Inquinamento luminoso: “Accecati dalla luce”. Guida per conoscere e combattere l’inquinamento luminoso. A cura di Buiometria Partecipativa/Attivarti.org Ultimo aggiornamento: 22/08/2011 web: www.pibinko.org/bmp mail: [email protected] nota: layout ottimizzato per stampa opuscolo A4 Dichiarazione di La Palma (2007) - Art.1: Un cielo notturno incontaminato tale da consentire la contemplazione del firmamento dovrebbe essere considerato un diritto inalienabile dell'umanità al pari di altri diritti quali quelli ambientali, culturali e sociali, a causa del forte impatto che ha sullo sviluppo delle popolazioni e sulla conservazione della biodiversità. Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Sommario Premessa ........................................................................................................................... 8 Che cos’è l’inquinamento luminoso? ................................................................................. 8 Da cosa è provocato l’inquinamento luminoso? ................................................................ 9 Quali problemi crea l’inquinamento luminoso? ............................................................... 10 Distruzione “dell’altra parte del paesaggio” e perdita di un’antichissima fonte di ispirazione e conoscenza. ............................................................................................. 10 Ostacolo alla ricerca scientifica e alla divulgazione astronomica................................... 11 Spreco energetico e di risorse. ..................................................................................... 12 Abbagliamento e ridotta sicurezza stradale e urbana. .................................................. 12 Problemi per la salute ed il benessere delle persone. ................................................... 14 Distruzione dell’habitat (notturno) di molte specie di animali. ..................................... 14 Gli effetti positivi dell’inquinamento luminoso. ............................................................... 16 Come si diffonde l’inquinamento luminoso? .................................................................... 16 I cinque criteri per una corretta illuminazione. ................................................................ 17 1. Come illuminare. ................................................................................................... 17 2. Quanto illuminare. ................................................................................................ 18 3. Ottimizzare l’impianto........................................................................................... 19 4. Usare lampade efficienti. ...................................................................................... 19 5. Gestione dell’impianto. ......................................................................................... 20 La qualità della luce. ........................................................................................................ 20 I LED: la luce del futuro. ................................................................................................... 22 Conclusioni ...................................................................................................................... 23 Bibliografia ...................................................................................................................... 24 Sitografia ......................................................................................................................... 24 Credits ............................................................................................................................. 24 6 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Premessa Questa dispensa è stata redatta utilizzando materiale raccolto a partire dal 2008 nell'ambito del progetto di BuioMetria Partecipativa, utilizzato via via come base per numerose presentazioni divulgative sul problema dell'inquinamento luminoso. Il testo non ha la pretesa di costituire un riferimento esaustivo sulla materia in oggetto, mentre sicuramente può costituire uno spunto di partenza per un lettore che non sia a conoscenza del problema dell'inquinamento luminoso, delle sue principali conseguenze e delle misure oggi esistenti per combatterlo. Che cos’è l’inquinamento luminoso? Tecnicamente l’inquinamento luminoso è l’emissione di luce al di fuori delle aree in cui questa è funzionale alla visione notturna. Si può anche definire come l’introduzione indesiderata di luce nell’ambiente. Nella foto è ben visibile l’effetto più spettacolare del fenomeno. L’immagine è stata scattata nel dicembre 2010 dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) da oltre 200 km di distanza e ritrae la nostra penisola di notte. Dall’immagine si notano subito due aspetti importanti del Figura 1: “Dedicata a tutti gli italiani nel mondo” credit magisstra/flickr fenomeno: 1. E’ un problema che riguarda le zone più densamente abitate e quelle più sviluppate dal punto di vista industriale. Questo vale per l’Italia ma anche per il resto del mondo. Nell’immagine si riconoscono bene alcune delle maggiori città: Roma, Napoli, Bari, solo per fare degli esempi. 2. E’ un fenomeno importante. Quanta energia viene sprecata ogni notte per far arrivare tutta quella luce fino nello spazio! 8 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Da cosa è provocato l’inquinamento luminoso? La causa principale dell’inquinamento luminoso sono i lampioni che disperdono luce. Nell’immagine è visibile il peggiore tra i lampioni disperdenti: un globo trasparente non schermato. Questo tipo di lampione, altamente inefficiente, è in grado di sprecare oltre il 50% dell’energia che consuma. Questo perché solo una parte della luce viene correttamente Figura 2: “Il meccanismo dell’IL” - credit M. impiegata per illuminare a terra e Vedovato e G. Lunelli consentire la visione notturna (1). Il resto della luce viene sprecato perché va direttamente verso il cielo (2) oppure è luce cosiddetta “intrusiva” (3). Quest’ultima, ad esempio, può abbagliare le persone o disturbare il sonno perché entra nelle nostre camere da letto. Il mosaico seguente mostra alcune comuni tipologie di lampioni inquinanti. [1] Figura 3: “Lampioni inquinanti” - credit Giubbilini (CC) 9 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Quali problemi crea l’inquinamento luminoso? Lungi dall’essere solo un problema di astronomi e amanti del cielo, l’inquinamento luminoso nasconde molte insidie, alcune ovvie, altre meno, ma tutte molto importanti. Distruzione “dell’altra parte del paesaggio” e perdita di un’antichissima fonte di ispirazione e conoscenza. Partiamo dal problema più evidente: l’inquinamento luminoso rende difficile, se non proprio impossibile, l’osservazione delle stelle. Provoca la distruzione di quello che, di fatto, è l’altra parte del paesaggio: il cielo stellato. Ciò può essere inteso come un problema culturale e filosofico. Sicuramente il cielo stellato ha costituito (e costituisce) fonte inesauribile di inspirazione per scrittori, poeti, pittori e filosofi di ogni era. E’ però anche un problema scientifico di non secondaria importanza. Non dobbiamo, infatti, dimenticare gli enormi passi avanti che l’umanità ha fatto e sta facendo grazie all’osservazione e lo studio dei fenomeni celesti. Da sempre, il cielo è stato osservato e studiato, soprattutto a fini pratici e di controllo. L’uomo osserva il moto degli astri per comporre il calendario, necessario in agricoltura. Anche per navigare e viaggiare era necessaria la conoscenza degli astri. Non ultimo, il cielo veniva osservato per predire fenomeni come le eclissi, che da sempre incutono un certo timore nell’uomo e che in passato venivano usate per dimostrare il potere e la saggezza di chi era in grado di prevederle. Da Galileo in poi le nostre conoscenze sono letteralmente esplose ed il mondo è cambiato, nel giro di pochi anni, proprio grazie alle conoscenze derivate dall’osservazione e dallo studio del cielo e della sua meccanica. Figura 4: “Galileo Telescope” - credit Phillyist.com 10 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Ostacolo alla ricerca scientifica e alla divulgazione astronomica. L’inquinamento luminoso al giorno d’oggi costituisce un grande problema anche per lo studio del cielo, sia a livello amatoriale sia scientifico. Non è un caso che i primi ad essersi accorti del problema siano stati proprio gli astronomi e gli astrofili (amanti del cielo). La prima legge per la protezione del cielo stellato risale al 1958 ed è stata emanata in America, al fine di proteggere un importante osservatorio in Arizona. Da allora il problema è sempre stato in crescita, a Figura 5: “Klagenfurt Obs.” - credit flickr/Geek7 (CC) causa dell’aumento esponenziale della popolazione e delle aree urbane nonché di gravi lacune culturali sull’argomento. Gli astronomi professionisti si sono dovuti ritirare nei più remoti deserti o hanno dovuto inviare i telescopi nello spazio per poter continuare le ricerche. Gli astrofili invece sono ormai condannati a fare lunghe ore di auto, di notte, alla ricerca di qualche luogo remoto, meno contaminato dalla luce dispersa. Questo comporta anche un altro importante problema: fare divulgazione astronomica e ricerca dalla città è ormai molto difficile se non impossibile. Così, molti osservatori che fino a qualche decina di anni fa erano all’avanguardia nella ricerca, sono ora avvolti in una nebbia luminosa e costretti a svolgere attività secondarie o di divulgazione, oppure alla chiusura. Possiamo citare luoghi simbolo come Arcetri (Fi), Brera (Mi), Monte Mario (Roma), solo per fare degli esempi. Stessa sorte tocca ai molti osservatori amatoriali. 11 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Spreco energetico e di risorse. Un altro aspetto legato al problema provocato dall’inquinamento luminoso è lo spreco energetico. Tutta la luce prodotta e non funzionale alla visibilità notturna è energia buttata letteralmente al vento. Considerando che, in Italia, Figura 6: "factory" - credit Ben Reierson/flickr (CC) gran parte della corrente elettrica è prodotta utilizzando fonti fossili non rinnovabili (in primis metano e olio combustibile), l’inquinamento luminoso è indirettamente responsabile anche dell’aumento dell’inquinamento atmosferico. Utilizzando impianti moderni correttamente gestiti invece il risparmio è considerevole, dal 30% al 50%! In Italia si trovano ormai diversi comuni che hanno rinnovato il proprio parco luci, vedendo aumentare la luce a terra e diminuire sensibilmente i consumi elettrici. [2] Abbagliamento e ridotta sicurezza stradale e urbana. Passiamo ai problemi forse meno noti. Un’errata illuminazione stradale può causare diversi pericoli alla circolazione dei veicoli e dei pedoni. Non è assolutamente vero che più luce equivale a più sicurezza. Una cattiva illuminazione, ad esempio eccessiva in alcune zone ed assente in altre, rende abbaglianti le aree illuminate e molto scure quelle senza illuminazione. Il concetto principale di una buona illuminazione urbana è quello non di illuminare tanto ma di farlo in maniera uniforme, in modo da eliminare eccessivi contrasti. Anche cartelloni Figura 7: “attraversamento pedonale” - credit Cielobuio 12 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. pubblicitari illuminati male, nonché fari e lampade non schermati possono abbagliare e distrarre l’automobilista. Una delle zone più rischiose per i pedoni in città è l’attraversamento pedonale: quando questo è male illuminato rende poco visibile la persona che attraversa e le luci non schermate dirette negli occhi degli automobilisti rendono ancora più pericolosa la situazione. Spesso si assiste a situazioni paradossali: con lo Figura 8: "ippodromo" - credit Giubbilni (CC) scopo di risolvere il problema lo si accentua. Dagli impianti sportivi, in particolar modo, capita spesso che fuoriescano quantità spropositate di luce che letteralmente invadono le strade circostanti, costringendo gli automobilisti a procedere con molta cautela per non correre pericoli. Un altro aspetto riguarda la sicurezza nelle aree residenziali. E’ opinione comune che per avere maggior sicurezza di notte, cioè per tenere alla larga ladri o malintenzionati, si debba illuminare i giardini e le aree circostanti le abitazioni tutta la notte. Questo è un controsenso. E’ chiaro che i ladri per agire hanno bisogno della luce, quindi è molto più sospetta un’eventuale torcia che si agita nel buio in piena notte di un giardino sempre illuminato. E’ un dato ormai assodato che la maggior parte dei furti avviene di giorno o nei periodi di vacanza, quando cioè le case sono vuote. Una soluzione a questo problema è data dalla possibilità di installare sensori di presenza, cioè dei dispositivi elettronici che accendono le luci solo in presenza di movimento. 13 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Problemi per la salute ed il benessere delle persone. Avere una luce costante negli occhi di notte è fastidioso, ovviamente. I problemi però non si limitano al fastidio. Il nostro corpo si è sviluppato per vivere in alternanza tra il giorno e la notte. Se da un lato il nostro organismo ha bisogno Figura 9: "insonnia" di un certo numero di ore di luce durante il giorno, dall’altro, necessita di alcune ore di buio durante la notte. È di notte, infatti, che l’organismo produce un ormone, la melatonina, che è fondamentale per il nostro equilibrio psicofisico. Essa, fra le altre cose, regola il ritmo circadiano (l’alternanza tra giorno e notte). La melatonina si può addirittura acquistare al supermercato, sotto forma di integratore alimentare, per combattere disturbi del sonno e problemi legati al jet lag (ovvero al cambio repentino di fuso orario). Ormai sono moltissimi gli studi al riguardo. E’ accertato che anche una piccola quantità di luce durante la notte (specialmente luce molto bianca/blu), inibisce la produzione di melatonina. Una costante soppressione di questo ormone, può avere effetti molto gravi sulla nostra salute e portarci a sviluppare malattie croniche importanti [3]. Distruzione dell’habitat (notturno) di molte specie di animali. Come l’uomo, anche gli animali hanno bisogno di periodi di luce e di buio. Anzi, vi sono moltissime specie di animali che svolgono le loro funzioni più importanti di notte. Possiamo definire la notte come l’habitat principale di alcuni animali come i rapaci Figura 10: "insetti e pipisterello" - credit Giubbilini (CC) notturni, i pipistrelli, molti insetti, rettili ecc. Quindi, invadere la loro notte con la luce equivale a 14 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. distruggere il loro habitat. Molti animali, inoltre, risentono in maniera più o meno indiretta dell’illuminazione eccessiva e incontrollata. Ad esempio gli insetti, attirati dalla luce dei lampioni, finiscono per essere predati molto più frequentemente rispetto al normale dato che i loro predatori si mettono vicino alle fonti di luce dove sanno si poter avere cibo facile ed in abbondanza (alcune specie di pipistrello si sono in particolare adattare in questo senso). Le abitudini di molti animali si modificano in maniera sensibile all’aumentare dei livelli di illuminazione notturna. Se, naturalmente, questo accade nei periodi di Luna piena (molti animali ad esempio, con la Luna piena riducono la propria attività notturna per l’aumentato rischio predatorio), un costante aumento dei livelli luminosi comporta per questi animali un notevole disagio, un maggior rischio di essere predati ed in sostanza una diminuita speranza di sopravvivenza. Altri, come gli uccelli migratori ad esempio, vengono attirati da fari, strutture illuminate come grattacieli, antenne ecc. e rimangono Figura 11: "tartarughe" - credit EHPonline.org letteralmente rapiti per ore dalla luce, girando intorno e spesso morendo esausti o schiantandosi contro le stesse strutture. Un altro animale simbolo dei problemi che l’inquinamento luminoso può portare alla fauna è la tartaruga marina. Durante gli anni settanta e ottanta, quando molte delle spiagge in cui avveniva la deposizione delle uova si sono ritrovate a ridosso di nuove zone urbanizzate, si è notata una forte diminuzione dei nidi di uova. Questo perché gli adulti non amano deporre le uova in zone luminose. Inoltre, i piccoli che nascevano sulle spiagge illuminate perdevano l’orientamento, non riuscendo a trovare rapidamente il mare, e così finivano più facilmente preda di altri animali o sotto le ruote delle auto di passaggio sulle strade limitrofe. Queste situazioni per fortuna stanno migliorando grazie all’impegno delle associazioni ambientaliste ed alla sensibilità degli amministratori [4]. 15 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Gli effetti positivi dell’inquinamento luminoso. Al momento non risultano noti effetti positivi dell’inquinamento luminoso… se escludiamo la possibilità, per gli astronauti, di vedere la Terra brillare dallo spazio! Come si diffonde l’inquinamento luminoso? L’inquinamento luminoso si diffonde dalla sorgente luminosa a causa della presenza dell’atmosfera. Più l’atmosfera è spessa ed opaca, più la luce si diffonde. Ha lo stesso effetto di un vetro satinato. E’ per questo motivo che i raggi di luce con basso angolo sull’orizzonte si diffondono di più: lo strato di atmosfera che si Figura 13: “Come si diffonde l’IL” - credit M. trovano di fronte è maggiore e quindi Vedovato e G. Lunelli contiene una maggiore quantità di particelle opache (vedi la lunghezza delle frecce nel disegno di lato). La luce che viene inviata direttamente verso l’alto, invece, da questo punto di vista è meno dannosa perché ha minore possibilità di diffondersi. Ad ogni modo, l’effetto che l’atmosfera ha sulla luce dei lampioni è lo stesso effetto che ha sulla luce proveniente dal Sole: la diffonde, impedendoci di vedere le stelle. Infatti, se non ci fosse l’atmosfera, anche di giorno vedremmo un cielo nero Figura 12: "giorno con stelle" – Stellarium (CC) 16 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. e stellato, come di notte. Non potendo però, fare a meno dell’atmosfera, è necessario individuare altre soluzioni al problema. I cinque criteri per una corretta illuminazione. Di seguito vediamo i cinque pilastri fondamentali per una corretta illuminazione e gestione della luce (per approfondimenti: www.cielobuio.org). 1. Come illuminare. Il metodo più semplice per limitare la quantità di luce inviata verso l’alto è quello di usare lampioni schermati nei quali la lampada sia completamente contenuta nel corpo illuminante e che non emettano luce ad angoli superiori ai 90° sopra Figura 14: “confronto” - credit M. Vedovato e G. Lunelli l’orizzonte. Lampioni del genere si dicono “full cut-off”. La luce non viene dispersa ma è convogliata solo dove serve. Nelle notti con nebbia è facilmente visibile il cono di luce tipico di questi impianti. Esistono molti esempi di impianti a norma. Nella foto seguente sono visibili alcuni fra i modelli più comuni. E’ anche importante installarli correttamente. Oltre a selezionare corpi illuminanti full cut-off, è anche importante che gli stessi vengano installati correttamente. Se una volta, con i vecchi impianti, era necessario inclinare il corpo illuminante per convogliare la luce dove serviva, con conseguente spreco, con i nuovi impianti questo non è più necessario. I corpi illuminanti di ultima generazione sono dotati di ottica al loro interno e sono realizzati in modo che, anche se installati orizzontalmente (come deve essere), convoglino la luce correttamente dove è necessario. 17 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Figura 15: "lampioni full cut-off" - credit Giubbilini (CC) 2. Quanto illuminare. Un altro aspetto da considerare per limitare gli sprechi è la quantità di luce che si impiega per illuminare. A questo proposito torna utile fare un esempio idraulico. Pensiamo di voler riempire rapidamente una bacinella con un rubinetto. Se l’acqua dal rubinetto uscisse troppo forte, una parte di essa uscirebbe dalla bacinella. Se invece regoliamo la potenza del rubinetto in maniera ottimale, si riesce a riempire la bacinella in minor tempo, senza sprecare acqua. Questo è esattamente quello che si deve fare quando si realizza un impianto di illuminazione. Se si dosa la potenza delle lampade in maniera ottimale, si riuscirà ad illuminare correttamente, senza sprecare energia. Certamente, non Figura 16: "rubinetto" - credit D. Bonata 18 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. si riuscirà mai a portare a zero la quantità di luce che viene dispersa in questo modo, perché una certa quantità dovrà per forza “rimbalzare” sulle superfici da illuminare e andare verso l’alto. Questo è il meccanismo che ci consente di vedere di notte. Si può però ridurre al minimo la luce che “rimbalza”: ad esempio studiando le superfici da illuminare e scegliendo caso per caso la quantità di luce più adatta (superfici chiare avranno bisogno di meno luce, superfici scure di più luce ecc.). 3. Ottimizzare l’impianto. Un altro aspetto strettamente legato alla quantità di luce da inviare a terra è il numero dei lampioni da installare. Ottimizzando il rapporto tra la distanza dei pali e la loro altezza, è possibile ottenere l’illuminazione più efficiente, riducendo al minimo il numero dei pali. Il rapporto minimo da mantenere per quasi tutte le leggi regionali italiane è 3,7 (quindi ad esempio se ho pali alti 10 m, li devo installare almeno ad una distanza di 37 m l’uno dall’altro). Con gli impianti moderni, comunque, questo Figura 17: "lampioni" - credit Giubbilini (CC) valore può in molti casi essere superato. 4. Usare lampade efficienti. Al fine di risparmiare energia è anche importante utilizzare sorgenti luminose moderne ed efficienti. Non tutte le lampadine emettono la stessa luce. Infatti, esiste un parametro che, a parità di energia elettrica consumata, indica quanta luce viene emessa dalla sorgente. A parità di energia elettrica consumata, si preferiscono le sorgenti che emettono più luce. Con l’avvento dei LED, però, Figura 18: "fonti luminose" 19 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. questo concetto va rivisto ed ampliato con il concetto di “qualità della luce”, che vedremo più avanti. 5. Gestione dell’impianto. L’ultimo aspetto che si inserisce nell’ottica del risparmio energetico, oltre che della riduzione dell’inquinamento luminoso, è quello della corretta gestione dell’illuminazione. Molto spesso capita di vedere strade deserte di notte o vie ciclabili illuminate a giorno, a qualsiasi ora della notte. Pur mantenendo i parametri d’illuminazione minimi per garantire la sicurezza delle strade, è possibile ridurre l’illuminazione di determinate strade dopo una certa ora nella notte. Quindi, strade fortemente trafficate, che nelle prime Figura 19: "skyglow" - credit PatricJ/flickr (CC) ore serali necessitano di forte illuminazione, possono essere illuminate meno con il procedere della notte, ovvero quando il flusso di traffico diminuisce. Tale regolazione può essere eseguita in automatico con dispositivi programmabili, ad esempio i riduttori di flusso. Questi ultimi, inoltre, stabilizzano la corrente in ingresso alle lampade, assicurandone una durata maggiore. La qualità della luce. Come accennato poco sopra, la qualità della luce è oggi un aspetto molto importante da considerare nella realizzazione di un impianto di illuminazione. Non tutte le luci, infatti, sono uguali e non tutte interferiscono allo stesso modo con l’ambiente e con l’uomo. La luce visibile costituisce una parte dello spettro elettromagnetico. L’intervallo di lunghezze d’onda del visibile va circa dai 380 nm (leggi: nano metri) a 760 nm. Le lunghezze d’onda inferiori sono relative al blu, quelle superiori al rosso. Il grafico che raffigura il tipo di luce si chiama spettro. Ogni luce ha un suo spettro che la caratterizza. La luce del giorno, ad esempio, ha uno spettro molto uniforme su tutte le lunghezze 20 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Figura 20: "spettro elettromagnetico" d’onda. Le lampadine ad incandescenza (Tungsten Incandescent nell’immagine sopra) invece hanno poche componenti con basse lunghezze d’onda e via via crescenti verso lunghezze d’onda maggiori: non a caso, la luce delle lampadine ad incandescenza è tendente al giallo-rosso. Altre tipologie di fonti luminose hanno spettri differenti. Un tipo di luce molto comune sulle nostre strade è quella arancione. Questo tipo di luce deriva dalle lampade al sodio, a bassa o ad alta pressione. Le lampade al sodio a bassa pressione (Low Pressure Sodium) hanno uno spettro formato soltanto da una riga molto alta intorno ai 600 nm, ed emettono una luce gialla, da cui deriva una resa cromatica molto bassa, cioè non consentono di riconoscere bene i colori di ciò che illuminano. Per questo oggi si preferisce usare le lampade al sodio ad alta pressione (High Pressure Sodium) che hanno una migliore resa cromatica. Un altro tipo di luce molto diffusa sulle nostre strade è quella delle lampade al mercurio, che producono una luce piuttosto bianca. Le lampade al mercurio sono vietate da qualche anno (perché contengono mercurio, che è tossico e altamente inquinante) e quindi via via verranno sostituite. Qual è però la differenza tra una fonte e l’altra dal punto di vista dell’inquinamento luminoso? Ci sono due differenze fondamentali, legate entrambe alla lunghezza d’onda della luce emessa. La prima riguarda l’interferenza della luce artificiale con le scienze astronomiche. In astronomia, infatti, si studia la debole luce proveniente dalle stelle. Questa si trova nella parte bassa dello spettro visibile, nel blu. Se la luce artificiale usata per la pubblica illuminazione ha componenti ridotte nel blu, basterà 21 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. “tagliare” le altre lunghezze d’onda con gli appositi filtri applicati ai dispositivi di osservazione per evitare il problema dell’interferenza. Per questo motivo, dal punto di vista astronomico, la migliore luce in assoluto è quella al sodio a bassa pressione: Avendo uno spettro caratterizzato da una riga centrata sui 600 nm, può essere “tagliato” senza interferire sulla luce utile alle osservazioni. La luce al sodio ad alta pressione è una via di mezzo tra la migliorata resa cromatica ed uno spettro non proprio nullo alle basse lunghezze d’onda, ma comunque non troppo invasivo. Ad esempio, lampade al mercurio o agli alogenuri metallici hanno spettri più consistenti nella zona del blu. La loro luce, quindi, è più difficilmente filtrabile e più dannosa alla ricerca astronomica. L’altro aspetto legato alla qualità della luce riguarda la cosiddetta temperatura di colore e verrà illustrato nel prossimo paragrafo. I LED: la luce del futuro. I LED, molto probabilmente, saranno la luce del futuro. Hanno a loro favore molti aspetti, fra i quali il fatto di consumare pochissima energia, di poter essere accesi e spenti immediatamente (al contrario delle luci usate attualmente, che richiedono un certo tempo di riscaldamento) e sono di dimensioni molto ridotte. Non sono comunque, come spesso si vorrebbe far credere, la soluzione all’inquinamento luminoso. Sono fonti luminose e come tutte le fonti luminose devono essere correttamente montate ed utilizzate. Un altro problema che attualmente affligge i LED, è l’elevata concentrazione del fascio di luce emanato. Questo può causare un effetto fastidioso e pericoloso: l’illuminazione a chiazze. Come è visibile nella foto, l’alternanza di luce/ombra tipica di alcuni impianti realizzati a LED è particolarmente pericolosa durante la guida. Per risolvere il problema si dovrebbe aumentare il numero dei pali ma così facendo si aumenterebbero troppo i costi d’impianto rispetto agli impianti tradizionali. Comunque, l’aspetto più critico, è sulla qualità della luce emessa. Figura 21: "LED" - credit Giubbilini (CC) 22 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Gli apparecchi che oggi possono vantare un’alta efficienza energetica emettono luce molto bianca e “fredda”. I LED hanno una temperatura di colore molto elevata. La temperatura di colore di una luce differenzia le luci bianche, che hanno temperatura di colore elevata Figura 22: "blu light" - credit IDA e per questo si dicono “luci fredde”, dalle luci giallo-rose che hanno temperatura di colore bassa e si dicono “luci calde”. Come si vede dall’immagine, l’alta componente di emissione nel blu, tipica dei LED, coincide con la curva di sensibilità circadiana. Questo significa che la luce blu è la più efficace nell’interferire sul nostro ciclo circadiano ed è anche la più dannosa per gli animali. Moltissimi studi riportano gli effetti negativi che ha questo tipo di luce sulla salute delle persone. Oltre a ciò, è quella che interferisce maggiormente con gli studi astronomici [5][6]. Conclusioni L’inquinamento luminoso è un problema serio e destinato ad attrarre sempre maggior attenzione nei prossimi anni. Un forte motivo d’interesse è legato ai risparmi derivabili da una corretta illuminazione, a causa, soprattutto, del crescente costo energetico. Non è però solo una questione economica. Ci sono in ballo anche problemi più importanti, come la salute dell’uomo e la salvaguardia ambientale. Molte zone potrebbero essere rivalutate grazie al crescente “turismo delle stelle”, un turismo rivolto alla ricerca di un cielo notturno incontaminato. L’aspetto positivo è che, se da una parte l’inquinamento luminoso è un problema molto complesso, dall’altra è di facile soluzione. E’ sufficiente utilizzare i corretti metodi per un’illuminazione ecosostenibile. La soluzione, quindi, non è quella di rendere più buie le nostre città ma illuminarle meglio, solo dove serve. In questo modo la qualità della vita e la sicurezza urbana miglioreranno sensibilmente. Quando le città saranno illuminate correttamente, sarà sufficiente uscire da casa per “riveder le stelle”. 23 Inquinamento Luminoso: “Accecati dalla luce”. Bibliografia [1] MARIO DI SORA, L’inquinamento luminoso, Gremese, Roma 2009. [2] LEGAMBIENTE, Clima in Comune 2011 pp. 20, 21 www.ecosportello.org [3] RICHARD G. STEVENS, DAVID E. BLASK, GEORGE C. BRAINARD, JOHNNI HANSEN, STEVEN W. LOCKLEY, IGNACIO PROVENCIO, MARK S. REA, AND LESLIE REINLIB, ”The Role of Environmental Lighting and Circadian Disruption in Cancer and Other Diseases”, Environmental Health Perspective – vol.115 n.9 September 2007. [4] C. RICH E T. LONGCORE, Ecological consequences of artificial night lighting, Island Press, Washington DC 2005. [5]DAVID C. HOLZMAN, “What’s in a color? The unique human health effect of blue light”, Environmental Health Perspective – vol.118 n.1 January 2010. [6] France Agency for Food, Environmental and Occupational Health and Safety, “Lighting systems using light-emitting diodes: health issues to be considered”, (ANSES) Press Kit 25/10/2010. Sitografia Buiometria Partecipativa (BMP): www.buiometriapartecipativa.org Cielobuio: www.cielobuio.org Lightpollution.it: www.lightpollution.it International Dark Sky Association (IDA): www.darksky.org Osservatorio di Campo Catino (IDA Italia): www.campocatinobservatory.org • StarLightInitiative: www.starlight2007.net • Fatal Light Awarness Programm (FLAP): www.flap.org • • • • • Credits Foto di copertina: Hancock Observatory – joshbousel/flickr (CC) 24 Leggereste un libro con la luce rivolta verso i vostri occhi? Credo di no, allora giriamo le lampade e iniziamo a leggere il cielo! Piero Angela