I gas serra DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM Premessa Per effetto serra si intende la riduzione del flusso termico radiativo emesso dalla Terra verso lo spazio ad opera di alcuni gas presenti nell’atmosfera. L’anidride carbonica, ad esempio, presenta una forte banda di assorbimento per le radiazioni infrarosse provenienti dalla Terra (che hanno lunghezza d’onda elevata), mentre è quasi trasparente alle radiazioni provenienti dal Sole (che hanno lunghezza d’onda ridotta). Da questo punto di vista, l’anidride carbonica ha un comportamento simile a quello dei vetri delle serre e, di conseguenza viene definita un “gas serra”. D’altra parte anche altri gas, oltre all’anidride carbonica, presentano una forte banda di assorbimento per le radiazioni di lunghezza d’onda elevata e, di conseguenza, l’anidride carbonica non è l’unico “gas serra”, se per effetto serra si intende la riduzione del flusso termico radiativo emesso dalla Terra verso lo spazio. I gas serra considerati nel Protocollo di Kyoto Il protocollo di Kyoto, che si occupa della riduzione delle emissioni dei gas serra provenienti da attività umane, prende in considerazione: l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto (N2 O) e diversi fluidi alogenati, tra i quali i CFC (clorofluorocarburi), gli HCFC (idroclorofluorocarburi), gli HFC (idrofluorocarburi), i PFC (perfluorocarburi) e l’SF6 (esafluoruro di zolfo). Il protocollo non si occupa, invece, delle emissioni di vapore acqueo anche se il vapore acqueo presenta importanti bande di assorbimento per le radiazioni infrarosse, perché la presenza di vapore acqueo nell’atmosfera è solo in minima parte ascrivibile ad attività umane. Tra i gas serra considerati dal protocollo, il metano può essere liberato nell’atmosfera durante il suo ciclo di vita, in seguito alle perdite legate al trasporto ed all’utilizzazione come combustibile, ma può anche generarsi spontaneamente, come biogas, nei processi di fermentazione anaerobica delle sostanze organiche. Il protossido di azoto può prodursi durante le combustioni ad alta temperatura, ma la fonte più importante di N2 O sono i fertilizzanti chimici impiegati in agricoltura. Alcuni fluidi alogenati, come i CFC (ad esempio, il CFC-11 ed il CFC-12) e gli HCFC (ad esempio, l’HCFC-22) erano molto utilizzati nell’industria frigorifera. Essi, però, sono stati tolti dal commercio sulla base del protocollo di Montreal del 1987 riguardante la protezione dell’ozono stratosferico: i CFC a partire dal 1995, e gli HCFC, meno pericolosi per l’ozono, a partire dal 2004. Al contrario, gli HFC (come, ad esempio, l’HFC-134a e l’HFC-410, miscela di HFC-32 ed HFC-125), trovano ancora larga utilizzazione nell’industria frigorifera: l’HFC-134a in sostituzione del CFC-12, e l’HFC-410 in sostituzione dell’HCFC-22. L’impiego degli HFC, infatti, non è soggetto ad alcuna limitazione sulla base del protocollo di Montreal, in quanto questi fluidi non contengono cloro e, quindi, non sono pericolosi per l’ozono stratosferico. 1 DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM 2 Tabella 1: Vita media atmosferica e potenziale di riscaldamento globale a 100 anni (GWP-100) dei principali gas considerati nel protocollo di Kyoto [elaborazione su dati IPCC]. Gas anidride carbonica metano protossido di azoto CFC-11 CFC-12 HCFC-22 HFC-32 HFC-125 HFC-134a PFC-14 PFC-116 SF6 Vita media atmosferica [anni] 1.186 12 114 45 100 12 4,9 29 14 50.000 10.000 3200 GWP-100 1 21 310 3.800 8.100 1.500 650 2.800 1.300 6.500 9.200 23900 Essi presentano, tuttavia, bande di assorbimento nell’infrarosso e, di conseguenza, sono presi in considerazione dal protocollo di Kyoto insieme con i PFC, utilizzati nella produzione di semiconduttori, e l’SF6 , utilizzato come mezzo isolante e di estinzione dell’arco elettrico nelle apparecchiature di alta e media tensione. Potenziale di riscaldamento globale Per quantificare l’effetto di assorbimento delle radiazioni infrarosse terrestri da parte di un gas serra, si è definito il potenziale di riscaldamento globale GWP (Global Warming Potential). Il GWP è dato dal rapporto, in un prefissato orizzonte di tempo, tra l’effetto serra dovuto all’emissione dell’unità di massa del gas considerato e l’effetto, nello stesso tempo, dovuto all’emissione di un’unità di massa di CO2 . In Tabella 1 sono riportati i valori della vita media atmosferica e del GWP-100, ovvero valutato su 100 anni, per i principali gas considerati nel protocollo di Kyoto. Dalla tabella si possono trarre indicazioni importanti: ad esempio, si può vedere come l’emissione di 1 kg di CFC-12 provochi lo stesso effetto serra dell’emissione di 8.100 kg di CO2 , mentre l’emissione di 1 kg di HFC-134a provochi lo stesso effetto serra dell’emissione di 1.300 kg di CO2 . Le emissioni di HFC-134a, quindi, sono meno dannose di quelle di CFC12, anche in virtù della minore vita atmosferica dell’HFC-134a (14 anni) rispetto a quella del CFC-12 (100 anni). Una volta che si disponga dei valori del potenziale di riscaldamento e delle portate di emissione dei singoli gas, è possibile determinare l’emissione complessiva di gas serra contraddistinta, per brevità, con il solo acronimo GHG (GreenHouse Gases). Si ha, infatti X GHG = (GWP-100)i ṁi (1) i dove le portate ṁi sono misurate in milioni di tonnellate all’anno [Mt/anno] e, di conseguenza, GHG è valutato in termini di milioni di tonnellate all’anno di anidride carbonica equivalente. DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM 3 600 575 GHG [Mt/anno] 550 525 500 Totale Energia 475 450 425 400 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 Figura 1: Emissioni italiane di andride carbonica equivalente (GHG), totali ed attribuibili al solo sistema energetico, espresse in milioni di tonnellate all’anno [Elaborazione su dati UNFCCC]. Tabella 2: Emissioni italiane dei principali gas considerati nel protocollo di Kyoto, espresse in milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica all’anno ed in percentuale [Elaborazione su dati UNFCC]. Anno anidride carbonica metano protossido di azoto gas alogenati totale 1990 [Mt/anno] 434,7 41,7 37,4 2,5 516,3 [%] 84,2 8,1 7,2 0,5 100 2007 [Mt/anno] 475,3 38,2 31,8 7,4 552,8 [%] 86,0 6,9 5,8 1,3 100 Emissioni italiane di gas serra Le emissioni italiane di anidride carbonica equivalente (GHG) hanno avuto gli andamenti illustrati in Fig. 1, dove si mostrano le emissioni complessive e le emissioni attribuibili al solo sistema energetico. Come si vede, le emissioni attribuibili al sistema energetico rappresentano circa l’80% delle emissioni complessive. Per dare poi un’idea dell’importanza relativa delle emissioni dei gas serra considerati nel protocollo di Kyoto, in Tabella 2 sono riportati i valori delle emissioni italiane suddivise per gas. Come si vede, le emissioni di anidride carbonica sono decisamente preponderanti, mentre quelle dei gas alogenati hanno un’incidenza relativamente bassa. D’altra parte è interessante notare come le emissioni di gas alogenati siano cresciute dal 1990 al 2007: ciò è, indubbiamente, dovuto all’espansione della refrigerazione commerciale che, fino al 2004, ha potuto impiegare HCFC-22 come fluido frigorigeno. Bibliografia G. Comini, G. Croce e S. Savino, Energetica Generale, SGEditoriali ([email protected]), Padova, 2011.