Al “Quercia” concluso il primo ciclo di relazioni sull’HIV di Arianna Del Mastro, alunna della IIL liceo classico “Federico Quercia” Nei giorni 17 ed 20 dicembre 2013 sono stati promossi dal preside Diamante Marotta del Liceo scientifico e classico Federico Quercia due seminari per sensibilizzare gli alunni al problema ormai attuale della diffusione della contrazione del virus HIV tra i giovani. In occasione dei due eventi sono stati invitati due esperti, i professori della Seconda Università degli Studi di Napoli Giovanni Battista Gaeta e Nicola Coppola, con la partecipazione delle classi quarte. Dopo una presentazione generale del problema da parte del professor Gaeta, il collega Coppola ha esordito con una molto descrizione circostanziata della malattia, servendosi anche di una rappresentazione in power point. Innanzitutto ha mostrato dati e tabelle circa l’incidenza della malattia nel corso del tempo, in Italia e nel mondo. Da ciò si è potuto evincere che soprattutto l’Africa è straziata da questa pericolosa patologia, anche se comunque negli ultimi anni si è registrato un calo di casi. Inoltre, per quanto riguarda la situazione nel nostro Paese, è stato invece appurato un aumento di tali infezioni negli ultimi anni,contratte purtroppo in età adolescenziale, che hanno determinato diverse morti. In un secondo momento il professor Coppola ha illustrato le caratteristiche dell’HIV, soffermandosi anche sulle modalità di trasmissione e di insorgenza del virus e sugli effetti e sulle sintomatologie che ne conseguono sull'organismo umano. L’HIV è una forma di virus che colpisce i linfociti, ossia cellule presenti nel sangue che svolgono un ruolo rilevante nel sistema immunitario. L’HIV è stato definito “virus silenzioso” dal professore, in quanto agisce molto lentamente, non debellando cellule immediatamente, ma distruggendole a poco a poco. Infatti i primi effetti si riscontrano solo a distanza di un minimo di 10 anni, a volte anche 15, periodo in cui l’individuo risulta apparentemente sano. Il virus si sviluppano nel sangue e nello sperma del portatore, ragion per cui i principali fattori di trasmissione sono le trasfusioni di sangue “malato”, l’utilizzo di siringhe già adoperate da qualcun altro, le punture accidentali ed i rapporti sessuali. Tuttavia non bisogna escludere anche il contagio materno fetale: una madre sieropositiva può trasmettere il virus al nascituro. Invece la scienza esclude come fattore di rischio sia il contatto con liquidi biologici sia la convivenza familiare, scolastica e lavorativa. Il rischio di trasmissione sessuale dell’AIDS aumenta in conformità al numero di partner e al numero di rapporti. Per ovviare a questa infezione sarebbe cosa buona e conveniente sottoporsi al test di HIV , prima che la malattia segua il suo naturale decorso. Il test di HIV, così come ha asserito il professor Coppola, è assolutamente gratuito e può essere fatto anche in anonimato 1 dopo 6 mesi, entro i quali l’eventuale patologia si positivizza. A tal proposito il professore ha suggerito i centri specializzati pubblici piuttosto che quelli privati, come l’Ospedale Cotugno e l’ Ospedale Caserta 5. Al termine di questo excursus, i due esperti hanno dato la possibilità agli alunni di porre alcune domande. Nella prima si chiedeva in cosa consistesse effettivamente il test di HIV; Coppola ha risposto che il test in realtà prevede una fase di councelling, vale a dire di colloquio fra il paziente e il medico, in cui si valuta la necessità o meno del test. Dopo tre mesi avviene un nuovo incontro, si stabilisce la data del prelievo e dopo circa 4 o 5 giorni si possono ritirare i risultati. Nella seconda domanda si chiedeva in che modo si sarebbe potuta curare una persona sieropositiva ma con problemi economici. Al che il professore ha risposto che le cure sono sempre a carico dello Stato e vengono gestite direttamente dagli ospedali, per cui il paziente, povero o ricco che sia, non è tenuto a pagare. Successivamente è stato chiesto per una donna gravida, sieropositiva ma ignara della malattia, quando si sarebbero riscontrati i sintomi di HIV nel neonato. L’esperto ha precisato che a prescindere dal fatto che una futura madre sappia o meno della sua malattia, si effettuano comunque dei test per assicurare a pieno la salute del bambino; in caso di infezione della madre si cercherebbe ad ogni modo di abbattere ogni possibilità della patologia nel nascituro nell'ultimo trimestre di gravidanza. In seguito è stata posta una domanda circa la reale origine del virus. Il professore ha risposto che questo virus è di origine animale, precisamente deriva dalla scimmia e all'inizio era conosciuto come SIV. Tuttavia poiché ogni virus ha una sua evoluzione, l’SIV, in particolare, si è mutato in HIV, che colpisce solo l’uomo. Nella quinta domanda si chiedeva invece se anche piercing o tatuaggi potessero essere considerati come fattori di trasmissione. Il professor Gaeta ha confermato che il contagio avviene quando si utilizza una stessa boccetta di inchiostro per tatuare diverse persone, seppur utilizzando aghi nuovi per ciascuna. In seguito egli ha ribadito e precisato che HIV e AIDS sono differenti in quanto il primo è il virus, il secondo è l’infezione causata dal virus. Poi è stato domandato se vi fosse una possibilità da parte dei portatori di non trasmettere tuttavia questa malattia; Nicola Coppola ha asserito che ciò è raro ma possibile, sono i casi particolari dei cosiddetti Long Term Progressor. Nella settima domanda si chiedeva se vi fosse un vaccino anti-HIV e il professore ha affermato che non esiste, ma molti medici e sperimentatori ci stanno comunque lavorando. Infine i due esperti hanno ribadito che la patologia si trasmette col sangue quando va a contatto con una parte lesionata del corpo di chi è sieronegativo. I seminari continueranno nel mese di gennaio ed avranno come destinatari gli alunni delle classi quinte. 2