Diapositiva 1

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Università degli Studi di
Udine
Centro internazionale di ricerca
per la montagna
Chenopodium bonus-henricus L.
nelle Alpi Carniche: ambiente
naturale e trasportabilità.
Tania Gortani, Valentino Casolo, Sirio Cividino
1. Introduzione
Chenopodium bonus-henricus L.
Fusto: eretto, cilindrico, verde scuro,
raggiunge un’altezza di 80 cm.
Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Foglie: cuneiformi e astate (3-14 x 5-20 cm)
con margine ondulato. Il colore verde scuro
nella pagina superiore si distingue
nettamente da quella inferiore chiara e
farinosa.
L’infiorescenza: a cime contratte
Fiori: ermafroditi bruno-verdastri
species.wikipedia.org
Semi: sono neri e lucenti con diametro di
1,5-2 mm.
(Pignatti, 1987)
Distribuzione
Legenda:
presente
introdotta
estinta
(www.helsinki.fi)
(Poldini, 2002)
Distribuzione ecologica
• Ambienti ruderali o semi-ruderali
¾ sentieri e strade rurali
¾ base dei muri
¾ letamai
¾ depositi di immondizie
• Riposi di bestiame e materiale organico
• Prati e pascoli
(Aeschiman et all, 2004)
Utilizzo del Chenopodium bonus-henricus
Settore
Farmaceutico
ed
Erboristico
Settore
Gastronomico
…nel settore gastronomico
• PRODOTTO FRESCO
- insalate
• PRODOTTO COTTO
- gnocchi
- minestre
- risotti
- frittate
- rotoli ripieni
La percezione del prodotto nel settore gastronomico
A suo parere l’utilizzo a scopo
alimentare
è maggiore:
8%
La pianta viene apprezzata da
chi
la mangia?
9%
42%
46%
45%
50%
mercatini tradizionali
nei ristoranti
tra i privati
molto
poco
abbastanza
Fonte: Sondaggio conoscitivo 2008 Gortani T.
… nel settore farmaceutico ed erboristico
Proprietà:
Alto contenuto
di sali, ferro
vitamine
• Depurative
• Emollienti
• Antianemiche
• Lassative
• Le foglie cotte in olio di
oliva possono essere
usate come impacchi su
scottature e piaghe
2. Scopo
Indagini naturalistiche ed ecologiche sui popolamenti
di Chenopodium bonus-henricus
Informazioni riguardanti le modalità e le procedure
più idonee alla trasportabilità della pianta
dall’ambiente naturale alla coltivazione.
Coltivazioni biologiche che utilizzano specie
spontanee nell’area montana
• l’utilizzo di aree marginali montane
• salvaguardia delle specie spontanee
coltivazione di specie spontanee a rischio
d’estinzione possa essere uno strumento di
valorizzazione dell’ambiente montano
3.Materiali e Metodi
• Scelta delle stazioni
- Presenza della pianta
- Collocazione geografica
• Cartografia e georeferenziazione
- Utilizzo delle carte CTRN regionali
• Rilievo della vegetazione
- L’approccio di Braun-Blanquet, metodologia basata sullo studio
della presenza delle specie in termini di copertura relativa
• Determinazione del Habitat
- La chiave di determinazione degli Habitat della Regione Friuli
Venezia Giulia
• Analisi biometrica
- Analizzate caratteristiche delle piante riguardanti le foglie, lo
stelo e l’infiorescenza
• Analisi del suolo
Esaminati parametri quali:
- tessitura;
- pH del suolo;
- contenuto di azoto, di carbonio e il loro rapporto
• Clima
Costruzione di tre diagrammi climatici seguendo il modello di
Gaussen-Walter modificato da Walter e Leith (1960)
Inquadramento territoriale: Alpi Carniche
Valle del But
Cabia
1014 m s.l.m.
995 m s.l.m.
1002 m s.l.m.
927 m s.l.m.
Valle del But
Pozof
Monte Zoncolan
1.583 m. s.l.m
Tamai
1.594 m s.l.m.
Meleit
1.580 m. s.l.m.
www.ersa.it
Meledis bassa
Distretto
Endocarnico
Centrale
1.085 m. s.l.m.
www.ersa.it
Pramosio
1.521 m. s.l.m
www.ersa.it
Casera Costa Robbia bassa
1291 m s.l.m.
Val Pesarina
Palabona
1402 m s.l.m.
1.502 m. s.l.m.
Vinadia
1734 m s.l.m.
Jelma di sotto e
Jelma di sopra
1.680 m. s.l.m.
4.Risultati
Analisi di popolazione
™ Rilievo della vegetazione e degli habitat
• Vegetazioni antropogene rientrante nell’associazione
nitrofila tipica degli orli fertili dei pascoli malghivi
• Vegetazioni con elementi più naturali rientranti
nell’associazione dei megaforbieti degli orli e mantelli al
limite altitudinale degli alberi
™ Analisi biometrica
Stazioni
Cabia
Lunghezza Larghezza
Altezza
piante (cm) foglie (cm) foglie (cm)
77,0 ± 13,1
(a)
11,4 ± 2,8
(a)
Diametro
fusti (cm)
12,2 ± 2,9
(a)
0,8 ± 0,1
(a)
5,9 ± 1,1
(b)
0,5 ± 0,1
(b)
Pramosio
44,7 ± 7,1 (b) 5,8 ± 1,4 (b)
Costa
Robbia
65,0 ± 6,8 (c) 8,1 ± 2,6 (c) 7,1 ± 1,5 (c)
0,7 ± 0,1
(a c)
Contestualizzazione ecologica
™ Analisi del suolo
Stazioni
Tessitura
pH
(H2O)
C
mg/Kg
N tot.
mg/Kg
C/N
mg/Kg
Cabia
Franco
sabbiosa
6,9
6,8
0,69
9,9
Costa
Robbia
Sabbia
franca
6,5
16
1,22
13,1
Pramosio
Franco
sabbiosa
7,4
7,5
0,66
11,4
™ Analisi climatica
5. Conclusioni
• La pianta vegeta sia a bassa quota (piano montano
inferiore) che in ambienti di alta montagna,
preferendo zone fortemente azotate soggette a
concimazione periodiche o saltuarie
• Clima:
¾ riposo vegetativo
¾ costante rifornimento idrico
• Terreno ottimale:
¾ buona tessitura
¾ pH acido o sub acido
¾ buona capacità idrica
Conclusioni
Il lavoro suggerisce la messa a coltura della pianta in
alta quota nei pressi delle malghe
• la pianta cresce spontaneamente
• fertilizzazione mediante lo stallatico
• limitare la competizione di altre piante infestanti
tipicamente presenti in zone più calde
• possibilità di commercializzare la pianta nei mercati locali o
direttamente con i numerosi ristoratori dei paesi di
fondovalle
• non si incide nell’attuale assetto urbanistico e agricolo delle
aree di fondovalle
Grazie per
l’attenzione
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