I malati di AIDS
Agenzia Formativa del Comune di Gorgonzola
“CORSO A.S.A. 2009”
Prof.ssa Chiara Bertonati
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A.I.D.S.
Sindrome da Immuno Deficienza
Acquisita
I primi sintomi dell'AIDS sono simili a quelli che si sviluppano in
soggetti con un normale sistema immunitario. La maggior parte sono
infezioni causate da batteri, virus, parassiti,…
La sindrome è, allo stato attuale, curabile con numerosi farmaci ma
ancora non guaribile, nel senso che non è possibile combattere
totalmente il Virus.
Sintomi comuni sono febbre, sudorazione specie notturna,
ingrossamento ghiandolare, tremore, debolezza e perdita di peso . Al
momento non si guarisce dall'AIDS e non esistono vaccini. Tuttavia nei
paesi occidentali la maggior parte dei pazienti sopravvive per molti anni
dopo la diagnosi grazie alla disponibilità sul mercato della terapia
antivirale.
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A.I.D.S.
SIEROPOSITIVITA’
Indica la condizione di infezione al virus Hiv.
Mentre in diverse malattie la sieropositività coincide con la
malattia stessa, nel caso dell'Aids esiste una particolare
"fase grigia" in cui la persona è infettata, ma non manifesta
sintomi tali da permettere una diagnosi di Aids. Questa
"fase grigia" può durare anche per tutta la vita, anzi oggi,
con l'arrivo delle terapie antiretrovirali che riescono ad
evitare il manifestarsi dell'Aids conclamato, la condizione di
persona sieropositiva ma non in Aids conclamato è
diventata più la norma che l'eccezione.
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A.I.D.S.
Sono state individuate principalmente tre vie di trasmissioni dell'HIV:
• Sessualmente. La maggior parte delle infezioni del virus dell'HIV
avvennero, e avvengono tuttora, attraverso rapporti sessuali non
protetti. La trasmissione sessuale può insorgere quando c'è contatto
fra le secrezioni sessuali di un partner infetto con le mucose genitali,
della bocca o del retto dell'altro. Nonostante la probabilità di
trasmissione non sia elevata, il grande numero di esposizioni di
questo tipo fa sì che sia la causa prevalente della diffusione del virus.
• Sangue. Questa via di trasmissione è particolarmente importante per
gli utilizzatori di droghe introvenose e riceventi di trasfusioni di sangue.
Sono interessati da questa via di trasmissione anche chi pratica o si
fa praticare tatuaggi e piercing.
• Madre-figlio. La trasmissione del virus da madre a figlio può accadere
in utero durante le ultime settimane di gestazione e alla nascita.
Anche l'allattamento al seno presenta un rischio di infezione per il
bambino. In assenza di trattamento, il tasso di trasmissione tra madre
e figlio è del 25%. Tuttavia, dove un trattamento è disponibile,
combinandolo con la possibilità di un parto cesareo, il rischio è stato
ridotto all'1%.
• L'HIV è stato trovato nella saliva, lacrime e urina di individui infetti, ma
vista la bassa concentrazione del virus in questi liquidi biologici, il
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rischio di trasmissione è considerato trascurabile.
I malati di Aids
Il confronto con la morte, nei soggetti affetti da
Aids, avviene molto prima che si sviluppi la
malattia, con la comunicazione della sieropositività.
Subentra il terrore psicologico che si differenzia da quello
provocato da altre malattie letali, determinato dal timore del
contagio, dalla sicurezza dell’esito finale e dai tempi lunghi
della malattia.
Si manifesta un atteggiamento ambiguo e spesso
punitivo, in quanto il soggetto colpito richiama
comportamenti trasgressivi, come l’omosessualità
e la tossicomania.
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I malati di Aids
Se prima il tossicodipendente sfidava
provocatoriamente la morte, ora, dopo,
l’Aids, deve fare i conti con una malattia
senza speranza. Manifesta una gran
difficoltà a chiedere aiuto; la morte, la
vulnerabilità del corpo, la fragilità individuale
sono intollerabili.
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I malati di Aids
Ci sono delle perdite specifiche di cui risentono i malati di Aids:
- Perdite di relazione:emerge la mancanza di un nucleo
familiare, l’abbandono da parte degli amici, sia per il
timore del contagio, sia per l’inevitabile mutamento dello
stile di vita legato alla loro malattia;
- Perdita di identità: ogni individuo riconosce le proprie
radici nel suo status sociale:la famiglia, il lavoro, gli
interessi. Le persone malate di Aids riconoscono come
propria identità l’essere vittime di tale malattia, come se
non riuscissero a vedere di sé che questo aspetto
negativo;
- Perdita dell’immagine corporea: il vistoso dimagrimento,
il decadimento della pelle,la sedia a rotelle,…
determinano un marchio, isolamento, vergogna.
- Perdita di controllo: i numerosi controlli sanitari a cui
devono sottoporsi a cadenze fisse, fanno sentire ancora
di più al malato come il virus sia diventato il vero
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dittatore della loro esistenza;
I malati di Aids
- Perdita del desiderio sessuale: sia per il timore di
arrecare danno all’altro, sia per il timore di impotenza.
Tutto ciò favorisce un vissuto di inadeguatezza e la
conseguente paura di perdere il partner;
- Perdita del proprio stile di vita: a causa
dell’impossibilità di continuare a lavorare alcuni si
impoveriscono, hanno bisogno di una casa, di pensione
di invalidità, tutte necessità che accrescono i disagi della
dipendenza;
- Reazioni di perdita legate alle problematiche
riguardanti i figli e la maternità: si sconsiglia la
procreazione. Le coppie infette, manifestano il timore di
morire prima che il figlio sia cresciuto. Problema che i
figli rimarranno orfani.
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I malati di Aids e famiglia
• Familiari:
- In questo caso non è possibile la congiura
del silenzio, va affrontata la verità;
- Timore di essere contagiati;
- Vergogna e timore di essere rifiutati dalla
società – stigmatizzazione;
- È espulsiva, ha paura e ha la tendenza a
rinfacciare “Te la sei cercata, l’hai voluto
tu, con la tua scelta di vita”.
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I malati di Aids e famiglia
Non sempre la malattia rappresenta
l’occasione per superare accuse e
recriminazioni reciproche fra il malato di
Aids e i suoi familiari; soprattutto quando
anni di droga hanno minato i rapporti, con
incomprensioni, ricatti e aggressività, anche
di fronte alla gravità della malattia, questi
rimangono segnati da rifiuti e opposizioni.
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I malati di Aids e famiglia
In alcuni casi viene mantenuta una negazione del
figlio e della sua malattia, i familiari non vanno a
trovarlo. Le esperienze con il figlio possono essere
state così pesanti che la malattia viene vissuta
come un’ingiustizia contro di loro (i familiari) e
un’occasione di vergogna e colpa.
È importante aiutare i familiari a recuperare
ricordi e valori dei figli positivi da loro riconosciuti
come buoni, esistenti prima dell’esperienza
traumatica.
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I malati di Aids e famiglia
Il silenzio e la vergogna con cui i familiari hanno vissuto
precedentemente la malattia dell’Aids dei propri congiunti
continua anche dopo la morte, con i loro figli (di malati di
Aidis).
Riportano ferite non solo per la perdita affettiva del
genitore, ma per la specificità della sua morte, Aids. Vivono
spesso questa esperienza di solitudine, non si racconta
loro la realtà a volte per timore di coinvolgerli, spesso per
tabù sociali.
Tutto ciò può rendere problematica l’elaborazione della
perdita.
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