Zia malefica David Walliams Di David Walliams, pubblicato da L’ippocampo: Giò il miliardario Nonna gangster Zia malefica Illustrazioni di Tony Ross Tradotto dall’inglese da Simone Barillari Prima pubblicazione, HarperCollins Children’s Books, Londra, 2014 Testo © David Walliams, 2014 Illustrazioni © Tony Ross, 2014 David Walliams e Tony Ross certificano il loro diritto morale in qualità di autore e illustratore di quest’opera © L’ippocampo, Milano, 2015, per l’edizione italiana ISBN 978-88-6722-163-9 www.ippocampoedizioni.it Stampato e rilegato in Italia da Starprint, Bergamo Per Maya, Elise e Mitch Ringraziamenti Vorrei ringraziare queste persone: Charlie Redmayne, il gran capo della Harper Collins; Ann-Janine Murtagh, che alla Harper Collins dirige il settore dei libri per bambini; Ruth Alltimes, la mia fantastica editor. Il grande Tony Ross, che ancora una volta ha fatto vivere la storia grazie alle sue magiche illustrazioni; Kate Clarke, che ha curato la copertina; Elorine Grant, che ha progettato gli interni del libro; Geraldine Stroud e Sam White, che si occupano della promozione del libro; Paul Stevens, il mio agente letterario alla Independent; Tanya Brennand-Roper, che produce la versione audiobook dei miei libri. E infine, naturalmente, un grandissimo grazie a Barbara Stoat: è lei, in realtà, che scrive tutti i miei libri. Spero che questo vi piacerà. Non l’ho ancora letto nemmeno io, per cui non so assolutamente di cosa parli, David Walliams Questo è Saxby Hall, dove la nostra storia si svolge. Questo è l’interno di Saxby Hall. Questa è una mappa della casa e dei terreni. SAXBY HALL SERRA VIALETTO GARAGE LAGO CANCELLO MURO DI CINTA Prologo Hai anche tu una zia malefica? Una di quelle che la sera non ti lascia stare alzato per vedere il tuo programma preferito? Una zia che ti fa mangiare fino all’ultima briciola della sua disgustosa crostata al rabarbaro, anche se sa benissimo che detesti il rabarbaro? Per caso anche tua zia ha l’abitudine di dare un bel bacio bavoso al suo adorato barboncino e, subito dopo, un bel bacio bavoso anche a te? Non è che anche tua zia si sbafa tutti i cioccolatini più buoni che ci sono nella scatola e a te lascia solo la tremenda pralina al liquore di ciliegie nere? Non è che anche tua zia ti chiede di metterti quell’orrendo maglione che pizzica, e che lei ha fatto a maglia apposta per te come regalo di Natale? Quello su cui c’è scritto davanti, in caratteri cubitali viola, “Adoro la mia zietta”? Be’, per quanto possa essere malefica tua zia, sappi che non sarà mai allo stesso livello di maleficità della zia Alberta. Zia Alberta è la zia più malefica che sia mai esistita. Vuoi conoscerla? 17 Sì? Ci avrei giurato. Ecco allora la zia Alberta, in tutta la sua malefica maleficità… Cattivissimi occhi neri Monocolo Grande Gufo delle Montagne Bavaresi Berretto da cacciatore Capelli rossi Pipa Perenne ghigno Sei seduto scomodo? Allora comincio… Ciondolo a forma di gufo Grosso guanto di cuoio Giacca di tweed Pantaloni alla zuava Stivaletti con la punta d’acciaio Ti presento gli altri personaggi della storia… Wagner è un Grande Gufo delle Montagne Bavaresi. La giovanissima lady Stella Saxby. Gibbon è il vecchio maggiordomo di Saxby Hall. Questo è Fuliggine, uno spazzacamino. David Strauss è un poliziotto. I Gelo Era tutto confuso, sfocato. In un primo momento c’erano solo dei colori sparsi. Poi qualche linea. Infine la stanza prese lentamente forma nello sguardo annebbiato di Stella. La ragazzina si rese conto che si trovava nel suo letto. La sua cameretta era solo una delle infinite stanze della gigantesca villa di campagna. A destra c’era il guardaroba, a sinistra un tavolino da toeletta, incorniciato da un’alta finestra. Stella conosceva a memoria quella stanza proprio come conosceva Zia malefica Gelo a memoria la sua faccia quando la guardava allo specchio. Era tutto bianco. Una fitta nevicata aveva ricoperto il Saxby Hall era sempre stata casa sua. Ma in quel momento, paesaggio a perdita d’occhio: il grande prato lievemente in per qualche motivo, tutto aveva un’aria strana. pendenza che si stendeva davanti alla dimora, il lago enorme Da fuori non arrivava il minimo rumore. La villa non era mai stata così silenziosa. Tutto taceva. Sempre stesa nel suo letto, Stella girò la testa da una parte per guardare fuori dalla finestra. e profondo, i campi vuoti. File di ghiaccioli pendevano dai rami degli alberi. Era tutto gelato. Non si riusciva a vedere il sole. Il cielo aveva il colore smorto della creta. Sembrava che non fosse davvero né 24 25 Zia malefica Gelo giorno né notte. Erano le prime luci del mattino o le ultime O magari di sconcuotersi. Provò allora a muovere una per luci del pomeriggio? Stella non ne aveva idea. una le dita del piede sinistro, e poi quelle del piede destro. Si sentiva come se avesse dormito tutta la vita. Erano E una per una si rifiutarono fermamente di fare qualsiasi passati giorni? Mesi? Anni? Aveva la bocca secca come cosa. Sentendo crescere il panico, Stella provò a ruotare le la sabbia del deserto, e il suo corpo era pesante come un caviglie, poi ad allungare le gambe e a piegare le ginocchia, macigno e immobile come una statua. e infine si concentrò con tutta se stessa nel tentativo di Per un attimo Stella pensò che era ancora addormentata, e che stava sognando. Sognando di essersi svegliata nella sollevare le braccia. Impossibile: era come se fosse stata sepolta dalla testa ai piedi nella sabbia. sua cameretta. Aveva già vissuto prima quel sogno, ed era Di colpo sentì un rumore che veniva da dietro la porta spaventoso perché, per quanti sforzi facesse, non riusciva a della sua camera. La villa era stata costruita centinaia di muoversi. Era di nuovo lo stesso incubo? O qualcosa di più anni prima e apparteneva alla famiglia Saxby da molte sinistro? generazioni. Era così vecchia che tutto scricchiolava, e così Per controllare se fosse ancora addormentata e stesse grande che ogni minimo rumore rimbombava nell’infinito sognando, Stella pensò che poteva provare a labirinto dei corridoi. A volte Stella pensava che la casa muoversi. Partendo dalle estremità del fosse infestata dagli spiriti. Che un fantasma si aggirasse suo corpo, provò a scodinzolare minaccioso per Saxby Hall nel cuore della notte. Quando un po’ il dito del piede. Ma, per andava a letto, era convinta di poter sentire qualcuno o quanti sforzi facesse, il dito non qualcosa che si muoveva dietro il muro della sua stanza. ne voleva sapere di scodinzolare In certi casi le sembrava perfino di sentire una voce che o anche solo di scuotersi un po’. la chiamava. Allora si precipitava terrorizzata in camera 26 27 Zia malefica Gelo di mamma e papà e si arrampicava sul loro letto. Mamma “Mamma? Sei tu?”, gridò lei. Sentendo la sua voce e papà la stringevano forte e le dicevano che una bella risuonare così forte, Stella capì che quello non era un sogno. bambina come lei non doveva avere quei brutti pensieri. Dall’altra parte della porta le rispose un terribile silenzio. Tutti quegli strani rumori erano solo il cigolio delle Stella chiamò a raccolta tutto il suo coraggio e gridò vecchie tubature dell’acqua e lo scricchiolio delle assi del di nuovo: “Chi è?”, quasi implorando una risposta. “Per pavimento. favore, chi è?” Fuori le assi scricchiolarono. Qualcuno o Stella, però, non ne era così sicura. qualcosa l’aveva spiata attraverso il buco della serratura. I suoi occhi esploravano ansiosamente ogni centimetro La maniglia si abbassò, e la porta si aprì lentamente. della gigantesca porta di quercia. A mezza altezza c’era La camera era immersa nel buio, ma il corridoio era il buco della serratura, anche se lei non aveva mai chiuso a chiave la porta e non sapeva nemmeno dove fosse la chiave. Di sicuro doveva averla persa cent’anni fa qualche suo bis-bis-bis-nonno. Uno di quei lord o lady Saxby dall’espressione arcigna, i cui ritratti a olio erano appesi ogni due metri nei corridoi della villa. Il buco della serratura, che prima era illuminato, si oscurò all’improvviso. A Stella parve di vedere, per un attimo, il bianco di un occhio che la osservava attraverso la toppa, e che poi sparì di colpo. 28 29 Zia malefica illuminato, per cui tutto quello che Stella poté vedere all’inizio fu soltanto una sagoma. I contorni erano quelli di una figura tanto larga quanto alta – a dir la verità, larga lo era, ma alta non particolarmente. Indossava una giacca su misura e pantaloni alla zuava (quei lunghi bermuda con un rigonfiamento alla fine che portano a volte i giocatori di golf). La testa della figura era coperta da un cappello da cacciatore, con i lembi delle orecchie rozzamente abbassati. Dalla bocca sporgeva una pipa lunga e massiccia, e ben presto la stanza si riempì di volute di tabacco dall’aroma fastidiosamente dolciastro. Su una mano aveva un grosso guanto di cuoio e, appollaiata sul guanto, troneggiava l’inconfondibile sagoma di un gufo. Stella capì immediatamente chi era la persona sulla soglia. Era la malefica zia Alberta. “Be’, finalmente ti sei svegliata, bambina”, disse la zia Alberta. La voce della donna era profonda e pastosa, come un cioccolatino al liquore. Alberta varcò la soglia ed entrò nella camera della nipote, facendo rimbombare i suoi grossi stivali sulle assi del pavimento. 30 31 Zia malefica Ora, nella penombra, Stella riusciva a distinguere il II pesante tweed del suo vestito, e i lunghi e affilati artigli del gufo stretti intorno alle dita del guanto. Era un Grande Il bambino scomparso Gufo delle Montagne Bavaresi, la più maestosa specie di gufo esistente in natura. Nei villaggi della Baviera la gente aveva dato a questi gufi il soprannome di “orsi volanti” proprio per le loro impressionanti dimensioni. Il gufo si chiamava Wagner, un nome insolito per un insolito animale Prima di continuare con la nostra storia, devo raccontarvi domestico, ma anche la zia Alberta, del resto, era una un po’ di più di zia Alberta e spiegarvi perché era così persona estremamente insolita. malefica. “Quanto ho dormito, zia?”, chiese Stella. Zia Alberta tirò una lunga boccata di fumo dalla sua pipa, e sorrise: “Oh, soltanto qualche mese, bambina”. 33