La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione Istituto omnicomprensivo statale I.P.S.I.A. di Bocchigliero Anno scolastico 2012/2013 classe VA Alunna: Rossella Serafini I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione Italiano Eugenio Montale Storia Ed. Fisica Jesse Owens Inglese La seconda La seconda Alan Turing guerra mondiale guerra mondiale Sistemi di comunicazione Elettronica La Radio Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 Sistemi Controllo di posizione classe VA pag 2 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Il perché del mio percorso... La storia dell'uomo è cambiata da quando è nata la comunicazione. Ed insieme all'uomo sono anche cambiati i modi di comunicare. Pensiamo infatti a come essi si siano evoluti: dalla scrittura pittografica, ideografica e geroglifica all'introduzione dell'alfabeto, dall'invenzione della stampa alla radio e dai computer ai social network. L'invenzione della radio ha caratterizzato la comunicazione durante la seconda guerra mondiale. Pertanto, nella mia analisi, ho trovato molto interessante trattare il concetto di comunicazione, in un senso più ampio, in un momento così devastante. Il mio percorso, dunque, partirà da una descrizione del secondo conflitto mondiale dal punto di vista storico, continuerà prendendo in considerazione il linguaggio poetico di Montale e i suoi rapporti con il fascismo, tratterà del valore sul piano comunicativo della mancata stretta di mano fra Owens ed Hitler e dell'uomo che ha cambiato il mondo, Alan Turing, padre del computer. Sul piano tecnologico, invece, tratterò dell'invenzione della radio descrivendone il funzionamento in elettronica ed il controllo di posizione in sistemi. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 3 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- La seconda guerra mondiale Crisi e tensioni internazionali L’instabilità dopo Versailles La sistemazione dell’Europa e dell’Asia decisa a Versailles alla fine della prima guerra mondiale si rivelò ben presto del tutto inadeguata. La fragilità dei nuovi assetti divenne evidente nel 1923 quando la contrapposizione tra Germania e Francia creò una pericolosa tensione. L’instabilità si aggravò con la crisi economica del 1929 che spinse molti paesi all’espansionismo. Il Giappone prima potenza asiatica Con la prima guerra mondiale il Giappone si era rafforzato, aveva guadagnato territori e l’industria si era molto sviluppata. La crisi del 1929 venne affrontata con la conquista di nuovi territori. I gruppi industriali e le gerarchie militari spinsero la politica giapponese verso un orientamento espansionistico. Nel 1937, l’esercito nipponico iniziò l’invasione della Cina settentrionale occupando città come Pechino e Shangai. Nazionalismo, comunismo e guerra civile in Cina Dopo il crollo dell’Impero nel 1911 in Cina era stata proclamata la repubblica, sotto la guida di Sun Zhongshan e del Guomindang, il Partito nazionale del popolo. Nel 1926 scoppiò una guerra civile tra il Guomindang, ora guidato da Jiang Jeshi, e i comunisti di Mao Zedong. La guerra fu interrotta dalla comune necessità di fronteggiare il Giappone. Il riarmo della Germania Dopo il 1929, la crisi economica generale spinse molti paesi verso una politica autoritaria al proprio interno ed espansionistica all’esterno. Il caso più clamoroso fu ovviamente quello della Germania nazista. Hitler al potere dal 1933, reclamava la conquista dello spazio vitale per la costruzione della grande Germania uscendo cosi dalla Società delle Nazioni. Per questo : ➢ violando i patti di Versailles riarmò il paese in modo massiccio e riportò le truppe in Renania; ➢ tentò di annettere l’Austria, ma fu fermato dall’opposizione di Francia Gran Bretagna e Italia. La Conferenza di Stresa Il tentativo di annettere l’Austria provocò la reazione dei governi di Londra, Parigi e Roma. Su iniziativa francese, nell’aprile 1935, fu convocata a Stresa, sul lago Maggiore, una conferenza per discutere le ripetute violazioni da parte della Germania hitleriana. Vi parteciparono i rappresentanti dei governi Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 4 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- francese, inglese e italiano. In tale occasione, però questi Stati si limitarono a condannare le azioni tedesche senza minacciare interventi armati. L’appoggio ricevuto dalla Germania durante la guerra d’Etiopia spinse Mussolini a fare un accordo con la Germania. Nel 1937 nacque così l’Asse Roma- Berlino- Tokio, nell’ottica di una supremazia tedesca in Europa e giapponese in Asia. Si era costituito così uno degli schieramenti della seconda guerra mondiale. La guerra civile in Spagna La Spagna, un paese arretrato Agli inizi del novecento la Spagna era un paese arretrato. L’economia era dominata da un’agricoltura basata sul latifondo; poche zone erano industrializzate. I ceti dominanti erano i grandi proprietari terrieri, l’esercito, gli imprenditori e il clero. Dalla dittatura alla repubblica Nel 1923, il re Alfonso XIII di Borbone, difronte alla crisi sociale, preferì sbarazzarsi del Parlamento e favorì la dittatura militare di Miguel Primo de Rivera. Essa si spirava al fascismo italiano e rimase in carica fino al 1930. Nell’aprile del 1931 si tennero le elezioni amministrative: i partiti favorevoli alla repubblica ebbero un clamoroso successo. Il re scelse l’esilio e fu proclamata la Repubblica. La successiva vittoria elettorale della destra aprì il biennio nero (1933-34) in cui il governo autoritario smantellò tutte le riforme precedenti. La coalizione del Fronte popolare vinse le elezioni del 1936. la vittoria scatenò violente insurrezioni contro i ceti conservatori. Nel timore di una rivoluzione sociale, la destra organizzò un corpo di Stato. Guidato dal generale Francisco Franco e aiutato dalla aviazione italiana e tedesca, l’esercito riuscì a sbarcare nel sud della Spagna. Iniziò così la guerra civile. Solo l’URSS aiutò i repubblicani. Più unito degli avversari e dotato di mezzi migliori, l’esercito di Franco ottenne la vittoria occupando Barcellona e Madrid. La democrazia era finita anche in Spagna. La dittatura di Franco sarebbe durata fino al 1975. Verso la guerra Nasce la “grande Germania” Il tentativo di annessione dell’Austria fallito nel 1934, riuscì nel marzo del 1938. Ma Hitler non era ancora soddisfatto e prese di mira la Cecoslovacchia. La popolazione dei Sudeti era in maggioranza tedesca. Il rischio di una guerra era reale, considerato che la Cecoslovacchia aveva stipulato un accordo di mutua assistenza con la Francia. Il 29 e 30 settembre 1938, Mussolini, Hitler, il premier britannico Chamberlain e il Primo ministro francese Daladier si incontrarono nella conferenza di Monaco. Il questa occasione fu scritta la pagina più vergognosa del cedimento delle democrazie occidentali alla politica nazista. In cambio dell’annessione dei Sudeti il Reich garantiva l’indipendenza della Cecoslovacchia. Ai Cecoslovacchi non restò che accettare l’umiliazione. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 5 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Nel marzo 1939 i nazisti infransero il patto occupando Boemia e Moravia. Il patto d’acciaio La Cecoslovacchia naturalmente non bastava a soddisfare le ambizioni di Hitler. Quando Hitler chiese Danzica alla Polonia, finalmente Francia e Gran Bretagna si dichiararono pronte ad intervenire anche con la guerra. L’Italia fascista si allineò alla politica aggressiva della Germania: in aprile le truppe italiane occuparono l’Albania e rivendicavano altri territori. Il 22 maggio 1939 Italia e Germania firmarono il Patto d’acciaio che sanciva l’impegno a fornirsi reciproco aiuto in caso di guerra, sia offensiva che difensiva. Il patto di non aggressione A sorpresa il 23 agosto 1939 Hitler e Stalin firmarono il patto di non aggressione: la Germania si garantiva la neutralità dell’URSS in caso di attacco alla Polonia. Il patto includeva un protocollo secreto sulla spartizione della Polonia e delle reciproche sfere di influenza nella regione baltica. Tutto era pronto per l’invasione della Polonia che avrebbe segnato l’inizio della seconda guerra mondiale. 1939-40: la “guerra lampo” L’aggressione della Polonia L’1 settembre 1939 la Germania attaccò la Polonia e la costrinse alla resa nel giro di sole 3 settimane. Il 3 settembre, in risposta, la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. Il 17 settembre anche l’Unione Sovietica, rivendicando i diritti derivanti dal Patto di non aggressione, iniziò l’occupazione della parte orientale della Polonia. Così la Polonia venne spartita tra le due potenze. L’esercito franco-inglese e quello tedesco si fronteggiarono dietro le rispettiva linee di difesa (la Sigfrido tedesca e la Maginot francese), praticamente senza combattere, in quella che venne chiamata la <<strana guerra>>. Il 9 aprile 1940 la Germania attaccò la Danimarca e la Norvegia. I tedeschi intendevano condurre una guerra lampo: un’offensiva massiccia e rapidissima condotta con aerei e carri armati. Il crollo della Francia Hitler, passando per Belgio e Olanda, entrò a Parigi il 14 giugno 1940. L’esercito tedesco occupò rapidamente il nord della Francia. Per la Francia si aprirono ora due possibilità, entrambe drammatiche: o continuare ad oltranza il Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 6 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- conflitto con la Germania o scendere a patti con essa. Ebbe il sopravvento la seconda ipotesi. Il territorio francese venne diviso in due parti: ➢ il Centro-Nord rimase sotto l’occupazione tedesca; ➢ al Centro-Sud si instaurò il governo collaborazionista del generale Pétain, con sede a Vichy. L’intervento dell’Italia I successi della Germania e soprattutto il crollo della Francia, indussero Mussolini a pensare che la guerra si sarebbe risolta in fretta a vantaggio della Germania e che per l’Italia sarebbe stato uno smacco non partecipare ai profitti della vittoria. Il 10 giugno 1940, dunque, l’Italia entrò in guerra contro la Francia e l’Inghilterra. Ma le forze armate italiane erano inadeguate e Mussolini aveva sottovalutato la Gran Bretagna. Infatti fallì il tentativo di sottrarre agli inglesi Malta, il Sudan e la Somalia inglese e quello di invadere la Grecia. La “battaglia d’Inghilterra” Dopo la sconfitta della Francia, solo la Gran Bretagna poteva continuare la guerra contro la Germania. Nel maggio 1940 in Gran Bretagna divenne Primo ministro Winston Churchill (1874-1965), che aveva disapprovato la debolezza mostrata di fronte alle pretese di Hitler. Churchill stesso annunciò l’intenzione di combattere contro il nemico fino alla vittoria. Perciò a Hitler non rimaneva che proseguire l’offensiva militare. Tra agosto e settembre 1940, i Tedeschi tentarono la mossa decisiva: lo sbarco sulle coste britanniche, la cosiddetta Operazione leone marino. Ma per invadere la Gran Bretagna era indispensabile distruggere l’aviazione inglese (RAF, Royal Air Force): così per due mesi Inglesi e Tedeschi si scontrarono in una battaglia aerea, quella che venne chiamata la <<battaglia d’Inghilterra>>. Avendo subito pesanti perdite, il 17 settembre Hitler rinunciò al progetto di invadere la Gran Bretagna. Finiva l’illusione di una <<guerra lampo>> e si passava a una guerra di logoramento. 1941: la guerra mondiale L’invasione dell’URSS e l’attacco giapponese agli Stati Uniti Hitler non aveva più rivali in Europa. Il 22 giugno 1941, dunque, la Germania invase la Russia seguendo il cosiddetto piano Barbarossa. Esso prevedeva il rapido annientamento della resistenza nemica. L’arrivo dell’inverno russo fermò i Tedeschi, tramutando il conflitto in una guerra di logoramento. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 7 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Il 7 dicembre 1941 i Giapponesi attaccarono, senza formale dichiarazione di guerra, la flotta degli Stati Uniti ancorata a Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Le navi statunitensi furono quasi completamente distrutte. Il giorno dopo, l’8 dicembre, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna dichiararono guerra al Giappone, che veniva subito sostenuto dalla Germania e dall’Italia: la guerra si era veramente estesa a tutto il mondo. Il dominio nazista in Europa La supremazia della “grande Germania” Nel 1942 il nazismo intendeva costruire una <<nuova Europa>> basata sulla supremazia della Germania e sulla subordinazione dei popoli alleati e di quelli sottomessi. Al vertice c’era la <<grande Germania>>, immediatamente dopo si trovavano i paesi satelliti, come la Francia di Vichy e l’Italia e al di sotto i territori conquistati militarmente. La supremazia doveva spettare alla <<razza ariana>>. I popoli slavi dovevano semplicemente fornire la manodopera. Lo sterminio degli Ebrei Se gli Slavi dovevano essere tenuti in condizione di schiavitù, gli Ebrei andavano completamente sterminati. Perciò i nazisti crearono più di novecento lager, cioè campi di concentramento e di sterminio, situati in Germania, Polonia, Austria, Cecoslovacchia. Gli Ebrei furono discriminati, confinati nei ghetti e poi deportati nei campi di prigionia. Qui essi dovevano lavorare fino allo sfinimento e morivano di fame, di stenti e di malattie. Quelli che non erano in grado di lavorare venivano uccisi nelle camere a gas. Nel 1942 Hitler decise di mettere in atto la “soluzione finale”, cioè lo sterminio di tutti gli Ebrei d’Europa. Si realizzò così l’Olocausto (termine che significa sacrificio) oppure, come preferiscono dire gli Ebrei stessi, la Shoah (cioè sciagura, catastrofe). Si trattò di un vero e proprio genocidio, ossia lo sterminio di un’intera popolazione. Nei lager nazisti morirono 6 milioni di Ebrei, per lo più russi, polacchi e tedeschi, oltre al mezzo milione di zingari. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 8 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Resistenza e collaborazionismo In tutti i paesi occupati dai nazisti vi furono sia movimenti di resistenza, sia gruppi di collaborazionisti che appoggiarono gli invasori: ➢ l’opposizione al nazismo fu attivo in Francia, in Italia e in Iugoslavia; ➢ il collaborazionismo riguardò sia alcuni governi (come quello di Vichy), sia singoli cittadini che agirono per convinzione o per opportunismo. 1942-43: la svolta La svolta a favore degli Alleati Fra il 1942 e il 1943 il conflitto volse a vantaggio degli alleati (gli AngloAmericani) grazie all’enorme potenziale di uomini e mezzi messo in campo dagli Stati Uniti. ➢ Il Giappone fu sconfitto dagli USA nel Pacifico. ➢ I sommergibili tedeschi e italiani attaccarono le navi che portavano rifornimenti alla Gran Bretagna. Gli Anglo-Americani spezzarono l’accerchiamento e vinsero la cosiddetta Battaglia dell’Atlantico. ➢ In Africa gli Alleati sconfissero gli Italo-Tedeschi nella battaglia di El Alamein. ➢ Hitler cercò la conquista del Caucaso, ricco di petrolio. Nel luglio 1942 iniziò la battaglia di Stalingrado: la città subì un assedio di 7 mesi, fino alla resa dei tedeschi. Lo sbarco alleato in Italia e la caduta del fascismo Il 10 luglio 1943 gli Anglo-Americani sbarcarono in Sicilia e la occuparono, venendo accolti come liberatori. nell’inverno successivo bombardarono alcune città italiane. L’intervento degli Alleati scatenò le proteste contro il regime. La monarchia decise di disfarsi del fascismo. Il re Vittorio Emanuele III esonerò Mussolini dalla carica di Primo Ministro e lo fece immediatamente arrestare e venne imprigionato sul Gran Sasso. l’incarico di formare un nuovo governo venne affidato al maresciallo Pietro Badoglio. L’8 settembre venne reso pubblico l’armistizio con gli Alleati. Il re e Badoglio fuggirono a Brindisi, lasciando l’esercito e il paese allo sbando. I tedeschi occuparono l’Italia centrale e settentrionale e liberarono Mussolini. Sotto la guida del Duce nacque la Repubblica Sociale Italiana, con capitale a Salò, sul lago di Garda. Il paese era diviso in 2: la Repubblica di Salò al Centro-Nord e il Regno d’Italia, appoggiato dagli Alleati, al Sud. Le bande partigiane sorte spontaneamente combatterono contro i tedeschi e i repubblichini di Salò con sabotaggi e azioni di disturbo. I tedeschi risposero con feroci rappresaglie. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 9 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- 1944-45: la vittoria degli Alleati L’avanzata degli Alleati Nel 1944 gli Alleati, liberata Roma, respinsero i tedeschi fino alla linea gotica (che andava da Rimini a La Spezia). Gli Stati Uniti costrinsero il Giappone ad abbandonare i territori occupati. L’Armata Rossa cacciò i nazisti dall’URSS e puntò verso la Germania. Nella primavera del1944, Stalin, Roosevelt e Churchill scelsero di attuare uno sbarco in Normandia, nel nord della Francia chiamata operazione Overlord. Dopo 2 mesi di combattimenti i Tedeschi furono sconfitti, e a metà settembre la Francia era completamente liberata. La resa della Germania Fra il 1944 e il 1945 la Germania fu sottoposta da parte degli Alleati a continui bombardamenti. Ma né i bombardamenti né le vittorie degli Alleati convinsero Hitler alla resa. Nella primavera del 1945 la Germania si trovò presa tra due fuochi: a ovest gli AngloAmericani, a est i Sovietici. Il 25 aprile 1945 le avanguardie americane si incontrarono con le avanguardie sovietiche presso il fiume Elba. Negli stessi giorni l’Italia venne liberata e i tedeschi iniziarono la ritirata. Il 30 aprile Hitler si suicidò, insieme ad altri capi nazisti, proprio mentre i russi stavano entrando a Berlino. Il suo successore, l’ammiraglio Karl Dönitz firmò il 7 maggio 1945 la resa senza condizioni. Per la Germania la guerra si concludeva con circa 6 milioni di morti. La sconfitta del Giappone Il Giappone era ormai militarmente sconfitto, ma resisteva. Il 12 aprile 1945 il Presidente americano Roosevelt morì e gli succedette Harry Truman. E decise di piegare definitivamente il Giappone usando la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, un’arma devastante realizzata poco tempo prima nei laboratori americani. Al Giappone non restava che chiedere la resa senza condizioni, che venne firmata il 2 settembre 1945. Era la fine della seconda guerra mondiale. Il bilancio conclusivo del conflitto fu di circa 50 milioni di morti, oltre ad un numero imprecisato di feriti e di dispersi. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 10 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Eugenio Montale La vita Eugenio Montale è una delle figure più importanti della poesia italiana del Novecento. La poesia di Eugenio Montale ha dato voce all’angoscia di tutta la generazione che aveva conosciuto la guerra e la sua inutilità, e assisteva atterrita all’avvicinarsi della seconda guerra mondiale. Eugenio Montale nacque a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia benestante. Entrato all’accademia militare di Parma, fa richiesta di essere inviato al fronte, e dopo una breve esperienza bellica viene congedato nel 1920. E’ il momento dell’affermazione del fascismo, dal quale Montale prende subito le distanze sottoscrivendo nel 1925 il Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Nel 1927 si trasferì a Firenze dove conobbe Drusilla Tanzi (soprannominata "Mosca" per via dei suoi spessi occhiali), che avrebbe sposato solo nel 1962. Montale si avvicinò alla poesia francese e inglese, soprattutto a quella di Thomas Stearns Eliot di cui tradusse un poemetto. A Firenze Montale visse per tutto il periodo della seconda guerra mondiale e dell’occupazione nazista; quando la città fu liberata si iscrisse al Partito d’azione e ricevette un incarico culturale dal Comitato nazionale di liberazione, ma la sua esperienza politica fu di breve durata. Nel 1948 si trasferì a Milano dove lavorò come giornalista e critico musicale per il “Corriere della Sera”. Nel 1962 venne nominato senatore a vita; l’anno successivo rimase vedovo. Montale morì a Milano il 12 settembre 1981. Le opere Il primo volume di poesie di Montale è Ossi di seppia che raccoglie liriche scritte tra il 1916 e il 1925. Il sentimento che sta alla base di questa raccolta è il senso del vuoto che circonda la vita dell’uomo, la tragica constatazione del “male di vivere” che si manifesta nelle dolorose esperienze della natura. Il paesaggio è quello brullo della Liguria. Il linguaggio è preso dalla quotidianità, ma non è privo di termini ricercati. Nelle Occasioni, la tragica consapevolezza della vita, contrassegnata da dolore, angoscia e solitudine, caratterizza anche questa fase poetica in cui, tuttavia, si fanno strada l’attesa di un miracolo, l’ansia di una salvezza. Nelle Occasioni, come negli Ossi, non mancano gli oggetti, anche qui caricati di valori simbolici. Infatti, se Montale negli Ossi rende esplicito il rapporto tra stato d’animo e oggetto esterno, nelle Occasioni tralascia di esprimere lo stretto Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 11 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- legame tra mondo esterno e interiorità; il lettore, pertanto, è chiamato a decifrare il senso attraverso l’oggetto stesso. Nella raccolta La bufera e altro Montale sembra farsi partecipe del dramma della società sconvolta dalla tragedia della guerra, ma, ancora una volta, gli eventi non sono che occasioni per un’ulteriore analisi della propria tragica condizione esistenziale. Tra le ultime raccolte si distingue Satura (1971)- di cui Xenia è la prima sezione, dedicata alla moglie morta con la quale egli tiene un tenero colloquio sull’eterno e sul divino. Quest’ultima produzione è caratterizzata anche dal pessimismo e da una visione disperata e tragica della vita. Il pensiero e la poetica La poesia, secondo Montale è la “forma di vita di chi veramente non vive”. È questa la dolorosa meditazione di un uomo che vive il dramma dell’inconciliabilità tra la vita e la parola, tra la sensibilità a cogliere gli aspetti più nascosti dell’esistenza e l’impossibilità di tradurre le sue sensazioni in parole, le quali costituiscono il muro che impediscono di attingere alla vita. È questo il significato della raccolta di liriche Ossi di seppia. Successivamente, nelle Occasioni, il poeta sembra perseguire il tentativo di trovare nello squallore della storia qualche “barlume” di luce. Montale ora spera nella possibilità di un rapporto tra la vita e la parola. Ma ancora una volta Montale si rende conto che la poesia rimane qualcosa di diverso dalla vita e al poeta non rimane che tacere. Così, dopo un periodo di quasi completo silenzio poetico, negli anni Sessanta Montale torna a poetare. Da questo momento in poi si accentua ulteriormente la sua visione negativa del mondo. Fondamentale fu nella poetica di Montale, la ripresa del concetto di “correlativo oggettivo” , formulato dal poeta Thomas Stearms Eliot. Cosi Eliot definì il correlativo oggettivo: “l’unico modo per dare espressione artistica all’emozione è di trovare un “ correlativo oggettivo”, cioè un insieme di oggetti, una situazione, una catena di avvenimenti che sarà la formula di quella particolare emozione tale che, dati i fatti esterni basati sull’esperienza dei sensi, l’emozione ne è immediatamente evocata”. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 12 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Spesso il male di vivere ho incontrato Spesso il male di vivere ho incontrato era il rivo strozzato che gorgoglia, era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato. Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza; era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. Il “male di vivere” che il poeta ha spesso incontrato è la sofferenza che è nelle cose e in tutti gli esseri del creato. Il testo è l’esempio più evidente della poetica del correlativo oggettivo: il male di vivere, infatti, si identifica direttamente con le cose che lo rappresentano (“il rivo strozzato”, “l’incartocciarsi della foglia”, “il cavallo stramazzato”). Nella vita, dice il poeta domina il potere. Intorno all’uomo è sofferenza: sofferenza nelle cose, negli animali, nelle persone. L’unico rimedio al “male di vivere” è l’indifferenza, che è “divina” perché ci consente di restare sereni e impassibili come gli dèi del mondo antico. La lirica fa parte della raccolta “Ossi di seppia”, è strutturalmente divisa in due parti che rappresentano due momenti della riflessione del poeta. La prima parte è incentrata sul malessere esistenziale in cui si riscontra un crudele incepparsi delle cose. Nella seconda quartina, in opposizione al "male di vivere", Montale afferma che l'unico "bene" per l'uomo consiste nell'atteggiamento di "indifferenza". Ai tre emblemi del "male" si contrappongono, tre esempi concreti di questa specie di "bene" (correlativi oggettivi): "la statua", "la nuvola" e il "falco": la statua si caratterizza per la sua fredda, marmorea insensibilità; la nuvola e il falco perché si levano alti al di sopra della miseria del mondo. Il poeta ricerca soprattutto la musicalità nel verso, il ritmo martellante, il fluire di suoni a volte aspri per intonarli alle “cose” che osserva o spia o ascolta. I temi sono il male di vivere cui il poeta contrappone la “divina Indifferenza”, la ricerca di un varco verso l’essenza delle cose, gli oggetti simboli del “male di vivere”, il trascorrere inesorabile del tempo che cancella il passato. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 13 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Giochi Olimpici di Berlino ed il caso Owens Berlino 1936: quale razza superiore? Le Olimpiadi di Berlino vengono a tutt'oggi ricordate come l'edizione più controversa del secolo. Adolf Hitler, che dapprima non vede affatto di buon occhio la manifestazione, in un secondo momento si convince che i Giochi possono essere invece uno straordinario strumento di propaganda per magnificare al mondo la superiorità fisica della razza ariana e la grandezza del nazionalsocialismo. La Spagna è l'unica nazione a boicottare i Giochi organizzando l'Olimpiade Popolare Alternativa, subito interrotta per lo scoppio della guerra civile. Lo schiaffo morale più grosso alla Germania nazista è dato però dal leggendario atleta di colore James Cleveland "Jesse" Owens. Owens nato il 12 settembre 1913 è stato un atleta statunitense, noto per la sua partecipazione alle Olimpiadi del 1936, svoltesi a Berlino, dove vinse quattro medaglie d'oro. Impresa che, da sola, confuta tutte le teorie sulla presunta superiorità della razza ariana. L'infanzia e gli inizi Originario dell'Alabama Owens conobbe miseria e povertà e visse secondo la filosofia dell'arrangiarsi per vivere come altri milioni di ragazzi neri nel periodo della Grande depressione americana. Studente delle scuole tecniche, dopo la scuola lavorava in un negozio di scarpe e quando aveva tempo si allenava nella corsa, che gli piaceva molto. Nel 1933, ai campionati nazionali studenteschi, catturò improvvisamente l'attenzione di tutto il mondo sportivo con grandi prestazioni nella velocità e nel salto in lungo; Il trionfo alle Olimpiadi del 1936 Owens vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi estive del 1936; il 3 agosto 1936 vinse i 100 metri, il 4 agosto il salto in lungo e il 5 agosto i 200 metri. Owens, sazio di successi (e ignaro del fatto che stava per stabilire un record storico) era pronto a rinunciare alla staffetta per lasciare il posto alle riserve. Ma i suoi dirigenti gli ordinarono di rimanere in pista. Il 9 agosto, concluse le sue fatiche olimpiche con la vittoria nella staffetta 4x100 metri. Il suo record di quattro ori in una stessa Olimpiade -nell'atletica leggera- non fu mai battuto, ma venne solo eguagliato alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 dal connazionale Carl Lewis, che vinse quattro ori nelle stesse gare. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 14 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- La conquista della medaglia d'oro nel salto in lungo ai Giochi olimpici di Berlino da parte di Owens ha fornito alla stampa di tutto il mondo il pretesto per creare un caso di discriminazione razziale di cui il leggendario atleta sarebbe stato vittima. Nel pomeriggio di quel 4 agosto, infatti, allo stadio olimpico era presente anche Adolf Hitler. Di fronte alla vittoria di Owens contro il tedesco Luz Long (il migliore atleta tedesco, nonché amico di Owens), si dice che il Führer indispettito si sarebbe alzato e uscito dallo stadio per non stringere la mano al nero americano. In realtà le cose andarono diversamente. Come scrisse nella sua autobiografia, "The Jesse Owens Story", Owens stesso raccontò come Hitler si alzò in piedi e gli fece un cenno con la mano. Owens fece notare in seguito che fu Roosevelt, e non Hitler, a snobbarlo. Owens ha superato le barriere del razzismo, mostrando al mondo che un afro-americano appartiene al mondo dell'atletica. Dopo Berlino passò al professionismo disputando anche gare ad handicap. Inoltre sfidò e sconfisse dei cavalli da corsa. Poi passò all'insegnamento. Owens morì di cancro ai polmoni all'età di 66 anni a Tucson, Arizona. Nel 1984 una strada di Berlino venne ribattezzata in suo onore. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 15 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Alan Turing: the father of the computer Alan Turing is considered to be the father of modern computer science. His idea of creating a machine to turn thought processes into numbers was a turning point in the history of computers. Turing was born in London in 1912 into an uppermiddle class family. Turing went to Princeton in the US, where he began work on what was later to become the first digital computer program-the “Turing Machine”. His revolutionary idea was for a machine that would read a series of ones and zeros from a tape. Turing’s experiments helped the Allies win World War II by decoding encrypted German communications. The wartime German computer Enigma generated a constantly changing code which was impossible for people to decipher. But Turing’s creation of Colossus the first fully electronic digital computer- managed to crack Enigma’s codes. He wrote an article called “Intelligent Machinery” with the concept of artificial intelligence. He compared new devices such as cameras and microphones to parts of the human body. In 1950 he devised the “Turing Test”. The test consisted of an interrogator in a closed room asking questions via keyboard to both a person and an intelligent machine. He was an atheist and a homosexual. He committed suicide in June 1954. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 16 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- La radio come mezzo di comunicazione Cenni Storici I primi che videro nella radio una risorsa eccezionale e rivoluzionaria furono i capi di stato che, impegnati nella corsa agli armamenti, intendevano utilizzare l’apparato radiofonico per la comunicazione fra stato maggiore e il fronte, eliminando così gli scomodi messaggeri dotati di dispacci, facili prede per il nemico che poteva impossessarsi di importanti segreti militari. Fu nella seconda guerra mondiale che si verificò la diffusione di apparati radiofonici per uso militare, come ad esempio l’introduzione della comunicazione radio sugli aerei. Con l’avvento dei regimi totalitaristi si verificò la diffusione della comunicazione radio in ambito non solo militare, ma anche civile. Il secondo conflitto mondiale fu la prima guerra in cui i civili venivano informati in tempo reale dell’andamento della politica militare sul fronte. Per la prima volta in Italia la radio diveniva strumento non solo di informazione, ma anche di intrattenimento e svago. La Radio Per definizione un radioricevitore è quell'apparecchiatura che permette di ricevere un segnale elettromagnetico (onde radio) emesso da una trasmittente. Essi sono preposti a captare l'onda elettromagnetica modulata, ad amplificarla e a demodularla. La radio in sé si compone di diversi blocchi funzionali, ognuno dei quali si occupa di un delle funzioni fondamentali: ricezione (antenna), sintonia, demodulazione, amplificazione. Preselett. Amplif. FI Demod. Amplif. BF MIXER ACG Schema di principio di un radioricevitore supereterodina AM L’elemento che permette la ricezione dei segnali AM trasmessi dalle varie emittenti è l’antenna, un dispositivo (trasduttore) in grado di trasformare una grandezza elettrica in segnali elettromagnetici. Per sua natura, l’antenna è un elemento di ricezione poco selettivo e molto sensibile. Si necessita dunque di Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 17 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- un circuito di selezione, “sintonia”, che renda possibile la selezione del canale radio desiderato. Il blocco di demodulazione è la parte di circuito che si occupa dell’estrazione dell’informazione dal segnale modulato AM. C V i C R r r V u Circuito demodulatore AM L’amplificazione è l’ultimo stadio della catena di blocchi, è il circuito che ha la funzione di fornire al segnale demodulato ricevuto la potenza necessaria a pilotare l’altoparlante. Principio di funzionamento Una radio elementare è composta da un circuito sintonizzatore, un rilevatore e un trasduttore acustico. Il circuito sintonizzatore è costituito da un solenoide e da un condensatore, questi componenti in base alle grandezze di induttanza, resistenza e capacità, entrano in risonanza ad una determinata frequenza. Questa frequenza è la frequenza del segnale che si vuol ricevere, proveniente dalla trasmittente. Per poter ricevere una banda di frequenze si usa un condensatore variabile, il quale variando il valore della sua capacità, varia conseguentemente la frequenza di risonanza. Il circuito rilevatore, composto in pratica da un diodo con a valle un condensatore per filtrare la parte RF, discrimina la componente del segnale che effettivamente vogliamo ascoltare, mentre il trasduttore acustico (auricolare, cuffia, altoparlante) converte il segnale elettrico in onda sonora. Portante, Informazione, Modulazione Il segnale irradiato dall'antenna trasmittente è un segnale formato dalla miscelazione di due segnali: portante e informazione. L'informazione che vogliamo diffondere, che sia musica o voce, è un segnale di bassa frequenza. L'informazione è quindi un insieme di tali frequenze che con dispositivi diversi convertiamo in segnale elettrici. Questo segnale in bassa frequenza è usato per modulare il segnale in alta frequenza che prende il nome di portante in quanto viene usato come un mezzo di trasporto. I tipi di modulazione che interessano la radio, sono due: la modulazione di ampiezza o AM (Amplitude Modulation) e la modulazione di frequenza o FM (Frequency Modulation). Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 18 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Controllo di posizione Caratteristiche dei trasduttori di posizione I trasduttori di posizione sono dei dispositivi capaci di trasformare la misura di posizione o dello spostamento di un elemento, che rappresenta l’ingresso, in un segnale di tensione di uscita. La caratteristica di un trasduttore descrive la relazione esistente tra la grandezza d’ingresso al trasduttore e la grandezza d’uscita. Le principali caratteristiche dei trasduttori di posizione sono: ➢ Linearità: intesa come costante di proporzionalità tra la grandezza d’ingresso e d’uscita in tutto il campo d’impiego. L’errore di linearità è espresso in % del valore massimo d’uscita del trasduttore. ➢ Precisione: definita come il massimo scostamento tra la grandezza d’ingresso e quella d’uscita entro il campo di misura del trasduttore. ➢ Campo di misura: inteso come l’escursione tra la grandezza minima e la massima di misurabilità del trasduttore. ➢ Ripetibilità: rappresenta la tolleranza entro la quale può essere ripetuta una stessa misura. ➢ Stabilità: definita come una costante di proporzionalità tra ingresso ed uscita. ➢ Velocità di risposta: definita come il potere dell’uscita di seguire, nel più breve tempo possibile, ogni minima variazione della grandezza d’ingresso. ➢ Potere risolutivo: è il minimo valore della grandezza d’ingresso rilevato dal trasduttore. ➢ Rumore: valore raggiunto dai segnali spuri nel trasduttore. Schema a blocchi di un controllo di posizione Il sistema di controllo si porta nella posizione desiderata, se il valore di riferimento rimane costante, cioè senza errore. Quando il segnale che proviene dal trasduttore è uguale a quello dato dal generatore di riferimento l’uscita del comparatore sarà nulla; quindi nulla sarà anche l’uscita dell’amplificatore e non ci sarà tensione di alimentazione del motore che quindi si fermerà nella posizione desiderata. αr - Comparatore + Amplificatore Motore α α Potenziometro Schema a blocchi di un controllo di posizione mediante potenziometro Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 19 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- Stabilità dei sistemi di controllo La stabilità di un sistema non dipende dal segnale d’ingresso, ma dipende solo dalla f.d.t. del sistema. Il criterio generale di stabilità permette di determinare la stabilità di un sistema di controllo quando si conoscono i poli della f.d.t. ad anello chiuso. Un sistema si dice stabile semplicemente se risponde ad un ingresso limitato con una uscita limitata. É, quindi, stabile semplicemente se la f.d.t. del sistema ha tutti i poli a parte reale non positiva. Un sistema si dice stabile asintoticamente se risponde ad un ingresso limitato con una uscita che tende a zero. É, quindi, stabile asintoticamente se ha tutti i poli a parte reale negativa. Un sistema si dice instabile se risponde ad un ingresso limitato con una uscita non limitata (divergente). É, quindi, instabile se ha anche un solo polo a parte reale positiva. Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 20 di pag 21 I.P.S.I.A. Bocchigliero --La seconda guerra mondiale e i sistemi di comunicazione-- La Parabola La parabola è un luogo geometrico dei punti del piano equidistanti da un punto fisso detto fuoco e da una retta fissa detta direttrice. y x= −b x= 2a Asse Vertice V =( Fuoco F =( −b −Δ ; ) 2a 4a −b 1−Δ ; ) 2a 4a y= Direttrice −b 2a −1−Δ 4a 0 1−Δ 4a −Δ 4a x F V y= y=a x 2 +b x+c −1−Δ 4a Se il primo termine x2 è negativo la concavità sarà rivolta verso il basso, se invece è positivo, come in questo caso, allora sarà rivolta verso l’alto. Ammettono l'intersezione con l'asse delle y le equazioni complete di II° e quelle incomplete pure, non ammettono invece l'intersezione con l'asse delle y le equazioni incomplete spurie perché non c'è il termine noto. y y Pura Spuria 2 2 y=ax +bx y=ax + c x x Alunna: Rossella Serafini anno scolastico 2012/2013 classe VA pag 21 di pag 21