11/04/2013 Julian Foos http://www.julianvossandreae.com// Unraveling Collagen (detail), 2005, Stainless steel Location until Spring 2008: Orange Memorial Park Sculpture Garden Collagen, the most abundant protein in humans, provides structure to our bodies, protecting and supporting the softer tissues and connecting them with the skeleton. It is responsible for skin elasticity, and its degradation leads to wrinkles that accompany aging. MEC COLLAGENI Strutture extracellulari delle cellule eucariotiche Tipo d’organismo Struttura extracellulare Fibra strutturale Animali Matrice extracellulare Collagene ed elastina Vegetali Parete cellulare Cellulosa Componenti idratati della matrice Proteoglicani Molecole adesive Fibronectine e laminine Emicellulosa ed Pectine estensine Ultrastuctural analysis of collagen fibrils. A, negative staining revealing the periodic striation of the fibrils. B, rotary shadowing showing collagen IX molecules that decorates the surface of cartilaginous fibrils. C, atomic force microscopy enlightening the microfibrils that composed large fibers Becker The relative composition and amount of the different collagens influence the matrix organization of connective tissues. The non oriented thin fibrils present in cartilage are composed of collagen II/XI and IX. Tendon contains parallel large fibril bundles, which are essentially made of collagen I with small amounts of collagen III and V. Orthogonal array of thin and regulated fibrils in cornea contains unusual high amounts of collagenV. The heterogenous size of fibrils found in dermis are composed of a mixture of collagens I and III with small amounts of collagen V. http://www.wellesley.edu/Chemistry/chem227/structproteins/s trctprt.htm 1 11/04/2013 Collageni Collagene Famiglia di glicoproteine fibrose, caratteristiche per la loro alta resistenza alla trazione (resistenza alle forze di stiramento), che svolgono la loro funzione escusivamente nella matrice extracellulare. Il collagene è prodotto principalmente dai fibroblasti, ma anche dalle cellule muscolari lisce ed epiteliali. , segue_1 Sono stati identificati circa 42 tipi distinti di collagene. Ogni tipo ha una sua particolare localizzazione nel corpo, ma nella stessa MEC sono presenti spesso 2 o più tipi di collagene diversi. E’ probabile che le diverse proprietà strutturali e meccaniche dipendano dalle differenti miscele di collagene nelle fibre. Un’ulteriore complessità funzionale sta nei tipi diversi di collageni all’interno della stessa fibra (“blend” diversi). Karp/Gartner Collagene Collagene Formato da fibrile parallele Elevato modulo di elasticità* Diversi tipi (e.g. tipe I) Costituenti principali dei tendini , segue_2 Nonostante le molte differenze tra i diversi membri della famiglia, tutti condividono almeno due importanti caratteristiche strutturali: – Tutte le molecole di collagene sono dei trimeri formati da tre catene polipeptidiche, dette catene α. – Per almeno una parte delle loro lunghezza, le tre catene polipeptidiche sono avvolte l’uno intorno all’altra in una caratteristica tripla elica. *Il modulo di elasticità è una grandezza caratteristica di un materiale che esprime il rapporto tra tensione e deformazione nel caso di condizioni di carico monoassiale ed in caso di comportamento del materiale di tipo "elastico". Collagene Karp , segue_3 I collageni hanno una composizione aminoacidica inusuale: hanno un elevato contenuto di glicina e di aminoacidi rari, pressoché assenti in altre proteine, quali l’idrossiprolina e l’idrossilisina. 2 11/04/2013 Collagene , segue_4 Collagene segue_5 La presenza di glicina rende possibile la formazione della tripla elica in quanto la spaziatura della glicina nella sequenza aminoacidica la posiziona sull’asse dell’elica e questo è l’unico aminoacido sufficientemente piccolo da trovar spazio all’interno della tripla elica stessa. La stabilità delle fibrille di collagene è rinforzata da ponti idrogeno che coinvolgono gli ossidrili dei residui di idrossiprolina e di idrossilisina delle catene α. Questi ponti idrogeno formano legami crociati sia all’interno che tra le singole molecole di collagene presenti in una fibrilla: Prolina idrossilasi Gli aminoacidi idrossilati sono importanti per assicurare la stabilità della tripla elica mediante la formazione di legami di idrogeno fra le catene componenti. Le condizioni che impediscono l’idrossilazione della prolina provocano lo scorbuto, malattia derivante dalla carenza di vitamina C (ac. ascorbico), caratterizzata da gengive infiammate e perdita dei denti, difficoltosa guarigione delle ferite, ossa fragile e indebolimento della parete dei vasi sanguigni, con conseguenti emorragie interne. L’acido ascorbico è il coenzima dell’enzima che addizione gruppi idrossilici alla lisina e prolina del collagene. Gly–X–Y triplet motif of collagen. Representative portions of three individual α‐chains (labeled 1, 2, 3) are shown. Each chain is comprised of glycine (black), proline (position “X”, blue) and hydroxyproline (position “Y”, red). A hydrogen bond is formed between the N–H of glycine on each chain and the carbonyl group of proline on an adjacent chain. The hydrogen bond between chains 1 and 3 is not shown for clarity. Muiznieks LD, Keeley FW. Molecular assembly and mechanical properties of the extracellular matrix: A fibrous protein perspective. Biochim Biophys Acta. 2012 Dec 6. doi:pii: S0925‐4439(12)00283‐9. 10.1016/j.bbadis.2012.11.022. [Epub ahead of print] Collagene segue_6 Nello scorbuto, le catene pro‐α sintetizzate non riescono a formare triple eliche stabili e vengono immediatamente degradate all’interno della cellula. Il danno si sente soprattutto nei tessuti in cui la sintesi, degradazione e sostituzione del collageno sono relativamente rapidi. In altri tessuti come l’osso il turnover del collagene sembra essere molto lento. Nell’osso le molecole di collagene persistono per circa 10 anni prima di venire degradate mentre il turnover delle proteine nelle cellule può essere di ore o giorni. 3 11/04/2013 Le interazioni laterali delle eliche del collagene sono stabilizzate mediante “cross‐link” di tipo aldolico fra le catene laterali di due lisine (o idrossiline). L’enzima extracellulare lisil ossidasi catalizza la formazione dei gruppi aldeidici. La lisil ossidasi è Cu‐ dipendente http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK21582/figure/A6548/?report=objectonly Principali tipi di collageni Structure of the a chain of fibrillar collagens (A), FACITS (B) … and other collagens including membrane collagens, multiplexins and collagen XXVI (C). 4 11/04/2013 Tipi collagene segue Collageni tipo IX e XII – collageni associati alle fibrile. – “Decorano la superficie delle fibrile di collagene. – Si ritiene che colleghino queste fibrile ad altre fibrile e alle altre componenti della ECM. Collageni tipo IV e VII – Collageni che formano reti. – Collageno di tipo IV si assemblano formando uno strato feltroso o rete che costituisce la principale parte della lamina basale matura. – Collageno di tipo VI: formano dimeri che si assemblano in strutture specializzate dette fibre di ancoraggio. • Le fibre di ancoraggio aiutano a collegare la lamina basale degli epiteli pluristratificati al sottostante tessuto connetivo. http://csls‐text3.c.u‐tokyo.ac.jp/active/11_05.html “Collagen‐like” proteins –incluso tipo VII – con dominio transmembrana negli emidesmosomi, tipo XVIII, nella lamina basale dei vasi sanguigni (frammento endostatina) 5 11/04/2013 Collageni RIPASSO SINTESI E ELABORAZIONE PROTEINE Ribosomi liberi, segue Si trovano in numero maggiore rispetto ai ribosomi legati in quelle cellule che trattengono la maggior parte delle proteine che fabbricano. Sono responsabili delle proteine che vanno in soluzione, o formano strutture citoplasmatiche di grandi dimensioni o elementi mobili (ad es. il citoscheletro), o vanno nel nucleo o nei mitocondri, cloroplasti o perossisomi. Ribosomi legati Si trovano legati all’esterno del reticolo endoplasmatico (RE) dando il caratteristico aspetto al reticolo endoplasmatico ruvido/rugoso (RER). Sono presenti in numero maggiore a quello dei ribosmi liberi in quelle cellule che secernono le proteine sintetizzate (ad es. nelle cellule pancreatiche che producono enzimi digestivi). http://micro.magnet.fsu.edu/cells/endoplasmicreticulum/images/endoplasmicreticulumfigure1.jpg Altre localizzazioni dei ribosomi Si trovano inoltre nei mitocondri e nei cloroplasti delle cellule eucariotiche. Questi ribosomi hanno sempre minori dimensioni rispetto ai ribosomi citoplasmatici e sono paragonabili ai ribosomi dei procarioti sia in dimensioni che in sensibilità agli antibiotici. http://www.tutorvista.com/content/bio logy/biology‐iii/cell‐ organization/cytoplasm.php PANORAMICA DELLO SMISTAMENTO DELLE PROTEINE Nelle cellule eucariotiche superiori, lo smistamento iniziale delle proteine mediato dal reticolo endoplasmatico ha luogo ancora durante il processo della traduzione. Le proteine sintetizzate sui ribosomi liberi o rimangono nel citosol oppure sono trasportate al nucleo, mitocondri, cloroplasti o perossisomi. Viceversa, le proteine sintetizzate sui ribosomi legati alla membrana del RE sono traslocati verso l’ER ancora nel corso della loro traduzione. Esse possono essere sia trattenute all’interno del RE oppure trasportate all’apparato del Golgi e da qui ai lisosomi, alla membrana plasmatica o all’esterno della cellula mediante vescicole di secrezione. https://www.boundless.com/microbiology/bacteria‐ archaea‐and‐eukaryote‐cell‐structure/internal‐ structures‐eukaryotic‐cells/chloroplasts‐1/ 6 11/04/2013 Indirizzamento co-traduzionale delle proteine di secrezione verso il reticolo endoplasmatico (ER). Piegamento delle proteine nel Reticolo Endoplasmatico (RE) La proteina “chaperone” BiP si lega alle catene polipeptidiche mentre attraversano la membrana del RE e facilita il piegamento della proteina e l’assemblaggio all’interno dell’ER. 7 11/04/2013 I PONTI S-S DELLE PROTEINE SONO FORMATI NEL RETICOLO ENDOPLASMATICO L’azione dell’enzima proteina disulfuro isomerasi (PDI) La formazione dei ponti disulfuro fra le catene laterali dei residui di cisteina è un importante aspetto del ripiegamento e assemblaggio delle proteine all’interno del Reticolo Endoplasmatico. Questi legami non si formano nel citosol, che è caratterizzato da un ambiente riducente che mantiene i residui di cisteina nel loro stato ridotto (-SH). Tuttavia, all’interno del ER, un ambiente ossidante promuove la formazione dei legami disulfuro (S-S), e i legami disulfuro che si formano nel ER giocano ruoli molto importanti nella struttura di proteine di secrezione o della superficie cellulare. La formazione dei ponti disulfuro è facilitata dall’enzima “protein disulfide isomerase”, che si trova nel lume dell’ER. ER INIZIO DELLA GLICOSILAZIONE Figure 12-50 Molecular Biology of the Cell (© Garland Science 2008) Figure 12-51 Molecular Biology of the Cell (© Garland Science 2008) 8 11/04/2013 Reticoli «MATURAZIONE» DELLE PROTEINE “MATURAZIONE” DELLE PROTEINE E ALTRE MODIFICAZIONI POST‐TRADUZIONALI (1) Ripiegamento tridimensionale corretto (aiuto di chaperoni molecolari): struttura terziaria. Assemblaggio delle subunità peptidiche di proteine con struttura quaternaria Rimozione di aminoacidi: sequenze segnale di indirizzamento al reticolo endoplasmatico metionina iniziale sequenze presenti nei precursori di altre molecole (es. ormoni, molecole delle proteine della cascata di coagulazione del sangue o del complemento [sistema per marcare una cellula per la distruzione da parte del sistema immunitario], monomeri di proteine destinate alla polimerizzazione extracellulare [es. collageni, elastina]) “MATURAZIONE” DELLE PROTEINE E ALTRE MODIFICAZIONI POST‐TRADUZIONALI (3) Modificazioni covalenti di aminoacidi: legame di un gruppo chimico ai gruppi carbossilici o aminici terminali o a gruppi reattivi nelle catene laterali dei residui interni. Es: fosforilazione/defosforilazione [mediata da chinasi e fosfatasi rispettivamente] di residui OH di tirosina, serina o treonina) acetilazione (ad es. degli istoni) metilazione (id., importante per il silenziamento dei geni) idrossilazione (importante per la formazione di ponti d’idrogeno fra proteine; es. collageno). “MATURAZIONE” DELLE PROTEINE E ALTRE MODIFICAZIONI POST‐TRADUZIONALI (2) Formazione di legami S‐S fra gruppi laterali di cisteine (richiesto ambiente ossidante) Aggiunta di carboidrati e successiva elaborazione (rimozione di residui e/o aggiunta di nuovi residui) Aggiunta di code lipidiche (acido grasso o gruppo farnesilico a proteine associate al fogletto citosolico della membrana plasmatica; coda di glicosil‐inositol‐fosfato [GPI] a proteine associate al versante extracellulare della membrana plasmatica). Passi della creazione di una proteina funzionale. Come indicato, la traduzione di una sequenza di mRNA in una sequenza di aminoacidi sul ribosoma non é la fine del processo di formazione di una proteina. Per essere utilizzata dalla cellula, la catena polipeptidica completa deve essere ripiegata correttamente nella sua conformazione tridimensionale, legare eventuali cofattori necessari, ed assemblarsi con le sue catene proteiche partner (se é una proteina con struttura quaternaria). Queste modificazioni sono rese possibili dalla formazione di legami non covalenti. Come indicato, molte proteine subiscono inoltre modificazioni covalenti su aminoacidi particolari. Nonostante le più frequenti di questi siano la glicosilazione delle proteine e la fosforilazione delle proteine, si conoscono più di 100 tipi diversi di modificazioni covalenti. 9 11/04/2013 Biosintesi del collagene Collageni BIOSINTESI Le singole catene sono sintetizzate sui ribosomi attaccate alla membrana ed iniettate nel lume dell’ER sotto forma di precursori di maggiori dimensioni: catene pro‐α. I precursori hanno il breve peptide segnale di indirizzamento all’ER e aminoacidi addizionali – propeptidi – all estremità C‐terminale e N‐ terminale. Nel lume dell’ER proline e lisine selezionate sono idrossilate a formare idrossiprolina e idrossilisina e alcune idrossilisine sono glicosilate. Ogni catena pro‐α si combina con altre due formando una molecola elicoidale tenuta insieme da legami di idrogeno a tre filamenti ‐ procollageno. 10 11/04/2013 Eventi dopo la secrezione I propeptidi sono rimossi da enzimi proteolitici specifici. Le molecole di procollageno si convertono in molecole di collageno, che si assemblano nello spzaio extracellulare formando fibrille di collageno molto più grandi. I propeptidi hanno almeno due funzioni: Guidano la formazione intracellulare delle molecole di collageneno a tre filamenti. Dato che sono rimossi solo dopo la secrezione, impediscono la formazione intracellulare di grandi fibrille di collageno. La formazione delle fibrille è spinta in parte dalla tendenza delle molecole di collagene, 1000 volte meno solubili delle molecole di procollageno, ad autoassemblarsi. Le fibrille inizano a formarsi vicino alla superficie della cellula in anfratti della membrana plasmatica derivanti dalla fusione di vescicole secretorie con la superfice cellulare. Principali eventi della biosintesi dei collageni fibrosi Le modificazioni del polipeptide procollageno nel reticolo endoplasmatico includono l’idrossilazione, la glicosilazione e la formazione di legami disolfuro. I legami disolfuro intercatenari fra i prepeptidi C‐terminali dei tre procollageni allineano le tre catene in registro ed iniziano la formazione della triplice elica. Il processo continua come in una cerniera lampo verso l’estremitài N‐terminale,.Tutte le modificazioni hanno luogo in una sequenza precisa nel RE ruvido,nel complesso di Golgi e nello spzio extracellulare e permettono l’allineamento laterale e la formazione dei corss‐linkers covalenti che permettono alle eliche di impacchettarsi nelle fibrille di 50nm di diametro. La regione ad α‐elica è colorata in rosso. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK2158 2/figure/A6551/?report=objectonly Gartner 11 11/04/2013 Stadi di assemblamento intra‐ ed extracellulari Collagene , segue_5 Inoltre, tra le fibre sono spesso presenti tipi di collagene specializzati la cui struttura a tripla elica è interrotta in più punti permettendo alla molecola di flettersi e di funzionare da ponte flessibile tra fibrille di collagene adiacenti oppure tra fibrille ed altri componenti della matrice. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK21582/figure/A6555/ Ricard‐Blum S. The collagen family. Cold Spring Harb Perspect Biol. 2011 Jan 1;3(1):a004978. Interazioni tra collageni fibrosi e non fibrosi. (a) Associazione tra i collageni di tipo II e IX nella matrice della cartilagine. Il collageno di tipo II forma fibrille simili in struttura al tipo I, con una simile periodicità di 67 nm, però con diametro minore. Il collageno di tipo IX contiene due lunghe eliche triple collegate con una zona che forma un piegamento flessibile. In questo punto una catena di condroitin sulfato si lega alla catena a2(IX). I collageni di tipo IX si legano ad intervalli regolari lungo le fibrille di tipo II; il N‐terminale del collagene di tipo IX si proietta all’infuori. Si pensa che questi domini leghino le fibrille collagene alla matrice ricca di proteoglicani. cartilagine tendine (b) Organizzazione dei principali componenti fibrosi della matrice extracellulare dei tendini. Le fibrille di tipo I, con la loro periodicità di 67nm, sono tutte orientate longitudinalmente, ossia, in direzione dello stress applicato al tendine. Le fibrille sono rivestite da proteoglicani,come illustrato in blu sulla fibrilla di destra. Fibrille di tipo VI si legano, collegandole, alle fibrille di tipo I. Il collagene di tipo VI consiste di sottili eliche triple, lunghe circa 60 nm, con domini globulari all’estremità. I domini globulari delle molecole di collagene di tipo VI collegano, dando un aspetto di perline infilate in una collana, alla fibrilla di tipo VI. TENDINE 12 11/04/2013 Stroma della cornea Rete di collagene IV della lamina basale Ricard-Blum S. The collagen family. Cold Spring Harb Perspect Biol. 3:a004978, 2011. Ricard-Blum S. The collagen family. Cold Spring Harb Perspect Biol. 3:a004978, 2011. Ricard‐Blum S. The collagen family. Cold Spring Harb Perspect Biol. 3:a004978, 2011. 13 11/04/2013 Collagene di tipo IV (non fibrillare) Ci sono 6 catene α del collagene IV e combinazioni di 3 catene α formano le unità di base del coll. IV. Ciascuna delle catene α ha tre domini: Un dominio N‐terminale 7S Un grande dominio centrale a tripla elica Un dominio C‐terminale globulare non‐collagenoso (NC) 1. I domini terminali sono coinvolti nelle interazioni tetrameriche (7S) e dimeriche (NC1) e definiscono la struttura 3D della molecola di coll IV. I domini NC1 di due molecole si aggregano per formare complessi esamerici stabilizzati da legami disulfuro. Ricard-Blum S. The collagen family. Cold Spring Harb Perspect Biol. 3:a004978, 2011. Kalluri R. Basement membranes: structure, assembly and role in tumour angiogenesis. Nat Rev Cancer. 3:422-433, 2003 Ricard‐Blum S, Ruggiero F. The collagen superfamily: from the extracellular matrix to the cell membrane. Pathol Biol (Paris). 2005 Sep;53(7):430‐42. Sindrome di Marfan Sintomi / tratti caratteristici • • • • • • Arti disproporzionatamente lunghi Alti, snellor con articolazioni lasse Scoliosi Piedi piatti Distacco della retina Aneurismi dell’aorta toracica e addominale Incidenza • 1 in 10,000 • Tratto dominante Etiologia • Malattia del tessuto connettivo ereditaria ECM ELASTINA 14 11/04/2013 Elastina Molti tessuti (ad es. pelle, vasi sanguigni, polmoni) hanno bisogno di essere sia resistenti che elastici per funzionare. La resilienza è data da una rete di fibre elastiche che permette il riavvolgimento dopo uno stiramento transitorio. Le fibre elastiche sono almeno 5 volte più estensibili di una fascia elastica con la stessa sezione. L’estensione è limitata da lunghe fibrille inelastiche di collagene frammiste con le fibre elastiche, che così impediscono ai tessuti di strapparsi. L’elastina, come il collagene, è inusualmente ricca di prolina e glicina ma, al contrario del collagene, non è glicosilata e contiene poca idrossiprolina e nessuna idrossilisina. Elastina, segue 2 Elastina (1) Le fibre elastiche, tuttavia, non sono composte solo di elastina: la zona centrale di elastina è ricoperta da uno strato di microfibrille, ciascuna delle quali ha un diametro di circa10 nm. Microfibrille dello stesso tipo si possono trovare anche in MECs che non contengono elastina. Le microfibrile sono composte da un gran numero di glicoproteine diverse, che includono la glicoproteina di grandi dimensioni fibrillina che sembra essere essenziale per l’integrità delle fibre elastiche. Alterazioni delle gene per la fibrillina provocano la sindrome di Marfan, una malattia genetica relativamente comune che colpisce i tessuti connettivi, ricchi in fibre elastiche: negli individui colpiti in modo più serio l’aorta, alcui parete è normalmente piena di elastina, è soggetta a rompersi. Si pensa che le microfibrille giochino un ruolo importante per l’assemblamento delle fibre elastiche: compaiono prima dell’elastina durante lo sviluppo embrionale e sembrano formare una impalcatura su cui viene depositata l’elastina secreta. Mentre l’elastina viene depositata, le microfibrille vengono spostate verso la periferia della fibra in crescita. Elastina (2) Le fibre di elastina sono insolite in quanto durano quanto l’arco di vita dell’organo in cui sono depositate. Di solito non c’è formazione di nuove fibre nell’adulto. Quando le fibre di elastina sono danneggiate nell’adulto l’elastina di nuova sintesi, organizzata in modo improprio, non è in grado di funzionare corretttamente. Ciò porta a alterazioni della rigidità del tessuto e sviluppo di patologie. L’elastina è importante per l’integrità ed elasticità dei tessuti, essendo responsabile per la forza e flessibilità. Microfibril and elastic fibre formation. Le fibre di elastina sono le più lunghe strutture individuali della ECM e sono composte di una serie di monomeri di tropoelastina circondati da un rivestimento di microfibrille. Sono state identificate > 30 tipi diproteine associate all’elastina (ruolo non ancora ben definito) Si ritiene che le microfibrille formano un’impalcatura che fornisce un sostegno su cui sono depositati i monomeri di tropoelastina, allineati e in seguito collegati enzimaticamente da legami incrociati per foprmare il polimero insolubile di elastina funzionale. ©2002 by The Company of Biologists Ltd Kielty C M et al. J Cell Sci 2002;115:2817-2828 15 11/04/2013 Schematic domain structure of the human tropoelastin monomer. The elastin monomer is comprised of alternating hydrophobic domains (orange rectangles) and cross‐linking domains (diamonds). Domains are numbered above the diagram. Genomic human tropoelastin has lost sequence corresponding to exons 34 and 35 compared to other mammalian species. KP‐type cross‐linking domains are shaded blue, KA‐type cross‐linking domains are white. Domain 1 (diagonal stripes) is a signal sequence. The C‐terminal domain 36 (horizontal stripes) is highly basic and contains the only two cysteine residues in the protein. Domains with alternative exon splicing are marked with an asterisk. Domains are not to scale. Gartner 16 11/04/2013 Elastina L’elastina è una “molla entropica” ΔG = ΔH – TΔS ΔH = enthalpy changes, which don’t normally happen in solvents. ΔS = entropy changes… changes in the degree of order Stretching a polymer increases it’s order, and makes ΔS negative. ΔG is then positive, and unfavorable. Proteina amorfa Modulo di elasticità molto inferiore a quello del collagene Constituente primario di molti ligamenti Crosslinked: tropoelastina Desmosina La desmosina è la designazione data ad un cross‐link fra tre catene laterali alisiniche ed una catena laterale inalterata di lisina dello stesso o di polipeptidi vicini. Si trova nell’elastina, provocando un colore giallastro. E’ responsabile dalle proprietà gommose dell’elastina. http://en.wikipedia.org/wiki/Desmosine Patel D, Menon R, Taite LJ. Self‐assembly of elastin‐based peptides into the ECM: the importance of integrins and the elastin binding protein in elastic fiberassembly. Biomacromolecules. 12:432‐440, 2011. Luisetti M, Ma S, Iadarola P, Stone PJ, Viglio S, Casado B, Lin YY, Snider GL, Turino GM. Desmosine as a biomarker of elastin degradation in COPD: current status and future directions. Eur Respir J. 2008 Nov;32(5):1146‐57. Elastin production involves a sequence of events involving the secretion of tropoelastin, which binds the elastin binding protein (EBP) on cell surfaces. Tropoelastin aggregates are then transported to adjacent microfibrils involved in elastin fiber assembly, and the EBP is recycled. The αvβ3 integrin also binds the C‐terminal region of tropoelastin, playing a yet unknown role in the synthesis of mature elastin. 17 11/04/2013 FIBRE ELASTICHE Comuni nei tessuti che richiedono la capacità di deformarsi ripetutamente e reversibilmente. Hanno una zona centrale amorfa che consiste di elastina, circondata da piccoli filamenti a perline, le microfibrille. La componente principale delle microfibrille è la grande glicoproteina, fibrillina. L’elastina viene inizialmente sintetizzata come monomero solubile, la tropoelastina, che viene secreta dalle cellule. Dopo la secrezione, i monomeri di tropoelastina subiscono legami incrociati mediante l’azione dell’enzima lisil ossidasi. L’elastina con i legami incrociati è una proteina estremamente insolubile. Il gene umano contiene 36 esoni (27 ‐ 165 coppie di basi). Il turnover dell’elastina è estremamente basso, con una emi‐vita che si avvicina all’età dell’organismo. L’elastina è sintetizzata soprattutto durante lo sviluppo embrionale e qualsiasi elastina “danneggiata” o non viene sostituita oppure è sostituita da fibre non funzionali. Nell’enfisema l’aterosclerosi si ha una eccessiva degradazione dell’elastina. Differenze tra collageno e elastina, segue Differenze tra collageno e elastina Il collageno è una tripla elica formata da tre proteine allungate che si avvolgono l’una con l’altra. Nello spazio extracellulare, molte molecole di collagene simili a bastoncini sono unite l’una all’altra da legami trasversali e formano fibrille di collageno inestensibili (in alto) che hanno la resistenza alla trazione dell’acciaio. Le catene polipeptidiche di elastina sono unite da legami trasversali e formano fibre elastiche. Ciascuna molecola di elastina si svolge in una conformazione più allungata quando la fibra è stirata. Il sorprendente contrasto fra le proprietà fisiche dell’elastina e del collagene è dovuto interamente alle loro sequenze aminoacidiche molto diverse. ELASTINA & PATOLOGIA Le fibre elastiche sono una delle principali classi del fibre della matrice extracellulare, abbondanti nei tessuti connettivi dinamici quali le arterie, i polmoni, la pelle e i legamenti. Il loro ruolo strutturale più importante è quello di fornire ai tessuti la capacità di riavvolgimento elastico e la resilienza. Inoltre fungono da importante stampo (“template”) per l’adesione delle cellule e regolano la disponibilità dei fattori di crescita. Mutazioni nelle principali componenti strutturali delle fibre elastiche, specialmente l’elastina, le fibrilline e la fibulina‐5, provocano patologie ereditari molto gravi, che spesso mettono a repentaglio la vita, quali la sindrome di Marfan, la stenosi sopravalvolare aortica e la cutis laxa. La funzione delle fibre elastiche è inoltre frequentemente compromessa nei tessuti elastici danneggiati o invecchiati. La capacità di regenerare o ingegnerizzare le fibre e i tessuti elastici rimane un una sfida significativa, che richiede una comprensione approfondita delle basi molecolari e cellulari della biologia e patologia delle fibre elastiche, e la capacità di regolare l’espressione spazio‐ temporale e l’assemblaggio dei suoi componenti molecolari. (Kielty CM. Elastic fibres in health and disease. Expert Rev Mol Med. 8:1‐23, 2006) Wagenseil JE, Mecham RP: New insights into elastic fiber assembly. Birth Defects Res C Embryo Today ;81:229‐240, 2007. Elastic fibers provide recoil to tissues that undergo repeated stretch, such as the large arteries and lung. These large extracellular matrix (ECM) structures contain numerous components, and our understanding of elastic fiber assembly is changing as we learn more about the various molecules associated with the assembly process. The main components of elastic fibers are elastin and microfibrils. Elastin makes up the bulk of the mature fiber and is encoded by a single gene. Microfibrils consist mainly of fibrillin, but also contain or associate with proteins such as microfibril associated glycoproteins (MAGPs), fibulins, and EMILIN‐1. Microfibrils were thought to facilitate alignment of elastin monomers prior to cross‐linking by lysyl oxidase (LOX). We now know that their role, as well as the overall assembly process, is more complex. Elastic fiber formation involves elaborate spatial and temporal regulation of all of the involved proteins and is difficult to recapitulate in adult tissues. This report summarizes the known interactions between elastin and the microfibrillar proteins and their role in elastic fiber assembly based on in vitro studies and evidence from knockout mice. We also propose a model of elastic fiber assembly based on the current data that incorporates interactions between elastin, LOXs, fibulins and the microfibril, as well as the pivotal role played by cells in structuring the final functional fiber. Pathway of elastin‐derived fragment (EF) formation. EFs containing desmosine derive only from the degradation of mature, cross‐linked elastin; EFs not containing desmosine may derive either from tropoelastin during assembly of mature elastin or from degradation of mature, cross‐linked elastin. http://erj.ersjournals.com/content/32/5/1146/F2.expansion.html 18 11/04/2013 (1) Tropoelastin is transported to assembly sites on the plasma membrane where it is organized into small aggregates that are cross‐linked by a LOX. Cell surface receptors/binding proteins such as heparan sulfate proteoglycans at these sites may serve to assist with the initial assembly steps. Interaction with Fibulin‐4 and/or ‐5 may facilitate cross‐linking or possibly help limit the size of the aggregates. Model of elastic fiber assembly Concetti importanti per capire le matrichine derivate dall’elastina (2) The aggregates remain on the cell surface while newly secreted elastin is added to increase the size. (3) The aggregates are then transferred to extracellular microfibrils, which interact with the cell through integrins. Fibulin‐4 and/or ‐5, or another microfibril‐associated protein, may assist the transfer of elastin aggregates to the microfibril. (4) Elastin aggregates on the microfibril coalesce into larger structures. Fibulin‐4 and/or ‐5 may facilitate this process. (5) The elastin aggregates are further cross‐linked by LOX to form the complete elastic fiber. Wagenseil JE, Mecham RP: New insights into elastic fiber assembly. Birth Defects Res C Embryo Today ;81:229‐ 240, 2007 . Il collagene e l’elastina della parete dei vasi sanguigni sono secreti dalle cellule muscolari lisce della parete dei vasi sanguigni. I legami incrociati stabilizzano il collagene e l’elastina rendendoli meno vulnerabili alla proteolisi. Gli strati ben‐ organizzati di collagene e di elastina danno origine ad un vaso sanguigno più forte e conforme alle sollecitazioni dinamiche. 19