilizzata: bacche, foglie, semi
Principi attivi: bacche: Flavonoidi, Procianidine, Antociani, Vitamine; foglie:
Polifenoli, Triterpeni, Kempferolo, Quercetina, Glicosidi della miricitina e
dell'isoramnetina; semi: Acidi grassi polinsaturi
Effetti dimostrati: bacche: Azione
vasoprotettrice tipo quella del mirtillo (vedi);
foglie: Attività diuretica e ipotensivante, attività
antinfiammatoria specie sulle flogosi articolari;
semi: Azione antiallergica degli ac. polinsaturi
per inibizione delle prostaglandine e delle cicloossigenasi.
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: le azioni ed i dosaggi del ribes si
diversificano a seconda della parte della pianta
utilizzata: bacche: (antinfiammatoria) succo
30ml 3 volte/die, (vasoprotezione) estratto
secco titolato in antocianosidi 300 mg 1-2
volte/die; foglie: (diuretica ed
antinfiammatoria) 60 g in infuso da assumere
200 ml 3 volte/die; semi: (antiallergica) estratto di semi titolato in ac.
polinsaturi.
Molto utile anche l'utilizzo della sospensione di pianta fresca di ribes in
flaconcini monodose (antiallergica) al dosaggio di 1 flac. in un bicchiere di
acqua prima di colazione e pranzo
37
Rosa Canina
Rosa canina L.
Parte utilizzata: falsi frutti maturi
Principi attivi: Vitamina C, Beta-carotene, Carotenoidi,
Flavonoidi, Pectine, Tannini, Antociani
Effetti dimostrati: Tutte le attività della vitamina C
(vasoprotezione, antiossidante, stimolante il sistema
immunitario, facilita l'assorbimento del ferro). E' la più
importante fonte di vit. C (ac. ascorbico) del mondo
vegetale, altamente biodisponibile ed assorbibile. Rende
maggiormente biodisponibili i carotenoidi ed i flavonoidi
potenziandone l'azione antiossidante
Avvertenze: Non eccedere nelle dosi di assunzione
Note: l'azione della rosa canina è stata valutata in studi
clinici con estratti titolati e standardizzati in vitamina C
al 50%. Il fabbisogno quotidiano di vit. C è di circa 60 mg per cui per coprire il
fabbisogno occorrono 120 mg/die di e.s. di rosa canina. In casi di aumentato
fabbisogno si può arrivare al dosaggio di 2 g/die (per avere 1 grammo di
vitamina C effettiva)
Rosa Rubiginosa o Mosqueta
Rosa rubiginosa L.
Parte utilizzata: semi da cui si estrae un olio extra-vergine
Principi attivi: Acidi grassi polinsaturi (AGP) totali 80%
di cui: Ac. Linoleico (omega 6) 45% e Ac. AlfaLinolenico (omega 3) 35%, Acidi grassi saturi esenti da
colesterolo 5,5%, Vitamina E e Pro-vitamina A
Effetti dimostrati: Azione antiossidante (aumento dei
livelli plasmatici di vitamina E e C). Azione fluidificante
delle membrane cellulari. Azione antinfiammatoria
(favorisce la diminuzione dell'acido arachidonico
precursore di molecole ad azione infiammatoria). Azione
antiaggregante. Per tali azioni l'olio di Rosa Rubiginosa
può risultare utile nella prevenzione primaria e
secondaria delle malattie cardio e cerebro vascolari, nel
trattamento di cicatrici, scottature, eczema e psoriasi,
nelle riduzioni delle complicanze delle malattie autoimmuni (quali artrite
reumatoide o sclerosi multipla)
Avvertenze: Non superare le dosi consigliate in gravidanza
Note: l'azione dell'olio extra-vergine di Rosa rubiginosa è stata valutata in
studi clinici al dosaggio di 3g/die
38
Salice
Salix alba L.
Parte utilizzata: corteccia
Principi attivi: Salicilina, Flavonoidi, Tannini
Effetti dimostrati: Azione antipiretica,
antiflogistica, analgesica ed antireumatica
comportandosi come FANS. Azione
antiaggregante
Avvertenze: Non assumere in gravidanza e
nei disturbi del tratto gastrointestinale, come
ad esempio ulcere duodenali o gastriche,
reflusso esofageo (esofagite da reflusso),
colite ulcerosa, colite spastica, diverticolosi,
diverticolite. Non assumere in caso di allergia
all'acido acetilsalicilico (aspirina). Non
assumere in caso di terapie concomitanti con
antiaggreganti
Note: l'azione della salicilina è stata valutata
in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in salicilina al 15% al dosaggio
di 60-120 mg/die
Serenoa
Serenoa repens Small, Sabal serrulata
Mutall
Parte utilizzata: semi
Principi attivi: Caprico, Caprilico, Caproico,
Laurico, Oleico, Palmitico, Resina, Fitosterine
Effetti dimostrati: Stimola la diuresi.
Attività antiandrogena (nell'iperplasia
prostatica). Attività antiessudativa
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della serenoa è stata valutata
in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in ac. grassi liberi e fitosteroli
(beta-sitosterolo, campesterolo e
stigmasterolo) al 85-95% al dosaggio di 320 mg 1-2 volte/die
39
Soia (isoflavoni)
Glycine max L.
Parte utilizzata: semi
Principi attivi: Daidzeina, Genisteina (fitoestrogeni)
Effetti dimostrati: Migliorano la sintomatologia
menopausale (vampate) ed il rischio di neoplasia a
seno ed endometrio, per l'analogia strutturale con gli
estrogeni femminili svolgendo una blanda azione
simil-ormonale
Avvertenze: Non assumere in gravidanza, possibile
interazione con terapie ormonali sostitutive in
menopausa
Note: l'azione degli isoflavoni della soia è stata
valutata in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati al 40% di isoflavoni (daidzeina e
genisteina) al dosaggio di 60-80 mg/die
Tarassaco
Taraxacum officinale Weber
Parte utilizzata: radici e parti aeree
Principi attivi: Amari, Ferro, Glutine, Gomma,
Inulina, Niacina, Potassio, Resina, Tarassina, Vit. A e
C
Effetti dimostrati: Stimola le secrezioni gastriche.
Stimola l'escrezione di bile dal fegato. Stimola la
diuresi. È una fonte di vitamine A e C
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione del tarassaco è stata valutata con
estratti secchi titolati in inulina al 40% e lattoni
sesquiterpenici, al dosaggio di 100-300 mg 2-3
volte/die
.
40
The verde
Camelia sinensis L.
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Polifenoli (Epigallocatechina
gallato, Catechina, Flavonoidi, Tannini, Ac.
clorogenico), Caffeina, Teobromina, Teofillina,
Saponine, Minerali e Vitamine in bassa
percentuale
Effetti dimostrati: Azione antiossidante,
astringente, antinfiammatoria legata all'azione dei
polifenoli. Azione antiseborroica per inibizione
della 5-α-reduttasi
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione del the verde è stata valutata in
studi clinici con estratti secchi titolati e
standardizzati in polifenoli al 95% e saponine esenti da caffeina al dosaggio di
100-200 mg 2-3 volte/die
Uncaria
Uncaria tormentosa Willd D.C.
Parte utilizzata: foglie, radici, corteccia
Principi attivi: Glucosidi triterpenici,
Tannini, alcaloidi ossindolici pentaciclici e
tetraciclici
Effetti dimostrati: Azione antinfiammatoria
ed immunostimolante
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione dell'uncaria tormentosa è stata
valutata in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in alcaloidi ossindolici
pentaciclici al 3% e glucosidi triterpenici al
6%, al dosaggio di 100-500 mg/die
41
Uva Ursina
Arctostaphylos uva ursi Sprengel
Parte utilizzata: foglie
Principi attivi: Glucosidi idrochinonici
(Arbutina, Metil-arbutina), Miricetina,
Unedoside, Tannini, Terpenoidi (Alfa e Beta
Amirina)
Effetti dimostrati: Attività disinfettante
delle vie urinarie (infezioni acute e croniche)
per l'azione dell'idrochinone metabolita
coniugato a livello epatico ed escreto per via
renale dove diventa attivo in presenza di
urina alcalina
Avvertenze: Non assumere in gravidanza ed in soggetti con ulcere duodenali
o gastriche
Note: l'azione dell'uva ursina è stata valutata in studi clinici con estratti titolati
e standardizzati in arbutina al 6% al dosaggio di 200 mg 4 volte/die
Vite rossa
Vitis vinifera L.
Parte utilizzata: foglie, buccia del frutto e
acini
Principi attivi: Polifenoli, Proantocianidine B
Effetti dimostrati: Azione vasoprotettrice,
protezione degli endoteli. Azione antiossidante
per inibizione delle ciclo-ossigenasi (COX)
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della vitis vinifera è stata
valutata in studi clinici con estratti titolati e
standardizzati in POC (proantocianidine) al 9598% e resveratrolo allo 0,1% al dosaggio di
100-400 mg/die
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Withania
Withania somnifera Dunal
Parte utilizzata: radici
Principi attivi: Withaferina A, Withanolidi, Flavonolglicosidi
Effetti dimostrati: Azione analgesica, antinfiammatoria, antireumatica.
Azione protettiva contro le ulcere provocate FANS. Azione preventiva sulla
leucopenia da radioterapia
Avvertenze: Non assumere in gravidanza
Note: l'azione della withania è stata valutata in studi clinici con estratti titolati
e standardizzati in withanolidi al 5%, al dosaggio di 200-400 mg 2-3 volte/die
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