COSA SONO LE STELLE COME NASCONO LE STELLE COME EVOLVONO LE STELLE CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Le STELLE sono corpi celesti che brillano di luce propria e che, ad eccezione del Sole, ci si presentano sempre puntiformi. DOMANDE: Come fa a brillare una stella? Per quanto tempo può farlo? Oggi sappiamo che deve esserci un processo che genera energia e che le stelle disperdono energia. Proprio come noi. Quindi le stelle in un certo senso «vivono», e per vivere devono «nascere» e poi «morire» SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 2 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 LE NEBULOSE: GENERALITA’ CONTRAZIONE DELLE NEBULOSE DALLE PROTOSTELLE ALLE STELLE CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Una NEBULOSA è un corpo celeste di natura diffusa composto essenzialmente da gas e polvere in quantità variabile e con densità, e temperatura, variabili. Il costituente principale del gas è l’idrogeno, mentre in base alla densità si ottengono nebulose a diverse temperature: dalle nebulose fredde, a circa -°C, a quelle calde normalmente a 7500°C, fino a quelle che emettono solo nello spettro X, a circa un milione di gradi. Le polveri sono invece prevalentemente composte da silicati e grafite e dovrebbero avere origine dalle prime stelle esplose. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 4 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 In genere si è soliti distinguere tra tre tipologie di nebulose: AD EMISSIONE: il gas della nebulosa viene eccitato dalla radiazione di stelle vicine. Si ionizza, acquistando energia e poi rilasciandola, quindi «emettendo» energia in seguito ad un processo di ionizzazione. Esempio classico è M42 in Orione. Queste nebulose hanno un classico colore rosso. A RIFLESSIONE: la radiazione delle stelle vicine non è talmente forte da ionizzare il gas della nebulosa che, quindi, si limita a «deviarla», facendola rimbalzare. Quindi, riflettendo la luce. Queste nebulose hanno un colore tipicamente azzurro ed un esempio è la nebulosa Strega, in Orione. OSCURE: sono banchi fitti di polveri visibili solo perché posti prospetticamente sopra nebulose più chiare. Esempio è Barnard 33 SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 5 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Le aree delle nebulose in cui ha luogo la formazione stellare sono dette nubi molecolari: si tratta di nubi fredde, intorno a poche centinaia di gradi sopra lo zero assoluto, e che occupano enormi regioni di spazio. Qui è consentita la formazione di svariate molecole (CO, H2O e H2). Possono avere masse fino a 2x106 masse solari, con diametri fino a 350 anni di luce. La massa totale delle nubi molecolari della nostra Galassia dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 miliardi di masse solari. Tuttavia, se potessimo addentrarci all'interno di una nube molecolare troveremmo soltanto 200 o 300 molecole di idrogeno per centimetro cubico. Gli astronomi hanno dedotto che nubi molecolari ed emissioni di monossido di carbonio sono intimamente legati. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 6 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Quando una nube molecolare comincia a creare un punto di accumulazione di massa si è creata una PROTOSTELLA, materiale interstellare che si trova in fase di condensazione e che fa da preludio alla nascita di una nuova stella. REQUISITO NECESSARIO: la nube deve avere una temperatura inferiore a 100 K, altrimenti gli atomi che collidono non riescono a rimanere uniti e ad accrescere le dimensioni. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 7 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Quando le nubi si contraggono, gas e polveri opacizzano sempre più la nube che assume quindi le sembianze di una scura regione di formazione stellare. Queste regioni sono generalmente note come Oggetti di Barnard, dal nome di Edward Barnard, il primo astronomo a catalogare tutti questi oggetti. Il più grande oggetto di Barnard può avere massa pari a 10.000 masse solari, con un diametro di circa 10 parsec. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 8 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 La protostella non è quasi mai visibile, troppo fredda, e può essere vista soltanto come punto buio su uno sfondo luminoso, quindi in negativo rispetto al solito. Queste masse globulari oscure, più piccole degli oggetti di Barnard e spesso contenute in essi, sono dette globuli di Bok (dal nome di Bart Bok). Hanno temperature molto basse, intorno ai 10 K, ed una densità da 10 a 20.000 particelle (grani di polveri, atomi di gas e molecole) per centimetro cubico. La dimensione di questi oggetti può variare considerevolmente ma in media un globulo di Bok occupa circa 1 parsec in diametro, con masse comprese tra una massa solare e mille masse solari. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 9 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Ci sono svariate forze che si oppongono al collasso della nube interstellare. • • • • rotazione della nube pressione del gas moto turbolento del gas campi magnetici In realtà, se non vedessimo le stelle saremmo più propensi a dire che non possono formarsi! Esiste un delicato equilibrio tra l'attrazione gravitazionale esercitata dalle particelle delle nubi e l'energia termica che resiste al collasso. Se la prima domina sulla seconda, la stella può formarsi. Ma, allora, cosa determina la vittoria della forza gravitazionale? Ce lo dice il SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 10 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Il CRITERIO DI JEANS indica dimensione e massa minime (massa e dimensione di Jeans) che la nube deve avere affinché la gravità possa vincere sulla radiazione termica, date la densità, la temperatura e la massa della nube di partenza. La massa di Jeans aumenta con la temperatura e diminuisce con la densità. La massa di Jeans è quindi la massa di una nube il cui raggio è pari alla dimensione di Jeans. Rj = (kT/Gm2n)1/2 dove: k è la costante di Boltzmann pari a 1,3806x10-23JK-1 T è la temperatura in Kelvin G è la costante gravitazionale pari a 6,67x10-11Nm2kg-2 m è la massa degli atomi di idrogeno pari a 1,67x10-27kg n è il numero di particelle (densità) SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 11 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 La nube deve avere una temperatura molto bassa e deve essere molto densa. Per questo, le nubi dense ed oscure dovrebbero essere le più favorevoli alla formazione stellare, essendo sufficiente una massa minore per causare il collasso. La massa di Jeans, però, tralascia alcuni aspetti come la rotazione, la turbolenza ed il campo magnetico che tendono ad inibire la contrazione. Alcune nubi stellari con una massa superiore a quella prevista da James Jeans sembrano molto stabili. L'instabilità viene dall'esterno, dalle perturbazioni. Tuttavia il criterio di Jeans è comunque un ottimo inizio per determinare la possibilità di formazione stellare. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 12 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Non si è detto nulla sul motivo per il quale la nube molecolare, ad un certo punto, inizia a spiraleggiare ed a "cadere" gravitazionalmente verso un punto che sarà, in seguito, una protostella. I meccanismi che possono spiegare questo innesco della formazione stellare sono riconducibili essenzialmente a tre, sebbene ancora sia un argomento molto dibattuto in astrofisica: 1. i bracci delle galassie a spirale: le galassie girano ed i bracci comprimono durante la rotazione le nubi molecolari creando, a volte, regioni più dense che iniziano ad attrarre maggiori quantità di gas e polvere; 2. l'espansione delle regioni HII: le stelle più potenti (spettro O-B) emettono una radiazione che spinge il gas circostante, lo comprime creando altre zone di formazione stellere in una reazione a catena. Un esempio è in M42, con le stelle del Trapezio; 3. le esplosioni di supernovae: l’onda d’urto creata dalla stella esplosa comprime il gas circostante dando vita a nuove contrazioni e nuove stelle. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 13 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 L'addensamento del gas (soprattutto idrogeno ed elio) provoca: - diminuzione del volume - innalzamento della temperatura - radiazione nello spettro visibile. La nube diventa opaca a causa della densità di atomi. Se la massa non è sufficiente da far raggiungere una temperatura accettabile, si forma un corpo celeste gassoso come Giove. Se la massa è inferiore a un decimo della massa solare, circa, si crea una nana bruna. Se la temperatura della protostella raggiunge i 10 milioni di gradi, nasce una stella. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 14 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Una nana bruna è una stella originata da una nebulosa stellare troppo piccola per permetterle di sviluppare una fusione nucleare di idrogeno in elio. La sua luminosità è molto limitata. Le sole reazioni riguardano litio e deuterio, elementi molto leggeri, che nelle altre stelle non vengono nemmeno presi in considerazione dal momento che bruciano subito. Questo consente a questo tipo di stelle di continuare a brillare nel rosso e nell'infrarosso dello spettro anche una volta terminato il deuterio. La nana bruna è destinata a perdere anche questa debole forma di lucentezza iniziando a vagare invisibilmente nell'universo. La temperatura di una nana bruna varia dai 2.300 ai 25 °C delle nane di classe Y scoperte da WISE nel 2011. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 15 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Le stelle brillano di luce propria, generata attraverso delle fusioni nucleari interne di deuterio prima e di idrogeno poi. Per arrivare a questo, la protostella deve avere una temperatura di almeno 10 milioni di gradi ed una massa indicata in circa un decimo della massa solare. A 10 milioni di gradi Kelvin si innesca la catena protone-protone che porta ad una serie di reazioni nucleari interne tali da generare energia da contrapporre al collasso gravitale della nebulosa di partenza. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 16 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Alcuni protoni sono talmente veloci da vincere la repulsione reciproca e da legarsi, all'insegna dell'interazione nucleare forte. La fusione dei protoni dà luogo a nuclei di elio, la cui massa è minore rispetto alla somma delle masse delle particelle che lo hanno composto il che libera energia secondo la famosa E=mc2 di Einstein. L'innesco della reazione stabilizza il cuore stellare e l'energia termica sprigionata riesce a far fronte alla forza implosiva del collasso gravitazionale: si parla in tal caso di equilibrio idrostatico. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 17 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 L'idrogeno è l'elemento più leggero ed ha un nucleo composto da un protone soltanto. Il nucleo di elio, invece, ha quattro particelle nucleari, due protoni e due neutroni. Così, quattro nuclei di idrogeno sono necessari per formarne uno di elio. La reazione inizia con una interazione tra due protoni che giungono alla distanza di 10-15 metri l'uno dall'altro: in questo caso può avvenire una reazione nucleare anche se c'è un piccolo problema. I due protoni hanno carica positiva e tendono a respingersi. A temperatura ambiente non c'è proprio modo di far collidere questi due protoni, visto che non c'è energia sufficiente a contrastare la loro reciproca repulsione. Per ovviare a questo problema occorre dare ai protoni velocità considerevoli, il che avviene nei nuclei delle stelle dove la temperatura si aggira intorno ai 10 milioni Kelvin ed i protoni percorrono qualcosa come un milione di chilometri ogni ora. Anche in queste condizioni, tuttavia, la reazione è ancora difficile da ottenere: un protone potrebbe viaggiare miliardi di anni prima di scontrarsi con un altro. Ciò che rende possibile il tutto è la presenza di un enorme numero di protoni all'interno delle stelle, il che permette (ad esempio, nel Sole) di avere ogni secondo circa 1034 collisioni. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 18 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 La massa limite è di 200 masse solari, visto che oltre questa soglia l’altissima pressione spazzerebbe via ogni materiale aggiuntivo. Maggiore è la massa e tanto più rapido è il tempo di formazione della protostella (da pochi milioni di anni a cento milioni di anni). Il PERCORSO DI EVOLUZIONE mostra i livelli di luminosità e temperatura raggiunti durante il ciclo di vita della protostella: le stelle con massa maggiore raggiungono la stabilità con luminosità e temperature superficiali molto maggiori. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 19 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 FASE 1: la nebulosa è vasta quindi molto brillante nonostante la bassa temperatura; FASE 2: l’elevata luminosità fa perdere energia molto rapidamente e il collasso è veloce. Aumento graduale della temperatura mentre la luminosità cala vistosamente; FASE 3: il nucleo raggiunge 10 M K e iniziano le fusioni che ancora non bastano a pareggiare il collasso, quindi la curva risale: il riscaldamento aumenta la luminosità; FASE 4: la fusione aumenta e porta la stella in equilibrio idrostatico. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE La stella arriva PRINCIPALE. in SEQUENZA 20 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Da una stessa nebulosa non nasce una sola stella ma un insieme di stelle giovani, spesso molto calde e azzurre, chiamato AMMASSO APERTO. Alcuni meccanismi sono ignoti: perché non tutto il gas si addensa in stelle? Perché nascono stelle di massa differente? SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 21 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Maggiore è la massa e maggiore è la luminosità delle stelle, che saranno di colore azzurro. Il diagramma HR riporta la distribuzione delle stelle di sequenza principale, quindi senza giganti rosse. Il tempo passato come stella di sequenza principale è molto più lungo del tempo impiegato a dar vita alla stella. Il Sole impiega circa 20 milioni di anni per formarsi e resta sulla sequenza principale per circa 10 miliardi di anni. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 22 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Non tutto il materiale della nebulosa va a cadere nelle stelle e non tutto il materiale che cade nella protostella finisce poi con il formare le stelle. Ci sono svariati meccanismi per il guadagno e la perdita di massa, quali: SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 23 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Protostelle con: 1. Luminosità che muta irregolarmente in pochi giorni 2. Linee di assorbimento e di emission. 3. Produzione di litio in seguito al conflitto tra collasso ed espansione termica 4. Masse di circa 3 masse solari 5. Età di 1 milione di anni 6. Sottili nubi di gas molto caldo emesso nello spazio ad una velocità di circa 80 km/s 7. Espulsione da 10-8 a 10-7 masse solari annue (il Sole espelle nello stesso periodo 104 masse solari). La fase T-Tauri può durare circa 10 milioni di anni, durante i quali viene espulsa massa per circa una massa solare. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 24 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Ci sono altre stelle giovani con masse maggiori di 10 masse solari che non variano la propria luminosità come le T-Tauri ma che emettono massa in seguito alle forti radiazioni dovute agli alti livelli di pressione in superficie. Sono le stelle Ae e Be, con masse superiori alle dieci masse solari che raggiungono la sequenza principale prima che gas e polveri riescano a disperdersi, con la conseguenza che queste stelle sono di solito viste soltanto tramite luminosità infrarossa nelle nubi molecolari. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 25 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Meccanismo di aggiunta di massa alla formazione stellare. La nube originaria inizia ad addensarsi e la nebulosa protostellare inizia a ruotare (Conservazione del Momento Angolare). Il materiale che si addensa va a formare un disco, chiamato disco protostellare. Il gas e le particelle di polvere della nebulosa collidono e ruotano fino a formare la protostella, aggiungendovi massa. Questo processo è noto con il nome di accrescimento, e il materiale che compone questo disco è chiamato disco di accrescimento circumstellare. L'interazione tra i campi magnetici, i getti ed il disco di accrescimento rallentano la rotazione della protostella, il che spiega il motivo per il quale molte stelle ruotano più lentamente di protostelle di massa simile. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 26 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Le stelle in formazione emettono materia sottoforma di getti dalle regioni polari, in grado di propagarsi nello spazio anche nell'arco di 100.000 anni a velocità pari a 300 chilometri al secondo. Quando questa materia calda entra in contatto con la materia fredda del gas interstellare, viene frenata e si generano onde di shock, il che crea fronti d'urto che a volte assumono forme ad arco. Si tratta degli oggetti di Herbig-Haro. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 27 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 STELLE DI SEQUENZA PRINCIPALE LE GIGANTI ROSSE CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Il passaggio tra protostella e stella avviene al raggiungimento della temperatura di , visto che questo rende possibile l'inizio delle reazioni termonucleari con la catena protoneprotone. Il raggiungimento di questa fase porta le stelle a bruciare idrogeno per produrre elio. Si entra nella fase di sequenza principale, una fase di equilibrio tra la spinta interna proveniente dalle fusioni e quella esterna data dal collasso gravitazionale. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 29 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Una stella appena approdata alla fase di sequenza principale è chiamata zero aging main sequence star ed è formata in genere dal 25% di elio, dal 74% di idrogeno e dall’1% di metalli. Con il passare degli anni cambia la composizione chimica: l’idrogeno si tramuta in elio e le reazioni nucleari diminuiscono, il che vuol dire che il nucleo si contrae, la temperatura si innalza e l’energia sprigionata dal nucleo stesso aumenta, il che fa aumentare la dimensione della stella e quindi la sua luminosità, che dipende dal diametro stellare. L'incremento di energia riscalda anche gli strati più esterni al cuore stellare, il che comporta una combustione idrogeno-elio anche nelle zone adiacenti al nucleo stellare stesso. Un esempio è dato proprio dal Sole: gli astronomi hanno calcolato che la sua luminosità, nell'arco dei quasi 5 miliardi di anni di vita, è aumentata del 40%, il suo raggio del 6% e la sua temperatura di 300 K. Oggi la sua composizione vede la prevalenza di elio sull’idrogeno. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 30 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Massa (in masse solari) Vita attesa (milioni di anni) Classe spettrale Luminosità (Lum Solari) Temperatura K 0.5 56.000 M 0,03 4.000 0,75 20.000 K 0,5 5.000 1 10.000 G 1 6.000 1.5 3.600 F 5 7.000 3 640 A 60 11.000 15 11 B 10.000 30.000 25 3 O 80.000 35.000 SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 31 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Per stabilire quanto può durare una stella, esiste una semplice formula: t = 1/M2.5 = 1 / M2sqr(M) Volendo rifarsi al ciclo di vita del Sole, invece, ed indicando con Ms la massa solare e ipotizzando, come sembra, una vita stimata in 10 miliardi di anni per la nostra stella, otterremmo per Sirio: 1/2.122.5 = 1/6.54 = 0.1529 Quindi 0,1529*10.000.000.000 = 1,529 miliardi di anni SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 32 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Sappiamo che le stelle in sequenza principale sono in equilibrio tra la spinta interna provocata dalle reazioni e la spinta esterna provocata dalla gravità della stella stessa. Prima o poi l’idrogeno nel nucleo finisce, quindi prima o poi la spinta dall’interno cessa e la gravità ha gioco facile. La stella presenta ora un nucleo completamente composto di elio e strati più esterni ricchi di idrogeno. Il collasso gravitazionale al quale la stella va incontro genera una compressione del gas stellare a partire dagli strati adiacenti il nucleo stellare: in questi strati c’è ancora idrogeno che, compresso, inizia a fondere in elio in uno strato chiamato Hydrogen-burning shell. L'elio prodotto in questa sottile striscia di stella cade nel centro della stella dove si riscalda insieme all'elio già presente. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 33 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Gli strati esterni si espandono sotto la spinta del calore interno sviluppato dalla striscia di fusioni e la stella aumenta la propria luminosità in maniera molto decisa, mentre il cuore stellare continua a comprimersi. La pressione interna spinge il raggio della stella a dimensioni molto maggiori rispetto a quelle originarie. Gli strati esterni diventano più freddi, fino a 3500 K, a dispetto di un nucleo stellare sempre più caldo e la bassa temperatura fa assumere alla stella una tinta rossastra. La stella è ora nella fase di gigante rossa. Le giganti rosse sono quindi stelle che sono uscite dalla fase di sequenza principale per evolvere in un altro stadio della loro vita. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 34 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Durante questa fase può esserci una enorme perdita di massa: i gas fuggono dalla superficie della gigante rossa e questo può essere osservato facilmente nello spettro della stella, relativamente alle righe di assorbimento presenti. Una tipica gigante rossa perde qualcosa come 10-7 masse solari ogni anno, contro le 1017 masse solari perse dal Sole ogni alto, di gran lunga una misura inferiore. Evolutivamente, le linee tratteggiate indicano scale di tempi di 10, 50, 100 milioni e 1 miliardo di anni. Una stella di circa 15 masse solari lascia la sequenza principale (area ombreggiata) circa 100 volte prima rispetto ad una stella di 1,5 masse solari. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 35 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Quando l'elio inizia ad essere utilizzato per la reazione nucleare al posto dell'idrogeno si parla di fase di helium-burning. Con la prosecuzione della hydrogen-burning shell la temperatura del cuore degenere diventa caldissima e, al raggiungimento dei 100 milioni di K e con una massa pari a circa 0,6 masse solari, inizia la fase di fusione dell'elio in grado di convertire elio in carbonio e di produrre energia. Il raggio della stella a questo punto può arrivare a raggiungere 1 UA, con una luminosità pari a 1000 volte la luminosità del nostro Sole. Ora la stella ha di nuovo una sua fonte interna di energia ed è la prima volta da quando ha lasciato la sequenza principale. Il risultato della fusione dell'elio è quindi carbonio ed ossigeno e proprio questi isotopi sono quelli più presenti in natura nonché nel nostro corpo. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 36 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Nelle stelle con massa pari a 2-3 masse solari la fusione dell'elio avviene gradualmente, con l'avvicinarsi della temperatura nucleare ai 100 milioni K. Il processo è iniziato, ma è prima necessario che gli elettroni diventino degeneri. Nelle stelle di massa inferiore alle due masse solari, invece, la fusione può iniziare immediatamente attraverso un processo noto come helium flash. Al centro della stella c'è un gas di elettroni degeneri il che vuol dire che qualsiasi aumento di temperatura indotto dalla fusione dell'elio non produce un incremento nella pressione interna, ma aumenta soltanto il tasso di fusione dell'elio. Un raddoppio della temperatura incrementa il tasso di fusione di circa un miliardo di volte. L'energia prodotta dal processo di fusione riscalda il nucleo e la sua temperatura sale notevolmente. L'aumento può arrivare anche a 300 milioni di Kelvin producendo un rapidissimo consumo di elio che va con il nome di helium flash. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 37 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 Nella fase di gigante rossa quindi la temperatura cala mentre la luminosità aumenta (per le maggiori dimensioni della stella) e l'astro si sposta verso l'alto e verso destra nel diagramma HR, il ramo delle giganti rosse (Red Giant Branch). Se la stella ha, a questo punto, una massa superiore alle 2-3 masse solari ha lentamente inizio la fusione dell'elio mentre se la massa stellare è inferiore avviene il cosiddetto helium-flash. In tutti e due i casi, però, la stella vede diminuire la propria luminosità a causa del raffreddamento del nucleo stellare. Gli strati esterni si contraggono creando un nuovo riscaldamento e spostando ancora la stella verso sinistra nel diagramma HR. La luminosità resta più o meno costante, così il percorso nel diagramma è pressoché orizzontale, a disegnare quel che viene chiamato Horizontal Branch. Le stelle che si trovano lungo l'horizontal branch sono stelle che stanno bruciando elio nel nucleo circondato da fusioni di idrogeno. Molte di queste stelle si trovano negli ammassi globulari. SERATA n° 6 - NASCITA ED EVOLUZIONE STELLARE 38 CORSO DI ASTRONOMIA DI BASE 2012 LA MORTE DELLE STELLE DI PICCOLA MASSA LA MORTE DELLE STELLE DI GRANDE MASSA