ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 1/51 RISCHIO ELETTRICO SICUREZZA DEGLI IMPIANTI E INSTALLAZIONI ELETTRICHE LAVORI SU IMPIANTI ELETTRICI Fonti: o DPR 547/55 o Norme CEI o “Corso di sicurezza per lavori elettrici” – Compagnia Progetti RA – Marzo 2003 Principi di sicurezza – misure di tutela Stante la varietà delle operazioni e lavorazioni che comportano il rischio elettrico, si intendono, quale complesso delle misure di tutela predisposte, adottare i criteri e i principi di sicurezza contenuti nel presente documento. Gli addetti dovranno rispettare quanto indicato e verificare, per quanto di competenza, che i presidi e misure di sicurezza siano presenti e conformi alle norme e a quanto previsto dal presente documento. Dovranno astenersi dal compiere qualunque operazione in caso di deficit di sicurezza, insufficienza delle protezioni e simili; avvertendo contestualmente e immediatamente i responsabili. Gli interventi su quadri o apparecchiature con pericolo di folgorazione deve essere effettuato solo con coordinamento specifico con i responsabili dell’impianto per la messa in sicurezza delle parti sulle quali intervenire, applicando le procedure dei lavori fuori tensione. Qualora non sia possibile, per impedimenti tecnici, devono essere rispettate le procedure dei lavori in tensione. In particolare, per i lavori elettrici dovranno essere rispettate le seguenti o gli addetti devono essere formati secondo la regola d’arte e le norme CEI ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 2/51 o gli addetti devono avere in dotazione e utilizzare idonei e specifici DPI e attrezzature di sicurezza o i lavori dovranno essere coordinati da personale esperto, fatto salvo la necessità di presenza di preposto ai lavori continua e costante ove prevista dalle norme CEI Gli impianti elettrici, in tutte le loro parti costitutive, devono essere costruiti, installati e mantenuti in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con gli elementi sotto tensione ed i rischi di incendio e di scoppio derivanti da eventuali anormalità che si verifichino nel loro esercizio. Note • Ove non indicato diversamente, il riferimento di legge si intende relativo al DPR 547/55 • Possono essere adottate misure alternative qualora siano a livello equivalente riconosciuto da Organismi Tecnici riconosciuti, Enti di Unificazione e simili ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 3/51 ORGANIZZAZIONE DEL DOCUMENTO Parte Prima – Introduzione, definizioni e concetti principali di sicurezza elettrica • Danni per la salute • Isolamento e tipologia di impianti • Sezionamento • Protezione contro contatti diretti, indiretti, sovraccarichi ai bassissima, bassa e alta tensione • Componenti, quadri, cabine Parte seconda – lavori elettrici • Tipologie di lavoro elettrico • Criteri di sicurezza per l’esecuzione di lavori elettrici • Lavori elettrici fuori tensione su impianti in bassa tensione • Lavori elettrici fuori tensione su impianti in alta tensione • Lavori elettrici sotto tensione su impianti in bassa tensione • Lavori elettrici in prossimità su impianti in alta e bassa tensione • Lavori elettrici misti • Lavori elettrici particolari su impianti in bassa tensione • Composizione e numero delle squadre di lavoro Parte terza – requisiti del personale e classificazione delle competenze • PES – PAV – PEC • Persona idonea ai lavori sotto tensione • Responsabile dell’impianto e Preposto ai lavori • Datore di lavoro • Criteri per l’attribuzione delle competenze - formazione • Tipologie di lavoro elettrico e personale utilizzabile • Comunicazioni e valutazione dei rischi ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Parte quarta – dispositivi di protezione e attrezzature • Dispositivi di protezione • Attrezzature e utensili • Tipologie di lavoro elettrico , DPI e attrezzature Parte quinta – norme di riferimento • DPR 547/55 • Norme CEI Pag. 4/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 5/51 EFFETTI SULLA SALUTE Il pericolo potenziale è rappresentato dall’eventualità che il corpo umano venga in contatto con la corrente elettrica tramite: • Contatto diretto con conduttori elettrici • Contatto indiretto con parti normalmente non in tensione ma che per in guasto interno o per la perdita di isolamento risultano in tensione • Arco elettrico quando tra due elementi in tensione abbastanza vicini si raggiunge una differenza di potenziale tale da generare una scarica elettrica, con emissione di calore intenso, gas e vapori surriscaldati e tossici, raggi ultravioletti; ad esempio in caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche Il passaggio della corrente elettrica nel corpo umano può determinare numerose lesioni, anche permanenti. La corrente elettrica produce un’azione diretta sui vasi sanguigni, sul sangue e sulle cellule nervose; determina alterazioni anche permanenti nel sistema cardiaco (aritmie, lesioni al miocardio), nell’attività cerebrale e nel sistema nervoso centrale. Può arrecare danni all’apparato uditivo, visivo, ecc. EFFETTI PERICOLOSI della corrente elettrica sul corpo umano sono: • tetanizzazione: si contraggono i muscoli interessati al passaggio della corrente, risulta difficile staccarsi dalla parte in tensione prolungando quindi il contatto e provocando effetti ancor più dannosi. Il valore più grande di corrente per cui una persona é ancora in grado di staccarsi della sorgente elettrica si chiama “corrente di rilascio” e mediamente é compreso tra i 10mA e i 15mA per una corrente di 50Hz. Da notare che correnti molto elevate solitamente non producono la tetanizzazione in quanto nel corpo in contatto l’eccitazione muscolare é talmente elevata che i movimenti muscolari involontari generalmente staccano il soggetto della sorgente • arresto della respirazione: una complicanza dovuta alla tetanizzazione è la paralisi dei centri nervosi che controllano la respirazione. Se la corrente elettrica attraversa i muscoli che controllano il movimento dei polmoni, la loro contrazione involontaria altera il normale funzionamento del sistema respiratorio e il soggetto può morire soffocato o subire traumi dovuti all’asfissia. In questi casi il fenomeno è reversibile solo se si provvede con prontezza al ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 6/51 soccorso dell’infortunato, anche con l’ausilio della respirazione artificiale, per evitare danni al tessuto cerebrale • fibrillazione ventricolare: è l’effetto più pericoloso ed è dovuto alla sovrapposizione delle correnti provenienti dall’esterno con quelle fisiologiche che, generando delle contrazioni scoordinate, fanno perdere il giusto ritmo al cuore. Il cuore pompa il sangue lungo vene e arterie del corpo utilizzando muscoli, chiamati “fibrille”, che si contraggono ed espandono ritmicamente a circa 60/100 volte al minuto (sistole e diastole). Questi movimenti sono coordinati da un vero e proprio generatore d’impulsi elettrici: il “nodo seno-atriale”; appositi tessuti conduttori propagano questi impulsi alle fibrille producendo le contrazioni ed il battito cardiaco. Il cuore, a causa della natura elettrica del suo funzionamento, è particolarmente sensibile a qualunque corrente elettrica che proviene dall’esterno. Una corrente esterna che attraversa il cuore può avere effetti molto gravi perché può alterare la sincronizzazione è il coordinamento nei movimenti del cuore con la paralisi dell'operazione di pompaggio del sangue. Questa anomalia si chiama “fibrillazione” ed é molto pericolosa nella zona ventricolare perché diventa un fenomeno non reversibile (il fenomeno persiste anche se lo stimolo é cessato) e può causare danni al tessuto del cuore stesso, al cervello e nel peggiore dei casi la morte. Meno pericolosa, perché di natura reversibile, è invece la fibrillazione atriale. La fibrillazione ventricolare é reversibile entro i primi due o tre minuti soltanto se il cuore é sottoposto ad una scarica elettrica molto violenta; per raggiungere lo scopo viene impiegato il “defibrillatore”. Ogni individuo reagisce in modo diverso al passaggio della corrente per cui la quantità di corrente necessaria ad innescare la fibrillazione può variare da caso a caso I fattori che possono rendere probabile l’innesco della fibrillazione ventricolare sono diversi: i più significativi sono: - l’intensità della corrente che attraversa il corpo (di cui una piccola parte passa attraverso il cuore e causa la fibrillazione). E’ molto difficile la determinazione (nonostante i numerosi studi) del minimo valore di corrente che può dare inizio a questo fenomeno - il percorso seguito dalla corrente ha molta influenza sulla probabilità di fibrillazione - la durata del contatto con la corrente esterna ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE • Pag. 7/51 ustioni: sono prodotte dal calore che si sviluppa per effetto Joule dalla corrente elettrica che fluisce attraverso il corpo (per esempio, se attraverso la pelle si innesca un flusso di corrente la cui densità è di circa 60 milliampere al mm2, questa verrà carbonizzata in pochi secondi) LIMITI DI PERICOLOSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA I limiti convenzionali di pericolosità della corrente elettrica sia alternata che continua, in funzione del tempo per cui fluisce attraverso il corpo umano, sono riassumibili in (dati IEC): correnti alternate: • - < 0,5 mA (soglia di percezione) il passaggio di corrente non provoca nessuna reazione qualunque sia la durata - < 10 mA (limite di rilascio - durata qualsiasi) non si hanno in genere effetti pericolosi - > 10 mA non pericolosa solo se la durata del contatto è decrescente rispetto al valore di corrente correnti continue: • - < 2 mA (soglia di percezione) il passaggio di corrente non provoca nessuna reazione qualunque sia la durata - < 25 mA (limite di rilascio - durata qualsiasi) non si hanno in genere effetti pericolosi - > 25 mA non pericolosa solo se la durata del contatto è decrescente rispetto al valore di corrente Come si nota la Corrente Alternata è più pericolosa della corrente continua. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 8/51 In sintesi le conseguenze del passaggio della corrente elettrica alternata nel corpo umano sono: La pericolosità della corrente diminuisce all'aumentare della frequenza poiché ad alte frequenze la corrente tende a passare solo attraverso la pelle. Il fenomeno si chiama appunto “effetto pelle” e le lesioni provocate dal passaggio della corrente elettrica sono solo superficiali e non interessano organi vitali. Le correnti a frequenza di 50 cicli al secondo si trovano nella fascia di frequenze più pericolose. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 9/51 DEFINIZIONI E CONCETTI PRINCIPALI DI SICUREZZA ELETTRICA Gradi di protezione degli involucri (CEI EN60529 - CEI 70-1) IP [1a CIFRA] [2a CIFRA] [3a CIFRA EVENTUALE (lettera)] Esempi: IP20 - IP44 - IP20D - IPXXB (Convenzionalmente la lettera X indica che la cifra può assumere qualsiasi valore) La prima cifra rappresenta la protezione contro la penetrazione di corpi estranei (oggetti, polveri, ecc...). Varia da 0 a 6. La seconda cifra rappresenta la protezione contro la penetrazione di liquidi. Varia da 0 a 8 . La terza cifra rappresenta la protezione contro la possibilita' che corpi estranei raggiungano zone pericolose (per quanto di nostro interesse che non raggiungano parti in tensione). Varia da a a d Al di là dei criteri stabiliti dalla norma per il significato esatto delle varie cifre (più avanti riportato), può essere utile ricordare il significato "pratico" delle varie cifre. PRIMA CIFRA: IP0X Nessuna protezione IP1X Protezione contro l'ingresso della mano IP2X Protezione del dito (il dito non può accedere a zone pericolose ed una sfera di diam. 12,5 mm non entra) IP3X Protezione contro l'ingresso di un attrezzo (o filo di diam. 2,5 mm) IP4X Protezione contro l'ingresso di un filo di diametro 1 mm IP5X Protezione contro l'ingresso di polvere IP6X Ottima protezione contro l'ingresso di polvere SECONDA CIFRA: IPX0 Nessuna protezione IPX1 Protezione contro la caduta di gocce in verticale IPX2 Protezione contro la caduta di gocce con inclinazione max. 15° IPX3 Protezione contro la pioggia (inclinazione fino a 60°) IPX4 Protezione contro gli spruzzi (da tutte le direzioni) IPX5 Protezione contro i getti IPX6 Protezione contro i getti potenti IPX7 Protezione contro l'immersione temporanea IPX8 Protezione contro l'immersione continua ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 10/51 TERZA CIFRA: IPXXA IPXXB IPXXC IPXXD La mano non può accedere a zone pericolose Il dito non può accedere a zone pericolose Un attrezzo (o filo di diam. 2,5 mm) non può accedere a zone pericolose Un filo di diametro 1 mm non può accedere a zone pericolose La terza cifra è di fatto riferita agli stessi corpi estranei della prima cifra, con la sola differenza che la prima cifra è riferita all'ingresso di un corpo estraneo, mentre la terza è riferita alla possibilità che raggiunga zone pericolose (per quanto di nostro interesse le zone pericolose sono quelle in prossimità delle parti in tensione). Ad esempio IP4X significa che il filo di 1 mm non entra nell'involucro, mentre IPXXD significa che il filo può entrare ma non raggiungere parti in tensione. La terza cifra non va aggiunta se la protezione contro i contatti diretti non è migliore di quella contro l'ingresso di un corpo. Ad esempio, non ha senso scrivere IP4XD, in quanto, se il filo non può entrare, è ovvio che non può toccare neppure parti in tensione. Ha senso invece scrivere ad esempio IP1XB o IP2XC o IP2XD, ecc... ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 11/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 12/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 13/51 Classificazione dei sistemi elettrici in relazione alla messa a terra In relazione allo stato del neutro e alla situazione delle masse, i sistemi elettrici sono individuati con due lettere. La prima lettera indica lo stato del neutro: - T = neutro collegato direttamente a terra - I = neutro isolato La seconda lettera indica la situazione delle masse: - T = masse collegate a terra - N = masse collegate al neutro del sistema ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 14/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 15/51 Classificazione impianti elettrici (CEI 11-1 art. 2.1.3c) In relazione alla loro tensione nominale, i sistemi elettrici si dividono in: sistemi di Categoria 0 (zero), quelli a tensione nominale minore o uguale a 50 V se a corrente alternata o a 120 V se a corrente continua (non ondulata) sistemi di Categoria I (prima), quelli a tensione nominale da oltre 50 V fino a 1000 V se in corrente alternata o da oltre 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua sistemi di Categoria II (seconda), quelli a tensione nominale da oltre 1000 V se in corrente alternata od oltre 1500 V se in corrente continua, fino a 30 000 V compreso sistemi di Categoria III (terza), quelli a tensione nominale maggiore di 30 000 V Secondo la nuova norma CEI 11-1 (1999) il termine bassa tensione indica i sistemi di categoria I ed il termine alta tensione indica i sistemi di categoria II e III. Art. 268. DEFINIZIONE DI « ALTA » E «BASSA» TENSIONE. (DPR 547/55) Agli effetti del decreto 547/55, un impianto elettrico è ritenuto a bassa tensione quando la tensione, del sistema è uguale o minore a 400 Volta efficaci per corrente alternata e a 600 Volta per corrente continua. Quando tali limiti sono superati, l'impianto elettrico è ritenuto ad alta tensione. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 16/51 Sezionamento e apparecchi elettrici principali - Principi di sicurezza Sezionamento Il sezionamento è destinato ad assicurare la messa fuori tensione di tutta o di una parte dell'installazione, separandola da ogni sorgente di energia elettrica, in modo da garantire la sicurezza delle persone che eseguono lavori sull'impianto elettrico o nelle sue vicinanze. Sezionatore Dispositivo meccanico di manovra che, nella posizione di aperto, assicura una distanza di sezionamento che soddisfa condizioni specificate. Oltre a quanto sopra, un sezionatore: garantisce la visibilità diretta dello stato dei contatti (aperti/chiusi), o in alternativa ha una segnalazione sicura dell'effettivo stato dei contatti; è in grado di aprire o chiudere un circuito solo quando la corrente interrotta o stabilita è di intensità trascurabile ("manovra a vuoto"); è in grado di portare, nella condizione di chiuso, la corrente corrispondente alle condizioni normali del circuito; è in grado di portare, nella condizione di chiuso, per un tempo specificato, correnti corrispondenti a condizioni anormali del circuito, come ad esempio un cortocircuito. Per evitare manovre accidentali sotto carico, i sezionatori vanno installati in luoghi o quadri accessibili a personale addestrato e vanno almeno accompagnati da un cartello "Vietato eseguire manovre sotto carico". Interruttore di manovra (non realizza la funzione di sezionamento) Dispositivo meccanico di manovra in grado di: • stabilire, portare e interrompere correnti in condizioni normali di circuito, comprese eventuali condizioni specificate di sovraccarico in servizio ordinario • portare, nella condizione di chiuso, per un tempo specificato, correnti corrispondenti a condizioni anormali del circuito, come ad esempio un cortocircuito; • eventualmente stabilire, ma non interrompere, correnti di cortocircuito. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 17/51 Interruttore di manovra sezionatore (realizza la funzione di sezionamento) Dispositivo che possiede le caratteristiche sia dell'interruttore di manovra che del sezionatore. Interruttore (può realizzare la funzione di sezionamento: dipende dal modello) E' un dispositivo che svolge le stesse funzioni dell'interruttore di manovra ed in aggiunta può stabilire ed interrompere correnti di cortocircuito. Tra le varie grandezze che lo definiscono, particolare rilievo ha il potere di interruzione, che rappresenta la massima corrente che l'interruttore è in grado di interrompere. Per gli interruttori per uso industriale esistono due livelli di potere di interruzione: Icu (potere di interruzione estremo) e Ics (potere di interruzione di servizio). Il potere di interruzione nominale è quello corrispondente alla Icu. La Icu è la massima corrente che il dispositivo può interrompere, senza provocare danni. L'interruttore può tuttavia danneggiarsi e può essere addirittura necessaria la sostituzione. La Ics è la massima corrente che il dispositivo può interrompere senza danneggiarsi. Da notare che gli interruttori sono comunque provati con una pausa (tipicamente 1 minuto o 3 minuti per gli interruttori di alta tensione) tra l'interruzione di una corrente di cortocircuito e la successiva richiusura. Occorre tenerne conto in caso di guasto, evitando di far ripetere successive richiusure ravvicinate. Molti interruttori di bassa tensione sono oggigiorno in grado di svolgere anche la funzione di sezionamento (simbolo come figura a fianco). E' comunque il Costruttore che deve indicare se l'interruttore svolge tale funzione. Gli interruttori di alta tensione (VOR / SF6) non sono in genere in grado di svolgere la funzione di sezionamento. La funzione di sezionamento può essere tuttavia ottenuta utilizzando interruttori estraibili (estraendo l'interruttore). ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 18/51 Sezionatore di terra E' un dispositivo di manovra che serve per mettere in cortocircuito e a terra i conduttori. Può essere chiamato a sopportare le correnti di cortocircuito e guasto a terra per il tempo necessario all'intervento delle protezioni a monte. Non è in grado di stabilire le correnti guasto e l'eventuale manovra con conduttori in tensione può provocare un arco e generare un infortunio. Per evitare ciò in genere si usano degli interblocchi. Sezionatore di terra con potere di stabilimento Ha le stesse caratteristiche del sezionatore di terra, ma in aggiunta è in grado di stabilire la corrente di guasto. Non è molto diffuso. Altri dispositivi I contattori non sono in genere in grado di svolgere la funzione di sezionamento (anche se possono esistere contattori sezionatori). Il sezionamento può essere ottenuto anche tramite fusibili o barrette (estraendo i fusibili o le barrette stesse). Sezionamento del conduttore di neutro Nei sistemi TT e IT il neutro va sempre sezionato. Nei sistemi TN-C, il conduttore PEN non va mai sezionato Nei sistemi TN-S è obbligatorio sezionare il neutro solo nel caso particolare di circuiti monofase che abbiano a monte dispositivi unipolari (ad esempio fusibili). ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 19/51 Altri elementi rilevanti ai fini del sezionamento I dispositivi di sezionamento ed i relativi circuiti asserviti devono essere chiaramente identificabili. Devono essere presi provvedimenti per evitare la chiusura intempestiva dei dispositivi di sezionamento. In genere è preferibile ricorrere comunque ad un blocco a chiave. All'interno di locali o quadri accessibili al solo personale addestrato può essere sufficiente l'apposizione di un cartello "Lavori in corso - non effettuare manovre". Se i dispositivi di sezionamento sono comandabili a distanza, occorre escludere la possibilità di comandi intempestivi a distanza, tipicamente togliendo energia, che può essere elettrica ma anche ad es. meccanica (molle) o pneumatica, agli attuatori per mezzo dei quali agiscono i comandi a distanza. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 20/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Problemi di sicurezza in presenza di trasformatori in parallelo Pag. 21/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 22/51 Protezione contro i contatti diretti Introduzione Per contatto diretto si intende il contatto con parti attive. E' attiva ogni parte conduttrice in tensione nel servizio ordinario, compreso il conduttore di neutro, ma escluso per convenzione il conduttore PEN (conduttore che svolge la funzione di neutro (N) e di protezione (PE)) . Protezione contro i contatti diretti - Bassa tensione Le misure di protezione contro i contatti diretti in bassa tensione possono essere totali o parziali (CEI 64-8) Le misure di protezione parziali possono essere utilizzate solo ove hanno accesso persone addestrate (officine elettriche). In tutti gli altri ambienti si applicano le misure di protezione totali. Le misure di PROTEZIONE TOTALI sono (CEI 64-8) mediante isolamento delle parti attive o Le parti attive devono essere ricoperte con un isolamento che possa essere rimosso solo mediante distruzione. o L'isolamento deve essere in grado di resistere alle sollecitazioni (meccaniche, termiche, chimiche, ecc...) alle quali può essere soggetto. o Per i componenti elettrici costruiti in fabbrica, l'isolamento deve soddisfare le relative norme. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 23/51 mediante involucri o barriere o Le parti attive devono essere poste entro involucri o barriere tali da assicurare almeno il grado di protezione IPXXB - Il dito non può accedere a zone pericolose - (si possono tuttavia avere in alcuni casi aperture più grandi per permettere la sostituzione di parti, ad esempio lampade, in accordo con le relative norme). o Le superfici superiori orizzontali delle barriere o degli involucri che sono a portata di mano devono avere un grado di protezione non inferiore a IPXXD - Un filo di diametro 1 mm non può accedere a zone pericolose. o Le barriere e gli involucri devono essere saldamente fissati ed avere una sufficiente stabilità e durata nel tempo in modo da conservare il richiesto grado di protezione ed una conveniente separazione dalle parti attive, nelle condizioni di servizio prevedibili, tenuto conto delle condizioni ambientali. o Quando sia necessario togliere barriere, aprire involucri o togliere parti di involucri, questo deve essere possibile solo: con l'uso di una chiave o di un attrezzo, oppure dopo l'interruzione dell'alimentazione, purché il ripristino della alimentazione sia possibile solo dopo la richiusura dell'involucro (interblocco), oppure quando è presente una barriera intermedia con grado di protezione non inferiore a IPXXB a protezione delle parti attive, purché tale barriera possa essere rimossa solo con l'uso di una chiave o di un attrezzo. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 24/51 Le misure di protezione parziali sono (CEI 64-8): mediante ostacoli o Gli ostacoli sono destinati ad impedire il contatto accidentale con parti attive, ma non il contatto intenzionale dovuto all'aggiramento deliberato dell'ostacolo o Gli ostacoli devono impedire: l'avvicinamento non intenzionale del corpo a parti attive, oppure il contatto non intenzionale con parti attive durante lavori sotto tensione nel funzionamento ordinario o Gli ostacoli possono essere rimossi senza l'uso di una chiave o di un attrezzo ma devono essere fissati in modo da impedirne la rimozione accidentale. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 25/51 mediante distanziamento o Il distanziamento è destinato ad impedire il contatto non intenzionale con parti attive o Parti simultaneamente accessibili a tensione diversa non devono essere a portata di mano o Quando uno spazio, ordinariamente occupato da persone, è limitato da un ostacolo (per esempio un parapetto) che abbia un grado di protezione inferiore a IPXXB, la zona a portata di mano inizia da questo ostacolo o Nei luoghi ove usualmente vengono maneggiati oggetti conduttori grandi o voluminosi, le distanze devono essere aumentate tenendo conto delle dimensioni di questi oggetti. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 26/51 Protezione contro i contatti diretti - Alta tensione (CEI 11-1 art. 2.4.1) Provvedimenti atti a prevenire che le persone si avvicinino pericolosamente, raggiungendo la zona di guardia con parti del loro corpo o mediante oggetti, alle parti attive od alle parti che potrebbero procurare uno shock elettrico. La zona di guardia (CEI 11-1 art. 2.5.5) è lo spazio attorno ad un elemento di impianto in tensione entro il quale non è ammessa la presenza di persone o di oggetti mobili estranei all'impianto che siano collegati o accessibili a persone (ad es.: scale, attrezzi, veicoli, materiali vari). La distanza di guardia dg è la distanza tra un elemento attivo e la superficie che delimita la zona di guardia. Altro concetto importante è la distanza di vincolo (dv), che è la minima distanza che deve esistere fra un elemento attivo e la superficie accessibile all'operatore sulla quale questi deve stare almeno con entrambi i piedi perché l'operatore stesso e gli oggetti mobili ad esso collegati, in assenza di limitazioni materiali, non entrino nella zona di guardia. N.B. La distanza dv di cui alla norma CEI 11-1 è relativa al dimensionamento degli impianti ed è diversa da quella prevista dalla norma CEI 11-48 per i lavori elettrici. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 27/51 Tipi di protezione Sono riconosciuti i seguenti tipi di protezione: protezione per mezzo di involucri protezione per mezzo di barriere (ripari) protezione per mezzo di ostacoli (parapetti) protezione mediante distanziamento Definizione: Area elettrica chiusa (CEI 11-1 art. 2.2.1, come modif. da variante V1) Locale o luogo per l'esercizio di impianti o componenti elettrici il cui accesso è consentito esclusivamente a persone esperte, a persone avvertite, oppure a persone comuni sotto la sorveglianza di persone esperte o avvertite; l'accesso è consentito, ad esempio, mediante l'apertura di porte o rimozione di barriere (con l'uso di chiavi o di attrezzi) sulle quali siano chiaramente applicati segnali idonei di avvertimento. Misure di protezione all'esterno di aree elettriche chiuse All'esterno delle aree elettriche chiuse sono consentite solo protezioni mediante involucri o per distanziamento. Quando si utilizza la protezione mediante involucri, il grado di protezione deve essere come minimo IP23D (con qualche "sconto" per le aperture di ventilazione). La protezione per distanziamento è in pratica poco o niente usata all'interno di locali che non siano "aree elettriche chiuse" (è utilizzata all'esterno per le linee aeree). Misure di protezione all'interno di aree elettriche chiuse Sono permessi tutti e quattro i modi di protezione (involucri, barriere, ostacoli, distanziamento). Quando si utilizza la protezione con involucri, il grado di protezione deve essere come minimo IP2X. Tuttavia possono essere necessarie speciali misure di protezione contro i pericoli derivanti da archi elettrici. Per gli altri modi di protezione le principali misure sono riportate nelle figure della norma CEI 111. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 28/51 Si deve inoltre considerare che: - Le barriere devono avere grado di protezione almeno IP1XB ed estendersi da terra fino a 2 m di altezza. - Per barriere metalliche collegate a terra e con grado di protezione almeno IP3X sono richieste distanze pari alla sola distanza di isolamento in aria (leggermente inferiori a dg per Un = 15 kV) - I parapetti devono avere altezza compresa tra 1,2 m e 1,4 m - Per tutti i ripari/ostacoli sono richieste caratteristiche di robustezza meccanica (art. 7.1.2.2) - Tra le parti da proteggere contro i contatti diretti, figurano (tra l'altro): - parti esposte attive (conduttori nudi) - cavi ed accessori sprovvisti di schermi metallici collegati a terra - corpi isolanti di isolatori ed altre parti simili, ad esempio apparecchiature elettriche isolate in resina colata, se può insorgere una tensione di contatto pericolosa ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 29/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 30/51 Principali prescrizioni sui contatti diretti in alta tensione dettate dal DPR 547/55 DPR 547/55 - Art. 275 IMPIEGO DEI CONDUTTORI NUDI AD " ALTA"TENSIONE I conduttori nudi nei circuiti ad alta tensione sono ammessi soltanto nelle officine e cabine elettriche, nelle sale di prova e per le linee esterne. I conduttori nudi nei circuiti ad alta tensione sono altresì ammessi in ogni altro locale, purché siano completamente racchiusi, singolarmente od assieme alle relative apparecchiature in cunicoli in armatura, in armadi o custodie metalliche collegate a terra. Sono altresì ammessi i conduttori nudi per tensione di esercizio sino a 1000 Volta per i sistemi di sbarre per elettrolisi, per le linee di contatto per gru a ponte scorrevole ed impianti simili e per i raccordi ferroviari, purché siano adottate adeguate ed efficaci misure di sicurezza; per i raccordi ferroviari sono ammesse tensioni anche superiori. DPR 547/55 - Art. 276 DIFESE I conduttori e gli elementi nudi dei circuiti ad alta tensione devono essere protetti contro il contatto accidentale mediante idonei ripari rigidi di materiale isolante non igroscopico, o metallici collegati a terra, solidamente fissati a parti stabili anche se smontabili. Detti ripari devono essere collocati ad una distanza dai conduttori in tensione di almeno cm. 7 più cm. 0,7 per ogni migliaia di Volta, con un minimo, in ogni caso, di cm. 15. DPR 547/55 - Art. 277 Per la difesa frontale e laterale i ripari di cui all'articolo precedente devono essere estesi, verso l'alto, sino ad almeno m. 2 dal pavimento e, verso il basso sino al pavimento o sino ad una distanza da questo per cui non sia possibile, in relazione alle condizioni dell'impianto, il contatto accidentale con i conduttori o con gli elementi in tensione. Qualora detti ripari non siano costituiti da schermi a parete piena, le maglie o aperture devono avere dimensioni tali da non permettere il passaggio della mano. Nelle officine e cabine elettriche la difesa frontale e laterale dei conduttori può anche essere costituita da un parapetto di altezza non inferiore a m. 1,20 e formato da almeno due robusti correnti rigidi e solidamente fissati alle parti stabili, posto ad una distanza in senso orizzontale dai conduttori non inferiore a m. 0,60 più cm. 1 ogni migliaia di Volta con un minimo, in ogni caso, di m. 1. Il parapetto di cui al presente articolo deve portare bene in vista un avviso indicante il divieto di accedere allo spazio compreso fra il parapetto ed i conduttori prima di avere tolto la tensione. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 31/51 Pag. 32/51 ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE DPR 547/55 - Art. 278 Quando i conduttori e gli elementi nudi dei circuiti ad alta tensione corrono al di sopra del pavimento o di una piattaforma di lavoro o di passaggio ad una altezza inferiore a m.3 più un centimetro ogni migliaia di Volta di tensione, si devono applicare al di sotto di essi i ripari di cui all'articolo precedente costituiti da schermi pieni o con maglie di piccola dimensione. DPR 547/55 - Art. 279 Le norme di cui agli artt. 276, 277 e 278 relative alla protezione dei conduttori e degli elementi nudi dei circuiti ad alta tensione devono essere osservate anche nei riguardi dei cavi e dei conduttori rivestiti con isolanti in genere, fatta eccezione per quelli provvisti di armatura metallica continua collegata a terra. CONFRONTO TRA DPR 547 e norma CEI 11-1 all'interno di una cabina 15 kV (accessibile solo al personale addestrato) TIPO DI DIFESA Dist. parti d proteggere da BARRIERE Dist. parti da proteggere da OSTACOLI (parapetti) DISTANZIAMENTO (verticale da sup. accessibili) Altezza BARRIERE Altezza OSTACOLI (parapetti) Distanza DPR 547/55 17,5 cm 100 cm 3,15 m 2m min. 1,2 m Distanza CEI 11-1 (*) 18 cm / 20 cm 143 cm / 145 cm 3,15 m 2m tra 1,2 m e 1,4 m (*) ove riportati due valori: valore per tenuta ad impulso atmosferico 75 kV / valore per 95 kV ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 33/51 Sistemi a bassissima tensione (SELV / PELV /FELV) ELV = Extra Low Voltage (bassissima tensione) SELV = bassissima tensione di sicurezza PELV = bassissima tensione di protezione FELV = bassissima tensione funzionale. Sistemi SELV Un sistema SELV è: alimentato da un trasformatore di sicurezza o da una sorgente equivalente; isolato dagli altri eventuali circuiti da un isolamento doppio o rinforzato (o da uno schermo collegato a terra); non ha alcun punto a terra. Un sistema SELV è considerato sicuro nei confronti dei contatti diretti fino a 25 V in corrente alternata e 60 V in corrente continua non ondulata, in condizioni ambientali ordinarie. Sistemi PELV Un sistema PELV è simile a un sistema SELV, ma ha un polo a terra. Il sistema PELV è considerato sicuro nei confronti dei contatti diretti all'interno di un edificio provvisto del collegamento equipotenziale principale (EQP) previsto da CEI 64-8, fino a: 25 V in corrente alternata e 60 V in corrente continua non ondulata, in locali asciutti; 6 V in corrente alternata e 15 V in corrente continua non ondulata, negli altri locali. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 34/51 Sistemi FELV Un sistema FELV non ha tutti i requisiti dei sistemi SELV e PELV (ad esempio il trasformatore non è di sicurezza oppure l'isolamento nei confronti di altri circuiti non è adeguato) ed è da considerare sempre pericoloso anche se la tensione è di pochi volt, in quanto potrebbe assumere tensioni molto più elevate in caso di guasto. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 35/51 Protezione contro contatti indiretti e sovracorrenti Contatto indiretto: Contatto di persone con una massa in tensione per un guasto. Massa: Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto. Una parte conduttrice che può andare in tensione solo perché in contatto con una massa non è da considerare una massa. I principali metodi di protezione contro i contatti indiretti in BT sono: Protezione mediante interruzione automatica dell'alimentazione (le masse sono collegate a terra e la corrente che si genera in caso di cedimento dell'isolamento è interrotta dai dispositivi di protezione previsti, entro tempi compatibili con le curve di sicurezza e stabiliti dalle norme. Deve essere previsto anche un sistema per l'equipotenzialità delle masse estranee) Protezione mediante componenti elettrici di Classe II o con isolamento equivalente ("doppio isolamento"; in pratica il sistema è basato sulla buona affidabilità dell'isolamento) Protezione per separazione elettrica (alimentazione tramite trasformatore di isolamento, impianto poco esteso, masse non collegate a terra ma solo tra di loro se ci sono più utilizzatori) In alta tensione si ricorre solo alla messa a terra delle masse, controllando che l'impianto di terra sia correttamente coordinato con il tempo di intervento delle protezioni, in funzione della corrente di guasto. Durante un guasto a terra, il potenziale dell'impianto di terra si alza e raggiunge il valore: UE = IE x RE dove: UE è la tensione totale di terra, IE è la corrente che fluisce nel dispersore ed RE è la resistenza di terra. In sistemi di II categoria a neutro isolato, le correnti di guasto a terra sono dell'ordine di 100 A; con una bassa resistenza di terra è possibile fare in modo che UE rispetti la curva di sicurezza (si consideri che per un tempo di intervento delle protezioni di 0,5 s, la curva di sicurezza in alta tensione, ammette tensioni fino a circa 200 V). ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 36/51 In impianti di III categoria con neutro a terra, le correnti di guasto a terra sono dell'ordine di 10 kA ed è praticamente impossibile che la tensione totale di terra rispetti la curva di sicurezza. Si deve procedere pertanto alla verifica delle tensioni di passo e contatto. *** Sovracorrente: ogni corrente che supera il valore nominale. Per le condutture il valore nominale è la portata. Corrente di sovraccarico (di un circuito): sovracorrente che si verifica in un circuito elettricamente sano. Corrente di cortocircuito (franco): sovracorrente che si verifica in seguito a un guasto di impedenza trascurabile fra due punti fra i quali esiste tensione in condizioni ordinarie di esercizio. La protezione contro le sovracorrenti si realizza mediante dispositivi che rilevano le sovracorrenti ed interrompendo l'alimentazione entro tempi tali da evitare effetti pericolosi delle sovracorrenti. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 37/51 ARCO ELETTRICO – PRINCIPI DI SICUREZZA L'arco elettrico è costituito da una colonna di gas ionizzato ad alta temperatura, da circa 6000 °C a circa 12 000 °C. Gli effetti termici dell'arco dipendono dalla corrente (al quadrato), dalla tensione d'arco e dalla durata. Gli effetti aumentano quindi all'aumentare della corrente di cortocircuito, della tensione e del tempo. Il calore dell'arco carbonizza gli isolanti e fonde i metalli. In conseguenza di un arco elettrico si ha sempre una violenta espansione dell'aria: le portelle dei quadri (a meno che non siano di tipo a "tenuta d'arco interno") non resistono alla pressione. L'arco emette radiazioni nello spettro visibile, nell'ultravioletto e ionizza l'aria circostante. Come noto l'aria ionizzata non è più isolante e quindi, una volta innescato, l'arco può sostenersi, ma non solo: possono infatti innescarsi anche altri archi secondari. Se innescato su una "sbarratura", l'arco inoltre "cammina" per effetto delle forze elettrodinamiche, allontanandosi dalla sorgente. Come noto, due conduttori paralleli si attraggono se le correnti hanno lo stesso verso, si respingono in caso contrario. Nell'esempio che segue, si ipotizza un cortocircuito (tra due sbarre parallele) tramite una barretta "mobile". La sbarretta è manifestamente spinta ad allontanarsi dalla sorgente. Se al posto della sbarretta si ipotizza un arco, l'effetto di repulsione elettrodinamica è sempre il medesimo. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 38/51 Foto (Merlin Gerin) di arco che "cammina" lungo una sbarratura (la velocità media è di oltre 400 km/h). L'arco si può innescare a seguito di un cortocircuito, ad esempio causato da un oggetto che cade tra parti in tensione, da un animale, da un attrezzo di lavoro, dai puntali di uno strumento di misura (anche per questo gli attrezzi da utilizzare per lavori sotto tensione devono avere parti conduttrici le più piccole possibili ed i puntali degli strumenti di misura devono essere il più possibile protetti). Può innescarsi anche a seguito della manovra sotto carico di un sezionatore a vuoto, o peggio dalla chiusura su una parte di impianto in cortocircuito, o dalla chiusura di un sezionatore di terra senza aver prima tolto tensione. Al cessare della corrente, l'arco si spegne. Verrebbe da pensare che in corrente alternata l'arco si estingua definitivamente al primo passaggio per lo zero della corrente. Questo accade solo se l'aria si deionizza prima che la tensione "risalga" con polarità opposta. Spesso questo non accade e così l'arco si reinnesca immediatamente con verso opposto della corrente. In pratica, molte volte si ha l'estinzione dell'arco solo dopo l'intervento delle protezioni. Un operatore prossimo al punto ove si manifesta l'arco corre il rischio di essere ustionato dal calore e dai "getti" di materiali infiammati e/o metalli fusi. E' inoltre esposto agli effetti dovuti alla sovrapressione (può essere investito da oggetti e/o dalle portelle/pannelli del quadro). Gli occhi e il volto sono le parti più vulnerabili. Per certi tipi di lavori elettrici (come meglio descritto nel seguito), le norme richiedono l'utilizzo di casco, visiera ed adatti indumenti protettivi, proprio per proteggere il più possibile l'operatore dagli effetti dell'arco elettrico. L'arco è particolarmente pericoloso quando si innesca a seguito di una manovra, in quanto l'operatore si trova facilmente in prossimità dell'arco stesso. Diversamente, la probabilità che una persona si trovi nelle vicinanze dell'arco è bassa. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 39/51 I casi più pericolosi possono essere: la manovra di sezionatori "a vuoto" manovrati o chiusi sotto carico o peggio chiusi su un cortocircuito; la manovra di sezionatori di terra senza aver prima tolto tensione. Gli effetti sono tanto più pericolosi quanto più alta è la corrente di cortocircuito e quanto maggiore è il tempo di intervento delle protezioni. Si possono ridurre i rischi, ad esempio: facendo eseguire le manovre a persone con adeguate conoscenze e previa esatta individuazione della sequenza delle manovre (va sempre fatta, anche quando sono presenti interblocchi); utilizzando opportuni interblocchi per i sezionatori e i sezionatori di terra; utilizzando sezionatori di terra con potere di stabilimento; utilizzando quadri "a tenuta d'arco interno". Tali quadri sono provati verificando che all'esterno del quadro non si manifestino fenomeni pericolosi per una persona in caso di arco interno al quadro, in condizioni assegnate (principalmente corrente di cortocircuito e dispositivi di protezione a monte). Per i quadri "normali" la norma non richiede alcuna prova sugli effetti esterni al quadro in caso di arco all'interno; utilizzando comandi a distanza. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 40/51 CABINE ELETTRICHE (PER SISTEMI DI II CATEGORIA) La norma CEI 11-1 indica "Area elettrica chiusa", comprendendo qualsiasi luogo, all'aperto o al chiuso, con apparecchiature/impianti ad alta tensione, accessibile solo a determinate persone. Con il termine "cabina", si vuole intendere qui una area elettrica chiusa con impianti appartenenti a sistemi di II categoria, ubicata all'interno di un edificio. Trattasi quindi di locale accessibile solo a (CEI 11-1 art. 2.2.1, come modif. da variante V1): persone esperte, oppure persone avvertite, oppure persone comuni sotto la sorveglianza di persone esperte o avvertite. Si possono distinguere tre tipi di cabine (con riferimento anche a guida CEI 31-35, ove il termine cabine è ancora utilizzato. La guida è comunque in revisione per un allineamento alla nuova norma CEI 11-1): Cabine con apparecchiature prefabbricate: sono realizzate utilizzando apparecchiature prefabbricate ("quadri", vedi oltre) per sistemi di II categoria, conformi a CEI 17-6 . Cabine a giorno: sono cabine che non utilizzano (in tutto o in parte) apparecchiature prefabbricate, ed in cui quindi almeno una parte dei componenti è disposta in vista e per cui la protezione contro i contatti diretti non è realizzata mediante involucri (quindi è realizzata mediante barriere o ostacoli o distanziamento). Cabine prefabbricate: sono complete di apparecchiature, trasformatori, collegamenti, parti ausiliarie e involucro esterno, totalmente costruite, assemblate e collaudate in fabbrica in conformità a una specifica norma. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 41/51 CEI 11-1 fa una distinzione fra: impianti all'esterno di tipo aperto (impianto all'esterno con componenti non completamente protetti contro i contatti diretti) impianti all'interno di tipo aperto (impianto come sopra, ma all'interno di un edificio) impianti all'esterno di tipo chiuso (apparecchiature con involucro montate all'esterno) impianto all'interno di tipo chiuso (apparecchiature con involucro montate all'interno) Prescrizioni specifiche del DPR 547/55 sulle cabine Art. 337 - ESPOSIZIONE SCHEMA DELL'IMPIANTO Nelle officine e cabine elettriche deve essere permanentemente esposto uno schema dell'impianto, con chiare indicazioni relative alle connessioni ed alle apparecchiature essenziali. Art. 338 - COLORAZIONE DEI CONDUTTORI E INDICAZIONE DELLE LORO TENSIONI Nei locali nei quali si trovano conduttori ad alta tensione a valori diversi o conduttori sia ad alta che a bassa tensione, essi devono essere contraddistinti con particolari colorazioni, il cui significato (valore della tensione) deve essere reso evidente mediante apposita tabella. Qualora la tensione sia unica, questa deve essere chiaramente indicata in prossimità dei conduttori. Art. 339 - DIVIETO DI INGRESSO E AVVISO DI PERICOLO Nei luoghi ove esistano impianti ad alta tensione deve essere indicata con apposita targa la esistenza del pericolo di morte con il contrassegno del teschio (devono essere comunque usati cartelli conformi alla attuale normativa). Sulla porta di ingresso delle officine e cabine elettriche deve essere esposto un avviso indicante il divieto di ingresso per le persone non autorizzate. Art. 340 - CHIUSURA DELLE OFFICINE E DELLE CABINE NON PRESIDIATE Le porte di accesso alle officine e cabine elettriche non presidiate, oltre ad avere le indicazioni di cui all'articolo precedente, devono essere tenute chiuse a chiave. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 42/51 Art. 341 - ILLUMINAZIONE SUSSIDIARIA Nei locali delle officine o cabine elettriche deve essere predisposto un mezzo di illuminazione sussidiaria indipendente. Detto mezzo e i dispositivi che lo azionano devono essere collocati in luoghi prontamente reperibili in caso di bisogno e noti al personale. Art. 342 - DEPOSITO DI MATERIALI NEI LOCALI DESTINATI ALLE MACCHINE ED APPARECCHIATURE ELETTRICHE È vietato depositare nei locali delle officine e cabine elettriche ove esistano elementi dell'impianto, materiali, indumenti ed attrezzi che non siano attinenti all'esercizio dell'impianto stesso. Art. 343 - ISTRUZIONI SUI SOCCORSI AI COLPITI DA CORRENTE ELETTRICA Nei locali delle officine e delle cabine elettriche deve essere esposta in modo visibile una tabella con le istruzioni sui soccorsi da prestarsi ai colpiti da corrente elettrica. Analogo provvedimento deve essere adottato negli stabilimenti e luoghi di lavoro in genere dove è utilizzata corrente ad alta tensione o dove la corrente, in relazione al suo uso ed alle condizioni locali, può costituire pericolo. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 43/51 ALCUNE PRESCRIZIONI DELLA NORMA CEI 11-1 (1999) (oltre a quelle già evidenziate per i contatti diretti) da CEI 11-1 art. 6.1.5: Gli impianti all'interno od all'esterno accessibili devono essere provvisti di idonea illuminazione per l'esercizio normale. Se necessario, deve essere predisposta un'illuminazione di emergenza; questa può essere realizzata con un impianto fisso o con apparecchi elettrici portatili. Ogni parte dell'impianto di illuminazione, che necessiti di manutenzione o di sostituzione, ad esempio le lampade, deve essere tale che, assumendo che il lavoro sia svolto operando correttamente, possano essere rispettate le distanze di lavoro dalle parti attive di alta tensione da CEI 11-1 art. 6.1.7: Nelle centrali e nelle stazioni devono essere predisposte chiare istruzioni relative ai soccorsi d'urgenza riguardanti gli infortuni causati dall'elettricità. Al fine di evitare errori di manovra ed incidenti, si devono prevedere identificazioni e segnalazioni. Tutte le parti dell'impianto, per esempio i sistemi di sbarre, le apparecchiature elettriche, le unità funzionali, i conduttori, devono essere designati e segnalati in modo chiaro, leggibile e duraturo. In ogni centrale o stazione, deve essere previsto in modo visibile lo schema d'assieme dell'impianto elettrico chiaramente correlato alle suddette designazioni ed identificazioni. E' consigliabile che i contrassegni, distinti dalle targhe, siano applicati alle carcasse delle macchine e disposti nelle immediate vicinanze di apparecchiature, sbarre e cavi, in modo da essere visibili dai passaggi di servizio attigui. In opportuni punti dell'impianto devono essere previste segnalazioni per la sicurezza, ad esempio avvertimenti di pericolo, istruzioni e note informative. In particolare, nei locali nei quali si trovino conduttori nudi appartenenti a sistemi di categoria II e III a tensioni nominali diverse oppure conduttori appartenenti a sistemi di categoria I insieme a conduttori appartenenti a sistemi di categoria II e III, i conduttori alle varie tensioni devono essere contraddistinti con particolari colorazioni, il cui significato (valore della tensione) deve essere reso evidente mediante apposita tabella. Quando la tensione sia unica, questa deve essere chiaramente indicata. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 44/51 da CEI 11-1 art. 6.5.2.3: Le finestre devono essere progettate in modo da rendere difficile l'accesso attraverso esse. Questa prescrizione si considera soddisfatta se si adottano uno o più dei seguenti provvedimenti: la finestra è costruita in materiale infrangibile; la finestra è protetta da grata; la base della finestra è situata ad almeno 2000 mm oltre la quota di accesso; l'edificio è circondato da una recinzione esterna alta almeno 2000 mm. da CEI 11-1 art. 6.5.4 : I passaggi devono avere una larghezza minima di 800 mm. La larghezza dei passaggi non deve essere ridotta dalle sporgenze delle apparecchiature, come ad esempio da meccanismi di manovra installati permanentemente o da carrelli in posizione estratta. Lo spazio per l'evacuazione deve sempre essere almeno pari a 500 mm anche quando parti mobili o porte aperte invadono le vie di fuga. Per le vie di accesso necessarie per montaggi o per manutenzioni, ubicate dietro apparecchiature chiuse (pareti piene), è sufficiente una larghezza di 500 mm. Le porte degli armadi o dei comparti di apparecchiature dovrebbero chiudersi nella direzione di fuga. Sotto i soffitti, coperture o involucri, con esclusione dei cunicoli per i cavi, è richiesta un'altezza minima di 2000 mm. Le uscite devono essere previste in modo che la lunghezza della via di fuga all'interno del locale non superi i 40 m per tensioni Um maggiori di 52 kV e 20 m per tensioni inferiori (non si applica a cunicoli e gallerie per cavi e/o sbarre). Se un passaggio di servizio non supera i 10 m, è sufficiente un'uscita. Nel caso che la lunghezza superi i 10 m, devono essere predisposte porte o uscite di emergenza ad entrambe le estremità della via di fuga. Come uscite di emergenza delle vie di fuga sono consentite scale a pioli fisse o mezzi similari. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 45/51 da CEI 11-1 art. 6.5.5: Le porte d'accesso devono essere equipaggiate con serrature di sicurezza, devono aprirsi verso l'esterno e devono essere dotate di segnalazioni di sicurezza in accordo con il punto 7.8 (identificazione, divieti, pericoli, segnalazioni per vie di emergenza). Le porte che conducono all'esterno devono essere di materiale a bassa infiammabilità, ad eccezione ... omissis. Deve essere possibile aprire le porte di emergenza dall'interno senza l'uso di chiavi ma con chiavistelli od altri mezzi semplici, anche quando esse siano chiuse dall'esterno. Per i piccoli impianti dove le porte devono essere mantenute aperte durante l'esercizio o la manutenzione, non è necessario osservare questa prescrizione. Le porte di emergenza devono avere come minimo un'altezza di 2000 mm ed una larghezza netta di 750 mm. da CEI 11-1 art. 7.3.1: Devono essere previsti dispositivi per mezzo dei quali l'impianto completo o parti di esso possano essere sezionati in relazione alle esigenze di servizio. Ciò si può ottenere aprendo gli interruttori di manovra sezionatori o i sezionatori o scollegando parti dell'impianto, per esempio smontando collegamenti movibili o raccordi in cavo. [Per quest'ultimo caso, in genere da evitare, occorre rispettare opportune distanze tra le parti scollegate. n.d.r.] Gli impianti o le parti di impianto che possono essere messi in tensione da più sorgenti devono essere realizzati in modo che tutte le alimentazioni possano essere sezionate. Se i componenti elettrici sono capaci di conservare tensione anche dopo il loro completo scollegamento dall'impianto, es. condensatori, devono essere dotati di dispositivi di scarica. da CEI 11-1 art. 7.3.2: Devono essere predisposti idonei dispositivi per rendere inoperante la forza degli attuatori (vale a dire la forza di una molla, la pressione dell'aria, l'energia elettrica) od il comando dei meccanismi di potenza usati per la manovra dell'apparecchiatura con funzione di sezionamento. Gli utilizzatori possono richiedere che questi dispositivi possano essere bloccati con chiave. I sezionatori con comando manuale devono permettere l'uso di dispositivi di blocco meccanico per impedirne la richiusura. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 46/51 da CEI 11-1 art. 7.3.4: Ogni parte dell'impianto, che può essere sezionata dalle altre parti del sistema, deve essere realizzata in modo da poterne eseguire la messa a terra e in cortocircuito. Componenti elettrici, come trasformatori o condensatori, devono poter essere messi a terra e in cortocircuito nel luogo dell'installazione, ad eccezione di quando siano installati nelle immediate vicinanze dell'apparecchiatura di manovra associata. Questa prescrizione non si applica a parti di un sistema dove ciò non sia praticabile o non sia ritenuto opportuno (per esempio trasformatori o macchine elettriche con terminali di cavo stagni montati a flangia o con muffole di collegamento per cavi). In questi casi, le messe a terra e in cortocircuito devono essere effettuate sugli armadi o nelle unità funzionali delle apparecchiature di manovra associate, sia sul lato primario che sul lato secondario. Normalmente deve essere possibile mettere a terra e in cortocircuito entrambi i lati di un trasformatore. da CEI 11-1 art. 7.3.6: Se nell'impianto si devono custodire dispositivi per la prevenzione di infortuni, si deve riservare loro un apposito luogo facilmente accessibile dove siano protetti contro l'umidità, la sporcizia ed i danni. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 47/51 QUADRI DI ALTA TENSIONE (SISTEMI DI II CATEGORIA) La norma CEI EN 60298 (CEI 17-6), "Apparecchiatura prefabbricata con involucro metallico per tensioni da 1 kV a 52 kV" prevede tre tipi di quadri: quadri blindati (comunemente detti "metal clad") quadri a celle quadri protetti (comunemente detti "metal enclosed") Nei quadri blindati, i componenti di ogni unità funzionale sono disposti in celle separate da diaframmi metallici. Questi quadri sono utilizzati in applicazioni industriali ove è richiesta alta affidabilità (esempio settore petrolchimico). ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 48/51 I quadri a celle hanno separazioni simili a quelli dei quadri blindati, ma i diaframmi sono di materiale isolante (questo tipo di quadro non è di fatto utilizzato in Italia) Nei quadri protetti non sono richiesti diaframmi né metallici, nè isolanti, salvo quelli necessari a separare fra di loro le singole unità funzionali (ed in genere le sbarre). Questo è il tipo di quadro in genere più diffuso. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 49/51 La norma CEI 17-6, richiede obbligatoriamente la presenza di interblocchi solo in alcuni casi (ad esempio l'interblocco tra sezionatore e sezionatore di terra è solo una raccomandazione, mentre sono obbligatori gli interblocchi tra sezionatori a vuoto e relativi interruttori). Usualmente sono previsti molti più interblocchi di quelli minimi prescritti dalla norma (vedere esempi nel seguito). Gli interruttori di alta tensione, possono avere le camere di interruzione (tipi più diffusi): - in aria (solo per tensioni relativamente basse) - sotto vuoto - in gas esafluoruro di zolfo (SF6); questo è il tipo oggi più diffuso per tensioni di 10-20 kV - in olio (interruttori VOR, volume d'olio ridotto, molto diffusi sino a qualche anno fa ma oggi di fatto non più in produzione) I tipi più diffusi di sezionatori sono quelli in aria e in esafluoruro di zolfo. Utilizzando interruttori e sezionatori in esafluoruro di zolfo, si riescono a ridurre le dimensioni dei quadri (il gas SF6 è un isolante migliore dell'aria e quindi possono essere ridotte le distanze di isolamento). Ulteriori riduzioni delle dimensioni possono essere raggiunte mediante quadri interamente isolati in SF6 (sbarre e collegamenti compresi). ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 50/51 QUADRI DI BASSA TENSIONE La norma CEI EN 60439-1 - CEI 17-13/1, prevede quattro forme (alcune ulteriormente suddivise in "sottoforme") di segregazione interna dei quadri elettrici. Una segregazione interna mediante barriere o diaframmi (metallici o isolanti) ha lo scopo (tra l'altro) di assicurare la protezione contro i contatti diretti (almeno IPXXB), in caso di accesso ad una parte del quadro posta fuori tensione, rispetto al resto del quadro rimasto in tensione. ALLEGATO TECNICO “LAVORI ELETTRICI” - PARTE PRIMA - INTRODUZIONE Pag. 51/51