Università Degli Studi di Palermo Master in : Didattica delle scienze per insegnanti di scuola primaria e medie LABORATORIO DI DIDATTICA DELLA MATEMATICA Prof. Benigno Giovanna Filippo Spagnolo Melis Barbara Benedetto Di Paola Rinaldi Rosalia Paola Brigaglia INDICE • QUADRO STORICO • ANALISI EPISTEMOLOGICA • ANALISI DEI PROGRAMMI 79/85 E INDICAZIONI NAZIONALI • CONCETTO DI PROBABILITA’ IN MATEMATICA • ANALISI CRITICA DEI TESTI • RACCORDI INTERDISCIPLINARI Il linguaggio della probabilità Nella vita quotidiana di ciascuno di noi si verificano eventi per i quali si usano le espressioni “è sicuro, è impossibile,è probabile”, esempio: • Oggi pioverà o non pioverà? • L’esame mi andrà bene? In questo caso, i termini utilizzati hanno un valore qualitativo. Oppure ci si trova di fonte a problemi di carattere probabilistico; esempio: • Mescolando 5 volte un mazzo di 40 carte, quante sono le probabiltà che si trovino nell’ordine giusto? • Giocando 2 schedine quante sono le probabilità di fare un tredici? Nel secondo esempio “La probabilità di un evento” non è altro che l'espressione quantitativa della frequenza con cui esso si verifica. Il concetto di probabilità viene introdotto a partire dal ‘600 e lo si può individuare nei libri “De aleae ludo” (Il gioco dei dadi) di Girolamo Cardano e “Sulla scoperta dei dadi” di Galileo Galilei nei quali i due autori ottengono degli elenchi di numeri facendo ricorso alle permutazioni. La nascita del concetto moderno di probabilità viene attribuita a due grandi scienziati quali Blaise Pascal e Pierre Fermat, in particolar modo nella corrispondenza che si scambiavano discutendo di un problema legato al gioco d'azzardo: Se si lanciano più volte due dadi, quanti lanci sono necessari affinché si possa scommettere con vantaggio che esca il doppio sei? I due matematici francesi avevano quindi discusso su un fenomeno che in matematica era completamente nuovo. Una permutazione è un modo di combinare n oggetti distinti scambiandoli di posizione, come nell'anagrammare una parola. In termini matematici una permutazione di un insieme X si definisce come una funzione biiettiva L'inizio della teoria della probabilità, chiamata all'epoca la “dottrina della sorte”, nasce come risposta a due classi di problemi, legate rispettivamente ai giochi d'azzardo e alle assicurazioni. Nel primo caso si trattava di valutare la probabilità di vincere scommettendo sul verificarsi di un certo evento, ad esempio la faccia con su inciso il numero 6 nel lancio di un dado. Nel secondo caso si rendeva necessaria per le banche la stima della probabilità di morte di un individuo di una certa età, ovvero la probabilità che egli potesse sopravvivere un determinato numero di anni dalla stipula del contratto. Questi due differenti contesti hanno dato luogo a diverse teorie per valutare la probabilità: • la teoria classica • la teoria frequentista • la teoria soggettiva La teoria classica o oggettiva (Pierre Simon de Laplace ) Si applica ad esperimenti casuali i cui eventi elementari sono ritenibili equiprobabili. La probabilità di un evento è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili, purché questi ultimi siano ugualmente possibili. Ad esempio nel caso di una puntata sul colore rosso alla roulette: la probabilità di vincere è pari a 18/37, circa il 49% (infatti i numeri rossi sono 18 su un totale di 37, essendoci oltre ai 18 numeri neri, anche lo zero che è verde). La teoria frequentista o empirica (Robert Von Mises) Poggia su quella che è definita legge (o postulato) empirica del caso ovvero legge dei grandi numeri: in una successione di prove fatte nelle stesse condizioni, la frequenza di un evento si avvicina alla probabilità dell'evento stesso, e l'approssimazione tende a migliorare con l'aumentare delle prove. Si applica ad esperimenti casuali i cui eventi elementari non sono ritenibili ugualmente possibili, ma l'esperimento è ripetibile più volte sotto le stesse condizioni. La probabilità di un evento è associata alla frequenza relativa del verificarsi dell'evento stesso, su un elevato numero di prove (tendenti all'infinito). La teoria Soggettivista (Bruno De Finetti) Si applica a esperimenti casuali i cui eventi elementari non sono ritenibili ugualmente possibili e l'esperimento non è ripetibile più volte sotto le stesse condizioni. La probabilità di un evento è fornita secondo l'esperienza personale e le informazioni disponibili. Immaginiamo che ci sia una partita di calcio e che lo spazio dei tre eventi siano la vittoria della squadra di casa, la vittoria della squadra ospite e il pareggio. Vediamo cosa accade con i tre approcci: •secondo la teoria classica esiste 1 probabilità su 3 che avvenga il primo evento •secondo la teoria frequentista ci si può dotare di un almanacco e controllare tutte le partite precedenti e calcolare la frequenza di un evento •oppure, secondo la teoria soggettiva, ci si può documentare sullo stato di forma dei calciatori, sul terreno di gioco e così via fino ad emettere una probabilità soggettiva. Analisi epistemologica sui concetti probabilistici “Se si vuole che la scuola rimanga un’esperienza vissuta in modo consapevole nella vita di uno studente, riconoscendogli così un ruolo di soggetto, è necessario rivolgersi alla Didattica della Matematica non per risolvere un problema di insegnamento, ma per indagare sull’epistemologia dell’apprendimento” (D’Amore) Importanza dell’analisi epistemologica • La pratica didattica non può venire prima della conoscenza del bambino in termini di sviluppo cognitivo, emotivo-affettivo, sociale e morale; • L’analisi epistemologica diviene quindi guida per scelte operative che vengono sottoposte continuamente a critica e dubbio in un processo costante di “ricerca-azione”; • Essa rappresenta, pertanto, indispensabile riferimento per insegnare ai bambini a pensare e usare correttamente la propria mente; L’evoluzione dei misconcetti probabilistici fondati intuitivamente, con l’età” Relazione sull’articolo di Efraim Fischbein e Ditza Schnarch L’articolo indaga sullo sviluppo dei concetti probabilistici e in particolare sull’evoluzione dei misconcetti fondati intuitivamente e relativi alle previsioni o alle stime di probabilità circa il verificarsi di un evento. Ipotesi iniziale I misconcetti legati alle intuizioni probabilistiche rimangono stabili col passare degli anni, a partire dal periodo delle operazioni formali (12 anni). Campione 5 gruppi di studenti: • n. 20 classe 5° (10-11 anni) • n. 20 classe 7° (12-13 anni) • n. 20 classe 9° (14-15 anni) • n. 20 classe 11° (16-17 anni) • n. 18 università (18 anni) Tutti gli studenti non avevano mai ricevuto insegnamenti relativi alla probabilità Strumento utilizzato E’ stato elaborato un test comprendente 7 items, ognuno legato a un misconcetto probabilistico e in particolare: 1. Rappresentatività 2. Effetti negativi e positivi dello stato recente 3. Eventi semplici e composti 4. L’errore dell’unione 5. Effetto del valore dell’esempio 6. L’euristica della disponibilità 7. L’effetto asse del tempo (il fenomeno Falk) Risultati Misconcetti che decrescevano con l’età: • item 1 (rappresentazione); • Item 2 (effetti positivi e negativi dello stato recente); • Item 4 (errore dell’unione); Misconcetti che crescevano con l’età: • Item 5 (effetto del valore dell’esempio); • Item 6 (euristica della disponibilità); • Item 7 (effetto asse del tempo); Misconcetti che si mantengono stabili con l’età: • Item 3 (eventi semplici e composti) Conclusioni L’ipotesi iniziale circa la stabilità dei misconcetti legati alle intuizioni probabilistiche, è stata confutata Considerazioni degli autori: L’evoluzione dei misconcetti probabilistici dipende dall’interazione tra gli schemi cognitivi del soggetto e dai vincoli specifici che un problema pone. Quando i vincoli sono abbastanza semplici e gli schemi generali sono adeguati per tali vincoli, le frequenze dei misconcetti rispettivi diminuiscono all’aumentare dell’età dei soggetti. Viceversa, se gli schemi sono inadeguati per quel determinato vincolo del problema, i misconcetti aumentano con l’età dei soggetti. Le diverse modalità di ragionamento a) Forme estensionali di pensiero: -pensiero paradigmatico (o ipotetico-deduttivo) b) Forme intensionali di pensiero: -pensiero narrativo; -pensiero divergente; -euristiche (della disponibilità; della rappresentatività; della simulazione; dell’ancoraggio e aggiustamento); Entrambe rispondono all’esigenza di mettere ordine e dare un senso agli eventi Se le euristiche sono utilizzate prevalentemente in situazioni che richiedono delle previsioni di probabilità di un evento e se esse rappresentano una diversa modalità di ragionamento, quali considerazioni didattiche possiamo trarne? Conoscere i diversi processi di ragionamento sottesi allo studio della probabilità La probabilità non consiste di semplici informazioni tecniche e procedure conducenti a soluzioni. Piuttosto richiede un modo di pensare che è differente da quello richiesto dalla matematica scolastica. Nell’apprendere la probabilità gli studenti devono creare nuove intuizioni. Esse servono per migliorare l’interpretazione corretta degli eventi e della realtà. Insegnare la probabilità significa allora conoscere i processi sottostanti per creare quei conflitti cognitivi necessari per una ristrutturazione degli schemi in strutture flessibili, coerenti ed efficienti. Nella pratica didattica si dovrà migliorare la relazione tra processi automatici e processi controllati. I processi automatici e inconsapevoli come le euristiche sono inconsapevoli, si attivano senza l’intenzione della persona (e anzi sfuggono al suo controllo), e quindi possono portare a diversi bias. Infatti, se ci si basa troppo sui propri criteri e non si tiene conto di altre informazioni, spesso si sbaglia, soprattutto nel giudicare i casi di singole persone e non nel rispondere su base probabilistica. Fornire un’ adeguata disponibilità di risorse cognitive può permettere la correzione di certi bias. Conoscere le euristiche e i biases per partire dall’errore E’ utile fare congetture e stime con gli alunni prima di affrontare risoluzioni "rigorose”; far riflettere gli alunni sui pregiudizi da cui sono spesso affette le nostre valutazioni, le immagini mentali con cui interpretiamo/ricostruiamo/registriamo ciò che vediamo Mettere a fuoco la natura e i limiti dei modelli matematici E’ importante far osservare che affrontando un problema (non deterministico) non sempre è sufficiente il ricorso alla statistica e alla probabilità. Sviluppare nuovi schemi cognitivi Se ciascuno studente, in base ai propri stili cognitivi seleziona particolari registri e li utilizza per affrontare con successo semplici problemi, sarà incoraggiato successivamente a confrontarsi con situazioni in cui questi registri sono insufficienti. In tal senso Gianfranco Arrigo parla di sviluppo di competenza, in quanto non vi sono contenuti specifici ma abitudini mentali da acquisire, trasversali a diverse discipline. La metodologia, prendendo spunto dall’idea soggettiva di probabilità, presente nei bambini nelle situazioni di gioco o di scommessa, deve portare l’allievo a oggettivare maggiormente la stima dei valori di probabilità. Motivare all’apprendimento I legami con situazioni reali forniscono occasioni per ragionamenti "contestualizzati", valutazioni "intuitive", favorendo la partecipazione anche degli studenti con più lacune tecniche iniziali senza essere noiosa per i "bravi“. I temi della statistica e della probabilità, che offrono una grande varietà di attività di modellizzazione significative e realizzabili con tecniche matematiche elementari, possono avere un ruolo importante nell'educazione matematica, nell'esplorazione delle abilità di matematizzazione degli alunni, nel recupero di motivazioni alla "matematica", Il ragionamento logico-paradigmatico Il ragionamento ipotetico-deduttivo utilizza strategie ideali che rispondono ai criteri di massima razionalità e della logica formale (es. modello piagettiano) Esso può risultare la modalità più efficace di ragionamento solo se è possibile conoscere il peso relativo delle variabili in gioco e delle loro influenze reciproche. Se si considera tale modello come normativo, le euristiche vengono considerate come errori logici o ragionamenti imperfetti. Il pensiero divergente Procede dalle informazioni verso soluzioni molto diverse fra loro, ma del tutto funzionali per l’individuo all’interno di uno specifico contesto. All’interno di un processo creativo entrano in gioco diverse variabili, non tutte di origine cognitiva: la motivazione, la curiosità, la capacità di porsi problemi nuovi, la flessibilità delle strategie utilizzate. Forme intensionali di pensiero: Le forme intensionali di ragionamento rappresentano delle scorciatoie o ragionamenti economici che ci permettono di prendere delle decisioni in tempi brevi evitando i lunghi e complessi processi di calcolo propri del ragionamento paradigmatico; ovvero per affrontare adeguatamente le diverse situazioni della vita quotidiana che difficilmente risultano prevedibili. Esse nascono per uno scopo diverso e risultano adeguate nell’interesse della specificità e nello studio del caso singolo a discapito delle leggi generali (es. nell’insegnamento). La flessibilità del pensiero Secondo Bruner (1986) le forme intensionali di pensiero non sono errori logici, né si collocano ad un gradino inferiore rispetto alle forme estensionali, ma si accompagnano ad esse rispondendo ad una logica diversa da quella formale. In tal senso le forme intensionali di pensiero non possono considerarsi errori logici. Ciò è confermato dalla presenza di tali strategie di ragionamento anche in soggetti adulti che sanno utilizzare correttamente il pensiero ipoteticodeduttivo. Le Euristiche Le Euristiche (Tversky e Kahneman) sono delle strategie di ragionamento che si attivano in particolari situazioni sociali concrete in cui è richiesta una previsione o una stima probabilistica del verificarsi o meno di un evento o dell’appartenenza di un oggetto ad una categoria (inclusione e classificazione). L’euristica della rappresentatività L’euristica della rappresentatività rappresenta uno dei possibili modi di categorizzare un evento. Essa si basa sul criterio di somiglianza tra un evento e il gruppo considerato: più l’evento è simile o rappresentativo di un certo gruppo o categoria, maggiore è la stima che esso appartenga a quel determinato gruppo o categoria. Essa porta ad ignorare diversi altri tipi di informazioni che sarebbero necessarie per formulare giudizi probabilistici corretti. Effetto negativo dello stato recente Questa credenza è anche chiamata “errore del giocatore d’azzardo” ed è legata all’euristica della rappresentazione: intuitivamente l’alternanza delle uscite sembra rappresenti meglio una sequenza random. Per questo motivo uno che lancia una moneta tre volte e ottiene testa può allora credere che la quarta volta sia più probabile che esca croce. Eventi semplici e composti Per esempio, se due dadi sono lanciati contemporaneamente, la tendenza è di dire che ottenere due sei è più probabile che ottenere un cinque e un sei. L’errore dell’unione Anche questo errore è in relazione all’euristica della rappresentatività per cui il criterio basilare è la somiglianza tra un evento e il gruppo considerato. Così, ad esempio, chiedendo se al mare ci sono più donne abbronzate o più donne, dal punto della logica formale, la categoria “donne” è più estesa ma la categoria “donne abbronzate”, sebbene più intensionale, è più rappresentativa della realtà delle spiagge. Effetto del valore dell’esempio Gli individui tendono a trascurare l’influenza dell’importanza di un esempio quando si valutano le probabilità. La credenza fondamentale è basata sull’idea che un rapporto sia rappresentativo di un numero indefinito di coppie di numeri. L’euristica della disponibilità Per stimare la probabilità di un evento ci si basa sugli esempi che ci vengono in mente secondo la loro frequenza, salienza e accessibilità. Si utilizzano, cioè come criteri, gli stereotipi e i prototipi a disposizione. I prototipi, infatti, sono esemplari che condividono il maggior numero di attributi con gli altri elementi della categoria cui appartengono e il minor numero di attributi con gli elementi delle altre categorie. L’effetto asse del tempo Le persone tendono a leggere e interpretare gli eventi secondo lo schema causa effetto e sul principio quindi che un evento non può agire retroattivamente sulle cause, in quanto costituirebbe un inversione dell’asse tempo. Tale intuizione basata sulla sequenza di eventi costituisce un errore di ragionamento qualora nasconda la struttura stocastica del problema. Cos’è uno schema cognitivo? Tra le varie definizioni dei diversi autori (Piaget, Vygotsskij, ecc) ho scelto quella di Bruner, secondo il quale gli schemi cognitivi, più che strutture mentali, sono schemi di codifica delle informazioni, strategie che guidano l’attività di ragionamento e possono essere di tipo diverso, a seconda del compito. Non esiste dunque un unico modo di ragionamento. Fino ad allora, infatti, ad opera principalmente di Galileo Galilei e Isaac Newton dominava un modo di vedere la realtà, detto determinismo meccanicistico secondo il quale, ogni fenomeno fisico nel mondo reale doveva seguire leggi matematiche e che non ci si poteva fermare alla descrizione di come era fatto il mondo, ma si doveva capire anche come funzionava. Nasceva così la convinzione che poche leggi governavano i fenomeni del mondo fisico e permettevano di prevedere ogni evoluzione futura dell'universo. Possiamo schematizzare il successo del determinismo meccanicistico con la seguente affermazione: (Dati) + (Leggi) = (Conoscenza) Ciò significa essere in grado ,per esempio,di prevedere in quale istante e in quale luogo un corpo lanciato toccherà terra. Ma per Pascal e Fermat il meccanicismo deterministico non riusciva a risolvere tutti i problemi che la ricerca poneva: certi fenomeni non si verificavano con certezza ma avevano una evoluzione casuale non univocamente prevedibile. Per essi quindi vale la seguente affermazione: (Dati)+(Leggi)=(Conoscenza non completa). Né Pascal né Fermat diedero una stesura sistematica ai loro risultati, ma nel 1657 Huygens pubblicò un trattato, De ratiociniis in ludo aleae (Sui ragionamenti nel gioco dei dadi), che era stato ispirato dalla corrispondenza dei due francesi. La soluzione di questo problema diede origine alla teoria della probabilità. ANALISI CRITICA DEI LIBRI DI TESTO MATMAT 1. Notizie sul testo Titolo, autore, anno di pubblicazione, livello ( grado) scolastico di pertinenza, numero di pagine. 2. Organizzazione degl’argomenti Struttura e scansione degli argomenti (moduli, unità di apprendimento, unità didattiche, etc). Germana Girotti; Anno Pub.1998; II Primaria; pag.156 Indicatori: 1: Riconoscere, rappresentare e risolvere problemi; 2:Padroneggiare abilità di calcolo orale e scritto; 3: Operare con figure geometriche grandezze e misure; 4: Utilizzare semplici linguaggi logici e procedure informatiche; 5: Riconoscere e descrivere fenomeni fondamentali del mondo fisico, biologico e tecnologico NUOVO GIOCO CON I NUMERI 3 Pasquale Sgambati; Anno Pub 2002; III Primaria; pag. 192 Aritmetica; Geometria; Logica, Probabilità Statistica, Informatica; Scienze AMICO SOLE Gilda Flaccavento Romano; V. Gervasoni; N. Tinelli; R. Kohler; Anno Pub. 2005; IV Primaria; pag. 288 UDA: 1: Il numero; 2: La geometria; 3: La misura; 4: Il pensiero razionale; 5: Dati e previsioni NUOVO GIOCO CON I NUMERI Pasquale Sgambati; Anno Pub. 2002; V Primaria; pag. 216 Aritmetica; Geometria; Logica, Probabilità Statistica, Informatica; Scienze REALTA’ E MODELLI PROGETTO MODULARE DI ALGEBRA Gilda Flaccavento Romano; Anno Pub. 2004; II media, pag. 337 Roberto Vacca, Bruno Artuso, Francesco Barreca, Anno Pub. 2001; III media, Edizione Atlas Pag. 541 UDA: Prima parte Il numero 1: L’insieme Q+ 2: Una nuova operazione; 3: Problemi e tecniche risolutive; 4: I numeri interi relativi; 5: Rapporti e proporzioni; 6: La probabilità; UDA: Seconda parte Dati e previsioni 1: Elaborazioni statistiche; 2: Il calcolo della probabilità Moduli, Unità e sottounità Modulo1: I numeri relativi; Modulo 2: Il calcolo letterale; Modulo 3: La geometria analitica; Modulo 4: La matematica del certo e del possibile; Modulo 5: Logica e strutture algebriche MATMAT NUOVO GIOCO CON I NUMERI 3 AMICO SOLE NUOVO GIOCO CON I NUMERI REALTA’ E MODELLI PROGETTO MODULARE DI ALGEBRA Dati e previsioni La matematica del certo e del probabile: Unità 1: elementi di statistica; Unità 2: Elementi del calcolo della probabilità; Prerequisiti esplicitati ma non trattati ampiamente ma tramite semplici definizioni o esempi. Essi riguardano il concetto di: Previsione, Certo, Possibile, Impossibile, Rapporto, Proporzione e Percentuale Prerequisiti esplicitati ma non definiti, solamente nella prima unità. Riguardano: - Conoscere e sapere costruire tabelle a doppia entrata e grafici; - Conoscere e sapere calcolare rapporti e proporzoni 3. Metodologia didattica riferita al concetto indagato 3.1 Contesto di riferimento e primo approccio 3.2 Prerequisiti richiesti dal testo: a) sono esplicitati; b) in che modo vengono presentati; c) quali sono: 3.1 Utilizzare semplici linguaggi logici e procedure informatiche LogicaProbabilitàStatisticaInformatica 3.2 Il testo esplicita i seguenti concetti Certo-PossibileImpossibile attraverso degli esempi tratti dalla vita quotidiana Il testo esplicita i seguenti concetti Certo-PossibileImpossibile attraverso degli esempi tratti dalla vita quotidiana Dati e previsioni I prerequisiti sono esplicitati attraverso: definizioni, grafici e tabelle, esercizi. I prerequisiti sono: l’indagine statistica, il concetto di dato, popolazione, frequenza, moda, certo, probabile e impossibile. I grafici presento sono: ortogrammi e ideogrammi. LogicaProbabilitàStatisticaInformatica I prerequisiti sono esplicitati e sono: Certo, Probabile e impossibile. Vengono presentati attraverso semplici definizioni MATMAT 3. Metodologia didattica riferita al concetto indagato 3.3 Metodologia di presentazione (tramite attività/giochi, presentazione teorica, esempi concreti, linguaggio formalizzato, definizioni etc.) 3.4 Qualità di presentazione: a) Immagini: quantità, tipologia, pertinenza; b) Attività/giochi: quantità, tipologia, pertinenza; c) Esempi: quantità, tipologia NUOVO GIOCO CON I NUMERI 3 AMICO SOLE NUOVO GIOCO CON I NUMERI REALTA’ E MODELLI PROGETTO MODULARE DI ALGEBRA 3.3 Esempi concreti tratti da esperienze di vita quotidiana Esempi concreti accompagnati da semplici attività costituite da tabelle con i tre concetti chiave che i bambini devono compilare Esempi concreti accompagnati da semplici attività costituite da tabelle con i tre concetti chiave che i bambini devono compilare Esempi concreti accompagnati da semplici attività costituite da tabelle con i tre concetti chiave che i bambini devono compilare Presentazione teorica. Spiegazione tramite linguaggio formalizzato. definizioni Linguaggio formalizzato. Presentazione teorica. Poche definizioni riferite ai concetti chiave 3.4 Il testo è ricco di immagini costituite da semplici disegni pertinenti all’argomento oggetto d’indagine. Sono presenti delle tabelle legate agli esempi che i bambini dovranno completare Sono presenti molte immagini semplici e pertinenti associate ad attività da svolgere Sono presenti molte immagini semplici e pertinenti associate ad attività da svolgere Non sono presenti molte immagini perché le pagine dedicate all’argomento sono solo due però sono presenti attività ed esercizi Poche immagini con disegni semplici. È presente un esempio pertinente per ogni argomento il quale è descritto utilizzando un linguaggio formalizzato Sono solo presenti due immagini in 70 pagine. Gli esempi sono pertinenti ma pochi e collegati all’utilizzo di tabelle MATMAT NUOVO GIOCO CON I NUMERI 3 3. Metodologia didattica riferita al concetto indagato 3.5 pertinenza: d) Linguaggio teoricoformalizzato; e) Definizioni e proprietà 3.5 Non è presente un linguaggio teorico o formalizzato e nessuna definizione Non è presente un linguaggio teorico o formalizzato e nessuna definizione 3.6 Nessun riferimento interdisciplinare e viene utilizzato un linguaggio quotidiano Nessun riferimento interdisciplinare e viene utilizzato un linguaggio quotidiano 3.6 Trasversalità e linguaggio: a) riferimenti interdisciplinari; b) linguaggio quotidiano AMICO SOLE NUOVO GIOCO CON I NUMERI REALTA’ E MODELLI PROGETTO MODULARE DI ALGEBRA Per tutti gli argomenti è utilizzato un linguaggio teorico/formalizzato. Sono presenti definizioni chiare, evidenziate e accompagnate dall’utilizzo di formule. Le proprietà sono esplicitate attraverso tabelle Non è presente nessuna delle due variabili Viene utilizzato un linguaggio teorico/formalizza to. Le definizioni sono poche ed evidenziate. Le proprietà sono esplicitate attraverso grafici e tabelle Linguaggio teoricoformalizzato adottato prevalentemente per tutto l’argomento. Definizioni presenti concise, evidenziate e chiare Sono presenti riferimenti interdisciplinari alla: Geografia. Presente il linguaggio quotidiano attraverso immagini ed esempi Non è presente un linguaggio teorico o formalizzato e nessuna definizione L’argomento viene collegato con la geometria perché ci sono attività da svolgere (Es.: tracciando una diagonale il quadrato si trasforma in due triangoli? V F) È presente il linguaggio quotidiano ma solo in alcuni esempi MATMAT NUOVO GIOCO CON I NUMERI 3 AMICO SOLE NUOVO GIOCO CON I NUMERI I concetti chiave sono evidenziati in neretto e corsivo, esprimono nodi concettuali attraverso attività da svolgere. Non sono ambigue perché sono esplicitate con chiarezza e semplicità Le parole chiave sono evidenziate in grassetto nero e rosso. Esprimono nodi concettuali attraverso le definizioni. Non sono ambigue al contrario chiare e concise. Non possono risultare da ostacoli all’apprendimento perché l’argomento è presentato con immagini ed esempi Le parole chiave sono evidenziate in grassetto nero e in corsivo. Esprimono nodi concettuali attraverso immagini. Non risultano ambigue ne da ostacoli all’apprendimento REALTA’ E MODELLI PROGETTO MODULARE DI ALGEBRA Le parole chiave sono evidenziate in grassetto nero. Per quanto concerne il punto b si evidenzia solo in alcuni paragrafi in compenso non risultano ambigue e l’argomento è trattato in modo chiaro Le parole chiave sono evidenziate in grassetto nero. Esprimono nodi concettuali e non possono risultare ambigue perché sono accompagnate da spiegazioni esaurienti 4. “Correttezza” del testo per il concetto indagato 4.1 Parole chiave relative al concetto: a) Sono evidenziate (grassetto, corsivo, maiuscoletto etc.); b) Esprimono nodi concettuali fondamentali per l’apprendimento consapevole del concetto trattato; c) Possono risultare ambigue; d) Possono risultare ostacoli all’apprendimento del concetto Le parole chiave sono: Certo, Possibile, Impossibile. Sono evidenziate ed esprimono nodi concettuali fondamentali MATMAT NUOVO GIOCO CON I NUMERI 3 4. “Correttezza” del testo per il concetto indagato 4.2 Giudizio soggettivo in relazione all’analisi effettuata Linguaggio (iconico,verbale…); Uso del simbolismo; - Esercizi ed attività AMICO SOLE NUOVO GIOCO CON I NUMERI REALTA’ E MODELLI PROGETTO MODULARE DI ALGEBRA L’argomento è trattato attraverso un linguaggio iconico e verbale ma non sono presenti giochi e attività pratiche da svolgere. Il simbolismo è presente tramite grafici formalizzati L’argomento non è trattato in modo esaustivo e mancano i giochi È’ presente un linguaggio verbale e formalizzato, sono presenti molte immagini e formule, giochi e attività da volgere. Il simbolismo è espresso attraverso tabelle e schemi. Gli esercizi, però sono nella maggiore a risposta multipla È’ presente un linguaggio verbale formalizzato e vi è alto uso del simbolismo espresso attraverso tabelle, grafici e diagrammi. Alla fine di ogni unità sono presenti numerosi esercizi distinti in esercizi di riepilogo e di consolidamento È presente un linguaggio iconico accompagnato da immagini e tabelle ma non sono presenti dei giochi o attività da svolgere in classe È ricco di attività ed esercizi riepilogativi. Anche in questo testo mancano giochi ed attività. Il linguaggio è prettamente iconico Legge dei grandi numeri La Legge dei grandi numeri detta pure legge empirica del caso oppure teorema di Bernoulli (in quanto la sua prima formulazione è dovuta a Jakob Bernoulli) afferma che la frequenza relativa di un evento tende a stabilizzarsi all'aumentare del numero delle prove. Aumentando il numero di volte che un esperimento viene ripetuto, la stima della probabilità di un evento si avvicina alla probabilità reale. CASI FAVOREVOLI EVENTI CHE DI VOLTA IN VOLTA SI POSSONO VERIFICARE SPAZIO DEGLI EVENTI DEI CASI POSSIBILI NUMERO Certi Impossibili Eventi che in seguito ad un esperimento deve obbligatoriamente verificarsi. Tale evento costituisce l'unita di misura per la probabilità: si attribuisce, cioè, all'evento certo probabilità uguale all'unità. Di conseguenza tutti gli altri eventi, probabili ma non certi, saranno caratterizzati da probabilità minori all'unità. Eventi che non possono accadere nella prova in questione. All'evento impossibile è associata una probabilità uguale a zero. Possibili Eventi che possono accadere nella prova in questione. All'evento possibile è associata una probabilità uguale a uno. Obiettivi posti dai Programmi del 1979 - Semplici spazi di probabilità: eventi aleatori, eventi disgiunti e 'regola della somma‘ - Probabilità condizionata, probabilità composta. Eventi indipendenti e regola del prodotto'. - Elementi di statistica descrittiva: rilevazione di dati, valori di sintesi, indici di variabilità. Obiettivi posti dalle Indicazioni Nazionali del 2004 Dati e previsioni Classe 1 Rappresentazioni iconiche o grafiche di semplici dati, ordinate per modalità 1 Biennio Popolazione (o collettivo)statistico; Unità statistiche Modalità qualitative e quantitative; Tabelle di frequenze Rappresentazioni grafiche Moda 2 Biennio Analisi e confronto di raccolte di dati mediante gli indici Moda, Mediana, Media aritmetica, Intervallo di variazione; Ricerca di informazioni desunte da statistiche ufficiali (ISTAT) Qualificazione e prima qualificazione delle situazioni incerte Obiettivi posti dalle Indicazioni Nazionali del 2004 Scuola media 1° - 2° - 3° anno Caratteri derivanti da misurazioni Classificazione di dati con intervalli di ampiezza uguale o diversa Istogramma di frequenze Calcolo di frequenze relative e percentuali, e loro confronti Campione estratto da una popolazione: esempi di campioni rappresentativi e non Probabilità di un evento; valutazione della probabilità di semplici eventi Media aritmetica e valore atteso Aspetti storici connessi: questioni probabilistiche nel passato (ad esempio : I primi giochi con i dadi nella Francia del 1600) Nucleo: I Dati e le previsioni Costruzione delle seguenti competenze 1. Organizzare una ricerca. 2. Interpretare dati usando i metodi statistici. 3. Effettuare valutazioni di probabilità di eventi. 4. Risolvere semplici situazioni problematiche che riguardano eventi. 5. Sviluppare e valutare inferenze, previsioni ed argomentazioni basate su dati Concetto di probabilità in matematica La probabilità è un numero sempre compreso tra 0 e 1. In matematica con il calcolo delle probabilità si studiano gli eventi casuali probabili, cioè quegli eventi che possono o non possono verificarsi e che dipendono unicamente dal caso. Tale studio permette di assegnare agli eventi casuali o aleatori un valore numerico al fine di poter confrontare oggettivamente tali eventi e decidere quale tra essi ha maggiore probabilità di verificarsi. La probabilità matematica di un evento casuale è uguale al rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero degli casi possibili ammettendo che tutti i casi abbiano la stessa possibilità di verificarsi. Quando non è noto il numero dei casi favorevoli o il numero dei casi possibili o sono ignoti entrambi per un evento casuale è evidente che non si può calcolare la sua probabilità matematica. Si ricorre in questo caso alla probabilità statistica determinata osservando un modello naturale o artificiale dell'evento casuale da studiare. Se il campione è abbastanza grande, la legge dei grandi numeri dice che è lecito considerare la frequenza dell'evento uguale alla sua probabilità statistica. Dalla nascita della teoria della probabilità, si è spesso cercato di dare una definizione del significato del concetto di probabilità. Nel 1933 A. N. Kolmogorov diede un'impostazione assiomatica alla teoria della probabilità. Questa impostazione è tuttora in uso. Con i suoi Fondamenti della teoria della probabilità , Kolmogorov riteneva che non fosse importante definire il significato filosofico del concetto, bensì quello matematico. Kolmogorov definì pertanto tre assiomi: 1. 1. Ad ogni evento casuale a corrisponde un certo numero P(a), chiamato "probabilità di a", che soddisfa la disuguaglianza 0 <= P(a) <= 1. 2. 2. La probabilità dell'evento certo è 1. 3. 3. La probabilità dell'unione di un numero finito o infinito numerabile di eventi mutuamente esclusivi è pari alla somma delle probabilità di questi eventi. A partire da questi tre assiomi, sono stati in seguito formulati vari teoremi e varie leggi che costituiscono la base della moderna teoria della probabilità. Raccordi Interdisciplinari scuola primaria Classe prima Classi quarte Scienze: Analisi dei fenomeni della realtà circostante. Tecnologia e informatica: Nascita dell’informatica. Italiano: Strutturazione di frasi con significato logico. Geografia: Lettura e utilizzo di grafici, carte tematiche, cartogrammi. Classi seconda e terza Scienze: Rappresentazione grafico-simbolica dell’andamento di semplici fenomeni; Classi quinte Formulazione di ipotesi (previsione sull’andamento di un fenomeno), verifica attraverso la sperimentazione. Geografia: Interpretazione dei grafici. Italiano: Analisi del significato di proposizioni, strutturazione di frasi con significato logico. Laboratorio di informatica: Costruzione di tabelle della probabilità al computer. Geografia: Rappresentazioni tabellari e grafiche relative a dati geografici. In matematica tappe rilevanti della diffusione della probabilità sono state l'invenzione del calcolo stocastico, la rappresentazione probabilistica delle soluzioni delle equazioni paraboliche, la teoria dei sistemi dinamici, la dimostrazione probabilistica di teoremi di topologia. Più recentemente il legame tra probabilita e problemi di logica come la teoria degli algoritmi, la teoria della complessità e, a livello di fondamenti della matematica, l'ipotesi del continuo, testimonia il progressivo ampliamento della sua influenza concettuale. Inoltre gli eventi si dicono mutuamente escludentesi o incompatibili quando fanno riferimento a quegli eventi aleatori che non possono verificarsi simultaneamente in una data prova. Ad esempio l'apparizione simultanea di testa e di croce nel lancio di una moneta. Nel tema Dati e previsioni si cerca di dare maggiore visibilità ad argomenti quali la Statistica e la Probabilità. Tali temi non sono proposti in maniera teorica, ma invitano a costruire un questionario, ad esaminare le diverse fasi di un'indagine statistica, ad individuare un campione rappresentativo di una certa popolazione. La cosa è sostanzialmente positiva, visto che la Statistica e la Probabilità sono alla base di molti modelli fisici, biologici e non servono solamente per le ricerche di mercato, per le indagini di opinione o per prevedere gli esiti elettorali. I programmi del 1979 sono innovativi, come contenuti e come modalità di presentazione, moderni ma con equilibrio. Sono indicati dapprima gli obiettivi ed i suggerimenti metodologici dell’insegnamento scientifico nel suo complesso, a sottolineare l’unitarietà del sapere anche con altre discipline, poi separatamente obiettivi, metodologie e contenuti per la matematica e per le scienze sperimentali. I contenuti sono presentati in sette grandi temi : 2. La geometria prima presentazione del mondo fisico; 3. I sistemi numerici; 4. Matematica del certo e matematica del probabile; 5. Problemi equazioni; 6. Il metodo delle coordinate; 7. Trasformazioni geometriche; 8. Corrispondenze – analogie strutturali. Contenuti riferiti al tema - Matematica del certo e del probabile: • Affermazioni del tipo vero/falso e affermazioni di tipo probabilistico. Uso corretto di connettivi logici (e, no, non): loro interpretazione come operazioni su insiemi e applicazioni sui circuiti elettrici. • Rilevamenti statistici e loro rappresentazione grafica (istogrammi, aerogrammi---) frequenza/media. • Avvenimenti causali; nozioni di probabilità e sue applicazioni. I Programmi del 1985 Nei programmi del 1985 sono presenti la statistica e la probabilità. Per la prima volta si sottolineava l’importanza formativa della matematica dell’incerto e l’importanza della raccolta, organizzazione ed elaborazione dei dati. L’introduzione dei primi elementi di probabilità si trova alla fine del corso elementare e ha lo scopo di preparare nel fanciullo un terreno intuitivo su cui si possa in una fase successiva, fondare l’analisi razionale delle situazioni di incertezza. La matematica nei Programmi del 1985 si suddivide in cinque temi: 1. Problemi 4. Logica 2. Aritmetica 5. Probabilità, statistica, informatica 3. Geometria e misura Obiettivi posti dai Programmi del 1985 - Iniziazione informale al pensiero probabilistico - Pensiero in situazione di incertezza - Elaborazione di giudizi e di previsioni in situazioni di incertezza ovvero - Analisi razionale delle situazioni di incertezza Indicazioni Nazionali 2004 Nelle Indicazioni Nazionali, la matematica è organizzata per nuclei, dei quali quattro definiti tematici, con specifici contenuti, ed altri tre, detti di processo, che non hanno contenuti propri, perché trasversali ai primi quattro. I nuclei tematici sono: 1. Il numero, 2. 2. Lo spazio e le figure, 3. 3. Le relazioni, 4. 4. I dati e le previsioni Quelli di processo sono: 8. Argomentare e congetturare, 9. Misurare, 10. Porsi e risolvere problemi