Cosimo, nato a Firenze il 12
giugno 1519 da Giovanni delle
Bande Nere, ramo cadetto dei
Medici, e da Maria Salviati,
nipote di Lorenzo il Magnifico,
trascorse buona parte dell’infanzia e dell’adolescenza nella
villa
paterna
del
Trebbio,
lontano dalla vita politica fiorentina. Nel 1537, dopo l’assassinio
del duca Alessandro, morto senza discendenza maschile
legittima, Cosimo divenne duca. In seguito al rifiuto di Carlo V di
concedere in moglie la figlia naturale Margherita d'Austria,
vedova del cugino Alessandro, Cosimo accettò l’offerta di don
Pedro de Toledo per una delle sue figlie. La sua scelta cadde sulla
bella Leonora che sembra avesse conosciuto tre anni prima,
quando si era recato a Napoli al seguito del duca Alessandro.
Leonora, nata nel 1522, aveva seguito il padre, nominato viceré
di Napoli nel 1532, nella città partenopea, dove era cresciuta, tra
feste sontuose, sfarzo e rigida etichetta "alla spagnola" della corte
vicereale. Nel giugno 1539 Leonora salpò da Napoli con il fratello
don Garzia e un numeroso seguito di cavalieri e dame; sbarcata a
Livorno il 22 giugno, venne accolta dallo sposo a Pisa e condotta
alla villa medicea di Poggio a Caiano. Il 29 giugno gli sposi fecero
il solenne ingresso in Firenze, dove si svolsero la cerimonia
religiosa nella basilica di S. Lorenzo ed i grandiosi festeggiamenti
nuziali nel palazzo mediceo di via Larga, descritti da Pier
Francesco Giambullari in una lettera indirizzata a Giovanni
Bandini, e stampata nel 1539. Il matrimonio non fu solo un
successo dal punto di vista politico, garantendo a Firenze
l’appoggio di una delle più potenti consorterie spagnole, ma fu
anche molto felice, cementato da un profondo legame di stima e
di affetto tra i due coniugi e dalla nascita di otto figli. Nel 1540 la
famiglia ducale lasciò Palazzo Medici e si trasferì nell'antico
palazzo della Signoria. Nel 1562 Cosimo perse in rapida
successione i figli Giovanni e Garzia, colpiti da febbri malariche, e
la moglie, da tempo ammalata di tubercolosi. Leonora fu sepolta
nella basilica fiorentina di S. Lorenzo. Il duca reagì con la
pubblica compostezza del sovrano ma, in una lettera al
protomedico Baldini, scriveva che era stato "carnalissimo della
moglie et dei suoi figliuoli mentre che eglino vissino", e molto
sofferse della loro morte.
Direzione Artistica: SOFÍA GRANDE
Coreografia: MARCO BENDONI e BRUNA GONDONI
Direzione Tecnica: GIOVANNA VENZI
Produzione:
MAYTE CARPIO
Introduzione :SILVIA CASTELLI, ALESSANDRO MAGINI
Interpreti:
Leonora di Toledo: BRUNA GONDONI
Cosimo I de’ Medici: MARCO BENDONI
Musa: MAITE GIL
ARMONIA: BRUNA GONDONI
Dame di corte: DEA AVENOSO, MARIA MUÑOZ
SBANDIERATORI E MUSICI DELLA SIGNORIA DI FIRENZE
Musiche registrate di
Lorenzo Allegri, Pierre Attaignant, Francesco Corteccia,
Andrea Falconieri, Michael Praetorius
Traduzione:
JESÚS BERMÚDEZ RAMIRO, JOAQUÍN BELTRÁN SERRA
ILE PRODUCCIONES
[email protected]
Lo spettacolo racconta l’incontro di Cosimo e Leonora di Toledo ed
il loro matrimonio, occasione dell'ultima grande festa medicea
allestita in Palazzo Medici. Gli apparati per la grandiosa festa
furono descritti da Francesco Giambullari in una lettera a
Giovanni Bandini stampata a Firenze nello stesso 1539.
Entrano due dame di corte e danzano una Pavana La morte della
Ragione di anonimo pubblicata da Francesco Corteccia nel 1539.
Introdotta dai versi recitati da una Musa, l’Armonia danza una
Bassadanza su Pistoia del Corteccia. Presentato dagli armigeri,
Cosimo I entra in scena con una danza di spada, Le forze d’Ercole,
pavana solenne e maestosa, su musica di anonimo. Accompagnata
della musica Fiorenza del Corteccia, una dama legge la descrizione
della permanenza dei due sposi nella villa di Poggio a Caiano e il
loro ingresso in Firenze descritto da Pier Francesco Giambullari
nella lettera indirizzata a Giovanni Bandini. Cosimo danza con una
dama fiorentina la Bassadanza Lauro coreografata da Lorenzo il
Magnifico (tratta dal trattato di danza di Guglielmo Ebreo), su
musica di anonimo. Si aggiunge ai due la seconda dama per
danzare una Cascarda (tratta dal trattato del maestro di danza
Fabrizio Caroso). Il suono dei tamburini annuncia l’arrivo di
Leonora che danza una Pavana su musica riportata da Pierre
Attignant (per liuto e arpa). Alla sposa si accompagnano due dame
in una Bassadanza Venus, coreografata da Lorenzo il Magnifico, su
musica di Pierre Attignant. Le dame giocano con il velo di Leonora
cercando di coinvolgerla nei loro scherzi. La Musa introduce con
versi spagnoli di Naldi le danze di Cosimo e Leonora: a un
Passemezzo di anonimo pubblicato da Corteccia, segue una Suite
di Lorenzo Allegri, Ballo della Notte d’Amore, composta da una
Pavana, un’Alemanna, una Gagliarda, una Corrente; poi un
Canario dell’Allegri, danza di corteggiamento, danzata dagli sposi.
Si uniscono le dame per danzare il Branle de la Montarde, riportato
da Thoinot Arbeau. Quindi gli sposi inscenano una Battaglia
d’Amore, simulando una schermaglia amorosa, su la Battaglia di
Barabasso di Andrea Falconieri, e una Volta di Michael Pretorius.
Infine al suono e al canto di “Bacco Bacco”, del Ballo di Satiri e
Baccanti del Corteccia, gli sposi brindano alla loro felice unione
invitando gli ospiti a unirsi alla loro gioia danzando una Carola e
una Pavana.